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Biblioteca civica Italo Calvino

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Biblioteca civica Italo Calvino facciata
Biblioteca civica Italo Calvino facciata

La Biblioteca civica Italo Calvino è una biblioteca di Torino. Appartiene al Sistema bibliotecario urbano ed è intitolata ad Italo Calvino.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Biblioteca civica Italo Calvino (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Biblioteca civica Italo Calvino
Lungo Dora Agrigento, Torino Circoscrizione 7

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Lungo Dora Agrigento

Lungo Dora Agrigento
10152 Torino, Circoscrizione 7
Piemonte, Italia
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Biblioteca civica Italo Calvino facciata
Biblioteca civica Italo Calvino facciata
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Luoghi vicini

Stazione di Torino Dora (GTT)
Stazione di Torino Dora (GTT)

La stazione di Torino Dora è stata la stazione capolinea della ferrovia Torino-Ceres, da cui partiva il collegamento per Venaria Reale, La Mandria, l'aeroporto di Caselle e le Valli di Lanzo, dal 1990 al 2020. È stata chiusa il 25 agosto 2020 insieme alla stazione di Madonna di Campagna a causa dei lavori per il collegamento della Torino Ceres al Passante ferroviario di Torino che dall'agosto 2020 interessano direttamente il tracciato sotterraneo in esercizio. Fino al settembre 1987, l'antica e storica stazione per capolinea di tale tracciato era la stazione di Torino Porta Milano, presso il quartiere Aurora, a ridosso del rione Borgo Dora (corso Giulio Cesare, n. 15), oggi sede del Museo Ferroviario Piemontese. Sulla Torino-Ceres, vicino al punto in cui la linea sottopassava la ferrovia Torino-Milano presso la stazione di Torino Dora, era invece posta una semplice fermata sul binario unico anch'essa indicata come "Torino Dora" oppure come "Bivio Dora". Dal 1987, in occasione di un ampio progetto di ammodernamento della linea, fu abbandonato il tratto tra Torino Dora e Torino Porta Milano, spostando il capolinea in una nuova stazione appositamente costruita sulla curva del raccordo di collegamento tra le due ferrovie, separata e a sé stante rispetto alla stazione Torino Dora gestita da FS. La stazione fu inaugurata nell'ottobre 1990 e aperta definitivamente al pubblico nel febbraio 1991 con il ripristino del servizio ferroviario al termine dei lavori. La linea ferroviaria viene oggi integrata con la linea della RFI della vicina Stazione di Torino Rebaudengo Fossata, posta nella parte più nord di Corso Venezia, e i cui cantieri sono in corso dal 2011. L'intento è quello di integrare tutte le linee sia con la ferrovia Torino-Milano (Stazione di Torino Porta Susa), sia con la Stazione di Torino Rebaudengo Fossata e la Stazione di Madonna di Campagna, questa con l'intento di sostituirla con la stazione Torino Grosseto. Il 25 agosto 2020 la stazione è stata dismessa insieme al tratto ferroviario tra quest'ultimo e la stazione di Madonna di Campagna, contestualmente alla costruzione di un percorso in variante collegato alla Stazione di Torino Rebaudengo Fossata. Una volta completato il passante ferroviario di Torino, verrà aperta una nuova stazione omonima, gestita da Ferrovie dello Stato e sotterranea, la cui costruzione al rustico è stata già terminata nel 2009. Al termine dei lavori, previsti entro la fine del 2023, la linea SFM A, che proviene dalle valli di Lanzo, passa dall'aeroporto di Caselle e dallo Juventus Stadium, sarà collegata direttamente con il centro di Torino (stazione di Porta Susa) e la stazione Lingotto e quindi direttamente connessa alle 85 stazioni del sistema ferroviario metropolitano con evidenti ricadute positive sul territorio. La stazione era dotata di tre binari tronchi utilizzati dai treni in arrivo dalle valli di Lanzo, più altri tronchi in disuso rimasti dal precedente scalo merci. La stazione era servita dai convogli della linea SFM A del servizio ferroviario metropolitano di Torino per Ceres. La stazione disponeva di: Biglietteria automatica Servizi igienici La stazione è servita dalle linee della rete urbana di bus (10 navetta, 10 festivo, 11, 46, 49, 52, 77, 91 e 67 festivo) e alcune linee extraurbane per la città metropolitana. La linea Dora Express per il collegamento con Torino Porta Susa, è stata soppressa il 25 agosto 2020 dopo la dismissione della stazione. Fermata bus GTT seguenti Stazioni ferroviarie di Torino: stazione di Torino Porta Susa (1856) stazione di Torino Dora stazione di Torino Porta Milano stazione di Torino Vanchiglia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Torino Dora

