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Villa Giovannina

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Villa Giovannina
Villa Giovannina

Villa Giovannina è una villa situata a Villorba in provincia di Treviso. Si trova all'angolo sud-est del trafficato incrocio fra la Pontebbana, via Marconi e via della Libertà, di fronte alla ottocentesca Villa Zoppetti. La villa è stata edificata in stile neorinascimentale; è finemente decorata all'interno, con dipinti e affreschi ricchi di sfarzo e dettagli, in particolare il salone del primo piano. Annessa alla villa è presente una barchessa neogotica, originariamente adibita a scuderie e rimesse, che include una piccola cappella a est, oggi sconsacrata e usata per matrimoni; tra le bifore del lato ovest compare l'incisione "L. Zabeo Arch. eresse." Attorno alla villa v'è un parco all’italiana di 15 000 metri quadrati, che ospita una certa varietà di specie arboree (lecci, ligustro del Giappone, platani), tra le quali dei secolari cedri dell'Himalaya. La villa deve il suo nome a Giovanna Minto (1839-1912), moglie del nobile triestino cavalier Giovanni Uccelli (1842-1913), che la commissionarono all’architetto Luigi Zabeo nel 1881. Nel tempo è stata tenuta da molteplici proprietari che la utilizzarono principalmente come casa di villeggiatura, tra cui gli Olivotti che nel 1928 ne promossero un primo restauro. Dal 2006 l'immobile è stato acquisito al patrimonio del Comune di Villorba, che ha affidato il restauro e successivamente l'ampliamento all'architetto Dario Frosi con Mariapia Bellis, sotto il diretto controllo della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Ambientali del Veneto Orientale. Ospita alcuni uffici comunali. Dal 15 dicembre 2018 il primo piano della barchessa della Villa ospita la Biblioteca Comunale, che raccoglie circa 21 000 volumi, mentre il piano terra è occupato da una sala polifunzionale per mostre ed eventi e da un bistrot. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa Giovannina Biblioteca Comunale di Villorba, su tvb.bibliotechetrevigiane.it. URL consultato il 5 aprile 2021. Comune di Villorba, su comune.villorba.tv.it. URL consultato il 5 aprile 2021.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Villa Giovannina (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Villa Giovannina
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Villa Giovannina
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Lancenigo
Lancenigo

Lancenigo [lˌant͡ʃen'iːgo] è una frazione di Villorba in provincia di Treviso, nel cui territorio di competenza si trova anche il municipio, situato precisamente nella località di Carità. L'omonima parrocchia dipende dalla Diocesi di Treviso, Vicariato di Spresiano, tuttavia la definizione amministrativa comunale non coincide con quella parrocchiale, essendo il territorio frazionale di Lancenigo assegnato ad Est alla parrocchia omonima e ad Ovest alla parrocchia di Fontane. Il toponimo riporta il suffisso -igo, tipico delle località un tempo occupate dai Galli, ma vi si può riconoscere anche un nome proprio, Lanzone, forse un possidente. Numerosi reperti testimoniano la presenza della civiltà sin dall'epoca romana, favorita da una terra fertile e dalla fitta presenza di risorgive. Citata sin dal XII secolo, con i centri vicini di Borgo di Lancenigo e San Sisto, si sviluppò al centro di una rete viaria il cui asse principale era rappresentato dalla Cal Armentaria, derivata dalla romana via Claudia Augusta. Assieme alla Cal Lovadina e alla Cal Maserada, fu una delle più importanti strade della zona fino alla costruzione della Pontebbana e del ponte della Priula sul Piave. Vi fu per questo costruito il monastero di Santa Maria de' Caritate (presso l'attuale Carità), dipendente dall'omonimo convento di Venezia. Ebbe importanza nel medioevo come sede della pieve di Santa Maria, dal XV secolo intitolata a San Sisto. Solo più tardi le si sostituì l'attuale parrocchiale di San Giovanni Battista. Alla storia del paese è inoltre legata la famiglia dei da Lancenigo (o Lancenighi), nota dal Duecento inclusa nella nobiltà trevigiana dal 1319. Diede numerosi personaggi illustri, tra cui l'umanista ed ecclesiastico Francesco da Lancenigo, segretario di papa Bonifacio IX, e si estinse alla fine del Seicento. Con l'abolizione del sistema delle pievi, il centro mantenne comunque un ruolo di primo piano come sede della forania di Lancenigo, istituita nel 1520 ed estesa su tredici parrocchie (dal 1841 quattordici con l'istituzione di Santa Maria del Rovere). Sotto la Serenissima Lancenigo costituì un comune, comprendente anche l'attuale Catena. Più tardi, durante il dominio di Napoleone e fino al 1807, Lancenigo costituì un comune autonomo. Come tutti gli insediamenti della zona, solo a partire dagli anni trenta del Novecento ebbe una consistente espansione urbana. Numerose sono le ville venete: Villa Persico (in cui soggiornò papa Benedetto XV), Villa Angelica (XVI secolo), Villa Perocco (riedificata nel XVIII secolo), Villa Giovannina. Nel comune di Villorba esistono 14 scuole di ogni ordine e grado e a Lancenigo quelle secondarie di II grado sono: Istituto Professionale di Stato per i Servizi per l'Enogastronomia e l'Ospitalità Alberghiera "Massimo Alberini" Istituto Tecnico Industriale e Liceo Scientifico "Max Planck" Stazione di Lancenigo

