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Chiesa di Santa Maria Maddalena ai Cristallini

Chiese dedicate a santa Maria MaddalenaChiese di NapoliPagine con mappeSenza fonti - chiese della CampaniaSenza fonti - luglio 2017

La chiesa di Santa Maria Maddalena ai Cristallini è un edificio di culto di Napoli, sito in via dei Cristallini, nel quartiere San Carlo all'Arena. La chiesa fu costruita nel 1851 per la Casa d'Asilo di santa Maria Maddalena, su strutture preesintenti di proprietà del Ritiro delle Pentite di San Raffaele a Materdei, grazie a donazioni private e spettacoli di beneficenza presso il Teatro San Carlo ed il Teatro del Fondo. La facciata principale è sormontata da un timpano triangolare ed è incorniciata da fascue a bugne grigie. Il portale, preceduto da una scala in piperno chiusa da un cancello, è sormontato da un timpano orizzontale con volute. L'interno è a navata unica con volta a botte e piccole cappelle laterali. L'altare maggiore era sormonato da una tela di Nicola La Volpe, ritraente la Maddalena, purtroppo trafugata molti anni fa; mentre la statua lignea ottocentesca dell'Addolorata è tornata in sede nel 2023. La chiesa fu gravemente dannaggiata da un bombardamento del 1943; gli interventi successivi ne hanno pesantemente modificato l'aspetto originario. Nel 2023 è stato portato a termine un totale rinnovamento dell'interno, allestito come un "set" di arte contemporanea grazie a un progetto voluta dalla Cooperativa La Paranza. Napoli Chiese di Napoli Monumenti di Napoli

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Chiesa di Santa Maria Maddalena ai Cristallini
Via Cristallini, Napoli Municipalità 3

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Luoghi vicini

Chiesa di San Severo fuori le mura
Chiesa di San Severo fuori le mura

La chiesa di San Severo fuori le mura (meglio conosciuta come San Severo alla Sanità) è un'antica chiesa di Napoli e sorge in uno dei quartieri più popolosi del capoluogo campano (rione Sanità), in piazza San Severo a Capodimonte. Alla fine del IV secolo, il vescovo Severo, pose il suo sepolcro gentilizio sul sito dove poi vennero erette le sue catacombe. Quando le spoglie del vescovo vennero trasferite nella chiesa di San Giorgio Maggiore, la devozione popolare che circondava l'area cimiteriale andò via via a diminuire. La chiesa attuale fu eretta molto più in là, nel XVI secolo. Il tempio infatti fu costruito nel 1573 per volontà dell'arcivescovo Mario Carafa, che in seguito lo affidò ai conventuali. Nel 1680, i frati, inaugurarono un riassetto globale del complesso, attuarono dei rimaneggiamenti, mentre l'ampliamento venne affidato a Dionisio Lazzari. Nell'attiguo monastero Domenico Cimarosa mosse i primi passi nell'apprendimento della musica. La chiesa presenta una pianta a croce latina con tre cappelle per lato e transetto. A sinistra dell'atrio vi è una piccola cappella con un'antica statua del santo titolare. All'ingresso, su entrambi i lati, si trova un'acquasantiera con un angioletto in stucco che regge un drappo su cui è inciso lo stemma francescano. Sulle pareti laterali delle cappelle un ignoto pittore napoletano dell'Ottocento dipinse le immagini dei dodici apostoli su rame o a fresco. Nella prima cappella a destra si conserva una Pietà di Benedetto Torre, mentre nella seconda un'Annunciazione di Leandro Carcano. Nel braccio destro del transetto si ammira un pregevole altare in marmi policromi sovrastato da un Sant'Antonio in gloria di Antonio Cicalese. Sulla parete sinistra è collocata una Madonna del Rosario di Paolo de Matteis e su quella destra I Santi Pietro e Paolo di Pietro Lambertucci. Oltrepassata la balaustra, si accede all'area absidale con l'altare maggiore in marmi policromi, nel cui paliotto è incassato un Cristo Morto in stucco. Alle spalle ci sono, ai lati, due nicchie che accolgono le statue in stucco dei Santi Ludovico da Tolosa e Anselmo (attribuite alla mano di Giuseppe Scarola) e, al centro, la cona che racchiude una grande tavola di Dirk Hendricksz con la Madonna con il Bambino e i Santi Severo, Ludovico, Francesco e Antonio. Sopraelevato rispetto all'abside, è il coro dominato da un pregevole organo del 1780 dei fratelli Carlo e Nicola Mancini. Nel braccio sinistro del transetto si imbatte in un altro bell'altare in stucco che richiama i colori dei marmi policromi, sul quale campeggia un Miracolo delle Rose di ignoto pittore settecentesco. Accanto a questa tela, sulla destra, è murato uno splendido rilievo marmoreo di Girolamo D'Auria rappresentante la Madonna con il Bambino. Sulla parete destra è collocata una Visitazione di Paolo de Matteis, su quella sinistra I Santi Francesco e Rocco in estasi al cospetto della Madonna con il Bambino di Pietro Lambertucci. La terza cappella a sinistra permette di accedere alle eponime catacombe paleocristiane che conservano affreschi e resti lapidei del V-VII secolo. La seconda cappella contiene un Santo Vescovo in gloria della scuola di Luca Giordano (forse si tratta di Nicola Malinconico), mentre la prima un crocifisso ligneo dell'Ottocento. Adiacente alla chiesa è l'Oratorio della Confraternita dei Bianchi di Sant'Antonio col suo interno decorato da pregevoli stucchi e ben ventitré tele, molte delle quali sono state realizzate da importanti pittori locali (Luca Giordano, Andrea Vaccaro, Francesco Fracanzano, Giovan Battista Spinelli, Giacinto Diano, Michele Ragolia). Vincenzo Regina, Le chiese di Napoli. Viaggio indimenticabile attraverso la storia artistica, architettonica, letteraria, civile e spirituale della Napoli sacra, Newton e Compton editore, Napoli 2004. Chiese di Napoli Figlio Velato Rione Sanità Monumenti di Napoli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Severo fuori le mura

Complesso dei Cinesi

Il complesso dei Cinesi è una struttura storico-religiosa di Napoli; è sita nel centro storico, nella omonima zona situata tra Capodimonte e il rione Sanità. Il complesso è formato da un collegio e da una chiesa monumentale. La struttura originaria era costituita da un palazzo civile; questo, nella prima metà del XVII secolo, venne trasformato in un monastero dedicato a santa Francesca Romana. Più tardi la chiesa venne ceduta dai padri olivetani a padre Matteo Ripa; costui, ritornato nel 1724 dalla Cina dove era stato missionario per 13 anni, volle che l'intero complesso venisse utilizzato come istituto d'educazione missionaria per i giovani cinesi che aveva riportato con sé da Pechino, con lo scopo di formare un clero autoctono da rimandare in Cina per evangelizzare quel popolo. Con soli cinque seminaristi nacque così il Collegio dei Cinesi. Il religioso, per l'istituzione del suo collegio, riuscì ad avere il pieno appoggio anche da papa Clemente XII, mentre, per quanto riguarda l'aiuto finanziario, venne pienamente aiutato da Carlo VI. Il complesso, con l'Unità d'Italia, fu denominato "Real Collegio Asiatico" e, in seguito, subì numerose altre vicende storiche: nel 1888 venne trasformato in Real Istituto Orientale di Napoli, nel 1897 fu trasformato in un collegio per ragazze orfane, nel 1910 fu aperto nella struttura l'ospedale Elena d'Aosta. La struttura ha subito anche varie trasformazioni architettoniche; ma, ancor oggi costituisce una pregevole testimonianza artistica ed architettonica, tra gli elementi architettonici di spicco vi è sicuramente l'androne caratterizzato da una grande volta affrescata del XVIII secolo, nel quale, inoltre, vi è lo stemma dell'istituto; da menzionare anche il mezzo busto di Matteo Ripa scolpito da Leonardo Di Candia. La chiesa della Sacra Famiglia dei Cinesi è stata inaugurata nel 1732 e rimaneggiata nel 1814. La sua facciata si svolge secondo due livelli posti orizzontalmente. Il primo, partendo dall'alto, è accompagnato da una finestra rettangolare immessa tra lesene composite e da un timpano triangolare. Il livello inferiore, è caratterizzato da un portale con timpano spezzato, al cui centro è presente un gran medaglione a volute. Il suo interno è formato da un'unica navata articolata mediante insoliti elementi architettonici, ovvero, da pareti laterali estremamente ricurve; il presbiterio, si conclude con abside e coro prospicienti l'altare maggiore. La cupola è accompagnata da un lanternino. I cherubini dell'altare maggiore, in commessa marmorea, sono di Angelo Viva. La tela sull'altare principale è di Antonio Sarnelli (1769). Vanno segnalate anche due tele della scuola di Francesco De Mura, quattro statue di santi in rame, eseguite su disegno di Francesco Solimena, e la Madonna della Misericordia in gesso di Stanislao Lista. Il bell'organo dei fratelli Mancini risale al 1792. Nella sagrestia vi sono anche opere scultoree del celebre Giuseppe Sammartino. Dopo una lunga fase di restauro, la chiesa è stata riaperta al pubblico nel giugno del 2018. Chiese di Napoli Rione Sanità La chiesa dei Cinesi a Napoli Archiviato l'11 agosto 2018 in Internet Archive.

Osservatorio astronomico di Capodimonte
Osservatorio astronomico di Capodimonte

L'Osservatorio astronomico di Capodimonte è la sezione napoletana dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, INAF, il principale ente italiano per la ricerca astronomica e astrofisica da terra e dallo spazio. L'Osservatorio di Napoli è impegnato nelle principali linee di ricerca della moderna astrofisica in collaborazione con le università e con altre istituzioni nazionali ed internazionali. A Capodimonte si studiano il Sole e il Sistema Solare attraverso l'analisi delle polveri cosmiche e la costruzione di strumenti per le principali missioni spaziali dell'ESA e dell'ASI. Con le osservazioni realizzate ai grandi telescopi dell'ESO, dislocati nel deserto di Atacama in Cile, si indaga la vita delle stelle, dalla loro formazione sino agli ultimi stadi evolutivi caratterizzati dalle grandi esplosioni di supernovae e di lampi gamma, questi associati, in qualche caso all'emissione di onde gravitazionali. Con le osservazioni dei satelliti si studiano le proprietà fisiche di oggetti estremi come le stelle di neutroni e i buchi neri, mentre con le ricerche sull'evoluzione e sulla dinamica delle galassie si comprendono le proprietà della materia oscura. Si progettano strumenti di nuova generazione per i grandi telescopi del futuro come E-ELT. L'Osservatorio di Napoli, la più antica istituzione scientifica partenopea, svolge anche un importante ruolo per la promozione e diffusione sul territorio della cultura scientifica e delle conoscenze astronomiche.