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Torri Michelin Nord

Grattacieli di TorinoPagine con mappe
Torri michelin nord wikipedia
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Per Torri Michelin Nord si intendono comunemente tre grattacieli situati nel rione Spina 3, quartiere Borgata Vittoria (zona Borgata Tesso) di Torino. Gli edifici, ultimati nel 2005, sono compresi nel quadrilatero delimitato da via Orvieto, corso Mortara, via Mondrone e via Tesso. Non esiste una denominazione ufficiale per designare i tre edifici. Nel linguaggio popolare torinese, sono chiamate sovente: Torri Michelin Nord, in quanto l'area dove sorgono era un tempo occupata da uno stabilimento del famoso marchio di pneumatici francese; Torri di Corso Mortara, in quanto si affacciano sul medesimo corso; A volte, genericamente, ci si riferisce all'insieme delle tre torri con l'espressione Villaggio Media, in quanto nel 2006 ha ospitato le residenze temporanee per i giornalisti impegnati nelle cronache delle Olimpiadi invernali di Torino 2006. La torre centrale è conosciuta anche come Torre Monaco, in ricordo di Antonino Monaco, un rappresentante del movimento cooperativo piemontese, che propose al Comune di Torino la costruzione del complesso.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Torri Michelin Nord (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Torri Michelin Nord
Via Tesso, Torino Circoscrizione 5

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.0913 ° E 7.67158 °
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Indirizzo

Via Tesso 27 scala A
10149 Torino, Circoscrizione 5
Piemonte, Italia
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Luoghi vicini

Residenza La Torre
Residenza La Torre

Per Residenza La Torre, o Torre Valdocco, si intende un edificio ad uso residenziale che sorge nel rione di Spina 3 nel quartiere di San Donato a Torino. L'edificio è di valenza significativa per la città: con i suoi quasi settanta metri di altezza ne rappresenta una delle costruzioni più alte. L'edificio è stato costruito come parte integrante del complesso residenziale denominato "Isole del Parco" nel rione di Spina 3, una vasta area della città di Torino che un tempo ospitava stabilimenti industriali. In particolare, sorge nel quartiere San Donato in area Valdocco (non l'adiacente sotto-quartiere di Aurora), così denominata perché ospitava l'omonimo stabilimento industriale. Il comparto residenziale, costituito da ampi isolati, è stato progettato e coordinato dallo studio di Isola Architetti, il quale ha redatto un masterplan generale allo scopo di connettere le diverse isole residenziali con un disegno unitario. Le altre residenze sono edifici tra cinque e i dodici piani, che sorgono su una piastra di parcheggi e sono collegati tra di loro tramite un sistema di passerelle pedonali a ponte. Il computo totale degli alloggi è di 1352, di cui 611 di edilizia convenzionata. Fa eccezione proprio l'edificio a torre progettato dallo studio Picco Architetti per il comparto che fronteggia l'Environment Park. Spina Centrale Parco Dora Torri Michelin Nord Costruzioni di Torino più alte Luoghi d'interesse a Torino http://www.piccoarchitetti.it/projects/torre-valdocco/ http://collettiingegneria.it/complesso-residenziale-spina-3-valdocco---lotto-a--la-torre-

Stazione di Torino Dora (GTT)
Stazione di Torino Dora (GTT)

