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Coazzolo

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Coazzolo, cappella
Coazzolo, cappella

Coazzolo (Coasseul o Coasseul d'Ast in piemontese, per distinguerlo da Coasseul d'Ivrèja - in italiano Quassolo - e da Coasseul ëd Turin - in italiano Coassolo Torinese -) è un comune italiano di 292 abitanti della provincia di Asti in Piemonte. Coazzolo era già abitato in epoca romana e aveva il nome di Coatolium. Alla fine del 1200 il paese, già appartenente alla diocesi di Alba, venne occupato dagli astesi che lo infeudarono alla famiglia Cacherano. In seguito passò a Casa Savoia che il 14 aprile 1577 infeudò del territorio, Filippo I d'Este. Ad inizio Novecento fu frazione di Castagnole delle Lanze. Lo stemma e il gonfalone del comune di Coazzolo sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 31 maggio 1999. Chiesa della Beata Vergine, in mezzo ai vigneti, dipinta dall'artista David Tremlett Vigna dei Pastelli, scenografica e con ampia veduta sulle colline circostanti Abitanti censiti Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Coazzolo Sito ufficiale, su comune.coazzolo.at.it. Coazzòlo, su sapere.it, De Agostini.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Coazzolo (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Coazzolo
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Coazzolo, cappella
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Stazione di Castagnole delle Lanze
Stazione di Castagnole delle Lanze

La stazione di Castagnole delle Lanze è una stazione ferroviaria posta lungo la linea Alessandria-Cavallermaggiore, e origine della linea per Asti. La stazione fu aperta il 13 ottobre 1865, contemporaneamente alla tratta da Bra a Nizza Monferrato, che completava la linea Alessandria-Cavallermaggiore ed era in origine gestito da Strade Ferrate dello Stato Piemontese. Nel 1870, con l'apertura della linea per Asti, divenne stazione di diramazione. A seguito della statizzazione delle ferrovie, tra il 1905 e il 1906, le linee in ultimo gestite dalla Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo venne incorporata nella rete statale e l'esercizio degli impianti fu assunto dalle Ferrovie dello Stato. Dal 2001 la gestione delle linee, e con esse quella della stazione di Castagnole, passò in carico a Rete Ferroviaria Italiana la quale ai fini commerciali classifica l'impianto nella categoria "Bronze". Dal 30 aprile 2010 venne sospeso il traffico sulla tratta Alba-Castagnole, a causa deil'instabilità alla galleria Ghersi (posta tra Barbaresco e Alba), che necessitava di ingenti interventi strutturali per la messa in sicurezza, interrompendo dunque le relazioni con Alba. Tale sospensione fu rimarcata definitivamente dal 17 giugno 2012, con la chiusura delle tratte Castagnole-Asti e Castagnole-Cantalupo, per decisione della Regione Piemonte, che a differenza della confinante Lombardia non intese avviare un programma di valorizzazione del trasporto su ferro, decretando la sospensione dei contratti di servizio su numerose linee secondarie di propria competenza. La stazione rimase dunque senza traffico, per effetto della sospensione del servizio su tutte le tratte a cui era connessa. L'11 novembre 2018 la stazione è stata reinaugurata al passaggio di due treni storici di Fondazione FS Italiane (di cui il primo con locomotiva a vapore) in occasione della riapertura turistica della tratta Asti-Castagnole-Nizza Monferrato. Dal 4 maggio 2019 è stato parzialmente riaperto allo stesso scopo il tronco Alba-Castagnole a scopi turistici, limitato fino a Neive, come prosecuzione delle tratte Asti-Castagnole-Nizza, mentre il restante tratto fino ad Alba dal 27 novembre 2021. Dopo anni di battaglie dei territori, a giugno 2022 viene approvata dalla Regione la riapertura al servizio commerciale delle tratte Alba-Asti e Mortara-Casale, che avrebbe avuto effetto a partire da settembre 2023. La tratta Asti-Alba è stata ufficialmente riaperta al servizio ordinario dall'11 settembre 2023 e la stazione è nuovamente servita da 6 coppie giornaliere di treni nei giorni feriali. La stazione è dotata di 4 binari passanti, di cui i primi tre dotati di banchine sono destinati al servizio viaggiatori. Il primo binario è di corretto tracciato delle tratte Alba-Castagnole-Asti su cui avviene la maggior parte del traffico, mentre il secondo di transito della tratte Alba-Castagnole-Nizza, con deviazione in direzione Alba e corretto tracciato in direzione Nizza. Gli altri due binari sono di deviazione, con scambi percorribili a 30km/h, di cui il terzo utilizzato per incroci o precedenze, mentre il quarto è di servizio, utilizzato soltanto per il ricovero dei mezzi d'opera, come i treni cantiere. Il fabbricato viaggiatori della stazione si dispone su due piani; ospita l'ufficio del Dirigente Movimento, che predispone del banco di manovra per gli enti del piazzale della stazione, oltre al sistema di telecomando punto-punto per il comando a distanza della stazione di Canelli. La stazione dispone anche dello scalo merci, in direzione Asti, dotato di un magazzino e altri binari tronchi per il ricovero delle merci, in disuso. La stazione è servita da treni regionali feriali escluso il sabato svolti da Trenitalia sulla relazione Alba-Asti, nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Piemonte. Il servizio ordinario sulla tratta Castagnole-Alessandria resta sospeso e autosostituito dal 17 giugno 2012, giorno in cui fu sospeso il traffico su tutte le tratte di cui la stazione era servita, per decisione della stessa Regione. Dall'11 novembre 2018 è servita su calendario da treni turistici di Fondazione FS, che comprendono anche il tratto Castagnole-Nizza. Castagnole delle Lanze Ferrovia Alessandria-Cavallermaggiore Ferrovia Asti-Castagnole delle Lanze Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Castagnole delle Lanze

