place

Bione (Italia)

BioneContestualizzare fonti - gennaio 2021Contestualizzare fonti - storiaPagine che utilizzano TimelinePagine con mappe
Voci con codice VIAFVoci non biografiche con codici di controllo di autorità
Bione visto dalla SP 79
Bione visto dalla SP 79

Bione (Biù in dialetto bresciano) è un comune italiano di 1 300 abitanti della provincia di Brescia in Lombardia. Il comune appartiene alla Comunità Montana della Valle Sabbia.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Bione (Italia) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Bione (Italia)
Trada per Piani di Lò, Comunità montana della Valle Sabbia

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Bione (Italia)Continua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.666667 ° E 10.333333 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Büs de la Stria

Trada per Piani di Lò
25071 Comunità montana della Valle Sabbia
Lombardia, Italia
mapAprire su Google Maps

Bione visto dalla SP 79
Bione visto dalla SP 79
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Chiesa di Santa Maria Assunta (Bione)
Chiesa di Santa Maria Assunta (Bione)

La chiesa di Santa Maria Assunta è la parrocchiale di Bione, in provincia e diocesi di Brescia; fa parte della zona pastorale della Bassa Val Sabbia. Forse il primo luogo di culto cristiano di Bione sorse già in epoca paleocristiana; tuttavia, la struttura più antica di cui ci sia testimonianza si può datare all'VIII-IX secolo grazie al ritrovamento dei frammenti di un pluteo appartenente all'antica pieve. Alla fine del Cinquecento la pieve medievale versava in cattive condizioni ed era insufficiente a soddisfare le esigenze dei fedeli, cosicché, per impulso del rettore don Paolo Gaburri, si decise di edificare una nuova chiesa di maggiori dimensioni. La prima pietra della costruenda parrocchiale, disegnata da Giulio Todeschini, venne posta il 4 maggio 1595; i lavori terminarono nella seconda metà degli anni venti del XVII secolo e la consacrazione fu impartita il 1º ottobre 1629. Nell'Ottocento la chiesa venne ristrutturata e, inoltre, si procedette alla realizzazione del nuovo organo riutilizzando parte di quello precedente; lo strumento fu poi restaurato nel 1907. La parrocchiale venne interessata nel 1955 da un intervento di restauro; tra il 1972 e il 1975 fu poi condotto l'adeguamento liturgico secondo le norme postconciliari mediante l'aggiunta dell'altare rivolto verso l'assemblea. La facciata a capanna della chiesa, rivolta a sudovest, è suddivisa da una cornice marcapiano modanata in due registri, entrambi tripartiti da quattro lesene; quello inferiore, in stile tuscanico presenta centralmente il portale d'ingresso timpanato e due finestre, mentre quello superiore, d'ordine ionico, è caratterizzato da una doppia finestra e da due nicchie con statue e coronato dal frontone triangolare sopra il quale sono collocati dei pinnacoli. Annesso alla parrocchiale è il campanile in pietra a base quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora a sesto acuto ed è coperta dal tetto a quattro falde. L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, sulla quale si affacciano le cappelle laterali introdotte da archi a tutto sesto e le cui pareti sono caratterizzate da spesse paraste sorreggenti i costoloni che scandiscono la volta a botte, la quale si imposta su una trabeazione modanata e aggettante; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di alcuni gradini e chiuso dalla parete di fondo piatta. Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali i due quadri che ritraggono San Martino e il povero e San Giorgio che lotta contro il drago, dipinti da Pietro Maria Bagnadore alla fine del XVI secolo, le tre pale raffiguranti l'Assunta con i santi Giovanni Battista, Giovanni Evangelista, Vigilio, Faustino, Rocco e Bernardino, la Madonna del Rosario con santi, e la Deposizione, eseguite da Massimo Riccobelli rispettivamente nel 1621, nel 1614 e nel 1612, la Via Crucis, realizzata dal veneto Domenico Zeni, autore pure della tela con soggetto Cristo deposto nel sepolcro (1816), i due altari della Madonna e della Deposizione, costruiti nel 1613 e nel 1655, i quattro ovali in cui sono rappresentanti l'Immacolata Concezione, il martirio di San Pietro Domenicano, la morte di Sant'Andrea da Avellino e la predicazione di San Francesco Saverio, e la tela ritraente San Carlo Borromeo fra i santi Antonio eremita, Antonio da Padova e Filippo Neri, dipinta da Giovanni Battista Bonomino. Parrocchie della diocesi di Brescia Regione ecclesiastica Lombardia Diocesi di Brescia Bione (Italia) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Santa Maria Assunta Chiesa di Santa Maria Assunta (Bione), su orarimesse.it. URL consultato il 3 febbraio 2024. Chiesa di Santa Maria Assunta, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Santuario di Santa Maria in Conche
Santuario di Santa Maria in Conche

