place

Basilica di Santa Pudenziana

Basiliche minori di RomaChiese di Roma (rione Monti)Chiese nazionali di RomaChiese titolari di RomaPagine che utilizzano collegamenti magici ISBN
Pagine con mappeVoci con codice BAVVoci con codice GNDVoci con codice J9UVoci con codice LCCNVoci con codice VIAFVoci con codice WorldCat IdentitiesVoci non biografiche con codici di controllo di autorità
Santa Pudenziana (Rome)
Santa Pudenziana (Rome)

La basilica di Santa Pudenziana è un luogo di culto cattolico di Roma, situato in via Urbana (l'antico vicus Patricius) nel rione Monti. Risalente al V secolo, dedicata a santa Pudenziana, sorella di santa Prassede e figlia del senatore romano Pudente; è la chiesa nazionale dei filippini e sede del titolo cardinalizio omonimo.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Basilica di Santa Pudenziana (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Basilica di Santa Pudenziana
Via Cesare Balbo, Roma Municipio Roma I

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Collegamenti esterni Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Basilica di Santa PudenzianaContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 41.89846 ° E 12.49545 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Basilica di Santa Pudenziana al Viminale

Via Cesare Balbo
00184 Roma, Municipio Roma I
Lazio, Italia
mapAprire su Google Maps

linkWikiData (Q1526417)
linkOpenStreetMap (112796242)

Santa Pudenziana (Rome)
Santa Pudenziana (Rome)
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Chiesa di Gesù Bambino all'Esquilino
Chiesa di Gesù Bambino all'Esquilino

La chiesa di Gesù Bambino all'Esquilino è un luogo di culto cattolico di Roma, nel rione Monti, in via Urbana. Essa sorge di fronte alla Basilica di Santa Pudenziana ed è annessa al convitto e alla casa generalizia delle Suore Oblate del Bambino Gesù. La chiesa fu edificata sotto il pontificato di Clemente XII, inizialmente su progetto di Alessandro Specchi (1713), cui subentrarono ben presto Carlo Buratti e soprattutto Ferdinando Fuga, che portò a termine la chiesa nel 1736; essa fu solennemente consacrata il 9 settembre 1736, come ricorda un'epigrafe all'interno. Il convitto invece, che occupa un intero isolato, fu portato a termine nell'Ottocento da Andrea Busiri Vici. La chiesa era preceduta da una doppia rampa di scale, demolite dopo l'unità d'Italia per le opere di innalzamento del livello stradale. Il portale d'ingresso si presenta semplice nelle sue forme, mentre più elegante e fastosa appare la grande finestra superiore ornata da uno stemma con festoni. La chiesa fu sottoposta ad un radicale restauro nel 1882, sotto la direzione dell'architetto Andrea Busiri Vici. A questa fase risalgono i quattro angeli con cartigli nei pennacchi della cupola e il Bambin Gesù nella volta dell'altare maggiore. L'interno è a croce greca e di forma rotonda con cupola a catino e tre altari. All'altare maggiore si trova, recentemente restaurata e ricollocata dopo oltre un secolo, l'opera, di Marco Benefial, l'Adorazione dei pastori. Sull'altare destro: il dipinto di S. Agostino che trionfa sulle eresie di Domenico Maria Muratori, e su quello sinistro: Visione di S. Andrea Corsini di fronte alla Vergine di Giacomo Zoboli. Riccamente decorata è la Cappella della passione disegnata da Virginio Vespignani e realizzata nel 1856 con marmi policromi, stucchi dorati e pitture a tempera di Francesco Grandi, per volontà del cardinale Mario Mattei per costudire la venerata statua di Gesù incoronato di spine. Nella casa sul lato destro della chiesa vi è una lapide che ricorda il sacrificio del sacerdote Pietro Pappagallo, morto alle Fosse Ardeatine:

Palazzo Giorgioli
Palazzo Giorgioli

Palazzo Giorgioli è un palazzo situato a Roma, in Via Cavour, nel centrale Rione Monti, costruito tra il 1883 e il 1888 ad opera di Carlo Maria Busiri Vici per conto di Benedetto Giorgioli. Giorgioli era un appaltatore edile, già proprietario di immobili in questo luogo. Il tracciamento di Via Cavour, voluta dal nuovo regno d'Italia come asse di collegamento tra la stazione Termini e i Fori imperiali e realizzata a partire dal 1880, fu occasione di grandi operazioni edilizie e immobiliari. Se si percorre la strada si possono leggere ancora oggi, sui portoni di molti palazzi, gli anni di costruzione, che si situano tra il 1884 e gli anni 10 del '900. Il terreno era costituito da una valle piuttosto ripida e dislivellata - che era poi la valle della Suburra. Via Cavour, che doveva anche creare e mantenere una pendenza regolare per superare il dislivello tra la cima del Viminale e la valle dei Fori, nacque perciò come una sorta di enorme terrapieno, rispetto al quale le strade antiche - come via Urbana o via in Selci - finirono per infossarsi o, come nel caso della piazza di S. Francesco di Paola, per essere issate su terrapieni e sostruzioni. Ai lati del tracciato della nuova via sorsero poi, come una quinta teatrale, grandi condomini destinati alla piccola borghesia impiegatizia, mentre il tessuto edilizio e urbanistico retrostante mantenne in generale le proprie caratteristiche stratificatesi nei secoli. Palazzo Giorgioli è un esempio tipico di questa edilizia protoumbertina, sia dal punto di vista funzionale - immobile destinato sin dall'inizio per locali commerciali al piano terreno, e sopra in abitazioni in affitto non prive di pretese - che estetico, con il prospetto monumentalizzato da grandi colonne e bugnato in cemento su via Cavour, la via principale e nuova, la conservazione della lapide in memoria del tracciamento della seicentesca via Zonca, sull'angolo, e la assoluta modestia della facciata verso la via di S. Maria Maggiore, che era poi la strada storica che congiungeva la basilica liberiana alla Suburra, e veniva ora tagliata a sghimbescio dalla nuova strada.

Fontana di piazza del Viminale
Fontana di piazza del Viminale

La fontana di piazza del Viminale si trova a Roma, al centro dell'omonima piazza che si apre tra le rampe carrabili circolari che conducono all'entrata del palazzo sede del Ministero dell'Interno. Il progetto della fontana era destinato ad una piazza del quartiere di Testaccio, per il quale il Comune aveva bandito un apposito concorso. Lo scultore Publio Morbiducci non vinse la gara, ma la commissione gli assegnò un premio in denaro e decise che la fontana fosse comunque meritevole di essere realizzata. Terminato da dieci anni il palazzo del Viminale, nel 1929 il Morbiducci stesso fu incaricato di modificare e arredare la piazza antistante il palazzo, edificando anche la sua fontana. In un'area rettangolare con bombature a semicerchio sui lati minori, posta circa mezzo metro sotto il livello stradale, si apre una piscina rettangolare. L'accesso all'area esterna è consentito da tre gradini al centro dei lati maggiori, e tutto il perimetro è delimitato da un'inferriata sostenuta da 20 colonnine in pietra (quattro per ogni bombatura, altre quattro per ciascuna rampa di scale ed una per ogni spigolo del rettangolo). Al centro della piscina si trova un grosso basamento anch'esso rettangolare, semplicemente decorato, sui lati lunghi, da bassorilievi raffiguranti i tre monti araldici simbolo del rione e la lupa capitolina su un lato e una corona turrita, simbolo d'Italia, sull'altro. Su tutto, due appoggi reggono una vasca poco profonda, anch'essa rettangolare, ornata semplicemente da due coppie di finte maniglie sui lati maggiori. La vasca contiene due elementi sferici dai quali zampilla l'acqua che cade nella piscina tracimando dalla vasca stessa. L'ultimo restauro risale al 1999.