Residenza La Torre
Residenza La Torre

Per Residenza La Torre, o Torre Valdocco, si intende un edificio ad uso residenziale che sorge nel rione di Spina 3 nel quartiere di San Donato a Torino. L'edificio è di valenza significativa per la città: con i suoi quasi settanta metri di altezza ne rappresenta una delle costruzioni più alte. L'edificio è stato costruito come parte integrante del complesso residenziale denominato "Isole del Parco" nel rione di Spina 3, una vasta area della città di Torino che un tempo ospitava stabilimenti industriali. In particolare, sorge nel quartiere San Donato in area Valdocco (non l'adiacente sotto-quartiere di Aurora), così denominata perché ospitava l'omonimo stabilimento industriale. Il comparto residenziale, costituito da ampi isolati, è stato progettato e coordinato dallo studio di Isola Architetti, il quale ha redatto un masterplan generale allo scopo di connettere le diverse isole residenziali con un disegno unitario. Le altre residenze sono edifici tra cinque e i dodici piani, che sorgono su una piastra di parcheggi e sono collegati tra di loro tramite un sistema di passerelle pedonali a ponte. Il computo totale degli alloggi è di 1352, di cui 611 di edilizia convenzionata. Fa eccezione proprio l'edificio a torre progettato dallo studio Picco Architetti per il comparto che fronteggia l'Environment Park. Spina Centrale Parco Dora Torri Michelin Nord Costruzioni di Torino più alte Luoghi d'interesse a Torino http://www.piccoarchitetti.it/projects/torre-valdocco/ http://collettiingegneria.it/complesso-residenziale-spina-3-valdocco---lotto-a--la-torre-

Ponte Carpanini
Ponte Carpanini

Il Ponte Carpanini è l'unico ponte mobile di Torino. Sorge sulla Dora Riparia, nel quartiere Aurora. Collega Piazza Borgo Dora e Corso Vercelli (Borgata Aurora). È intitolato a Domenico Carpanini, ex vicesindaco del capoluogo piemontese. L'opera fu realizzata a seguito dell'irrimediabile danneggiamento subito durante l'alluvione dell'ottobre 2000 dal vecchio ponte intitolato alla Principessa Clotilde di Savoia, costruito nel 1882 su progetto dell'allora ingegnere capo del comune di Torino Edoardo Pecco e che fu in seguito abbattuto. La sua realizzazione si inquadra, insieme alla riqualificazione della sponda destra del fiume tra via Cigna e corso Giulio Cesare, nel generale intervento di miglioramento di Borgo Dora. È stato costruito dalla società SAICAIM Spa e dalla ditta SISEA Spa, che l'ha completato, mentre il progetto è opera dell'architetto Giorgio De Ferrari e dell'ingegnere Francesco Ossola. Il costo dell'opera è stato di 2.400.000 euro mentre i lavori sono durati circa 16 mesi. La struttura, a campata unica e vincolata a martinetti che all'occorrenza permettono il sollevamento del ponte, è stata progettata dall'architetto Giorgio De Ferrari e dall'ingegner Francesco Ossola, che ne hanno anche seguito la realizzazione. Il ponte è lungo 43 metri e largo 12.Oltre alle due corsie centrali (7,12 metri) realizzate per il transito dei veicoli a motore e ad una pista ciclabile (2,20 metri), presenta un marciapiede laterale, a sua volta fiancheggiato da una gradinata rivestita in legno duro (2 metri) ed affacciata verso il fiume. La struttura portante pesa circa 700 tonnellate ed è costituita da grosse travature in acciaio a sezione romboidale saldate tra loro. Per il rivestimento delle spalle del ponte sono state riutilizzate le pietre provenienti dal ponte ottocentesco demolito dopo l'alluvione. In caso di piena il ponte ha la possibilità di essere sollevato fino a 1,30 metri grazie all'azione di alcuni martinetti idraulici collocati all'interno di vani interrati. Calia M., Nuovi segni sulle antiche tracce: l'area dell'Arsenale Militare di Borgo Dora a Torino, Tesi di laurea, Politecnico di Torino, facoltà di Architettura, 2001; Germak C. (a cura di), Studio De Ferrari Architetti. Opere/Works 2000-2006, Lybra Immagine, Milano, 2006 Rossotti R., I ponti di Torino. Curiosità, storie, eventi e personaggi sulle sponde dei fiumi che attraversano la città, Newton Compton, Roma, 2007; Sassi Perino, A., Torino: narrate, ponti, la vostra storia, Edizioni del Capricorno, Torino, 2002. Aurora (Torino) Dora Riparia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su ponte Carpanini Sito del Comune di Torino con scheda del ponte, su comune.torino.it. URL consultato il 18 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2007).

