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Chiesa di Santa Passera

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Q11 Portuense S. Passera 01
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La chiesa di Santa Passera è una chiesa romana risalente agli inizi del V secolo, ristrutturata e ampliata nel XIV secolo, edificata sui resti di un mausoleo romano e di una cripta risalenti alla seconda metà del II secolo. L'origine del nome della chiesa, ubicata nel quartiere Portuense di Roma, è incerta poiché non è mai esistita una santa di nome "Passera".

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Chiesa di Santa Passera
Vicolo di Santa Passera, Roma Municipio Roma XI

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N 41.858598 ° E 12.460197 °
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Santa Passera

Vicolo di Santa Passera 1
00146 Roma, Municipio Roma XI
Lazio, Italia
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Q11 Portuense S. Passera 01
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Luoghi vicini

Chiesa della Sacra Famiglia (Roma)
Chiesa della Sacra Famiglia (Roma)

La chiesa della Sacra Famiglia è un luogo di culto cattolico di Roma, nel quartiere Portuense, in via Filippo Tajani. È stata costruita nel XX secolo su progetto degli architetti Mario Paniconi e Giulio Pediconi, ed inaugurata nel 1978. La chiesa, visitata da Giovanni Paolo II il 14 febbraio 1994, è sede della parrocchia omonima “a via Portuense”, istituita dal cardinale vicario Francesco Marchetti Selvaggiani il 14 agosto 1932 con il decreto Cum sanctissimus dominus. La cura della chiesa è affidata alla Congregazione della Sacra Famiglia di Bergamo. La chiesa è a pianta circolare ed è affiancata da un curioso campanile progettato dall'architetto Gian Franco Filacchione (1987) in struttura metallica sotto il quale vi è una porta in ferro che introduce al giardino giochi. Nel lato sud è stato costruito nel 2009 un piccolo orologio solare a ore astronomiche, dipinto con colori per esterno da Marco Agrillo. All'interno l'ampio presbiterio è dominato da un grande crocifisso su pannello rosso, ove sono raffigurati i simboli dei quattro evangelisti ed episodi dell'ultima cena e della passione di Gesù realizzato dall'artista Ennio Tesei (1979). Al lato destro del suddetto crocifisso vi è una pala d'altare raffigurante la Sacra Famiglia di Nazareth di Gian Franco Filacchione (2009). Sul lato opposto dell'altare maggiore, dietro lo spazio del fonte battesimale, si trova un pannello polimaterico di soggetto astratto realizzato dall'artista Fernanda Tollemeto (1992) e intitolato Ogni giorno rinasco ed è sempre la prima volta, e alla sua sinistra vi è un bel dipinto di Maria con Gesù bambino in braccio di attribuzione incerta (XIX secolo). La via Crucis, in formelle quadrate di bronzo, attorno all'aula circolare della chiesa è opera dell'artista Paola Di Gregorio (2000). Nella parte opposta del presbiterio vi è la cappella feriale decorata con icone di stile bizantino ad opera di padre Cesar Hernandez della Congregazione della Sacra Famiglia.

Crollo di via di Vigna Jacobini 65 a Roma
Crollo di via di Vigna Jacobini 65 a Roma

