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Stazione di Milano Porta Genova

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Veduta della stazione ferroviaria e del piazzale di Porta Genova, Milano
Veduta della stazione ferroviaria e del piazzale di Porta Genova, Milano

La stazione di Milano Porta Genova è una stazione ferroviaria di Milano; sita nel quartiere omonimo, a poca distanza dai Navigli, è origine della linea per Mortara. È la più antica stazione ferroviaria di Milano ancora in uso nelle sue forme originali (mentre la più antica stazione milanese in assoluto è quella di Certosa, attivata nel 1858, che però in seguito è stata totalmente ricostruita). La stazione fu inaugurata il 17 gennaio 1870, con il nome di Milano Porta Ticinese, come punto di fermata della ferrovia per Mortara, che all'epoca partiva dalla vecchia stazione centrale passando a ovest del centro cittadino. Il varco nelle mura chiamato Porta Genova fu aperto proprio per servire la nuova stazione ferroviaria. Cambiò il proprio nome ufficialmente in Milano Porta Genova nel corso del 1923, per quanto la stazione fosse già al tempo comunemente chiamata così. Nel 1931, con la riorganizzazione del nodo ferroviario milanese, la stazione divenne di testa e capolinea della linea per Mortara, ruolo che conserva tuttora; per diversi anni è stata anche stazione di testa per alcuni treni provenienti da Cuneo. Dal 1983 la stazione è servita anche da una fermata della linea 2 della metropolitana di Milano. La costruzione della fermata della metropolitana impose, tra il 27 maggio e il 30 settembre 1979, la chiusura della stazione al fine di costruire un sottopassaggio; in tale periodo i treni vennero attestati alla stazione di Milano San Cristoforo e venne istituito un collegamento tramite autobus tra le due stazioni. La stazione è capolinea dei treni regionali di Trenord della relazione Milano-Mortara, cadenzati a frequenza oraria, con diversi rinforzi nelle ore di punta, durante le quali alcuni collegamenti sono prolungati su Valenza ed Alessandria. La stazione è dotata di tre binari per il servizio viaggiatori che, appena oltre il termine dei marciapiedi, si uniscono formando due binari tronchi. La stazione costituisce un importante interscambio con la linea M2 della metropolitana di Milano. Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata alcune linee urbane di superficie, tranviarie ed automobilistiche, gestite da ATM. Fermata metropolitana (P.ta Genova FS, linea M2) Fermata tram (P.ta Genova M2, linee 2, 9 e 10) Fermata autobus In un'ottica di progressiva dismissione di diversi scali ferroviari milanesi, legata al declino delle attività industriali, alle nuove forme di collegamento urbano e intraregionale e alla nuova natura - sempre più interregionale e nazionale - del sistema ferroviario italiano, quindi al declino della domanda, da tempo viene presa in considerazione l'ipotesi di chiudere la stazione di Porta Genova e di instradare i treni regionali da e per Mortara sulla linea di cintura sud, spostando il capolinea a Milano Rogoredo, con la rimozione dei binari e il riutilizzo delle aree dell'ex scalo merci per nuove opere di urbanizzazione. L'eventuale chiusura avverrà comunque non prima del completamento della linea M4 della metropolitana (al 2022 previsto per il 2024), che servirà la stazione di San Cristoforo. Qualora Porta Genova non dovesse più venire utilizzata dai treni Milano-Mortara, è stata considerata anche la possibilità di mantenerla attiva e di conferirle un ruolo di capolinea di riserva di alcune linee regionali e suburbane, allo scopo di alleggerire il traffico pendolare nelle stazioni milanesi più grandi; l'impianto è infatti situato in una posizione logisticamente favorevole, a breve distanza dal centro cittadino (si tratta della stazione RFI più vicina a piazza del Duomo), e consente un buon interscambio con la rete tranviaria e la metropolitana. Negli allegati al Contratto di Servizio di Trenord per il periodo 2023-2033 è previsto l'attestamento dei treni Milano-Mortara-Alessandria a Milano Rogoredo. Porta Genova FS (metropolitana di Milano) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Milano Porta Genova

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione di Milano Porta Genova (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione di Milano Porta Genova
Calle de Marco Agripa, Mérida San Antonio

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06800 Mérida, San Antonio
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Veduta della stazione ferroviaria e del piazzale di Porta Genova, Milano
Veduta della stazione ferroviaria e del piazzale di Porta Genova, Milano
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Luoghi vicini

