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Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano (Agnosine)

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Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano (Agnosine) 01
Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano (Agnosine) 01

La chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano è la parrocchiale di Agnosine, in provincia e diocesi di Brescia; fa parte della zona pastorale della Bassa Val Sabbia.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano (Agnosine) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano (Agnosine)
Via Guglielmo Marconi, Comunità montana della Valle Sabbia

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Chiesa dei Santi Martiri Ippolito e Cassiano

Via Guglielmo Marconi
25071 Comunità montana della Valle Sabbia
Lombardia, Italia
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Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano (Agnosine) 01
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Luoghi vicini

Chiesa di Santa Maria Assunta (Bione)
Chiesa di Santa Maria Assunta (Bione)

La chiesa di Santa Maria Assunta è la parrocchiale di Bione, in provincia e diocesi di Brescia; fa parte della zona pastorale della Bassa Val Sabbia. Forse il primo luogo di culto cristiano di Bione sorse già in epoca paleocristiana; tuttavia, la struttura più antica di cui ci sia testimonianza si può datare all'VIII-IX secolo grazie al ritrovamento dei frammenti di un pluteo appartenente all'antica pieve. Alla fine del Cinquecento la pieve medievale versava in cattive condizioni ed era insufficiente a soddisfare le esigenze dei fedeli, cosicché, per impulso del rettore don Paolo Gaburri, si decise di edificare una nuova chiesa di maggiori dimensioni. La prima pietra della costruenda parrocchiale, disegnata da Giulio Todeschini, venne posta il 4 maggio 1595; i lavori terminarono nella seconda metà degli anni venti del XVII secolo e la consacrazione fu impartita il 1º ottobre 1629. Nell'Ottocento la chiesa venne ristrutturata e, inoltre, si procedette alla realizzazione del nuovo organo riutilizzando parte di quello precedente; lo strumento fu poi restaurato nel 1907. La parrocchiale venne interessata nel 1955 da un intervento di restauro; tra il 1972 e il 1975 fu poi condotto l'adeguamento liturgico secondo le norme postconciliari mediante l'aggiunta dell'altare rivolto verso l'assemblea. La facciata a capanna della chiesa, rivolta a sudovest, è suddivisa da una cornice marcapiano modanata in due registri, entrambi tripartiti da quattro lesene; quello inferiore, in stile tuscanico presenta centralmente il portale d'ingresso timpanato e due finestre, mentre quello superiore, d'ordine ionico, è caratterizzato da una doppia finestra e da due nicchie con statue e coronato dal frontone triangolare sopra il quale sono collocati dei pinnacoli. Annesso alla parrocchiale è il campanile in pietra a base quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora a sesto acuto ed è coperta dal tetto a quattro falde. L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, sulla quale si affacciano le cappelle laterali introdotte da archi a tutto sesto e le cui pareti sono caratterizzate da spesse paraste sorreggenti i costoloni che scandiscono la volta a botte, la quale si imposta su una trabeazione modanata e aggettante; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di alcuni gradini e chiuso dalla parete di fondo piatta. Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali i due quadri che ritraggono San Martino e il povero e San Giorgio che lotta contro il drago, dipinti da Pietro Maria Bagnadore alla fine del XVI secolo, le tre pale raffiguranti l'Assunta con i santi Giovanni Battista, Giovanni Evangelista, Vigilio, Faustino, Rocco e Bernardino, la Madonna del Rosario con santi, e la Deposizione, eseguite da Massimo Riccobelli rispettivamente nel 1621, nel 1614 e nel 1612, la Via Crucis, realizzata dal veneto Domenico Zeni, autore pure della tela con soggetto Cristo deposto nel sepolcro (1816), i due altari della Madonna e della Deposizione, costruiti nel 1613 e nel 1655, i quattro ovali in cui sono rappresentanti l'Immacolata Concezione, il martirio di San Pietro Domenicano, la morte di Sant'Andrea da Avellino e la predicazione di San Francesco Saverio, e la tela ritraente San Carlo Borromeo fra i santi Antonio eremita, Antonio da Padova e Filippo Neri, dipinta da Giovanni Battista Bonomino. Parrocchie della diocesi di Brescia Regione ecclesiastica Lombardia Diocesi di Brescia Bione (Italia) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Santa Maria Assunta Chiesa di Santa Maria Assunta (Bione), su orarimesse.it. URL consultato il 3 febbraio 2024. Chiesa di Santa Maria Assunta, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Chiesa di San Bartolomeo (Odolo)
Chiesa di San Bartolomeo (Odolo)

