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Pizzocco

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Monte Pizzocco
Monte Pizzocco

Il Pizzocco è un monte situato nel Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, a nord dei comuni di Santa Giustina e San Gregorio nelle Alpi nella provincia di Belluno. Sulla vetta principale, posta a 2186 m s.l.m., è posizionato un caposaldo trigonometrico, mentre una croce si trova su una punta poco più a sud della cresta a quota 2170 m s.l.m.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Pizzocco (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Pizzocco
Scalon di Cimia,

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N 46.14006 ° E 12.00991 °
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Scalon di Cimia

Scalon di Cimia
32030
Veneto, Italia
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Monte Pizzocco
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Luoghi vicini

Valle del Mis
Valle del Mis

La valle del Mis o canale del Mis è una vallata dolomitica della provincia di Belluno, la quale collega Sospirolo, in Valbelluna, a Sagron Mis in provincia di Trento. Rappresenta una delle principali vie di accesso al Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. La valle è segnata dal corso del torrente Mis che si muove tra il gruppo del Pizzocco, sulla destra orografica, e i Monti del Sole, alla sinistra. La prima metà è in gran parte occupata dal lago del Mis, bacino artificiale la cui diga si trova proprio all'imbocco della vallata. Fino a un tempo relativamente recente, la valle del Mis era punteggiata da numerosi insediamenti rurali abitati stabilmente, distribuiti nel fondovalle o lungo i pendii più assolati. La costruzione della diga con la conseguente formazione del lago artificiale (1957-1962) ha finito per sommergere gli abitati più "bassi" e gli spazi coltivabili, nonché la vecchia strada che si snodava lungo il fondovalle. Ad accelerare l'abbandono della valle ha contribuito l'alluvione del 1966 sicché dal 1972 risulta completamente disabitata. Nella valle restano ancora alcuni borghi disabitati. Suddivisa nelle tre borgate di Gena Alta, Media e Bassa, disposte tra i 400 e gli 800 m di altitudine, si trova in comune di Sospirolo. Gli abitati toccavano un tempo i 300 abitanti ma, per l'alluvione del '66 e l'emigrazione, oggi risultano completamente disabitati. Gena Bassa è inoltre quasi scomparsa nel 1962 per la formazione del lago artificiale del Mis; venne solo ricostruita la chiesa di San Remedio. Durante la seconda guerra mondiale, Gena Alta fu colpita da un violento rastrellamento nazista, che vide l'uccisione di sei giovani e l'incendio del paese. Villaggio localizzato lungo la strada del canale, compreso nel comune di Gosaldo. Fondato con fini meramente abitativi, si è poi evoluto in luogo di transito, caratterizzandosi per la presenza di un'ex osteria e di un vecchio opificio comprendente una segheria, un mulino e un'officina meccanica e da fabbro. Paese sorto nel XIX secolo con lo sfruttamento delle miniere di mercurio di Vallalta, che all'epoca erano le seste al mondo in termini di produzione. Nel 1962 le miniere di Vallalta furono chiuse, ma l'economia fu sostenuta dal turismo. La fine del paese fu decretata dall'alluvione del 1966: ora è visibile solo qualche rudere nascosto dalla vegetazione. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Valle del Mis

Santa Giustina (Italia)
Santa Giustina (Italia)

Santa Giustina Bellunese (Santa Justina, o semplicemente Santa, in veneto) è un comune italiano di 6 595 abitanti nella provincia di Belluno in Veneto. Situato interamente nella destra orografica del fiume Piave che ne costituisce il confine meridionale, il comune di Santa Giustina è posto nel baricentro ideale dell'ampia Val Belluna, equidistante dai due principali comuni della provincia, Feltre e Belluno, collegato ad essi dalla strada statale n. 50. A occidente il territorio è delimitato dal torrente Salmenega, e a oriente è ancora un altro fiume a segnarne i confini, il fiume Cordevole che proprio su questo territorio si immette nel fiume Piave costituendone il principale affluente. Il territorio è caratterizzato da un esteso e variegato paesaggio di colline prima di spingersi alle pendici delle vette dolomitiche del Monte Pizzocco (2186 m), il Monte Tre Pietre (1965 m) e il Monte Palmàr (1484 m) al confine settentrionale. Sul livello del mare il punto più alto viene toccato a 2168 metri. Da un punto di vista morfologico, considerando l'ampio dislivello altimetrico all'interno del comunale (1900 metri circa), possono essere individuare tre aree distinte: L'area montana: comprendente una porzione dell'altipiano carsico di Erera-Brendol e Piani Eterni, il gruppo dolomitico del Pizzocco, il monte Palmar e il monte Tre Pietre, e il corso superiore del torrente Veses che discende dalla Val Scura. L'area presenta i tratti salienti del settore dolomitico delle Alpi Feltrine. Un territorio caratterizzato da pendii scoscesi, talvolta accidentati, gole, crinali e costoni rocciosi. Ha uno sviluppo dai 700 metri circa fino ai 2.187 della cima più elevata. La vegetazione dominante fino ai 1300 metri è quella tipica della faggeta con l'ultimo tratto frammisto a pineta. Sopra questo livello inizia l'areale del pino mugo e delle vegetazioni di tipo rupestre. Buona parte del territorio è compresa all'interno dei confini del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi L'area collinare: compresa fra i 320 e i 700 metri e caratterizzata da una morfologia irregolare, più dolce nell'area posta a Sud della frazione di Cergnai, più ripida nella parte a Nord del paese, verso l'abitato di Campel. Rilevante è stata l'eredità è l'azione dell'ultima glaciazione su questa fascia altimetrica, riscontrabile ancor oggi con la diffusa presenza di depositi morenici. L'area di fondovalle: è caratterizzata dalla morfologia regolare tipica di un settore alluvionale. È stata l'area storicamente più antropizzata e vi sorgono tuttora i principali centri abitati del comune: Santa Giustina, Formegan, Meano, Salzan, Campo, ecc. Il paesaggio, al di fuori del tessuto urbano e delle aree produttive, è in buona parte quello agricolo-montano. L'area è solcata da importanti corsi d'acqua: il fiume Piave, il fiume Cordevole, il torrente Veses, Salmenega e Morol. L'ecosistema fluviale, soprattutto riscontrabile lungo il confine meridionale (le Grave del Piave) o Orientale (Cordevole), ha una particolare valenza ambientale. La golena del Piave in questo punto della valle ha uno sviluppo molto ampio, fatto da un greto prevalentemente arido, intervallato da aree acquitrinose e fortemente boscose in cui possono essere frequenti i fenomeni di risorgiva. Clima In estate il clima beneficia dei monti che la circondano e le temperature estive sono mitigate. Nonostante la modesta quota il clima è abbastanza rigido nei mesi invernali. La neve cade copiosa ogni anno. La preistoria e la storia antica dell'area santagiustinese non possono che essere fortemente intersecate a quelle molto più ampie e articolate dell'intera Valle del Piave. Dopo lo scioglimento dei ghiacciai che ricoprivano la valle, l'uomo iniziò ad attraversare questo territorio e popolazioni di diversa origine, fra cui Euganei, Etruschi e Galli si succedettero nel tempo, divenendo anche stanziali. Segni di questi passaggi sono ancora oggi evidenziabili dai nomi di alcuni paesi, come Formicano, Meano, Ignano, Salzano. Tracce certamente più concrete sono quelle dell'epoca romana. A quel tempo il territorio dell'odierna Santa Giustina dipendeva dal Municipio Romano di Feltre. Oggetti in bronzo, monili e monete, ma anche lapidi sono venute alla luce in scavi praticati nel 1835 dall'Arciprete M. Bellati a S. Margherita e nel 1871 a Bivai dal Conte Carlo degli Azzoni Avogadro. Altre lapidi romane sono state individuate nelle chiesette di Campo e Callibago. All'epoca romana un ramo secondario della Via Claudia Augusta Altinate collegava Cesiomaggiore a Belluno, attraversando nell'area pedemontana di Santa Giustina e San Gregorio nelle Alpi i paesi di Villa di Pria, Velos e Callibago, denotando come anticamente i principali collegamenti viari di questo territorio privilegiassero la zona collinare al fondovalle, troppo soggetta alle piene spesso devastanti del fiume Piave. Il passaggio dal paganesimo al cristianesimo avvenne approssimativamente tra il V e i VI secolo ad opera dei vescovi di Feltre. Il dominio longobardo durò dal 568 al 774. In questa fase il territorio era diviso in due deganie (piccole ripartizioni di un ducato longobardo) dal corso del torrente Veses. Da una sponda verso il corso del fiume Caorame la Degania di Fianema, dall'altra sponda verso il fiume Cordevole la Degania di Bolpezo. Una forma organizzativa che prese a formarsi in questo periodo e che caratterizzò l'area santagiustinese priva di grossi centri abitati fu quella della Parrocchia, o Pieve, cioè un'unione di tipo religiosa intorno ad una chiesa. Il legame si spingeva anche oltre, abbracciando la sfera economica ed amministrativa. La Pieve di cui si ha notizia più antica e quella di Formicano. A quello longobardo si sostituì dal 774 all'888 il dominio dei Franchi. A questa epoca si fa risalire la dedica della chiesa di Formicano a Santa Maria. Giovanni, Vescovo di Belluno, nel tentativo di annettersi la Diocesi di Feltre, intorno all'anno 1000 rase al suolo il castello di Villa di Pria (o Villa di Pietra). Tra la fine del XIII secolo e l'inizio XIV ci fu il trasferimento della Pieve da S. Maria di Formicano alla Chiesa di S. Giustina d'Ignano. L'abitato d'Ignano era considerato più baricentrico al territorio rispetto al paese di Formicano, ed in più era sede di un Chiericato, una scuola per chierici. Da quel momento la Parrocchia prese il nome di Pieve di S. Giustina d'Ignano, e con il tempo Pieve di S. Giustina. Nel 1404 tutta l'area del Feltrino passò sotto Venezia. Il confine con il territorio bellunese era segnato dal corso del fiume Cordevole. Nel 1422 la Serenissima impose la distruzione di tutti i castelli e le fortificazioni presenti nel territorio feltrino. Si voleva così imporre un più diretto controllo sui signorotti locali, ed evitare che questi potessero tradire Venezia in favore degli imperatori germanici. Nei dintorni di S. Giustina vennero fatti demolire i castelli di Bivai e Castel (S. Tomaso e S. Giorgio della famiglia De Teuponi) e di Cergnai (della famiglia Da Cergnaio) esistenti fin dal 774. Le principali famiglie dovettero andare a risiedere all'interno delle mura della città di Feltre, città sede del Podestà e a cui l'area santagiustinese faceva riferimento. Tra il 1728 e il 1729 Carlo Goldoni soggiornò presso Villa Bonsembiante a Colvago, ospite del medico fisico Girolamo Gasparetti. Fu proprio a Colvago che scrisse per il carnevale del 1730 i due lavori teatrali, Il buon padre (andato perduto) e La cantatrice, con cui debuttò al Teatro de la Sena di Feltre. La chiesa di Santa Giustina, su disegno di Antonio De Boni da Villabruna, fu iniziata il 25 agosto 1782 e terminata nel 1791. All'interno è custodita un'Annunciazione di Carlo Saraceni, terminata da Jean Le Clerc nel 1621. Con la caduta della Repubblica di Venezia del 1797 questo territorio passò sotto il dominio della Repubblica Francese. La popolazione fu provata dalla guerra tra francesi e austriaci. All'inizio del 1797 truppe austriache stanziarono per circa due mesi nei pressi di Pez (nell'odierno comune di Cesiomaggiore). Il territorio nei primi anni dell'Ottocento passò ripetutamente sotto il dominio prima dell'una, poi dell'altra potenza contendente. Dopo vari aggiustamenti, conseguenti alle diverse dominazioni succedutesi fino a quella definitiva austriaca, la data di nascita del Comune di Santa Giustina come oggi lo conosciamo è il 1º gennaio 1816. Tra il 1816 e il 1817 il territorio è profondamente segnato da una memorabile carestia che porterà allo stremo la popolazione. Il 1817 verrà ricordato come l'anno della fame. Durante il corso dell'Ottocento, Santa Giustina venne colpita da tre epidemie di colera: nel 1835, nel 1836 e nel 1855. Nel solo 1836 sul territorio comunale morirono 389 persone, di cui 256 per colera, cifra elevatissima se si considera che in quel periodo per varia natura morivano annualmente 130 persone. Tra il 29 giugno e il 31 luglio 1855, in poco più di un mese si segnalano 236 casi di contagio e 112 morti. Nel 1866, dopo le battaglie di Custoza e Lissa, il Veneto (e conseguentemente l'area santagiustinese) passa sotto il Regno d'Italia. Sotto lo Stato Italiano le prime elezioni comunali sono datate 7 ottobre 1866. Il conte Carlo degli Azzoni Avogadro fu nominato primo Sindaco di Santa Giustina. Il 10 novembre 1886 viene inaugurato il tratto ferroviario Treviso-Feltre-Belluno, che toglie parzialmente dall'isolamento la provincia bellunese. Santa Giustina viene così dotata di una stazione dei treni. Il 28 giugno 1917 arriva la 35ª Squadriglia fino al 23 luglio ed il 3 ottobre la 117ª Squadriglia fino a dopo il 6 novembre. Dopo la Battaglia di Caporetto arrivano gli austro-ungarici e divenne base delle Flik 11D, Flik 14D, Flik 30J, Flik 60J, Flik 65D, Flik 70D e per due mesi anche della Flik 101G da bombardamento. Dall'8 settembre 1943 al maggio 1945 la lotta di Resistenza al nazifascismo vide i partigiani organizzati nel Battaglione "De Min" della Brigata Garibaldina Antonio Gramsci (Feltre). Pieve di Santa Giustina Vergine e Martire Abitanti censiti Venerdì Santo: alla sera, dalle singole chiesette della parrocchia di Santa Giustina partono in processione verso il centro gli abitanti delle varie frazioni cantando inni sacri tratti da un repertorio consolidato ormai da secoli. Dalla chiesa di Santa Giustina i santagiustinesi così riuniti proseguono la loro testimonianza di fede incamminandosi e cantando verso Sartena, ai piedi del Col Cumano, dove ha luogo la rappresentazione della crocifissione. Tutti assieme percorrono quindi il cammino inverso per ritornare al proprio centro abitato. Mostra mercato: durante il primo weekend di ottobre, presso la piazza Maggiore, è allestita una mostra delle attività agricole, artigianali e commerciali di Santa Giustina e di comuni vicini. Venerdì Santo: alla sera, dalle singole chiesette della Parrocchia di Santa Giustina partono in processione verso il centro gli abitanti delle varie frazioni cantando inni sacri tratti da un repertorio consolidato ormai da secoli. Dalla chiesa di Santa Giustina i santagiustinesi così riuniti proseguono la loro testimonianza di fede incamminandosi e cantando verso Sartena, ai piedi del Col Cumano, dove ha luogo la rappresentazione della crocifissione. Tutti assieme percorrono quindi il cammino inverso per ritornare al proprio centro abitato. La principale arteria stradale che serve il Comune è la SS50 "del Grappa e del Passo Rolle" che lo collega principalmente con Feltre e Belluno. Il paese è servito dalla stazione di Santa Giustina-Cesio, appena fuori dal centro, sulla ferrovia Calalzo-Padova. São Valentim Alcune tradizioni orali raccontano che la frazione Colvago, in precedenza chiamata nella forma dialettale Cullach, debba il suo nome attuale al drammaturgo veneziano Carlo Goldoni. Nel comune ha sede la società calcistica A.S.D. Plavis 2021 che attualmente milita in seconda categoria. Santa Giustina, Grafiche Antiga, 1995. Cambruzzi, Vecellio, Storia di Feltre. Dino Dal Pan, Santa Giustina. Un comune. La sua storia. 1775-1875, 2 voll. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Santa Giustina Sito ufficiale, su comune.santagiustina.bl.it.

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Sospirolo)
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Sospirolo)

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo è la parrocchiale di Sospirolo, in provincia di Belluno e diocesi di Belluno-Feltre; fa parte della convergenza foraniale di Sedico-Santa Giustina. Non si sa esattamente in che anno fosse stata istituita la pieve di Sospirolo, ma, certamente, antecedentemente al 1185. Dalla relazione della visita pastorale del 1538 si apprende che la pieve aveva l'altare maggiore, il quale si trovava nell'abside rialzata rispetto al pavimento della navata, ornato da una pala con la Madonna col Bambino assieme ai Santi Pietro, Paolo, Giovanni Battista e Vittore Martire, e due altari laterali, dedicati rispettivamente a San Rocco e Sant'Antonio, e che la stessa era dotata di campanile. A poca distanza dalla pieve era situato il camposanto, all'interno del quale si trovava la chiesetta confraternale di San Giovanni Battista, usata fino al XVI secolo come battistero. Nel XVII secolo si dovette riedificare la pieve con dimensioni maggiori, dato l'aumento della popolazione locale. La nuova chiesa disponeva di quattro altari e di tre ingressi. Si sa che in quel periodo l'antico battistero era caduto in disuso e non vi si celebravano più funzioni. Nel XIX secolo la chiesa seicentesca si rivelò insufficiente a soddisfare le esigenze dei fedeli e, così, si decise di edificarne una nuova. L'attuale parrocchiale, voluta dall'arciprete don Gregorio De Lotto e progettata da Marco Poliaghi, venne costruita in stile neogotico tra il 1889 ed il 1898 e consacrata - come ricorda una lapide apposta nel 1954 - il 23 marzo di quello stesso anno dal patriarca di Venezia Giuseppe Sarto, futuro papa Pio X. Parrocchie della diocesi di Belluno-Feltre Sospirolo Diocesi di Belluno-Feltre Regione ecclesiastica Triveneto Parrocchia dei SANTI PIETRO E PAOLO, su parrocchiemap.it. URL consultato il 9 giugno 2019.