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Cappella di Sant'Adalberto

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Trento, cappella di Sant'Adalberto 02
Trento, cappella di Sant'Adalberto 02

La cappella di Sant'Adalberto è una cappella sconsacrata situata nel parco Gocciadoro, il maggior parco urbano della città di Trento. La costruzione della cappella fu voluta dall'avvocato trentino Pietro Bernardelli (1803-1868), deputato al parlamento di Vienna e all'epoca proprietario del terreno del parco; essa doveva commemorare un nipote del committente di nome appunto Adalberto, figlio di suo fratello Giovanni Antonio Bernardelli e di Teresa Ravelli, nato il 5 febbraio 1838 e morto il 17 febbraio 1857, appena diciannovenne. La progettazione dell'edificio venne affidata a Francesco Saverio Tamanini, che si stava occupando anche del restauro di un'edicola votiva nella Bolghera, ai piedi del colle, fondata da Bartolomeo Bernardelli, padre di Pietro; la costruzione avvenne però solo dopo la morte di Bernardelli, nel 1872, seguita dalla benedizione nel 1873. L'autore delle decorazioni della cappella è ignoto; è stato ipotizzato il coinvolgimento di Giuseppe Lona (che lavorò con Tamanini all'edicola della Bolghera, e operò anche nel duomo di Trento) o di Luigi Spreafico (che lavorò anch'egli nel duomo). Sconsacrata nel 1975, la cappella è rimasta in stato d'abbandono e soggetta a vandalismi per decenni, fino al restauro nel 2010-2011 commissionato dal comune di Trento (che l'aveva acquistata già nel 1995). L'edificio è architettonicamente ispirato al duomo di Trento, ed è infatti di gusto romanico. Il corpo principale è costituito da un'aula a pianta ottagonale, le cui pareti esterne, rivestite in pietra, terminano in alto con piccole gallerie ad archi; la facciata è preceduta da un piccolo protiro a colonne binate, con frontone profilato da archetti rampanti, mentre sul retro emerge il volume dell'abside poligonale. In cima al tetto di lastre in porfido si erge una lanterna con campana. All'interno, la cappella è decorata da fasce agli angoli, e dalle figure dei quattro evangelisti nella cupola. L'altare, realizzato in marmo bianco, ospita un pannello raffigurante due angeli con simboli eucaristici, realizzati a graffito, e sopra ad esso una copia dell'originale pala d'altare rappresentante il santo titolare, opera di Eugenio Prati. Armando Costa (a cura di), La Chiesa di Dio che vive in Trento, Edizioni diocesane, 1986. Chiara Radice, La cappella di Sant'Adalberto a Gocciadoro, in Studi trentini, 2013, pp. 303-320. Chiese di Trento Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla cappella di Sant'Adalberto

Estratto dall'articolo di Wikipedia Cappella di Sant'Adalberto (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Cappella di Sant'Adalberto
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Trento, cappella di Sant'Adalberto 02
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Luoghi vicini

Chiesa di San Bartolomeo (Trento)
Chiesa di San Bartolomeo (Trento)

La chiesa di San Bartolomeo è una chiesa adibita al culto cattolico situata nel comune di Trento. Fa parte dello stesso quartiere di San Bartolomeo anche la chiesa del Sacro Cuore di Gesù. La chiesa di San Bartolomeo, circondata dal cimitero, una delle più antiche di Trento, è orientata verso oriente e si arrocca sul colle omonimo in posizione privilegiata sulla città. L'edificio religioso, risalente al periodo romanico (1100-1200), era già documentato nel 1183 come appartenente al capitolo del duomo e, dopo duecento anni divenne curazia di Villazzano, ovvero un territorio parrocchiale parzialmente sottratto al suo parroco e dato in cura ad un curato. Attualmente la chiesa è officiata saltuariamente, ad esempio come ultima stazione della Via Crucis che sale il colle, o per la commemorazione dei fedeli defunti. La struttura medievale è ancora ben visibile osservando: alcune strutture esterne; la facciata a due spioventi; l'abside poligonale; il campanile a tetto piramidale. Risalgono a una trasformazione seicentesca l'arco santo, la sopraelevazione della navata, l'apertura di finestre a lunetta e l'ampliamento lungo il fianco sinistro con una cappella a pianta rettangolare. Il giorno 26 giugno 1974, su ordine dell'arcivescovo Alessandro Maria Gottardi, l'area dal rio Salè e dalla ferrovia della Valsugana, venne distaccata dalla parrocchia di Villazzano e venne unita alla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù. Da quando nel 1963 vi fu la registrazione da parte della Soprintendenza alle Belle Arti come "edificio di notevole pregio storico-artistico", fu possibile nel 1991 effettuare un restauro quasi completo: le strutture interne, dove sono stati ripristinati gli intonaci originali; le strutture esterne, in cui si comprende anche il tetto. Nel 1995 fu ritrovata nella chiesa cimiteriale una piccola scultura raffigurante la Madonna con Bambino, un'opera in legno di cirmolo il cui autore, ignoto, appartiene alla cultura gotica d'Oltralpe del XIII - XIV secolo. Ad oggi è possibile vederla all'interno della chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Risalgono al 2023 i lavori di restauro dell'altare ligneo sito nella cappella laterale sinistra dedicata alla Vergine del Rosario. Arcidiocesi di Trento Chiesa del Sacro Cuore di Gesù Chiese di Trento Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Bartolomeo Chiesa di San Bartolomeo, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

