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Stazione di Triggiano

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Stazione di Triggiano
Stazione di Triggiano

La stazione di Triggiano è una stazione della Ferrovia Bari-Martina Franca-Taranto a servizio del comune di Triggiano, nella città metropolitana di Bari. È gestita dalle Ferrovie del Sud Est. La stazione è stata inaugurata il 12 agosto 1900 in concomitanza con l'apertura della linea Bari-Locorotondo. In epoca fascista l'edificio originale ha subito un ampliamento. La stazione era servita da due binari attivi. Da giugno 2019 la stazione non è attiva per lavori di interramento della linea ferroviaria: pertanto Ferrovie del Sud Est ha predisposto un servizio automobilistico sostitutivo in partenza dall'Isola Ecologica situata sulla complanare della Strada Statale 100. La stazione dispone di: Biglietteria Capolinea Autolinee extraurbane Servizi igienici Ferrovie del Sud Est Triggiano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Triggiano sito ufficiale Ferrovie del Sud Est, su fseonline.it.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione di Triggiano (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione di Triggiano
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Triggiano

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Puglia, Italia
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Stazione di Triggiano
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Triggiano
Triggiano

Triggiano (Triggiàne in dialetto barese) è un comune italiano di 25 910 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia. Il territorio comunale si estende a breve distanza dalla costa adriatica nell'area pianeggiante nota come Conca di Bari, pochi chilometri a sud del capoluogo. Orograficamente si caratterizza per la presenza di lama San Giorgio, che, provenendo dai territori di Casamassima e Rutigliano, giunge al mare nei pressi dell'omonima località della costa di Bari. Lungo il percorso della lama si aprono numerose grotte, indice della natura carsica del sottosuolo. Anteriormente all'epoca fascista, al territorio comunale apparteneva anche il territorio costiero denominato "San Giorgio", annesso in epoca fascista (Legge n. 17 dell'11 gennaio 1934, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 20 del 25 gennaio 1934) al Comune di Bari, insieme ad altri del litorale. L'altitudine del centro abitato è 60 metri s.l.m. Il clima di Triggiano è tipicamente mediterraneo, con inverni miti ed estati caldo aride. Le temperature nelle aree più interne sono caratterizzate da clima temperato, mentre in prossimità della costa adriatica risentono dell'azione mitigatrice del mare. Nella tabella sottostante sono riportati i valori medi che si registrano nel territorio del litorale barese, di cui anche il territorio di Triggiano fa parte: Fonte: Cima del Litorale barese, su biopuglia.iamb.it. URL consultato il 4 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2006). Le grotte che sorgono numerose nel territorio di Triggiano hanno restituito diverse testimonianze del suo popolamento in epoca neolitica. Al III secolo a.C. risalgono invece i ritrovamenti, tra i quali la tomba scoperta nel 1902 in contrada San Lorenzo, che fanno ritenere plausibile l'esistenza di un agglomerato urbano. Tuttavia, la prima testimonianza scritta della città risale al 983 d.C., quando l'arcivescovo Pavone concede a Leone, figlio di Argiro, la pieve di San Martino in loco Triviani. Il nome Trigiano appare invece in un testamento del 1054. Sulle origini del toponimo sono state formulate almeno tre ipotesi, nessuna delle quali è peraltro suffragata da prove documentali. La prima lo fa derivare da quello dell'imperatore Traiano, che promosse la realizzazione della via consolare Traiana che attraversava la Puglia da Benevento a Brindisi, lambendo il territorio triggianese. Una seconda congettura è quella secondo cui Trivianus sta ad indicare il trivio formato dall'intersezione di via Ponte, principale asse viaria interna all'abitato, con le attuali via Carlo Alberto e via della Marina Vecchia, strade dirette rispettivamente verso Bari e verso la costa. La prevalenza ora dell'una ora dell'altra ipotesi ha determinato per lo stemma comunale l'alternanza fra effigie dell'imperatore romano e la stilizzazione di tre strade intersecantesi. La storiografia recente ritiene tuttavia più plausibile una terza ipotesi, che attribuirebbe l'origine del toponimo al nome di qualche possidente di epoca romana (forse chiamato Trebius) che aveva ampi possedimenti nella località. Nel 1466, la costituzione dell'universitas triggianese sanciva l'ottenimento di una certa autonomia amministrativa da Bari, ufficializzata poi con lo statuto concesso nel 1543 dalla duchessa di Bari Bona Sforza. Nel 1557 Bona Sforza donò Triggiano ai Pappacoda, che la reggeranno in qualità di principi fino al 1768. A partire dal XVI secolo fu avviato lo sviluppo di un borgo in muratura, esterno alle mura col fossato che delimitavano il castrum originario. Secondo lo storico locale Battista, questa rinascita urbanistica avvenne in concomitanza con l'insediamento a Triggiano di una colonia greco-albanese attirata dalle terre che l'universitas concedeva per favorire il popolamento del centro abitato. Dopo il 1768 il titolo di principi di Triggiano passò alle famiglia Filomarino e poi ai Brancaccio. Il 20 novembre 1964, nella zona che tuttora viene identificata come Ex Superga, fu inaugurata una fabbrica dell'azienda torinese Superga, che arrivò ad impiegare 900 operai; lo stabilimento fu chiuso nel 1986. Lo stemma e il gonfalone del comune di Triggiano sono stati riconosciuti con decreto del capo del governo del 26 maggio 1935. Il gonfalone è un drappo di bianco. Fu costruita a metà del XVI secolo su un preesistente edificio di culto medievale, risalente probabilmente al 1080 che, nonostante l'impianto basilicale a tre navate, era divenuto troppo piccolo per le esigenze di culto della cittadina. Dopo che un nubifragio la danneggiò gravemente nel 1681, la chiesa venne restaurata sotto la direzione di fra Filino da Molfetta. Al 1746 risale l'apparato iconografico interno, opera di Nicola De Filippis, allievo del pittore napoletano Paolo De Matteis: i soggetti dei dipinti variano da scene bibliche a momenti della vita della Vergine, quali la Natività, la Presentazione al Tempio, l'Incoronazione e lo Sposalizio con san Giuseppe. A un precedente momento risale invece la pregevole tela del cenacolo di Gaspar Hovic. A partire dal XIX secolo la chiesa fu ampliata a più riprese: nel 1832 venne costruita una nuova cappella, e dal 1907 al 1913 furono modificati la facciata cinquecentesca, della quale venne conservato solo il rosone, e gli interni, decorati in stile liberty. Nel 1982 in seguito a sondaggi sotto il piano di calpestio sono state ritrovate le fondamenta della chiesa medievale. Chiesa di Santa Maria della Croce, inaugurata nel 1608 (come da epigrafe dell'architrave del portone centrale riportante MDCVIII), costruita in stile barocco e a navata unica su una preesistente edicola votiva. Chiesa della Madonna degli Angeli e convento dei Cappuccini, edificati nel 1616. La Chiesa è stata consacrata solo nel 1744. Nel 1949 i locali del Convento sono stati