La stazione di Torino Dora è stata la stazione capolinea della ferrovia Torino-Ceres, da cui partiva il collegamento per Venaria Reale, La Mandria, l'aeroporto di Caselle e le Valli di Lanzo, dal 1990 al 2020. È stata chiusa il 25 agosto 2020 insieme alla stazione di Madonna di Campagna a causa dei lavori per il collegamento della Torino Ceres al Passante ferroviario di Torino che dall'agosto 2020 interessano direttamente il tracciato sotterraneo in esercizio. Fino al settembre 1987, l'antica e storica stazione per capolinea di tale tracciato era la stazione di Torino Porta Milano, presso il quartiere Aurora, a ridosso del rione Borgo Dora (corso Giulio Cesare, n. 15), oggi sede del Museo Ferroviario Piemontese. Sulla Torino-Ceres, vicino al punto in cui la linea sottopassava la ferrovia Torino-Milano presso la stazione di Torino Dora, era invece posta una semplice fermata sul binario unico anch'essa indicata come "Torino Dora" oppure come "Bivio Dora". Dal 1987, in occasione di un ampio progetto di ammodernamento della linea, fu abbandonato il tratto tra Torino Dora e Torino Porta Milano, spostando il capolinea in una nuova stazione appositamente costruita sulla curva del raccordo di collegamento tra le due ferrovie, separata e a sé stante rispetto alla stazione Torino Dora gestita da FS. La stazione fu inaugurata nell'ottobre 1990 e aperta definitivamente al pubblico nel febbraio 1991 con il ripristino del servizio ferroviario al termine dei lavori. La linea ferroviaria viene oggi integrata con la linea della RFI della vicina Stazione di Torino Rebaudengo Fossata, posta nella parte più nord di Corso Venezia, e i cui cantieri sono in corso dal 2011. L'intento è quello di integrare tutte le linee sia con la ferrovia Torino-Milano (Stazione di Torino Porta Susa), sia con la Stazione di Torino Rebaudengo Fossata e la Stazione di Madonna di Campagna, questa con l'intento di sostituirla con la stazione Torino Grosseto. Il 25 agosto 2020 la stazione è stata dismessa insieme al tratto ferroviario tra quest'ultimo e la stazione di Madonna di Campagna, contestualmente alla costruzione di un percorso in variante collegato alla Stazione di Torino Rebaudengo Fossata. Una volta completato il passante ferroviario di Torino, verrà aperta una nuova stazione omonima, gestita da Ferrovie dello Stato e sotterranea, la cui costruzione al rustico è stata già terminata nel 2009. Al termine dei lavori, previsti entro la fine del 2023, la linea SFM A, che proviene dalle valli di Lanzo, passa dall'aeroporto di Caselle e dallo Juventus Stadium, sarà collegata direttamente con il centro di Torino (stazione di Porta Susa) e la stazione Lingotto e quindi direttamente connessa alle 85 stazioni del sistema ferroviario metropolitano con evidenti ricadute positive sul territorio. La stazione era dotata di tre binari tronchi utilizzati dai treni in arrivo dalle valli di Lanzo, più altri tronchi in disuso rimasti dal precedente scalo merci. La stazione era servita dai convogli della linea SFM A del servizio ferroviario metropolitano di Torino per Ceres. La stazione disponeva di: Biglietteria automatica Servizi igienici La stazione è servita dalle linee della rete urbana di bus (10 navetta, 10 festivo, 11, 46, 49, 52, 77, 91 e 67 festivo) e alcune linee extraurbane per la città metropolitana. La linea Dora Express per il collegamento con Torino Porta Susa, è stata soppressa il 25 agosto 2020 dopo la dismissione della stazione. Fermata bus GTT seguenti Stazioni ferroviarie di Torino: stazione di Torino Porta Susa (1856) stazione di Torino Dora stazione di Torino Porta Milano stazione di Torino Vanchiglia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Torino Dora