PalaVerde
PalaVerde

Il PalaVerde è il palazzetto dello sport dove giocava la squadra di pallacanestro Benetton Basket fino al 2012. Vi ha giocato anche la squadra di pallavolo Sisley Volley fino al 2011, anno in cui la società si è trasferita da Treviso a Belluno. Attualmente ospita le partite casalinghe dell'Universo Treviso Basket e dell'Imoco Volley. Situato a Carità di Villorba, in provincia di Treviso, a circa 3 km dall'uscita autostradale A27 di Treviso Nord. È interrato per metà della sua altezza e contiene 5 344 posti a sedere, che aumentano di circa mille unità durante i concerti, nei quali gli spettatori possono occupare anche l'area di gioco. È formato, internamente, da tre anelli: uno al piano inferiore, l'altro al pian terreno ed il terzo al piano superiore. È un palazzetto polivalente, poiché, oltre ad incontri a carattere sportivo, può ospitare concerti, partite di tennis, saggi di danza e manifestazioni di altro tipo. È dotato di sei spogliatoi per atleti, oltre a quelli per giudici, arbitri e tre camerini. Inoltre, all'interno della struttura, si possono trovare un'infermeria, una sala di muscolazione, una sala per il controllo antidoping, una segreteria e una regia segnapunti; quest'ultima si occupa, in particolare, della gestione del tabellone segnapunti che sovrasta il campo e dei quattro maxi-schermi posti ai vertici degli angoli della struttura. Non mancano infine una sala stampa, dotata di linee telefoniche, fax, telescrivente e televisione, e una sala per le interviste. All'esterno è presente un ampio parcheggio che può ospitare oltre tremila automobili. È stato uno dei primi impianti privati in Italia. Fu costruito nel 1983 dal Gruppo Benetton, che ha nel verde il colore predominante del proprio logo aziendale. Dal 1983 al 2012 è stato l'impianto di casa della Benetton Treviso, squadra che durante questo periodo si è imposta come una delle squadre più importanti d'Italia con un palmarès che include, tra gli altri trofei, 5 scudetti, 8 Coppe Italia e 2 Coppe Saporta. La prima squadra cessò di esistere al termine della stagione 2011-2012, continuando a lavorare solo a livello giovanile. Tra il 1987 e il 2011 il PalaVerde fu inoltre l'impianto casalingo del Volley Treviso, altra squadra in grado di imporsi a protagonista nel panorama nazionale. Nel periodo trascorso al PalaVerde, vinse infatti 9 scudetti, 5 Coppe Italia, 4 Champions League, oltre ad altri trofei. Il 1º febbraio 2011 è stato scelto dall'ULEB per ospitare le Final Four della Eurocup 2010-2011, tenutesi il 16 e 17 aprile. Nella stagione 2011-2012 il palazzetto ha ospitato temporaneamente anche la Reyer Venezia, nell'attesa della messa a norma del Palasport Taliercio rispetto agli standard richiesti dalla Serie A. Dalla stagione 2012-2013 ospita le partite dell'Imoco Volley Conegliano di Lega Pallavolo Serie A femminile. A partite dalla stagione 2014-2015 è diventato l'impianto di casa dell'Universo Treviso Basket, nuova realtà cestistica cittadina fondata a seguito della mancata iscrizione della Benetton ai campionati professionistici. Dopo cinque campionati di Serie A2, dalla stagione 2019-2020 partecipa alla Serie A. Nell'aprile 2017 il palazzetto è stato sede della Final Four della Champions League di pallavolo femminile organizzata dall'Imoco Volley. Nel settembre 2021 al PalaVerde si è tenuto il girone unico di qualificazione per la Basketball Champions League con 6 squadre europee partecipanti, tra cui Treviso Basket, al primo ritorno europeo. Zoppas Arena Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su PalaVerde Pianta del PalaVerde (dal sito Benetton Basket) (JPG), su benettonbasket.it. URL consultato il 29-04-2009 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2006).

