place

Chiesa di Santa Maria la Palma

Chiese dedicate a MariaChiese sconsacrate di Napoli
Maria Rif
Maria Rif

La chiesa di Santa Maria la Palma (o Santa Maria della Libera ai Ferri Vecchi) è un'antica chiesa di Napoli, sita in via Ferri Vecchi, al Pendino. La chiesa fu fondata agli inizi del XIV secolo dalle abbienti famiglie napoletane dei Lanzalogna e dei Barbato, che la dedicarono alla Madonna della Libera, su un preesistente luogo di culto che la tradizione vuole donato dal console romano Anicio Equitio, padre di San Mauro, a san Benedetto. Nel 1561 la rettoria della chiesa fu assegnata all'Ospedale degli Incurabili. L'edificio fu restaurato nel 1583; l'altare maggiore fu rifatto in forme rococò nel 1751. Di interesse archeologico ed epigrafico un'iscrizione marmorea, a sinistra della navata, riguardante i giochi gladiatori che si tenevano nella zona della Porta Carbonara. L'edificio è stato chiuso al culto per diversi decenni; attualmente la curia l'ha ceduto in comodato a un'associazione di volontariato per l'accoglienza ai senzatetto.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di Santa Maria la Palma (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di Santa Maria la Palma
Vico San Raimo, Napoli Pendino

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Collegamenti esterni Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Chiesa di Santa Maria la PalmaContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 40.848885 ° E 14.25974 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Santa Maria la Palma

Vico San Raimo
80138 Napoli, Pendino
Campania, Italia
mapAprire su Google Maps

linkWikiData (Q3674159)
linkOpenStreetMap (269643621)

Maria Rif
Maria Rif
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Archivio di Stato di Napoli
Archivio di Stato di Napoli

L'Archivio di Stato di Napoli è un ufficio periferico del Ministero della cultura, che provvede alla conservazione, alla tutela e alla promozione del patrimonio documentario e ne favorisce la fruizione da parte degli studiosi e dei cittadini. L’Istituto esercita inoltre la sorveglianza sugli archivi degli uffici periferici dello Stato che hanno sede nella provincia di Napoli. Fondato nel 1808, dal 1845 ha sede nel complesso monumentale dei Santi Severino e Sossio. Con i suoi quattro piani e i suoi depositi di oltre settanta chilometri lineari di documenti, l’Archivio napoletano rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per la ricerca nel settore della storia medievale, moderna e contemporanea d’Italia e d’Europa, nonché in maniera precipua, della storia del Meridione d’Italia. Uno dei fondi più preziosi e ricco di notizie è quello degli archivi dei notai, con i protocolli rogati fra il XV e il XIX secolo. Acquisiti più recentemente, gli archivi privati dell’intellettuale Paolo Ricci, della scrittrice Annamaria Ortese e dell’architetto Luigi Cosenza, conservato presso la Sede sussidiaria di Pizzofalcone. Di particolare interesse è, inoltre, l’Archivio Borbone acquistato nel 1951, che ha integrato la documentazione di Casa Reale andata parzialmente distrutta nel 1943 durante la guerra. Pezzi preziosi dell’Archivio: il Codice di Santa Marta, fogli di pergamena miniati con gli stemmi dei sovrani e dei membri delle famiglie più notevoli del Regno; la raccolta di sigilli e matrici e la Carta lapidaria, un documento dell’VIII secolo inciso su marmo, recuperato in una campagna presso Cuma.