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Museo della centuriazione (Cesena)

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Il Museo della centuriazione, per esteso Museo della centuriazione e della trasformazione del territorio, è un museo dedicato alla Centuriazione romana sito a San Giorgio di Cesena. La centuriazione romana è un'originale organizzazione del territorio che risponde a funzioni produttive, ma anche a una visione della vita e del cosmo di respiro religioso. Nel cesenate, tra la città e il mare, è stata conservata fino a oggi pur nelle mutate condizioni tecniche e umane. Per valorizzare questa particolarità territoriale e organizzare percorsi di visita tra il fiume Savio, il fiume Pisciatello-Rubicone ed il mare tra Cervia e Cesenatico è nata l'Associazione Terre Centuriate Cesenati. È stata quindi allestita una mostra permanente con sede provvisoria in una sala del quartiere Cervese Nord a San Giorgio, nell'edificio della biblioteca. Il percorso di visita al territorio centuriato si snoda tra paesini, pievi e coltivazioni. Il percorso di visita al territorio centuriato si snoda tra paesini, pievi e coltivazioni. Una serie di cartelli esplicativi permette di conoscere meglio la storia della centuriazione cesenate e dei luoghi attraversati. L'inizio del percorso è disposto di fianco alla stazione ferroviaria. Al fine di non disperdere un patrimonio storico così importante, ma allo stesso tempo altrettanto poco visibile (la centuriazione è documentata dalla divisione ortogonale dei campi orditi da fossati e strade che può essere meglio apprezzata dall'alto) il progetto definitivo prevede di destinare una centuria a museo all'aperto, con una casa colonica a Bagnile che dovrebbe ospitare strumenti di lavoro e oggetti di uso antichi e moderni e soprattutto con un'area agricola trattata con metodi e colture di altre epoche storiche. Sauro Gelichi, Claudio Negrelli, A misura d'uomo. Archeologia del territorio cesenate e valutazione dei depositi, All'Insegna del Giglio, 2008. ISBN 8878143839 Reticolato di centuriazione Museo della centuriazione romana (Borgoricco) Museo della centuriazione romana (Villadose) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Museo della centuriazione (Cesena) cesenainvita.it. URL consultato il 13 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2011). Domenico Liggeri, Museo della Centuriazione, antiche tracce romane da vivere nel cesenate, Storie Enogastronomiche, 21 febbraio 2018 (fonte) Museo della centuriazione, sito del Touring Club (fonte) Redazione, Per realizzare il Museo della Centuriazione, cento email al progetto "Bellezza" del governo, Cesena Today, 1º giugno 2016 (fonte)

Estratto dall'articolo di Wikipedia Museo della centuriazione (Cesena) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Museo della centuriazione (Cesena)
Via Fratelli Latini, Unione dei comuni Valle del Savio

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Luoghi vicini

San Giorgio (Cesena)
San Giorgio (Cesena)

San Giorgio (San Zorz in romagnolo), è una frazione di circa 2.000 abitanti del comune di Cesena. È sede della circoscrizione comunale n.10 Cervese nord. San Giorgio è limitrofo ai paesi Bagnile, Ronta, Pioppa, Calabrina e Villa Calabra, tutte frazioni del Comune di Cesena. Si trova all'interno della più ampia area di centuriazione romana ancora conservata. Presso la sede del quartiere si trova anche un Museo della centuriazione. L'origine del paese è incerta, ma la testimonianza del reticolato di centuriazione e la scoperta, con recenti scavi, di alcuni reperti archeologici (oggi disseminati in vari musei locali), inducono a pensare alla fondazione di un centro agricolo già in epoca romana. Si è certi che in epoca rinascimentale nel centro del paese fu edificato un castello fortificato dalla famiglia Malatesta, da sempre dedita al mestiere delle armi, che quindi lo intitolò a San Giorgio. Già nel 1883, l'ex prefetto Bonafede Montanari riporta che "del castello non resta che la torre", abbattuta nel 1944 durante la seconda guerra mondiale. Della chiesa, anch'essa quattrocentesca, non rimane più traccia: il campanile infatti, che fu fatto esplodere dagli alleati perché convinti che contenesse materiale bellico tedesco, franò sulla chiesa distruggendola. Negli anni a venire la chiesa fu ricostruita, così come la scuola, in una struttura più accogliente: come memoria storica non restano che poche tracce conservate presso la Biblioteca Malatestiana. In anni recenti si è provveduto alla costruzione della scuola secondaria di primo grado, lasciando liberi gli ex spazi della parrocchia, ed è stata ristrutturata la scuola elementare "Edmondo De Amicis". La frazione è situata al centro di una vasta area agricola che costituisce la principale attività economica. È presente una sede del Consorzio agrario. San Giorgio tra cronaca e storia - società editrice Il Ponte Vecchio - 1997 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Giorgio https://sangiorgiodicesena.wordpress.com/

