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Teatro Libero (Milano)

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Il Teatro Libero è un teatro di Milano. È una sala sospesa in cima ad uno stabile di via Savona a Milano, che si raggiunge tramite un ascensore o salendo una caratteristica scala che fiancheggia le abitazioni private. La direzione artistica è affidata a Corrado Accordino e a Manuel Renga, entrambi regista e attore. La stagione 1998 - 1999 è la prima curata e gestita da Teatri Possibili che, dopo l'esperienza biennale al Teatro Olmetto, stava cercando una sede più giovane e dinamica per le sue attività. I primi contatti avvengono nel marzo 1998, per sfociare poi nell'accordo di gestione del giugno successivo e, da settembre, Teatri Possibili inaugura la nuova stagione teatrale con un cartellone che comprende, tra l'altro, la ripresa di uno spettacolo di grande successo, Cirano, e il debutto della nuova produzione di Otello, ambedue con la regia di Corrado d'Elia. Nel settembre 2005, per festeggiare i dieci anni della nascita della Compagnia Teatri Possibili, iniziano i nuovi lavori di ristrutturazione per Teatro Libero, che viene riaperto al pubblico dopo tre settimane di lavoro. La direzione artistica dell'attore e regista Corrado d'Elia e la gestione Teatri Possibili hanno portato il teatro, in pochissimo tempo, ad essere per la terza stagione consecutiva la sala più frequentata in Italia tra quelle fino a 200 posti (oltre 33.000 presenze solo nella stagione 2004-05 - dati Agis). La sala è gestita dall'Associazione TLLT - Teatro Libero Liberi Teatri, costituita da sei compagnie teatrali. teatrolibero.it, https://www.teatrolibero.it.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Teatro Libero (Milano) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Teatro Libero (Milano)
Via Savona, Milano Municipio 6

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20144 Milano, Municipio 6
Lombardia, Italia
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Luoghi vicini

Ponte degli artisti
Ponte degli artisti

Il ponte degli artisti è un ponte pedonale metallico, di colore verde, ubicato nei pressi della Stazione Porta Genova a Milano. Per anni ha assunto al ruolo di cavalcavia ferroviario sui binari della linea per Mortara. Fino al 22 agosto 2016, prima della chiusura per motivi di sicurezza dovuti a problemi strutturali, la struttura ha collegato il quartiere Navigli con quello di Tortona. È un ponte pedonale di sovrappasso dei binari costruito nei primi anni del Novecento, in ferro tinteggiato di verde scuro. Il ponte è stato costruito dalla Società Nathan Uboldi che si occupava della realizzazione di molte opere in ferro, tra cui ponti, sovrappassi e passerelle pedonali. I disegni originali del ponte sono conservati nell'archivio del Castello Sforzesco e sembra che la ditta avesse collaborazioni con lo Studio Eiffel di Parigi per la progettazione delle sue strutture. Sin dalle sue origini è stato un punto di passaggio, collegamento e unione per i lavoratori milanesi che ogni giorno lo attraversavano da porta Genova a via Tortona per raggiungere le grandi fabbriche ubicate in tutta la zona Tortona - Solari. Il ponte nel tempo ha preso diversi nomi (il ponte di ferro, la scaletta, il ponte di Nana, il ponte dei 100 colori) e spesso fa da sfondo a immagini fotografiche di moda ed è comparso in alcuni film come in una scena del film Ratataplan di Maurizio Nichetti del 1979. Nel 2013 alcuni artisti e appassionati d'arte hanno dato il nuovo nome al ponte di ferro chiamandolo ponte degli artisti, creando un'associazione no-profit che si occupa di valorizzare gli artisti che intendono collaborare per diffondere l'arte libera nel mondo e sviluppare una rete di ponti in Italia e nel mondo. Per molti il ponte è un luogo dove affiggere poster di protesta o che annunciano eventi nella zona. Molti si sono divertiti nel corso degli anni a imbrattare o a usare la struttura per esprimere la propria street art. Il suo momento clou è durante il Fuorisalone o nella settimana della moda, quando viene usato da così tanta gente che diventa impossibile attraversarlo. Il ponte è stato chiuso per restauro e il suo destino è legato alla stazione di Porta Genova, che dovrebbe venire soppressa nel prossimo futuro in favore della stazione ferroviaria di Romolo (in parte) e della stazione di San Cristoforo (che sarà servita anche dalla nuova M4). Tra gli artisti che hanno lasciato testimonianze della propria attività sui parapetti della struttura che ben si prestavano ad accogliere affissioni di vario genere vi sono Carlo Cecaro, Fiuto, Andrea di Carpegna Varini, Thomas Berrà, Sante Egadi, Guido Duty Gorn, Claudio Jaccarino, Manu Invisibile, Omer TDK, Cesar Regledo, Roberto Spadea, Beppe TRX, Willow, Urban Solid, Johnny Frog.

