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Santuario di San Francesco da Paola (Genova)

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San Teodoro (Genova)
Genova San Francesco da Paola 03
Genova San Francesco da Paola 03

Il santuario di San Francesco da Paola si trova nel quartiere genovese di San Teodoro, su un colle a 132 m s.l.m. in posizione panoramica sulla città e sul porto. Chiamato anche "santuario dei Marinai", per la sua intitolazione al santo calabrese patrono dei naviganti, è oggi raggiungibile in automobile da via Bologna, ma il percorso più caratteristico è la salita San Francesco da Paola, un'ampia crêuza mattonata, con ai lati le stazioni della Via Crucis, aperta nell'Ottocento, che ha sostituito una precedente via ripida ed angusta, in parte corrispondente all'attuale salita del Passero.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Santuario di San Francesco da Paola (Genova) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Santuario di San Francesco da Paola (Genova)
Salita San Francesco da Paola, Genova San Teodoro

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 44.418283 ° E 8.913544 °
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Indirizzo

Monogramma del Cristo e mariano

Salita San Francesco da Paola
16127 Genova, San Teodoro
Liguria, Italia
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Genova San Francesco da Paola 03
Genova San Francesco da Paola 03
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Luoghi vicini

Chiesa di San Benedetto al Porto
Chiesa di San Benedetto al Porto

La Chiesa di San Benedetto al Porto (nome ufficiale Chiesa della Santissima Trinità e San Benedetto al Porto), è una chiesa del quartiere di San Teodoro di Genova, in Liguria, anticamente sede di un convento di Trinitari. Una chiesa dedicata a San Benedetto con annessa comunità di monache Cistercensi, è nominata in un documento dell’anno 1129. Il monastero di S. Benedetto è ritenuto il primo ad essere abitato in Genova dalle Cistercensi, che subentrarono alle monache benedettine del vicino monastero di Santa Maria delle Grazie di Fassolo. Verso la fine del Cinquecento le monache abbandonarono il complesso che fu affidato all’Ordine della Santissima Trinità per il riscatto degli schiavi. I trinitari furono chiamati a Genova da Zenobia del Carretto, moglie di Gianandrea Doria, erede del celebre ammiraglio Andrea Doria, che trasformò la chiesa nella cappella gentilizia della famiglia, che risiedeva nell'attigua Villa del Principe, ottenendo che fosse eretta in parrocchia nel 1596. Per volere dei Doria Il monastero e la chiesa furono ricostruiti tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento dall’architetto Andrea Ceresola detto il Vannone e da Gaspare Corte. Il convento fu demolito nel 1928 per l’apertura di Via Adua. La chiesa presenta una facciata a capanna, preceduta da un pronao con frontone triangolare su tre fornici ad arco. L'interno è a pianta centrale, con un presbiterio concluso da abside semicircolare. La chiesa ospita importanti dipinti, commissionati dalla facoltosa famiglia Doria, fra cui: La pala d'altare, con la Santissima Trinità e i santi Rocco e Maria Maddalena con Gianandrea Doria e Zenobia del Carretto, opera di Cesare e Alessandro Semino tela di Giovanni Andrea De Ferrari (1592-1669), con Santi Trinitari che adorano la Madonna del Rimedio Miracolo di S. Benedetto di Domenico Cresti, detto il Passignano quattro tele, due per lato, poste a fianco dell’Altare maggiore, raffiguranti i Santi Cecilia, Pietro, Paolo ed il Re Davide, opere di Benedetto Brandimarte, pittore manierista di Lucca. Originariamente queste tele costituivano le ante dell'organo Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Benedetto al Porto Chiesa di San Benedetto al Porto, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Sito web ufficiale, su chiesadigenova.it.

Dinegro (metropolitana di Genova)
Dinegro (metropolitana di Genova)

Dinegro è una stazione sotterranea della metropolitana di Genova. È sita in località San Teodoro, sotto l'omonima piazza da cui prende il nome, in prossimità della Villa Di Negro Rosazza dello Scoglietto e non lontana dal Matitone (nel quartiere direzionale di San Benigno). In superficie sono presenti interscambi con numerose linee di autobus e filobus. Nei pressi è situato anche il terminal traghetti. Iniziata nel 1986, fu inaugurata il 13 giugno 1990 insieme alla stazione di Brin, con cui costituiva la prima tratta della linea di metropolitana del capoluogo ligure, a due sole fermate. Rimase capolinea per due anni, fino all'apertura della successiva fermata di Principe, attivata il 13 luglio 1992. Nell'ambito del progetto "La tua metropolitana", la stazione è stata soggetta a lavori di riqualificazione ed ammodernamento estetico, effettuato da parte dello sponsor COOP. Al termine dei lavori è stata riattivata la scala mobile ferma da tempo, dotata di copertura . Secondo le intenzioni del comune, in un prossimo futuro Dinegro potrebbe diventare stazione di origine di una diramazione verso la zona Fiumara, ad oggi in fase di progetto. Progettata dall'architetto genovese Renzo Piano, la stazione Dinegro fu costruita deviando il percorso originario della galleria Certosa (che sbucava in Via Venezia) più verso mare, nella zona dei vecchi magazzini portuali sotterranei di Via Buozzi. La struttura è a due banchine laterali. Sulla banchina nord sostano i treni diretti a Certosa, su quella sud sostano i treni diretti a Brignole. I binari sono localizzati a una profondità di circa 5 metri sotto il piano stradale e meno di 1 metro sopra il livello del mare. Nel 1990, con l'entrata in servizio dei primi 6 convogli, nella zona sud ed est della stazione venne allestito il deposito e il polo manutentivo (essendo Brin sprovvista degli spazi necessari). Tale deposito è stato rimodernato ed ampliato tra il 2011 e il 2017 e ospita tuttora le 25 unità rotabili della linea. La stazione è dotata di un parcheggio di interscambio allo scoperto da 170 posti, inaugurato nel 2019. Dispone di quattro accessi pedonali: quello principale è sito in piazza Dinegro, il secondo poco distante, accanto alla fermata dei bus, costituito da una scala mobile scoperta; l'assenza di una copertura ha negli anni causato guasti, accumuli di acqua e sporcizia, tanto che la scala, diventata inaccessibile nei giorni di pioggia, venne chiusa al pubblico nel 2015 e riaperta nel 2021 dopo essere stata sostituita e coperta integralmente da una struttura in muratura e pannelli vetrati. Il terzo ed il quarto accesso inizialmente non erano presenti: da quel lato era stata prevista solo un'uscita di emergenza, di fatto mai utilizzata. Durante i lavori per il deposito e per il nuovo parcheggio, il lato sud di via Buozzi venne completamente modificato: marciapiede più largo, una pista ciclabile e una fermata aggiuntiva per gli autobus, rendendo così necessaria la realizzazione di un ulteriore accesso lato mare. Nel 2017 vennero quindi aperti due ingressi (uno a levante e uno a Ponente) e un nuovo ascensore, collegando via Buozzi ai due sottopassi della stazione. La stazione è stata sottoposta ad ammodernamento tecnico, comprendente la manutenzione dei binari, la sostituzione degli impianti di segnalamento e automazione del deposito. Nel 2023 è stato sostituito l'armamento e sono stati rifatti alcuni tratti del sedime in cemento armato. La stazione di Dinegro è inoltre predisposta per un ulteriore proseguimento della linea verso il quartiere di Sampierdarena. La banchina sud permette l'accesso da entrambi i lati ed il terzo binario presente in stazione, ora utilizzato per operazioni di servizio, è stato costruito per permettere quest'estensione. Metropolitana di Genova Renzo Piano San Teodoro Villa Di Negro Rosazza dello Scoglietto Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Dinegro Sito ufficiale AMT Genova, su amt.genova.it. Metrogenova - Sito indipendente su metropolitana e trasporto pubblico genovese, su metrogenova.com.

