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Chiesa di San Niccolò (Talla)

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La chiesa di San Niccolò è un edificio sacro che si trova in piazza Licio Nencetti, a Talla. Venne edificata nel 1644 dalla Compagnia del Sacramento, pare per una scampata pestilenza. L'edificio è stato più volte restaurato nel XIX e XX secolo. Del tipo a capanna, intonacata con bozze cantonali, presenta una semplice facciata; il portale ha un timpano triangolare spezzato con al centro lo stemma della famiglia Ducci. Sul fianco sinistro è una torre campanaria in pietra con orologio. L'interno ad aula unica è coperto a false capriate, il presbiterio è rialzato e voltato a botte. Sulle pareti laterali due altari in pietra contengono tele sei-settecentesche: quella a sinistra rappresenta la Morte di San Giuseppe, opera di Giuseppe Antonio Fabbrini databile forse al 1785, quella a destra la Madonna del Rosario coi Santi Domenico, Nicola, Francesco, Caterina da Siena, Caterina d'Alessandria e Maria Maddalena, opera di Tommaso Gorini. La tela dell'allievo del Martinelli, ancora memore della lezione del maestro nell'uso dei rossi e degli azzurri e nelle tipologie delle figure, è forse di poco posteriore al 1637, data documentata dell'altare su cui è posta ala tela. L'iconografia presenta l'inconsueta variazione che vede la Vergine consegnare il Rosario non a San Domenico come di consueto, ma a Santa Caterina e la raffigurazione al centro su un altare, anch'essa insolita, del calice con l'ostia, che fa pensare che l'opera sia stata commissionata non solo dalla Compagnia del Rosario, ma anche da quella del Corpus Domini, entrambe presenti a Talla. Il Casentino, a cura di Giovanni Cherubini, Firenze, 2000. Il Casentino e il Valdarno superiore. La storia, l'architettura, l'arte delle città e del territorio. Itinerari nel patrimonio storico-religioso, a cura di Laura Speranza, Firenze, 2000. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Niccolò Fonte: scheda nei "Luoghi della Fede", Regione Toscana, su web.rete.toscana.it.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di San Niccolò (Talla) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di San Niccolò (Talla)
Piazza Licio Nencetti, Unione dei Comuni Montani del Casentino

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52016 Unione dei Comuni Montani del Casentino
Toscana, Italia
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Luoghi vicini

Talla
Talla

Talla è un comune italiano di 976 abitanti della provincia di Arezzo in Toscana. L'etimo Talla è legato a due periodi storici: Tallulah è un nome gentilizio etrusco, forse derivato da una divinità a cui il sito poteva essere dedicato. La presenza degli Etruschi è documentata proprio all'imbocco della valle che porta a Talla, dalla grande ara votiva ritrovata dietro l'abside di Pieve a Socana, ed è attestato anche dal ritrovamento di tombe ipogee vicino al fiume di Pontenano di Sotto, alle Bucacce (sepolcreto del IV secolo a.C., come rilevato dall'archeologo Gamurrini, in un resoconto del 1888). Nel VI secolo d.C., quando i Longobardi si fortificarono a Pontenano di Sopra, possiamo ipotizzare che la valle venisse indicata con termine germanico: Tal, da cui il termine moderno Talla. Numerose vie fecero della valle del Talla, fin dall'antichità etrusco-romana, uno snodo essenziale per mettere in comunicazione il Valdarno superiore ed il Casentino: una direttrice da Arezzo portava a Capolona, Bibbiano, Bicciano, Talla, Rassina, un'altra da San Giustino saliva la Crocina diramando per Talla da una parte, per Feraglia e Pontenano dall'altra, e da qui, attraverso la valle del fiume di Capraia, risaliva nell'Alpe (via Abaversa), dove, attraverso un percorso nel crinale si potevano raggiungere le valli di Faltona (Borro del Ginesso), Carda, Calleta e Castel Focognano, mentre nella direzione opposta, i Prati del Varco ed i Monti di Loro; da qui, attraverso il crinale del Pratomagno proseguiva fino in Secchieta e da Reggello scendeva verso Firenze. Numerosi toponimi derivati dalla terminazione latina in -anus, nonché alcune località con il termine "villa", rilevabili sia nel territorio che nelle immediate vicinanze, fanno ipotizzare un insediamento vivace della classe senatoria in epoca tardo-imperiale e forse un sicuro rifugio per sfuggire alle efferatezze della lunga guerra greco-gotica (535-553), che prostrò e depauperò anche demograficamente la penisola italiana. Non a caso quando i Longobardi calarono dall'Alpe trovarono una estrema resistenza della valle aretina da parte dell'esercito bizantino sui poggi di Carra, sopra Bicciano, come attestato da etimi greco-bizantini rimasti (Poggio alla Baselica, Sant'Apollinare). Quelle stesse popolazioni germaniche si insediarono volentieri a Pontenano di Sopra e Faltona, per sostituzione della classe agraria autoctona. Con l'incastellamento e l'organizzazione feudale del territorio, Talla, castelletto degli Ubertini, ebbe scarso ruolo storico, poiché dominarono i forti castelli vicini di Monteacuto, Capraione (Capraia), e soprattutto Pontenano, le cui fortune si legarono alla prima abbazia benedettina del Casentino: Badia Santa Trinita in Alpe di Fonte Benedetta, fondata in età ottoniana, probabilmente intorno al 970, come ben argomentato dallo storico aretino Alberto Fatucchi. La decadenza della potente abbazia, unita alle rovinose scelte politiche di Pontenano nei confronti del comune di Firenze, portarono Talla ed il suo territorio nell'orbita della città del Giglio (sottomissione del 14 marzo 1384), per divenire, a partire dalla fine del Trecento, uno snodo tra le proprie vallette montane, il Casentino inferiore ed il Valdarno. Sarà l'occupazione francese, in epoca napoleonica, a fare di Talla un comune rustico, confermato dalla Restaurazione granducale e dalla successiva annessione al Regno sabaudo per plebiscito. Al plebiscito del 1860 per l'annessone della Toscana alla Sardegna i "sì" non ottennero la maggioranza degli aventi diritto (113 su totale di 672), sintomo dell'opposizione all'annessione. Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 15 febbraio 1977. Lo stemma fu creato verso il 1860. Il leone rosso è il simbolo degli Ubertini (d'oro, al leone di rosso) i quali dominarono la località prima dell'avvento della Repubblica fiorentina, ricordata dal giglio nel piccolo scudo tra le branche del leone; i tre monti simboleggiano Talla, la Penna, e l'Alpe di S. Trinità. In capo allo scudo, la croce sabauda si riferisce al periodo in cui si cominciò a utilizzare lo stemma. Il gonfalone è un drappo di rosso. Chiesa di San Niccolò Abbazia di Santa Trinita in Alpe Chiesa della Madonna del Conforto (nota come Chiesa della Castellaccia) Abitanti censiti Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente era di 99 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: Germania 33 (3,11%) Romania 33 (3,11%) I sindaci di Talla dal dopo guerra ad oggi sono stati i seguenti. Pont-du-Casse, dal 1982 monografia "Il Comune di Talla", pubblicata a cura del comune omonimo.s.d. Giuseppe Guerrini, Badia Santa Trinita in Alpe, Schoop Verlag, 1981 Capitolario "Ripoli", Archivio di Stato di Firenze Emanuele Repetti, Dizionario storico, fisico, geografico della Toscana, Firenze 1833/ Milano1855 Alberto Fatucchi, Le strade romane del Casentino, Arezzo, 1974. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Talla Sito ufficiale, su comune.talla.ar.it.

Pieve dei Santi Giovanni Battista e Marino
Pieve dei Santi Giovanni Battista e Marino

La pieve dei Santi Giovanni Battista e Marino, anche nota come pieve dei Santi Giovanni Battista e Martino, è un edificio sacro di Capolona che si trova in località Pieve San Giovanni. L'antica pieve fu fondata probabilmente nel V secolo ed era dedicata a santi Giovanni e Martino. Fu molto importante fino al X secolo, quando venne ceduta da Teuzo di Sassello alla badia delle Sante Flora e Lucilla. Nel Settecento venne completamente ristrutturata (nella attuale controfacciata sono visibili conci in arenaria probabilmente di epoca romanica). Fu nuovamente risistemata nella parte absidale nel 1929. La facciata del tipo a capanna presenta un interno ad aula unica con soffitto a capriate lignee. All'interno, sulle pareti laterali si trovano due altari tardomanieristi: in quello di sinistra è conservato un crocifisso ligneo trecentesco. A quello di destra è un dipinto con una Madonna col Bambino incorniciata da una tela con i Santi Domenico e Caterina da Siena e i Misteri del Rosario entrambe attribuite a Bernardino Santini, databile al 1650 - 1652 circa. All'altare maggiore è una tela seicentesca che raffigura il Battesimo di Gesù datata 1674 ed assegnabile a Giovanni Battista Biondi, allievo di Salvi Castellucci. Il Casentino e il Valdarno superiore. La storia, l'architettura, l'arte delle città e del territorio. Itinerari nel patrimonio storico-religioso, a cura di Laura Speranza, Firenze, 2000. Il Casentino, a cura di Giovanni Cherubini, Firenze, 2000. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla pieve dei Santi Giovanni Battista e Marino Fonte: scheda nei "Luoghi della Fede", Regione Toscana, su web.rete.toscana.it.