Stazione di Milano Porta Genova
Stazione di Milano Porta Genova

La stazione di Milano Porta Genova è una stazione ferroviaria di Milano; sita nel quartiere omonimo, a poca distanza dai Navigli, è origine della linea per Mortara. È la più antica stazione ferroviaria di Milano ancora in uso nelle sue forme originali (mentre la più antica stazione milanese in assoluto è quella di Certosa, attivata nel 1858, che però in seguito è stata totalmente ricostruita). La stazione fu inaugurata il 17 gennaio 1870, con il nome di Milano Porta Ticinese, come punto di fermata della ferrovia per Mortara, che all'epoca partiva dalla vecchia stazione centrale passando a ovest del centro cittadino. Il varco nelle mura chiamato Porta Genova fu aperto proprio per servire la nuova stazione ferroviaria. Cambiò il proprio nome ufficialmente in Milano Porta Genova nel corso del 1923, per quanto la stazione fosse già al tempo comunemente chiamata così. Nel 1931, con la riorganizzazione del nodo ferroviario milanese, la stazione divenne di testa e capolinea della linea per Mortara, ruolo che conserva tuttora; per diversi anni è stata anche stazione di testa per alcuni treni provenienti da Cuneo. Dal 1983 la stazione è servita anche da una fermata della linea 2 della metropolitana di Milano. La costruzione della fermata della metropolitana impose, tra il 27 maggio e il 30 settembre 1979, la chiusura della stazione al fine di costruire un sottopassaggio; in tale periodo i treni vennero attestati alla stazione di Milano San Cristoforo e venne istituito un collegamento tramite autobus tra le due stazioni. La stazione è capolinea dei treni regionali di Trenord della relazione Milano-Mortara, cadenzati a frequenza oraria, con diversi rinforzi nelle ore di punta, durante le quali alcuni collegamenti sono prolungati su Valenza ed Alessandria. La stazione è dotata di tre binari per il servizio viaggiatori che, appena oltre il termine dei marciapiedi, si uniscono formando due binari tronchi. La stazione costituisce un importante interscambio con la linea M2 della metropolitana di Milano. Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata alcune linee urbane di superficie, tranviarie ed automobilistiche, gestite da ATM. Fermata metropolitana (P.ta Genova FS, linea M2) Fermata tram (P.ta Genova M2, linee 2, 9 e 10) Fermata autobus In un'ottica di progressiva dismissione di diversi scali ferroviari milanesi, legata al declino delle attività industriali, alle nuove forme di collegamento urbano e intraregionale e alla nuova natura - sempre più interregionale e nazionale - del sistema ferroviario italiano, quindi al declino della domanda, da tempo viene presa in considerazione l'ipotesi di chiudere la stazione di Porta Genova e di instradare i treni regionali da e per Mortara sulla linea di cintura sud, spostando il capolinea a Milano Rogoredo, con la rimozione dei binari e il riutilizzo delle aree dell'ex scalo merci per nuove opere di urbanizzazione. L'eventuale chiusura avverrà comunque non prima del completamento della linea M4 della metropolitana (al 2022 previsto per il 2024), che servirà la stazione di San Cristoforo. Qualora Porta Genova non dovesse più venire utilizzata dai treni Milano-Mortara, è stata considerata anche la possibilità di mantenerla attiva e di conferirle un ruolo di capolinea di riserva di alcune linee regionali e suburbane, allo scopo di alleggerire il traffico pendolare nelle stazioni milanesi più grandi; l'impianto è infatti situato in una posizione logisticamente favorevole, a breve distanza dal centro cittadino (si tratta della stazione RFI più vicina a piazza del Duomo), e consente un buon interscambio con la rete tranviaria e la metropolitana. Negli allegati al Contratto di Servizio di Trenord per il periodo 2023-2033 è previsto l'attestamento dei treni Milano-Mortara-Alessandria a Milano Rogoredo. Porta Genova FS (metropolitana di Milano) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Milano Porta Genova

