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Stazione di Grugliasco

Architetture di GrugliascoPagine con mappeStazioni ferroviarie attivate nel 2011Stazioni ferroviarie della città metropolitana di Torino
2011 11 13 borgata paradiso fermata torino bardonecchia
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La stazione di Grugliasco è una fermata ferroviaria posta sulla linea del Frejus, a servizio dell'omonima città. La fermata fu inaugurata il 13 dicembre 2011. La fermata è dotata dei soli 2 binari di corsa, serviti da due ampie banchine: l'1 è servito dai treni in direzione Torino-Porta Nuova e il 2 da quelli in direzione Susa/Bardonecchia. Le banchine sono collegate da un grande sovrappasso pedonale in ferro, che costituisce anche un ulteriore ingresso alla fermata lato strada. Presso questa struttura si trovano la biglietteria automatica e le obliteratrici. Tale sovrappasso sarebbe accessile ai diversamente abili grazie alla presenza di percorsi tattili e di due ascensori non fruibili dal 2013 poiché non più a norma e quindi da ripristinare al 2020 secondo la normativa vigente. Gli ascensori dal 2017 sono stati murati a seguito di alcuni atti vandalici. La stazione è servita da treni regionali in servizio sulla relazione denominata linea 3 del Servizio Ferroviario Metropolitano di Torino, operati da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Piemonte. La fermata è complessivamente servita da 78 treni giornalieri con cadenza di 30 minuti in entrambe le direzioni. La fermata offre i seguenti servizi: Biglietteria automatica Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Grugliasco

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione di Grugliasco (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione di Grugliasco
Corso Adriatico,

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2011 11 13 borgata paradiso fermata torino bardonecchia
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Luoghi vicini

Borgata Paradiso
Borgata Paradiso

Borgata Paradiso (Borgià Paradis in piemontese), o semplicemente Paradiso, è un quartiere che si trova nella zona est di Collegno, lungo Corso Francia, che contava a fine 2010 circa 12.000 abitanti. Con Borgata Paradiso si identifica inoltre la zona di Grugliasco con cui la borgata collegnese confina (a Sud di Via Vandalino). Il nome della borgata deriva da quello della cascina Paradiso, che sorgeva un tempo in quello che oggi è il territorio di Grugliasco e che è stata demolita nei primi anni sessanta del Novecento. La borgata non va confusa con l'omonimo quartiere di Settimo Torinese. Il quartiere in senso stretto confina: a Sud con il quartiere Borgata La Quaglia di Grugliasco a Nord con il Campo Volo "Aeroporto di Torino-Aeritalia" (dove si sono svolti i World Air Games 2009) ad Ovest con la Zona Centro di Collegno ad Est con il quartiere Parella di Torino Il quartiere è di carattere prevalentemente residenziale con la presenza di piccole officine e stabilimenti. È tagliato in senso est-ovest da corso Francia e in senso nord-sud dall'asse dei corsi Antony e Montello, entrambi con un'area verde centrale e sui quali si affacciano vari edifici pubblici. Più o meno al centro della porzione di quartiere sorge la chiesa dedicata alla Madonna dei Poveri; dell'edificio fu costruito nel 1960 un salone semiinterrato sopra il quale tra il 1979 e il 1981 venne realizzata la chiesa, caratterizzata da vistose campate esterne triangolari che all'epoca vennero considerate piuttosto avveniristiche. In territorio di Grugliasco, nei pressi del confine con i comuni di Collegno e di Torino, nella primavera del 2011 è stata inaugurata una vasta area verde denominata Parco Paradiso dal nome della borgata omonima. Nonostante sia esterna al territorio comunale torinese, l'opera è stata realizzata dalla Città di Torino in considerazione del fatto che più della metà dei suoi visitatori provengono dal quartiere torinese confinante; la manutenzione del parco è invece a carico del comune di Grugliasco. I lavori sono cominciati nel 2007 e terminati verso la fine del 2011, con creazione di percorsi ciclopedonali ed aree giochi per bambini. Il parco occupa una superficie di 70.000 m² ed al suo interno si trovano due scuole, una materna ed una elementare, preesistenti alla creazione dell'area verde. Borgata Paradiso ospita le attuali ultime due fermate della Metropolitana di Torino, inaugurata in occasione delle Olimpiadi Invernali del 2006: "Paradiso" e "Fermi" (quest'ultima attuale capolinea del metrò in direzione ovest).Vicino alla stazione "Fermi" è sorto un nuovo centro commerciale ed alcuni edifici residenziali. Al confine sud della borgata, in comune di Grugliasco, si trova anche una fermata della ferrovia Torino-Modane, operativa a partire dalla primavera del 2011, in corrispondenza della quale sono anche collocati i capolinea di due linee di autobus, un punto di prelievo/restituzione di bike sharing ed uno di car sharing. Sono allo studio importanti trasformazioni urbanistiche che mirano ad integrare maggiormente la Borgata sia con il centro comunale che con le sedi delle facoltà scientifiche dell'Università di Torino collocate nell'ex ospedale psichiatrico di Grugliasco, nonché alla possibile trasformazione del Campo Volo in parco pubblico. Su questi temi il dibattito politico è però tuttora piuttosto aperto e contrastato. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Borgata Paradiso [1] Il sito del Comitato di Quartiere Borgata Paradiso

Istituto interprovinciale per infermi di mente
Istituto interprovinciale per infermi di mente "Vittorio Emanuele III"