Pioppa
Pioppa

Pioppa (La Piòpa in romagnolo) è una frazione di Cesena (FC). Ubicata a nord-est di Cesena, sulla via Cervese (ex Strada Statale 71bis) che conduce a Cervia e bisettrice della centuriazione romana, Pioppa è posta a 8 metri sul livello del mare, a circa 9 km dal centro di Cesena. Le frazioni più vicine sono San Giorgio a 3 km, Calabrina a 2 km, Capannaguzzo a 3 km. La frazione rientra nel quartiere Cervese Nord. Appartiene al Ferro di Cavallo, termine geografico locale con cui si indica l'insieme delle località Martorano, Ronta, S. Martino in Fiume, Bagnile, S. Giorgio, Pioppa, Calabrina, Villa Calabra. Il toponimo Pioppa risale ai primi del Novecento, e si riferisce ad un grande pioppo, ora non più esistente, posto all'incrocio di via Montaletto con via Cervese. Nella zona il toponimo più antico è invece Belpavone. Qui nel 1377, in un pozzo, ebbero sepoltura i caduti di uno scontro tra Cesenati e mercenari bretoni. Ulteriori toponimi giunti ai giorni nostri sono Pradacci a sud e Spinalbeto a nord: quest'ultimo allude chiaramente alla presenza di siepi di biancospino che allora delimitavano i poderi lungo le vie centuriali. La fisionomia del territorio acquisita oltre duemila anni fa con l'opera di centuriazione, avvenuta verosimilmente dopo la fondazione della colonia di Ariminium nel 268 a.C., è ancora perfettamente riconoscibile. Resti archeologici, rinvenuti lungo la via Macina e nel podere Bel Pavone, attestano la presenza nell'area di Pioppa di edifici rustici da collegarsi alla vita agricola e domestica dei coloni romani. La zona fu soggetta a dissesto idro-geologico a causa delle alluvioni del 400-750 che portò all'abbandono di vasti appezzamenti di terreno e al ridiffondersi dei boschi. La presenza di boschi e selve nella zona di Pioppa è documentata dal Codice bavaro che in un documento fa riferimento alla selva di San Teodoro, situata nel territorio di Cervia e Rimini e compresa fra Padule (la zona già impaludata tra Cesenatico e Cervia), la selva Sancte Agathe (Capannaguzzo, Villalta e Bagnarola), i beni di diritto di Sant'Andrea (vicino a Villa Inferno) e il torrente Cesenula (Cesuola, ora individuato nel Mesola di Montaletto). Il miglioramento climatico che seguì, tra il 750 e il 1150, portò ad una ripresa del controllo dell'uomo sull'ambiente, spinta dalla forte ripresa dell'incremento demografico a estendere il più possibile le aree coltivate. Come testimonia un documento del 1513 dal quale risulta la vendita di terreni arativi ubicati nel fondo Belpavone, toponimo rimasto nella omonima via nelle vicinanze dell'abitato, Pioppa era giurisdizione della pieve di S. Pietro in Cerreto. La soppressione di questa nel 1520 trasferì l'intera zona sotto la giurisdizione della nuova parrocchia di San Giorgio di Piano, dai cui registri si evince che nell'anno 1602 nelle Ville Belpavone e Becungiano vivevano 656 persone. Nella Villa Petrosa, detta anche "la Melona", venne eretto nel 1604 l'oratorio di S. Anna, di cui si hanno notizie fino al 1833. Dal 1808 al 1817, in periodo napoleonico, insieme a Gattolino, la località è appartenuta al comune di Cesenatico, nel distretto di Cervia. Dopo l'avvento del regime, i fascisti requisirono una piccola osteria, attigua al negozio di generi alimentari, per adibirla a sede della locale casa del fascio. Il 29 aprile 1944 il territorio a nord di Cesena, compresa La Pioppa, ove era attiva la lotta clandestina di resistenza, subì il drammatico rastrellamento ad opera del feroce Battaglione repubblichino proveniente dalla Dalmazia. L'11 aprile 1964 Pioppa venne costituita parrocchia autonoma (quale stralcio da San Giorgio e Capannaguzzo) e dedicata a San Benedetto abate, per ricordare le bonifiche effettuate nel medioevo dai monaci benedettini dell'Abbazia del Monte di Cesena. Nel 2012 eccezionali nevicate colpirono la zona, provocando il crollo della grande serra attigua alla Casa del Popolo in cui avvenivano varie feste paesane. Lapide in memoria del maggiore Aldo Di Caprio e del sergente allievo ufficiale Francesco Ricci, morti il 4 maggio 1963 nello schianto del loro aereo durante un'esercitazione. Il maggiore Di Caprio, decollato dalla base di Miramare di Rimini, non è riuscito nel tentativo di effettuare un atterraggio di emergenza all'aeroporto di Pisignano ed il velivolo, in fiamme, è caduto in picchiata in un campo di grano non lontano dall'abitato, a due chilometri in linea d'aria dalla pista. Entrambi i militari sono morti sul colpo. La lapide marmorea versa oggi in condizioni di abbandono e l'iscrizione su di essa è quasi completamente scomparsa. Cippo commemorativo al gemellaggio con Moresco, (2006) Monumento al pasquarolo: una lama di acciaio profilata raffigurante un pasquarolo con cappello, mantello e tromba (2009) Monumento al maestro Vittorio Borghesi, virtuoso della fisarmonica. L'opera è costituita da un busto in bronzo (riproduzione di un'analoga opera in terracotta realizzata da Tito Neri nel 1980) completato dalla sagoma in plexiglas di un disco 45 giri (2015). Nel 2008, per evitare l'intenso traffico di attraversamento lungo la via Cervese, è stata realizzata una circonvallazione, che aggira da sud-est l'intero abitato, congiungendosi alla via principale con due rotatorie. Moresco, Italia, dal 2004 Pur non trattandosi di un comune, Pioppa ha instaurato un gemellaggio con il comune marchigiano di Moresco (AP), nato nel 2004 ad opera de "I Pasquarul d'la Piopa", locale gruppo musicale folkloristico; il gemellaggio si è concretizzato il 30 ottobre 2005 a Moresco, durante la Festa del braciere, quando è stato piantato un pioppo nel giardino sotto il borgo, in onore dei cesenati. Analoga cerimonia si è svolta il 24 settembre 2006 con la posa di una pianta di corbezzolo, donata dalla comunità di Moresco, all'interno della rotonda Pioppa (a sud dell'abitato), nonché di un cippo commemorativo riportante una targa. Dal 1965 è attivo il Gruppo Sportivo Pioppa che ha organizzato in passato, per 34 edizioni, una gara ciclistica in circuito per dilettanti. Oggi le attività svolte dal G.S. Pioppa riguardano calcio, pallavolo e biliardino. Per lo svolgimento dell'attività sportiva viene inoltre gestito il locale campo sportivo comunale. Simona Benedetti e Valdes Onofri, Novacoop, Storia delle Case del Popolo nel territorio cesenate, Cesena (FC), Il Ponte Vecchio, 1998. ISBN non esistente G. Conti, G. V. Guerrieri, G. Mosconi, R. Pieri, C. Riva, M. Valdinosi, A. Veggiani, San Giorgio tra cronaca e storia, Cesena (FC), Cassa Rurale ed Artigiana San Giorgio di Cesena, 1987 ISBN non esistente Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pioppa

Stazione meteorologica di Cervia Pisignano
Stazione meteorologica di Cervia Pisignano

La stazione meteorologica di Cervia Pisignano è la stazione meteorologica di riferimento per il servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare e per l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia, relativa alla località di Cervia. La stazione meteo si trova nell'Italia nord-orientale, in Emilia-Romagna, nel comune di Cervia, a 10 metri s.l.m. e alle coordinate geografiche 44°13′23.72″N 12°18′20.94″E44°13′23.72″N, 12°18′20.94″E. In base alle medie climatiche del periodo 1971-2000, le più recenti in uso, la temperatura media del mese più freddo gennaio, è di +3,5 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, è di +22,9 °C; mediamente si contano 29 giorni di gelo all'anno e 30 giorni con temperatura massima uguale o superiore ai +30 °C. I valori estremi di temperatura registrati nel medesimo trentennio sono i −15,4 °C del gennaio 1985 e i +39,7 °C del luglio 1983. Le precipitazioni medie annue si attestano a 658 mm, mediamente distribuite in 77 giorni di pioggia, con minimo relativo in inverno e picco massimo in autunno. L'umidità relativa media annua fa registrare il valore di 78,2% con minimo di 72% a luglio e massimo di 86% a dicembre; mediamente si contano 62 giorni di foschia all'anno. Di seguito è riportata la tabella con le medie climatiche e i valori massimi e minimi assoluti registrati nel trantennio 1971-2000 e pubblicati nell'Atlante Climatico d'Italia del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare relativo al medesimo trentennio. In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, ancora in uso per l'Organizzazione meteorologica mondiale e definita Climate Normal (CLINO), la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +2,9 °C; quella del mese più caldo, luglio, è di +22,5 °C; si contano, mediamente, 58 giorni di gelo all'anno. La nuvolosità media annua si attesta a 4,2 okta, con minimo di 2,6 okta a luglio e massimo di 5,6 okta a gennaio. Le precipitazioni medie annue, inferiori ai 700 mm e distribuite mediamente in 78 giorni, presentano un minimo relativo in inverno e in tarda primavera e un picco moderato tra l'estate e l'autunno, in un contesto di una distribuzione quantitativa annuale piuttosto regolare. L'umidità relativa media annua fa registrare il valore di 77,7 % con minimo di 72 % a luglio e massimi di 85 % a dicembre e a gennaio. Nella tabella sottostante sono riportati i valori delle temperature estreme mensili dal 1968 ad oggi, con il relativo anno in cui sono state registrate. Nel periodo esaminato, la temperatura minima assoluta ha toccato i −16,5 °C nel gennaio 1985, mentre la massima assoluta di +39,2 °C è dell'agosto 2003. Cervia Stazione meteorologica Clima italiano Dati in tempo reale, medie climatiche e previsioni del tempo per la stazione meteorologica di Cervia, su meteoam.it.

Pisignano (Cervia)
Pisignano (Cervia)