Docks Torino Dora
Docks Torino Dora

I Docks Torino-Dora (meglio noti come Docks Dora o magazzini Dora) sono un vecchio complesso di magazzini generali posto nel quartiere di Barriera di Milano, alla periferia nord di Torino. L'impianto mercantile, raccordato in origine alla ferrovia Torino-Milano, risulta ormai dismesso dagli anni sessanta e nel corso dei decenni il complesso è stato adibito a molteplici scopi, quali ad esempio attività commerciali, di terziario, culturali e di intrattenimento. I magazzini Dora furono costruiti fra il 1912 e il 1914, in concomitanza con la nuova cinta daziaria di Torino (la cosiddetta cinta Rossi, anch'essa del 1912). L'area scelta per la loro costruzione non fu casuale, in quanto prossima sia alla ferrovia per Milano sia a molte delle più grandi industrie cittadine dell'epoca. Il quartiere Barriera di Milano (nel quale i Docks si collocano) infatti si era sviluppato dopo la seconda metà dell'ottocento fuori dalla cinta daziaria del 1853 in virtù della presenza di numerosi canali e bialere fondamentali per la fornitura di energia idraulica, in quell'asse di sviluppo industriale verso nord che si era generato dall'area protoindustriale di Borgo Dora. Al pari dei coevi Docks Porta Nuova, il nuovo impianto mercantile offriva servizio di custodia e conservazione merci - soprattutto generi alimentari - in franchigia daziaria. Le merci infatti entravano all'interno della nuova cinta daziaria, ampliata appunto nel 1912, senza dovere pagare il dazio, e potevano essere rivenduti già all'interno della città, con un vantaggio economico per gli operatori che avevano la loro sede all'interno dei Docks Dora. Diverse furono le funzioni assolte dai magazzini, che fra l'altro contavano torrefazioni e attività di lavorazione enologica e dolciaria, oltre a numerose aziende che producevano il Vermouth. I locali interrati ospitavano vini e formaggi, mentre una ghiacciaia occupava un'intera manica e riforniva di ghiaccio la città. I vagoni, inoltre, giungevano nello scalo grazie a un raccordo con la rete ferroviaria e un sistema di binari a giro, che permettevano di scaricare le merci direttamente in banchina. I magazzini generali rimasero in attività per tutto il primo Novecento e per un paio di decenni del secondo dopoguerra, andando incontro alla dismissione negli anni sessanta. Ormai dismessi dalla loro funzione originaria, i Docks Dora non tardarono a rianimarsi di vita nei decenni successivi. Al loro interno, a partire dagli anni ottanta, si contano diversi generi di attività che da ambiti quali il commercio e il terziario spaziano in manifestazioni artistico-culturali e forme di intrattenimento.Sede di gallerie d'arte contemporanea, circoli privati, studi di artisti e musicisti, sale di prova e di registrazione, studi di architettura, locali notturni, birrerie ed altro ancora sono ospitati all'interno dell'area dei vecchi magazzini. Vale la pena, a tal proposito, ricordare i club notturni che hanno animato le serate dei Docks, locali particolarmente cari alla scena musicale torinese e al nightclubbing degli anni novanta. A cavallo fra i due secoli i Docks Dora furono un vero e proprio punto di riferimento per la cultura underground