L'ex-Istituto interprovinciale per infermi di mente "Vittorio Emanuele III" di Grugliasco è un complesso di edifici originariamente adibiti al mantenimento e alla cura di pazienti con problemi psichici. All'inizio del XX secolo la Provincia di Torino disponeva di tre strutture ospedaliere per la cura delle malattie psichiche: il vecchio manicomio di via Giulio, nel centro di Torino, i locali adibiti ad ospedale psichiatrico che erano stati ricavati nella ex-Certosa reale di Collegno o costruiti ex-novo nel parco circostante e una struttura più piccola realizzata tra il 1910 e il 1913 a Savonera (Venaria), progettata in origine per i malati meno problematici. La gestione di queste strutture era affidata dalla Provincia ad una Opera Pia denominata Regio manicomio di Torino. Nel 1914 a causa del sovraffollamento di queste strutture si arrivò ad un trasferimento dei pazienti di sesso maschile alla grande struttura di Collegno, mentre gli edifici di Torino e di Savonera vennero destinati alle pazienti donne. Tale risistemazione però non fu sufficiente e fu quindi necessario costruire un nuovo ospedale. La scelta del luogo cadde dopo lunghe discussioni sul comune di Grugliasco, contiguo a quello di Collegno. Tale collocazione decentrata avrebbe anche permesso lo svuotamento del vecchio manicomio di Torino, la cui collocazione centrale causava disturbo agli abitanti della zona. I lavori per la costruzione del nuovo complesso ospedaliero vennero iniziati nel 1928 e conclusi nel 1931, quando venne inaugurato l'"Istituto Interprovinciale Vittorio Emanuele III per infermi di mente in Grugliasco". La parte edilizia del progetto si deve a Mario Torretta, ingegnere dell'ufficio tecnico della Provincia di Torino, mentre gli arredamenti e gli allestimenti interni vennero progettati dal dr. Francesco Agosti, incaricato dalla struttura ospedaliera. Si trattava di una struttura interprovinciale perché la provincia di Torino deteneva solo l'85% circa della proprietà, con la rimanente quota in mano alla Provincia di Aosta. Durante la Seconda Guerra Mondiale alcuni dei padiglioni dell'ospedale vennero danneggiati dai bombardamenti, e vari degenti dovettero essere trasferiti. La provincia di Torino alla fine del conflitto riparò i danni e ripristinò la normale funzionalità degli edifici. Nel corso degli Anni Sessanta del Novecento alle strutture esistenti venne aggiunta la "Villa Azzurra", un edificio destinato ai bambini affetti da malattie mentali o semplici handicap psicofisici. La struttura, chiamata comunemente il manicomio dei bambini, godeva di una fama piuttosto sinistra e fu oggetto di varie denunce per maltrattamenti da parte delle famiglie dei suoi giovani ospiti. A causa dell'evoluzione dei trattamenti delle malattie mentali in corso in Italia negli Anni Settanta, che sfociarono nella c.d. Legge Basaglia, nel 1979 la "Villa Azzurra" venne chiusa; anche la vecchia Opera Pia fu sciolta nel 1980, con il passaggio della competenza sulle cure ai malati psichiatrici alle ASL. Il complesso comprendeva in origine quattro grandi padiglioni con settecento posti letto complessivi, l'edificio delle cucine, la camera mortuaria e la palazzina della Direzione. A questo gruppo di edifici venne in seguito aggiunta la Villa Azzurra, un padiglione cosiddetto “medico-pedagogico” destinato a bambini e bambine affetti da malattie mentali o handicap psicofisici. Una vasta area attorno agli edifici, delimitata da un lungo muro, comprendeva numerosi viali alberati, aree destinate a verde e zone agricole. Dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici in Italia, le varie aree del complesso ospedaliero hanno subito destini diversi. La zona agricola nella parte sud del complesso a partire dal 1996 è occupata dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell'Università di Torino, al quale si è poi aggiunta la Facoltà di Medicina Veterinaria, che in una parte della vecchia struttura psichiatrica gestisce a partire dal 2000 l'"Ospedale veterinario universitario". Alcuni padiglioni nella zona settentrionale del complesso sono tuttora utilizzati dalla ASL come sede del Centro Epidemiologico e come locali tecnici e base dei mezzi del pronto intervento (118) e del Soccorso alpino e speleologico L'area verde è in buona parte accessibile al pubblico ed alcuni tratti dei viali alberati sono percorsi da piste ciclabili. Massimo Moraglio, Costruire il manicomio - storia dell'ospedale psichiatrico di Grugliasco, Unicopli, 2002, ISBN 9788840007847. AA.VV., Ospedali Psichiatrici di Torino - Archivio storico, Diana Cossa (a cura di), ASL TO3. URL consultato il 9 aprile 2021. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Istituto interprovinciale per infermi di mente "Vittorio Emanuele III"