Pisignano (Pisgnén in romagnolo) è una frazione del comune di Cervia, in provincia di Ravenna. Comprende la zona occidentale del comune e confina a nord con Castiglione, a sud-est con Villa Inferno e a ovest con il comune di Cesena. Sorse a margine dell'area centuriata che si estende fra Cesena e Cervia (conservatasi fino ad oggi), sull'attuale via Confine che segna probabilmente un antico tracciato della via costiera Popilia. Il toponimo deriva probabilmente da un nome gentilizio molto comune nella penisola italica: Pis(s)inius o Pisenius. Non vi sono informazioni certe sulla nascita dell'abitato, mentre è nota fin dal X secolo la Pieve di Santo Stefano, l'edificio sacro più antico dell'attuale territorio cervese, che sorge in un luogo che fu un insediamento romano votato al dio Mitra, di cui è testimonianza un cippo militare antistante la chiesa. La pieve costituiva il principale fulcro della vita religiosa e sociale per un territorio che, all'epoca del riordino delle comunità cristiane del IX secolo, comprendeva, oltre all'odierno territorio di Pisignano, anche quello di Cannuzzo e Castiglione, Mensa oltre il fiume Savio ed il territorio verso il mare sino alla tenuta Ragazzena. Utilizzata come zona adatta all'agricoltura, a differenza della zona attorno alle saline, Pisignano risentiva della proprietà legata a monasteri del ravennate e nobiltà forestiera; per questo motivo solo dopo le confische dei beni ecclesiastici tra il 1797 ed il 1799 e la formazione di un ceto locale di proprietari terrieri, i terreni agricoli a piantata iniziarono a soppiantare la rilevante presenza di arativo nudo e prativo che all'inizio del XIX secolo copriva ancora oltre il 46% del territorio. Con l'avvento della coltura del riso intorno alla metà del XIX secolo, Pisignano assieme alle altre frazioni comunali arrivò a contare 1.300 ettari di risaie, mal tollerate dalla Magistratura cittadina che vedeva la loro presenza come fonte di possibili problemi di coesistenza con le saline e, in un successivo momento, problemi sociali legati allo sfruttamento dei braccianti nelle risaie, che andavano a sostituire il contratto di mezzadria presente sul territorio da secoli. I braccianti portarono più volte le loro proteste a partire dall'inverno tra il 1854 ed il 1855 fino agli anni '20 del novecento al cospetto del governo della città, ma è ormai assodato che le risaie furono un motore di modernizzazione per il comune, e di uscita dall'isolamento economico dovuto alla produzione del sale. Questa chiesa è l'edificio sacro più antico del territorio cervese tra quelli tuttora in funzione. Menzionata già nell'anno 977, fu riedificata nel 1521 sulle rovine della pieve preesistente, gravemente danneggiata da orde di soldatesche sbandate dopo la battaglia di Ravenna del 1512. La chiesa ebbe la consacrazione a Santo Stefano nel 1527. L'aeroporto di Cervia-Pisignano è un aeroporto militare sede dal 5 ottobre 2010 del 15º Stormo dell'Aeronautica Militare Italiana.

Chiesa di Sant'Andrea Apostolo (Villa Inferno)

La chiesa di Sant'Andrea Apostolo è un edificio di culto di Villa Inferno, nel comune di Cervia. Esempio originalissimo di Parrocchia che non si identifica esclusivamente nell'edificio sacro di cui porta il nome, contando infatti, il territorio, su un altro luogo di culto di pari dignità come la Chiesa di San Giorgio a Montaletto. Sorta attorno al 1680, a perpetuare la memoria di un'antica Pieve di cui già si fa menzione nel XII secolo, la chiesa di Sant'Andrea è chiara espressione dello stile neoclassico. La facciata è contrassegnata da lesene, a separarla in tre moduli distinti, di cui quello di mezzo, a rimarcare la navata centrale ha alla sommità un frontone a forma triangolare, il cui motivo è ripreso ad ornamento anche dell'ingresso. La parte mediana dell'edificio è segnata da una cornice, interrotta centralmente da un'ampia finestra a evidenziarne l'intero corpo orizzontale. Originariamente a navata unica, la chiesa si presenta attualmente con due ampliamenti laterali seguiti ad interventi risalenti ai primi decenni del secolo scorso. Tre aperture ad architrave separano la navata centrale da quella laterale di destra, mentre la sinistra è tutt'una con l'aula. In prossimità del presbiterio si aprono due cappelle con archi a tutto sesto, dedicate rispettivamente alla Vergine ed al S.S. Sacramento. L'abside è separata dalla navata centrale da un'ampia arcata a tutto sesto, sopra la quale è collocato, in posizione a dir il vero infelice, un Crocifisso dipinto su legno di notevole pregio, che le prossime ristrutturazioni si ripromettono di porre in più consona evidenza. Lo sfondo dell'abside è illustrato da un mosaico di forma quadrata raffigurante l'apostolo sant'Andrea, cui la chiesa è dedicata. Aperture a mezzaluna sulle pareti laterali danno luce all'aula, il cui soffitto è caratterizzato da una copertura a capriate in legno, secondo moduli scanditi da lesene esterne. Il campanile, risalente al 1920, danneggiato alla sommità prima da un fulmine e poi dagli eventi bellici, è stato oggetto, in tempi recenti, di opere di recupero che ne hanno alterato la parte terminale che si presenta ora con un decoro merlato.

