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Stazione di Torino Vanchiglia

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Scalo Merci Vanchiglia
Scalo Merci Vanchiglia

La stazione di Torino Vanchiglia (meglio nota come scalo merci Vanchiglia) è stata un ampio scalo merci della città di Torino, posta al termine di una lunga trincea ferroviaria che si dirama dalla ferrovia Torino-Milano (nei pressi del parco Sempione) dagli inizi del Novecento. Si trova nel quartiere torinese di Barriera di Milano. Dismessa alla fine degli anni 1990 in seguito all'ampliamento dello scalo di Orbassano, la stazione è in attesa di riqualificazione tramite un progetto di recupero dell'area, progetto più volte rimandato nella fase esecutiva.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione di Torino Vanchiglia (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione di Torino Vanchiglia
Corso Novara, Torino Circoscrizione 6

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Corso Novara 119
10154 Torino, Circoscrizione 6
Piemonte, Italia
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Scalo Merci Vanchiglia
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Luoghi vicini

Teatro Ruggero Leoncavallo

Il Teatro Ruggero Leoncavallo, anche noto come Sala Polivalente Leoncavallo, è uno spazio della Città di Torino, nel quartiere Barriera di Milano (Circoscrizione VI). Il Teatro Ruggero Leoncavallo nasce negli spazi post-industriali della ex-Ceat, storica fabbria torinese (ora di proprietà indiana). La riconversione degli spazi industriali in luoghi di pubblico interesse è stata avviata nel 1995 e più volte rallentata per la necessità di compiere approfonditi lavori di bonifica ambientale. L'inaugurazione del complesso avvenne in più fasi: nel 1999 la sezione abitativa (160 alloggi di Edilizia popolare e 90 di edilizia convenzionata); nel 2005 l’assegnazione al gruppo Abele dello stabile un tempo utilizzato per gli uffici e la ristrutturazione del restante fabbricato sul fronte di via Leoncavallo per utilizzo come Sede decentrata dei Vigili Urbani, dell'Anagrafe, dei servizi assistenziali; nel 2007 vennero inaugurate la Sala polivalente e la Biblioteca civica intitolata a Primo Levi; nel 2012 il giardino retrostante. Nel 2013 la Circoscrizione 6 chiede al gruppo teatrale Barbari Invasori, guidato da Walter Revello, di creare una stagione teatrale permanente presso la sala polivalente: la scelta fu condizionata dalla costante attività del gruppo presso lo spazio, iniziata sin dal 2008 con l'istituzione di corsi professionali e di un centro prove teatrali. Nell'ottobre del 2013 venne inaugurato il progetto "Teatro Diffuso", che coinvolgeva differenti spazi in un'unica stagione teatrale: Teatro Araldo, Teatro Marchesa, Teatro del Pilone, Teatro Principessa Isabella e la sala polivalente che venne rinominata "Teatro Ruggero Leoncavallo". Negli anni seguenti, Barbari Invasori ha coinvolto il teatro nel progetto "Va tutto bene madama la Marchesa?", dedicato all'identità di genere. Attualmente il Teatro Leoncavallo comprende attività di pubblica utilità a servizio della cittadinanza. Scioltosi il gruppo Barbari Invasori nell'autunno 2014, la stagione teatrale è stata affidata al gruppo Babi che la cura tuttora sotto la direzione di Walter Revello.

Chiesa del Santissimo Nome di Gesù (Torino)
Chiesa del Santissimo Nome di Gesù (Torino)