Stabilimento FCA di Grugliasco
Stabilimento FCA di Grugliasco

Lo stabilimento Stellantis di Grugliasco (ufficialmente denominato Avvocato Gianni Agnelli Plant) è una fabbrica automobilistica situata nel comune di Grugliasco nella città metropolitana di Torino; costruita nel 1959 dalla Bertone, nel 2009 divenne proprietà del gruppo Gruppo Fiat, confluito a sua volta nel 2021 in Stellantis. In un piano di sviluppo della produzione, spinto anche dalla commessa ottenuta dalla NSU Motorenwerke per la fabbricazione della NSU Prinz Sport, la Carrozzeria Bertone decise la costruzione di un nuovo apparato produttivo che venne inaugurato nel 1959, in Corso Allamano, 46 Da quel momento iniziò la produzione o l'assemblaggio di versioni specifiche dei modelli di serie per conto di varie case automobilistiche, a partire dalla Fiat 850 Spider che, tra il 1965 e il 1972 venne prodotta in oltre 130.000 esemplari. Tra gli altri modelli che, oltre a essere disegnati, furono assemblati direttamente a Grugliasco vi sono la ASA 1000 GT, la Volvo 780, le versioni cabriolet dell'Opel Astra F e della Fiat Punto e la Opel Astra Coupé e Cabriolet G. Nel 2000 vi fu anche un'escursione in campo motociclette con l'assemblaggio del BMW C1. Lo stabilimento fu ceduto da Bertone al Gruppo Fiat (all'epoca già Fiat Chrysler, amministrato da Sergio Marchionne) nel 2009; l'obiettivo era quello di mantenerne la vocazione di centro per l'assemblaggio di mezzi di livello o particolari. Con la cessione, formalizzata il 6 agosto del 2009, la struttura venne ridenominata FGA-OAG (Officine Automobilistiche Grugliasco), per poi essere chiamata AGAP, acronimo di "Avvocato Gianni Agnelli Plant". Chiusa la cassa integrazione in corso dal 2008 per i suoi lavoratori (circa 1.400 lavoratori), l'impianto fu rilanciato nel corso del secondo decennio dei duemila, venendo ristrutturato ed inaugurato, nella sua forma attuale, a gennaio del 2013. Dal 2013 venne ivi assemblata anche la nuova Maserati Quattroporte e la nuova Maserati Ghibli del 2013, con l'aumento della forza lavoro a circa 1500 addetti. Nel 2022, Stellantis, in una propria ottica di riorganizzazione degli spazi, ha annunciato la volontà di vendere la struttura entro il 2024, con il trasferimento dei duecento lavoratori rimasti a Mirafiori, dove nel frattempo è stata trasferita la produzione della Maserati Quattroporte e della Maserati Ghibli. L'impianto produttivo che, mutato nel corso degli anni, si compone oggi di diversi corpi di fabbrica (capannoni produttivi, logistici, un immobile a destinazione uffici, locali tecnici,manufatti accessori) oltre a due lotti di terreno edificabili (a ridosso dei piazzali a parcheggio lungo via Bertone e di fronte allo stabilimento sul lato opposto di Corso Allamano) occupa una superficie di 115.000 metri quadrati ad uso produttivo (e 205 mila totali), ma è impiegato solo per l'attività di lastratura, con ingresso in via Cumiana, che dovrebbe concludersi entro il 2024. Negli spazi ha sede anche la Lear Corporation, con accesso da corso Allamano; una multinazionale americana che produce, anche per le Maserati, sedili e sistemi elettrici. Dopo una serie di contatti con produttori cinesi ed italiani, conclusi senza esito positivo, la destinazione d'uso resterebbe, per volontà del comune, immutata, dovendo quindi rimanere a vocazione industriale. Proposta anche online, Con l'alienazione, la fabbrica giungerebbe alla fine della propria esistenza quale parte del Gruppo. Lista dei siti produttivi FCA Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Stabilimento Stellantis di Grugliasco Inaugurazione Stabilimento Maserati, su video.corriere.it. Stabilimento di Grugliasco sul sito Fiom-Cgil, su fiom-cgil.it. URL consultato il 28 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2017).

Fabbrichetta
Fabbrichetta

Fabbrichetta (Fabrichëtta in piemontese) è una frazione del Comune di Grugliasco, situata all'estremità Nord-Ovest di esso. Confina a Nord con il Comune di Collegno (Frazione Villaggio Leumann), a Sud e ad Ovest con il Comune di Rivoli (Frazione Cascine Vica) e ad Est con la borgata San Giacomo di Grugliasco, assieme alla quale forma la borgata di partecipazione al Palio della Gru. Borgata Fabbrichetta prende il nome dalla presenza di uno jutificio edificato sul finire del '800, la cui struttura architettonica è presente nel tratto Sud di Via Fabbrichetta. Esso veniva chiamata dagli abitanti del luogo La Fabrichëtta ("la piccola fabbrica") per distinguerla dal vicino e più imponente Cotonificio Leumann, chiamato invece Ël Fabricon ("la grande fabbrica"). In quegli anni, tutta l'area Nord-Ovest di Grugliasco venne interessata dalla presenza di industrie più o meno lontane da preesistenti nuclei urbani, grazie alle quali la città uscì da un periodo economicamente buio dovuto alla crisi del settore agricolo e al collasso della manifattura della seta. Le case più antiche presenti sul territorio sono all'incirca dello stesso periodo e si possono trovare in particolar modo nei pressi di Piazza I Maggio e lungo Strada Antica di Rivoli, in forma di palazzine borghesi o rustici. Fino ad un secolo fa, Borgata Fabbrichetta risultava piuttosto isolata dal centro cittadino, ma dalla metà del '900 ha conosciuto una progressiva urbanizzazione, che ha provocato al contrario una continuità totale con le zone confinanti. Jutificio e ciminiera: complesso industriale ottocentesco situato all'estremità Sud di Via Fabbrichetta Monumento ai caduti della Borgata Fabbrichetta: situato sul lato di Parco Gino Marangoni che si affaccia su Piazza Primo Maggio L'edificio rustico più occidentale di Grugliasco: situato in via Damiano Chiesa 31, ad un passo dalla zona industriale di Cascine Vica. Questo rustico è stato realizzato probabilmente verso la metà dell'800. Si presenta con mattoni a vista e finestre verdi e la sua pianta è formata da due maniche che si affacciano su un cortile, utilizzato oggi per scopi industriali. Su due facciate sono presenti due nicchie votive, di cui una sola ospita una statuetta sacra. In via Don Caustico, tra le borgate Fabbrichetta e San Giacomo, sono presenti la scuola dell'infanzia Rosa Luxemburg e la scuola primaria Bruno Ciari, mentre in Piazza Primo Maggio è situata la terza delle tre sedi grugliaschesi di Poste Italiane. Altri servizi della borgata sono rappresentati dal punto con casetta dell'acqua SMAT eD una stazione di Bikesharing, entrambe nel Parco Gino Marangoni, lato Piazza Primo maggio. Il trasporto pubblico è presente con la linea 44 che collega con Torino, Collegno, nel tratto di Via Don Caustico-Piazza Primo Maggio-Via Fabbrichetta. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fabbrichetta

Corso Marche
Corso Marche

Corso Marche è un'arteria della città di Torino, lunga circa 850 m, a due corsie per senso di marcia. Situata nel quartiere occidentale di Parella, si collega, sia tramite sottopasso che con intersezione a raso, con corso Sacco e Vanzetti. Quest'ultimo, insieme a corso Marche, permette una rapida connessione tra i due assi fondamentali del capoluogo piemontese: corso Francia e corso Regina Margherita. Il percorso, da nord verso sud, attraversa per buona parte terreni agricoli o poco urbanizzati per terminare nel cuore della periferia ovest, costeggiando gli stabilimenti torinesi di Alenia Aeronautica e Thales Alenia Space. A nord di strada antica di Collegno assume il nome di Corso Sacco e Vanzetti. Il piano regolatore del 1959 di Torino, firmato da Augusto Cagnardi, lo ha messo al centro della viabilità della zona Ovest, prevedendone il suo utilizzo a livello di "Tangenziale interna della città", con un percorso che raccorderebbe le strade provinciali che escono dalla zona nord, la strada comunale di Pianezza, all'altezza della frazione Savonera del Comune di Collegno, allo snodo di Strada vicinale del Drosso e strada comunale del Portone nella zona sud, già crocevia della borgata Mirafiori e la Palazzina reale di caccia di Stupinigi attorno a cui partono delle strade provinciali verso il Pinerolese. Fino ad oggi, tuttavia, nessun intervento urbanistico è stato operato in tal senso (escludendo il tratto esistente), sebbene le aree interessate dal progetto, soprattutto quelle del quartiere Pozzo Strada, a sud di Corso Francia, abbiano rispettato il piano regolatore e non siano state interessate da costruzioni (se non leggere). Il piano di realizzazione del suddetto corso nella sua completezza è tornato di attualità in questi ultimi anni grazie al progetto d'interconnessione della ferrovia per treni ad alta velocità con Torino. L'idea degli enti locali piemontesi è quella raccordare il tracciato della TAV con l'Interporto di Torino, utilizzando il tracciato esistente fino al Bivio Pronda in prossimità della Borgata Lesna. Da questo punto in poi si creerebbe una "Gronda Merci", al fine di scaricare il tratto interrato della ferrovia, che non è sufficientemente grande per treni ad alta capacità, seguendo il tracciato già ipotizzato del futuro Corso Marche per raccordarsi, tramite un ulteriore tracciato parallelo alla Tangenziale Nord, alla tratta TAV. La progettazione è stata formalmente commissionata dalla Provincia di Torino nel 2005 all'architetto Augusto Cagnardi, che di concerto con l'architetto Vittorio Gregotti ha presentato un progetto di massima il 20 giugno 2007. Tale progetto racchiude le idee di raccordo ferroviario, tangenziale interna, boulevard superficiale, rispettivamente uno al di sopra dell'altro (almeno tra il Bivio Pronda e la Tangenziale Nord, dov'è previsto il tratto ferroviario). Il progetto presentato va al di là dell'originaria idea del 1959, in quanto l'asse di Corso Marche diventa trans-comunale, coinvolgendo i Comuni di Venaria Reale, Collegno, Grugliasco, Beinasco e Nichelino. Si ipotizza infatti il prolungamento di detto corso alla Reggia di Venaria Reale a nord e alla Palazzina di caccia di Stupinigi (frazione di Nichelino) a sud, ridisegnando profondamente la periferia Ovest della città sabauda. Corso Marche, nella presentazione del progetto nell'aprile del 2009, appare come un "Corridoio Plurimodale", sul quale insistono, a diversi livelli, dal basso verso l'alto, due gallerie ferroviarie, due gallerie autostradali (tangenziale interna) e infine un viale alberato in superficie. Il corso intercetta diverse aree, tra cui una in particolare che viene denominata "Capitol", al confine con i comuni di Torino, Collegno e Grugliasco, che rappresenta uno dei poli di sviluppo "in altezza". Il nuovo corridoio pluri-modale dovrebbe quindi essere uno dei punti focali della futura espansione torinese, sia da un punto di vista di visibilità e intercettazione di nuove attività, che di riequilibrio del centro cittadino. Nel marzo 2018 il Comune di Torino ha operato una profonda revisione di questo progetto, riconoscendo le mutate condizioni ambientali e prestando una maggiore attenzione alla salvaguardia del verde pubblico, con una netta riduzione dei volumi residenziali e commerciali. Ad inizio 2023 nessun cantiere specifico è ancora partito né vi sono previsioni certe in merito. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su corso Marche