e postindustriale di Torino. A seguito di una delibera comunale datata 30 ottobre 1912, la Società anonima Cooperativa dei Docks Torino-Dora costituì i nuovi magazzini generali a nord del fiume Dora, affidandosi alla progettazione dell'ing. Ernesto Fantini e alla costruzione edile dell'impresa Porcheddu. L'impresa Porcheddu all'epoca era concessionaria del sistema Hennebique, un innovativo sistema edilizio basato sui primi utilizzi del calcestruzzo armato; fu proprio a questo sistema che si ricorse nella costruzione dei Docks Dora. Il corpo dell'edificio, i cui prospetti si presentano in mattoni rossi a vista, di chiara ispirazione inglese, risulta diviso in due aree principali: quella a sud, formata da tre padiglioni che si affacciano direttamente su via Valprato, e un quarto padiglione a nord dei primi tre, e quella a nord, nella parte retrostante del complesso, composta da fabbricati paralleli di differenti altezze. La facciata su via Valprato è scandita dall'alternanza di paraste e solette tinteggiate color crema e muri in mattoni pieni a vista, di semplice impianto decorativo, essendo un edificio di servizio, eccezion fatta per le finestre al primo piano dei corpi esterni con decorazioni a "raggera" .Di particolare rilievo è l'ingresso principale sulla facciata, su cui campeggia la scritta "Magaz. Dora MCMXII". Molto suggestiva e dotata di portineria, con soprastante orologio, quest'area è coperta da un elegante velario in vetro e calcestruzzo armato, che, grazie alle sue complesse strutture reticolari, consente un'illuminazione diffusa nella zona d'accesso. Anche i padiglioni a cui si accede dall'ingresso riportano la suddivisione tra intonaci crema e mattoni a vista, evidenziando la struttura costruttiva in calcestruzzo armato. I ferri battuti alle finestre riportano il simbolo deile due "D" intrecciate delle iniziali dei magazzini. Oggi i Docks Dora ospitano attività commerciali, studi d'artista, studi di architettura, spazi creativi e coworking. I loro dintorni ha svolto un ruolo importante nelle serie televisiva Netflix, Guida astrologica per cuori infranti, che ha dato all'edificio una certa visibilità fuori da Torino all'estero. J. Brian McLoughlin, La pianificazione urbana e regionale: un approccio sistemico, Venezia, Marsilio, 1973. Lando Bortolotti, Storia della politica edilizia in Italia, Roma, Editori Riuniti, 1978. R. Curto, Mercato fondiario, valori ed estimi a Torino, Torino, Manoscritto Politecnico di Torino. Angelo Detragiache, La città nella società industriale, Torino, Giulio Einaudi, 1973. Alberto Cassone, Attilia Peano, Localizzazione industriale e programmazione regionale: il caso del Piemonte, Milano, Franco Angeli, 1983. Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali del Comune di Torino, Torino, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, 1984. AA. VV., Insediamenti e tipologie architettoniche, note per una lettura storica, Celid. Marco Vaudetti, Germana Bricarello, C. Comuzio, Un progetto per abitare i Docks Torino Dora, Torino, Clut, 1996. Vera Comoli Mandracci, Le città nella storia d'Italia - Torino, Roma-Bari, Laterza, 1983. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Docks Torino Dora