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Municipalità 3 di Napoli

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Napoli Municipalità 3
Napoli Municipalità 3

La Municipalità 3 è uno dei 10 municipi in cui è suddiviso il comune di Napoli, istituiti il 10 febbraio 2005.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Municipalità 3 di Napoli (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Municipalità 3 di Napoli
Salita Moiariello, Napoli Municipalità 3

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 40.86329 ° E 14.255261 °
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Indirizzo

Istituto Nazionale di Astrofisica – Osservatorio Astronomico di Capodimonte

Salita Moiariello 16
80131 Napoli, Municipalità 3
Campania, Italia
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Numero di telefono

call+390815575111

Sito web
oacn.inaf.it

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Napoli Municipalità 3
Napoli Municipalità 3
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Luoghi vicini

Osservatorio astronomico di Capodimonte
Osservatorio astronomico di Capodimonte

L'Osservatorio astronomico di Capodimonte è la sezione napoletana dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, INAF, il principale ente italiano per la ricerca astronomica e astrofisica da terra e dallo spazio. L'Osservatorio di Napoli è impegnato nelle principali linee di ricerca della moderna astrofisica in collaborazione con le università e con altre istituzioni nazionali ed internazionali. A Capodimonte si studiano il Sole e il Sistema Solare attraverso l'analisi delle polveri cosmiche e la costruzione di strumenti per le principali missioni spaziali dell'ESA e dell'ASI. Con le osservazioni realizzate ai grandi telescopi dell'ESO, dislocati nel deserto di Atacama in Cile, si indaga la vita delle stelle, dalla loro formazione sino agli ultimi stadi evolutivi caratterizzati dalle grandi esplosioni di supernovae e di lampi gamma, questi associati, in qualche caso all'emissione di onde gravitazionali. Con le osservazioni dei satelliti si studiano le proprietà fisiche di oggetti estremi come le stelle di neutroni e i buchi neri, mentre con le ricerche sull'evoluzione e sulla dinamica delle galassie si comprendono le proprietà della materia oscura. Si progettano strumenti di nuova generazione per i grandi telescopi del futuro come E-ELT. L'Osservatorio di Napoli, la più antica istituzione scientifica partenopea, svolge anche un importante ruolo per la promozione e diffusione sul territorio della cultura scientifica e delle conoscenze astronomiche.

Chiesa di San Severo fuori le mura
Chiesa di San Severo fuori le mura

La chiesa di San Severo fuori le mura (meglio conosciuta come San Severo alla Sanità) è un'antica chiesa di Napoli e sorge in uno dei quartieri più popolosi del capoluogo campano (rione Sanità), in piazza San Severo a Capodimonte. Alla fine del IV secolo, il vescovo Severo, pose il suo sepolcro gentilizio sul sito dove poi vennero erette le sue catacombe. Quando le spoglie del vescovo vennero trasferite nella chiesa di San Giorgio Maggiore, la devozione popolare che circondava l'area cimiteriale andò via via a diminuire. La chiesa attuale fu eretta molto più in là, nel XVI secolo. Il tempio infatti fu costruito nel 1573 per volontà dell'arcivescovo Mario Carafa, che in seguito lo affidò ai conventuali. Nel 1680, i frati, inaugurarono un riassetto globale del complesso, attuarono dei rimaneggiamenti, mentre l'ampliamento venne affidato a Dionisio Lazzari. Nell'attiguo monastero Domenico Cimarosa mosse i primi passi nell'apprendimento della musica. La chiesa presenta una pianta a croce latina con tre cappelle per lato e transetto. A sinistra dell'atrio vi è una piccola cappella con un'antica statua del santo titolare. All'ingresso, su entrambi i lati, si trova un'acquasantiera con un angioletto in stucco che regge un drappo su cui è inciso lo stemma francescano. Sulle pareti laterali delle cappelle un ignoto pittore napoletano dell'Ottocento dipinse le immagini dei dodici apostoli su rame o a fresco. Nella prima cappella a destra si conserva una Pietà di Benedetto Torre, mentre nella seconda un'Annunciazione di Leandro Carcano. Nel braccio destro del transetto si ammira un pregevole altare in marmi policromi sovrastato da un Sant'Antonio in gloria di Antonio Cicalese. Sulla parete sinistra è collocata una Madonna del Rosario di Paolo de Matteis e su quella destra I Santi Pietro e Paolo di Pietro Lambertucci. Oltrepassata la balaustra, si accede all'area absidale con l'altare maggiore in marmi policromi, nel cui paliotto è incassato un Cristo Morto in stucco. Alle spalle ci sono, ai lati, due nicchie che accolgono le statue in stucco dei Santi Ludovico da Tolosa e Anselmo (attribuite alla mano di Giuseppe Scarola) e, al centro, la cona che racchiude una grande tavola di Dirk Hendricksz con la Madonna con il Bambino e i Santi Severo, Ludovico, Francesco e Antonio. Sopraelevato rispetto all'abside, è il coro dominato da un pregevole organo del 1780 dei fratelli Carlo e Nicola Mancini. Nel braccio sinistro del transetto si imbatte in un altro bell'altare in stucco che richiama i colori dei marmi policromi, sul quale campeggia un Miracolo delle Rose di ignoto pittore settecentesco. Accanto a questa tela, sulla destra, è murato uno splendido rilievo marmoreo di Girolamo D'Auria rappresentante la Madonna con il Bambino. Sulla parete destra è collocata una Visitazione di Paolo de Matteis, su quella sinistra I Santi Francesco e Rocco in estasi al cospetto della Madonna con il Bambino di Pietro Lambertucci. La terza cappella a sinistra permette di accedere alle eponime catacombe paleocristiane che conservano affreschi e resti lapidei del V-VII secolo. La seconda cappella contiene un Santo Vescovo in gloria della scuola di Luca Giordano (forse si tratta di Nicola Malinconico), mentre la prima un crocifisso ligneo dell'Ottocento. Adiacente alla chiesa è l'Oratorio della Confraternita dei Bianchi di Sant'Antonio col suo interno decorato da pregevoli stucchi e ben ventitré tele, molte delle quali sono state realizzate da importanti pittori locali (Luca Giordano, Andrea Vaccaro, Francesco Fracanzano, Giovan Battista Spinelli, Giacinto Diano, Michele Ragolia). Vincenzo Regina, Le chiese di Napoli. Viaggio indimenticabile attraverso la storia artistica, architettonica, letteraria, civile e spirituale della Napoli sacra, Newton e Compton editore, Napoli 2004. Chiese di Napoli Figlio Velato Rione Sanità Monumenti di Napoli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Severo fuori le mura

