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Liceo classico Cesare Beccaria

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Milano Liceo Beccaria
Milano Liceo Beccaria

Il liceo classico statale "Cesare Beccaria" di Milano è uno dei più antichi istituti scolastici presenti e attivi in Italia.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Liceo classico Cesare Beccaria (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Liceo classico Cesare Beccaria
Via Francesco Ferrucci, Milano Tre Torri

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Liceo classico Cesare Beccaria

Via Francesco Ferrucci
20145 Milano, Tre Torri
Lombardia, Italia
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Sito web
liceobeccaria.edu.it

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Milano Liceo Beccaria
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Luoghi vicini

Corso Sempione
Corso Sempione

Corso Sempione è un'importante strada radiale di Milano. Aperta nel 1801 come primo tronco della strada per il Sempione (realizzata in età napoleonica per collegare Milano a Parigi), si presenta come un largo viale alberato e rettilineo, prospetticamente puntato sull'Arco della Pace, secondo la moda neoclassica. Il progetto ha evidenti riferimenti agli Champs-Elysées di Parigi. Sfocia nell'attuale Piazza Firenze, originariamente rondò per le carrozze dei nobili. Corso Sempione ha origine dall'omonima porta nelle mura, aperta per l'occasione, e si dirige verso nord-ovest. La penetrazione urbana dell'asse, pur prevista, non fu mai realizzata: l'area adibita a piazza d'armi continuò infatti ad essere adibita a tale uso fino a fine Ottocento, sostituita quindi dal Parco Sempione, e il prolungamento del corso all'interno della città fu realizzato anch'esso a fine Ottocento, secondo un disegno più modesto. Verso la campagna, il corso Sempione terminava al rondò Biraghi , l'attuale piazza Firenze, realizzato per consentire l'inversione delle carrozze dei nobili a passeggio, secondo gli usi del tempo. Più oltre, nella località Cagnola, l'attuale Piazzale Accursio, la strada si biforcava, confluendo con due brevi tronchisulle preesistenti strade Gallaratese e Varesina. Con la restaurazione austriaca l'asse del Sempione perse importanza, sostituito dall'asse diretto verso nord-est, in direzione della Villa di Monza (attuali corso Venezia, corso Buenos Aires e viale Monza); dopo l'Unità d'Italia il corso Sempione venne addirittura tagliato a livello da due linee ferroviarie: nel 1870 quella per Vigevano (soppressa poi nel 1931) e nel 1879 quella per Saronno (portata in trincea nel 1929). In seguito all'elettrificazione delle tranvie urbane, avvenuta negli ultimi anni del XIX secolo, fu necessario costruire due cavalcaferrovia tranviari. Attualmente il corso possiede una carreggiata centrale, percorsa da un intenso traffico automobilistico, e due controviali laterali, separati da due strisce di verde pubblico. Un progetto dell'arch. Álvaro Siza prevedeva la soppressione della carreggiata centrale, da adibirsi anch'essa a giardino; tale intervento, mai realizzato, doveva essere compreso nel sistema di riqualificazione delle strade cittadine dirette all'area dell'Expo 2015 (la cosiddetta "via di terra"). Qui ha sede il centro di produzione TV della RAI Radiotelevisione Italiana. Sul lato sinistro: al n. 25 la sede del gruppo rionale fascista "P. E. Crespi", costruito dal 1938 al 1939 su progetto di Gianni Angelini, Giuseppe Calderara e Tito Varisco; al n. 27 la sede RAI, già EIAR, costruita nel 1939 su progetto di Gio Ponti; al n. 33 un edificio residenziale, costruito dal 1955 al 1957 su progetto di Piero Bottoni; al n. 43 il grattacielo "Vespa", costruito nel 1955 su progetto di Luigi Vietti; al n. 55 un complesso direzionale, costruito dal 1984 al 1988 su progetto di Fausto, Lucio e Vincenzo Passarelli; al n. 75 un edificio per abitazioni, costruito nel 1965 su progetto di Mario Asnago e Claudio Vender; al n. 81 un edificio per abitazioni, costruito nel 1953 su progetto di Gianemilio, Pietro e Anna Monti. Sul lato destro: al n. 36 la Casa Rustici, costruita dal 1933 al 1935 su progetto di Pietro Lingeri e Giuseppe Terragni; al n. 38 un edificio per abitazioni e negozi, costruito dal 1952 al 1954 su progetto di Gianemilio, Pietro e Anna Monti; al n. 66 un edificio per uffici, costruito dal 1946 al 1947 su progetto di Eugenio ed Ermenegildo Soncini al n. 86 un edificio per abitazioni, costruito dal 1955 al 1956 su progetto di Vittore Ceretti. Domodossola FN Stazione di Milano Domodossola Maurizio Grandi, Attilio Pracchi, Milano. Guida all'architettura moderna, Zanichelli, 1980. ISBN 8808052109. Giuliana Gramigna, Sergio Mazza, Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Hoepli, Milano 2001. ISBN 88-203-2913-1. Touring Club Italiano, Guida d'Italia. Milano, 2003. ISBN 88-365-2766-3. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su corso Sempione

Casa Rustici
Casa Rustici

Casa Rustici è un edificio residenziale multipiano di Milano. Costruita dal 1933 al 1935 su progetto di Pietro Lingeri e Giuseppe Terragni, costituisce uno degli esempi più rilevanti di architettura razionalista del capoluogo lombardo. Il fronte del palazzo si trova a corso Sempione 36 e fa angolo con le vie Mussi e Procaccini. Nei primi anni trenta del XX secolo, in seguito alla rimozione delle due linee ferroviarie che tagliavano il corso Sempione, il quartiere circostante fu interessato da un forte sviluppo edilizio, con la costruzione di edifici residenziali di pregio. In un lotto adiacente all'ex ferrovia per Mortara, il proprietario, Vittorio Rustici, decise inizialmente di far erigere per se stesso una villa a due piani, ma in seguito, per ragioni economiche, si orientò verso un edificio ad appartamenti, riservando per sé il piano attico. Del progetto venne incaricato l'architetto Pietro Lingeri, conosciuto dal Rustici presso la galleria d'arte "Il Milione" frequentata da entrambi. Lingeri aveva aperto da poco uno studio con il giovane architetto comasco Giuseppe Terragni, ed entrambi stavano curando la progettazione di altri edifici residenziali a Milano. I lavori di costruzione della casa Rustici ebbero inizio nel 1933 e si conclusero nel 1935. Nel 1988 l'edificio venne sottoposto a vincolo, in considerazione della sua importanza architettonica. L'edificio occupa un lotto di forma trapezoidale, occupata da due corpi di fabbrica, di cui quello meridionale a pianta rettangolare, e quello settentrionale a pianta a "T" per adattarsi all'andamento obliquo dell'ex sedime ferroviario (poi via Mussi). I due corpi, separati dal cortile interno, sono collegati da una serie di balconate sospese, che hanno la funzione di ricomporre l'unità architettonica dell'edificio, ma anche di chiudere, almeno in parte, l'apertura sul cortile, all'epoca non consentita dal regolamento edilizio vigente. L'edificio, con un volume complessivo di 19 550 m³, conta sei piani più il terreno; di questi, quelli fra il primo e il quinto sono occupati da appartamenti signorili dati in affitto, mentre al piano attico è posta la villa di Vittorio Rustici, proprietario dell'intero immobile, arretrata dal filo stradale e divisa in due parti congiunte da una passerella coperta sospesa. Al piano seminterrato vi sono uffici e autorimesse. La struttura dell'edificio è a pilastri di calcestruzzo armato, con muri di riempimento in Ital-pomice, intonacati o rivestiti di marmi pregiati. Insieme alla "Ca' Brutta" di Muzio e alla casa della Meridiana di de Finetti, la casa Rustici fu una delle poche costruzioni dell'epoca a reinterpretare secondo nuovi schemi il rapporto fra il lotto e il volume costruito; tale innovazione fu guardata con sospetto dalla burocrazia comunale, che respinse il progetto per ben nove volte, ritardandone la costruzione. Quattro case in Milano degli architetti Lingeri e Terragni, in Casabella, n. 85, gennaio 1935, pp. 14-15, ISSN 0008-7181. Piero Bottoni, Antologia di edifici moderni in Milano, Milano, Editoriale Domus, 1990 [1954], pp. 133-136, ISBN non esistente, SBN IT\ICCU\RMS\0160517. Giorgio Ciucci (a cura di), Giuseppe Terragni. Opera completa, Milano, Electa, 1996, pp. 434-436, ISBN 88-435-5297-X. Maurizio Grandi e Attilio Pracchi, Milano. Guida all'architettura moderna, Bologna, Zanichelli, 1998 [1980], ISBN 88-08-05210-9. Ada Francesca Marcianò, Giuseppe Terragni. Opera completa 1925-1943, Roma, Officina Edizioni, 1987, pp. 116-119, ISBN non esistente, SBN IT\ICCU\CFI\0092218. Ville e palazzi di Milano Casa Comolli-Rustici Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su casa Rustici Casa Rustici, su lombardiabeniculturali.it.

Stazione di Milano Domodossola
Stazione di Milano Domodossola

La stazione di Milano Nord Domodossola è una fermata ferroviaria di Milano, posta sul tronco comune alle linee Milano-Asso e Milano-Saronno (Cadorna-Bovisa). L'impianto è ubicato in via Domodossola, tra corso Sempione e l'area interessata dal complesso residenziale e commerciale CityLife. La stazione, denominazione ufficiale Milano Nord Domodossola, venne inaugurata il 15 maggio 2003 con la denominazione di "Milano Nord Domodossola-Fiera" ed entrò in servizio il 18 maggio 2003. Fu realizzata nell'ambito dei lavori di quadruplicamento della tratta ferroviaria Milano Cadorna-Milano Bovisa, per avvicinare le linee del Gruppo FNM alla Fiera di Milano, sostituendo la storica stazione della Bullona, collocata poche centinaia di metri più a nord, della quale è stato mantenuto l'edificio originario. In seguito alla chiusura e demolizione degli adiacenti padiglioni della Fiera di Milano, la stazione ha ricevuto l'attuale denominazione. Dal 29 aprile 2015, con l'apertura dell'omonima fermata della linea M5, costituisce interscambio con la metropolitana di Milano. Si tratta di una fermata sotterranea a quattro binari passanti, serviti da due banchine laterali e da una banchina centrale a isola. I binari 1 e 3 sono per i treni in direzione Milano Bovisa, mentre i treni diretti a Milano Cadorna impiegano i binari 2 e 4. L'accesso al piano binari avviene dal sovrastante fabbricato viaggiatori, situato in superficie. Gli ingressi della stazione sono collocati in via Domodossola e nella parallela via Filelfo. L'impianto è dotato di ascensori e percorsi sensoriali per non vedenti. La stazione è collegata a quella omonima della metropolitana mediante un percorso all'aperto protetto da una tettoia in vetro. La stazione è servita dalle seguenti linee del servizio ferroviario suburbano di Milano, esercite dalla società Trenord nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Lombardia: S3 Milano Nord Cadorna - Saronno. S4 Milano Nord Cadorna - Camnago-Lentate. La stazione è servita dai treni regionali delle seguenti linee del servizio ferroviario regionale lombardo, eserciti dalla società Trenord nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Lombardia: R16 Milano Nord Cadorna - Seveso - Erba - Asso. R17 Milano Nord Cadorna - Saronno - Como Nord Lago. R22 Milano Nord Cadorna - Saronno - Varese Nord - Laveno Mombello Lago. R27 Milano Nord Cadorna - Saronno - Novara Nord. L'impianto è inoltre servito dai treni delle seguenti linee RegioExpress, anch'esse esercite da Trenord: RE1 Milano Nord Cadorna - Saronno - Varese Nord - Laveno Mombello Lago RE7 Milano Nord Cadorna - Saronno - Como Nord Lago. I treni della linea XP1 (Milano Nord Cadorna - Saronno - Busto Arsizio Nord - Malpensa Aeroporto) del servizio Malpensa Express transitano in questa stazione nei binari 1 e 2 senza effettuare fermata. Biglietteria a sportello Biglietteria automatica Bar Servizi igienici Sala d'attesa Nelle immediate vicinanze della stazione effettuano fermata alcune linee urbane, tranviarie ed automobilistiche, gestite da ATM. Fermata metropolitana (Domodossola FN, linea M5) Fermata tram (Domodossola FN M5, linee 1 e 19) Fermata autobus (Domodossola FN M5, linee 43, 57) Servizio ferroviario suburbano di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Milano Nord Domodossola La stazione sul sito del gruppo FNM, su ferrovienord.it (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2013).

Domodossola FN (metropolitana di Milano)
Domodossola FN (metropolitana di Milano)

Domodossola FN è una stazione della linea M5 della metropolitana di Milano. La stazione, la cui costruzione iniziò nel novembre 2010 come parte della seconda tratta della linea M5 da Garibaldi a San Siro Stadio, è stata inaugurata il 29 aprile 2015. Domodossola è una stazione sotterranea passante con due binari e una banchina ad isola che, come in tutte le altre stazioni della linea, è dotata di porte di banchina. Possiede uscite solo in via Domodossola. La stazione è collegata all'omonima stazione ferroviaria mediante un percorso all'aperto protetto da una tettoia in vetro. La stazione è, come tutte le altre della linea, accessibile ai portatori di handicap grazie alla presenza di vari ascensori, sia a livello stradale sia all'interno della stazione stessa. Sono inoltre presenti indicatori per i tempi d'attesa nelle banchine e l'intera stazione è sotto video sorveglianza. La stazione dispone di: Accessibilità per portatori di handicap Ascensori Scale mobili Emettitrice automatica biglietti Servizi igienici Stazione video sorvegliata Servizi igienici Oltre ad essere servita da diverse linee tranviarie e automobilistiche gestite da ATM, la stazione interscambia con varie linee ferroviarie regionali e suburbane. Stazione ferroviaria (Milano Domodossola) Fermata tram (Domodossola FN M5, linee 1, 10 e 19) Fermata autobus Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Domodossola FN (EN) Domodossola FN, su Structurae.

Istituto Leone XIII

L'istituto Leone XIII è una scuola privata paritaria di Milano fondata dalla Compagnia di Gesù nel 1893 nell'ambito delle celebrazioni della diocesi milanese per il giubileo di papa Leone XIII. Prima della riforma sulla parità scolastica, la sua scuola elementare era pareggiata (cosiddetta parificata), mentre la scuola media e i due licei erano legalmente riconosciuti. La sua prima sede fu in corso di Porta Nuova, quindi si spostò a villa Sacro Cuore di Triuggio, riparando poi nel corso della seconda guerra mondiale e nell'immediato dopoguerra, presso l'istituto delle Suore Orsoline di via Parini, e dal 1950 infine si trova nella sua sede attuale in via Leone XIII, in zona Pagano. La biblioteca dell'istituto, di cui padre Giulio Besana S.I. è stato per anni supervisore, conta circa 100.000 volumi, include una raccolta di 11 incunaboli, 500 cinquecentine e alcune migliaia di edizioni sei-settecentesche, oltre che libri moderni e periodici, è iscritta nel Catalogo nazionale delle biblioteche italiane e dal 1997 è parte del progetto Servizio bibliotecario nazionale. È specializzata in materie umanistiche (letteratura italiana, greca e latina, storia, filosofia, arte) e religiose (teologia, liturgia, Compagnia di Gesù). Essa è a disposizione degli studenti. Lo stemma dell'istituto è formato al centro di un cerchio con il triagramma della Compagnia di Gesù (IHS) e, a scacchiera, la croce di san Giorgio simbolo della città di Milano e il sigillo di papa Leone XIII, a sua volta tratto dalle insegne della nobile famiglia senese dei Pecci. L'istituto comprende una piscina, un campo da calcio a 11 giocatori in erba sintetica, un campo da rugby in erba sintetica, un campo da pallacanestro all'aperto, una pista da corsa per i 100 metri piani e quattro palestre, di cui un palazzetto. Quattro associazioni sportive affiliate al CONI che si occupano dell'attività agonistica di nuoto, basket, calcio, pallavolo ed atletica leggera. Attività di avviamento e promozione sportiva per il minibasket, il minivolley, la scuola calcio, la ginnastica artistica e la danza. Nella sua storia, l'istituto ha visto i seguenti direttori: Sito ufficiale dell'Associazione ex-alunni, su exleo.org.

