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Aeroporto di Torino-Aeritalia

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Aeroporto aeritalia dall'alto
Aeroporto aeritalia dall'alto

L'Aeroporto di Torino-Aeritalia (ICAO: LIMA), intitolato ad Edoardo Agnelli, si trova nel territorio del comune di Collegno con ingresso in Strada della Berlia n. 500 a Torino. È un aeroporto turistico internazionale in ambito Schengen di categoria 2 ICAO gestito per incarico di ENAC dall'Aero Club Torino. Viene utilizzato sia per attività turistica che per scuola (volo a vela e a motore). Nel giugno del 2010 la scuola ha toccato il vertice di frequenze di 102 allievi nelle due specialità. Dispone di due piste di atterraggio: una in asfalto (10L/28R) di 1 074 × 30 metri e una in erba (10R/28L) di 700×30 metri, riservata al movimento alianti. Dispone inoltre di una pista di atterraggio per elicotteri illuminata, e quindi con possibilità di operare anche di notte munita di un sistema di avvicinamento A-PAPI, oggi principalmente utilizzata dal servizio di elisoccorso.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Aeroporto di Torino-Aeritalia (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Aeroporto di Torino-Aeritalia
Strada della Berlia,

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Strada della Berlia
10993 , Borgata Paradiso
Piemonte, Italia
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Aeroporto aeritalia dall'alto
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Luoghi vicini

Borgata Paradiso
Borgata Paradiso

Borgata Paradiso (Borgià Paradis in piemontese), o semplicemente Paradiso, è un quartiere che si trova nella zona est di Collegno, lungo Corso Francia, che contava a fine 2010 circa 12.000 abitanti. Con Borgata Paradiso si identifica inoltre la zona di Grugliasco con cui la borgata collegnese confina (a Sud di Via Vandalino). Il nome della borgata deriva da quello della cascina Paradiso, che sorgeva un tempo in quello che oggi è il territorio di Grugliasco e che è stata demolita nei primi anni sessanta del Novecento. La borgata non va confusa con l'omonimo quartiere di Settimo Torinese. Il quartiere in senso stretto confina: a Sud con il quartiere Borgata La Quaglia di Grugliasco a Nord con il Campo Volo "Aeroporto di Torino-Aeritalia" (dove si sono svolti i World Air Games 2009) ad Ovest con la Zona Centro di Collegno ad Est con il quartiere Parella di Torino Il quartiere è di carattere prevalentemente residenziale con la presenza di piccole officine e stabilimenti. È tagliato in senso est-ovest da corso Francia e in senso nord-sud dall'asse dei corsi Antony e Montello, entrambi con un'area verde centrale e sui quali si affacciano vari edifici pubblici. Più o meno al centro della porzione di quartiere sorge la chiesa dedicata alla Madonna dei Poveri; dell'edificio fu costruito nel 1960 un salone semiinterrato sopra il quale tra il 1979 e il 1981 venne realizzata la chiesa, caratterizzata da vistose campate esterne triangolari che all'epoca vennero considerate piuttosto avveniristiche. In territorio di Grugliasco, nei pressi del confine con i comuni di Collegno e di Torino, nella primavera del 2011 è stata inaugurata una vasta area verde denominata Parco Paradiso dal nome della borgata omonima. Nonostante sia esterna al territorio comunale torinese, l'opera è stata realizzata dalla Città di Torino in considerazione del fatto che più della metà dei suoi visitatori provengono dal quartiere torinese confinante; la manutenzione del parco è invece a carico del comune di Grugliasco. I lavori sono cominciati nel 2007 e terminati verso la fine del 2011, con creazione di percorsi ciclopedonali ed aree giochi per bambini. Il parco occupa una superficie di 70.000 m² ed al suo interno si trovano due scuole, una materna ed una elementare, preesistenti alla creazione dell'area verde. Borgata Paradiso ospita le attuali ultime due fermate della Metropolitana di Torino, inaugurata in occasione delle Olimpiadi Invernali del 2006: "Paradiso" e "Fermi" (quest'ultima attuale capolinea del metrò in direzione ovest).Vicino alla stazione "Fermi" è sorto un nuovo centro commerciale ed alcuni edifici residenziali. Al confine sud della borgata, in comune di Grugliasco, si trova anche una fermata della ferrovia Torino-Modane, operativa a partire dalla primavera del 2011, in corrispondenza della quale sono anche collocati i capolinea di due linee di autobus, un punto di prelievo/restituzione di bike sharing ed uno di car sharing. Sono allo studio importanti trasformazioni urbanistiche che mirano ad integrare maggiormente la Borgata sia con il centro comunale che con le sedi delle facoltà scientifiche dell'Università di Torino collocate nell'ex ospedale psichiatrico di Grugliasco, nonché alla possibile trasformazione del Campo Volo in parco pubblico. Su questi temi il dibattito politico è però tuttora piuttosto aperto e contrastato. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Borgata Paradiso [1] Il sito del Comitato di Quartiere Borgata Paradiso

Corso Marche
Corso Marche

Corso Marche è un'arteria della città di Torino, lunga circa 850 m, a due corsie per senso di marcia. Situata nel quartiere occidentale di Parella, si collega, sia tramite sottopasso che con intersezione a raso, con corso Sacco e Vanzetti. Quest'ultimo, insieme a corso Marche, permette una rapida connessione tra i due assi fondamentali del capoluogo piemontese: corso Francia e corso Regina Margherita. Il percorso, da nord verso sud, attraversa per buona parte terreni agricoli o poco urbanizzati per terminare nel cuore della periferia ovest, costeggiando gli stabilimenti torinesi di Alenia Aeronautica e Thales Alenia Space. A nord di strada antica di Collegno assume il nome di Corso Sacco e Vanzetti. Il piano regolatore del 1959 di Torino, firmato da Augusto Cagnardi, lo ha messo al centro della viabilità della zona Ovest, prevedendone il suo utilizzo a livello di "Tangenziale interna della città", con un percorso che raccorderebbe le strade provinciali che escono dalla zona nord, la strada comunale di Pianezza, all'altezza della frazione Savonera del Comune di Collegno, allo snodo di Strada vicinale del Drosso e strada comunale del Portone nella zona sud, già crocevia della borgata Mirafiori e la Palazzina reale di caccia di Stupinigi attorno a cui partono delle strade provinciali verso il Pinerolese. Fino ad oggi, tuttavia, nessun intervento urbanistico è stato operato in tal senso (escludendo il tratto esistente), sebbene le aree interessate dal progetto, soprattutto quelle del quartiere Pozzo Strada, a sud di Corso Francia, abbiano rispettato il piano regolatore e non siano state interessate da costruzioni (se non leggere). Il piano di realizzazione del suddetto corso nella sua completezza è tornato di attualità in questi ultimi anni grazie al progetto d'interconnessione della ferrovia per treni ad alta velocità con Torino. L'idea degli enti locali piemontesi è quella raccordare il tracciato della TAV con l'Interporto di Torino, utilizzando il tracciato esistente fino al Bivio Pronda in prossimità della Borgata Lesna. Da questo punto in poi si creerebbe una "Gronda Merci", al fine di scaricare il tratto interrato della ferrovia, che non è sufficientemente grande per treni ad alta capacità, seguendo il tracciato già ipotizzato del futuro Corso Marche per raccordarsi, tramite un ulteriore tracciato parallelo alla Tangenziale Nord, alla tratta TAV. La progettazione è stata formalmente commissionata dalla Provincia di Torino nel 2005 all'architetto Augusto Cagnardi, che di concerto con l'architetto Vittorio Gregotti ha presentato un progetto di massima il 20 giugno 2007. Tale progetto racchiude le idee di raccordo ferroviario, tangenziale interna, boulevard superficiale, rispettivamente uno al di sopra dell'altro (almeno tra il Bivio Pronda e la Tangenziale Nord, dov'è previsto il tratto ferroviario). Il progetto presentato va al di là dell'originaria idea del 1959, in quanto l'asse di Corso Marche diventa trans-comunale, coinvolgendo i Comuni di Venaria Reale, Collegno, Grugliasco, Beinasco e Nichelino. Si ipotizza infatti il prolungamento di detto corso alla Reggia di Venaria Reale a nord e alla Palazzina di caccia di Stupinigi (frazione di Nichelino) a sud, ridisegnando profondamente la periferia Ovest della città sabauda. Corso Marche, nella presentazione del progetto nell'aprile del 2009, appare come un "Corridoio Plurimodale", sul quale insistono, a diversi livelli, dal basso verso l'alto, due gallerie ferroviarie, due gallerie autostradali (tangenziale interna) e infine un viale alberato in superficie. Il corso intercetta diverse aree, tra cui una in particolare che viene denominata "Capitol", al confine con i comuni di Torino, Collegno e Grugliasco, che rappresenta uno dei poli di sviluppo "in altezza". Il nuovo corridoio pluri-modale dovrebbe quindi essere uno dei punti focali della futura espansione torinese, sia da un punto di vista di visibilità e intercettazione di nuove attività, che di riequilibrio del centro cittadino. Nel marzo 2018 il Comune di Torino ha operato una profonda revisione di questo progetto, riconoscendo le mutate condizioni ambientali e prestando una maggiore attenzione alla salvaguardia del verde pubblico, con una netta riduzione dei volumi residenziali e commerciali. Ad inizio 2023 nessun cantiere specifico è ancora partito né vi sono previsioni certe in merito. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su corso Marche

Fabbrichetta
Fabbrichetta

Fabbrichetta (Fabrichëtta in piemontese) è una frazione del Comune di Grugliasco, situata all'estremità Nord-Ovest di esso. Confina a Nord con il Comune di Collegno (Frazione Villaggio Leumann), a Sud e ad Ovest con il Comune di Rivoli (Frazione Cascine Vica) e ad Est con la borgata San Giacomo di Grugliasco, assieme alla quale forma la borgata di partecipazione al Palio della Gru. Borgata Fabbrichetta prende il nome dalla presenza di uno jutificio edificato sul finire del '800, la cui struttura architettonica è presente nel tratto Sud di Via Fabbrichetta. Esso veniva chiamata dagli abitanti del luogo La Fabrichëtta ("la piccola fabbrica") per distinguerla dal vicino e più imponente Cotonificio Leumann, chiamato invece Ël Fabricon ("la grande fabbrica"). In quegli anni, tutta l'area Nord-Ovest di Grugliasco venne interessata dalla presenza di industrie più o meno lontane da preesistenti nuclei urbani, grazie alle quali la città uscì da un periodo economicamente buio dovuto alla crisi del settore agricolo e al collasso della manifattura della seta. Le case più antiche presenti sul territorio sono all'incirca dello stesso periodo e si possono trovare in particolar modo nei pressi di Piazza I Maggio e lungo Strada Antica di Rivoli, in forma di palazzine borghesi o rustici. Fino ad un secolo fa, Borgata Fabbrichetta risultava piuttosto isolata dal centro cittadino, ma dalla metà del '900 ha conosciuto una progressiva urbanizzazione, che ha provocato al contrario una continuità totale con le zone confinanti. Jutificio e ciminiera: complesso industriale ottocentesco situato all'estremità Sud di Via Fabbrichetta Monumento ai caduti della Borgata Fabbrichetta: situato sul lato di Parco Gino Marangoni che si affaccia su Piazza Primo Maggio L'edificio rustico più occidentale di Grugliasco: situato in via Damiano Chiesa 31, ad un passo dalla zona industriale di Cascine Vica. Questo rustico è stato realizzato probabilmente verso la metà dell'800. Si presenta con mattoni a vista e finestre verdi e la sua pianta è formata da due maniche che si affacciano su un cortile, utilizzato oggi per scopi industriali. Su due facciate sono presenti due nicchie votive, di cui una sola ospita una statuetta sacra. In via Don Caustico, tra le borgate Fabbrichetta e San Giacomo, sono presenti la scuola dell'infanzia Rosa Luxemburg e la scuola primaria Bruno Ciari, mentre in Piazza Primo Maggio è situata la terza delle tre sedi grugliaschesi di Poste Italiane. Altri servizi della borgata sono rappresentati dal punto con casetta dell'acqua SMAT eD una stazione di Bikesharing, entrambe nel Parco Gino Marangoni, lato Piazza Primo maggio. Il trasporto pubblico è presente con la linea 44 che collega con Torino, Collegno, nel tratto di Via Don Caustico-Piazza Primo Maggio-Via Fabbrichetta. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fabbrichetta