Ponte degli artisti
Ponte degli artisti

Il ponte degli artisti è un ponte pedonale metallico, di colore verde, ubicato nei pressi della Stazione Porta Genova a Milano. Per anni ha assunto al ruolo di cavalcavia ferroviario sui binari della linea per Mortara. Fino al 22 agosto 2016, prima della chiusura per motivi di sicurezza dovuti a problemi strutturali, la struttura ha collegato il quartiere Navigli con quello di Tortona. È un ponte pedonale di sovrappasso dei binari costruito nei primi anni del Novecento, in ferro tinteggiato di verde scuro. Il ponte è stato costruito dalla Società Nathan Uboldi che si occupava della realizzazione di molte opere in ferro, tra cui ponti, sovrappassi e passerelle pedonali. I disegni originali del ponte sono conservati nell'archivio del Castello Sforzesco e sembra che la ditta avesse collaborazioni con lo Studio Eiffel di Parigi per la progettazione delle sue strutture. Sin dalle sue origini è stato un punto di passaggio, collegamento e unione per i lavoratori milanesi che ogni giorno lo attraversavano da porta Genova a via Tortona per raggiungere le grandi fabbriche ubicate in tutta la zona Tortona - Solari. Il ponte nel tempo ha preso diversi nomi (il ponte di ferro, la scaletta, il ponte di Nana, il ponte dei 100 colori) e spesso fa da sfondo a immagini fotografiche di moda ed è comparso in alcuni film come in una scena del film Ratataplan di Maurizio Nichetti del 1979. Nel 2013 alcuni artisti e appassionati d'arte hanno dato il nuovo nome al ponte di ferro chiamandolo ponte degli artisti, creando un'associazione no-profit che si occupa di valorizzare gli artisti che intendono collaborare per diffondere l'arte libera nel mondo e sviluppare una rete di ponti in Italia e nel mondo. Per molti il ponte è un luogo dove affiggere poster di protesta o che annunciano eventi nella zona. Molti si sono divertiti nel corso degli anni a imbrattare o a usare la struttura per esprimere la propria street art. Il suo momento clou è durante il Fuorisalone o nella settimana della moda, quando viene usato da così tanta gente che diventa impossibile attraversarlo. Il ponte è stato chiuso per restauro e il suo destino è legato alla stazione di Porta Genova, che dovrebbe venire soppressa nel prossimo futuro in favore della stazione ferroviaria di Romolo (in parte) e della stazione di San Cristoforo (che sarà servita anche dalla nuova M4). Tra gli artisti che hanno lasciato testimonianze della propria attività sui parapetti della struttura che ben si prestavano ad accogliere affissioni di vario genere vi sono Carlo Cecaro, Fiuto, Andrea di Carpegna Varini, Thomas Berrà, Sante Egadi, Guido Duty Gorn, Claudio Jaccarino, Manu Invisibile, Omer TDK, Cesar Regledo, Roberto Spadea, Beppe TRX, Willow, Urban Solid, Johnny Frog.

Teatro Libero (Milano)

Il Teatro Libero è un teatro di Milano. È una sala sospesa in cima ad uno stabile di via Savona a Milano, che si raggiunge tramite un ascensore o salendo una caratteristica scala che fiancheggia le abitazioni private. La direzione artistica è affidata a Corrado Accordino e a Manuel Renga, entrambi regista e attore. La stagione 1998 - 1999 è la prima curata e gestita da Teatri Possibili che, dopo l'esperienza biennale al Teatro Olmetto, stava cercando una sede più giovane e dinamica per le sue attività. I primi contatti avvengono nel marzo 1998, per sfociare poi nell'accordo di gestione del giugno successivo e, da settembre, Teatri Possibili inaugura la nuova stagione teatrale con un cartellone che comprende, tra l'altro, la ripresa di uno spettacolo di grande successo, Cirano, e il debutto della nuova produzione di Otello, ambedue con la regia di Corrado d'Elia. Nel settembre 2005, per festeggiare i dieci anni della nascita della Compagnia Teatri Possibili, iniziano i nuovi lavori di ristrutturazione per Teatro Libero, che viene riaperto al pubblico dopo tre settimane di lavoro. La direzione artistica dell'attore e regista Corrado d'Elia e la gestione Teatri Possibili hanno portato il teatro, in pochissimo tempo, ad essere per la terza stagione consecutiva la sala più frequentata in Italia tra quelle fino a 200 posti (oltre 33.000 presenze solo nella stagione 2004-05 - dati Agis). La sala è gestita dall'Associazione TLLT - Teatro Libero Liberi Teatri, costituita da sei compagnie teatrali. teatrolibero.it, https://www.teatrolibero.it.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio
Chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio

La chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio è un luogo di culto cattolico di Milano. Si trova lungo il Naviglio Grande, in Alzaia Naviglio Grande 34, nel quartiere Porta Genova, all'interno del Municipio 6. Una prima chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie era presente, sulla sponda sinistra del Naviglio Grande già nel XVI secolo: nell'anno 1556, infatti, era stata costruita una cappella per accogliere un'immagine della Madonna considerata miracolosa. La primitiva cappella venne in seguito demolita e al suo posto fu costruita una chiesa più grande in stile barocco: questa fu devastata da un incendio nel 1719 ed in seguito restaurata. Nel 1849 fu elevata al rango di parrocchia. Alla fine del XIX secolo, volendo demolire la vecchia chiesa, ormai troppo piccola per la comunità in crescita, e sostituirla con una nuova più grande, l'architetto milanese Gaetano Moretti presentò il suo progetto; questo prevedeva una chiesa a tre navate in stile liberty, con alto campanile a più ordini e sormontato da cuspide piramidale e pronao sulla facciata principale. Il progetto definitivo, però, fu quello dell'architetto anch'egli milanese Cesare Nava, del 1900. La costruzione della nuova chiesa ebbe inizio l'anno successivo, nel 1901, a partire dall'abside e dalla crociera. Nel 1908, venne demolita l'ultima parte rimanente della chiesa barocca, ovvero le prime campate della navata, e, nell'anno successivo, terminata la nuova chiesa, pur restando incompiuta la facciata. Il tempio è stato consacrato il 1º maggio 1909 dal cardinale arcivescovo di Milano Andrea Carlo Ferrari. Tra il 1988 e il 1996, sono state realizzate le nuove vetrate policrome; nel 2003 sono terminati i lavori di restauro del campanile, del tiburio e delle coperture interne ed esterne, mentre nel 2009 è terminato il restauro dell'abside. La chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio sorge sulla riva sinistra del tratto terminale del Naviglio Grande, a circa 300 metri dalla confluenza di quest'ultimo nella Darsena. L'esterno della chiesa è rimasto quasi completamente incompiuto. La facciata, a salienti, presenta un paramento murario in mattoni grezzi. La sua conformazione attuale permette di ricostruire il progetto non realizzato: esso prevedeva tre portali lunettati ognuno dei quali doveva essere sormontato da un'alta polifora (bifore sopra i portali laterali, trifora sopra il portale centrale), ed un coronamento con guglie angolari contenenti statue; una guglia più grande doveva stare al centro sopra il timpano ed accogliere la statua della Madonna. Allo stato attuale (2012), appaiono terminati soltanto il tiburio e il campanile. Il primo, posto sopra la crociera, è a pianta ottagonale e presenta su ciascuno dei lati una lunetta ogivale che dà luce all'interno; è sormontato da un lanterna, anch'essa a pianta ottagonale. La torre campanaria si trova sul retro dell'abside. Alta 59 metri, ospita, all'interno della cella campanaria, un concerto di 5 campane, dei Fratelli Barigozzi; le tre campane più piccole sono del 1892, e provengono dalla chiesa barocca; le due più grandi, invece, sono del 1950 ripristinate dopo la requisizione bellica sempre dai fratelli barigozzi L'interno della chiesa, in stile neoromanico con elementi neogotici, è a croce latina, con tre navate, transetto sporgente e profonda abside. La navata centrale è separata dalle laterali tramite due file di colonne marmoree corinzie sulle quali poggiano archi a tutto sesto. La copertura è tramite volta a botte lunettata che raggiunge i 25 metri di altezza, con piccoli rosoni, sei per lato, che danno luce all'interno. Le navate laterali, invece, sono coperte con volta a vela e sono illuminate da alte bifore chiuse dalle artistiche vetrate policrome realizzate tra il 1988 e il 1996 su progetto di don Domenico Sguaitamatti. Il transetto è coperto con volta a botte ed è della medesima altezza della navata centrale. Addossati alle due pareti di fondo vi sono due altari, ognuno dei quali è sormontato da una grande trifora; le vetrate delle due trifore del transetto sono state realizzate nel 1996 in occasione del 50º anniversario di sacerdozio del parroco mons. Carlo Sironi e raffigurano la Croce (transetto di destra) e la Madonna (transetto di sinistra). L'altare del transetto di sinistra, già altare maggiore, ospita la statua della Pietà, proveniente dalla chiesa precedente; quello del transetto di destra, invece, è dedicato a Sant'Antonio da Padova, protettore dei lavandai. Questi ultimi, riuniti in una confraternita, si radunavano nel vicino Vicolo dei Lavandai e si recavano poi in chiesa per pregare il Santo. In corrispondenza della navata centrale, oltre la crociera, coperta dal tiburio ottagonale, si trova l'abside, costituita da due campate a pianta quadrata ed una, quella fondale, a pianta poligonale; a differenza del resto dell'interno della chiesa, l'abside è interamente affrescata ed è in stile neogotico. Il presbiterio è delimitato da una balaustra marmorea, affiancata dai due pulpiti in bronzo, realizzati nel 1913. Al centro del presbiterio, vi è l'altare maggiore neogotico in marmi policromi, sormontato da un tempietto con, nel timpano, il bassorilievo Dio Padre benedicente. Arcidiocesi di Milano Naviglio Grande Madonna delle Grazie Cesare Nava Architettura neoromanica Architettura neogotica Wikibooks contiene testi o manuali sulle disposizioni foniche degli organi a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio Sito ufficiale, su parrocchie.it. Chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia. El presepi de la Riva, su elpresepidelariva.it. URL consultato il 2 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2012).