La chiesa di San Bartolomeo, anche nota come chiesa di San Bartolomeo di Fosina, è una piccola chiesa sussidiaria a Botteghe, frazione di Odolo, in provincia di Brescia. Con la sua parrocchia di San Zenone rientra nella zona pastorale della Bassa Val Sabbia della diocesi di Brescia e risale al XIII secolo. La prima cappella con dedicazione a San Bartolomeo nella località di Botteghe si trovava annessa ad un ospizio, situato accanto al torrente Vrenda. Il luogo di culto di maggiori dimensioni venne edificato nel 1449 da Comino Leali e oltre ottant'anni dopo, nel 1531, fu ricostruito per volontà comunale e per l'iniziativa di vari cittadini. Negli atti della visita pastorale del 1580 di san Carlo Borromeo, cardinale e arcivescovo di Milano viene descritta come chiesa di San Bartolomeo de Fosina. Nuovamente, nel XVIII secolo, la chiesa fu completamente ristrutturata e un secolo più tardi fu restaurata. Nel primo decennio del XXI secolo venne realizzato l'adeguamento liturgico con la sistemazione al centro del presbiterio della mensa rivolta al popolo, davanti all'altare maggiore storico. L'ultimo ciclo di restauri conservativi si è concluso nel 2013. La chiesa si trova nel centro dell'abitato di Botteghe. La facciata a capanna è semplice con due spioventi. Il portale architravato è arricchito di una finestra a lunetta cieca con affresco e sopra, in asse, una finestra rettangolare. Davanti ha un piccolo sagrato che si trova ad un livello inferiore rispetto al vicino piano stradale. La torre campanaria e la sagrestia si trovano a fianco. La navata interna è unica. Il presbiterio è leggermente rialzato e con volta a vela. Angelo Turchini; Gabriele Archetti; Giovanni Donni, Visita apostolica e decreti di Carlo Borromeo alla diocesi di Brescia. VI, Riviera del Garda, Valle Sabbia e decreti Aggiunti, Brescia, Associazione per la storia della chiesa Bresciana, 2007, OCLC 494591492. Odolo Regione ecclesiastica Lombardia Chiesa di San Bartolomeo , su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 14 gennaio 2022. Cosa vedere a Odolo, su comune.odolo.bs.it. URL consultato il 14 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2022). Odolo, su aesi.altervista.org. URL consultato il 14 gennaio 2022.

Chiesa di San Zenone (Odolo)
Chiesa di San Zenone (Odolo)

