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Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Sospirolo)

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Eglise patronale des Saints Pietro e Paolo
Eglise patronale des Saints Pietro e Paolo

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo è la parrocchiale di Sospirolo, in provincia di Belluno e diocesi di Belluno-Feltre; fa parte della convergenza foraniale di Sedico-Santa Giustina. Non si sa esattamente in che anno fosse stata istituita la pieve di Sospirolo, ma, certamente, antecedentemente al 1185. Dalla relazione della visita pastorale del 1538 si apprende che la pieve aveva l'altare maggiore, il quale si trovava nell'abside rialzata rispetto al pavimento della navata, ornato da una pala con la Madonna col Bambino assieme ai Santi Pietro, Paolo, Giovanni Battista e Vittore Martire, e due altari laterali, dedicati rispettivamente a San Rocco e Sant'Antonio, e che la stessa era dotata di campanile. A poca distanza dalla pieve era situato il camposanto, all'interno del quale si trovava la chiesetta confraternale di San Giovanni Battista, usata fino al XVI secolo come battistero. Nel XVII secolo si dovette riedificare la pieve con dimensioni maggiori, dato l'aumento della popolazione locale. La nuova chiesa disponeva di quattro altari e di tre ingressi. Si sa che in quel periodo l'antico battistero era caduto in disuso e non vi si celebravano più funzioni. Nel XIX secolo la chiesa seicentesca si rivelò insufficiente a soddisfare le esigenze dei fedeli e, così, si decise di edificarne una nuova. L'attuale parrocchiale, voluta dall'arciprete don Gregorio De Lotto e progettata da Marco Poliaghi, venne costruita in stile neogotico tra il 1889 ed il 1898 e consacrata - come ricorda una lapide apposta nel 1954 - il 23 marzo di quello stesso anno dal patriarca di Venezia Giuseppe Sarto, futuro papa Pio X. Parrocchie della diocesi di Belluno-Feltre Sospirolo Diocesi di Belluno-Feltre Regione ecclesiastica Triveneto Parrocchia dei SANTI PIETRO E PAOLO, su parrocchiemap.it. URL consultato il 9 giugno 2019.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Sospirolo) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Sospirolo)
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Eglise patronale des Saints Pietro e Paolo
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Luoghi vicini

Lago di Vedana
Lago di Vedana

Il lago di Vedana è un piccolo specchio d'acqua di origine glaciale situato nel territorio comunale di Sospirolo, in provincia di Belluno. Posto subito a meridione della catena dei Monti del Sole, e qualche km ad est del più grande lago del Mis, non presenta immissari ed emissari, costituendo cioè un bacino endoreico. Il lago giace in una zona di grande interesse naturalistico, alle porte del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi; esso occupa una piccola depressione causata da un antico alveo del fiume Cordevole, all'interno di una zona denominata Masiere, un'ampia distesa di grossi massi e detriti ormai ricoperta in larga parte da vegetazione pioniera. Il lago di Vedana e i prati torbosi de “Le Torbe” costituiscono delle “oasi umide”; il lago è alimentato da vene idriche sotterranee, lungo la direttrice di un'antica valle abbandonata del torrente Cordevole. I prati de “Le Torbe” rappresentano probabilmente lo stadio evolutivo finale di un ambiente palustre (o lacustro-palustre) insediato in un avvallamento marginale, circoscritto da depositi glaciali grossolani e caratterizzato da un drenaggio lento e difficoltoso, con sottofondo di terreni limosi-sabbiosi. Nei pressi di San Gottardo sorge la Certosa di Vedana, antico monastero certosino. L'importanza di questo lago è stata segnalata da Caldart (1962), naturalista bellunese, e in seguito inserita tra i biotopi meritevoli di speciale conservazione in uno storico volume edito dalla Società botanica italiana nell'ambito di un censimento condotto dall'Università di Camerino (Aa.Vv.,1979). La fauna composta da anfibi e rettili presenti in questo biotopo, in parte già conosciuta nei suoi elementi caratterizzanti, ospita elementi tipici di aree poste a quote medio-basse e specie prevalentemente termofile. La popolazione ittica del lago è stata modificata a scopo ricreativo: presso il lago è praticata la pesca sportiva. Le specie presenti includono trota iridea, carpa, tinca, pesce persico, scardola, luccio, cavedano. Fra gli anfibi, decisamente comune appare la salamandra pezzata, che predilige riprodursi in acque piuttosto ossigenate, per cui la sua presenza nel biotopo è legata soprattutto ad ambienti marginali dove abbondano ruscelli. Anche il tritone punteggiato è piuttosto comune e si riproduce in acque stagnanti con abbondante vegetazione. Il rospo comune è la specie più numerosa e si riproduce anche all'interno del lago, sulle cui sponde si possono trovare i girini, che cercano un nascondiglio tra la vegetazione ripariale, per sfuggire alla predazione da parte della fauna ittica. Vi sono inoltre la raganella padana, la Rana agile, la Rana verde, la lucertola dei muri, l'orbettino e il ramarro. Tra i rettili, all'interno del lago, è possibile osservare la Biscia tessellata e la Biscia dal collare che è stata segnalata in una località prossima al biotopo (Certosa di Vedana). Nei dintorni del biotopo sono state segnalate altre due specie di serpenti, il Colubro di Esculapio e il Colubro liscio. Il lago costituisce un buon habitat per il germano reale che qui si riproduce e per la gallinella d'acqua che spesso si può osservare al margine del canneto. Interessante la presenza del porciglione, un uccello acquatico di cui si hanno poche segnalazioni per il Bellunese; è invece segnalato al lago di Vedana, sia in primavera che in autunno. Anche l'airone cenerino, frequenta le rive dello specchio d'acqua, dove cerca pesci, anfibi e rettili di cui si nutre. Nei boschi attorno al lago la specie più caratteristica è la ghiandaia, a cui si associano la cincia bigia, la cinciallegra, il fringuello, il pettirosso, il merlo. Gli ambienti forestali sono frequentati dal picchio rosso maggiore e dal picchio muratore. Nelle boscaglie attorno al lago è inoltre presente il capriolo che sembra raggiungere discrete densità di popolazione, mentre l'attigua zona delle Masiere offre ottimi habitat riproduttivi per il tasso che continuamente scava le proprie tane tra i massi, e per la volpe. La flora del Lago di Vedana è composta da varie specie tra cui: Persicaria amphibia (o Polygonum amphibium): la specie resiste bene anche ad ambienti meso-eutrofici, ma nelle ultime stagioni non è più stata osservata. Questa è una delle pochissime stazioni in Provincia di Belluno Nymphaea alba: rispetto agli anni '70, durante i quali si ricordavano solo le forme tipiche a fiore bianco, sono comparse ninfee a fiori giallastri e altre a fiori rosei, probabilmente immesse (non autoctone) Najas marina. Se ancora presente, sarebbe l'unica stazione in Provincia di Belluno Teucrium scordium. Specie molto rara, buon indicatore ecologico. Scoperta da Caldart, non era più stata segnalata ma nel giugno 2000 è riapparsa, in fiore, sulla sponda occidentale. A livello vegetazionale, lo specchio d'acqua e le sponde rappresentano ambienti ancora interessanti per la loro unicità su base Provinciale, anche se i fenomeni di degrado e di frammentazione risultano evidenti. Attorno al lago è straordinariamente abbondante Ulmus minor, sia in ambiente igrofilo, tra i salici e il canneto, sia nel ceduo più asciutto. L'area boschiva interessa tutta l'area circostante il lago ed in particolare la sua sponda destra. Quest'area corrisponde alla zona meno degradata, dove la gestione selvicolturale è chiaramente il ceduo. Nella fascia che si sviluppa tra la strada che conduce alla Certosa di Vedana ed il lago, sono presenti formazioni riconducibili a orno-ostrieti tipici o a carpineti con ostria. Il carpino nero, insieme all'orniello, è localizzato nelle zone più pendenti e soleggiate, mentre negli impluvi, in corrispondenza di suoli maggiormente maturi, prevale il carpino bianco. La vegetazione più prossima al lago è costituita da diversi arbusti che, oltre ad incrementare la biodiversità, hanno elevata valenza faunistica: Viburnum opulus e Viburnum lantana, Prunus spinosa, Cornus sanguinea, Salix purpurea. Cima, Claudio: I laghi delle dolomiti (2), Edizioni Mediterranee, 1996. ISBN 88-272-1091-1 Lago e Torbe di Vedana, ARPAV (Provincia di Belluno). Coordinatore generale A.Lucchetta, responsabile del progetto R.Scussel. Torbe e lago di Vedana in ARPAV - Educazione per la sostenibilità , su arpa.veneto.it. URL consultato il 23-03-2013.