Armani Silos
Armani Silos

L'Armani/Silos è uno spazio espositivo milanese situato in via Bergognone 40, che illustra l'esperienza professionale dello stilista Giorgio Armani. Inaugurato nel 2015 su idea dello stesso Armani che ne ha seguito anche il progetto, sorge nel luogo dove originariamente si trovava un deposito di granaglie di una grande industria multinazionale. L'edificio, costruito nel 1950, a seguito dell'intervento di ristrutturazione si sviluppa su quattro livelli per una superficie di circa 4 500 metri quadrati. La mostra di apertura, che si articola su tutti e quattro i piani, è un excursus sui 40 anni di lavoro dello stilista e comprende 600 abiti e 200 accessori, dal 1980 a oggi, delle collezioni Giorgio Armani. La selezione è suddivisa secondo alcuni temi che hanno ispirato e che continuano a ispirare il lavoro creativo dello stilista: Androgino, Etnie e Stars. La tematica "Androgino" vede l'esplorazione della giacca, elaborata dallo stilista sul concetto dell'androginia mescolando elementi della sartoria rigorosa maschile con elementi della morbidezza femminile. La tematica "Etnie" vede la forte influenza delle culture lontane negli abiti dello stilista, tra alcuni dei paesi che hanno ispirato Armani abbiamo Africa, Cina, India, Giappone, Arabia, Persia, Polinesia e Siria. La tematica "Stars" vede affrontato il tema del red carpet, del cinema, spettacolo, divi e dive che hanno indossato gli abiti dello stilista nel corso del tempo. Armani Silos ha anche ospitato nel tempo collezioni temporanee tra le quali si ricordano: Tadao Ando: The Challenge, Larry Fink: The Beats and the Vanities e Politecnico di Milano: About Futute. La ricerca di semplicità, la predilezione per le forme geometriche regolari e il desiderio di uniformità hanno dato vita a un'architettura sobria e monumentale al tempo stesso, seguendo la regola dell'ordine e del rigore. Controcorrente rispetto alla tendenza dell'architettura contemporanea, per il progetto di via Bergognone Giorgio Armani ha volutamente ricercato la forma razionale. E le aree relative alle varie attività all'interno dell'edificio sono state progettate con la stessa logica: rispondere con razionalità alle esigenze funzionali, sempre nel rispetto della natura del luogo. L'intervento ha conservato la curiosa sagoma originaria dell'edificio - la forma ricorda quella di un alveare, metafora di laboriosità - rafforzando l'identificazione tra il nuovo spazio espositivo e il dinamismo creativo di Giorgio Armani e la sua filosofia estetica che ricerca l'essenzialità liberando da orpelli e, in generale, da elementi superflui. Unico elemento distintivo è la finestra a nastro che segna il perimetro dell'edificio, quasi come una corona, definendone la massa compatta. All'interno l'edificio è organizzato secondo uno schema distributivo a basilica con un ‘foro’ aperto a tripla altezza sul quale si affacciano due livelli di navate laterali. I soffitti dipinti di nero, a contrasto con i pavimenti in cemento grigio, mostrano oltre alla struttura in ferro dei nuovi solai, tutti gli impianti elettrici, di riscaldamento e raffreddamento oltre a quelli di illuminazione. La scala centrale, che collega i quattro livelli e organizza il percorso, attraversa un vano verticale, lasciando percepire a chi sale la grande altezza e dimensione della struttura. La facciata a vetri del foyer, scabra ed essenziale, attira l'interesse e la curiosità dei passanti. Lo spazio propone, oltre all'esposizione, un gift shop, una caffetteria aperta sulla parte interna e l'archivio digitale. Quest'ultimo raccoglie schizzi, disegni tecnici esemplificativi e materiale relativo alle collezioni di prêt-à-porter e di Alta Moda ed è dedicato ai ricercatori e agli appassionati che desiderano approfondire il lavoro e l'universo stilistico di Giorgio Armani. Situato all'ultimo piano, l'archivio è consultabile gratuitamente e si avvale di un sistema di catalogazione sviluppato appositamente per Armani/Silos. Workstation, tavoli touchscreen e un'area proiezioni sono gli strumenti messi a disposizione del pubblico per la consultazione e lo studio. L'archivio raccoglie circa 1000 outfit suddivisi per stagioni e collezioni, 2000 capi e accessori, numerosi bozzetti, video di sfilata e di backstage, immagini tratte da Emporio Armani Magazine, foto di campagne pubblicitarie iconiche. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Armani Silos Sito ufficiale, su armanisilos.com.