ampliati. Chiesa di San Giuseppe Moscati in San Lorenzo, situata lungo viale Antonio Gramsci, sede di una comunità parrocchiale. Chiesa di San Rocco, situata nei pressi della Villa Comunale, lungo via del Carmelo, intitolata al compatrono di Triggiano. Chiesa di San Giuseppe, situata lungo la principale arteria cittadina Corso Vittorio Emanuele, dove vengono periodicamente organizzati riti religiosi. Chiesa del Santissimo Crocifisso, in via don Peppino Palella, un tempo collocata nell'antico cimitero soppresso e spostato altrove, oggi sede di una comunità parrocchiale. Chiesa di San Michele, situata lungo via Cesare Battisti, a ridosso del centro storico. Chiesa di Santa Lucia, collocata lungo via Ponte (centro storico), in prossimità della Chiesa di Santa Maria della Croce. Masseria fortificata detta "Villa del Reddito", risalente al XVI secolo, con torri e mura di precedente costruzione medioevale, voluta dai Conti Tanzi di Blevio, di origine lombarda, fiduciari della Duchessa di Bari, che donò loro la tenuta al margine dei confini tra Bari e Triggiano. Rilevanti i residui affreschi delle sale al piano nobile ed il portale stemmato con motto. Dai Tanzi prese il nome un famoso e particolare prodotto locale, appunto la "Pera Tanzi", ottenuta con vari innesti ed elaborati incroci per un frutto piccolo ma saporito nelle particolari condizioni della zona. Chiesa rupestre di San Martino, di epoca iconoclasta, posta in varie grotte. Fontana Dell’Acqua, lungo viale Aldo Moro, opera d'arte moderna edificata nel 2006 nella piazza dedicata al Cav. Rocco Lombardi. Il 28 settembre 2018 viene inaugurata, in via Rocco Dicillo, la sede del Centro comunale polifunzionale, dove trova sede anche la biblioteca comunale. Dal 2019 ha sede l'evento dedicato all'artista Massimo Troisi organizzato da Piero Bagnardi e I Comisastri. Festa di San Rocco compatrono di Triggiano, terza domenica di agosto Festa della Madonna della Croce patrona di Triggiano, terza domenica di settembre Abitanti censiti Hanno sede a Triggiano: I Licei "Cartesio", indirizzi Classico, Linguistico, Scientifico, Scienze Applicate. L'Istituto nasce nel 1975 quale sezione staccata del Liceo Scientifico "Fermi" di Bari, per diventare autonomo nell'anno scolastico 1988/89. L'Istituto Tecnico Economico e Tecnologico "de Viti de Marco", indirizzi Amministrazione Finanza e Marketing, Sistemi Informativi Aziendali (dall'anno scolastico 2022/23 anche con percorso sperimentale quadriennale), Turismo, Biotecnologie Sanitarie (dall'anno scolastico 2022/23) e Biotecnologie ambientali (quest'ultimo nella sede associata di Valenzano). Viene istituito nell'anno scolastico 1991/92. Ha sede a Triggiano la scuola media "De Amicis Dizonno", con sezioni anche ad indirizzo musicale. I collegamenti principali sono rappresentati dalla Strada Statale 100 e dalla provinciale 240 (già strada statale 634 delle Grotte Orientali) che si distacca proprio dalla SS 100. La stazione di Triggiano sorge lungo la Linea 1 delle Ferrovie del Sud Est. Nel luglio 2019 iniziano i lavori di interramento della stazione ferroviaria (insieme a quella di Capurso), di elettrificazione e raddoppio della linea stessa nella tratta tra Mungivacca e Noicattaro. Le stazioni dovrebbero essere riaperte al servizio passeggeri nel 2025. Sono attualmente disponibili servizi sostitutivi espletati con autobus di Ferrovie del Sud Est, in partenza dall'ex Isola Ecologica situata sulla complanare della SS 100, diretti a Bari Centrale e Putignano. Ferrovie dello Stato Italiane ha annunciato la costruzione di una fermata nei pressi del centro commerciale BariBlu nell'ambito del progetto della linea