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Giardino Perego

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Perego 003
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Il giardino Perego è un'area verde del centro di Milano.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Giardino Perego (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Giardino Perego
Piazza Sant'Erasmo, Milano Municipio 1

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N 45.47217 ° E 9.19206 °
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Piazza Sant'Erasmo
20121 Milano, Municipio 1
Lombardia, Italia
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Perego 003
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Luoghi vicini

Monumento a Sandro Pertini
Monumento a Sandro Pertini

Il monumento a Sandro Pertini è un'opera di Aldo Rossi, architetto milanese, inaugurata a Milano nel 1990, su progetto del 1988 e dedicata al settimo presidente della Repubblica italiana Sandro Pertini. La struttura è collocata all'estremità dell'area pedonale di via Croce Rossa all'incrocio di due importanti strade milanesi, via Monte Napoleone e via Alessandro Manzoni. La struttura è una fontana monumentale formata da un podio chiuso su tre lati da pareti in pietra, la parete di fondo ospita un condotto triangolare dal quale scende acqua fino ad una vasca posta al centro della parete. Il cubo misura otto metri di lato e si basa su un modulo rigoroso di cinquanta centimetri composto da blocchi di marmo di Candoglia grigio rosato, lo stesso del Duomo di Milano, delle dimensioni di 50x25x25 centimetri. Gli altri elementi che compongono il monumento sono realizzati in lega di rame. Il concetto di monumento costituisce per l'architetto un elemento essenziale e permanente nella struttura della città, che si esprime attraverso forme architettoniche archetipiche e che si fa manifesto dell'espressione della volontà collettiva. Il tema del monumento è stato affrontato da Aldo Rossi in due progetti precedenti, il monumento alla Resistenza a Cuneo, progetto non realizzato risalente al 1962 e ideato con Luca Meda e Gianugo Polesello e il monumento ai Partigiani a Segrate del 1965. In entrambi sono presenti gli elementi costitutivi che ritroviamo nel monumento a Pertini, le «poche e profonde cose» (Arduino Cantafora, 1998): volumi definiti, forme elementari e simboliche come il podio e la fontana a condotto triangolare, caratteristiche di un linguaggio che si ripete all'interno delle sue opere. In occasione dell'inaugurazione della linea 3, la Metropolitana Milanese fece dono alla città di Milano del monumento. A partire da quel momento, non ha mai cessato di essere al centro di polemiche da parte di politici, amministrazioni locali e cittadini stessi. Nel 2010 ne è stata proposta la rimozione, che ha visto l'opinione pubblica dividersi tra sostenitori dell'opera e detrattori, seguita da una petizione sottoscritta da un centinaio di artisti e architetti e da articoli comparsi su quotidiani e riviste del settore. Il Comune di Milano, a partire da aprile 2012, ha eseguito il restauro conservativo dell'opera, che ha riguardato il rinnovamento dell'impianto della fontana, il consolidamento e il rifacimento delle sigillature, la pulizia, la protezione e la patinatura finale degli elementi architettonici. Salvatore Farinato e Paolo Portoghesi (a cura di), Per Aldo Rossi ,Venezia, Marsilio, 1998. ISBN 8831771124 Alberto Ferlenga (a cura di), Aldo Rossi. Tutte le opere, Milano, Electa, 1999. ISBN 88-435-7185-0 Paolo Portoghesi, I grandi architetti del Novecento: una nuova storia dell'architettura contemporanea attraverso la personalità e le opere dei protagonisti, Roma, Newton & Compton, 2000. ISBN 8882891054 Aldo Rossi, L'architettura della città, Macerata, Quodlibet, 2011. ISBN 978-88-7462-409-6 Marco Brandolisio, Giovanni Da Pozzo, Massimo Scheurer, Michele Tadini, Aldo Rossi in Italia Settentrionale/Aldo Rossi in northern Italy, Domus, 1998, 805, 103-110 Arduino Cantàfora, Poche e profonde cose/A few Deep Things, Casabella ,1998, 654, 4-7 Fulvio Irace, Talebani a Milano, Abitare, 2001, 405, 240-241 Fulvio Irace, Cubo scaccia cubo, Domus, 2010, 938, 4 Aldo Rossi via Monte Napoleone Sandro Pertini Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Monumento a Sandro Pertini http://fondazionealdorossi.org/ https://web.archive.org/web/20100506134948/http://www.darc.beniculturali.it/ita/appuntamenti/mostre/aldo_rossi/index.htm "Spazi pubblici e piazze contemporanee a Milano" (PDF) , su fondazione.ordinearchitetti.mi.it. "Moratti salva Aldo Rossi", su ricerca.repubblica.it. "Sgarbi: «Cancelliamo l'Ago e il Filo»", su milano.corriere.it. URL consultato il 16 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016). "Il monumento a Pertini sarà restaurato", su comune.milano.it.

Via Manzoni
Via Manzoni

Via Manzoni è una via del centro di Milano facente parte del cosiddetto Quadrilatero della moda e considerata una delle zone più lussuose, oltreché uno dei maggiori centri dello shopping dell'alta moda mondiale. Via Manzoni inizia in piazza della Scala e termina in corrispondenza degli archi di Porta Nuova. La via fu immediatamente intitolata ad Alessandro Manzoni il giorno stesso della sua morte, il 22 maggio 1873; motivo dell'intitolazione fu che lo scrittore abitava nella vicinissima via Morone al n. 1168 (ora n.1) in una casa acquistata nel 1814 e il cui giardino quasi vi si affacciava. Prima della morte del Manzoni la via era chiamata nel tratto da piazza della Scala all'incrocio fra via Croce Rossa e via Montenapoleone Corsia del Giardino, e dall'incrocio stesso agli archi di Porta Nuova Corso di Porta Nuova. Nell'Ottocento era considerata la strada più lussuosa di Milano e d'Europa. Sul lato destro: al n. 2 e 4 palazzo della Banca Commerciale Italiana, costruito dal 1905 al 1911 su progetto di Luca Beltrami, ora sede delle Gallerie d'Italia - Milano; al n. 6 e 8 palazzo Brentani al n. 10 palazzo Anguissola al n. 12 il Museo Poldi Pezzoli, costruito dal 1853 al 1854 su progetto di Giuseppe Balzaretto. al n. 18 palazzo Olivazzi al n. 26 la chiesa di San Francesco di Paola al n. 28-32 palazzo Gallarati Scotti al n. 40-42 il complesso che comprende la galleria e il Cinema-Teatro Manzoni, costruito tra il 1947 e il 1950 sulle rovine del palazzo Melzi (palazzo Meli Lupi di Soragna), distrutto dai bombardamenti del 1943 Sul lato sinistro: al n. 7 l'Hotel Continentale al n. 21 un edificio per uffici, costruito nel 1929 su progetto di Antonio Carminati; al n. 29 il Grand Hotel et de Milan, costruito dal 1864 al 1865 su progetto di Andrea Pizzala; al n. 31 l'Armani Hotel in un palazzo per uffici, abitazioni, negozi e cinematografo, costruito dal 1947 al 1948 su progetto di Enrico Agostino Griffini; al n. 41 e 41a palazzo Borromeo d'Adda Montenapoleone Maurizio Grandi, Attilio Pracchi, Milano. Guida all'architettura moderna, Zanichelli, 1980. ISBN 8808052109. Giuliana Gramigna, Sergio Mazza, Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Hoepli, Milano 2001. ISBN 88-203-2913-1. Quadrilatero della moda Via della Spiga Via Monte Napoleone Corso Venezia Piazza della Scala Porta Nuova (medievale, Milano) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su via Manzoni Via Manzoni, su milanofree.it.