Fontane (Villorba)
Fontane (Villorba)

Fontane è una frazione del comune di Villorba, in provincia di Treviso. L'abitato attuale era chiamato un tempo Borgo di Fontane, mentre quello contiguo di Fontane Chiesa Vecchia era la Fontane originaria. Le due località si estendono all'estremità meridionale del comune, adiacenti a quelle di Sant'Artemio e Santa Maria del Rovere di Treviso. Il territorio, pianeggiante, è attraversato da diversi corsi d'acqua alimentati dalle numerose risorgive dei dintorni: a ovest scorre il torrente Giavera, che qui si getta nel Pegorile, mentre a est passa la Piavesella di Nervesa con il canale di Fontane, suo affluente di destra. Nota anticamente come Giustignago o Lago di Giustina, il toponimo attuale testimonia la notevole presenza di risorgive. Un primo nucleo abitato doveva esistere già nel XII secolo, quando viene citata una chiesa intitolata a Santa Maria di Fontane. L'economia del paese si resse sin dal XIII secolo sulla presenza di mulini, cartiere e opifici azionati dai numerosi corsi d'acqua. Dal XVI secolo assunsero invece importanza le coltivazioni di canapa e lino. Fu comune autonomo in epoca napoleonica. Si trova nell'abitato più a sud, chiamato appunto Fontane Chiesa Vecchia, e rappresentò il principale luogo di culto sino al 1922, anno in cui fu ultimata l'attuale parrocchiale (di cui oggi è succursale). Di questo edificio si hanno notizie sin dal 1093. A lungo dipendente dal Battistero di San Giovanni Battista del Duomo di Treviso, divenne parrocchiale nel 1568. L'attuale costruzione fu iniziata sul finire del XVI secolo, per essere consacrata nel 1601. Nel 1818 venne ampliato il presbiterio. Ha svolto le funzioni di parrocchiale sino al 1922, quando fu sostituita dalla nuova chiesa; da allora ha attraversato un certo abbandono sino alla ristrutturazione degli anni 1980 durante la quale vennero alla luce due resti di affresco risalenti al Tre-Quattrocento. Presenta una facciata a capanna tripartita da lesene di ordine ionico, con il portale sovrastato da un rosone murato. Completa la facciata, poggiando su uno spesso architrave, il frontone. L'edificio conserva parti della chiesa precedente, in particolare il campanile romanico del XIII secolo. L'interno custodisce varie opere di pregio: il pulpito policromo in legno (XVIII secolo), due formelle in terracotta presso l'altare maggiore, due statue lignee dei santi Pietro e Paolo, una statua in legno dipinto della Madonna (XVIII secolo). Gli arredi più preziosi sono stati trasferiti nella nuova parrocchiale. È un edificio costruito nella prima metà del Novecento in stile neo rinascimentale su progetto di Silvestro Lazzari. Consacrata il 30 agosto 1913, porta il titolo della Natività della Beata Vergine Immacolata e di Santa Giustina Vergine e Martire. La facciata a capanna in laterizio è tripartita da colonne e lesene di ordine corinzio e terminata in alto da un timpano dentellato; unica apertura è un portale a tutto sesto. Una piccola cupola sovrasta la parte absidale. L'interno, molto luminoso, è a navata unica e presenta diversi affreschi realizzati tra il 1926 e il 1928 dal pittore fiorentino Giulio Bargellini. Svetta sul fianco destro della chiesa un alto campanile, costruito nel 1946. Sul territorio di Fontane, l'IRVV segnala la presenza di due strutture di villa veneta. Affacciata sulla SS 13 e circondata da aree di intenso traffico e alta densità edilizia, Villa Farsetti è tuttavia inserita in un parco di buone dimensioni. Si compone di più parti, tra le quali spicca centralmente il corpo principale, alto tre piani. La facciata attuale, dovuta a un restauro settecentesco, rivolta ad est, sostituisce l'originale secentesco che guardava a sud; si mostra con la parte centrale rialzata e terminata da timpano. Curioso elemento distintivo è una torretta che spunta sulla sommità, risalente a un'epoca successiva a quella della prima edificazione. Al corpo principale si affiancano, a sé stanti, due barchesse, ad una delle quali è annesso un vecchio oratorio, la cui facciata in stile neogotico è un rifacimento. Edificio risalente al XVIII secolo, Villa Corner è stata commissionata dalla famiglia Cornaro forse ad Andrea Zorzi, al quale è stata attribuita. Disposta su tre piani divisi da cornici marcapiano, Villa Corner si sviluppa in lunghezza lungo la strada su cui si affaccia. La facciata, aperta da un gran numero di monofore rettangolari, è al centro sovrastata da un timpano. Degna di nota, al piano nobile, la tripla apertura centrale con balconcino. Nelle sale interne si custodivano affreschi preziosi del Tiepolo, andati perduti nel primo Novecento, come gran parte degli originali assetti e decorazioni interni. Nel borgo di Chiesa nuova, fino a metà Novecento a carattere rurale, sorge un gelso secolare documentato fino dal primo Settecento, detto nel dialetto locale vècio morèr (vecchio gelso). Attualmente integrato in un contesto di forte urbanizzazione, è un antico tratto sopravvivente del paesaggio storico del paese. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fontane

