place

Magazzini annonari romani di Milano

Architetture di Milano scomparseArchitetture romane di MilanoEdifici commerciali romaniPagine che utilizzano collegamenti magici ISBNPagine con mappe
Siti archeologici della città metropolitana di Milano
A model in wood of imperial era Mediolanum, Civico museo archeologico di Milano (8441760743)
A model in wood of imperial era Mediolanum, Civico museo archeologico di Milano (8441760743)

I magazzini annonari romani di Milano (lat. horrea, sing. horreum) sono stati dei magazzini pubblici annonari presenti nella città romana di Mediolanum (la moderna Milano). Erano utilizzati in epoca romana per dare continuità alle scorte di cereali e di altre derrate alimentari. Resti dei magazzini annonari romani di Milano sono stati trovati nelle moderne via dei Bossi 4 e in via dei Piatti 11, con il primo sito archeologico che è visitabile su richiesta e il secondo che è chiuso al pubblico.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Magazzini annonari romani di Milano (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Magazzini annonari romani di Milano
Via dei Bossi, Milano Brera

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Magazzini annonari romani di MilanoContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.467589 ° E 9.18673 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Via dei Bossi 4
20121 Milano, Brera
Lombardia, Italia
mapAprire su Google Maps

A model in wood of imperial era Mediolanum, Civico museo archeologico di Milano (8441760743)
A model in wood of imperial era Mediolanum, Civico museo archeologico di Milano (8441760743)
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Palazzo Silva di Biandrate
Palazzo Silva di Biandrate

Palazzo Silva di Biandrate (conosciuto anche come Palazzo Silva) è un palazzo seicentesco di Milano, totalmente stravolto nei suoi interni nel corso degli anni sessanta del Novecento. Storicamente appartenuto al sestiere di Porta Comasina, si trova in via del Lauro 9. Palazzo Silva di Biandrate - fra i più eleganti del Seicento milanese - sorgeva imponente all'imbocco dell'antica contrada del Lauro. Si contraddistingue per la facciata seicentesca, particolarmente robusta, con un portale di ceppo gentile ed archivolto a linea spezzata, sorretto nei risalti da mensole; due mensole sostengono inoltre un balcone a balaustri barocchi fra pilastrini. Particolarmente di rilievo la balconata d'angolo con parapetto in ferro battuto a disegno, sostenuta da mensole di granito. Il palazzo appartenne alla nobile famiglia dei Silva ed ebbe modo di ospitare la ricca biblioteca personale di Donato II Silva (ereditata poi dal nipote Ercole), le ricche collezioni d'arte (fra cui erano segnalate anche le tempere dell'Appiani raffiguranti Il mito di Europa) e la raccolta numismatica (che sarebbe poi finita nel Palazzo Visconti Aimi in via Filodrammatici 10). Una lapide, fatta apporre da Carlo Ghirlanda Silva (pronipote di Ercole Silva) in segno di omaggio e devozione verso i propri predecessori ricorda Donato II Silva (1690-1779), illustre letterato, e suo nipote Ercole Silva (1756-1840), anch'egli letterato, autore Dell'arte dei giardini inglesi (1801) e promotore in Italia del giardino all'inglese, assurgendo a modello il parco della propria Villa a Cinisello, primo esempio di questo tipo in Italia. Il palazzo, pur presentandosi sostanzialmente intatto esteriormente ha subito nel corso degli anni sessanta profondi interventi di riconfigurazione degli interni, che ne hanno distrutto l'originale sistemazione. Nel corso di alcuni scavi condotti nei sotterranei invece sono stati rinvenuti i resti di un'aula absidata di epoca imperiale, detta domus lauri, riconducibile a un edificio del I secolo con muri perimetrali in ciottoli e corsi di mattoni, forse dedicato al culto imperiale (così come lascerebbero intendere le statue di patrizi rinvenute non lontano). Vi sono inoltre tracce anche di un successivo edificio, risalente alla seconda metà del III secolo, facente probabilmente parte delle fortificazioni straordinarie della città allestite dall'imperatore Gallieno prima e da Aureliano poi per far fronte all'invasione degli Alamanni e dei Marcomanni. Qui, all'incrocio fra la via Broletto e la via Ponte Vetero sorgeva infatti l'antica Porta Comasina delle Mura romane di Milano. Cesare Cantù, Cesare Rovida, Donato ed Ercole Silva, Conti di Biandrate, Tipografia F.lli Borroni, Milano, 1876 Giacomo Carlo Bascapé, I palazzi della vecchia Milano, Hoepli, Milano, 1945 - pp. 183–184 Paolo Mezzanotte, Giacomo Carlo Bascapé, Milano, nell'arte e nella storia, Bestetti, Milano, 1968 (1948) - p. 152 Livia Negri, I palazzi di Milano, Newton & Compton, Milano, 1998 - pp. 298–300 Ville e palazzi di Milano Sestiere di Porta Comasina Donato II Silva Ercole Silva Comune di Milano - Sestiere di Porta Comasina (palazzi) (PDF), su comune.milano.it.