Istituto interprovinciale per infermi di mente
Istituto interprovinciale per infermi di mente "Vittorio Emanuele III"

L'ex-Istituto interprovinciale per infermi di mente "Vittorio Emanuele III" di Grugliasco è un complesso di edifici originariamente adibiti al mantenimento e alla cura di pazienti con problemi psichici. All'inizio del XX secolo la Provincia di Torino disponeva di tre strutture ospedaliere per la cura delle malattie psichiche: il vecchio manicomio di via Giulio, nel centro di Torino, i locali adibiti ad ospedale psichiatrico che erano stati ricavati nella ex-Certosa reale di Collegno o costruiti ex-novo nel parco circostante e una struttura più piccola realizzata tra il 1910 e il 1913 a Savonera (Venaria), progettata in origine per i malati meno problematici. La gestione di queste strutture era affidata dalla Provincia ad una Opera Pia denominata Regio manicomio di Torino. Nel 1914 a causa del sovraffollamento di queste strutture si arrivò ad un trasferimento dei pazienti di sesso maschile alla grande struttura di Collegno, mentre gli edifici di Torino e di Savonera vennero destinati alle pazienti donne. Tale risistemazione però non fu sufficiente e fu quindi necessario costruire un nuovo ospedale. La scelta del luogo cadde dopo lunghe discussioni sul comune di Grugliasco, contiguo a quello di Collegno. Tale collocazione decentrata avrebbe anche permesso lo svuotamento del vecchio manicomio di Torino, la cui collocazione centrale causava disturbo agli abitanti della zona. I lavori per la costruzione del nuovo complesso ospedaliero vennero iniziati nel 1928 e conclusi nel 1931, quando venne inaugurato l'"Istituto Interprovinciale Vittorio Emanuele III per infermi di mente in Grugliasco". La parte edilizia del progetto si deve a Mario Torretta, ingegnere dell'ufficio tecnico della Provincia di Torino, mentre gli arredamenti e gli allestimenti interni vennero progettati dal dr. Francesco Agosti, incaricato dalla struttura ospedaliera. Si trattava di una struttura interprovinciale perché la provincia di Torino deteneva solo l'85% circa della proprietà, con la rimanente quota in mano alla Provincia di Aosta. Durante la Seconda Guerra Mondiale alcuni dei padiglioni dell'ospedale vennero danneggiati dai bombardamenti, e vari degenti dovettero essere trasferiti. La provincia di Torino alla fine del conflitto riparò i danni e ripristinò la normale funzionalità degli edifici. Nel corso degli Anni Sessanta del Novecento alle strutture esistenti venne aggiunta la "Villa Azzurra", un edificio destinato ai bambini affetti da malattie mentali o semplici handicap psicofisici. La struttura, chiamata comunemente il manicomio dei bambini, godeva di una fama piuttosto sinistra e fu oggetto di varie denunce per maltrattamenti da parte delle famiglie dei suoi giovani ospiti. A causa dell'evoluzione dei trattamenti delle malattie mentali in corso in Italia negli Anni Settanta, che sfociarono nella c.d. Legge Basaglia, nel 1979 la "Villa Azzurra" venne chiusa; anche la vecchia Opera Pia fu sciolta nel 1980, con il passaggio della competenza sulle cure ai malati psichiatrici alle ASL. Il complesso comprendeva in origine quattro grandi padiglioni con settecento posti letto complessivi, l'edificio delle cucine, la camera mortuaria e la palazzina della Direzione. A questo gruppo di edifici venne in seguito aggiunta la Villa Azzurra, un padiglione cosiddetto “medico-pedagogico” destinato a bambini e bambine affetti da malattie mentali o handicap psicofisici. Una vasta area attorno agli edifici, delimitata da un lungo muro, comprendeva numerosi viali alberati, aree destinate a verde e zone agricole. Dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici in Italia, le varie aree del complesso ospedaliero hanno subito destini diversi. La zona agricola nella parte sud del complesso a partire dal 1996 è occupata dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell'Università di Torino, al quale si è poi aggiunta la Facoltà di Medicina Veterinaria, che in una parte della vecchia struttura psichiatrica gestisce a partire dal 2000 l'"Ospedale veterinario universitario". Alcuni padiglioni nella zona settentrionale del complesso sono tuttora utilizzati dalla ASL come sede del Centro Epidemiologico e come locali tecnici e base dei mezzi del pronto intervento (118) e del Soccorso alpino e speleologico L'area verde è in buona parte accessibile al pubblico ed alcuni tratti dei viali alberati sono percorsi da piste ciclabili. Massimo Moraglio, Costruire il manicomio - storia dell'ospedale psichiatrico di Grugliasco, Unicopli, 2002, ISBN 9788840007847. AA.VV., Ospedali Psichiatrici di Torino - Archivio storico, Diana Cossa (a cura di), ASL TO3. URL consultato il 9 aprile 2021. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Istituto interprovinciale per infermi di mente "Vittorio Emanuele III"