La chiesa di San Zenone è la parrocchiale di Odolo, in provincia e diocesi di Brescia; fa parte della zona pastorale della Bassa Val Sabbia. La prima citazione di una cappella in paese, menzionata come S. Zenonis de Audulo, risale al 1148 ed è contenuta in una bolla di papa Eugenio III; questo luogo di culto dipendeva dalla pieve di Santa Maria Assunta di Bione, ma forse in origine era stato filiale della pieve di Santa Maria di Nave. La chiesetta sorgeva all'interno della rocca di Santa Maria, la quale venne smantellata nel XIV secolo; nel Catalogo queriniano del 1532 si legge che la nomina del rettore spettava al capitolo della cattedrale di Brescia. Nel 1580 l'arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, durante la sua visita, trovò che la chiesa versava in cattive condizioni e, pertanto, esortò a riedificarla. Ci vollero tuttavia vari decenni perché la prescrizione del presule fosse assolta, tanto che la nuova parrocchiale fu terminata appena nel 1668, per essere poi consacrata nell'ottobre 1676 dal vescovo di Brescia Marino Giovanni Zorzi. Dalla relazione della visita pastorale del 1703 del vescovo Marco Dolfin s'apprende che a servizio della cura d'animo vi erano, oltre al parroco, altri sei sacerdoti e due chierici, che i fedeli ammontavano a 889 e che la parrocchiale, in cui avevano sede le due scuole del Santissimo Sacramento e del Santissimo Rosario ed erano collocati sei altari, aveva come filiali gli oratori di Santa Maria di Cagnatico, di San Bartolomeo in località Botteghe, di San Lorenzo e di Sant'Apollonia. Nel 1967 si provvide a restaurare la chiesa, il campanile e la sagrestia; in epoca postconciliare la parrocchiale venne adeguata alle nuove norme mediante l'aggiunta dell'altare rivolto verso l'assemblea. Il 14 aprile 1989, secondo quanto stabilito dal Direttorio diocesano per le zone pastorali, la chiesa entrò a far parte della neo-costituita zona pastorale della Bassa Val Sabbia; nel 2013 il luogo di culto venne restaurato. La simmetrica facciata a salienti della chiesa, rivolta a nordovest, è suddivisa da una cornice marcapiano in due registri, entrambi scanditi da lesene: quello inferiore, più largo, presenta al centro il portale d'ingresso, sormontato dal timpanetto semicircolare spezzato, mentre quello superiore è caratterizzato da una finestra e coronato dal frontone triangolare. Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora ed è coperta dal tetto a quattro falde. L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, sulla quale si affacciano le cappelle laterali introdotte da archi a tutto sesto e le cui pareti sono scandite da lesene sorreggenti la trabeazione modanata e aggettante sopra la quale si imposta la volta a botte; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di alcuni gradini e chiuso dalla parete di fondo piana. Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali gli affreschi che rappresentano il Sacrificio di Abramo e la Cena di Emmaus, eseguiti da Vittorio Trainini nel 1942, la statua lignea della Madonna col Bambino, intagliata da Zamaria Rosi nel 1641, le due tele raffiguranti la Deposizione dalla Croce, attribuita generalmente ad Antonio Balestra e San Zeno, un Crocifisso, risalente al XVII secolo, e l'affresco di San Zeno che obbliga il demonio a portare un recipiente, dipinto da Angelo Paglia nel 1738. Parrocchie della diocesi di Brescia Regione ecclesiastica Lombardia Diocesi di Brescia Odolo Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Zenone Vescovo Chiesa di San Zenone Vescovo (Odolo), su orarimesse.it. URL consultato il 5 febbraio 2023. Chiesa di San Zenone, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Preseglie
Preseglie