Chiesa di San Giovanni alle Quattro Facce
Chiesa di San Giovanni alle Quattro Facce

La chiesa di San Giovanni alle Quattro Facce (San Giovann Quatter Facc in milanese) era una chiesa di Milano. Situata nell'attuale piazzetta Giordano Dell'Amore, fu demolita nel 1786. Sorgeva sulle vestigia di un tempio romano pagano dedicato al Giano Quadrifronte, da cui il nome. La denominazione "quattro facce" nel nome della chiesa deriva dal fatto che quest'ultima sorse sulle vestigia di un tempio romano pagano dedicato al Giano Quadrifronte. Giano è una delle divinità più antiche e più importanti della religione romana, latina e italica. Solitamente è raffigurato con due volti (il cosiddetto Giano Bifronte), poiché il dio può guardare il futuro e il passato ma anche perché, essendo il dio della porta, può guardare sia all'interno sia all'esterno. Nel caso del Giano Quadrifronte, le quattro facce sono rivolte verso i quattro punti cardinali. Fu sant'Ambrogio a ordinare la demolizione dei templi pagani e la costruzione di chiese e basiliche cristiane: alcune chiese sorsero sullo stesso luogo dove in precedenza erano eretti templi pagani, mentre in alcuni casi questi ultimi furono convertiti in luoghi di culto cristiani. Non è noto con precisione l'anno di fondazione di tale chiesa, tuttavia la chiesa viene ricordata da Landolfo Iuniore nel XII secolo, mentre Giorgio Giulini sostiene che già la chiesa esistesse dal 975. La chiesa fu completamente rifatta nel XVII secolo per opera di Francesco Maria Richini. La chiesa, che sorgeva in prossimità delle vecchie mura romane, dava un tempo il nome all'attuale via Arrigo Boito e piazzetta Giordano Dell'Amore, all'epoca chiamate rispettivamente contrata e piazza di San Giovanni alle Quattro Facce. Le descrizioni dell'aspetto giunte a noi sono dovute ai rifacimenti del Richini. La chiesa era di forma rettangolare e misurava venti metri di lunghezza e dodici in larghezza: l'interno era suddiviso in tre navate corrispondenti ad altrettanti portali di ingresso. La chiesa possedeva nove finestre e tre cappelle, oltre che tre altari. La facciata risultava al XVIII secolo ancora incompiuta. Serviliano Latuada, Descrizione di Milano, vol. 5, Milano, 1738. Paolo Rotta, Passeggiate storiche, ossia Le chiese di Milano dalla loro origine fino al presente, Milano, 1891. Chiese di Milano Chiese scomparse di Milano

Contrada dell'Orso (Milano)
Contrada dell'Orso (Milano)

La Contrada dell'Orso è stata una contrada di Milano appartenente al sestiere di Porta Comasina. Il confine della contrada dell'Orso correva lungo via del Lauro (dove confinava con la contrada del Cordusio) dall'incrocio con via Boito e l'intersezione tra via Brera e piazza del Carmine. Il confine proseguiva poi lungo piazza del Carmine, via Ponte Vetero, piazza Principessa Maria, via Broletto fino all'incrocio con via del Lauro. L'unico edificio di culto degno di nota della contrada era la chiesa di San Giovanni alle Quattro Facce che sorgeva sui resti, come fa intendere il suo nome, di un tempio romano pagano dedicato al Giano Quadrifronte. La contrada prende il nome da via dell'Orso, a sua volta intitolata con questa denominazione, secondo alcuni autori, in onore ai Dell'Orso (anticamente "De Urso"), famiglia patrizia milanese che fu protagonista della storia medievale della città. Il tratto di via dell'Orso compreso tra via Brera e via Ciovasso era popolarmente chiamata "via Olmetto", mentre il tronco compreso tra via Ciovasso e Ponte Vetero era conosciuto come "via all'Orso". Gli autori che vorrebbero l'intitolazione di via dell'Orso legata all'omonima famiglia individuano il motivo di tale tributo nella battaglia di Campomalo, avvenuta nel 1036 durante l'epoca comunale tra l'arcivescovo Ariberto d'Intimiano, sostenuto dai feudatari maggiori (i capitanei), e i vassalli minori (i valvassori) di Milano, di cui facevano parte i Dell'Orso. La battaglia, dagli esiti incerti, si concluse con l'uccisione di un potente alleato di Ariberto, il vescovo di Asti Alrico, che segnò certamente un punto a vantaggio dei valvassori. Questi ultimi, che erano riuniti nella "Motta", lega militare sorta nel 1035, erano sostenuti anche dal popolo. Come tributo a questa vittoria la città di Milano avrebbe dedicato ai Dell'Orso una strada, la "via all'Orso la Motta", toponimo che sarebbe stato corrotto con l'uso comune in "all'Orso l'Olmetto". Secondo invece altri autori, la denominazione di via Dell'Orso non sarebbe legata all'omonima famiglia e alle gesta militari ad essa collegate: in base a questa ipotesi, la strada sarebbe stata denominata via dell'Orso prima dell'avvento di questa famiglia nella storia di Milano. Secondo altre ipotesi ancora, l'origine della denominazione di via Olmetto sarebbe forse la secolare presenza, a metà della via, di uno storico albero di olmo, che diede poi il nome a questa strada. Due toponimi che sono presenti nella contrada avevano origini romane: Ponte Vetero ("vetero" infatti significa "vecchio", con chiara allusione alle sue origini antiche, nella fattispecie romane), e il vicolo Ciovasso, che deriverebbe dal latino volgare clivacium (da cui il termine dialettale milanese civàss, ovvero "declivio") con chiaro richiamo al fatto che la strada, un tempo, scendeva fino alle mura romane di Milano, le cui fondamenta erano collocate in un avvallamento. Altra ipotesi vorrebbe che "Ciovasso" derivi dal nome di una famiglia nobiliare milanese, i Civasso. Alessandro Colombo, I trentasei stendardi di Milano comunale (PDF), Milano, Famiglia Meneghina, 1935, ISBN non esistente. Milano Sestiere di Porta Comasina Contrade di Milano Nobile Contrada del Cordusio Contrada del Rovello Contrada del Campo Contrada dei Fiori I sestieri e le contrade di Milano - Con le mappe delle antiche suddivisioni di Milano, su filcasaimmobili.it. URL consultato il 22 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2017).