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Viminale (colle)

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Il Colle Viminale (in latino Collis Viminalis), 57 metri di altezza nei pressi di p.za San Bernardo, è uno dei sette colli su cui venne fondata la città di Roma. Deve il suo nome alle piante di vimini (Salix Viminalis) che al tempo ne ricoprivano le pendici. Il Viminale è il più piccolo dei sette colli, si trova tra l'Esquilino a sud-est e il Quirinale a nord e nord-ovest. In epoca romana era delimitato dal Vicus Longus (attuale Via Nazionale), dalla Suburra, e dal Vicus Patricius (attuale Via Urbana).

Estratto dall'articolo di Wikipedia Viminale (colle) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Viminale (colle)
Via Cesare Balbo, Roma Municipio Roma I

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 41.899166666667 ° E 12.494166666667 °
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Indirizzo

Via Cesare Balbo
00184 Roma, Municipio Roma I
Lazio, Italia
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Luoghi vicini

Fontana di piazza del Viminale
Fontana di piazza del Viminale

La fontana di piazza del Viminale si trova a Roma, al centro dell'omonima piazza che si apre tra le rampe carrabili circolari che conducono all'entrata del palazzo sede del Ministero dell'Interno. Il progetto della fontana era destinato ad una piazza del quartiere di Testaccio, per il quale il Comune aveva bandito un apposito concorso. Lo scultore Publio Morbiducci non vinse la gara, ma la commissione gli assegnò un premio in denaro e decise che la fontana fosse comunque meritevole di essere realizzata. Terminato da dieci anni il palazzo del Viminale, nel 1929 il Morbiducci stesso fu incaricato di modificare e arredare la piazza antistante il palazzo, edificando anche la sua fontana. In un'area rettangolare con bombature a semicerchio sui lati minori, posta circa mezzo metro sotto il livello stradale, si apre una piscina rettangolare. L'accesso all'area esterna è consentito da tre gradini al centro dei lati maggiori, e tutto il perimetro è delimitato da un'inferriata sostenuta da 20 colonnine in pietra (quattro per ogni bombatura, altre quattro per ciascuna rampa di scale ed una per ogni spigolo del rettangolo). Al centro della piscina si trova un grosso basamento anch'esso rettangolare, semplicemente decorato, sui lati lunghi, da bassorilievi raffiguranti i tre monti araldici simbolo del rione e la lupa capitolina su un lato e una corona turrita, simbolo d'Italia, sull'altro. Su tutto, due appoggi reggono una vasca poco profonda, anch'essa rettangolare, ornata semplicemente da due coppie di finte maniglie sui lati maggiori. La vasca contiene due elementi sferici dai quali zampilla l'acqua che cade nella piscina tracimando dalla vasca stessa. L'ultimo restauro risale al 1999.

Chiesa di Gesù Bambino all'Esquilino
Chiesa di Gesù Bambino all'Esquilino

La chiesa di Gesù Bambino all'Esquilino è un luogo di culto cattolico di Roma, nel rione Monti, in via Urbana. Essa sorge di fronte alla Basilica di Santa Pudenziana ed è annessa al convitto e alla casa generalizia delle Suore Oblate del Bambino Gesù. La chiesa fu edificata sotto il pontificato di Clemente XII, inizialmente su progetto di Alessandro Specchi (1713), cui subentrarono ben presto Carlo Buratti e soprattutto Ferdinando Fuga, che portò a termine la chiesa nel 1736; essa fu solennemente consacrata il 9 settembre 1736, come ricorda un'epigrafe all'interno. Il convitto invece, che occupa un intero isolato, fu portato a termine nell'Ottocento da Andrea Busiri Vici. La chiesa era preceduta da una doppia rampa di scale, demolite dopo l'unità d'Italia per le opere di innalzamento del livello stradale. Il portale d'ingresso si presenta semplice nelle sue forme, mentre più elegante e fastosa appare la grande finestra superiore ornata da uno stemma con festoni. La chiesa fu sottoposta ad un radicale restauro nel 1882, sotto la direzione dell'architetto Andrea Busiri Vici. A questa fase risalgono i quattro angeli con cartigli nei pennacchi della cupola e il Bambin Gesù nella volta dell'altare maggiore. L'interno è a croce greca e di forma rotonda con cupola a catino e tre altari. All'altare maggiore si trova, recentemente restaurata e ricollocata dopo oltre un secolo, l'opera, di Marco Benefial, l'Adorazione dei pastori. Sull'altare destro: il dipinto di S. Agostino che trionfa sulle eresie di Domenico Maria Muratori, e su quello sinistro: Visione di S. Andrea Corsini di fronte alla Vergine di Giacomo Zoboli. Riccamente decorata è la Cappella della passione disegnata da Virginio Vespignani e realizzata nel 1856 con marmi policromi, stucchi dorati e pitture a tempera di Francesco Grandi, per volontà del cardinale Mario Mattei per costudire la venerata statua di Gesù incoronato di spine. Nella casa sul lato destro della chiesa vi è una lapide che ricorda il sacrificio del sacerdote Pietro Pappagallo, morto alle Fosse Ardeatine: