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Marranella

Affluenti dell'AnieneFiumi della città metropolitana di Roma CapitalePagine che utilizzano l'estensione KartographerRoma Q. VII Prenestino-LabicanoStub - Roma

Il fosso della Marranella è un piccolo fiume del Lazio affluente dell'Aniene.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Marranella (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Marranella
Via della Marranella, Roma Municipio Roma V

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Indirizzo

Via della Marranella 33
00176 Roma, Municipio Roma V
Lazio, Italia
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Luoghi vicini

Chiesa di San Luca Evangelista (Roma)
Chiesa di San Luca Evangelista (Roma)

La chiesa di San Luca evangelista è una chiesa di Roma, nel quartiere Prenestino-Labicano, in largo San Luca Evangelista (via Roberto Malatesta). È stata costruita tra il 1955 ed il 1958 su progetto degli architetti Lucio e Vincenzo Passarelli, ed inaugurata solennemente da monsignor Luigi Traglia il 20 giugno 1957. La chiesa è sede parrocchiale, eretta il 2 gennaio 1956 con il decreto del cardinale vicario Clemente Micara Neminem sane latet. È anche sede del titolo cardinalizio di “San Luca a Via Prenestina”, istituito da papa Paolo VI il 29 aprile 1969. La chiesa è stata visitata da Giovanni Paolo II il 4 novembre 1979. A partire dal 1996 ha subito dei grandi lavori di ristrutturazione che ne hanno alterato molto l'aspetto. Infatti, originariamente il corpo del sacro edificio non era suddiviso, come appare oggi, da un solaio orizzontale per ricavare un salone inferiore, alterando completamente i rapporti spaziali. La facciata è suddivisa in tre parti: la parte centrale è a mattoni rossi, in cui spicca un protiro moderno, con un altorilievo realizzato in argilla smaltata e cemento, opera di Angelo Biancini, ove sono rappresentati episodi e figure bibliche e storiche tra le quali, sulla destra, san Luca; e due parti laterali, speculari tra loro, composte da una grande vetrata a tutta altezza. La chiesa è affiancata da un'alta struttura campanaria. Il basso portale d'ingresso introduce in un atrio da cui si accede direttamente alla cripta, e, tramite una rampa di scale, alla chiesa sovrastante. Cripta e chiesa hanno il piano leggermente in discesa verso i rispettivi altari. L'interno della chiesa è a pianta rettangolare, a tre navate, suddivise da pilastri in cemento, collocati molto vicino alle pareti, così da ridurre ai minimi termini le due navatelle laterali e dare ampio spazio alla navata centrale. I pilastri sorreggono le travi di cemento del soffitto, le cui strutture ondulate creano un plastico effetto di movimento e di chiaroscuri. Il presbiterio e la parete di fondo sono interamente ricoperti di mosaici. Nella parete di fondo, sono raffigurati, in alto lo Spirito Santo e Dio Padre; al centro una grande croce da cui emerge un Cristo bronzeo; e ai suoi lati le figure di Maria e di Giovanni. Alle spalle della sede, vi è un mosaico con un Cristo pantocratore benedicente, affiancato da rappresentazioni di architetture e di paesaggi di stile leonardesco. Ai lati di questi, sono posti, alla destra una icona raffigurante la Vergine col bambino; alla sinistra il tabernacolo, nella cui porta, anch'essa in mosaico, sono raffigurati i simboli dei pani e dei pesci. A destra dell'altare maggiore è posto il fonte battesimale, composto da una vasca circolare percorsa da un mosaico con motivi acquatici; alla sinistra, è l'ambone con la raffigurazione, in mosaico, dei simboli dei quattro evangelisti. Alle spalle del fonte battesimale e dell'ambone, in due mosaici distinti sono raffigurati gli apostoli. Alle pareti laterali, sono appesi quadri con figure di santi; nella navata di destra è posta una grande statua lignea di san Luca, mentre in quella di sinistra statue devozionali. Sui pilastri delle navate si possono notare i pannelli della Via Crucis in ceramica smaltata, e nella navata di destra un trittico, anch'esso in ceramica, raffigurante l’Annunciazione; entrambe le opere sono di Angelo Biancini. C. Rendina, Le Chiese di Roma, Milano, Newton & Compton Editori, 2000, p. 181. G. Carpaneto, Quartiere VII. Prenestino-Labicano inː AAVV, I quartieri di Roma, Roma, Newton & Compton Editori, 2006. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Luca Evangelista Parrocchia diocesana – S. Luca Evangelista, su diocesidiroma.it. gio-gio, Chiesa di San Luca Evangelista., su ArchiDiAP, 20 febbraio 2017. Chiesa di San Luca in via Gattamelata, su studiopassarelli.it.

Ex fabbrica SNIA Viscosa

L'ex fabbrica SNIA Viscosa, già CISA Viscosa, è stato un complesso industriale di Roma, situato nel quartiere Tiburtino su via Prenestina, all'altezza di largo Preneste, nell'attuale parco delle Energie. Il 2 maggio 1922, in località Acqua Bulicante, fuori Porta Maggiore, venne iniziata la costruzione di uno dei più grandi opifici d'Italia, e il 5 settembre 1923, iniziò la produzione della Società generale Italiana della Viscosa (American Chatillon Corporation) di seta artificiale. Nel 1929, avendo legami commerciali internazionali ed essendo dotata di capitali statunitensi, l'opificio risentì molto della grande depressione, che sconvolse l'intera economia mondiale. Dal 1930 al 1932 gli operai scesero da 2383 a 1339 in seguito a più di mille licenziamenti. Lo stato fascista venne in aiuto alla fabbrica, legandola sempre più, negli anni a seguire, alla politica economica del governo. Prima durante la guerra d'Etiopia poi durante la seconda guerra mondiale, la Viscosa viene indirizzata dal regime a produrre uniformi e altre forniture militari, rinvigorendone le attività. Nel marzo del 1944 lo stabilimento subisce uno dei bombardamenti che gli Alleati effettuarono su Roma e, una volta terminata la guerra, per la fabbrica comincia il declino, portando il numero di operai da 1660 nel 1949 ad appena 120 nel 1953. Nel 1954 l'opificio chiude definitivamente, lasciando lo stabilimento in stato di abbandono. Nel 1969 la CISA Viscosa viene assorbita dalla SNIA Viscosa che, nel 1982, cederà tutte le sue proprietà immobiliari alla Società Immobiliare Snia. Nel 1990 il complesso di via Prenestina viene ceduto alla società immobiliare Pinciana 188 che presenta subito la richiesta di concessione per la costruzione di un edificio per attività produttive prima al Comune di Roma, quindi alla Regione Lazio, che rilascia la concessione. Successivamente la società del costruttore Antonio Pulcini, Ponente 1978, assorbe la Pinciana 188. Il cantiere apre nel 1992 ma uno sbancamento di terreno comporta lo sfondamento della falda acquifera del fosso della Marranella che riempie subito lo scavo effettuato. Per liberarsi dell'acqua, il costruttore fa deviare il flusso verso il collettore fognario che, però, essendo la sua portata insufficiente per la quantità d'acqua convogliata, comporta l'allagamento del sito e dell'adiacente largo Preneste. Scoperto il danno e accertata anche la falsificazione della planimetria presentata sul progetto, la concessione edilizia viene annullata. Successivi ricorsi del costruttore verranno respinti. L'acqua che fuoriesce dal fosso sotterraneo va a formare un piccolo laghetto, ora chiamato lago ex SNIA - Viscosa. Gino Nerbini, Industrie romane. L'industria della seta artificiale (PDF), in Capitolium. Rassegna di attività municipali, anno I, n. 3, Roma, Tumminelli - Istituto Romano di Arti Grafiche, 1925. Carmelo G. Severino, ROMA MOSAICO URBANO. Il Pigneto fuori Porta Maggiore, Roma, Gangemi, 2005, ISBN 978-88-492-0926-6. Pigneto SNIA Viscosa Lago ex SNIA - Viscosa La fabbrica Cisa Viscosa (dal 1939 Snia Viscosa), su Archivio Storico Viscosa - Centro Documentazione Territoriale Maria Baccante. Ex SNIA: il giardino tra relitti di cemento, su Giulia Merlo. Martino Iannone, Roma, è nato un lago e (r)esiste, su Ansa Magazine #73, 2 maggio 2016. Alice Sotgia, Sul filo della pazzia: produzione e malattie del lavoro alla Viscosa di Roma negli anni Venti e Trenta, su Dipartimento di Storia, Culture, Religioni La Sapienza. URL consultato il 15 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2017).