La Chiesa del Santissimo Nome di Gesù è un edificio di culto cattolico nella città di Torino. Si trova nel quartiere Vanchiglietta, al confine (Corso Regina Margherita) col Borgo Vanchiglia. La sua parrocchia fa parte dell'Arcidiocesi di Torino. Ospita la Comunità Locale delle Suore missionarie di Maria Aiuto dei Cristiani, ed afferisce alla struttura la Comunità Locale delle Suore Carmelitane di Santa Teresa. La chiesa fu costruita per la Confraternita del Santissimo Nome di Gesù dopo la demolizione, nel 1885, della sua vecchia basilica (demolizione attuata per i lavori di Via Pietro Micca, nascente). Nel 1903/1904, a causa di crescenti difficoltà economiche, la confraternita cedette alla Curia la proprietà della chiesa, che venne trasformata in parrocchia. Nel 1926 fu innalzato il campanile su progetto dell’architetto Paolo Napione. Nel 1951 un ampliamento portò la navata unica (di ispirazione barocca) dell'originaria pianta, alle attuali tre, separate da arcate a tutto sesto su pilastri quadrati con lesene. Nel 1962 venne ridecorata la volta e rifatta la pavimentazione. La facciata, barocca, presenta due semicolonne cilindriche su cui poggiano statue dei santi Processo e Martiniano (ai quali era dedicata l'antica chiesa della confraternita). Il portale è decorato nella parte superiore con un bassorilievo raffigurante la presentazione di Gesù nel tempio, e sui lati con rami di palma ed emblema confraternale. La navata centrale ha una volta a botte, lunettata, mentre le navate laterali hanno volte a vela. Il soffitto della prima, affrescato da Nicola Arduino, venne restaurato da Pier Celestino Gilardi. Ai lati dell'altare maggiore in marmo si trovano le statue di due angeli scolpite da Giacomo Buzzi Reschini. Chiesa parrocchiale Edifici di culto a Torino Luoghi d'interesse a Torino Parrocchie dell'arcidiocesi di Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa del Santissimo Nome di Gesù https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/34178/Torino+%28TO%29+%7C+Chiesa+del+Santissimo+Nome+di+Ges%C3%B9 Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=34178 https://www.diocesi.torino.it/site/wd-annuario-enti/territorio-diocesano-1587637780/vicariato-territoriale-distretto-torino-citta-19214/unita-pastorale-n-16-santa-croce-14030/ss-nome-di-gesu-296/ https://www.museotorino.it/view/s/ad526b2cf31c4b228836ca07a3323780 http://www.comune.torino.it/circ7/pagine/eut/schede/SSGesu.htm

Chiesa di Santa Giulia (Torino)
Chiesa di Santa Giulia (Torino)

La chiesa parrocchiale di Santa Giulia (Santa Giulia di Corsica, vergine e martire) di Torino è un edificio religioso in stile neogotico, situato in borgo Vanchiglia, a pochi passi dal centro storico della città. Fu costruita per volontà della marchesa Giulia Falletti di Barolo, su progetto del 1862 dell'architetto Giovanni Battista Ferrante. A metà del XIX secolo, il borgo Vanchiglia di Torino, all'epoca in degrado e costantemente soggetto all'umidità del vicino fiume Po, era tuttavia in rapida espansione demografica, e gli allora abitanti decisero di voler edificare qui un luogo di culto. Nel 1854 poi, la città di Torino fu funestata da un'epidemia di colera, e questo accelerò i piani urbanistici di sanificazione, bonifica e riqualificazione strutturale dell'intero quartiere, compresa l'idea di costruire una chiesa, inizialmente dedicata a San Luca Evangelista. Nel 1855, fu quindi costituito un comitato di raccolta fondi, in parte già finanziato dal re Carlo Alberto di Savoia, poco prima del suo decesso. Tuttavia, i dissapori creatisi in città tra l'allora vescovo Luigi Fransoni e il re Vittorio Emanuele II di Savoia per l'appena deliberata Legge Siccardi, rallentarono tutto il progetto. Nemmeno i suggerimenti dell'allora famoso architetto vanchigliese Alessandro Antonelli (che aveva da poco terminato Casa Scaccabarozzi - la cosiddetta "Fetta di Polenta" - e Casa Antonelli, nelle vicinanze), su come limitare i costi del progetto, riuscirono a far decollare i cantieri. Si dovette aspettare il 1860, quando la marchesa filantropa Giulia Colbert Falletti di Barolo (1786-1864), che aveva più volte soccorso gli ammalati e i poveri ed aiutato economicamente borgo Vanchiglia insieme al marito, il marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo (morto nel 1838), diede una svolta decisiva al progetto di costruzione della chiesa, col vincolo stretto che fosse dedicata alla santa cui era devota, ovvero Giulia di Corsica, cartaginese del V secolo, Vergine e Martire in Corsica. Il terreno scelto fu quello al fondo di Via dei macelli, oggi via Giulia di Barolo. I lavori, sotto gestione di don Giacomo Trucchio, iniziarono nel 1863, su progetto di un giovane architetto, Giovanni Battista Ferrante (1834-1913). Purtroppo, la marchesa non riuscì a vederne la fine, poiché morì due anni prima del completamento dei lavori. La chiesa fu inaugurata il 23 giugno 1866, e il primo parroco fu Monsignor Maurizio Vigo. Nel 1899, le spoglie della marchesa Giulia di Barolo furono traslate dalla precedente tomba situata presso il vicino Cimitero monumentale di Torino e collocate presso questa chiesa, all'interno della lapide in pietra bianca che costituisce l'altare maggiore, ovvero dietro l'attuale altare. Il 21 gennaio 1991 fu avviata la causa di beatificazione della marchesa che, attualmente, gode del titolo di "serva di Dio"; il 5 maggio 2015 fu dichiarata "venerabile". Primo edificio in stile neogotico francese a Torino, molto gradito alla marchesa, essa occupa un intero isolato di borgo Vanchiglia, ovvero la Piazza Santa Giulia, che ospita anche un piccolo orto-mercato retrostante. La solenne facciata esterna si distingue per il contrappunto cromatico rosso. È caratterizzata da tre rosoni, il cui centrale presenta la scritta latina Absit gloriari nisi in cruce Domini Nostri Jesu Christi (di null'altro mi glorierò, se non della croce di Nostro Signore Gesù Cristo, Galati 6,14). Lungo tutta la facciata sono presenti quattro statue in marmo di Carrara che raffigurano, nell'ordine, San Carlo Borromeo, San Pietro, San Paolo e il Beato Sebastiano Valfrè. Nella lunetta che sovrasta il portale centrale, un bassorilievo di Giuseppe Albertoni, sempre in marmo di Carrara, raffigura la virtù della Fede. L'interno, con pianta a croce latina, presenta tre navate suddivise da alti colonnati. In fondo alla navata di destra, a destra dell'abside, fu ancora ricavato lo spazio per una Cappella, dedicata a Nostra Signora di Lourdes. In fondo alla navata sinistra invece, vi è l'accesso alla sacrestia e gli uffici; sempre Giuseppe Albertoni fu autore delle due sculture interne, raffiguranti i due coniugi Falletti, che furono poste sopra gli ingressi sia della sacrestia che della Cappella di Lourdes. Molti degli arredi interni, compreso il pulpito, furono inseriti successivamente al 1866, con l'intervento dei fratelli Levera, rinomati intagliatori che avevano bottega nella vicina via Tarino. Le alte vetrate furono realizzate su decori e disegni dei pittori milanesi Pompeo e Giuseppe Bertini; la vetrata tripartita centrale raffigura la santa che abbraccia la croce, circondata da schiere di angeli. Il trittico raffigurante Madonna con Bambino e santi fu opera di Domenico Cerruti (1865), mentre il crocefisso ligneo nel transetto sinistro fu opera di Giovanni Tamone (1866). Nell'anticamera della sacrestia, a sinistra dell'abside, è presente anche il secondo organo, mentre procedendo oltre la sala della sacrestia si accede alla segreteria parrocchiale e alla cosiddetta "Sala Gotica", usata per conferenze, quindi si procede verso agli alloggi dei sacerdoti. Nel matroneo absidale sinistro vi è l'organo a canne, costruito nel 1901 da Carlo Vegezzi-Bossi. Dotato di due manuali di 58 tasti e pedaliera di 27, è a trasmissione pneumatico-tubolare e consta di 27 registri. Viene regolarmente utilizzato per le celebrazioni festive domenicali. È stato restaurato dalla ditta Mascioni nei primi mesi del 2020. Tutta la struttura si completa con la sezione architettonica retrostante la chiesa, che ospita un piccolo chiostro interno, cintato dai già citati alloggi clericali e uffici parrocchiali, accessibili dall'ingresso laterale occidentale mentre, da quello orientale, è possibile invece accedere ai sotterranei, dove alloggia una moderna sala teatro. Il campanile è posto proprio all'interno, verso il retro, leggermente spostato verso est; la sua guglia, alta 32 metri, fu gravemente colpita da un fulmine nell’estate del 1982, quindi ristrutturato nel 1985. La marchesa Giulia di Barolo volle anche finanziare una struttura oratoriale a fianco della chiesa, situata oltre la parte occidentale dell'isolato stesso, all'angolo con via Balbo, progetto che però verrà realizzato molto più tardi, nel 1952. Le spoglie del marito della marchesa, Carlo Tancredi Falletti di Barolo, giunsero dal vicino Cimitero monumentale in questa chiesa soltanto nel 2013, e furono poste in una lapide che si trova nel transetto destro, a fianco del trittico. Nell'estate 1943, la chiesa fu bersaglio di due bombardamenti aerei durante la seconda guerra mondiale, fortunatamente con danni lievi. Il 6 febbraio 1960 invece, si svolsero qui i funerali del cantante torinese Fred Buscaglione, la cui casa era qui vicino, in via Bava 26/bis. Nel 1970, la parrocchia fu poi amministrata da Don Bernardino Reinero di Comunione e Liberazione, movimento cattolico che ne portò avanti la gestione fino al 2014, quando fu consegnata alla Fraternità sacerdotale dei missionari di San Carlo Borromeo. Nel 2022 fu attivato un innovativo sistema di raccolta delle elemosine tramite satispay. Juliette Colbert Architettura neogotica Edifici di culto in Torino Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Giulia Chiesa di Santa Giulia, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa di Santa Giulia, su Città e Cattedrali.