Parco dello Storga
Parco dello Storga

Il parco dello Storga è un'area protetta gestita dalla provincia di Treviso istituita con lo scopo di tutelare il patrimonio naturalistico ed etnografico locale. Si estende tra i comuni di Treviso e Carbonera su un'area di 67 ettari nei quali sono proibite la caccia e la pesca. Parte dei terreni era annessa all'ex ospedale psichiatrico Sant'Artemio. Il parco è costituito da aree in rimboschimento, campi chiusi, uno stagno artificiale circondato da canneto, siepi perimetrali, e, soprattutto, dalle risorgive del fiume Storga, immerse in un ambiente ancora naturale di boschetti ripariali (Alnus glutinosa e Salix alba) e polle risorgive. Entro i confini del parco è visitabile il Museo Etnografico "Case Piavone", dove oggetti e utensili folcloristici del Veneto rurale sono raccolti ed esposti al pubblico grazie alla cogestione della Provincia di Treviso e il Gruppo Folcloristico Trevigiano. Numerosi sentieri naturalistici, alcuni dei quali creati di recente, si snodano nel parco permettendo di passeggiare e toccare i punti più interessanti. Nel parere n. 27 del 16 aprile 2009 sul Rapporto Ambientale al Piano di Assetto del Territorio Intercomunale del Comune di Carbonera (TV) si legge che: «il Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) della Provincia di Treviso individua l'area del Parco Storga, in parte ricadente in comune di Carbonera, come ambito di tutela per la formazione di parchi e riserve naturali di competenza provinciale. L'area compresa tra la nuova sede della Provincia a Sant'Artemio, la riserva di Fontane Bianche di Lancenigo e il fiume Sile a sud viene individuata come ambito per la realizzazione di un parco metropolitano, incentrato sulla connessione delle aree di interesse ambientale, paesaggistico, storico – culturale e agroforestale». La vegetazione arborea un tempo circoscritta alle sole zone limitrofe al corso d'acqua dello Storga e ai fossi, sul finire degli anni novanta e primi anni duemila è stata oggetto di un intenso programma di rimboschimento che ha interessato aree utilizzate fino agli anni ottanta come terreni agricoli seminativi, poi inutilizzati e divenuti prati. Decine di migliaia di alberi appartenenti alle sole specie autoctone della zona sono stati piantati sulla maggior parte del terreno del parco, lasciando solo ristrette radure erbose.Si possono osservare le seguenti piante arboree: pioppo nero, pioppo bianco, salice bianco, salicone, salice fragile, carpino bianco, frassino, ontano, nocciolo, olmo campestre, rovere, farnia, platano comune, melo selvatico, ciliegio selvatico, acero campestre, acero di monte e sambuco. Tra la flora erbacea, si segnalano alcune specie di fiori ormai divenute rare in pianura, tra le quali Scilla bifolia, Anemone trifolia, Anemone nemorosa, Anemone ranunculoides, Ruscus aculeatus e Vinca minor. Più diffuse sono invece Primula vulgaris, Ficaria verna, Campanula trachelium, Myosotis scorpioides, Lamium orvala, Glechoma hederacea, Agrimonia eupatoria, Lysimachia vulgaris, Silene latifolia,Viola reichenbachiana, Viola odorata, Viola alba, Epilobium hirsutum, Cirsium oleraceum e Centaurea nigrescens. Il parco conserva una fauna abbastanza interessante a livello provinciale, considerando che la distanza dalle mura di Treviso è di non più di due chilometri. Tra i mammiferi sono stati osservati il riccio europeo, il toporagno di Miller, il topo selvatico, lo scoiattolo, la volpe, la lepre comune, la donnola e la