Il santuario di Santa Maria in Conche è un edificio di culto cattolico situato nel comune di Nave in Provincia di Brescia, sul confine con il comune di Lumezzane in Val Trompia. Sulla cima di San Costanzo, posta a 1107 m s.l.m. nelle Prealpi Bresciane e Gardesane, fu luogo di un convento femminile nel XII secolo. Oggi il santuario è uno dei più famosi santuari alpini del circondario di Brescia. Nelle vicinanze vi è un monumento dell'alpino; l'idea del monumento fu proposta dal Gruppo Alpini di Nave, poi concordata dagli Alpini di Lumezzane (suddivisi nei gruppi di S. Sebastiano, S. Apollonio e Pieve), di Cortine e di Caino. La fondazione del santuario è attribuita a San Costanzo; la tradizione narra che egli fu guidato da una colomba sul monte Conche. Lì fondò una chiesa dedicata alla Madre della Misericordia e visse in preghiera e compiendo miracoli. La chiesa venne consacrata dal vescovo Arimanno tra il 1110 ed il 1116. S. Costanzo vi aggiunse un cenobio (X), nel quale trovarono rifugio pie donne, al cui servizio si pose l'eremita. Nel 1481 venne scoperta la tomba del santo le cui spoglie per volere del Consiglio cittadino trasferite Brescia, suscitando malcontento da parte degli abitanti di Nave e dintorni. Il cenobio bresciano continuò a godere ed amministrare Conche fino a quando, soppresso il monastero e spogliato d'ogni bene dal governo bresciano, nel dicembre del 1798 il complesso passò a dei privati. L'urna col corpo di S. Costanzo, nel 1805, con immensa gioia degli abitanti, fu finalmente collocata nella parrocchiale di Nave, la cui fabbriceria (ente che provvede alla conservazione e mantenimento dei beni dei luoghi sacri) nel 1837 acquistò l'eremo sulla montagna. A causa di leggi in vigore 1867, Conche passò nuovamente in mano ai privati. Provvidenziale fu l'acquisto da parte del fabbriciere di Nave Gian Battista Zani che ne diventò proprietario fiduciario; egli volle donare al Comune questo “monumento di antichità civile e religiosa”. Il Governo frappose difficoltà al Comune circa la proposta donazione del monte Conche con i terreni e boschi circostanti, ma il 27 maggio 1877 venne assecondato “il desiderio generale della popolazione”. Finalmente il 30 dicembre 1880, con sindaco di Nave Giuseppe Fiori, il Comune ne entrò in possesso e ne affidò l'amministrazione alla fabbriceria di Nave. Nel 1898 fu istituita la “festa dei molète” di Lumezzane per implorare alla Madonna della Misericordia “particolari favori contro i gravi molteplici pericoli” degli operai che lavoravano alle mole. Venne fondata anche la Pia Confraternita di Conche, tuttora fiorente. Significativi restauri furono realizzati nel 1958 con abbellimenti da parte di Vittorio Trainini; più radicali gli interventi compiuti dal novembre 1978 all'estate del 1979, da Beppe Dossi. Nel 1963 fu inaugurato il monumento dell'alpino dello scultore Giuseppe Rivadossi e vent'anni dopo vennero collocate sul pendio della montagna quattordici croci di una singolare Via Crucis sempre di Rivadossi, dominata da un Crocifisso ligneo che l'artista dedicò alla memoria del fratello Francesco. Santuario di Santa Maria in Conche, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.