Grand Hotel et de Milan
Grand Hotel et de Milan

Il Grand Hotel et de Milan è un hotel di lusso situato al centro di Milano, in via Manzoni al civico 29. La costruzione fu commissionata all'architetto Andrea Pizzala (1798-1862) e fu ispirata dallo stile neogotico. L'albergo aprì i battenti il 23 maggio 1863 e verso la fine del XIX secolo guadagnò notorietà in quanto fu l'unico ad offrire un servizio telegrafico e postale ai suoi clienti; per questo motivo fu spesso frequentato da diplomatici e uomini d'affari. La singolarità del nome, con quella "et" frapposta, indica semplicemente l'integrazione tra il nome originario "Hotel de Milan" e la successiva amplificazione in "Grand Hotel". L'hotel, inizialmente appartenente a Carlo Guzzi, fu acquistato da Giuseppe Spatz prima del 1874 e divenne particolarmente noto al grande pubblico a partire dal 1872 quando il compositore Giuseppe Verdi, amico di Spatz amante della musica, vi stabilì la propria dimora quando si trovava a Milano, beneficiando della prossimità dell'albergo al teatro alla Scala e componendo qui gran parte dell'Otello. La stanza, la n. 105 al primo piano, rimase riservata ai Verdi sino alla morte del maestro, che avvenne proprio nella sua stanza all'albergo il 27 gennaio 1901. Fra il 1900 e il 1901 venne ristrutturato l'atrio di ingresso che venne allargato per renderlo confacente ai bisogni del grande movimento di forestieri che frequentavano l'albergo. A tal scopo fu chiamato l'architetto Augusto Brusconi che, coadiuvato dall'ingegner Francesco Bellorini, demolì gran parte dei muri del pianterreno per ottenere un ambiente più vasto e lussuoso; furono inoltre aggiunti un pavimento alla veneziana e un grande lucernario con velario di vetri colorati. L'edificio fu poi completamente ristrutturato nel 1931, quando ogni camera fu dotata di telefono e acqua corrente. Durante la seconda guerra mondiale, nel 1943, l'albergo fu bombardato e il quarto piano fu completamente distrutto; una volta terminata la guerra, l'architetto Giovanni Muzio fu incaricato della ricostruzione e del rinnovo dello stabile. In gestione alla famiglia Bertazzoni dai primi anni'60, l'albergo divenne famoso negli anni '60 e '70, quando fu frequentato dagli stilisti che partecipavano alle annuali settimane della moda milanesi. Un'ultima importante ristrutturazione ebbe luogo nei primi anni '90, quando un muro di difesa dell'antica Mediolanum risalente al terzo secolo fu portato alla luce e utilizzato come elemento stilistico in uno dei ristoranti dell'albergo. L'albergo fa parte del gruppo The Leading Hotels of the World. Nel corso dell'attività dell'Hotel, diversi personaggi celebri vi hanno soggiornato, fra cui: Giuseppe Verdi Pietro II del Brasile Teresa Cristina di Borbone-Due Sicilie Enrico Caruso Tamara de Lempicka Maria Callas Severino Gazzelloni Vittorio De Sica Richard Burton Indro Montanelli Francisco Giordano, L'origine dell'isolato, la costruzione dell'albergo e gli ampliamenti, in Il Grand Hotel ed de Milan. Storia e restauro di un albergo ottocentesco, a cura di Paola Alberti e Carlo Salomoni, ed. Marsilio, 1993, Venezia. Francisco Giordano, Hotel ed de Milan (prefazione) , in Grand Hotel ed de Milan. Un secolo di storia milanese attraverso gli ospiti illustri del suo albergo più famoso, ed. F. M. Ricci, 1995, Milano. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Grand Hotel et de Milan Sito ufficiale, su grandhoteletdemilan.it. Grand Hotel et de Milan, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.

Montenapoleone (metropolitana di Milano)
Montenapoleone (metropolitana di Milano)

Montenapoleone è una stazione della linea M3 della metropolitana di Milano. La stazione fu costruita come parte della prima tratta, da Centrale FS a Duomo, della linea M3 della metropolitana, entrata in servizio il 3 maggio 1990. Nei primi progetti la stazione doveva essere chiamata "Manzoni", in quanto sorge nel punto in cui via Manzoni incrocia via Monte Napoleone e via Croce Rossa. Venne costruita a binari sovrapposti per evitare il passaggio sotto gli edifici. Al livello inferiore si trova il binario dispari, in direzione di San Donato, e a quello superiore il binario pari, in direzione Comasina. Il mezzanino, posto in posizione laterale, fu scavato a cielo aperto, indipendentemente dalle gallerie della linea. Sorge sotto via Manzoni, all'angolo con via Monte Napoleone, entrambe strade celebri per i lussuosi negozi e saloni di moda di cui sono costellate, che insieme a via della Spiga e corso Venezia delimitano il cosiddetto Quadrilatero della moda, e presenta uscite in via Manzoni e in via dei Giardini; è curioso notare che il nome della fermata non presenta lo spazio tra le parole Monte e Napoleone, a differenza del nome della strada. Contemporaneamente alla costruzione della stazione venne ideata una nuova sistemazione dello spazio in superficie, costruendo un monumento progettato dall'architetto Aldo Rossi. In origine, progetti simili di riqualificazione superficiale erano previsti anche per altre due fermate della M3, ovvero Duomo e Crocetta, ma alla fine solamente quello di Montenapoleone venne realizzato. Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata alcune linee urbane, tranviarie ed automobilistiche, gestite da ATM. Fermata tram (linea 1) Fermata autobus La stazione dispone di: Accessibilità per portatori di handicap Ascensori Scale mobili Emettitrice automatica biglietti Servizi igienici Stazione video sorvegliata Aldo Rossi, Per la Stazione Croce Rossa a Milano, in Zodiac, n. 1, Milano, Zodiac Architecture, 1º semestre 1989, pp. 178-187, ISSN 0394-9230. Pietro Ferrari, Milano ha la linea 3, in "I Treni Oggi", luglio-agosto 1990, pp. 16–22. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Montenapoleone