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Chiesa di San Severo al Pendino

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Napoli 1030762
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La chiesa di San Severo al Pendino è una chiesa monumentale di Napoli, attualmente gestita dal Servizio Cultura del Comune di Napoli ed utilizzata come spazio per esposizioni e la cultura.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di San Severo al Pendino (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di San Severo al Pendino
Via Duomo, Napoli Pendino

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 40.849155 ° E 14.260505 °
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Indirizzo

Chiesa di San Severo al Pendino

Via Duomo
80138 Napoli, Pendino
Campania, Italia
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Napoli 1030762
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Archivio di Stato di Napoli
Archivio di Stato di Napoli

L'Archivio di Stato di Napoli è un ufficio periferico del Ministero della cultura, che provvede alla conservazione, alla tutela e alla promozione del patrimonio documentario e ne favorisce la fruizione da parte degli studiosi e dei cittadini. L’Istituto esercita inoltre la sorveglianza sugli archivi degli uffici periferici dello Stato che hanno sede nella provincia di Napoli. Fondato nel 1808, dal 1845 ha sede nel complesso monumentale dei Santi Severino e Sossio. Con i suoi quattro piani e i suoi depositi di oltre settanta chilometri lineari di documenti, l’Archivio napoletano rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per la ricerca nel settore della storia medievale, moderna e contemporanea d’Italia e d’Europa, nonché in maniera precipua, della storia del Meridione d’Italia. Uno dei fondi più preziosi e ricco di notizie è quello degli archivi dei notai, con i protocolli rogati fra il XV e il XIX secolo. Acquisiti più recentemente, gli archivi privati dell’intellettuale Paolo Ricci, della scrittrice Annamaria Ortese e dell’architetto Luigi Cosenza, conservato presso la Sede sussidiaria di Pizzofalcone. Di particolare interesse è, inoltre, l’Archivio Borbone acquistato nel 1951, che ha integrato la documentazione di Casa Reale andata parzialmente distrutta nel 1943 durante la guerra. Pezzi preziosi dell’Archivio: il Codice di Santa Marta, fogli di pergamena miniati con gli stemmi dei sovrani e dei membri delle famiglie più notevoli del Regno; la raccolta di sigilli e matrici e la Carta lapidaria, un documento dell’VIII secolo inciso su marmo, recuperato in una campagna presso Cuma.