ferroviaria AV/AC Napoli - Bari, in particolare della nuova variante Bari Centrale - Bari Torre a Mare. Dal 2015 e fino al dicembre 2021, la mobilità urbana era garantita nell'ambito del progetto Cuts (Clean Urban Transport Systems). La mobilità extraurbana è garantita dalla rete di autobus delle Ferrovie del Sud Est di carattere regionale che la collegano a Bari, Cellamare, Casamassima, Capurso, Noicattaro, Rutigliano, Conversano, Castellana Grotte, Putignano e Valenzano. Inoltre, Sita Sud prevede dei collegamenti tra Triggiano, Bari, il quartiere barese di Torre a Mare e Mola di Bari. Nella città sono presenti diverse piste ciclabili, in particolare nei quartieri San Lorenzo e Casalino. Più nel dettaglio, una pista ciclabile è presente su Viale Antonio Gramsci, prosegue su Via Tommaso Fiore e Via Pietro Nenni e termina in Viale Pietro Mennea; inoltre, una percorso ciclopedonale collega la fermata dei bus sostitutivi FSE a Via Vitangelo Dattoli, prosegue su Via Giuseppe Colucci e termina nei pressi dell'abbandonato Park and Ride di Triggiano: proseguirà, in futuro, sull'ex tracciato ferroviario fino a Capurso. Infine, nell'ambito del progetto Greenway, è stata finanziata la realizzazione di due piste ciclabili, per senso di marcia, su parte di Viale Aldo Moro. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Addison Per la stagione 2021-2022: A.S.D. Trivianum Pharma Volley Giuliani Che hanno cessato l'attività sportiva: Associazione U.S.D. Fides Triggiano Associazione Arcobaleno Triggiano Che hanno cessato l'attività sportiva: Associazione Sportiva Dilettantistica Calcistica Triggiano A.S.D. A.C. Triggiano A.S.D. Eagles Triggiano Vincenzo Roppo, Trivianum - Memorie Storiche del Comune di Triggiano, Bari, 1924 Daniele da Triggiano, Storia di Triggiano, Oria, 1946 Pasquale Battista, Triggiano al tramonto del X secolo (sulle origini), Bari, 1983 Wikinotizie contiene notizie di attualità su Triggiano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Triggiano Sito ufficiale, su comune.triggiano.ba.it.

Basilica di Santa Maria del Pozzo
Basilica di Santa Maria del Pozzo

La basilica di Santa Maria del Pozzo di Capurso con l'annesso convento alcantarino, progettata dall'architetto barese G. Sforza, fu ultimata nel 1770. Per volontà di papa Pio IX, venne elevata al rango di basilica minore e in seguito, per interessamento della famiglia reale di Napoli, i Borbone delle Due Sicilie, a reale basilica. Al suo interno si conserva ed è venerata l'icona bizantina della Madonna, ritrovata il 30 agosto 1705 da don Domenico Tanzella all'interno del pozzo sito nella contrada Piscino, nella periferia campestre di Capurso. Il culto a Capurso della Madonna del Pozzo è tra le più importanti realtà di turismo religioso mariano dell'Italia meridionale. Don Domenico Tanzella decise di affidare il culto della Madonna del Pozzo all'ordine religioso dei frati francescani alcantarini. Don Lorenzo Pappacoda, marchese di Capurso, sollecitato dal Tanzella, nel 1713 si rivolse alla Santa Sede per il nulla osta, primo atto necessario, per la fondazione di un convento alcantarino accanto alla cappella patronale del sacerdote Tanzella in Capurso. Dopo una lunga serie di cavilli e ricorsi burocratici, che si protrassero dal 1714 al 1728, solo con papa Benedetto XIII, domenicano e ammiratore degli alcantarini, il 31 gennaio 1729, nella pienezza dell'autorità apostolica, il papa emanò finalmente il breve di fondazione che fu reso esecutivo dal diretto intervento dell'imperatore Carlo VI il 30 maggio 1733. Gli alcantarini, il 5 novembre 1737, con il beneplacito dell'arcivescovo di Bari, Maurizio Gaeta II, furono