Museo A come Ambiente
Museo A come Ambiente

Il Museo A come Ambiente è un museo di Torino, ubicato nel quartiere San Donato (Circoscrizione 4) a margine del Parco Dora. Si tratta del primo (cronologicamente) museo europeo interamente dedicato alle tematiche ambientali. L'Edificio 37, tale il nome della palazzina storica, fu edificato in stile razionalista nel 1947 dalla Michelin. Di due piani fuori terra, venne utilizzato come nuovo fabbricato d'ingresso verso ovest dello stabilimento, portineria e deposito biciclette. L'anno successivo si aggiunse un piano superiore, atto ad ospitare la mensa aziendale. In séguito, l'intera palazzina fu adibita a centrale antincendio dello stabilimento. Dismesso lo stabilimento, a partire dal 2000 l'edificio venne completamente ristrutturato su progetto dell'architetto Agostino Magnaghi. Il museo è stato inaugurato nel 2004. Oggi l’Edificio 37 ospita inoltre le strutture in legno stile liberty dell'ex direzione Michelin originariamente collocate nella demolita palazzina uffici di Via Livorno. Il museo è costituito da tre corpi architettonici e un giardino interno (lato su cui si affaccia un caratteristico bovindo). Edificio 37 (nucleo originario): energia, rifiuti, acqua. Padiglione Verde (dal 2015): alimentazione, trasmissione delle conoscenze, trasporti, mostre temporanee. Padiglione Guscio (dal 2018): proiezioni, conferenze, mostre temporanee, attività laboratoriali. Il simbolo sulla facciata del museo è di Ugo Nespolo. Musei di Torino Environment Park Parco Dora Luoghi d'interesse a Torino Festival CinemAmbiente - Environmental Film Festival Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Museo A come Ambiente https://www.museotorino.it/view/s/eb7174943f2645468ea5af87fa17aaa7 https://www.beniculturali.it/luogo/museo-a-come-ambiente http://www.comune.torino.it/museiscuola/propostemusei/toeprov/museo-a-come-ambiente.shtml

Madonna di Campagna (Torino)
Madonna di Campagna (Torino)