Preseglie (Presèi in dialetto bresciano) è un comune italiano di 1 457 abitanti della provincia di Brescia in Lombardia. Il comune appartiene alla Comunità Montana della Valle Sabbia. Il paese occupa la parte nordorientale della cosiddetta "Conca d'Oro", nella Valsabbia. A nord si erge il monte Poffe (861 m s.l.m.), ammantato di boschi di rovere, castagno e conifere, e sulle cui pendici ondulate si distende il territorio del comune. Secondo la Classificazione sismica il comune appartiene alla zona 2 (zona con pericolosità sismica media dove possono verificarsi terremoti abbastanza forti). Preseglie appartiene alla zona climatica E.. L'etimologia del nome è presumibilmente romana, collegata alla presenza nella zona di una colonia di prigionieri costretti a lavorare nelle miniere del monte Visello. Questi prigionieri la notte venivano riuniti in un castrum o castello, probabilmente localizzato nell'attuale contrada Piazza. I prigionieri erano sorvegliati da legionari. Secondo la tradizione il nome del comune deriva dall'appello degli schiavi fatto ogni sera, al quale il sorvegliante rispondeva: "Praesens est ille" Il termine con l'andar del tempo fu alterato in Presilli quindi, fra il secolo XV e XVII, in Preseio e Presei ed infine nel secolo XVIII in Preseglie. Secondo altri invece il nome deriverebbe molto più semplicemente dal latino praedium che significa podere o fondo rurale. Sono infatti numerosissimi i fondi o "predi" in cui è diviso il territorio. Da predi a "presei", nome dialettale del paese, il passo sarebbe stato assai breve. Il territorio di Preseglie fu sfruttato per la ricchezza di metalli probabilmente fin da epoca romana e successivamente longobarda (il nome di una frazione, Gazzane, è tipicamente longobardo e verosimilmente deriva da gahagium = 'bosco demaniale"). Gran parte del territorio divenne proprietà del vescovo di Brescia e con esso anche le miniere di galena (ovvero piombo argentifero) esistenti nel territorio in particolare in località Pirla, Bamboi e Visello, nonché le miniere di rame, carbonato ed ossidato esistenti sempre in località Visello. Lo storico Theodor Mommsen ci ha lasciato una testimonianza del periodo romano-barbarico del paese censendo un'epigrafe (CIL 4894). In un documento apografo del secolo XVI raccolto dal padre Luchi, conservato nell'archivio di stato di Brescia, si legge di una convenzione, risalente al 1244, dei nobili Sala o De Salis di Brescia, con la quale si obbligano a mantenere due gastaldi (funzionari della corte regia) per la sorveglianza delle miniere, dei minatori e della società: Gastaldos in loco Preselliarum (Presei) super facto arimeti (per argenti), qui Gastaldos debeant facere rationes inter medallos et laboratorihus medallorum e comporre società super vena argenti Preselliarum, que vena debeat stare in comuni utilitote eorum. All'inizio del Rinascimento il comune appartenne alla famiglia Visconti di Milano e con il nome di Presellis fece parte della Quadra di Valle Sabbia. Preseglie diviene teatro degli scontri fra Milano e Venezia e, nel 1427, così come altri comuni vicini, entra stabilmente a far parte sia economicamente che dal punto di vista amministrativo, dei domini della Serenissima. Nel 1440 il doge di Venezia, Francesco Foscari cede in feudo il territorio del paese (insieme a quelli di Odolo, Agnosine, e Abbione (Bione) a Galvano da Nozza, che aveva combattuto per Venezia "mostrando valore tra le militari fatiche" ed aveva perso suo figlio Aldreghino in battaglia. Il gonfalone è un drappo di bianco. Il Santuario della Madonna di Visello, costruito nel 1527, si trova a circa 3 km di distanza dal nucleo principale del paese, in una valletta solitaria. In un'antica memoria diffusa e pubblicata nel 1614 dallo stampatore bresciano Paolo Rizzardi viene riferito che nel luogo dove si erge il santuario sarebbe apparsa la Madonna, vestita di un semplice abito bianco, accompagnata da due sante del paradiso. Testimone dell'apparizione un certo Bonfadino Dossi, originario della frazione di Gazzane di Preseglie. Bonfadino, pastorello muto, è alle prese con il pascolo del suo gregge, quando la Vergine gli appare improvvisamente e gli comanda di avvisare i suoi concittadini della sua comparsa e del suo desiderio che nel luogo dell'apparizione venga eretto in suo onore un tempio per le preghiere. La Vergine