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Azzate

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Azzate Gonfalone
Azzate Gonfalone

Azzate (Azà in dialetto varesotto) è un comune italiano di 4 623 abitanti della provincia di Varese in Lombardia.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Azzate (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Azzate
Via Alessandro Volta, Bardello con Malgesso e Bregano

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Azzate Gonfalone
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Luoghi vicini

Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (Buguggiate)
Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (Buguggiate)

L'oratorio di Santa Caterina d'Alessandria è un edificio quattrocentesco situato sul territorio del comune di Buguggiate, in provincia di Varese e arcidiocesi di Milano. L'oratorio ospita due cicli di affreschi risalenti al Cinquecento. Meglio conosciuto come "chiesina di Erbamolle", l'oratorio, dedicato a santa Caterina d'Alessandria vergine e martire, sorge a Buguggiate, nella frazione di Erbamolle: pendio che occupa il fianco nord-occidentale della collina di Montalbo al confine con Azzate e Brunello. L'edificio, la cui costruzione è anteriore al 1498, è composto da una navata a pianta rettangolare di 3,80 x 6,25 metri, coperta da un tetto a due spioventi, e un'abside con copertura a volta, anch'essa quadrangolare, di 2,75 x 3,70 metri. La sacrestia, il campaniletto insieme alla sopraelevazione delle murature d'ambito sono modifiche operate tra il XVII e il XVIII. Il lato nord all'interno dell'oratorio è interessato da una serie di affreschi, dei quali il primo da sinistra rappresenta san Vittore a cavallo, seguito da sant'Antonio abate, una Vergine col Bambino, santa Caterina (da cui l'oratorio prende il nome), oltre alle raffigurazioni di san Rocco e una santa monaca. La data 1504, dipinta sulla cornice del san Vittore a Cavallo, indica l'anno di produzione degli affreschi. Tutto il ciclo è attribuito alla mano di un unico autore anonimo. Nonostante manchino testimonianze scritte, tuttavia, la paternità degli affreschi è attribuita a Galdino da Varese e la sua scuola. L'attribuzione è resa possibile a partire dall'analisi comparata degli affreschi di Erbamolle con altre produzioni locali firmate da Galdino. In particolare il ciclo della chiesa di San Gottardo a Cannobio e, con ancora più evidenza, gli affreschi della chiesa di Santo Stefano al cimitero di Bizzozero: «Le bocche piccole e corrucciate, i menti tondi e prominenti, i capelli ad anelli, ma soprattutto colpisce quel modo netto e incisivo di segnare i contorni bloccando le figure e quell'insistenza nella decorazione, che sono tipici del pittore varesino o della sua bottega». La committenza di tutti gli affreschi della chiesina è attribuita alla nobile famiglia che fece edificare, inizialmente ad uso privato, l'intero edificio. Del ciclo, «primo a chi entra si presenta San Vittore a Cavallo», l'affresco dalle dimensioni più importanti. L'immagine di san Vittore, ritto sulle staffe, in armatura quattrocentesca, senz'armi, tiene con la destra uno stendardo bianco crociato di rosso cupo, simbolo della sua fedeltà al cristianesimo. Esce in parte dall'iconografia più classica, che lo vuole nell'atto di reggere la palma del martirio. Pur provenendo dalla Mauritania, Vittore è ritratto con la pelle bianca, caratteristica non certo unica nell'iconografia del martire sul territorio prealpino, basti pensare alle opere di fine seicento di Salvatore Bianchi nella basilica di San Vittore a Varese e nella volta della stessa basilica dipinta da Ghisolfi e Raghetti alcuni anni prima, o ancora, nell'affresco cinquecentesco del battistero varesino di San Giovanni. La figura è armonica e pulita, in essa Galdino riesce ad abbozzare dinamismo nell'elaborato stendardo crociato e nel cavallo, pur essendo quest'ultimo in una condizione di equilibrio impossibile, avendo entrambe le zampe sinistre alzate nel trotto e dal capo troppo piccolo. Il bianco del cavallo, inframezzato dalle bardature marroni, è il colore dominante dell'affresco, che prosegue nell'armatura e nella bandiera. Al centro dell'opera emergono invece i colori caldi del corsetto damascato ocra con rifiniture in marrone. Sul petto poi, spicca ancora una volta il bianco nel diadema a croce, la cui presenza è ritenuta inusuale. Lo sfondo è simile a quello di tutte le altre opere interne: privo di prospettiva, se non appena abbozzata nel muretto, e una cornice verde nella quale si apre una monocromia in tinta chiara. Gli affreschi della facciata si sono conservati con più difficoltà rispetto al ciclo interno. Complice la sopraelevazione delle murature d'ambito che ha lasciato gli affreschi esterni prive della protezione garantita dagli spioventi del tetto una volta che questo venne rialzato. Il degrado assai vistoso non solo degli affreschi ma dell'edificio stesso dettero il via a proposte di restauro, in particolare una del novembre 1989, vista e approvata dal Comitato promotore per il restauro di Santa Caterina in Erbamolle. I lavori ebbero tuttavia luogo nel 1996. Degli affreschi esterni sono rimaste solo le sagome dei personaggi, identificabili nell'iconografia grazie a fotografie. L'autore dell'intero ciclo è stato identificato, come per i lavori dell'interno, nello stesso Galdino; la data 1498 (non più leggibile) posta sull'architrave del portone ha suggerito l'anno di produzione del ciclo. L'affresco più vistoso raffigura san Cristoforo, di notevole dimensione rispetto agli altri, 320 x 95 centimetri. È raffigurato con il bastone in fiore e con il piccolo Gesù sulle spalle mentre gli afferra una ciocca di capelli. G. Bianchi, Varese e la sua Provincia, Varese, Carducci, 1981. A. Costabile, Vittore, Il Groppolo, 2003. G. Guglielmetti Villa, Affreschi del '400 nel territorio di Varese, Varese, Bramante, 1964. C. A. Lotti e A. Ferrari, L'oratorio di Erbamolle in territorio di Buguggiate, "La Prealpina", 16 dicembre 1965, 9. G. Lotti, Relazione sommaria sullo stato dell'Oratorio di S. Caterina di Erbamolle e proposte per interventi di restauro, 1989. G. Tettamanti, Galdino da Varese e il suo tempo, Varese, Itinerari, 1975. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Caterina d'Alessandria