Il crollo del palazzo di Via di Vigna Jacobini 65 avvenne a Roma la notte del 16 dicembre 1998. Nel disastro morirono 27 delle 38 persone residenti nello stabile. Lo stabile n. 65 di Via di Vigna Jacobini nel quartiere Portuense a Roma era un edificio di 5 piani costruito nel 1957 e ristrutturato tra il 1992 e il 1993. Alle 3:06 di mercoledì 16 dicembre 1998 il palazzo crollò improvvisamente senza segni premonitori lasciando a terra vari cumuli di macerie. I soccorritori arrivano dopo circa mezz’ora, allertati dalle persone residenti nelle vicinanze. Fin da subito si venne a sapere che sotto le macerie erano presenti quasi 30 persone e che c’erano anche dei bambini, per questo non furono usate scavatrici. Alla fine furono estratti dalle macerie solo 2 superstiti che verranno ricoverati in ospedale in gravi condizioni mentre vi furono 27 morti. I funerali di 13 vittime si svolsero in forma pubblica il 22 dicembre successivo alla presenza del presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro e dei presidenti di Camera e Senato. L'esequie delle restanti 14 vittime furono svolte in forma privata. Il procedimento penale ha accertato che il crollo dell'edificio fu causato da errori progettuali (sottodimensionamento dei pilastri) e dalla scarsa qualità ed estrema disomogeneità del calcestruzzo. Si è inoltre proceduto nei confronti del responsabile della tipografia, che era installata nel piano seminterrato, in ragione dei possibili effetti prodotti dai macchinari sull'ambiente circostante (in particolare si è ipotizzato che le macchine tipografiche avessero determinato un clima caldo e asciutto, nocivo per il calcestruzzo). Dopo due annullamenti della Corte di Cassazione, il procedimento penale si è concluso nel 2019 con sentenza di assoluzione dell’unico imputato perché il fatto non sussiste, pronunciata dalla Corte di appello di Roma su richiesta conforme della Procura generale. È stato quindi riconosciuto che l’attività tipografica non ebbe alcun effetto nocivo sulla struttura dell’edificio. Tra parentesi l'età: Fabio Biancalana (34) Claudia Cancellieri (1) Claudio Cancellieri (34) Giulia D'Ercole (72) Fernanda De Angelis (64) Edoardo De Michelis (4) Iacopo De Michelis (1) Roberto De Michelis (45) Alessio Fioravanti (4 mesi) Stefano Fioravanti (34) Giuliano Fumaselli (55) Massimiliano Fumaselli (23) Stefano Fumaselli (30) Veronica Gentili (28) Elisa Giuli (74) Giordano Gori (3) Giorgia Gori (8) Giuliano Gori (34) Filippo La Mantia (74) Vincenzo Lella (69) Rosa Magnoli (50) Iolanda Matarazzo (35) Maria Simonetta Micheli (32) Angela Palermo (68) Giovanna Picone (38) Giuliano Romani (38) Elisa Tosti (37) Il 10 maggio 2022 l’Assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor, ha annunciato che la Commissione Consultiva di Toponomastica ha espresso parere favorevole in merito all'intitolazione del giardino di Piazza Piero Puricelli, nel quartiere Portuense, alle vittime del crollo di Via di Vigna Jacobini 65. In seguito, la Giunta capitolina con la deliberazione n. 180 del 27 maggio 2022 ha approvato la nuova denominazione. Il 16 dicembre 2022, in occasione del ventiquattresimo anniversario del crollo della palazzina, alla presenza del Sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, del Presidente del Municipio Roma XI, Gianluca Lanzi, e dei famigliari delle vittime, a Piazza Piero Puricelli si è tenuta la cerimonia di inaugurazione della targa toponomastica “Giardino Vittime di Via di Vigna Jacobini”. Poco dopo il tragico evento Roma si dotò del Fascicolo di fabbricato, un documento che doveva servire a tenere sotto controllo lo stato di salute di tutti gli immobili della capitale. Un documento che poi venne fatto proprio anche da altri comuni e regioni, ma poi cancellato pochi anni dopo. Crollo di viale Giotto 120 a Foggia Cedimento strutturale