Madonna di Campagna (Madòna 'd Campagna in piemontese) è un quartiere della periferia nord-ovest di Torino. È delimitato: a nord dal torrente Stura di Lanzo (confine con il quartiere Villaretto), dai comuni di Venaria Reale (via Paris-via Mantovani) e di Borgaro Torinese (strada Bellacomba) e da un tratto della tangenziale nord di Torino. a sud da corso Grosseto (quartiere Lucento), via Verolengo (Borgata Ceronda), sottopasso Carlo Donat-Cattin e corso Mortara (quartiere San Donato) a ovest da strada Altessano (quartiere Vallette) e corso Potenza (quartiere Lucento) a est da via Casteldelfino e via Orvieto (quartiere Borgata Vittoria). Appartiene alla Circoscrizione 5 della città, insieme ai quartieri Borgata Vittoria, Lucento, Vallette e Borgata Ceronda e ai sotto-quartieri Barriera di Lanzo, Borgata Tesso, Parco Dora, Spina Reale e Continassa. Col termine "Campania taurini" anticamente si intendeva tutto il territorio rurale a occidente della città, compreso tra il torrente Sangone e la Stura, esteso fino a Pianezza e Rivoli. Da frammenti storici risalenti al XIV secolo si ha notizia di un modesto capitello votivo raffigurante una Madonna, che in seguito prese il nome di Madonna di Campagna, situato presso l'attuale parrocchia omonima, situata in Via Cardinal Massaia. Qui sorse, nel 1567, il primo convento provinciale dei Frati Minori Cappuccini,, già insediati sul territorio dal 1538, che costruirono la prima chiesa e piantarono ippocastani e olmi sul viale tuttora esistente. Fu poi Madama Cristina, nel 1657, ad aiutare i Padri, ampliando la loro costruzione. Nel 1686 nel convento venne anche stabilito un noviziato. La chiesa della Madonna di Campagna fu bombardata e distrutta dalle forze alleate l'8 dicembre 1942. Sessantaquattro persone, fra cui il parroco e altri frati che si erano rifugiati nei sotterranei, morirono; scampò solamente un frate (padre Teodoreto da Torino). Dell'edificio originario, ridotto a un cumulo di macerie, si salvarono soltanto una piccola statua della Madonna e lo snello campanile che ancora oggi affianca la chiesa, ricostruita nel 1949. Il giardino di via Sospello angolo via Saorgio è stato intitolato dal Comune di Torino ai caduti del 1942 in data 7 dicembre 2012. Le attività scolastiche della vicina scuola furono intraprese dal primo parroco della Madonna di Campagna, fra' Nicolò Barberis. Nel 1842, grazie alle opere di carità, poté aprire la scuola Beata Vergine di Campagna per la zona, che contava più di 800 abitanti. Fu nel 1849 che si costruì un primo edificio per ospitarla. Oggi, in via Stradella 205, si trova la sede dei servizi neuropsichiatrici della V Circoscrizione. Nel 1882 si costruì l'edificio che oggi fa ancora parte della scuola, essendo l'ala parallela a viale Madonna di Campagna. Nel 1706, in occasione dell'assedio di Torino, in una vasta area a nord della Dora si svolsero molteplici scontri con le truppe ispano-francesi (in particolare presso le borgate di Lucento, Madonna di Campagna e Vittoria), episodi che ebberro il culmine nella battaglia del 7 settembre dello stesso anno, dalla quale gli austro-piemontesi emersero vincitori. Nei secoli seguenti, la borgata andò crescendo, con l'apertura della strada e della ferrovia verso Pianezza e Venaria Reale (1884 circa), con accessi viari provenienti dal podere della cascina Bianchina (questa poi abbattuta per costruire le Ferriere FIAT-Vitali), di Parco Dora e creando i nuovi agglomerati detti Borgata Ceronda (già denominata "Borgata del Cavalier Adolfo Gastaldi"), costruita sul canale omonimo oggi scomparso, ai confini col quartiere Lucento. Qui si svilupparono nuove attività industriali alla fine del XIX secolo, in particolare tessili. In seguito le famose acciaierie, con le Ferriere Vitali e Ansaldi-FIAT di via Borgaro, la Michelin ed altre fabbriche dell'indotto, tra il XIX e il XX secolo, diedero un nuovo impulso demografico al quartiere, con l'incremento di agglomerati e di nuovi servizi, fenomeno che proseguì anche nei decenni successivi.Nel vicino quartiere San Donato nel 1884 nacque l'Ospedale delle malattie