Chiesa di Santa Maria Annunciata (Brunello)
Chiesa di Santa Maria Annunciata (Brunello)

La chiesa parrocchiale di Santa Maria Annunciata è un edificio religioso cattolico ubicato a Brunello, comune italiano in provincia di Varese. Sorge a poca distanza dal centro storico, nei pressi del confine con i limitrofi comuni di Azzate e Sumirago. La fondazione dell'edificio e dell'adiacente convento risale probabilmente alla fine del XIII o all'inizio del XIV secolo. Verosimilmente il complesso appartenne all'ordine degli Umiliati e sorgeva su terreni di proprietà dei feudatari Bossi di Azzate: nella sacrestia della chiesa sono sopravvissuti dei graffiti raffiguranti i simboli funerari della pigna, del melograno e del fior di loto, che testimoniano la presenza di sepolture della famiglia accanto alla chiesa. Quando, nel 1576, Brunello fu colpita dalla peste di San Carlo, la chiesa assunse la funzione di lazzaretto. Nel corso del secolo successivo furono edificati l'attuale sacrestia e il campanile, mentre nel XVIII secolo il conventino settentrionale fu trasformato in casa parrocchiale. L'edificio presenta una facciata a capanna con portale ad arco sormontato da un'apertura quadrata che andò a sostituire l'originario rosone quando fu costruito il nuovo soffitto dopo il sopralluogo di Carlo Borromeo del 1567. All'interno la chiesa si presenta con un'unica navata decorata con affreschi risalenti al XV-XVII secolo Durante alcuni restauri effettuati negli anni 1930 furono riscoperti alcuni affreschi coperti di calce durante la peste del 1567: sull'arco trionfale è raffigurato il Giudizio universale, eseguito tra il 1480 e il 1520 e restaurato nel 2015. L'autore dell'affresco è ignoto e viene solitamente indicato con l'appellativo "Maestro di Brunello" Sulle pareti laterali dell'arco si trovano due nicchie: in quella di sinistra è raffigurata la Madonna col Bambino e Santa Caterina d'Alessandria, mentre a destra si trova la Madonna tra San Sebastiano e San Rocco. Tra le due nicchie e l'arco sono invece rappresentati Santo Stefano e San Lucio che versa il latte a una povera. Il presbiterio è decorato con le figure dei Dottori della Chiesa, degli Evangelisti, degli Apostoli che tengono in mano il cartiglio del Credo, e dell'Annunciazione. La parete sinistra dell'aula si trovano la Madonna che adora il Bambino e la Madonna tra i Santi Bernardo e Antonio da Padova; accanto a un terzo affresco, la Madonna con bambino e Sant'Eufemia di Calcedonia tra Santa Barbara e San Nicola da Tolentino, si trova l'altare del Crocifisso, risalente al XVII secolo e realizzato in legno policromo dalle eremite del Sacro Monte di Varese. Qui si trovava l'affresco della Madonna del Latte, che nel 1831 fu strappato per essere posizionato sulla parete opposta e sostituito da un Cristo in croce. La Madonna del Latte faceva parte di un polittico attribuito in un documento del 1610 a Francesco de Tatti. Qui sono raffigurati San Rocco e San Sebastiano, l'Annunciazione e Dio Padre, mentre nella predella si trovano Visitazione, l'Adorazione dei pastori, la Fuga in Egitto e figure di Santi. Sulla parete destra si trova anche una vetrata raffigurante San Pasquale Bayron, realizzata dallo scultore Floriano Bodini e donata da Pasquale Macchi. Nel giardino adiacente alla chiesa è collocata una statua della Madonna della pietà, opera di Vincenzo Pizzolato. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria Annunciata Verena Vanetti, Santa Maria Annunciata in Brunello, su varesefocus.it, VareseFocus, 1º novembre 2015. URL consultato il 23 ottobre 2018. Santa Maria Annunciata, su ilvaresotto.it. URL consultato il 23 ottobre 2018.