Palazzo delle Scintille
Palazzo delle Scintille

Palazzo delle Scintille è un edificio di Milano che nel corso della sua storia ha svolto diverse funzioni, da palazzetto dello sport, a padiglione 3 della Fiera di Milano per poi essere incluso, previa ristrutturazione, nel complesso residenziale e commerciale CityLife. È stato il primo palazzo dello sport della città di Milano, progettato da Paolo Vietti-Violi in stile Liberty e inaugurato nell'aprile del 1923. Nei pressi del padiglione furono edificati di lì a poco l'Ippodromo del galoppo di San Siro, il Lido di Milano e il Velodromo Vigorelli. Il 19 marzo 1933 vi fu allestito il primo incontro di pugilato in Italia con in palio un titolo mondiale, tra il detentore della corona dei pesi gallo, il panamense Panama Al Brown e l'italiano Domenico Bernasconi. Nel 1935 fu convertito in padiglione della Fiera di Milano, evento legato al trasferimento di quest'ultima nel quartiere Portello, che avvenne a partire dal 1923, sullo stesso luogo dove si tenne l'Esposizione internazionale di Milano del 1906. Nel 1946 ospitò la stagione estiva del Teatro alla Scala in fase di ricostruzione dopo il bombardamento del 1943. Nel 2021 l'edificio è diventato il centro vaccinale più grande d'Italia per la somministrazione del vaccino anti COVID-19. L'edificio nel punto più elevato della cupola ellittica costruita in vetro e metallo è alto 32 metri, con una pianta rettangolare che può ospitare manifestazioni di vario tipo, esposizioni fieristiche e gare sportive. Può ospitare fino a 18 000 visitatori. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo delle Scintille Comune di Milano - Padiglione 3

Biblioteca provinciale dei Carmelitani scalzi
Biblioteca provinciale dei Carmelitani scalzi

La Biblioteca provinciale dei Carmelitani scalzi è una biblioteca ecclesiastica gestita dall'Ordine dei carmelitani scalzi, sita in via Canova 4 a Milano. È deputata alla conservazione di tutti i volumi antichi e di pregio (manoscritti, incunaboli, edizioni dei secoli XV-XVIII) provenienti dalle biblioteche dei conventi della Provincia Lombarda dei Carmelitani scalzi. La Biblioteca provinciale nasce con la volontà di raccogliere in un unico luogo tutto il patrimonio librario appartenente alla Provincia religiosa di S. Carlo dei Carmelitani Scalzi. Viene istituita intorno agli anni 70 del XX secolo presso il convento di Piacenza fino a quando, nel 1992, il convento viene chiuso e la Biblioteca provinciale viene spostata a Milano presso il convento del Corpus Domini, dove ha anche sede la Curia Provinciale. La Biblioteca provinciale conserva e custodisce al suo interno: manoscritti, incunaboli, edizioni dei secoli XVI-XVIII e circa 50.000 volumi moderni. Dal 2011, ha preso avvio un progetto di catalogazione, oggi ancora in corso e concordato con la Soprintendenza ai Beni Librari della Regione Lombardia, che ha come scopo la descrizione e la fruizione dell’intero patrimonio della biblioteca. Il progetto finora è progredito grazie ai finanziati della Conferenza Episcopale Italiana, ai bandi di Regione Lombardia per la valorizzazione di biblioteche e archivi e a una erogazione liberale della ditta CEMB di Mandello del Lario e a un contributo di Fondazione Cariplo. La Biblioteca a partire dall’aprile 2017 è operativa sul Polo regionale lombardo del Servizio Bibliotecario Nazionale SBN e porta avanti progetti di digitalizzazione del proprio patrimonio librario. Il fondo antico si articola in 3 sezioni: 200 manoscritti, compresi tra XV-XX secolo, di cui due manoscritti liturgici medievali. I manoscritti sono quasi interamente descritti all'interno del sistema Manus-online 29 incunaboli, sono catalogati all'interno del progetto internazionale del CERL: Material Evidence in Incunabula 4.100 circa edizioni comprese tra XVI-XVIII secolo. Il fondo moderno si articola in 3 sezioni: Studentato Teologico S. Lega Eucaristica Deposito centrale Tutti i volumi del fondo moderno sono in fase di catalogazione e risultano ricercabili nel catalogo del Polo regionale lombardo SBN e nel Catalogo SBN nazionale. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Biblioteca provinciale dei Carmelitani scalzi Sito ufficiale, su ilcarmelo.it. Biblioteca provinciale dei Carmelitani scalzi, su Anagrafe delle biblioteche italiane, Istituto centrale per il catalogo unico. Biblioteca provinciale dei Carmelitani scalzi, su Anagrafe degli istituti culturali ecclesiastici, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Biblioteca provinciale dei Carmelitani scalzi, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Palazzo Michelin
Palazzo Michelin