Chiostro dei Miracoli

Il chiostro dei Miracoli è uno dei chiostri storici di Napoli; è situato nel centro storico, nell'omonimo complesso religioso. Facente parte del monastero di Santa Maria della Provvidenza, fu edificato per volontà di Giovan Camillo Cacace che investì, quasi tutti i suoi averi monetari, nella costruzione di una cittadella religiosa per le francescane. Colpito dalla peste del 1656, le sue volontà furono comunque prese a cuore ed esaudite dall'ordine dei governatori del Pio Monte della Misericordia, il quale, immediatamente provvidero all'acquisto di un vecchio monastero. Esso fu ristrutturato secondo i dettami scritti nel testamento del Cacace, infatti, venne dotato di spazi ampi, austeri ed ariosi. Il vecchio monastero, che già era dotato di un piccolo chiostro, non venne distrutto o modificato da Francesco Antonio Picchiatti; questi, preferì costruirne un altro ben più grande e con 36 vaste arcate. Due lati del nuovo chiostro furono aperti a loggia, mentre, un fabbricato a due piani adibito a dormitorio, sovrastava i restanti corridoi. I lavori di ristrutturazione ed ingrandimento cominciarono nel 1663 e si conclusero nel 1675 (anno in cui il complesso fu affidato a Maria Agnese Caracciolo). In questo periodo, i suoi giardini erano molti coltivati, soprattutto l'area antistante la chiesa; in seguito, per via del terreno mal odorante (a causa del concime utilizzato) ben presto gli abitanti della zona si ribellarono a tal punto che le religiose furono costrette a sradicare tutti gli ortaggi. In seguito, il terreno fu donato ai cittadini che lo trasformarono in una piazza. Nel 1808, per via della soppressione degli ordini, il complesso fu riadattato ad orfanotrofio militare e i suoi pregevoli giardini coltivavano aranci, cedri, ecc.. Nel 1813, per volontà di Carolina Bonaparte, regina di Napoli e sorella di Napoleone, il chiostro grande fu adibito ad Educandato femminile Real Casa Carolina. In tempi recenti i chiostri sono stati utilizzati per luoghi di ricreazioni di alcuni edifici scolastici della zona. Oggi, risulta che il chiostro piccolo è usato come palestra, mentre, il chiostro grande, che attende la sua destinazione di uso, ha perso parte della sua struttura architettonica.

Chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci
Chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci

La chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci è una delle più belle chiese barocche di Napoli; si erge in via Veterinaria, nei pressi dell'Orto botanico. La chiesa ha assunto questo nome per la presenza della via crucis che veniva fatta sulla salita di via Michele Tenore dai Francescani Osservanti. La struttura religiosa è stata costruita assieme al Convento dei Francescani Osservanti, nel 1581. Dopo che venne attuata la riforma dell'ordine, il convento venne trasformato in un collegio e la riqualificazione della struttura venne affidata a Cosimo Fanzago; in seguito, questi provvide anche all'ammodernamento della chiesa. L'impianto della chiesa è tipicamente controriformistico, con una navata centrale e cappelle laterali. Sono da annoverare principalmente le pregevoli colonne in granito nell'atrio (provenienti dalla vicina basilica di San Giorgio Maggiore) e le varie opere scultoree del Fanzago. La facciata è caratterizzata da pregevoli marmi intagliati, bianchi e grigi e dai due angeli, molto probabilmente, anch'essi opera del Fanzago. L'intera struttura è stata restaurata dopo il terremoto del 1980, così come le opere pittoriche e scultoree collocate al suo interno. Vincenzo Regina, Le chiese di Napoli. Viaggio indimenticabile attraverso la storia artistica, architettonica, letteraria, civile e spirituale della Napoli sacra, Newton e Compton editore, Napoli 2004. Napoli Chiese di Napoli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci