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Ice Art Gallery

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L'Ice Art Gallery è un museo, primo al mondo ad essere realizzato interamente in ghiaccio, si trova a Napoli. Lo spazio museale nasce dalla collaborazione con l'Associazione Italiana Scultori di Ghiaccio e periodicamente cambia il tema delle esposizioni. Per visitare il museo, che ovviamente mantiene al suo interno una temperatura al di sotto dello zero, si prendono particolari precauzioni.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Ice Art Gallery (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Ice Art Gallery
Via Padre Francesco Denza, Napoli Pendino

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N 40.846363 ° E 14.25913 °
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Via Padre Francesco Denza
80138 Napoli, Pendino
Campania, Italia
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Luoghi vicini

Fontana della Spinacorona
Fontana della Spinacorona

La fontana della Spinacorona (detta "delle zizze") è una delle fontane di Napoli. Addossata alla chiesa di Santa Caterina della Spina Corona, si erge nel centro antico, in Via Giuseppina Guacci Nobile (vicino a Piazza Nicola Amore). Le sue origini sono incerte. La sua presenza è attestata per la prima volta in un documento del 1498 relativo alla distribuzione idrica in città: la Platea delle acque. Fu restaurata e modificata per volere del viceré don Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga su disegno di Giovanni da Nola nella prima metà del XVI secolo, come attestato dalla presenza dello stemma di Carlo V. L'opera scultorea costituisce una testimonianza del passaggio dai gusti medievali alle prime forme e decorazioni barocche. Il soggetto principale è la sirena (icona mitologica di Napoli) che è in procinto di spegnere le fiamme del vulcano Vesuvio (non più integro) con l'acqua che le sgorga dai seni (il tutto è spiegato in una lapide di marmo con l'incisione Dum Vesevi Syrena Incendia Mulcet): la rappresentazione sta ad indicare che la bellezza di Napoli impedisca al Vesuvio di sommergerla nelle sue fiamme. L'originale statuetta della sirena dagli anni venti del XX secolo è custodita presso il Museo nazionale di San Martino, mentre come sua sostituta vi è una sua identica copia, riprodotta e scolpita da Achille D'Orsi. La ricca vasca rettangolare in marmo bianco è abbellita da altorilievi, ghirlande ed ulteriori stemmi del viceré. È coronata dalla raffigurazione del Vesuvio e dalla sirena Partenope.

Palazzo Bonifacio a Portanova
Palazzo Bonifacio a Portanova

Il palazzo Bonifacio è un palazzo monumentale di Napoli ubicato in via Portanova. Venne costruito nel primo ventennio del XV secolo, in un luogo poco distante dal Seggio di Portanova, per volontà di Roberto Bonifacio, il quale, così come i suoi antenati e successori, ricoprì numerosi incarichi di prestigio su mandato reale; infatti, durante la proprietà di Dragonetto Bonifacio, è doveroso ricordare che il palazzo ebbe una notevole fama per aver ospitato l'ambasciatore di Firenze presso la corte degli Aragonesi e per essere stato teatro delle nozze, volute dal re, di Antonio Moccia con la figlia di Paolo Poderico. Con il figlio di Dragonetto, Roberto II Bonifacio, l'edificio ospitò altri due ambasciatori, quello di Turchia e quello di Venezia. Il XVI secolo fu un periodo "nero" per il palazzo e per la casata: infatti Roberto II ebbe una discussione con l'eletto di un altro seggio e questo gli costò la prigionia, mentre nel 1510 venne accusato di soprusi e a furor di popolo venne rimosso dal suo incarico dal viceré Raimondo de Cardona. Il palazzo passò quindi a Gian Bernardino Bonifacio, che lo tenne per poco perché aderì al luteranesimo. Dopo i Bonifacio fu proprietà di Alvaro de Santi che lo fittò a Cesare Mormile; il de Santi vendette il palazzo alla sorella di Gian Bernardino, Costanza Bonifacio, che lo riottenne. Tra il XVIII secolo e il XIX secolo venne adattato a carceri e quindi subì notevoli modifiche strutturali; infine venne adattato come luogo per manganare i tessuti e le ulteriori trasformazioni della fabbrica causarono la perdita della struttura originaria ad eccezione del portale d'accesso. Il portale presenta un arco depresso in stile catalano iscritto in un riquadro. Negli angoli del portale ci sono dei riquadri con stemma della famiglia Bonifacio, con una banda a scacchi che divide il campo attraversato dai due leoni, l'uno sormontato da una testa femminile e l'altro da una testa leonina.

Palazzo del Mediterraneo
Palazzo del Mediterraneo

Il Palazzo del Mediterraneo è un palazzo moderno di Napoli, sito al civico 59 di via nuova Marina, sede dell'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale". L'edificio originario era un rustico di proprietà della società edile Fimoper, con la quale l'Orientale stipulò nel 1998 un preliminare di acquisto sulla base di un progetto di costruzione che prevedeva 10 piani sopra il livello stradale e due piani interrati come garage. Un contenzioso successivo bloccò i progetti, e il palazzo venne destinato a uso uffici dopo essere stato completato dal Consorzio Napoli Marittima. Fu deciso così di stipulare nel 2003 un contratto di locazione per i primi cinque piani del fabbricato, e i due piani sotterranei. Nel 2005 l'Orientale esercitò il suo diritto di prelazione sui restanti piani dell'edificio, acquistandolo per una cifra di circa 20 milioni di euro. Parte del valore richiesto fu ottenuto cedendo alla società Fimoper, dopo lunghi contenziosi dovuti a presunti vincoli ambientali, il fondo posseduto dall'Orientale ad Agnano fin dagli anni settanta, sul quale secondo i primi progetti poi scartati sarebbe stato edificato il campus universitario. La restante parte della somma venne concessa in prestito dal Banco di Napoli tramite accensione di un mutuo trentennale. Il Palazzo del Mediterraneo, così ridenominato da una decisione del Senato Accademico che lo apriva al pubblico nel 2005, è stato progettato da Massimo Pica Ciamarra, ospita oggi ai primi tre piani aule didattiche, al quarto e quinto piano i laboratori linguistici del CILA (oggi CLAOR), e dal sesto al decimo piano gli uffici amministrativi e dirigenziali, incluse le segreterie e le presidenze di facoltà. Al piano terra, con accesso dal fronte strada, è situata la segreteria studenti precedentemente ubicata in via Melisurgo.