infettive "Amedeo di Savoia", mentre sul versante nord di corso Svizzera sorse, nel 1978, l'allora innovativo polo di imprese e di studi "Piero della Francesca". La "Spina 3", nel progetto di ammodernamento del Passante ferroviario di Torino e delle zone limitrofe (la cosiddetta Spina Reale), è una vasta area della ex zona industriale del quartiere, oltre che di San Donato e Borgata Vittoria, di recente riconversione e sviluppo urbanistico. Gli interventi sono di tale portata (anche se di poca omogeneità) che i media chiamano sovente questa area "Spina 3", non riferendosi più a quartieri che ancora, urbanisticamente, sarebbero di riferimento. La porzione interessata dagli interventi è compresa tra corso Mortara, via Nole, corso Potenza, via Verolengo e via Orvieto. L'intervento più significativo, per impatto architettonico e valenza sociale, è sicuramente la chiesa del Santo Volto di via Borgaro, inaugurata nel 2006 e nuova sede della Curia di Torino. Da rilevare anche il recupero delle ex-Ferriere Fiat: l'area è adibita a parco (il Parco Dora), ma le strutture portanti degli stabilimenti sono state recuperate a memoria del passato industriale del quartiere. Rilevanti interventi urbanistici sono presenti in tutta l'area, dai complessi residenziali in via Valdellatorre agli interventi a sostegno del terziario in via Orvieto.È stato realizzato anche il nuovo corso Mortara (2008), che taglia una porzione del Parco Dora fino a collegarsi a via Valdellatorre, con il tunnel intitolato a Carlo Donat-Cattin (anno 2014). In questo modo è stata realizzata una via a scorrimento veloce che collega idealmente la Tangenziale Nord di Torino al viale della Spina, nel rinnovato corso Principe Oddone, ultimato a luglio 2016.È inoltre in corso di realizzazione un esteso complesso residenziale in via Verolengo, progettato dagli studi francesi Buffi Associés; in questo ambito, in largo Borgaro, estremità ovest del complesso, era prevista una torre di circa 70 metri di altezza, la cui realizzazione è però stata rinviata più volte e non più programmata compiutamente. Nei pressi del quartiere sono presenti il polo nazionale di ricerca Telecom Lab, l'Agenzia delle Entrate e mercati generali, come il mercato all'ingrosso dei fiori. Inoltre sono stati organizzati all'interno o nelle vicinanze del quartiere festival musicali, come il ChicoBum Festival, Torino Traffic Free Festival e Kappa Futur Festival - Torino Summer Music Festival presso il Parco Dora. La cosiddetta Spina 4 è l'ultima area di riconversione del passante ferroviario: va da via Stradella a corso Grosseto, passando per il Parco Sempione, e coinvolge il quartiere nel suo limite nordorientale, presso Borgata Vittoria e Barriera di Milano verso le vie di uscita dalla città. Sono previste anche qui, dopo la creazione del grande boulevard di corso Venezia aperto nell'estate del 2017, nuove costruzioni residenziali e ad uso ufficio, rotonde, piste ciclabili (in parte già realizzate), il completamento della stazione ferroviaria Fossata-Rebaudengo, nuove aree verdi. Giardini pubblici attrezzati con giochi per bambini si trovano in piazza Mattirolo ed in piazza Bonghi Il Comune di Torino ha dedicato il 7 aprile 2017 il giardino di piazza Villari al cantante Augusto Daolio del gruppo musicale dei Nomadi Nel quartiere sorge il Cine Teatro "Cardinal Massaia", fondato agli inizi del Novecento. Esso è riuscito nel tempo a far crescere la sua attività in termini di qualità e numero di spettacoli offerti, confermandosi come un punto di riferimento nel quartiere e nella città. Il Cardinal Massaia è anche attrezzato per congressi, conferenze, spettacoli e concerti. Barriera di Lanzo Chiesa di San Giuseppe Benedetto Cottolengo Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Madonna di Campagna Sito della circoscrizione 5, su comune.torino.it. URL consultato il 16 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2008). Comitato Parco Dora, su comune.torino.it. blog del quartiere , su dietrolaquinta.com. Parrocchia Madonna di Campagna *Parrocchia Madonna di Campagna - Benvenuto!