immessi nel pieno, pacifico e definitivo possesso della cappella di San Lorenzo e dei beni a essa connessi. Subito dopo, si solennizzò la posa della prima pietra del convento, su progetto dell'architetto barese Giuseppe Sforza. Gli alcantarini volevano costruire la chiesa e il convento sul pozzo del miracoloso rinvenimento ma, non avendo ottenuto il terreno appartenente al Capitolo, ripiegarono sul fondo offerto da Lorenzo Tanzella, fratello di don Domenico, sempre sulla via di Noicattaro, ma più vicino al paese. Agli inizi del 1738 la fabbrica presentava un'altezza media di 3 metri. Il breve definitivo della fabbrica lo emanò, il 26 settembre 1746, papa Benedetto XIV. I frati alcantarini recuperarono molti donativi, libri, documenti e somme di denaro che negli anni si erano ritenuti ormai dispersi. Si poté completare la costruzione del convento, la cui facciata volgeva verso Capurso e misurava un fronte di 43 metri. Di forma quadrata, al piano terra si apriva un imponente porticato con due pozzi centrali; al piano superiore, sistemate su 4 corridoi, si snodavano 38 celle monastiche. In un ampio vano del piano terra fu allestita, in attesa della costruzione della basilica, una provvisoria chiesetta, chiamata cappella interna al convento, che ospitò l'icona della Madonna del Pozzo dal 24 agosto 1748 al 27 agosto 1778. Non ancora ultimato il convento, nell'estate del 1750 i frati alcantarini iniziarono a costruire una grande chiesa per la definitiva collocazione dell'icona della Madonna del Pozzo. La benedizione della prima pietra avvenne il 5 luglio 1750. La fabbrica della chiesa in un primo momento ebbe alcuni problemi durante l'edificazione, tanto che l'architetto Sforza, nel 1751, decise di demolirla e ricominciare ex novo i lavori di costruzione. Completata nel 1770 la possente mole della facciata, i lavori continuarono all'interno. La traslazione definitiva dell'icona della Madonna del Pozzo avvenne il 27 agosto 1778: fu collocata sull'altare maggiore in una nicchia ricavata nella parete e mai più rimossa. Anche ai visitatori e pellegrini del nostro tempo, la basilica si presenta maestosa. Alla imponenza della facciata, in tufo locale come il convento, corrisponde la maestosità dell'interno, a una sola navata con pianta basilicale del seicento classico. Entrando nella chiesa, con un sol colpo d'occhio si osservano i poderosi pilastri con gli arconi delle cappelle laterali, l'altare maggiore con la parete di fondo, al cui centro risalta la nicchia della Madonna del Pozzo. Il pavimento è di marmo bianco con fascioni di bardiglio, gli altari risplendono di marmi policromi e pregiati. La parete di fondo, autentica opera d'arte per la preziosità dei marmi e la tecnica compositiva, fu rivestita nel 1830 dal maestra Raffaele Trinchese, su disegno dell'architetto Antonio Barletta, ambedue napoletani. L'altare maggiore è consacrato a Santa Maria del Pozzo - Madre e Regina di Misericordia, e Papa Gregorio XVI lo dichiarò "Privilegiato Quotidiano Perpetuo" con breve del 28 maggio 1839. All'ingresso sulla destra la cappella che conserva la venerata statua processionale della Madonna del Pozzo, scultura in legno, di arte napoletana di pregiata fattura dell'inizio ottocento. Michele Mariella, Il Santuario di Capurso, nella storia e nella tradizione, Edizioni LMP, Capurso Rino Cammilleri, Tutti i giorni con Maria, calendario delle apparizioni, Milano, Edizioni Ares, 2020, ISBN 978-88-815-59-367. Madonna del Pozzo Domenico Tanzella Capurso Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su basilica di Santa Maria del Pozzo Sito della basilica della Madonna del Pozzo, su madonnadelpozzo.org.

Japigia (Bari)
Japigia (Bari)

Japigia è un quartiere di Bari situato alla sua periferia sud-orientale. Fa parte del I municipio dal 2014 e in precedenza della V circoscrizione. Il nome deriva da viale Japigia, il principale asse viario del primo nucleo abitativo del quartiere, edificato negli anni 1940 del XX secolo. A sua volta, la strada è intitolata all'antica denominazione dell'area, corrispondente a quasi tutta la Puglia attuale, che dal II millennio e sino al IV secolo avanti Cristo fu abitata dagli Iapigi, una popolazione indoeuropea di probabile origine illirica: il nome venne dato dai Greci, che lo mettevano in relazione con Iapige, figlio di Dedalo. Nella seconda metà del XX secolo, in concomitanza con l'espansione urbanistica di Bari, il quartiere è stato interessato da un intenso processo edificatorio, che ha via via portato ad un'espansione del nucleo originario in direzione sud. Il quartiere, di vaste dimensioni, è situato a circa 1 km a sud-est del centro e confina: a nord con i quartieri Madonnella, San Pasquale e Mungivacca; a est con il quartiere Carbonara di Bari; a sud con i quartieri San Giorgio e Sant'Anna. Il quartiere ospita la gran parte della popolazione della ex V circoscrizione ed è costituito da zone molto differenti fra loro e fisicamente separate: La zona più antica, vicina al centro, costruita dagli anni quaranta attorno a viale Japigia denominata "Japigia /Zona Vecchia" La zona residenziale ad alta densità, costruita a partire dagli anni sessanta formata esclusivamente da palazzi di edilizia popolare disposte nelle vicinanze del Palaflorio e Polivalente, dette "Japigia45/Zona 45"; Le zone residenziali, costituite principalmente da ville e palazzi moderni, posti nelle porzioni più a sud, esclusivamente a composizione privata. Nel recente processo edificatorio e di riqualificazione portato avanti dalle ultime amministrazioni cittadine, Japigia ha assunto una connotazione di quartiere diversa da quella di un tempo. Con la realizzazione di nuove piste ciclabili (a partire da Via Gentile, Viale Japigia, Via Magna Grecia, passando da Via Caldarola sin da quelle presenti al polo studentesco al confine con la Tangenziale di Bari), di aumenti di spazi verdi (realizzazione di giardini e playground) e con la riqualificazione del quartiere costituito da Case popolari, il quartiere negli ultimi anni ha ritrovato un'identità non più strettamente connessa a quella di periferia. Inoltre i recenti lavori di spostamento del fascio dei binari in corso di realizzazione (2019-2025) permetterà al quartiere di ricongiungersi al mare creando nuove viabilità stradali (sottopassi in realizzazione tra Viale Einaudi/Amendola e via Cav. Vittorio Veneto, nuovo ponte Padre Pio). Dal punto di vista dei trasporti il quartiere è servito da ben tre svincoli della tangenziale di Bari SS16. In direzione nord gli svincoli presenti sono il 15 (Bari - Via Gentile), il 14A (Bari - Via Caldarola) ed il 14B (Bari - Via La Pira). Per quel che riguarda il trasporto ferroviario Japigia è servita da linea nazionale con fermate nei pressi di Punta Perotti (Bari Parco Sud), Marconi (al confine con il quartiere di Madonnella) e Torre Quetta/Regione Puglia. Gli esercizi commerciali sono concentrati lungo le arterie principali (viale Japigia, via Gentile, via Caldarola e via Magna Grecia) e all'interno del centro commerciale del quartiere. Sul territorio sono presenti inoltre: Sede della Regione Puglia in via Gentile Sede circoscrizionale in via Archimede Distaccamento ASL e Guardia Medica Il Palaflorio, o "Palazzetto dello Sport", che ospita concerti, spettacoli teatrali ed eventi sportivi di pallavolo e basket Il Sacrario dei Caduti d'Oltremare 1940-1945, custodisce le spoglie di oltre 70.000 caduti italiani in terra