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Nobile Contrada dei Bossi

Contrade di MilanoPagine con mappe
Contrada alla Scala a Milano (1855)
Contrada alla Scala a Milano (1855)

La Nobile Contrada dei Bossi è stata una contrada di Milano appartenente al sestiere di Porta Nuova. I confini della contrada andavano dall'incrocio tra le vie San Protaso e Bassano Porrone all'intersezione tra le vie dell'Orso e Giuseppe Verdi. Il confine continuava lungo via Verdi, piazza della Scala, via Case Rotte, piazza San Fedele. Lungo il confine appena descritto la contrada confinava con il sestiere di Porta Comasina, in particolare con la contrada del Rovello e la contrada dell'Orso. Il confine con la contrada dei Rostri, appartenente al sestiere di Porta Nuova, andava dall'incrocio tra piazza San Fedele e via Marino all'intersezione tra via San Protaso e via Porrone. All'interno dei confini della contrada erano situate la chiesa dei Santi Gervasio e Protasio ad Monachos, la chiesa di San Dalmazio, chiesa dei Santi Cosma e Damiano al Carrobbio (che non va confuso con l'odierno "Carrobbio": "carrobbio" significa infatti, genericamente, "incrocio di quattro vie"), la chiesa di San Lorenzo in Turrigia, la chiesa di Santa Veronica e la chiesa di Santa Maria alla Scala, che sono state tutte demolite nel corso dei secoli. In particolare la chiesa di Santa Maria alla Scala sorse sulle vestigia di un edificio di culto preesistente, la già citata chiesa di Santa Veronica. La contrada prende il nome dal termine latino bos, ovvero "bue". La stilizzazione di questo animale è stata poi riportata sullo stemma della contrada. Dal nome della contrada è poi derivato il nome della famiglia nobiliare milanese dei Bossi. Degna di nota è la storia di via Case Rotte. Essa prende il nome dalle case nobiliari dei Della Torre (nobile famiglia milanese che dominò la città dal 1240 al 1277 e dal 1302 al 1311), che vennero tutte distrutte in soli sette giorni quando questa famiglia perse la guerra combattuta contro i Visconti per il dominio su Milano. Le loro rovine, che sono popolarmente note come Guasti Torriani (l'accezione del soprannome è negativa: i Della Torre, dopo la sconfitta, furono oggetto di una vera e propria campagna d'odio), sono definite su documenti del XIV secolo, in latino volgare, Caruptis. Da Caruptis derivò poi "Case Rotte", da cui il nome dell'omonima via (la zona, in origine, era nota con il nome di "contrada dei Della Torre", toponimo non più usato dopo la loro scomparsa dal panorama politico milanese). Il numero maggiore delle dimore gentilizie dei Della Torre non si trovava però nella contrada dei Bossi, ma in quella della Mazza. Legata a una di queste dimore è la già citata chiesa di Santa Maria alla Scala: fu infatti costruita sui resti di una di esse da Regina della Scala, da cui il nome della chiesa e poi dell'omonimo teatro. L'urbanistica stradale della contrada, andata persa con le demolizioni avvenute nel corso del XIX e del XX secolo, risaliva all'epoca romana. Degne di nota sono via Filodrammatici, un tempo denominata via San Damiano al Carrobbio, e via Marino, originariamente denominata via San Fedele. Anche la loro urbanistica è origine romana. Entrambe, come testimonia l'antica denominazione della prima via citata, erano laterali alla strada che portava al Carrobbio di Porta Ticinese romana, altro slargo di origine romana. Queste origini sono testimoniate dai molteplici ritrovamenti archeologici ascrivibili all'epoca romana che sono stati scoperti in questa zona. La maggior parte del quartiere annonario del sestiere di Porta Nuova apparteneva a questa contrada. Alessandro Colombo, I trentasei stendardi di Milano comunale (PDF), Milano, Famiglia Meneghina, 1935, ISBN non esistente. Milano Sestiere di Porta Nuova Contrade di Milano Contrada dei Rostri Contrada della Mazza Contrada degli Andegari Contrada della Spiga I sestieri e le contrade di Milano - Con le mappe delle antiche suddivisioni di Milano, su filcasaimmobili.it. URL consultato il 22 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2017).