Chiesa del Santo Volto di Gesù
Chiesa del Santo Volto di Gesù

La chiesa del Santo Volto di Gesù è una chiesa di Roma, nel quartiere Portuense, in via della Magliana. Essa rappresenta uno dei più riusciti esempi di architettura religiosa moderna a Roma, paragonabile ad altre chiese contemporanee, quali la chiesa di Dio Padre Misericordioso di Richard Meier e la chiesa di San Francesco di Sales di Lucrezio Carbonara. È stata costruita, su progetto degli architetti Piero Sartogo e Nathalie Grenon, tra il 2003 ed il 2006. L'inaugurazione è avvenuta sabato 18 marzo 2006. Al completamento dell'edificio hanno contribuito altri artisti contemporanei, tra cui Mimmo Paladino, che ha realizzato la Via Crucis composta di formelle di ceramica smaltata; Eliseo Mattiacci, autore della grande croce esterna; Carla Accardi, che ha realizzato una vetrata di contenuti astratti, che divide la cappella del Santissimo Sacramento dall'aula liturgica; Chiara Dynys, autrice di una composizione scultorea luminosa, che riprende una frase di sant’Agostino. Caratterizzano la chiesa, inoltre, una grande semi-cupola che poggia direttamente sull'edificio e non su un tamburo (tipico delle moschee musulmane); un grande rosone-vetrata, che illumina l'interno dell'aula liturgica; ed un ampio sagrato a forma di “V”, nel cui vertice è collocata la croce di Mattiacci: La chiesa è sede parrocchiale, eretta con il nome di Parrocchia di San Massimiliano Kolbe il 28 ottobre 1985 con decreto del cardinale vicario Ugo Poletti e rinominata col nome attuale il 14 febbraio 2001 con decreto del cardinale vicario Camillo Ruini.

Istituto nazionale per le malattie infettive
Istituto nazionale per le malattie infettive

L'Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani (INMI "Lazzaro Spallanzani" IRCCS) è un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, sito a Roma in via Portuense, 292. L'ospedale Lazzaro Spallanzani fu fondato nel 1936 e fu destinato alla prevenzione, diagnosi e cura delle malattie infettive, occupando con i suoi 15 padiglioni un'area di 134000 m² all'interno dell'ospedale San Camillo, fondato nel 1929. Nel corso degli anni '30 fu aperta una sezione dedicata alla cura e alla riabilitazione per i malati di poliomielite, mentre negli anni '70 l'Istituto si concentrò sul contrasto all'epatite B, che rappresentò un punto di partenza verso una maggiore competenza nel campo dell'epatite virale acuta e cronica. A partire dal 1980 rappresenta uno dei maggiori centri per l'assistenza e la ricerca sulle infezioni causate dal virus HIV. Un'espansione del complesso si ebbe nel 1991 mentre nel 1996 il Ministero della salute ha riconosciuto lo Spallanzani come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS). Nei primi anni 2000 il Ministero identificò l'ospedale come polo nazionale contro il bioterrorismo e specializzato nel trattamento di malattie infettive ad elevato impatto, ossia SARS, FEV e MERS. Con deliberazione della Giunta Regionale del Lazio nº 157/2007 è stato istituito il Polo Ospedaliero Interaziendale Trapianti (POIT), una struttura deputata ai trapianti di fegato, reni e pancreas partecipata sia dallo Spallanzani che dal San Camillo-Forlanini. L'Istituto possiede uno dei due laboratori con livello di biosicurezza 4 presenti in Italia (l'altro è presso l'ospedale Luigi Sacco di Milano). Il 25 novembre 2014 è stato ricoverato presso l'istituto Fabrizio Pulvirenti, un medico italiano di Emergency infettato dal virus Ebola mentre si trovava ad operare in Sierra Leone, poi dimesso il 2 gennaio 2015. Nell'ambito della pandemia di COVID-19 l'Istituto, a partire dal 30 gennaio 2020, ha ospitato i primi due infettati identificati in Italia: due turisti cinesi, originari della provincia di Hubei, di 66 e 67 anni. Il 2 febbraio, durante una conferenza stampa, il Ministro della salute Roberto Speranza ha annunciato che un gruppo di ricercatori dell'INMI ha isolato il coronavirus SARS-CoV-2. Il team era composto da Maria Rosaria Capobianchi, Francesca Colavita, e Concetta Castilletti. Le sequenze parziali sono state tempestivamente pubblicate sul portale GenBank a disposizione della comunità scientifica internazionale. A partire dal 6 febbraio 2020 il nosocomio ospita anche il primo italiano risultato positivo al coronavirus, si tratta di uno dei 56 italiani rimpatriati da Wuhan con un volo speciale. Linee autobus ATAC: 228, 718, 774; Roma TPL: 710. Lazzaro Spallanzani GRAd-Cov-2 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Istituto nazionale per le malattie infettive Sito ufficiale, su inmi.it.