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Neive)
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Neive)

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo è la parrocchiale di Neive in provincia di Cuneo, Piemonte. Appartiene alla vicaria delle Valli Belbo e Tinella della diocesi di Alba e risale al XII secolo. Il luogo di culto venne citato per la prima volta nel 1145, ricordato come legato alla canonica della Santa Croce a Mortara e tale resterà sino al 1263. Nel 1325, secondo la modificata giurisdizione ecclesiastica, entrò a far parte della diocesi di Alba e questo generò un contrasto tra Mortara ed Alba su chi sarebbe stato beneficiario delle decime. Nel 1474 la questione si risolse con l'assegnazione della chiesa alla canonica di Santa Maria Nova di Asti, legata ai canonici Lateranensi. La visita pastorale di monsignor Vincenzo Marino avvenuta nel 1576 la descrisse come inadeguata alle necessità della popolazione. Altre visite pastorali si succedono nel 1577 e nel 1644. Nel 1648 Giovanni Battista Farriano arricchisce con i suoi dipinti ad affresco l'altare del Santissimo Rosario. Nella seconda metà del XVII secolo e all'inizio del secolo successivo l'edificio fu oggetto di due importanti interventi di restauro che comportarono anche la sua ricostruzione quasi completa. Attorno al 1729 solo la torre campanaria risultava edificata, su progetto di Francesco Gallo, mentre il resto della struttura era ancora in situazione precaria. La situazione fu sbloccata dall'intervento di Vittorio Amedeo II di Savoia ed entro la metà del secolo la nuova chiesa fu quasi ultimata. A lavori finiti gli altari vennero assegnati a varie comunità e compagnie e furono anche decorati con stucchi policromi. Nel 1816 l'edificio venne nuovamente restaurato e modificato nelle sue forme. L'anno successivo, superata la fase delle soppressioni napoleoniche, la chiesa venne reinserita nella diocesi di Alba. Le decorazioni lignee e in tessuto del baldacchino dell'altare furono realizzate dall'intagliatore Conti e dal tessitore Colombier. Una nuova ristrutturazione fu realizzata nel 1859 e nel 1878 gli interni furono arricchiti di altre decorazioni. Nel 1887 fu costruito l'organo. L'ultimo ciclo di lavori è stato realizzato negli anni cinquanta. Il prospetto principale ha forme neoclassiche, con suddivisione in due ordini senza frontone nella parte superiore. Il portale principale architravato è affiancato, ai lati, dai due ingressi secondari, anch'essi architravati. Nel secondo ordine sono presenti tre nicchie con statue. La torre campanaria si alza in posizione arretrata, sul lato sinistro, affiancata al corpo della chiesa. L'edificio ha grandi dimensioni e la sala è suddivisa in tre navate con separazione realizzata da grandi pilastri decorati e sorreggenti archi a tutto sesto. La zona del presbiterio si raggiunge dalla navata centrale, ed è meno ampia di questa. Gli adeguamenti liturgici degli anni settanta hanno comportato la realizzazione di nuovi arredi lignei. Neive Langhe Diocesi di Alba Parrocchie della diocesi di Alba Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa dei Santi Pietro e Paolo Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa Parrocchiale Ss. Pietro e Paolo, su comune.neive.cn.it. URL consultato il 29 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2021).