Estratto dall'articolo di Wikipedia Nobile Contrada dei Bossi (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Nobile Contrada dei Bossi
Via Filodrammatici, Milano Brera

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Coordinate geografiche (GPS)

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Teatro alla Scala

Via Filodrammatici
20121 Milano, Brera
Lombardia, Italia
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teatroallascala.org

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Contrada alla Scala a Milano (1855)
Contrada alla Scala a Milano (1855)
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Luoghi vicini

Casino Reale

Il Casino Reale è un edificio storico di Milano situato in via Filodrammatici n. 1 di fianco al Teatro alla Scala, alle spalle del Casino Ricordi. Costruito, su progetto di Giuseppe Piermarini, per ospitare la famiglia arciducale durante le serate di spettacolo, era sede di ricevimenti e balli privati. L'appartamento era collegato con il palco cosiddetto "dell'arciduca", creato unendo i due palchi di secondo ordine adiacenti al proscenio, storicamente utilizzato dalla famiglia dei governanti di Milano. Nel 1841 fu affidato a Giacomo Tazzini l'incarico di ricostruire completamente il "Casino di S[ua] A[ltezza] R[eale]". Il progetto prevedeva un ampio atrio quadrato che conduceva ad una scalinata monumentale a tre rampe ed un prospetto, analogo a quello da lui ideato alcuni anni prima per il Casino della Nobile Associazione, caratterizzato da un lungo monumentale fronte a portici che doveva unire il Casino Reale a quello dei Nobili ed all'edificio della scuola di ballo. Le pratiche di assegnazione dell'appalto si protrassero però fino al 1847, anno in cui fu appaltata solo una parte del lavoro, la sezione corrispondente a Casino Reale vero e proprio, e cioè le prime cinque arcate delle dodici che avrebbero dovuto aggiungersi a quelle del Casino della Nobile Associazione. I lavori sarebbero dovuti cominciare nel marzo dell'anno successivo, ma i moti del 1848 causarono la sospensione ed infine l'abbandono del progetto. Il fronte porticato, completamento ideale delle cinque arcate del Casino dei Nobili edificate nel 1830-31, sarà comunque realizzato seguendo i disegni del Tazzini nel secondo dopoguerra. Con il passare degli anni i locali di servizio del retropalco si rivelarono insufficienti. Il Casino cambiò così gradualmente destinazione, fondendosi con i locali dell'antica scuola di ballo e diventando non solo struttura servente agli artisti, ma anche quartier generale dell'amministrazione scaligera. Nel secondo dopoguerra, in occasione della ricostruzione del teatro a seguito dei danni causati dal bombardamento della notte tra il 15 ed il 16 agosto 1943, su progetto di Piero Portaluppi e Marcello Zavelani Rossi, fu ricavato, nell'area un tempo occupata dalla sede della scuola di ballo, ma ormai inscindibilmente unita all'antico Casino, un teatro minore, la Piccola Scala. Il palcoscenico si trovava accanto a quello del teatro principale, in modo che, eliminando tutti i fondali, da una sala si poteva vedere l'altra. La sala, capiente circa seicento persone, fu dedicata al repertorio più antico, e in generale a tutte quelle opere che richiedevano meno spazio e impegnavano un organico ridotto. Smantellata la Piccola Scala per far spazio al nuovo palcoscenico del teatro maggiore, in occasione dei lavori degli anni duemila il Casino Reale è stato al centro di un radicale intervento di ricostruzione. Mentre il prospetto su via Filodrammatici è rimasto invariato, gli ambienti interni sono stati ricostruiti dalle fondamenta e ridisegnati per essere maggiormente funzionali alla Sovrintendenza ed alla direzione artistica del teatro, che quivi trovano oggi sede. Sopra ai tetti dell'edificio, le cui coperture a falde sono state uniformate, si staglia la nuova torre ellittica ideata dall'architetto Mario Botta. In luogo dei due angusti cortili è stato aperto un unico spazio, parallelo a via Filodrammatici, su cui domina lo sbalzo del corpo ellittico che si eleva cinque piani più in alto. Un'unica apertura verticale si apre sotto lo sbalzo, dando luce agli sbarchi delle scale e degli ascensori che disimpegnano ai piani bassi gli uffici agli spogliatoi degli artisti e del personale. Il vasto ambiente situato nel Casino Reale è uno dei luoghi di rappresentanza e di lavoro del teatro (qui si tengono conferenze stampa, audizioni e riunioni). Prende il nome dalla tappezzeria e degli arredi storici color oro. In seguito ai lavori di restauro degli anni duemila, la vecchia tappezzeria è stata sostituita da pannelli di pelle architettonica tridimensionale della medesima tinta incorniciate da modanature di legno verniciate d'oro. Enrico Lonati, 'La nuova Scala: il cantiere, il restauro e l'architettura, Venezia, Marsilio, 2004, ISBN 88-317-8612-1.