Il Palazzo Michelin è un palazzo per uffici, situato a Milano in Corso Sempione 66. Fu progettato da Eugenio ed Ermenegildo Soncini, che lo realizzarono tra il 1946 e il 1948. Il progetto fu assegnato per concorso e fu il primo vinto e realizzato dal loro studio. La committente, la Società Italiana Michelin, chiedeva un edificio in cui alloggiare la propria sede e il magazzino di vendita dei suoi prodotti, e, se possibile, anche di uffici da affittare. Il lotto da edificare era quello su cui un tempo sorgeva la vecchia sede della Società, distrutta durante la guerra. Nonostante la ristrettezza dell'area a disposizione, il progetto è riuscito a contemperare due esigenze contrastanti: "il massimo sfruttamento della superficie e la massima libertà di circolazione nei cortili interni, del traffico sia pesante (autotreni) sia leggero (auto private), e ha saputo comporre in unico organismo le esigenze commerciali della Società e quelle degli uffici". L'edificio sorge a filo strada ed è composto da un corpo doppio su strada di otto piani e da un corpo interno di quattro piani, organizzati in nuclei, operativamente indipendenti: Il nucleo commerciale: il magazzino merci, al primo piano sotterraneo che copre l'intera area; il magazzino smistamento merci, al piano terreno, con banchina di carico e scarico; la sala vendite al terreno; il cortile grande per la manovra degli autotreni (con ingresso sulla sinistra della facciata); il cortile minore per gli automezzi privati e il servizio di montaggio gomme e rettifica (con ingresso sulla destra della facciata). Il nucleo per la sede della Società: dal primo al quinto piano gli uffici, all'ottavo la direzione; ingresso indipendente al centro della facciata. Il nucleo degli uffici in affitto: al sesto e al settimo piano, con ingresso indipendente sulla sinistra della facciata. I due corpi sono disposti a T; nell'incrocio si trovano gli elementi per la circolazione verticale: scale, ascensori, montacarico merci e montacarte per i documenti. Alla estremità di sinistra del corpo alto vi sono le scale e gli ascensori per il servizio degli uffici da affittare. Al piano terreno un porticato continuo consente tutti gli accessi al coperto. Per ragioni di circolazione, di smistamento dei veicoli e del controllo degli accessi la pianta di questo piano è caratterizzata da grandi curve. L'entrata per gli impiegati della società è a destra, la sala di vendita al centro. Ai piani superiori, l'atrio di arrivo della scala e degli ascensori è nel punto di incrocio dei due corpi di fabbrica, così che il controllo del piano può essere effettuato da un solo fattorino. L'adozione di tramezze mobili in legno di rovere, che possono essere disposte sia nel senso trasversale che longitudinale, consente di variare a piacere le dimensioni degli uffici. Le tramezze sono vetrate, per il controllo degli impiegati. Nel cortile grande si smistano e si attestano gli autotreni alla banchina di scarico; il fabbricato interno è a sbalzo su di questa: si è così ottenuto più spazio per la manovra dei veicoli e una pensilina sopra la banchina. Il materiale scaricato è convogliato per mezzo di scivoli automatici in metallo alla sala di smistamento sotterranea e da qui inoltrato nei capaci magazzini che occupano l'intera area. Essi sono illuminati dall'alto con pannelli di vetrocemento inseriti nel lastricato del cortile. L'architettura nasce dalla volontà di liberarsi dalla “imperiosa legge del cubo chiuso, dal motivo sino ad allora imperante delle compatte superfici di cemento”. Sono evidenti "le connessioni con il cosiddetto stile trasparente e con altre opere del Razionalismo Italiano, come la Casa del Fascio (1934), a Como, e la Casa Rustici (1933-5), a Milano, di Terragni. Come Terragni esibisce nelle sue due case il telaio strutturale, così i Soncini creano un'architettura che è espressione diretta dei propri elementi costruttivi." “La facciata sulla strada, modulata sul nucleo dell’ufficio tipo, è caratterizzata dalle solette di schermo, di grande rilievo, che ne determinano l’unità compositiva con nette ombre ritmate orizzontalmente. Il motivo è ripreso dalla nota chiara, pure orizzontale, delle mascherature delle scaffalature sotto le finestre.” "Le facciate interne del corpo alto hanno il medesimo motivo di composizione lesenato a riquadri della fronte sulla strada e si distaccano per contrasto dalla composizione architettonica del corpo centrale sospeso, caratterizzato dalle ampie finestrate continue che pongono in risalto la leggerezza dell'aerea struttura." La facciata principale è rivestita di ceramica verde acqua marina; le facciate interne sono in intonaco con polvere di marmo, pure di tinta verde. I pannelli delle finestre sono realizzati con una lega di alluminio anodizzato. Data l'esposizione a sud-ovest si sono adottate solette di schermo dai raggi solari estivi, realizzate in cemento armato rivestito di ceramica, la cui dimensione è stata determinata con prove eseguite sul posto al solstizio di inverno e agli equinozi. Si è così eliminata l'insolazione sia del piano utile di lavoro negli uffici, sia di buona parte della superficie vetrata, per evitare l'effetto serra. Queste schermature furono utilizzate anche da Le Corbusier nella Unité d'Habitation a Marsiglia, realizzata lo stesso anno. La costruzione è in cemento armato. Non vi sono murature d'ambito per il corpo principale, in quanto il pannello della finestra va da pilastro a pilastro e da pavimento a soffitto. L'interasse dei pilastri corrisponde alla dimensione dell'unità spaziale di un ufficio. Molto originale è l'ossatura portante del fabbricato interno a sbalzo sul cortile maggiore: la parte in aggetto è sostenuta da piedritti tiranti in facciata, vincolati a un sistema di tre mensoloni sulla sommità dell'edificio che poggiano su tre campate di pilastri, posti in profondità rispetto alla facciata. Ciò rende il piazzale interno libero da ingombri. L'edificio è riscaldato con pannelli radianti posti a soffitto; lo stesso impianto, con circolazione d'acqua dal sottosuolo, procura il raffreddamento estivo. Una rete di canali d'aria, passante a soffitto nei corridoi, consente di immettere in ogni ufficio aria umida o aria secca, in modo da ottenere il massimo condizionamento e una perfetta ventilazione. Tutti gli uffici erano serviti dalla posta pneumatica.r red., La nuova sede della Michelin di Milano, in "Vitrum", n. 4-5, pag. 17, 1950 C. Bassi - F. Berlanda e G. Boschetti, Scala in un Palazzo per uffici, in "Documenti di Architettura, Composizione e Tecnica Moderna", pag. 837, 1954 P. Bottoni, Antologia di edifici moderni in Milano: guida, Editoriale Domus, Milano 1954 C. Pagani, Architettura italiana oggi, pag. 176-178, Hoepli, Milano 1955 J. Peter, Alluminium in modern architecture, Reynolds Metals Co., Louisville 1956 N. Pevsner, Storia dell’architettura europea, Laterza, Bari 1959 A. Kordalis, N. Tommasi, Eugenio ed Ermenegildo Soncini tra sperimentalismo e rigore tecnologico negli anni della Ricostruzione, tesi di laurea (relatore L. Crespi, co-relatore E. Triunveri) Facoltà di Architettura, Politecnico di Milano, 1996