Chiesa di San Massimo (Collegno)
Chiesa di San Massimo (Collegno)

La Chiesa di San Massimo è un edificio di culto cattolico sito a Collegno, in città metropolitana e arcidiocesi di Torino; fa parte del distretto pastorale Torino Ovest. Risalente al periodo paleocristiano, subì nel corso del tempo vari interventi e modifiche. I lavori di restauro realizzati nel 1949-1950 le hanno conferito l'aspetto attuale. Durante i lavori di ristrutturazione della metà del secolo scorso sono state riportate alla luce alcune parti di un'antica basilica, assai imponente, a tre navate, risalente al secolo V d.C., che fu edificata per la sepoltura del vescovo di Torino, la cui identificazione, nei secoli, è stata oggetto di accesi dibattiti.Torino ebbe infatti due vescovi aventi il nome "Massimo": il celebre Massimo di Torino (ca. 390-420 d.C.), conosciuto anche come Massimo I - il primo dell'Arcidiocesi della città di cui si conosca il nome -, e il suo omonimo successore (Massimo II, ca. 451-465 d.C.). In una seconda fase, altomedievale, tra la fine dell'VIII e l'inizio del IX secolo, la Chiesa di San Massimo conobbe alcune parziali e prime modifiche: il vano laterale nord venne abbattuto e fu costruita una piccola abside ricavata in uno spesso muro.In una terza fase, "romanica primitiva", tra l'XI e il XII secolo, seguirono ulteriori lavori di rifacimento, di cui tuttavia si hanno scarse notizie. Nei primissimi anni del secolo XVII, data la lontananza dal centro della città, la Chiesa venne dichiarata cappella campestre. L’edificio, in uno stato ormai fatiscente, abbisognava di ingenti lavori di ristrutturazione. Nel 1688 i Certosini si offrirono di restaurare l’edificio e di ampliarlo, in modo da renderlo abbastanza grande e accogliente perché vi potessero essere celebrati gli uffici divini. Ma un accordo con l’amministrazione civica non venne mai raggiunto. Nel 1725 l'edificio venne completamente rivisitato secondo lo stile barocco del tempo. Gli interventi consistettero nella riduzione della sua superficie e nel rifacimento della facciata. La nuova fisionomia strutturale assunta dalla Chiesa di San Massimo, all'epoca costituita da un’unica navata a pianta rettangolare con abside semicircolare, restò immutata sino alla metà del secolo scorso: gli interventi del 1949-1950, coi quali la Chiesa fu sostanzialmente ricostruita, le hanno conferito l'aspetto attuale. La Chiesa, a tre navate con pilastri quadrati, si caratterizza per la facciata in cotto impreziosita da archetti e lesene e per il tetto a capriate. Le pareti interne sono intonacate e nell'abside sud è collocata la statua lignea di San Massimo, risalente alla prima metà del secolo XV. I numerosi reperti rinvenuti durante i lavori di restauro furono inizialmente esposti all'interno della cripta della Chiesa di San Massimo. In séguito, la Soprintendenza dispose il trasferimento degli artefatti presso le sale del Museo di Antichità di Torino. I sotterranei della Chiesa, per motivi di sicurezza, non sono accessibili al pubblico. Nell'antica cripta sotterranea sono conservate le tombe di due frati Agostiniani, che si occuparono della Chiesa nella prima metà del Novecento: Ludovico Cuggi (1918-1964) e Pietro Mignone (1915-1964), entrambi Agostiniani Scalzi. Alberto Crosetto, La chiesa di S. Massimo "ad quintum": fasi paleocristiane e altomedievali, in Luisella Pejrani Baricco (a cura di), Presenze longobarde. Collegno nell’alto medioevo, 2004, pp. 249-273. Daria De Bernardi Ferrero, La chiesetta di San Massimo in Collegno e le sue memorie storiche, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, Libreria dello stato, 1958. Paolo Verzone, Da Bisanzio a Carlomagno, Milano, Il Saggiatore, 1968. Arcidiocesi di Torino Collegno Massimo di Torino Museo di antichità Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa parrocchiale di San Massimo Collegno (TO): Chiesa di San Massimo, su archeocarta.org. URL consultato il 26 giugno 2022. Collegno paleocristiana, la cripta di San Massimo, su torinostoria.com. URL consultato il 26 giugno 2022. Museo di Antichità di Torino, su museireali.beniculturali.it. URL consultato il 26 giugno 2022.