Chiesa di Maria Regina della Pace (Torino)
Chiesa di Maria Regina della Pace (Torino)

La chiesa di Maria Regina della Pace (o, come amichevolmente è chiamata dai parrocchiani, la "chiesa della Pace") è una chiesa parrocchiale, che si trova a Torino, nel quartiere Barriera di Milano (nella Circoscrizione 6): attualmente il territorio parrocchiale si estende lungo l'asse di corso Giulio Cesare, da via Monte Nero a via Cuneo e da piazza Bottesini a via Banfo; i residenti sono oltre 19.000. Intensamente desiderata e amorevolmente progettata da mons. Michele Mossotto, allora parroco della chiesa di San Gaetano da Thiene, nel quartiere Regio Parco, la chiesa iniziò a essere costruita il 10 marzo 1892, come cappella dedicata a san Benedetto da Norcia e alla regina della Pace. L'anno di inizio della costruzione non è casuale: coincideva infatti con il 50º anniversario della morte di Giuseppe Benedetto Cottolengo (allora non ancora proclamato santo), in cui onore il fondatore aveva intenzione di erigere un grande santuario. Alla costruzione della prima piccola chiesa si affiancò così il progetto della grande chiesa, i cui lavori di costruzione inizieranno cinque anni più tardi e procederanno alacremente. Già nel giugno 1901, con la solenne benedizione dell'arcivescovo Agostino Richelmy, fu inaugurata la nuova parrocchia di "Nostra Signora della Pace": un grandioso tempio dalla eclettica architettura bizantineggiante su un impianto a croce greca, le cui pareti erano man mano impreziosite da figure di santi, realizzate dallo stesso Mossotto. Nel 1912 anche il concerto di 20 campane, fornito dalla ditta Ottolina di Seregno, trovò dimora nel robusto campanile ottagonale, con terrazzo e cornicione, con graziose colonnine, coronando l'opera. Nonostante le alterne vicende vissute durante le lotte marxiste e la prima guerra mondiale la parrocchia, sempre guidata dal mons. Mossotto, era in breve tempo diventata centro di riferimento spirituale del quartiere. Quando il parroco Michele Mossotto morì, il 28 febbraio 1929, la popolazione, profondamente colpita, accorse numerosissima ai funerali dal Regio Parco e dalla Barriera di Milano. L'8 settembre 1929 entrò nella parrocchia di Nostra Signora della Pace la Congregazione degli oblati di Maria Vergine sotto la guida del superiore, padre Domenico Pechenino. Gli oblati in breve si accinsero non solo a completare l'opera materiale dell'illustre predecessore, ma soprattutto a organizzare le forze cattoliche secondo le precise direttive del papa, Pio XI: ne seguì un gran fervore della vita comunitaria, testimoniato dalla folta e devota partecipazione alla Festa Patronale della Madonna della Pace. Momento di vera crisi fu la seconda guerra mondiale: in Barriera di Milano molti furono i richiamati e tante le famiglie sfollate. Poi, alle quattro del mattino del 13 luglio 1943 un grande bombardamento si abbatté con violenza sulla città, su un'area comprendente i corsi San Maurizio, Regina Margherita e la Barriera di Milano. Il bilancio fu terribile: centinaia di vittime e decine di case distrutte e lesionate e anche la chiesa della Pace e gli adiacenti edifici parrocchiali furono gravemente danneggiati. Terminata la guerra, mentre in primo luogo si attese alla ricostruzione morale della parrocchia, s'iniziarono anche le opere di ricostruzione della chiesa parrocchiale, del campanile e della cupola, sotto lo sguardo del quarto parroco della chiesa: padre Giovanni Battista Fogliati. Un inizio di normalità fu il suono delle campane, rifuse e riposizionate, che salutarono la Pasqua del 1952. Le opere giunsero finalmente al termine nell'ottobre 1958. La chiesa aveva mutato radicalmente volto e decisamente si allineava fra le belle chiese di Torino. Nel 1964 fu costruito il grande organo, di tre tastiere, da Tamburini. A seguito del Concilio Vaticano II, ci furono altri lavori: l'area del presbiterio fu completamente rinnovata, per assumere l'aspetto che ha oggi. Nel 2018, i padri oblati hanno lasciato, dopo novant'anni di servizio, la parrocchia, che ora è retta dal clero diocesano. Arcidiocesi di Torino Parrocchie dell'arcidiocesi di Torino Barriera di Milano Edifici di culto a Torino Oblati di Maria Vergine Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Maria Regina della Pace Parrocchia Maria Regina della Pace di Torino., su facebook.com.