Valle del Mis
Valle del Mis

La valle del Mis o canale del Mis è una vallata dolomitica della provincia di Belluno, la quale collega Sospirolo, in Valbelluna, a Sagron Mis in provincia di Trento. Rappresenta una delle principali vie di accesso al Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. La valle è segnata dal corso del torrente Mis che si muove tra il gruppo del Pizzocco, sulla destra orografica, e i Monti del Sole, alla sinistra. La prima metà è in gran parte occupata dal lago del Mis, bacino artificiale la cui diga si trova proprio all'imbocco della vallata. Fino a un tempo relativamente recente, la valle del Mis era punteggiata da numerosi insediamenti rurali abitati stabilmente, distribuiti nel fondovalle o lungo i pendii più assolati. La costruzione della diga con la conseguente formazione del lago artificiale (1957-1962) ha finito per sommergere gli abitati più "bassi" e gli spazi coltivabili, nonché la vecchia strada che si snodava lungo il fondovalle. Ad accelerare l'abbandono della valle ha contribuito l'alluvione del 1966 sicché dal 1972 risulta completamente disabitata. Nella valle restano ancora alcuni borghi disabitati. Suddivisa nelle tre borgate di Gena Alta, Media e Bassa, disposte tra i 400 e gli 800 m di altitudine, si trova in comune di Sospirolo. Gli abitati toccavano un tempo i 300 abitanti ma, per l'alluvione del '66 e l'emigrazione, oggi risultano completamente disabitati. Gena Bassa è inoltre quasi scomparsa nel 1962 per la formazione del lago artificiale del Mis; venne solo ricostruita la chiesa di San Remedio. Durante la seconda guerra mondiale, Gena Alta fu colpita da un violento rastrellamento nazista, che vide l'uccisione di sei giovani e l'incendio del paese. Villaggio localizzato lungo la strada del canale, compreso nel comune di Gosaldo. Fondato con fini meramente abitativi, si è poi evoluto in luogo di transito, caratterizzandosi per la presenza di un'ex osteria e di un vecchio opificio comprendente una segheria, un mulino e un'officina meccanica e da fabbro. Paese sorto nel XIX secolo con lo sfruttamento delle miniere di mercurio di Vallalta, che all'epoca erano le seste al mondo in termini di produzione. Nel 1962 le miniere di Vallalta furono chiuse, ma l'economia fu sostenuta dal turismo. La fine del paese fu decretata dall'alluvione del 1966: ora è visibile solo qualche rudere nascosto dalla vegetazione. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Valle del Mis