faina. Sono stati fatti, negli anni, studi più approfonditi sugli uccelli presenti, arrivando a censirne oltre 120 specie; tra le nidificanti si annoverano: tuffetto, sparviere, folaga, tortora selvatica, martin pescatore, allocco, picchio rosso maggiore, picchio verde, usignolo, codirosso, cannaiola verdognola, canapino, luì piccolo, rigogolo e fringuello; tra gli svernanti notevole è il numero di tordi (tordo sassello, tordo bottaccio e cesena), fringillidi (fringuello, peppola, frosone) e migliarini di palude. Tra gli anfibi ed i rettili, invece, sono annoverate il tritone punteggiato, la rana di Lataste, la rana verde, il rospo comune, il rospo smeraldino, la natrice dal collare, la lucertola muraiola e la tartaruga palustre europea. Da tre anni la Provincia sta attuando un censimento della specie "scolopax rusticola" , meglio nota come beccaccia , all'interno del Parco con l'ausilio dei cani da caccia , importanti i risultati che hanno permesso di confermare la presenza durante il periodo invernale di questa specie particolarmente elusiva , che si nutre nelle zone umide dei vermi che trova nel sottosuolo , la sua costante presenza nel periodo di svernamento sta ad indicare l'ottimo stato di salute dell'habitat naturale del Parco. Dal punto di vista entomologico, poi, si citano tra le farfalle Gonepteryx rhamni, Pieris mannii, Lycaena dispar, Lycaena phlaeas, Cupido argiades, Plebejus argus, Vanessa atalanta, Polygonia c-album, Pararge aegeria, Apatura ilia, Melitaea didyma, Pyrgus malvoides e Ochlodes sylvanus, mentre tra le libellule Calopteryx virgo, Calopteryx splendens, Sympecma fusca, Ceriagrion tenellum, Aeshna isoceles e Orthetrum coerulescens. Infine, per quanto riguarda la fauna ittica, notevole è la presenza di trota fario, sanguinerola, panzarolo, spinarello e scazzone, ma, soprattutto, del gambero di fiume, ancora presente nel 2019. Le Case Piavone, situate all'interno del parco naturale del fiume Storga alla periferia nord di Treviso, sono state adibite a sede del Museo etnografico provinciale e del Gruppo Folcloristico Trevigiano per volere della Provincia di Treviso. Lo scopo di questa struttura è quella di mantenere vivo l'interesse per quei mestieri antichi e per quelle tradizioni agricole che oggi sono diventate sempre più rare o addirittura scomparse. Il centro dispone anche di una vasta area scoperta di oltre 2.000 m² di cui un terzo attrezzato per la riabilitazione dei pennuti ricoverati, con voliere e tunnel di volo. Museo etnografico Casa Piavone. URL consultato il 31 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2006). (contiene anche immagini del parco). Progetto di conversione. del parco in uno zoo. Case Piavone, su trevisoinfo.it. Progetti Speciali provincia TV, su provincia.treviso.it (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2007). Sito ufficiale del Gruppo Folcloristico Trevigiano, su gruppofolcloristicotrevigiano.com. Informazioni sulla fauna e sul birdwatching nel Parco, su ebnitalia.it. Il Parco della Storga per Tutti, ma con Rispetto e Metodo (PDF), su Provincia di Treviso, 31 luglio 2009. URL consultato il 5 novembre 2022 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2022). Parco delle Risorgive dello Storga. URL consultato il 2 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013) sul sito dell'ARPA Veneto Il parco dello Storga. URL consultato il 31 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 2 luglio 2012). sul sito della Provincia di Treviso