Chiesa di Nostra Signora di Loreto (Costigliole d'Asti)
Chiesa di Nostra Signora di Loreto (Costigliole d'Asti)

La chiesa di Nostra Donna di Loreto di Costigliole d'Asti è un edificio costruito nel XIX secolo, sul sedime di due chiese precedenti, la prima romanica e la seconda rinascimentale-barocca. È situata nella zona più alta del paese definita tradizionalmente "la rocca" di fronte al castello ed è la chiesa parrocchiale della comunità costigliolese. La prima chiesa venne costruita nel periodo medievale ed era in stile romanico; le dimensioni erano molto ridotte e l'interno presentava pochi arredi. Tra il 1580 ed il 1595, il parroco Marco Antonio Asinari decise di ampliare l'edificio in stile barocco-rinascimentale e nei secoli seguenti le famiglie Verasis ed Asinari cofeudatarie di Costigliole arricchirono l'edificio con arredi ed opere d'arte. All'abbellimento della chiesa contribuirono anche le sei compagnie parrocchiali. Alla fine del XVIII secolo, l'edificio era notevolmente decaduto necessitando di opere per il consolidamento e nella notte dell'11 novembre 1811, a causa di molte infiltrazioni d'acqua, gran parte della chiesa crollò. Il parroco Lorenzo Pola in accordo con il consiglio comunale, affidò la ricostruzione all'architetto Carlo Ceroni che terminò i lavori nel 1816. La chiesa è di notevoli proporzioni (40 metri di lunghezza, 25 di larghezza e 16 di altezza nella navata centrale) e presenta una facciata a due corpi sovrapposti, termina con un timpano e presenta un rosone centrale. La navata centrale presenta in controfacciata una balconata su cui è situato un organo opera di Carlo Bossi costituito da circa duemila canne. La cantoria in legno intagliato è opera di Francesco Novaro "Brassiè", noto artista che svolse anche attività presso la corte sabauda. La volta della navata presenta affreschi di Lorenzo Peretti che raffigurano alcune scene dell'Antico e Nuovo Testamento (Mosè con le tavole della legge, l'ascensione di Cristo, l'incoronazione della Madonna, l'adorazione del Santissimo Sacramento) oltre a scene della vita dei Santi (la gloria di sant'Ignazio di Loiola, Santa Polissena, San Siro) Dietro l'altare maggiore è presenta una tela raffigurante la titolare della chiesa, la vergine di Loreto, dipinta da Prospero Clori nel 1720 e commissionata dai conti Verasis come indicano gli stemma della famiglia presente sulla tela e sulla cornice marmorea realizzata su progetto di Filippo Juvarra. Nella parte bassa, sempre dietro l'altare è presente il coro ligneo stile impero realizzato nel 1824 dall'astigiano Giuseppe Conti. L'altare maggiore in marmo, con paliotto in legno intagliato e dorato, è stato disegnato anch'esso da Juvarra e commissionato dal ramo Asinari di San Marzano nel 1718. Le navate laterali presenta opere del pittore astigiano Michelangelo Pittatore e di Lorenzo Peretti. La chiesa custodisce anche i sepolcreti di due esponenti della famiglia Verasis e quello del marchese Filippo Antonio Asinari di San Marzano, diplomatico dei Savoia. La sacrestia, realizzata tra il 1784 ed il 1785 presenta l'opera L'Annunciazione di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo e l'Assunta e i Santi Giovanni Evangelista e Secondo di Asti, opera del trinese Giovanni Crosio. P.Prunotto, La Parrocchiale Nostra Donna di Loreto a Costigliole d'Asti, Itinerario di fede e d'arte, a cura dell'Associazione "Confraternita di San Gerolamo", Costigliole dìAsti Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Nostra Signora di Loreto