Eccidio del ponte di Ruffio
Eccidio del ponte di Ruffio

L'eccidio del ponte di Ruffio fu una strage fascista compiuta il 18 agosto 1944 a Ruffio di Cesena, in provincia di Forlì, nel corso della quale furono uccisi otto uomini. Nel luglio 1944 un gruppo di uomini della Marina Nazionale Repubblicana di stanza al faro militare di Cesenatico decise di disertare a seguito dell'ordine, imposto dai tedeschi, di abbandonare la posizione a causa dell'avvicinarsi delle forze alleate. Il manipolo di ex-militari, guidati dal Maresciallo Giuseppe Poggiali, e composto da Gino Gusella, Rino Liverani, Angelo Prodi, Tullio Giorgetti, Guglielmo Zannuccoli e Sauro Casali, decise così di abbandonare Cesenatico per unirsi alle formazioni partigiane attive sull'Appennino cesenate. Dopo aver trascorso un mese di latitanza nei dintorni, il gruppo dei disertori, grazie all'aiuto fornito dal partigiano Dino Ricci di Cesenatico, poté ottenere il via libera per unirsi alla Resistenza locale. Dopo aver recuperato alcuni armamenti, il 18 agosto, gli ex marinai si recarono a Ruffio di Cesena per incontrare la staffetta che li avrebbe condotti tra le file della 8ª Brigata Garibaldi "Romagna". Nell'attesa dell'arrivo della guida il gruppo dei disertori aveva trovato riparo nella casa accanto al ponte sul Pisciatello. Nel pomeriggio al gruppo si unirono Ricci e altri due uomini, uno dei quali era Isacco Hakim, un ebreo bolognese che aveva trovato riparo in Romagna dopo l'8 settembre e si era unito alle formazioni partigiane locali. In serata la casa di latitanza venne circondata da una trentina di uomini della XXV Brigata Nera "Arturo Capanni" guidati dal locale Segretario Garaffoni e da alcuni militari tedeschi. I fascisti avevano potuto rintracciare il nascondiglio dei fuggiaschi grazie alle preziose informazioni fornite loro da un partigiano della zona che, a causa delle pesanti violenze e torture patite, aveva finito per crollare e rivelare tutto ai suoi aguzzini. Così, una volta immobilizzati e legati, i prigionieri vennero condotti sul vicino ponte e ivi sommariamente giustiziati. Alla morte scamparono solamente Casali, che al momento del blitz dei fascisti si trovava nei dintorni alla ricerca della staffetta, e Gusella che, seppur ferito ad un braccio, fingendosi morto riuscì ad ingannare i suoi aguzzini e a fuggire alla volta di Cesenatico. Arnaldo Gaza, classe 1925, di Cesenatico; Tullio Giorgetti, classe 1926, di Rimini; Isacco Hakim, classe 1917, di Bologna; Rino Liverani, classe 1925, di Imola; Giuseppe Poggiali, classe 1910, di Ravenna; Angelo Prodi, classe 1922, di Ravenna; Dino Ricci, classe 1924, di Cesenatico; Guglielmo Zannuccoli, classe 1926, di Cesenatico Aguzzoni Amedeo, nato a Cesena l’08/12/1905, fascista repubblicano, appartenente alle Brigate nere. Arrestato, detenuto a Forlì; imputato davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì. Condannato. Sentenza annullata dalla Cassazione e rinvio per nuovo esame a Corte d’Assise di Perugia. Battistini Augusto, nato a Cesena il 14/08/1900, fascista repubblicano. Arrestato dai carabinieri nel giugno 1945, detenuto a Forlì e imputato davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì. Condannato. La Cassazione annullò la sentenza rinviando il procedimento alla Corte d’Assise di Perugia. Nuovamente condannato a pena detentiva, fu scarcerato nel 1952. Belli Agostino, nato a Cesena il 25/08/1903, fascista repubblicano, appartenente alle Brigate nere. Arrestato, detenuto a Forlì; imputato davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì. Condannato. Sentenza annullata dalla Cassazione e rinvio per nuovo esame a Corte d’Assise di Perugia. Casadei Egisto, nato a Cesena il 02/06/1907, fascista repubblicano, appartenente alle Brigate nere. Arrestato, detenuto a Forlì; imputato davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì. Condannato. Sentenza annullata dalla Cassazione e rinvio per nuovo esame a Corte d’Assise di Perugia. Matassoni Bruno, nato a Cesena il 20/04/1897, fascista repubblicano, appartenente alle Brigate nere. Arrestato, detenuto a Forlì; imputato davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì. Condannato. Sentenza annullata dalla Cassazione e rinvio per nuovo esame a Corte d’Assise di Perugia. Sandali Aderno, nato a Ferrara il 09/08/1912, fascista repubblicano appartenente alle Brigate nere. Arrestato, detenuto a Forlì; imputato davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì. Condannato. Sentenza annullata dalla Cassazione e rinvio per nuovo esame a Corte d’Assise di Perugia. Valducci Colombo, nato a Cesena l’08/04/1903, fascista repubblicano appartenente alle Brigate nere. Arrestato, detenuto a Forlì; imputato davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì. Condannato. Sentenza annullata dalla Cassazione e rinvio per nuovo esame a Corte d’Assise di Perugia. Valzania Attilio, nato a Cesena l’08/12/1918, fascista repubblicano appartenente alle Brigate nere. Arrestato, detenuto a Forlì; imputato davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì. Condannato. Sentenza annullata dalla Cassazione e rinvio per nuovo esame a Corte d’Assise di Perugia. Nell'ottobre successivo, a fronte dell'avanzata alleata, i nazifascisti abbandonarono in tutta fretta Cesena ritirandosi verso nord. I vertici del fascismo locale e la Brigata Nera "Capanni" si trasferirono così a Thiene, in provincia di Vicenza, dove continuarono la loro opera di repressione anti-partigiana. Pochi giorni dopo la Liberazione giunse a Thiene un gruppo di partigiani romagnoli che, una volta trovati nelle carceri locali alcuni membri della Brigata Nera cesenate, tra cui il capitano Garaffoni, li prelevò e li uccise per vendetta nei boschi circostanti. Diversi furono i fascicoli processuali aperti presso la Corte d'Assise Straordinaria di Forlì nei confronti degli esecutori dell'eccidio. La maggior parte dei responsabili furono accusati di collaborazionismo. Tuttavia, se il giudizio in primo grado aveva portato ad una condanna a trent'anni di reclusione per gli imputati, la quale verrà poi annullata da parte della Cassazione a seguito di un ricorso. La Suprema Corte, rilevata la mancata motivazione della condanna, rinviò il caso, per un nuovo giudizio, alla Corte d'Assise Straordinaria di Perugia. Il secondo giudizio si svolse nel 1948 e vide alla sbarra diciannove fascisti: tra questi, oltre i responsabili dell'eccidio di Ruffio, si aggiunsero altri fascisti cesenati riconosciuti quali esecutori di diverse stragi sempre nella città di Cesena (tra cui il rastrellamento di Ronta e Martorano del 29 aprile 1944; le uccisioni di San Giorgio del 22 agosto 1944; la strage della Rocca di Cesena del 3 settembre 1944). La Corte perugina condannò Battistini a 24 anni di reclusione, mentre gli altri furono condonati (non si conosce nel dettaglio le decisioni della Corte relativamente agli altri imputati). Sul luogo della strage è stata eretta nel dopoguerra una stele di marmo a ricordo dei Martiri del ponte di Ruffio. A Cesenatico vi sono due viali intitolati ad Arnaldo Gaza e Dino Ricci, mentre ad Igea Marina una via è stata dedicata a Tullio Giorgetti. 8ª Brigata Garibaldi "Romagna" Cesena