Grugliasco
Grugliasco

Grugliasco (Grujasch in piemontese) è un comune italiano di 36 782 abitanti della città metropolitana di Torino in Piemonte, conurbato nell'area metropolitana del capoluogo piemontese, e confinante con il comune di Torino. Confina a est e a sud con Torino, a ovest con Rivoli (fraz. Tetti Neirotti e Levi) e a nord con Collegno. Tutto il territorio è pressoché interamente pianeggiante, ad eccezione di alcune colline eoliche, e non possiede fiumi o torrenti. L'origine del nome potrebbe derivare dal prediale Gruglascum, Curlascum, da Currelio - ascum, l'antico nome del colono romano cui, all'epoca della centuriazione romana delle periferie ovest di Torino, venne forse assegnata parte di queste terre. Altri studiosi invece sostengono che il toponimo faccia riferimento agli uccelli gru, che forse un tempo sostavano qui durante le migrazioni stagionali. Sta di fatto che, la comunità di Grugliasco scelse come simbolo araldico per il proprio stemma, attestato per la prima volta nel 1613, proprio il volatile chiamato "gru". I primi documenti storici tuttavia, risalgono al 1047, quando l'Imperatore Enrico III il Nero cita il Capitolo canonicale del Duomo di San Giovanni di Torino con i diritti sui beni posseduti, tra cui la curtis Grugliascum, con la già esistente chiesa dedicata a San Cassiano di Imola, e la decima pagata al Capitolo dagli abitanti della villa. Questa si era sviluppata nel tempo, intorno al nucleo di proprietà dei canonici torinesi, che corrisponde all'attuale centro storico, accanto all'antica chiesetta dedicata a San Cassiano. Nonostante la forte devozione che li legava all'antica cappella, nel 1599 i grugliaschesi si posero sotto la 'protezione' di San Rocco contro la peste incombente: San Rocco divenne così il nuovo santo patrono del paese, e gli venne dedicata una chiesa, da cui la borgata in cui fu eretta prende il nome. L'aspetto attuale della cappella è il frutto della ristrutturazione eseguita tra il 1826 e il 1828 su progetto dell'architetto Ignazio Michela. Agli inizi del XIII secolo, il villaggio detto Grugliascum fu incluso nei possedimenti dei Savoia-Acaia, fino al 1619, quando il duca di Savoia Carlo Emanuele I lo eresse a contea, infeudandolo alla Città di Torino. La contea grugliaschese si espanse quindi economicamente e geograficamente per tutto il XVII secolo, fino ai limiti un'antica cinta muraria (abbattuta nel 1384 dai Torinesi) ed un castrum autonomo, provvisto di un "Torrazzo". Scarse sono, tuttavia, le vestigia del Basso Medioevo che si limitano alla torre civica, e ad un affresco (Madonna col Bambino) sulla facciata di San Cassiano.Inoltre, la inesistente irrigazione del territorio, privo di torrenti o fiumi, portarono ad un'urbanizzazione relativamente lenta. La creazione, nel XV secolo, di una bealera tuttora esistente, e perlopiù interrata e che viene ancora utilizzata per l'irrigazione dei campi in Strada del Gerbido, determinò un più rapido sviluppo economico del borgo. Il canale era derivato dalla Dora Riparia presso Alpignano; dopo avere attraversato Rivoli e Collegno, giungeva sino a Grugliasco, nei pressi dell'antica Cappella di San Vito (anch'essa del 1450-1490 circa), dove si diramava a sua volta in due sottocanali, il corno superiore (verso sud) e il corno inferiore (verso est). Grugliasco fu soggetta ad un'epidemia di peste nel XVI secolo, e nel XVIII secolo ottenne dignità e indipendenza territoriale da Torino. L'approvvigionamento idrico portò anche alla nascita di un opificio, intorno al XVI secolo, nei pressi di Villa Valperga. Vennero poi costruite altre filande lungo il corno superiore, che assunse il nome di via dei Filatoi. Tuttavia, nel XIX secolo l'economia serica subì una grave crisi, a causa della malattia del gelso e del predominio assunto dalla Francia in questo particolare settore tessile. Grugliasco vide una nuova espansione urbanistica ed industriale agli inizi del XX secolo, con l'espansione verso nord, grazie soprattutto al cotonificio Leumann di Collegno ed alla relativa frazione Fabbrichetta a ridosso dello stesso. Alla fine della seconda guerra mondiale, il 30 aprile 1945, il Comune, insieme a Collegno (comune limitrofo), fu luogo della strage di Grugliasco e Collegno, in cui 68 persone, tra partigiani e civili (di cui venti residenti a Grugliasco e trentadue a Collegno), vennero fucilati da una divisione di soldati tedeschi in ritirata: a questa strage seguì, il giorno successivo, la fucilazione per rappresaglia, di 29 militi fascisti della Divisione Littorio, che erano prigionieri. A ricordo di ciò, sono stati eretti tre cippi commemorativi nei luoghi dove avvenne il massacro. L'ultima espansione industriale e urbanistica fu dovuta alla vicinanza con gli stabilimenti FIAT Mirafiori, che fece di Grugliasco un polo industriale dell'indotto automobilistico: sorsero infatti gli impianti di Pininfarina, Bertone, Vignale, Westinghouse, Itca, Cimat. Agli inizi del XXI secolo ne rimangono attive solo alcune, mentre nella zona industriale si sono insediati sia il polo di interscambio merci denominato "SITO Interporto di Torino", sia i nuovi mercati ortofrutticoli torinesi C.A.A.T. Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 3 luglio 1962. Il gonfalone è un drappo di colore bianco riccamente ornato di ricami d'argento. Torre civica: situata nel centro della città, in piazza S. Cassiano, può essere considerata il simbolo di Grugliasco. Venne eretta nel XV secolo a scopi difensivi, trasformata in un telegrafo Chappe dopo il passaggio di Napoleone e assumendo successivamente la funzione di torre campanaria della retrostante chiesa di S. Cassiano Chiesa di S. Cassiano: edificio millenario, la cui presenza è documentata già dal IX secolo: si trova nell'omonima piazza e rappresenta la chiesa principale della città. Ampliata e restaurata nel corso di un secolo (dalla fine del Seicento alla fine del Settecento), la chiese venne interessata dalla realizzazione di una facciata solo nel 1881, affidata allo stile classicista dell'ingegnere Ferrante. In quest'ultima occasione, venne rinvenuto l'affresco tuttora visibile, appartenente ad un precedente tentativo di realizzazione di una facciata risalente al XV secolo Chiesa dello Spirito Santo (via Moncalieri, 77-79) Cappella di San Rocco: antica cappella cinquecentesca, situata all'inizio di viale Gramsci, verso largo Polesine. Essa venne dedicata a san Rocco dopo l'epidemia di peste del 1599, evento che fece del santo il patrono della città. L'aspetto attuale è riconducibile alle ristrutturazioni ottocentesche Cappella di S. Vito: piccola cappella risalente alla fine del '400, posta in piazza Don Cocco, poco lontano da S. Cassiano. Sulla facciata è stato recentemente scoperto un quattrocentesco affresco rappresentante Cristo in trono Cappella della Confraternita di Santa Croce: posta alle spalle della chiesa di S. Cassiano, in via Giustetti, risale all'ultimo trentennio del Cinquecento, ma venne fortemente rimaneggiata in stile barocco tra il 1767 e il 1780 Villa Boriglione: visitabile dall'entrata di via Lanza, da cui parte la sua imponente cinta muraria. La villa, realizzata agli inizi del XVIII secolo, è circondata da un grande parco, dal 2000 riqualificato in Parco Culturale Le Serre. Qui avvengono diverse manifestazioni, anche musicali, mostre ed eventi culturali della città, nei suoi sotterranei è visitabile il RiMu (Rifugio/Museo) a cura dell'Associazione Cojtà Gruliascheisa Villa Claretta Assandri: situata, all'interno di un ampio giardino cintato, in via La Salle, la villa venne costruita nella seconda metà del XVII secolo e ospita oggi il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata Villa Gay di Quarti: posta nella centralissima via Lupo, al numero 87, è una villa seicentesca, anticamente parte di un vasto possedimento, che comprendeva un rustico e un enorme parco che fungeva anche da frutteto e da boschetto (oltre ad ospitare un laghetto). L'abitazione e i rustici, recentemente riportati al loro splendore, fanno parte oggi di un complesso residenziale, mentre la retrostante area verde è diventata il principale parco urbano di Grugliasco (Parco Porporati) Villa Il Palazzo: situata in borgata Gerbido, precisamente in via Moncalieri 6, venne costruita a metà del Settecento per volere del Conte Carlo di S. Martino, Marchese d'Agliè. Esternamente presenta una lunga cinta muraria decorata da vasi in terracotta, all'interno della quale vi è un giardino d'ingresso, un cortile d'onore e una cascina, quest'ultima posta alle spalle della villa Villa Il Maggiordomo: anch'essa in Borgata Gerbido, idealmente accessibile da via Bertone, prende il nome dalla carica di maggiordomo di Casa Savoia di Valeriano Napione, che la fece costruire tra il 1675 e il 1683. Per la forte somiglianza dell'edificio con Palazzo Carignano di Torino, alcuni studiosi attribuiscono il progetto architettonico a Guarino Guarini. La villa è attualmente in stato di precaria conservazione strutturale, in attesa di adeguati lavori di ristrutturazione Villa Audifredi di Mortigliengo: nel parco "San Marcellino Champagnat" di via Cotta si trova quella che nacque come residenza di villeggiatura nel XVII secolo, per poi diventare, con il conte da cui prende il nome e con il banchiere Giovanni Battista Barbaroux, un setificio ottocentesco. Nel 1903 viene acquistato e ristrutturato dai Fratelli Maristi, che ne fanno un convento, mentre oggi ospita un centro per anziani Villa Sclopis o Il Barocchio: situata tra Gerbido e Borgata Lesna, in strada del Barocchio, è appartenuta ai Conti Sclopis del Borgo, tra cui si ricordano il celebre pittore e incisore Ignazio, il letterato Alessandro e il Ministro Federigo (a quest'ultimo è dedicata una via a Torino) Le cascine storiche: esternamente al nucleo centrale della città, verso i confini con Torino, sono presenti diverse cascine costruite tra il seicento e il settecento, la maggior parte utilizzate tutt'oggi per attività agricole. In Borgata Gerbido sono presenti la Cascina Villanis (con cappella barocca e casa padronale detta Villa Ceresole), la Cascina Mandina (con elegante cappella barocca esterna alle mura), la Cascina Duc (ospitante le reliquie di sant'Antero e oggi sede di un agriturismo) e la Cascina Il Trotti (con cappella settecentesca). In Strada Antica di Grugliasco sono presenti invece i resti della Cascina Armano (con imponente villa, in stato di avanzato degrado), la Cascina Il Quaglia (situata nell'omonima borgata, che