Capolona
Capolona

Capolona è un comune italiano di 5 157 abitanti della provincia di Arezzo in Toscana. Il nome si pensa derivi da Caput Leonis (o Campus Leonis). Le origini del paese sono remote e poco conosciute: c'è chi ritiene che lì fosse situato un antico convento di cui oggi si sarebbero perse le tracce. Oggi Capolona è un tranquillo paese immerso nella campagna toscana con caratterizzazione manifatturiera e agrituristica a soli 12 km dalla Città di Arezzo ed alle porte del Casentino. Capolona, capoluogo del comune omonimo, ha una storia singolare. Il comune si estende sulle pendici del Pratomagno verso sud e sulla riva destra dell'Arno e coincide storicamente con i possedimenti dell'antichissima abbazia di San Gennaro a Campoleone. In realtà Capolona è un nome che individua non tanto un centro in particolare, quanto tutta una zona, avendo cambiato durante i secoli la localizzazione del capoluogo; dopo l'abbandono dell'Abbazia, situata nei pressi dell'attuale abitato di Castelluccio, il territorio fu unito ad altre comunità (in particolare con Subbiano, sull'altra sponda dell'Arno) fino alla dominazione napoleonica. Nel 1808 fu istituito il distretto di Capolona, Bibbiano e Belfiore e la sede comunale fu a Castelluccio, il centro più vicino all'antica abbazia e ne acquisì il nome di Capolona. Precedentemente il nome era passato ad una località vicina, sede della pieve di San Giovanni, luogo fino ad allora chiamato Sulpiciano. In tempi più recenti, il capoluogo, e di conseguenza il nome, è passato all'attuale Capolona, un gruppo di edifici sorti ai piedi di Caliano, in corrispondenza del ponte che attraversa l'Arno ed attorno al Calzaturificio Fratelli Soldini sorto a fine degli anni cinquanta del XX secolo. Capolona ha quindi in gran parte un aspetto moderno, lungo il fiume Arno e attraversata dalla strada regionale n. 71 e dalla ferrovia Arezzo-Pratovecchio-Stia. Il comune si inserisce nel paesaggio in un punto in cui il Casentino e la valle dell'Arno si aprono in un ampio ventaglio che prelude alla grande distesa formata dalla confluenza della Val di Chiana nel Valdarno e dove il fiume Arno “torce il muso” ad Arezzo. Il territorio è solcato da brevi torrenti che scendono dal displuvio più meridionale del Pratomagno, che sopra il capoluogo è abbastanza ripido, ma si addolcisce verso Pieve San Giovanni. Capolona si trova al centro di un territorio notevolmente interessante per le sue vicende storiche: importanti ritrovamenti archeologici anche di origine neolitica sono stati scoperti intorno alle località di Cafaggio, Cafaggiolo, Cicaleto e Vico. L'abbazia di San Gennaro a Campus Leonis (da cui Capolona) fu fondata nel 972 e successivamente affidata ad alcuni monaci benedettini provenienti da Montecassino. Dal X al XII secolo nel momento della sua maggiore potenza, l'elenco delle proprietà dell'abbazia di Campoleone era enorme: castelli e corti dal Casentino all'Umbria. Fra gli ospiti illustri dell'abbazia ci fu papa Alessandro II, che vi soggiornò nel settembre 1064 (presso la località Ierna si sono rinvenute tracce del passaggio di papa Alessandro II, una medaglia con la sua effigie, fa pensare potesse essere un dono del Papa a qualche personalità di importanza che vivesse in quella zona. Essendo sita in loco una ex villa romana appartenuta a famiglia Patrizia e poi successivamente riadattata a castelletto, ove ancora oggi si può notare una torre difensiva rimaneggiata successivamente, dalle varie dominazioni). Dalla fine del secolo XIV ebbe inizio il lento declino dell'abbazia, che fu in seguito abbandonata, con conseguente decadenza del centro abitato corrispondente. Il monumento più importante di Capolona è Pieve a Sietina, giunta a noi quasi nella sua forma originaria (escluso il campanile di inizio Novecento). La Pieve a Sietina è ricordata fin dall'inizio del secolo XI con il nome di Santa Maria Maddalena di Setrina e si trova nella “terra barbaritana”, suggestiva dizione per definire una vasta area posta tra Arezzo e il Casentino dove, all'inizio dell'anno Mille, era ancora forte l'impronta delle popolazioni di stirpe germanica che nei secoli passati avevano occupato e si erano stabiliti in queste terre. Nella Pieve a Sietina ci sono affreschi trecenteschi e rinascimentali riportati al loro antico splendore da un recente restauro. Molti borghi mantengono ancora una tipica foggia medievale con tracce più o meno evidenti di strutture murarie: ricordiamo Castelluccio con la sua “Portaccia”; Pieve di Cenina, Pieve San Martino Sopr'Arno e Pieve San Giovanni con pievi antichissime e la chiesa a Il Santo con testimonianze di origine bizantine; Bibbiano con tratti ben conservati della cinta muraria, e poi Lorenzano, Baciano, Ponina, Cenina, Migliarino, Vezza, Casavecchia, Busseto, Apia, Santa Margherita, Poggio al Pino, Figline, Busenga, Ierna e tanti altri piccoli borghi e casolari dispersi nelle colline. Sono da segnalare una serie di tracce di strutture difensive e fortificate che facevano probabilmente parte del sistema difensivo risalente all'alto medioevo: Lorenzano, Casella, Caliano, Belfiore. Stemma e gonfalone sono descritti nello statuto comunale. Stemma Gonfalone Chiesa di San Michele Arcangelo a Castelluccio Pieve dei Santi Giovanni Battista e Marino a Pieve San Giovanni Pieve a Sietina Pieve di San Martino Sopr'Arno Pieve di Cenina Chiesa al Santo di Ponina Abitanti censiti Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 525 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: Romania 193: 3,50% Albania 91: 1,65% Bangladesh 62: 1,12% Durante il mese di marzo (terzo week end) si svolge nel capoluogo la mostra filiera del tartufo marzuolo. A Capolona si svolge ogni anno, nel mese di maggio, una rassegna corale nazionale denominata CORINCANTO organizzata dalla locale corale polifonica "Bruno Banchetti". A Capolona si svolge ogni anno, nel mese di giugno, una festa organizzata dalla pro loco nel centro sociale "Arno". Nella frazione di Castelluccio nel terzo week end di luglio di ogni anno si svolge la rievocazione storica "Campus Leonis". Capolona è servita dalla stazione di Capolona, sulla ferrovia Arezzo-Stia. Anche la stazione di Subbiano e la stazione di Baciano, situate lungo la stessa linea, ricadono nel territorio comunale di Capolona. Classificazione sismica: zona 2 (sismicità medio-alta), Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003 Classificazione climatica: zona D, 2026 GR/G Diffusività atmosferica: media, Ibimet CNR 2002 Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. La principale squadra di calcio di Capolona è l'A.S.D. Deportivo Capolona, fondata nel 2013 e militante nel campionato UISP di Arezzo, eccellenza - girone A. [Allenatore: Massimo Romani, Capitano e fondatore: Nicola Bruni] Capolona è anche rappresentato dal Capolona-Quarata, squadra che milita nella prima divisione FIGC . Altri sport: ASD Capolona-Subbiano Pallavolo (fondata nel 2015), attività di pallavolo femminile. Scuola Regionale di Pallavolo FIPAV, Marchio di Qualità per il Settore Giovanile 2020-21 e 2022-24. Partecipa ai campionati di categoria giovanili nel Comitato Territoriale FIPAV Etruria. La prima squadra milita attualmente in Prima Divisione. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Capolona Sito ufficiale, su comune.capolona.ar.it.