Chiesa di San Massimo (Collegno)
Chiesa di San Massimo (Collegno)

La Chiesa di San Massimo è un edificio di culto cattolico sito a Collegno, in città metropolitana e arcidiocesi di Torino; fa parte del distretto pastorale Torino Ovest. Risalente al periodo paleocristiano, subì nel corso del tempo vari interventi e modifiche. I lavori di restauro realizzati nel 1949-1950 le hanno conferito l'aspetto attuale. Durante i lavori di ristrutturazione della metà del secolo scorso sono state riportate alla luce alcune parti di un'antica basilica, assai imponente, a tre navate, risalente al secolo V d.C., che fu edificata per la sepoltura del vescovo di Torino, la cui identificazione, nei secoli, è stata oggetto di accesi dibattiti.Torino ebbe infatti due vescovi aventi il nome "Massimo": il celebre Massimo di Torino (ca. 390-420 d.C.), conosciuto anche come Massimo I - il primo dell'Arcidiocesi della città di cui si conosca il nome -, e il suo omonimo successore (Massimo II, ca. 451-465 d.C.). In una seconda fase, altomedievale, tra la fine dell'VIII e l'inizio del IX secolo, la Chiesa di San Massimo conobbe alcune parziali e prime modifiche: il vano laterale nord venne abbattuto e fu costruita una piccola abside ricavata in uno spesso muro.In una terza fase, "romanica primitiva", tra l'XI e il XII secolo, seguirono ulteriori lavori di rifacimento, di cui tuttavia si hanno scarse notizie. Nei primissimi anni del secolo XVII, data la lontananza dal centro della città, la Chiesa venne dichiarata cappella campestre. L’edificio, in uno stato ormai fatiscente, abbisognava di ingenti lavori di ristrutturazione. Nel 1688 i Certosini si offrirono di restaurare l’edificio e di ampliarlo, in modo da renderlo abbastanza grande e accogliente perché vi potessero essere celebrati gli uffici divini. Ma un accordo con l’amministrazione civica non venne mai raggiunto. Nel 1725 l'edificio venne completamente rivisitato secondo lo stile barocco del tempo. Gli interventi consistettero nella riduzione della sua superficie e nel rifacimento della facciata. La nuova fisionomia strutturale assunta dalla Chiesa di San Massimo, all'epoca costituita da un’unica navata a pianta rettangolare con abside semicircolare, restò immutata sino alla metà del secolo scorso: gli interventi del 1949-1950, coi quali la Chiesa fu sostanzialmente ricostruita, le hanno conferito l'aspetto attuale. La Chiesa, a tre navate con pilastri quadrati, si caratterizza per la facciata in cotto impreziosita da archetti e lesene e per il tetto a capriate. Le pareti interne sono intonacate e nell'abside sud è collocata la statua lignea di San Massimo, risalente alla prima metà del secolo XV. I numerosi reperti rinvenuti durante i lavori di restauro furono inizialmente esposti all'interno della cripta della Chiesa di San Massimo. In séguito, la Soprintendenza dispose il trasferimento degli artefatti presso le sale del Museo di Antichità di Torino. I sotterranei della Chiesa, per motivi di sicurezza, non sono accessibili al pubblico. Nell'antica cripta sotterranea sono conservate le tombe di due frati Agostiniani, che si occuparono della Chiesa nella prima metà del Novecento: Ludovico Cuggi (1918-1964) e Pietro Mignone (1915-1964), entrambi Agostiniani Scalzi. Alberto Crosetto, La chiesa di S. Massimo "ad quintum": fasi paleocristiane e altomedievali, in Luisella Pejrani Baricco (a cura di), Presenze longobarde. Collegno nell’alto medioevo, 2004, pp. 249-273. Daria De Bernardi Ferrero, La chiesetta di San Massimo in Collegno e le sue memorie storiche, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, Libreria dello stato, 1958. Paolo Verzone, Da Bisanzio a Carlomagno, Milano, Il Saggiatore, 1968. Arcidiocesi di Torino Collegno Massimo di Torino Museo di antichità Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa parrocchiale di San Massimo Collegno (TO): Chiesa di San Massimo, su archeocarta.org. URL consultato il 26 giugno 2022. Collegno paleocristiana, la cripta di San Massimo, su torinostoria.com. URL consultato il 26 giugno 2022. Museo di Antichità di Torino, su museireali.beniculturali.it. URL consultato il 26 giugno 2022.

Chiesa della Visitazione (Torino, Parella)
Chiesa della Visitazione (Torino, Parella)