Docks Torino Dora
Docks Torino Dora

I Docks Torino-Dora (meglio noti come Docks Dora o magazzini Dora) sono un vecchio complesso di magazzini generali posto nel quartiere di Barriera di Milano, alla periferia nord di Torino. L'impianto mercantile, raccordato in origine alla ferrovia Torino-Milano, risulta ormai dismesso dagli anni sessanta e nel corso dei decenni il complesso è stato adibito a molteplici scopi, quali ad esempio attività commerciali, di terziario, culturali e di intrattenimento. I magazzini Dora furono costruiti fra il 1912 e il 1914, in concomitanza con la nuova cinta daziaria di Torino (la cosiddetta cinta Rossi, anch'essa del 1912). L'area scelta per la loro costruzione non fu casuale, in quanto prossima sia alla ferrovia per Milano sia a molte delle più grandi industrie cittadine dell'epoca. Il quartiere Barriera di Milano (nel quale i Docks si collocano) infatti si era sviluppato dopo la seconda metà dell'ottocento fuori dalla cinta daziaria del 1853 in virtù della presenza di numerosi canali e bialere fondamentali per la fornitura di energia idraulica, in quell'asse di sviluppo industriale verso nord che si era generato dall'area protoindustriale di Borgo Dora. Al pari dei coevi Docks Porta Nuova, il nuovo impianto mercantile offriva servizio di custodia e conservazione merci - soprattutto generi alimentari - in franchigia daziaria. Le merci infatti entravano all'interno della nuova cinta daziaria, ampliata appunto nel 1912, senza dovere pagare il dazio, e potevano essere rivenduti già all'interno della città, con un vantaggio economico per gli operatori che avevano la loro sede all'interno dei Docks Dora. Diverse furono le funzioni assolte dai magazzini, che fra l'altro contavano torrefazioni e attività di lavorazione enologica e dolciaria, oltre a numerose aziende che producevano il Vermouth. I locali interrati ospitavano vini e formaggi, mentre una ghiacciaia occupava un'intera manica e riforniva di ghiaccio la città. I vagoni, inoltre, giungevano nello scalo grazie a un raccordo con la rete ferroviaria e un sistema di binari a giro, che permettevano di scaricare le merci direttamente in banchina. I magazzini generali rimasero in attività per tutto il primo Novecento e per un paio di decenni del secondo dopoguerra, andando incontro alla dismissione negli anni sessanta. Ormai dismessi dalla loro funzione originaria, i Docks Dora non tardarono a rianimarsi di vita nei decenni successivi. Al loro interno, a partire dagli anni ottanta, si contano diversi generi di attività che da ambiti quali il commercio e il terziario spaziano in manifestazioni artistico-culturali e forme di intrattenimento.Sede di gallerie d'arte contemporanea, circoli privati, studi di artisti e musicisti, sale di prova e di registrazione, studi di architettura, locali notturni, birrerie ed altro ancora sono ospitati all'interno dell'area dei vecchi magazzini. Vale la pena, a tal proposito, ricordare i club notturni che hanno animato le serate dei Docks, locali particolarmente cari alla scena musicale torinese e al nightclubbing degli anni novanta. A cavallo fra i due secoli i Docks Dora furono un vero e proprio punto di riferimento per la cultura underground e postindustriale di Torino. A seguito di una delibera comunale datata 30 ottobre 1912, la Società anonima Cooperativa dei Docks Torino-Dora costituì i nuovi magazzini generali a nord del fiume Dora, affidandosi alla progettazione dell'ing. Ernesto Fantini e alla costruzione edile dell'impresa Porcheddu. L'impresa Porcheddu all'epoca era concessionaria del sistema Hennebique, un innovativo sistema edilizio basato sui primi utilizzi del calcestruzzo armato; fu proprio a questo sistema che si ricorse nella costruzione dei Docks Dora. Il corpo dell'edificio, i cui prospetti si presentano in mattoni rossi a vista, di chiara ispirazione inglese, risulta diviso in due aree principali: quella a sud, formata da tre padiglioni che si affacciano direttamente su via Valprato, e un quarto padiglione a nord dei primi tre, e quella a nord, nella parte retrostante del complesso, composta da fabbricati paralleli di differenti altezze. La facciata su via Valprato è scandita dall'alternanza di paraste e solette tinteggiate color crema e muri in mattoni pieni a vista, di semplice impianto decorativo, essendo un edificio di servizio, eccezion fatta per le finestre al primo piano dei corpi esterni con decorazioni a "raggera" .Di particolare rilievo è l'ingresso principale sulla facciata, su cui campeggia la scritta "Magaz. Dora MCMXII". Molto suggestiva e dotata di portineria, con soprastante orologio, quest'area è coperta da un elegante velario in vetro e calcestruzzo armato, che, grazie alle sue complesse strutture reticolari, consente un'illuminazione diffusa nella zona d'accesso. Anche i padiglioni a cui si accede dall'ingresso riportano la suddivisione tra intonaci crema e mattoni a vista, evidenziando la struttura costruttiva in calcestruzzo armato. I ferri battuti alle finestre riportano il simbolo deile due "D" intrecciate delle iniziali dei magazzini. Oggi i Docks Dora ospitano attività commerciali, studi d'artista, studi di architettura, spazi creativi e coworking. I loro dintorni ha svolto un ruolo importante nelle serie televisiva Netflix, Guida astrologica per cuori infranti, che ha dato all'edificio una certa visibilità fuori da Torino all'estero. J. Brian McLoughlin, La pianificazione urbana e regionale: un approccio sistemico, Venezia, Marsilio, 1973. Lando Bortolotti, Storia della politica edilizia in Italia, Roma, Editori Riuniti, 1978. R. Curto, Mercato fondiario, valori ed estimi a Torino, Torino, Manoscritto Politecnico di Torino. Angelo Detragiache, La città nella società industriale, Torino, Giulio Einaudi, 1973. Alberto Cassone, Attilia Peano, Localizzazione industriale e programmazione regionale: il caso del Piemonte, Milano, Franco Angeli, 1983. Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali del Comune di Torino, Torino, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, 1984. AA. VV., Insediamenti e tipologie architettoniche, note per una lettura storica, Celid. Marco Vaudetti, Germana Bricarello, C. Comuzio, Un progetto per abitare i Docks Torino Dora, Torino, Clut, 1996. Vera Comoli Mandracci, Le città nella storia d'Italia - Torino, Roma-Bari, Laterza, 1983. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Docks Torino Dora