Pezzan (Carbonera)
Pezzan (Carbonera)

Pezzan è una frazione del comune di Carbonera, in provincia di Treviso. Si trova a circa due chilometri a nord del capoluogo comunale, presso il confine con Lancenigo di Villorba. Il fiume principale è il Melma, che lambisce il centro abitato scorrendo da nord a sud. Più a est, con il medesimo orientamento, si trova il canale di Carbonera, corso d'acqua artificiale per l'approvvigionamento idrico della zona derivato dal canale della Vittoria, a sua volta alimentato dal Piave. Specialmente in ambito ecclesiastico, fu nota in passato come "Pezzan di Melma" (Petianum Melmae) per distinguerla dall'omonima "Pezzan di Campagna", l'odierna Pezzan di Istrana. Viene citata per la prima volta nel 1231 nella bolla Religiosam Vitam di papa Gregorio IX come cappella dipendente dall'abbazia di Sant'Eustachio di Nervesa. Inizialmente era dedicata al solo san Giacomo, ma dal 1344 risulta titolare anche san Filippo. Più volte rimaneggiata, nel 1875 fu gravemente danneggiata dal crollo del campanile. Venne quindi decisa la ricostruzione dell'intero complesso, avvenuta nel 1892 su progetto dell'ingegner Pietro Saccardo. Riaperta al culto già nel novembre dello stesso anno, i lavori si protrassero però nei decenni successivi. Tra il 1922 e il 1925, in particolare, fu ampliato il lato sud-est spostandovi la facciata, che da allora si rivolge alla strada; il coro, ricostruito sul lato opposto, fu concluso con le decorazioni di Antonio Beni. Nuovi lavori si svolsero tra il 1957 e il 1960, con la costruzione della nuova facciata, la realizzazione del battistero e l'inaugurazione dell'organo. A navata unica, con l'abside orientato a nord-ovest, presenta una facciata a capanna con quattro paraste di ordine corinzio. Al centro si trova il portale ligneo, sormontato dal frontone triangolare e dal rosone.