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Chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Greci

Chiese dedicate ai santi Pietro e PaoloChiese di Napoli
Facciata pietro
Facciata pietro

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo, nota in passato come "dei Greci". Greci sta per greco-cattolica, termine tecnico usato dalla Chiesa ortodossa per indicare quelle chiese che seguono la liturgia ortodossa. Si erge nel centro storico di Napoli, in via San Tommaso d’Aquino 51. Inizialmente dedicata ai dodici Apostoli, la chiesa venne costruita nel 1518 per volere del cavaliere Tommaso Asen Paleologo della famiglia dei Paleologi, l'ultima dinastia a governare l'Impero bizantino, e officiava la liturgia per quelle popolazioni esuli dell'Epiro e della Morea secondo il rito greco-bizantino. Alla fine del XIX secolo, la chiesa divenne proprietà dello Stato greco e della Chiesa greco-ortodossa. Da qualche anno la chiesa è in concessione all'Arcidiocesi ortodossa d'Italia e Malta.

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Chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Greci
Via dei Greci, Napoli Municipalità 2

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Chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Greci

Via dei Greci
80133 Napoli, Municipalità 2
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Facciata pietro
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Casa del Mutilato (Napoli)
Casa del Mutilato (Napoli)

La Casa del Mutilato è un edificio di Napoli; è localizzato tra piazza Matteotti, via Guantai Nuovi e via Armando Diaz. L'edificio, voluto dall'Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi di Guerra, venne eretto tra il 1938 e il 1940 ed inaugurato poco dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale. Il progetto di una casa del mutilato fu commissionato a Camillo Guerra. Il disegno iniziale prevedeva un andamento diagonale con ingresso angolare, proprio sul punto di confluenza tra via Armando Diaz e via Guantai Nuovi, entrambe importanti strade di comunicazione napoletane. Per questioni stilistiche il Guerra decise di non realizzare la soluzione d'angolo; l'ingresso è tuttavia decentrato per fronteggiare l'imponente Palazzo delle Poste. L'atrio d'accesso è caratterizzato dallo scalone monumentale sormontato dalla statua della Vittoria (tematica ricorrente nel periodo fascista) per la quale fu stanziato un compenso di 50.000 lire. Le facciate sono interrotte da una sequenza di setti binati in piperno, mentre ai lati dell'ingresso, posti a delimitazione del portale, ci sono due blocchi, ancora in piperno, scolpiti da Vico Consorti e Giuseppe Pellegrini per un compenso di 500.000 lire. L'ingresso, gli interni e, in particolare, l'atrio e il salone per assemblee, mostrano un apparato decorativo realizzato in onore del partito fascista con temi quali il lavoro, la vittoria, la marcia su Roma, la conquista della Libia e le aquile romane (simbolo dell'impero) nel Salone d'Onore.