San Bartolomeo (Trento)
San Bartolomeo (Trento)

San Bartolomeo è un quartiere che si trova nella zona sud della città di Trento. Assieme ai quartieri Bolghera, Madonna Bianca, Clarina, con cui confina, e con i quartieri Casteller, Man e Villazzano Tre forma la circoscrizione amministrativa numero 10 di Oltrefersina del Comune di Trento. Il quartiere di San Bartolomeo è sorto alla periferia sud di Trento negli anni 50 del XX secolo come esigenza della città di fornire alloggi a famiglie numerose di operai ed artigiani. Curiosa la toponomastica comunale con la dicitura "San Bartolameo", con la "a" rispetto al vero nome "San Bartolomeo", con la "o". Il quartiere fu inizialmente caratterizzato dalla presenza di diverse palazzine, 13 in tutto, note come "palafitte" per le colonne portanti a vista, case popolari costruite nell'immediato dopoguerra con gli aiuti del piano Marshall per far fronte alle numerose richieste di abitazioni. Assieme alle cosiddette "americane", quattro casette edificate nel 1954, furono affittate a canone agevolato a giovani famiglie numerose. Le palafitte ospitavano a piano terra attività commerciali, quali macelleria, parrucchiere, pane e latte, tabaccaio, fruttivendolo, mercerie, bar. Dopo anni di degrado le palafitte furono via via liberate ed abbattute, a più riprese, nel 2006 e nel 2014. Il quartiere oltre ad abitazioni civili ospita la scuola secondaria di primo grado "Othmar Winkler", una scuola per l'infanzia, un asilo nido, l'istituto di formazione professionale “Sandro Pertini”, il Centro Teatro "Olmi 24", la questura di Trento, lo studentato universitario di San Bartolameo, noto come "Sanbapolis", con palazzetto dello sport, la chiesa del Sacro Cuore, la chiesetta cimiteriale di San Bartolomeo, la RSA San Bartolomeo, una stazione ferroviaria della linea (Trento – Venezia), e un piccolo parco cittadino titolato a Enrico Pruner. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Bartolomeo Studentato San Bartolameo, su operauni.tn.it. URL consultato il 20-12-2021.

Chiesa del Sacro Cuore di Gesù (Trento, capoluogo)
Chiesa del Sacro Cuore di Gesù (Trento, capoluogo)

La chiesa del Sacro Cuore di Gesù è un luogo di culto cattolico situato a Trento. La chiesa parrocchiale del rione di San Bartolomeo fu eretta su progetto dell'architetto trentino Efrem Ferrari ed ultimata nel 1963. È dedicata al Sacro Cuore di Gesù. L'edificio a pianta centrale risulta essere la elegante composizione di forme semplici, ma ricche di significati simbolici. La base rotonda, rivestita accuratamente in pietra calcarea regolare, ha come riferimento diretto la perfezione divina ed il cerchio ne è la evidente rappresentazione; emerge poi un corpo di forma ottagonale, sapiente citazione del numero "8" dedicato alla Madonna, con una copertura movimentata a falde che si chiudono nella lanterna sommitale. In direzione est è ben visibile il presbiterio che fuoriesce dalla forma centrale come uno spicchio dell'ottagono. I materiali impiegati, calcestruzzo a vista, cotto, granito e vetro, sono accostati in modo sapiente ed evidenziano gli elementi strutturali e di decoro della costruzione. Nell'anno 2000 è stata ristrutturata la facciata della chiesa con pregevoli mosaici e il portale in bronzo progettati dallo scultore don Luciano Carnessali che ha espresso, attraverso le sue doti artistiche, una vera catechesi, alla maniera delle chiese di un tempo. Le formelle dell'anta sinistra rappresentano scene tratte dall'Antico Testamento, mentre quella di destra sono relative ad episodi tratti dal Nuovo Testamento. La parte in alto, non apribile, rappresenta l'Annunciazione alla Vergine Maria. Nel mosaico ai lati del portale troviamo raffigurato l'incontro di Gesù al pozzo con la donna samaritana e l'episodio in cui Gesù risorto spezza il pane con i discepoli di Emmaus. La parte di mosaico collocata nel timpano rappresenta il Sacro Cuore che dona il suo amore alla comunità. La semplicità delle forme contraddistingue anche l'interno. Qui sono riconoscibili sia il cerchio perimetrale che l'ottagono centrale descritto dai pilastri portanti. Lo sviluppo verticale del volume centrale contribuisce a creare un'atmosfera spirituale preziosamente arricchita dalle vetrate dell'artista vicentino Giorgio Scalco; sono qui rappresentate con marcati contrasti cromatici la Via Crucis, lungo tutto il nastro circolare della parte bassa, ed alcune immagini astratte ispirate a titoli del Sacro Cuore, nella parte alta dell'ottagono. Nel 1987 lo spazio presbiteriale viene rivisto per la necessità funzionale di avere un luogo di culto più raccolto per la preghiera. Si procede così all'erezione della Cappella del Santissimo, aperta al culto nel 1987. Le dimensioni della cappella e l'impiego discreto dei materiali (metallo e vetri a specchio) non turbano l'equilibrio della struttura originaria. Il 30 marzo 1987 viene iniziato l'affresco dell'altare ad opera del pittore Marco Bertoldi, parrocchiano, così da arricchire la chiesa di una nuova opera d'arte. L'affresco è ricco di elementi figurativi desunti dalla Bibbia che aiutano l'uomo a vivere con intensità l'esperienza di Dio. Dello stesso artista sono i due quadri della Vergine (1978) e di San Giuseppe (1979) sugli altari laterali, in seguito spostati sulle pareti. Sull'altare sinistro trova così spazio il tabernacolo, la cui formella, ad opera dello scultore don Marco Morelli, rappresenta l'incontro stupefatto dei discepoli di Emmaus con Cristo risorto. Dello stesso autore il Cristo della Fede opera scultorea lignea che viene collocata nel presbiterio nel marzo 2016. Nel 2018 la mensa in granito rosso dell'altare principale viene ridotta di un metro per renderla consona alle dimensioni dell'aula. All'interno della chiesa è custodita una scultura in legno di cirmolo scolpito intagliato e dipinto, raffigurante una Madonna con Bambino (cm 70×25×14 circa) proveniente dalla vicina chiesa cimiteriale di San Bartolomeo in Trento, dove fu ritrovata nel 1995 nascosta nella nicchia di un altare laterale. La statua presentava una colorazione uniforme grigio-biancastra dovuta a depositi di sporco a ad una spessa ridipintura che a sua volta occultava strati di colore stesi nel corso del tempo. Aristocratica ed elegante come una giovane dama la Madonna, a figura intera ed eretta, indossa una lunga vesta di colore rosso ed un ampio mantello blu. Con il braccio sinistro regge con naturalezza il Bambino benedicente, vestito di una semplice tunica verde, che con la mano sinistra sostiene un libro, il Vangelo. Le due figure si impongono per la loro esplicita arcaicità, che rimanda a stilemi romanici addolciti da panneggi e posture di marca gotica. La preziosa scultura è da attribuirsi ad ignoto artista di formazione alpina attivo sul principio del trecento. Il modello figurativo di riferimento è la Madonna con Bambino del Santuario di Oropa (Biella), opera in legno policromo di scuola aostana concordemente datato attorno al 1295. Nel periodo natalizio la chiesa ospita un presepe artistico ideato negli anni 1988 - 89 con poche casupole di sassi e legno. Negli anni successivi è stato integrato con altre case, un'officina, il caseificio e una segheria, funzionanti, ispirate a fabbricati esistenti all'epoca nelle Valli di Sole e di Rabbi dove i ragazzi trascorrevano i campeggi estivi. Arcidiocesi di Trento Chiesa di San Bartolomeo Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa del Sacro Cuore di Gesù Parrocchia Sacro Cuore, su parrocchiasacrocuoretn.it. URL consultato l'8 novembre 2015. Foto di Dino Danieli 16-03-2013 (JPG), su static.panoramio.com. URL consultato l'8 novembre 2015.