La Chiesa della Visitazione, conventuale dello scomparso Monastero della Visitazione Santa Maria a Pozzo Strada, è un edificio di culto cattolico nella città di Torino. Si trova in Piazza del Monastero, rientranza di Corso Francia, nel quartiere Parella (nonostante il nome del monastero, il quartiere Pozzo Strada è dall’altro lato del corso). La Visitazione, parrocchia, fa parte dell’Arcidiocesi di Torino. Afferisce alla struttura la Comunità Locale dei Missionari di Nostra Signora di La Salette. Nel 1871, il locale Ordine della Visitazione di Santa Maria (espropriato dalla secentesca Chiesa della Visitazione prima, e dalla Chiesa di Santa Chiara poi) acquistò un terreno sulla strada per la Francia. Ivi cominciò l’edificazione del monastero, che si concluse nel 1904 (anno in cui prese invece il via quella riguardante la chiesa, il cui progetto era del 1887). Durante la Grande guerra, alcuni ambienti del monastero vennero sequestrati per essere riconvertiti a caserma. Il 28 ottobre 1938 i militari se ne andarono, ed il cardinale Maurilio Fossati riconsacrò al culto. Nell’autunno del 1942, chiesa e monastero furono colpiti dai bombardamenti. Lievemente danneggiata la prima, il secondo riportò disastri. Nel 1970 l’Ordine visitandino si trasferì a Moncalieri, il monastero (alienato) venne demolito, e la chiesa fu consegnata all’Opera Torino Chiese. Il 1º novembre 1971, a nome del cardinale Michele Pellegrino, il monsignor Livio Maritano istituì la parrocchia. Nel 1996, un restauro vide l’adeguamento liturgico del presbiterio. L’8 marzo di quell’anno, il vescovo ausiliare monsignor Pier Giorgio Micchiardi benedisse una Via Crucis in terracotta; il 31 maggio, nella festa della Visitazione, il vescovo di Fossano monsignor Natalino Pescarolo benedisse il battistero; per ultimo il 28 ottobre, in occasione del venticinquesimo anniversario parrocchiale, il cardinale Giovanni Saldarini (arcivescovo di Torino) consacrò un nuovo altare. Gli esterni sono in muratura intonacata ocra, decorati con pietra. Un campanile a pianta quadrata e cella campanaria ottagonale si innesta in corrispondenza dell’asse centrale. Il sagrato è delimitato dalle mura della struttura conventuale originaria, di cui è rimasta inoltre la cancellata in ferro battuto. La lunetta è impreziosita da un mosaico variopinto che mostra una Visitazione, la stessa raffigurata sulla tela di uno degli altari. L’interno presenta una pianta centrale a croce greca, e si articola in un corpo centrale ottagonale (la cui volta, a padiglione, è frazionata in otto spicchi), una bussola, 4 bracci a pianta quadrata, due "cappelle" laterali (con volta a botte) ed un presbiterio (con volta a crociera, interrotta dall’arco della cupola) in capocroce. Gli altari, in marmo, risalgono al 1742, poiché progettati da Bernardo Antonio Vittone per la chiesa del Convento di Santa Chiara (precedente casa delle visitandine); traslocati qui dall’edificio religioso in questione sono presenti anche delle tele (tra le quali la succitata) di valore artistico, e un organo sempre del ‘700, in legno dorato. Chiesa parrocchiale Edifici di culto a Torino Luoghi d’interesse a Torino Parrocchie dell’arcidiocesi di Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa della Visitazione https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/34099/Torino+%28TO%29+%7C+Chiesa+di+La+Visitazione Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=34099 https://www.museotorino.it/view/s/8cc2a5a541ed451c9d57f71fdc749e30 https://www.diocesi.torino.it/site/wd-annuario-enti/territorio-diocesano-1587637780/vicariato-territoriale-distretto-torino-citta-19214/unita-pastorale-n-10-parella-14024/la-visitazione-208/ http://www.parrocchialavisitazione.it/