Marconi (zona di Roma)
Marconi (zona di Roma)

Marconi (in antico Piana di Pietra Papa) è la zona urbanistica 15A del Municipio Roma XI di Roma Capitale. Si estende sul quartiere Q. XI Portuense, sulla piana delimitata dalla ferrovia Roma-Pisa e il tratto di fiume Tevere tra Ponte dell'Industria e Ponte Guglielmo Marconi. La zona confina: a nord con la zona urbanistica 16D Gianicolense a est con la zona urbanistica 11A Ostiense a sud con la zona urbanistica 11B Valco San Paolo e 15C Pian due Torri a ovest con le zone urbanistiche 15B Portuense e 16A Colli Portuensi L'urbanizzazione della zona, formalizzata già nel Piano regolatore del 1931 prevedeva di proseguire, nella destinazione industriale dei terreni a sud di Roma compresi nelle due anse del Tevere fra Testaccio e la Magliana, la linea di sviluppo urbano già identificata e avviata dallo Stato Pontificio, e particolarmente da papa Pio IX. Dopo l'Unità d'Italia si stabilirono così in riva destra del Tevere i grandi stabilimenti Mira Lanza, Molini Biondi, Società anonima Oliere, la raffineria della Purfina, favoriti dalla vicinanza della ferrovia e del Tevere (grande arteria di smaltimento rifiuti, prima della costruzione del sistema dei depuratori negli anni 60-70). Gli impianti furono tutti dismessi tra gli anni 50 e i primi 60, lasciando terreni lungamente abbandonati e lo spazio per un'edilizia residenziale intensiva e spesso abusiva, che creò grandi problemi di risanamento urbanistico. L'abitato moderno si sviluppa lungo l'asse stradale di viale Guglielmo Marconi e lungo l'asse secondario di via Quirino Majorana (cosiddetto Nuovo Trastevere). Benché l'urbanizzazione moderna non lo lasci neppure sospettare, la zona fu abitata, economicamente attiva ed intensamente frequentata fin dall'epoca romana, sia come area agricola, che come scalo fluviale, che come sede della via Campana con adiacenti aree sepolcrali, e presenta quindi vari siti di interesse archeologico, tra cui: una necropoli dell'età repubblicana e un deposito-magazzino a via Pierantoni; mausoleo convertito in cisterna, basolato della via Campana e Terme di età imperiale a Pozzo Pantaleo (ex Purfina); nella zona di Pietra Papa resti di una villa romana agricola e di darsene. I siti di interesse storico sono: Casa Vittoria; Asilo nido Fantasia; Case operaie di via dei Papareschi; Società Colle e concimi; Scuola Pascoli; Mira Lanza (edifici vari); Autoparco della Croce Rossa; Teatro India; Molini Biondi. La zona è collegata tramite il ponte dell'Industria, o ponte di ferro, e il ponte Guglielmo Marconi, con la zona urbanistica 11A Ostiense, nel quartiere omonimo. Un terzo ponte ciclo-pedonale, ponte della Scienza, la cui costruzione è stata terminata nel 2013, è stato dichiarato agibile il 29 maggio 2014. Chiesa di Gesù Divino Lavoratore, su via Oderisi da Gubbio. Chiesa dei Santi Aquila e Priscilla, su via Pietro Blaserna.