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Daverio)
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Daverio)

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo è la parrocchiale di Daverio, in provincia di Varese ed arcidiocesi di Milano; fa parte del decanato di Azzate. La prima citazione di una chiesa a Daverio risale al 1398 ed è contenuta nella Notitia Cleri, in cui si legge che dipendeva dalla pieve di San Vittore di Varese; nel 1564 risultava essere invece sede di una rettoria. Nel 1592 la chiesetta venne riedificata, visto che versava in pessime condizioni, come rilevato anche dall'arcivescovo Carlo Borromeo. Dalla relazione della visita pastorale del 1755 dell'arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli si apprende che la parrocchiale, che era sede della confraternita del Santissimo Sacramento, aveva come filiali le cappelle di Santa Maria Assunta, di Sant'Apollinare a Crosio e di San Giovanni Battista a Dubbiate, che a servizio della cura d'anime v'era il solo parroco e che i fedeli ammontavano a 582; questi ultimi risultavano scesi a 519 nel 1780. La parrocchiale fu interessata da un intervento di rifacimento e di ampliamento nel 1885; pochi anni dopo, l'arcivescovo Andrea Carlo Ferrari, compiendo la sua visita, trovò che i fedeli erano 1700 e che la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, avente alle proprie dipendenze le cappelle di Santa Maria Assunta, di San Giovanni e di Sant'Apollinare, era sede della Confraternita del Santissimo Sacramento, della Pia unione delle Figlie di Maria e della Compagnia di San Luigi Gonzaga. Tra il 2009 e il 2010 la chiesa venne ristrutturata e consolidata, specialmente nella cappella del fonte battesimale. La facciata della chiesa, rivolta a ponente e anticipata dal pronao caratterizzato da sei colonne - di cui due addossate a pilastri - sorreggenti cinque archi a tutto sesto, presenta nell'ordine inferiore il portale maggiore e in quello superiore quattro lesene e il rosone; a coronare il prospetto v'è il timpano di forma triangolare. L'interno dell'edificio si compone di tre navate, divise da pilastri sorreggenti archi a tutto sesto, sopra cui corre la cornice modanata sulla quale si imposta la volta; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di tre gradini e chiuso dall'abside poligonale. Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra cui la pala con soggetto Sant'Antonio da Padova, l'affresco ritraente il Battesimo di Cristo, realizzato nel 2010 da Mauro Nicora, e l'organo, costruito nel 1879 dalla ditta Mentasti. Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Daverio Arcidiocesi di Milano Regione ecclesiastica Lombardia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa dei santi Pietro e Paolo Parrocchia dei SS. PIETRO E PAOLO, su parrocchiemap.it. URL consultato il 1º ottobre 2020.

Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (Galliate Lombardo)
Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (Galliate Lombardo)

La chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, detta anche chiesa dei Santi Gervaso e Protaso, è la parrocchiale di Galliate Lombardo, in provincia di Varese ed arcidiocesi di Milano; fa parte del decanato di Azzate. La prima citazione di una chiesa a Galliate Lombardo dedicata ai santi martiri Gervasio e Protasio risale al 1199.La chiesa fu nuovamente menzionata nel 1289 nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero. Nel XIV secolo tale chiesetta risultava essere filiale della pieve di Varese, mentre nel 1564 è attesta come rettoriale. Da una planimetria datata 5 aprile 1578 si apprende che la chiesa era stata ingrandita, che la pianta era stata ruotata di 180° e che vi era un piccolo campanile. Tra il Sei e il Settecento venne edificata la cappella laterale del fonte battesimale. Nella relazione della visita pastorale del 1755 dell'arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli si legge che i parrocchiani erano 262, saliti a 290 nel 1779. Durante le campagne napoleoniche in Italia le truppe francesi danneggiarono la chiesa, che nel XIX secolo dovette essere rifatta; nel 1835 i muri interi furono oggetto di una grande ristrutturazione, nel 1848 il livello del pavimento venne abbassato e nel 1855 si installò un pulpito ligneo. Tra il 1865 e il 1870 fu eretto il nuovo campanile. L'arcivescovo Andrea Carlo Ferrari, compiendo la sua prima visita pastorale, annotò che i fedeli di Galliate erano 512, che la chiesa parrocchiale aveva come filiale l'oratorio di San Carlo e che all'interno di essa avevano sede la confraternita del Santissimo Sacramento, la Pia unione delle Figlie di Maria e la compagnia di San Luigi Gonzaga. Da secoli inserita nel vicariato di Varese, nel 1951 la chiesa galliatese venne aggregata al vicariato di Azzate; tale variazione fu annullata l'11 marzo 1971, salvo poi venir ripristinata il 2 maggio 1974. Tra il 1970 e il 1975 la parrocchiale dovette essere adeguata ai dettami del Concilio Vaticano II; nei primi anni Duemila, durante un intervento di ristrutturazione della chiesa, furono portati alla luce dei lacerti di affreschi del XV secolo. La facciata della chiesa è a capanna ed è caratterizzata dalle bugne laterali, dal portale in stile barocco introdotto da una scalinata e dalla finestra semicircolare che si apre sopra di esso. L'interno è ad un'unica navata con pavimento a scacchi; la pianta è a croce greca e nel punto in cui la navata incrocia il transetto si erge la cupola decorata con affreschi ritraenti i Quattro Evangelisti; nei bracci del transetto sono collocati due altari impreziositi da una statua raffigurante la Beata Vergine Maria e una San Giuseppe. Galliate Lombardo Arcidiocesi di Milano Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Regione ecclesiastica Lombardia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa dei Santi Gervasio e Protasio Parrocchia di SANTI GERVASIO E PROTASIO, su parrocchiemap.it. URL consultato l'8 agosto 2020. Parrocchia San Gervasio e San Protasio, su comune.galliatelombardo.va.it. URL consultato l'8 agosto 2020.