Stazione di Collegno
Stazione di Collegno

La stazione di Collegno è una stazione ferroviaria posta sulla Ferrovia del Frejus, a servizio dell'omonimo comune. La stazione fu inaugurata con la prima tratta della linea, da Torino a Susa, nel 1854. Il 26 novembre 1920 nel piazzale binari venne attivato l'esercizio a trazione elettrica a corrente alternata trifase. La stazione venne successivamente convertita alla corrente continua il 28 maggio 1961, insieme al resto della linea. Sul finire degli anni 2000, in contemporanea con altri lavori di ammodernamento della linea, il piazzale vede una parziale riorganizzazione con lo smantellamento di diversi binari tronchi ormai in disuso. La gestione degli impianti è affidata a Rete Ferroviaria Italiana. La stazione, essendo impresenziata, è telecomandata a distanza mediante il sistema SCC Sistema di comando e controllo, facente capo al Dirigente Centrale Operativo ubicato presso Torino Lingotto. La stazione dispone di un fabbricato viaggiatori di medie dimensioni, a pianta rettangolare e sviluppato su due piani. Il primo piano, inaccessibile all'utenza, ospitò l'appartamento per il capostazione ma al 2024 risulta disabitato. Parte del piano terreno era occupata dall'ufficio movimento e un'altra era accessibile all'utenza in quanto adibita a sala d'attesa, dotata di biglietteria a sportello, e ai locali che ospitavano i servizi igienici. Al 2020 l'intero stabile risulta non fruibile da parte dell'utenza: i servizi saranno probabilmente ripristinati a seguito della cessione in comodato d'uso dello stabile da RFI al Comune, il quale sta tentando, a partire dal 2019, di convertire l'utilizzo di numerose parti del fabbricato anche per ospitare alcune associazioni locali. Tale progetto, tuttavia, al 2024 non si è ancora concretizzato. La parete lato binari è parzialmente coperta da una pensilina in ferro per l'attesa che funge anche da protezione per alcuni servizi ai viaggiatori quali due obliteratrici, una biglietteria automatica, un orologio a muro e alcune panchine in cemento per l'attesa. Su di essa si trovano inoltre tre monitor per l'informazione sui treni in partenza, uno di essi al 2019 non più in uso, che integrano i quadri orario cartacei apposti in appositi pannelli informativi. A seguito della chiusura del FV e della sala d'attesa l'accesso ai binari avviene tramite il sottopasso, che si sviluppa in parallelo alla strada comunale ed è raccordato con i marciapiedi cittadini, consentendo quindi anche ai non viaggiatori l'attraversamento agevole e sicuro dei binari. Un ulteriore accesso è costituito da un cancello posto a lato dell'edificio, accanto al quale sono stati collocati due ulteriori pannelli informativi contenenti gli orari, protetti da una piccola tettoia. Accanto al FV sono presenti due ulteriori edifici di servizio sviluppati uno su un piano l'altro su due, entrambi inaccessibili all'utenza poiché esclusivamente in uso ad RFI. La stazione è dotata di 3 binari passanti. I primi due sono i binari di corsa della linea, a tracciato corretto: l'1 per i treni in direzione Torino Porta Nuova e il 2 per quelli in direzione Susa/Bardonecchia. Il terzo binario, a tracciato deviato, è usato solo in caso di eventuali incroci o precedenze in entrambe le direzioni. A loro servizio vi sono due banchine: la prima, a servizio del binario 1, è propinqua al FV, l'altra è ad isola, posta tra i binari 2 e 3. Esse risultano collegate mediante un sottopassaggio, i cui imbocchi sono protetti da delle apposite tettoie in lamiera, con pareti in vetro, poggianti su costruzioni in muratura. Lo stesso è anche accessibile ai diversamente abili grazie alla presenza di due ascensori. Presso la banchina ad isola sono presenti due ulteriori pensiline per l'attesa in vetro e metallo oltre che altre panchine in cemento, non riparate. La stazione è servita da tutti i treni in servizio sulla linea 3 del Servizio ferroviario metropolitano di Torino, operati da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Piemonte. Nei giorni feriali sono previsti 19 coppie di treni tra Torino Porta Nuova e Susa e 18 coppie tra Torino Porta Nuova e Bardonecchia. Questi ultimi il sabato e nei giorni festivi sono prolungati fino a Modane, oltre il confine francese. La stazione, classificata da RFI in categoria 'Silver', dispone dei seguenti servizi: Biglietteria automatica La stazione era raccordata mediante un binario per il servizio merci con la tranvia Torino-Rivoli, attiva tra il 1871 e il 1955, i cui convogli passeggeri transitavano nel vicino corso Francia. Nei dintorni della stazione sono presenti le fermate della rete urbana di bus, il 33 e il 36, ed alcune linee extraurbane per la provincia. Fermata autobus (linee 33 e 36, GTT) Ferrovia del Frejus Collegno Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Collegno