Villa Di Negro Rosazza dello Scoglietto
Villa Di Negro Rosazza dello Scoglietto

Villa Di Negro Rosazza detta "dello Scoglietto" o "lo Scoglietto" è una villa di Genova, situata in piazza Dinegro 3, nel quartiere di San Teodoro, municipio II Centro-Ovest. Fu realizzata nel 1565 per il Doge Ambrogio Di Negro o per suo figlio Orazio in una zona che, a quel tempo, si trovava al di fuori delle mura cittadine, in posizione panoramica sul mare. Passata alla famiglia Durazzo, fu rimaneggiata in stile neoclassico alla fine del Settecento dall'architetto Tagliafichi. Nell'Ottocento, la costruzione della linea ferroviaria Torino-Genova ne compromise l'integrità del parco e portò alla costruzione di nuove rampe d'accesso al piano stradale. Denominata "lo Scoglietto" dal colle ad ovest della città alle pendici del quale fu costruita, villa Rosazza conserva tuttora i caratteri tipici di villa litoranea, edificata tra il mare e il grande parco sul colle retrostante, nonostante il deciso mutamento del tessuto urbanistico nel quale è inserita. Oggi di proprietà del Comune di Genova, è collegata ad un parco storico ad uso pubblico di circa 14.000 m². La villa si trova in prossimità della stazione della metropolitana Dinegro. La villa fu commissionata nel XVI secolo dal doge Ambrogio Di Negro o per suo figlio Orazio nella zona di Fassolo — a quel tempo ubicata al di fuori delle mura cittadine — ove la famiglia Di Negro già dall'inizio del Quattrocento possedeva una villa suburbana. Passata alla famiglia Maniero, quindi ai Durazzo, la villa fu completamente restaurata nel 1787 dall'architetto genovese Emanuele Andrea Tagliafichi per incarico di Gian Luca Durazzo, e assunse le attuali forme neoclassiche. L'edificio originario, con logge angolari, fu mutato soprattutto all'esterno e decorato a bugnato, timpani e statue terminali. Nell'Ottocento la villa ospitò personaggi illustri, quali Carolina di Brunswick sposa di Giorgio IV d'Inghilterra (1815), papa Pio VII (1836), Honoré de Balzac e Lorenzo Pareto. Passata alla famiglia Rolla Rosazza, fu in seguito acquisita dal Comune di Genova. La collocazione originaria è oggi sensibilmente mutata a causa degli interventi di urbanizzazione che, a partire dal piano urbanistico del 1816, hanno interessato la zona. In particolare, la costruzione della linea ferroviaria Torino-Genova e della strada costiera (oggi via Milano) nella seconda metà dell'Ottocento ha causato la pesante mutilazione dei terrazzamenti a giardino sul lato a mare. In quell'occasione, furono costruiti una doppia scala e un sottopasso per permettere l'attraversamento della strada ferrata e collegare la villa alla nuova viabilità. I terrazzamenti a monte e il grande parco, invece, rimasero intatti e, restaurati nel 2015, oggi sono aperti al pubblico. L'originaria fisionomia della villa cinquecentesca, ricostruibile da una stampa del XVIII secolo, presentava due logge laterali al piano nobile e una facciata con motivi architettonici e grandi figure, attribuite dal Ratti nel 1780 e dall'Alizeri nel 1846 a Giovanni Andrea Ansaldo. Dopo il restauro settecentesco, la facciata presenta un timpano neoclassico con putti scolpiti da Nicolò Stefano Traverso, con un neoclassicismo formale ma articolato dall'alternarsi dei volumi. Internamente, la pianta irregolare a "U" articolato, porta ad una distribuzione atipica, con l'atrio non in posizione centrale. La decorazione interna conserva elementi originali cinquecenteschi della villa dei Di Negro, affiancati da motivi settecenteschi. Della villa cinquecentesca rimangono i portali in ardesia, la volta del salone centrale del piano nobile raffigurante le imprese del doge Ambrogio Di Negro contro i Corsi, e le decorazioni a grottesche delle altre sale. Gli elementi decorativi settecenteschi, invece, traspaiono nei motivi a stucco e nelle dorature. Il parco della villa, organizzato dall'architetto Tagliafichi nel Settecento, si sviluppava verso il mare con terrazzamenti ormai perduti. A livello del piano nobile si trova un monumentale ninfeo con decorazioni a mosaico polimaterico. Il parco, seppur ridotto, continua nella parte posteriore della villa, sulla collina. La disposizione originale è documentata dal Gauthier. Lauro Magnani, Villa Rosazza (lo Scoglietto), Guide di Genova n. 69, Sagep Editrice, 1978. Catalogo delle Ville Genovesi, Italia Nostra, Genova 1967, p. 64-71. Guida d'Italia Liguria, Touring Club Italiano, 2009, p. 173. Le Ville del Genovesato, SAGEP, 2008. Federico Alizeri, Guida artistica per la città di Genova, Genova 1846. Martin-Pierre Gauthier, Les plus beaux edifices de la ville de Genes, Paris, 1832, Ville di Genova Di Negro (famiglia) Durazzo (famiglia) San Teodoro (Genova) Dinegro (metropolitana di Genova) Wikiquote contiene citazioni di o su Villa Di Negro Rosazza dello Scoglietto Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa Di Negro Rosazza dello Scoglietto Villa Di Negro Rosazza "Dello Scoglietto", su catalogo.beniculturali.it.