Corso Regina Margherita
Corso Regina Margherita

Corso Regina Margherita (anche noto in città semplicemente come Corso Regina) è una delle principali arterie stradali torinesi e costituisce il corso più lungo dell'intera città di ben 8 km insieme a Corso Francia. Intitolato alla regina Margherita di Savoia, prima regina d'Italia, il corso è stato tracciato nel XIX secolo, quando la città di Torino avviava la sua espansione oltre l'antico perimetro delle mura romane, cominciando il periodo dell'espansione industriale, terminato negli anni 1990. Esisteva già un antico viale prima del tracciato ed era chiamato "strada della circonvallazione" e poi Viale San Massimo e di Santa Barbara, a causa del nome di alcune sorgenti d'acqua presenti nella zona di Piazza della Repubblica. Corso Regina Margherita attraversa la città da est ad ovest, separando la zona Nord dal centro storico d'impostazione romana, in particolare delimitando il confine fra il quartiere Aurora (a nord) e il Centro storico della città (a sud). A partire dal lato est, ovvero dal fiume Po, il corso percorre il quartiere Borgo Vanchiglia / Vanchiglietta, lambisce alla sua sinistra i Giardini Reali e le Porte Palatine e, tramite un tunnel inaugurato nel giugno 2000, supera Piazza della Repubblica.Proseguendo in direzione ovest, attraversa il Rondò della Forca (dove fino al XIX secolo si eseguivano pubbliche impiccagioni e dove esiste dal 1961 un monumento dedicato a Giuseppe Cafasso, il cosiddetto "prete degli impiccati"), prosegue nel rione Valdocco e, superato corso Principe Oddone tramite un altro sottopasso, attraversa il quartiere San Donato, per poi costeggiare il lato nord del Parco della Pellerina e terminare il suo sviluppo nell'estremo ovest della città al confine comunale con Collegno. In corso Regina Margherita è ubicata la sede principale dei Vigili del Fuoco, che aveva la storica sede, dal 1883 al 1993, presso Piazza della Repubblica al civico 126; in seguito fu spostata all'altezza del civico 200, mentre negli ultimi anni è stata nuovamente trasferita presso una nuova struttura al civico 330. Il 27 ottobre 2016 il Comune ha intitolato un'area verde ai Vigili del Fuoco, di fronte alla ex-sede, dismessa, del civico 126. Al civico numero 242 aveva sede storica l'azienda dolciaria produttrice delle note Pastiglie Leone; il fabbricato è ora in fase di riconversione abitativa. La ditta di confetti e caramelle "Silvano Venchi & C." nacque nel 1878 in borgo Vanchiglia, ma nel 1905 venne deliberata la costruzione di un nuovo stabilimento in Corso Regina Margherita numero civico 16 (Vanchiglietta), di oltre 12.000 metri quadrati, per circa 500 operai. Un edificio industriale con uffici fu progettato nel 1907 dall'ingegnere Pietro Fenoglio (1865-1927), mentre le sopraelevazioni dei corpi laterali sono successive. Nel 1934 le due più grandi aziende dolciarie torinesi, "Venchi" e "Unica", quest'ultima nata nel 1924, si unirono in un unico marchio, "Venchi & Unica".Nel 1938 l'edificio venne espropriato dall'Esercito per fabbricare calzature e altri oggetti in cuoio.L'opificio militare fu bombardato la notte del 13 luglio 1943 da aerei inglesi con bombe di grosso e grossissimo calibro. A seguito del bombardamento, cinque locali a uso industriale furono completamente distrutti. Il resto, eccetto sei locali rimasti integri, fu gravemente sinistrato con crollo di muri e soffitti. Abbandonato dai militari di guardia tra il 9 e il 10 settembre 1943, in seguito allo sbandamento dell'esercito dopo l'armistizio, il deposito venne invaso dagli abitanti della zona, alla ricerca di vestiario, scarpe, coperte, stoffe, ormai introvabili dopo tre anni di guerra.Intorno a mezzogiorno dell'11 settembre, alcune pattuglie tedesche giunsero improvvisamente, sparando e lanciando granate sulla folla che stava svuotando l'Opificio: sul terreno rimasero nove morti e diciassette feriti. Oggi l'edificio è sede dell'Associazione Nazionale Bersaglieri, della Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia e della Associazione Nazionale Volontari di Guerra. Il corso è percorso da numerose linee di tram della rete urbana di trasporti, il 3, 4, 9, 15, 16 e da altre linee di autobus. L'arteria ospita in grandissima parte del suo tracciato sedi protette poste ai lati della carreggiata centrale, riservate alle motrici tranviarie e inaccessibili a mezzi privati e a tutti i trasporti su gomma, con l'unica eccezione degli incroci e alcuni tratti, dove sono presenti corsie preferenziali. La presenza di queste sedi protette incrementa la competitività del tram rispetto agli automezzi soprattutto in caso di grande affollamento nella carreggiata, aumentata dal fatto che non sono asfaltate (a differenza di corso Giulio Cesare e di corso Luigi Einaudi) non consentendo fisicamente l'accesso ad altri mezzi al di fuori del tram, ottimizzando così la velocità dei convogli e diminuendo il rischio di incidenti. Questa peculiarità tipica del corso è dovuta a un progetto risalente al 1982 come parte di una griglia di metropolitana leggera destinata a coprire le principali arterie cittadine, ma non è poi stata attuata negli altri corsi, se non in minima parte. A partire dal 1884 e fino al 1954 corso Regina Margherita fu percorso dai convogli della tranvia interurbana per Settimo Torinese Tranvia Torino-Settimo Torinese, mentre a partire dal 1927 e fino al 1940 in corso Regina Margherita faceva capolinea la tranvia interurbana per Chivasso e Brusasco. I lavori all'incrocio con corso Principe Oddone sono terminati nel giugno 2016; prima il sottopasso precedente era stato oggetto di lavori connessi al cantiere per il completamento dell'interramento della linea ferroviaria per Milano, in corrispondenza dell'incrocio con il suddetto corso. Il tratto è stato riaperto il 7 dicembre 2011 dopo un anno di lavori, che hanno visto la demolizione della vecchia struttura del 1927 e una nuova impermeabilizzazione del manto stradale. Dove, Come, Quando - Guida di Torino '98-99, Torino, Gruppi di Volontariato Vincenziano, 1997 Torri Rivella Ponte Regina Margherita (Torino) Vigili del Fuoco Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su corso Regina Margherita