ospita a pochi metri il complesso abitativo, la barocca cappella della SS. Annunziata e il vecchio portale di strada della Pronda) e la Cascina Astrua (con annessa cappella intitolata alla Beata Vergine Consolatrice) RiMu: rifugio antiaereo sotterraneo della seconda guerra mondiale, con capienza originale di 75 persone, e annesso Museo della Grugliaschesità, in Villa Boriglione, nel Parco Culturale Le Serre. Il sito è gestito dall'associazione culturale "Cojtà Gruliascheisa", conosciuta come ideatrice del Palio della Gru dal 1984 Istituto interprovinciale per infermi di mente "Vittorio Emanuele III" (ex ospedale psichiatrico) Fra il 1951 e il 2011 la popolazione residente è aumentata di 15 volte, uno dei maggiori incrementi tra i Comuni del Piemonte. Abitanti censiti Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera era di 1 771 abitanti, pari al 4,21% dei residenti. A partire dal 2001, Grugliasco ha iniziato ad affermarsi come uno dei principali centri di formazione del Circo Contemporaneo a livello nazionale. Il parco Le Serre ospita durante tutto l'anno una scuola di Circo Contemporaneo ed in estate la rassegna internazionale di Circo Contemporaneo "Sul Filo del Circo/Au Fil du Cirque", divenuta ormai il maggiore appuntamento italiano dedicato completamente al Circo Contemporaneo. A Grugliasco sono presenti: il Museo Gianduja il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, in Villa Claretta-Assandri il Museo dell'agricoltura del Piemonte il RiMu (Rifugio antiaereo e Museo della Grugliaschesità) presso il Parco Culturale "Le Serre" La biblioteca "Pablo Neruda" di Grugliasco nasce il 2 gennaio 1970, in un edificio originariamente d'appartenenza dei Fratelli Maristi, congregazione religiosa. Partendo da una singola stanza, la biblioteca ha ricevuto tre ampliamenti, di cui l'ultimo nel 2002. Il suo catalogo è stato informatizzato dal 1998, ed è entrata nello SBAM a partire dal 2009. Anche se san Rocco si festeggia il 16 agosto, a partire dal 2000 l'autorità ecclesiastica ha concesso ai grugliaschesi di spostare la festa patronale al 31 gennaio, in ricordo della prima processione fatta per impetrare, attraverso l'intercessione del santo, la fine della pestilenza. La chiesa principale comunque non è intitolata a san Rocco, bensì a san Cassiano. Tuttavia, in ricordo della fine della peste, ogni prima domenica di giugno, dal 1984 si celebra il noto Palio della Gru, organizzato dall'Associazione Cojtà Gruliascheisa, che vede competere sette borghi della città, in una corsa rievocativa dei monatti che trainavano i carretti dei malati di peste del 1599. I carretti della corsa sostengono una gru (simbolo della città), e percorrono un tracciato nel centro storico; il Palio termina in una fiera collettiva, nel fine settimana. La manifestazione è inserita nel circuito "Viaggio nel Tempo" della Provincia di Torino quale rievocazione storica. Nel secondo dopoguerra, Grugliasco est, confinante col comune di Torino, fu interessato con l'adiacente comune di Collegno a nord, dal progetto di Corso Marche, un nuovo boulevard che doveva attraversare le periferie della città di Torino. Successivamente, Grugliasco fu interessato dall'ampliamento della zona sud-est, detta zona Certezza (Corso Allamano/Strada antica di Grugliasco/Piccolo Hotel), e dalla riqualificazione della vicina frazione Gerbido, al confine con la zona Centro Europa del quartiere Mirafiori Nord di Torino. Il piano prevedeva il collegamento stradale dell'attuale Tangenziale autostradale ovest di Torino, con le uscite/entrate di Rivoli, dello scalo ferroviario di Interporto "Sito", e di Corso Allamano. Nel 2007 poi, secondo il piano di intervento "Corso Marche" degli architetti Augusto Cagnardi e Vittorio Gregotti, l'area settentrionale di Grugliasco diviene parte superficiale d'una serie di gallerie a più livelli: al secondo livello interrato, infatti, passeranno i treni della prevista gronda merci dell'alta velocità ferroviaria (TAV), mentre al primo livello interrato è previsto un tratto della futura tangenziale interna interrata di Torino, un innesto della Tangenziale autostradale ovest di Torino che collegherà lo svincolo della Tangenziale Nord di Savonera con lo svincolo della Tangenziale Sud del Drosso. Il corso superficiale, a tetto di questi due tunnel, sarà rimodellato con standard comuni al resto del futuro corso. Nel comune di Grugliasco il progetto avrà caratteristiche leggermente differenti rispetto alla maggior parte del piano di intervento: la ferrovia ad alta velocità, infatti, dal confine con il comune di Torino proseguirà lungo il raccordo ferroviario Torino-Modane - Interporto di Orbassano boulevard e autostrada interrata, invece, proseguiranno il loro corso lungo l'area interessata dalla via Crea fino al confine con il comune di Torino Il progetto è stato ripensato e fortemente ridimensionato dai Comuni interessati nel 2018 ed a fine 2021 non è ancora partito alcun cantiere specifico. Echirolles Barberà del Vallès Gourcy Strage di Grugliasco e Collegno Stazione di Grugliasco Filovia Torino-Rivoli Stabilimento di Grugliasco Giorgio Coda Portami su quello che canta Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Grugliasco Comune di Grugliasco Sito del comune