Sant'Agostino (metropolitana di Milano)
Sant'Agostino (metropolitana di Milano)

Sant'Agostino è una stazione della linea M2 della metropolitana di Milano. I lavori di costruzione della stazione iniziarono nel 1978, mentre veniva inaugurato il capolinea M2 di Cadorna FN: la linea tranviaria diretta a piazza Tirana fu parzialmente coinvolta dai cantieri e dovette essere deviata in corso Genova, abbandonando i binari fra piazza Resistenza Partigiana e il parco Don Giussani. La stazione fu inaugurata il 30 ottobre 1983, contemporaneamente alla nuova tratta fino a Porta Genova FS. I binari sono posti su due livelli sovrapposti; tale tecnica consentì di evitare il passaggio sotto gli edifici, e costituì un esperimento in vista della costruzione della linea M3, le cui gallerie corrono sovrapposte per un lungo tratto attraverso il centro storico. Sant'Agostino è una tra le fermate più profonde della metropolitana: questa caratteristica, unita alla non impermeabilità delle gallerie della linea M2, è all'origine di costanti infiltrazioni d'acqua. A causa dell'innalzamento della falda acquifera sono state installate delle pompe nel tunnel inferiore, per prevenirne l'allagamento. Queste infiltrazioni comunque non pregiudicano l'integrità strutturale della stazione. Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata alcune linee tranviarie urbane, gestite da ATM. Fermata tram (V.le Coni Zugna-Via Solari, linee 10 e 14) La stazione dispone di: Accessibilità per portatori di handicap Scale mobili Emettitrice automatica biglietti Stazione video sorvegliata Alessandro Muratori, La linea 2 si allunga, in I Treni Oggi, n. 35, Salò, Editrice Trasporti su Rotaie, gennaio 1984, pp. 12-13, ISSN 0392-4602. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sant’Agostino

Parco Robert Baden-Powell
Parco Robert Baden-Powell

Il Parco Robert Baden-Powell è un parco della città di Milano dedicato a Robert Baden-Powell, fondatore dei movimenti mondiali dello scautismo e del guidismo. Collocato poco esternamente al centro storico, non lontano (sponda destra) dal Naviglio Grande, si inserisce in un'area che ha sempre sofferto per la carenza di spazi verdi pubblici. È stato realizzato nel 2005, liberando un'area prima caratterizzata e frammentata dall'occupazione di baracche, depositi, magazzini e attività spontanee. Nell'area non esisteva in precedenza popolazione arborea e le piante messe a dimora sono ancora giovani e talune di specie a dimensioni contenute, per cui prevale l'impressione visiva del prato. Tra le essenze, ricordiamo: l'acero campestre, l'acero riccio, l'acero di monte, il liquidambar, la magnolia, il pero da fiore, il ciliegio a grappoli, la quercia rossa, la sofora giapponese, il tiglio, il cedro dell'Himalaya, il pioppo bianco e il frassino maggiore; tra le specie arbustive, il glicine. La superficie del parco è ondulata, più bassa al centro (dove è collocata una vasta area giochi), con una lunga gradinata che la collega alle residenze; i percorsi pedonali sono sinuosi, articolati e, in parte, coperti da un pergolato. Vi sono due campi da bocce in erba sintetica e due modeste aree cintate riservate ai cani (settecento metri quadrati in totale). AA.VV., Enciclopedia di Milano, a cura di Guido Aghina, Milano, Franco Maria Ricci Editore, 1997, ISBN 88-216-0933-2. Comune di Milano - Arredo, Decoro Urbano e Verde - Settore Tecnico Arredo Urbano e Verde, 50+ parchi giardini - ed. 2010/2011, Comune di Milano / Paysage. Parchi di Milano Naviglio Grande Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su parco Robert Baden Powell Scheda del Giardino Baden Powell, su comune.milano.it, Comune di Milano. URL consultato il 13 gennaio 2011.

Parco Don Giussani
Parco Don Giussani

Il parco Don Giussani (ex parco Solari), è uno dei parchi cittadini di Milano. Realizzato nel 1935 su progetto dell'architetto Enrico Casiraghi e intitolato nel 2006 a Don Giussani (1922-2005), fondatore del movimento ecclesiale cattolico Comunione e Liberazione, si estende su un'area trapezoidale di poco più di quattro ettari compresa fra le vie Solari, Montevideo e Vincenzo Foppa e il viale Coni Zugna nel Municipio 6 di Milano. Il parco è servito dalla fermata Sant'Agostino della linea M2 verde della metropolitana. La creazione del parco fu affidata ad Enrico Casiraghi, progettista nello stesso periodo anche del parco Lambro, e pensata per dotare di verde l'area precedentemente occupata dallo scalo bestiame che serviva il vicino Macello pubblico. Inizialmente il parco era attraversato da un tratto a cielo aperto dal fiume Olona, che sfociava nella Darsena di Porta Ticinese; in seguito l'Olona fu prima coperto e successivamente deviato completamente lungo i viali della circonvallazione esterna, per evitare il rischio di inquinamento dei Navigli. Nel 2004 l'area è stata sottoposta a lavori di riqualificazione che hanno tra l'altro fornito il parco di migliore illuminazione e di un sistema di videosorveglianza e ospita, fra le altre attrezzature, una piscina comunale coperta progettata nel 1963 dall'architetto Arrigo Arrighetti (Piscina Solari). Tra le piante ad alto fusto, ricordiamo: acero di monte e argentato, cedro dell'Atlante e dell'Himalaya, ippocastano, albero di Giuda, mirabolano, farnia, carpino bianco, Faggio, magnolia, olmo, platano, pruno, quercia, pioppo cipressino; tra gli arbusti, diverse varietà di ortensia e di rosa; a cura delle guardie ecologiche, è stato predisposto un "percorso botanico", con una piccola guida descrittiva delle essenze. Al centro del parco, una fontana sgorga dal ceppo (formazione rocciosa) della valle del Lambro; poco distante una scultura di Kan Yasuda, la "Porta di ritorno" rappresentante un pistacchio. Quattro sono le aree gioco e tre gli spazi recintati per i cani. AA. VV., Enciclopedia di Milano, Milano, Franco Maria Ricci Editore, 1997. Comune di Milano - Arredo, Decoro Urbano e Verde - Settore Tecnico Arredo Urbano e Verde, 50+ parchi giardini, Comune di Milano / Paysage. ed. 2010/2011 Olona Parchi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su parco Don Giussani Parco Don Giussani ex Parco Solari, su comune.milano.it, Comune di Milano. URL consultato il 16 ottobre 2014.