Strada statale 726 Tangenziale di Cesena

La strada statale 726 Tangenziale di Cesena (SS 726), già nuova strada ANAS 230 Secante di Cesena (NSA 230) e ancor prima in parte nuova strada ANAS 230 bis Tangenziale di Cesena (NSA 230 bis) e anche comunemente nota come Secante di Cesena, è una strada statale italiana che assolve al servizio di tangenziale della città di Cesena. È costituita da quattro corsie per nove chilometri e mezzo di lunghezza, da Case Missiroli a Torre del Moro, con lo scopo di alleggerire il traffico di attraversamento della città, gravante in precedenza sulla strada statale 9 Via Emilia. Il progetto ha avuto un costo di quasi 82 milioni di euro, finanziato in gran parte dall'ANAS, con soluzioni tecniche all'avanguardia messe a punto per la prima volta nel paese: la galleria Vigne, lunga 1,6 km, è un tunnel ecologico, in grado di tenere sotto controllo gas e polveri sottili sia all'interno che all'esterno e ha il primato di essere primo tunnel eco-compatibile costruito in Italia (il terzo in Europa). L'infrastruttura è suddivisa in tre lotti aperti in tre momenti diversi di cui il primo aperto (lotto I) corrisponde al tratto finale dell'arteria dallo svincolo Savio all'innesto sulla strada statale 3 bis Tiberina risale al luglio 1990. Il successivo tratto a essere inaugurato è il lotto III dallo svincolo Stadio all'innesto sulla strada statale 9 Via Emilia in data 23 febbraio 2004, provvisoriamente denominato nuova strada ANAS 230 bis Tangenziale di Cesena (NSA 230 bis). Il lotto II invece è stato inaugurato il 13 febbraio 2008. Con il completamento dell'arteria, la stessa venne provvisoriamente denominata nuova strada ANAS 230 Secante di Cesena (NSA 230) fino alla classificazione definitiva avvenuta nel 2012, col seguente itinerario "Innesto con la S.S. n. 9 (km 22+500) presso Cesena - Innesto con la S.S. n. 3 bis (km 225+445) presso Cesena". Cesena Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su strada statale 726 Tangenziale di Cesena

Liceo ginnasio statale Vincenzo Monti

Il Liceo ginnasio statale "Vincenzo Monti" è un liceo classico della città di Cesena, in provincia di Forlì-Cesena. Questo liceo è stato frequentato negli ultimi anni del 1800, da Renato Serra uno scrittore, critico letterario di Cesena famoso per aver scritto il libro Esame di coscienza di un critico letterario. Il 10 ottobre 1860 fu istituito il Regio Liceo Provinciale di Cesena, aperto agli studenti a partire dal 2 gennaio 1861, con 16 iscritti, e la sua prima sede fu presso il Ginnasio comunale. In seguito l'istituto fu trasferito in un edificio storico cittadino, opera di Filippo I Ghini, adiacente alla Biblioteca Malatestiana, nel centro cittadino. Qualche anno più tardi venne intitolato a Vincenzo Monti e intanto l'istituto fu sede di esame anche per alunni esterni. Nel 1911 venne celebrato il cinquantenario dell'Unità d'Italia (e del liceo) alla presenza di Gaspare Finali e del ministro della pubblica istruzione Luigi Credaro. Durante il periodo fascista vennero allontanati dall'istituto alcuni docenti invisi al regime. Durante la seconda guerra mondiale, con l'occupazione alleata dal 1944 al 1945, le sue aule divennero camerate per ospitare i soldati inglesi feriti. Dal 2008 il liceo ha cambiato sede, abbandonando quella storica occupata quindi dall'istituto della Biblioteca Malatestiana, e si è trasferito nel Cubo, una nuova struttura che condivide con l'istituto tecnico per geometri "Leonardo Da Vinci", in piazza Sanguinetti. Dopo pochi anni, il Leonardo Da Vinci ha dato spazio al liceo linguistico Ilaria Alpi. Alberto Gagliardo, La Scuola in camicia nera: la fascistizzazione della scuola italiana nella storia del liceo classico di Cesena, Cesena (Forli), il Ponte Vecchio, 2005, ISBN 88-8312-469-3, OCLC 493551601. Sito ufficiale, su liceomonticesena.edu.it.