per vincere la diffidenza del pastore gli comanda di mungere una giovenca di soli sei mesi. Il Bonfadino allibito per la prima volta riesce a parlare ed esclama: "Ma la fa mìa el lat!" (Ma non fa latte!). In realtà il pastore riesce a mungere latte in abbondanza dall'animale. Convintosi della realtà dell'apparizione torna in paese e la gente, nel sentirlo parlare, gli credette. Secondo la tradizione popolare il latte munto in quell'occasione dalla giovenca di pochi mesi si conservò per due anni e fu utilizzato per guarire numerosi infermi ritenuti incurabili, quali appestati ed affetti da colera, due tipi di epidemie molto frequenti in quel tempo. Il proprietario del luogo ove era avvenuta l'apparizione, il nobile Giovanni Battista Montini, commosso al racconto del pastore, si affrettò a donare il terreno affinché fosse costruito un tempio alla Vergine, la qual cosa fu realizzata nel breve volgere di pochi anni. Nello stesso periodo il Vescovo di Brescia ritenne di concedere un'indulgenza di quaranta giorni a tutti coloro che avessero visitato la Chiesa o elargito offerte per gli ornamenti. Il santuario venne definitivamente consacrato il 21 settembre 1652, e il primo cappellano fu don Battista Montini. Con il trascorrere del tempo divenne però difficile trovare altri religiosi disposti a prestare custodia al santuario che venne quindi affidato ad un eremita, tale Giovanni Antonio Ferlinga di Preseglie. Il Ferlinga venne ricompensato per la dedizione mostrata con lo sfruttamento di un bosco di 7,58 pertiche, e granoturco, fieno, foglia di gelsi e i due terzi della frutta e dell'uva raccolte nel terreno cedutogli per il sostentamento. Il paese si caratterizza per difettare di un assetto territoriale unico, dividendosi infatti in numerose frazioni, per l'esattezza sette.. Sottocastello: è il nucleo vitale del paese. I principali servizi ed edifici pubblici (municipio, farmacia, biblioteca, ambulatorio medico, scuola elementare e materna) trovano qui la loro ubicazione. In questa frazione si concentra anche la maggior parte dei negozi. Gazzane: la frazione più lontana da Sottocastello, molto ricca di laboratori artigianali. È sede dell'impianto di motocross "Galaello", teatro di numerose manifestazioni di livello regionale, nazionale ed internazionale. Piazza: è la terza frazione per popolazione ed ospita la chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Pietro e Paolo (29 giugno), con adiacente il campo sportivo, nonché il cimitero Comunale. Quintilago: è con ogni probabilità la frazione più suggestiva e caratteristica. È interamente circondata da verdi prati e ricca di sorgenti d'acqua. Nella stagione autunnale il borgo sembra volersi ergere rispetto alle nebbie che tendono a circondarlo, simulando un quadro impressionista. Macenago: una frazione le cui case bellissime, proprietà di antichi signori, sembrano volersi arrampicare sulla ripida erta che le ospita. Zernago: davvero uno sparuto e bucolico borgo di case per lo più rurali, disposto al confine con il territorio della vicina Barghe. Ardessà: frazione nota nella zona per la ricercata sorgente d'acqua pura. Verdi campi e boschi ricchi di castagni l'avvolgono e circondano, come per volerle offrire rifugio e protezione. Abitanti censiti Al 1º gennaio 2022 la popolazione straniera residente era di 102 persone, pari al 7,00% della popolazione totale. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente sono: Marocco 46 Pakistan 13 Ucraina 12 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Preseglie Sito ufficiale, su comune.preseglie.bs.it. Preséglie, su sapere.it, De Agostini. Notizie su Preseglie da www.vallesabbianews.it, su vallesabbianews.it. Notizie su Preseglie dal sito ufficiale del Comune, su comune.preseglie.bs.it. Polisportiva di Preseglie, su polisportivapreseglie.it. URL consultato il 17 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2016). AVIS Odolo-Preseglie, su avisodolo.it. Associazione BKM-SOFT A.s.d. Softair a Gazzane di Preseglie, su bkm-soft.com. URL consultato il 28 luglio 2019 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2018). Associazione Crazy People - Gruppo Giovani di Preseglie, su crazypeople.vallesabbia.org. URL consultato il 17 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2009). Associazione Valsabbia Climbing di Preseglie, su valsabbiaclimbing.it.