straniera durante la Seconda guerra mondiale, nonché museo storico bellico. È sede di numerose commemorazioni storiche e militari, ospitando ogni anno il Presidente della Repubblica Comando centrale della Polizia Municipale di Bari Il Parco urbano "Ecopoli" (ex collinetta dei rifiuti), che negli anni 1960-70 era discarica a cielo aperto del quartiere, poi bonificata negli anni 70 mediante ricoprimento di terra, adibita a zona verde aperta al pubblico negli anni 90 Parco di Via Suglia / Via Troisi, al suo interno un campetto da calcio e giostrine per bambini Pineta di Via Suglia, al suo interno un campo da basket Parco Gentile, situato nei pressi dell'omonima strada Parco Punta Perotti, nato a seguito dell'abbattimento di un complesso immobiliare. Al suo interno un campetto da basket. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Japigia

PalaFlorio
PalaFlorio

Il PalaFlorio è il principale palazzetto dello sport della città di Bari, costruito tra il 1989 e il 1991 per sopperire alle esigenze di infrastrutture ricreative della grossa area cittadina del capoluogo pugliese. È stato intitolato nel 1993 al dirigente sportivo barese Pietro Floriano Florio, presidente della FIPAV dal 1977 al 1978. La struttura ha una capienza di 6.000 posti che lo rendono il più grande palasport della regione, terzo impianto nel sud Italia dopo il palaPentimele di Reggio Calabria e il Palasele di Eboli. È utilizzato prevalentemente per eventi sportivi, concerti, fiere e congressi. Ci giocavano le squadre di basket del capoluogo, maschile e femminile, nonché quelle di altri sport. Si è spesso organizzato eventi di tipo pugilistico. A fine luglio 2019 si sono conclusi i lavori di adeguamento dell'impianto di illuminazione. Utilizzando 44 proiettori Philips BVP427 957 T45 Archiviato il 1º ottobre 2020 in Internet Archive., dotati di ottica asimmetrica per contenere i fenomeni di abbagliamento, sono stati raggiunti 2000lx orizzontali. Chiuso nel 2003 per problemi di staticità e manutenzione, la struttura è rimasta inattiva fino al 2008, quando il Comune di Bari ha avviato dei lavori di ristrutturazione per renderla agibile e omologabile secondo tutte le disposizioni di legge in merito agli impianti sportivi (uscite di sicurezza, sistemi antincendio). La consegna e riapertura è avvenuta a maggio 2010 ed il palazzetto dello sport è stato ufficialmente inaugurato il 2 agosto durante il primo di una serie di grandi eventi di carattere cestistico. Infatti, il PalaFlorio ha ospitato tutte le quattro sfide di qualificazione all'EuroBasket 2011 della Nazionale italiana di pallacanestro allenata da Simone Pianigiani. Nonostante il grande seguito e successo che i quattro eventi casalinghi hanno generato, da settembre 2010 sino ai primi di gennaio del 2011, il palazzetto è stato utilizzato come set di un film di Ermanno Olmi dal titolo Il villaggio di cartone. Nel marzo 2011, l'impianto ritornerà ad ospitare eventi sportivi come i campionati assoluti di karate, evento valido come seconda prova dei campionati italiani di serie A1 e A2.. A partire dalla stagione 2011-2012, il palazzetto è tornato ad ospitare un campionato nazionale; non si tratta però di un campionato di pallavolo come nelle stagioni precedenti, bensì è il CUS Bari Pallacanestro a disputare le gare interne della neo-nata Divisione Nazionale A, ex serie A-Dilettanti. La struttura del Palaflorio è concepita come uno spazio polifunzionale per molteplici eventi. Questo lo rende il luogo ideale per organizzare grandi appuntamenti come concerti, fiere, competizioni sportive e congressi fino a 6000 persone, quanto incontri per gruppi meno numerosi in occasione di convegni, seminari, ricevimenti o cene di gala. Sito web ufficiale dell'impianto polisportivo, su palaflorio.it.