Sant'Agostino (metropolitana di Milano)
Sant'Agostino (metropolitana di Milano)

Sant'Agostino è una stazione della linea M2 della metropolitana di Milano. I lavori di costruzione della stazione iniziarono nel 1978, mentre veniva inaugurato il capolinea M2 di Cadorna FN: la linea tranviaria diretta a piazza Tirana fu parzialmente coinvolta dai cantieri e dovette essere deviata in corso Genova, abbandonando i binari fra piazza Resistenza Partigiana e il parco Don Giussani. La stazione fu inaugurata il 30 ottobre 1983, contemporaneamente alla nuova tratta fino a Porta Genova FS. I binari sono posti su due livelli sovrapposti; tale tecnica consentì di evitare il passaggio sotto gli edifici, e costituì un esperimento in vista della costruzione della linea M3, le cui gallerie corrono sovrapposte per un lungo tratto attraverso il centro storico. Sant'Agostino è una tra le fermate più profonde della metropolitana: questa caratteristica, unita alla non impermeabilità delle gallerie della linea M2, è all'origine di costanti infiltrazioni d'acqua. A causa dell'innalzamento della falda acquifera sono state installate delle pompe nel tunnel inferiore, per prevenirne l'allagamento. Queste infiltrazioni comunque non pregiudicano l'integrità strutturale della stazione. Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata alcune linee tranviarie urbane, gestite da ATM. Fermata tram (V.le Coni Zugna-Via Solari, linee 10 e 14) La stazione dispone di: Accessibilità per portatori di handicap Scale mobili Emettitrice automatica biglietti Stazione video sorvegliata Alessandro Muratori, La linea 2 si allunga, in I Treni Oggi, n. 35, Salò, Editrice Trasporti su Rotaie, gennaio 1984, pp. 12-13, ISSN 0392-4602. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sant’Agostino

Parco Don Giussani
Parco Don Giussani

Il parco Don Giussani (ex parco Solari), è uno dei parchi cittadini di Milano. Realizzato nel 1935 su progetto dell'architetto Enrico Casiraghi e intitolato nel 2006 a Don Giussani (1922-2005), fondatore del movimento ecclesiale cattolico Comunione e Liberazione, si estende su un'area trapezoidale di poco più di quattro ettari compresa fra le vie Solari, Montevideo e Vincenzo Foppa e il viale Coni Zugna nel Municipio 6 di Milano. Il parco è servito dalla fermata Sant'Agostino della linea M2 verde della metropolitana. La creazione del parco fu affidata ad Enrico Casiraghi, progettista nello stesso periodo anche del parco Lambro, e pensata per dotare di verde l'area precedentemente occupata dallo scalo bestiame che serviva il vicino Macello pubblico. Inizialmente il parco era attraversato da un tratto a cielo aperto dal fiume Olona, che sfociava nella Darsena di Porta Ticinese; in seguito l'Olona fu prima coperto e successivamente deviato completamente lungo i viali della circonvallazione esterna, per evitare il rischio di inquinamento dei Navigli. Nel 2004 l'area è stata sottoposta a lavori di riqualificazione che hanno tra l'altro fornito il parco di migliore illuminazione e di un sistema di videosorveglianza e ospita, fra le altre attrezzature, una piscina comunale coperta progettata nel 1963 dall'architetto Arrigo Arrighetti (Piscina Solari). Tra le piante ad alto fusto, ricordiamo: acero di monte e argentato, cedro dell'Atlante e dell'Himalaya, ippocastano, albero di Giuda, mirabolano, farnia, carpino bianco, Faggio, magnolia, olmo, platano, pruno, quercia, pioppo cipressino; tra gli arbusti, diverse varietà di ortensia e di rosa; a cura delle guardie ecologiche, è stato predisposto un "percorso botanico", con una piccola guida descrittiva delle essenze. Al centro del parco, una fontana sgorga dal ceppo (formazione rocciosa) della valle del Lambro; poco distante una scultura di Kan Yasuda, la "Porta di ritorno" rappresentante un pistacchio. Quattro sono le aree gioco e tre gli spazi recintati per i cani. AA. VV., Enciclopedia di Milano, Milano, Franco Maria Ricci Editore, 1997. Comune di Milano - Arredo, Decoro Urbano e Verde - Settore Tecnico Arredo Urbano e Verde, 50+ parchi giardini, Comune di Milano / Paysage. ed. 2010/2011 Olona Parchi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su parco Don Giussani Parco Don Giussani ex Parco Solari, su comune.milano.it, Comune di Milano. URL consultato il 16 ottobre 2014.

Casa Bassanini
Casa Bassanini

La Casa d'appartamenti Bassanini in via Foppa è un edificio storico di Milano, sito in via Foppa al civico 4, nelle vicinanze del parco Solari. Fu realizzata fra il 1930 e il 1934 su progetto dell'architetto Piero Portaluppi e su commissione dell'impresa appaltatrice S.A. Magnaghi & Bassanini. Ingegnere strutturale fu Paolo Mario Boschini. L'edificio fu commissionato in concomitanza con la liberazione dell'intera area dello scalo bestiame ferroviario che serviva il vicino Macello pubblico e la conseguente realizzazione del parco Solari. La casa d'appartamenti di via Foppa segna un netto stacco rispetto alle precedenti architetture del Portaluppi per la mancanza di elementi decorativi in facciata. La fronte dell'edificio risulta evidentemente ripartita in tre partiti: i due piani comprendenti la zoccolatura, il secondo a vetrata e il terzo comprendente l'ordine superiore originariamente distribuito su cinque piani oggi portati a sei. L'edificio presentava all'ultimo piano una grande terrazza, in origine di pertinenza del secondo piano, e oggi occupata dal rialzo con cui è ottenuto l'ultimo piano. La facciata mostra un andamento orizzontale accentuato dalla serie dei balconcini che ne occupano l'intera larghezza. Il progetto originale dell'edificio, realizzato con ossatura di cemento armato e muratura di mattoni, prevedeva 89 locali oltre i servizi e le anticamere e un piano seminterrato adibito a uffici; le terrazze realizzate nel corpo interno e in quello esterno coprivano una superficie di 500 m², i balconcini verso i cortili occupavano 25 m² mentre i balconi verso strada avevano una superficie complessiva di 75 m².

Armani Silos
Armani Silos

L'Armani/Silos è uno spazio espositivo milanese situato in via Bergognone 40, che illustra l'esperienza professionale dello stilista Giorgio Armani. Inaugurato nel 2015 su idea dello stesso Armani che ne ha seguito anche il progetto, sorge nel luogo dove originariamente si trovava un deposito di granaglie di una grande industria multinazionale. L'edificio, costruito nel 1950, a seguito dell'intervento di ristrutturazione si sviluppa su quattro livelli per una superficie di circa 4 500 metri quadrati. La mostra di apertura, che si articola su tutti e quattro i piani, è un excursus sui 40 anni di lavoro dello stilista e comprende 600 abiti e 200 accessori, dal 1980 a oggi, delle collezioni Giorgio Armani. La selezione è suddivisa secondo alcuni temi che hanno ispirato e che continuano a ispirare il lavoro creativo dello stilista: Androgino, Etnie e Stars. La tematica "Androgino" vede l'esplorazione della giacca, elaborata dallo stilista sul concetto dell'androginia mescolando elementi della sartoria rigorosa maschile con elementi della morbidezza femminile. La tematica "Etnie" vede la forte influenza delle culture lontane negli abiti dello stilista, tra alcuni dei paesi che hanno ispirato Armani abbiamo Africa, Cina, India, Giappone, Arabia, Persia, Polinesia e Siria. La tematica "Stars" vede affrontato il tema del red carpet, del cinema, spettacolo, divi e dive che hanno indossato gli abiti dello stilista nel corso del tempo. Armani Silos ha anche ospitato nel tempo collezioni temporanee tra le quali si ricordano: Tadao Ando: The Challenge, Larry Fink: The Beats and the Vanities e Politecnico di Milano: About Futute. La ricerca di semplicità, la predilezione per le forme geometriche regolari e il desiderio di uniformità hanno dato vita a un'architettura sobria e monumentale al tempo stesso, seguendo la regola dell'ordine e del rigore. Controcorrente rispetto alla tendenza dell'architettura contemporanea, per il progetto di via Bergognone Giorgio Armani ha volutamente ricercato la forma razionale. E le aree relative alle varie attività all'interno dell'edificio sono state progettate con la stessa logica: rispondere con razionalità alle esigenze funzionali, sempre nel rispetto della natura del luogo. L'intervento ha conservato la curiosa sagoma originaria dell'edificio - la forma ricorda quella di un alveare, metafora di laboriosità - rafforzando l'identificazione tra il nuovo spazio espositivo e il dinamismo creativo di Giorgio Armani e la sua filosofia estetica che ricerca l'essenzialità liberando da orpelli e, in generale, da elementi superflui. Unico elemento distintivo è la finestra a nastro che segna il perimetro dell'edificio, quasi come una corona, definendone la massa compatta. All'interno l'edificio è organizzato secondo uno schema distributivo a basilica con un ‘foro’ aperto a tripla altezza sul quale si affacciano due livelli di navate laterali. I soffitti dipinti di nero, a contrasto con i pavimenti in cemento grigio, mostrano oltre alla struttura in ferro dei nuovi solai, tutti gli impianti elettrici, di riscaldamento e raffreddamento oltre a quelli di illuminazione. La scala centrale, che collega i quattro livelli e organizza il percorso, attraversa un vano verticale, lasciando percepire a chi sale la grande altezza e dimensione della struttura. La facciata a vetri del foyer, scabra ed essenziale, attira l'interesse e la curiosità dei passanti. Lo spazio propone, oltre all'esposizione, un gift shop, una caffetteria aperta sulla parte interna e l'archivio digitale. Quest'ultimo raccoglie schizzi, disegni tecnici esemplificativi e materiale relativo alle collezioni di prêt-à-porter e di Alta Moda ed è dedicato ai ricercatori e agli appassionati che desiderano approfondire il lavoro e l'universo stilistico di Giorgio Armani. Situato all'ultimo piano, l'archivio è consultabile gratuitamente e si avvale di un sistema di catalogazione sviluppato appositamente per Armani/Silos. Workstation, tavoli touchscreen e un'area proiezioni sono gli strumenti messi a disposizione del pubblico per la consultazione e lo studio. L'archivio raccoglie circa 1000 outfit suddivisi per stagioni e collezioni, 2000 capi e accessori, numerosi bozzetti, video di sfilata e di backstage, immagini tratte da Emporio Armani Magazine, foto di campagne pubblicitarie iconiche. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Armani Silos Sito ufficiale, su armanisilos.com.