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Monumento a Luigi Cagnola

Cortile d'onore del palazzo di BreraPagine con mappeSculture nella Pinacoteca di Brera
Benedetto Cacciatori, Monumento a Luigi Cagnola (1849), Accademia di Brera
Benedetto Cacciatori, Monumento a Luigi Cagnola (1849), Accademia di Brera

Il monumento a Luigi Cagnola è un'opera scultorea realizzata da Benedetto Cacciatori (1794–1871) posta nel cortile d'onore del palazzo di Brera a Milano. La statua dedicata all'architetto Luigi Cagnola fu realizzata nel 1849, come riportato sul monumento stesso. Palazzo di Brera Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su monumento a Luigi Cagnola

Estratto dall'articolo di Wikipedia Monumento a Luigi Cagnola (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Monumento a Luigi Cagnola
Piazzetta di Brera, Milano Municipio 1

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Piazzetta di Brera
20121 Milano, Municipio 1
Lombardia, Italia
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Benedetto Cacciatori, Monumento a Luigi Cagnola (1849), Accademia di Brera
Benedetto Cacciatori, Monumento a Luigi Cagnola (1849), Accademia di Brera
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Luoghi vicini

Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore (Milano)
Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore (Milano)

Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore è una scultura in bronzo di Antonio Canova (copia dell'originale in marmo) posta al centro del cortile d'onore del palazzo di Brera a Milano. Nella primavera del 1807 il ministro Charles-Jean-Marie Alquier, ambasciatore di Francia a Roma, per disposizione del principe Eugenio di Beauharnais, viceré del Regno d'Italia nonché figliastro di Napoleone, commissionò ad Antonio Canova, per la cifra di cinquemila luigi francesi, una copia esatta in bronzo della statua marmorea di Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore. Il grande gesso preparatorio ora conservato nella sala XIV della Pinacoteca di Brera è uno dei cinque che furono commissionati dal Canova in preparazione alla fusione a cera persa del monumento a Napoleone. Realizzata come le altre quattro da Vincenzo Malpieri nel 1808, questa copia era stata destinata alla biblioteca dell'Università di Padova, per l'amico del Canova Daniele Francesconi. Le casse che contenevano il grande gesso, alto più di 3 metri e pesante quasi due tonnellate, rimasero però per lungo tempo presso gli uffici della dogana di Padova vista l'impossibilità del Francesconi di accollarsi il costo di 330 scudi dello sdoganamento dell'opera. Dopo trattative del Governo del Regno d'Italia il gesso venne acquistato in pessime condizioni per essere destinato all'Accademia Reale di Belle Arti. Rimossa dai saloni napoleonici già nel 1814, l'opera venne conservata negli scantinati dell'Accademia e poi nell'aula VI. Ritirato nel 2008 fu restaurato e collocato nella sala XIV della pinacoteca nel maggio 2009. Il bronzo necessario alla realizzazione della statua venne ottenuto fondendo alcuni cannoni di Castel Sant'Angelo, mentre per l'esecuzione furono incaricati Francesco e Luigi Righetti, fonditori romani. La perfetta fusione riuscì solamente al secondo tentativo a causa della difficoltà dell'operazione. Nel maggio 1812 lo stesso Viceré ordinò che la statua fosse innalzata a Milano in conveniente luogo per cui il Ministro dell'interno Luigi Vaccari (in carica dal 1809 al 1814) invitò il senatore Luigi Castiglioni, allora presidente dell’Accademia di belle arti, a proporre il luogo e un disegno del piedestallo. Quando l'opera giunse a Milano venne posta in un angolo del portico del palazzo delle scienze: i membri dell’accademia di Brera suggerirono di innalzare il monumento in piazza del Duomo o nell'attuale piazza Fontana nel nicchione dell'antica piazza de’ Tribunali, dove precedentemente si trovava la statua di Filippo II. Per via della divergenza di opinioni sul dove porre il monumento il viceré dispose che fosse provvisoriamente collocato nel secondo cortile del palazzo del Senato ma, ritardato l’adempimento di quest’ordine, il cavalier architetto Giuseppe Zanoia, allora presidente dell’Accademia, ottenne nel giugno 1813 che fosse temporaneamente deposto nella sala delle antichità. Caduto Napoleone la statua venne immagazzinata nei sotterranei dell’Accademia dove rimase finché, il 3 marzo 1857, l’Imperatore d’Austria, durante un suo soggiorno a Milano, ordinò che «per quella statua venisse sùbito eretto un conveniente piedestallo, a spese dello Stato, e che sovr’esso la si collocasse poi ne’ pubblici giardini di questa capitale». L'ordine, non eseguito, fu uno degli ultimi impartiti a Milano dall'Imperatore austriaco. Il monumento, grazie alla visita di Napoleone III a Milano, venne posto al centro del cortile d'onore del palazzo di Brera, sua collocazione attuale, il giorno 14 agosto 1859 con una grande manifestazione inaugurale e un discorso di Giulio Carcano. Una nuova inaugurazione fu fatta l'8 novembre 1864 per il posizionamento definitivo sul piedistallo disegnato da Luigi Bisi. Nel 1980 la Vittoria Alata venne sostituita in seguito al furto dell'originale avvenuto nel 1978. Nel 2014 il monumentale bronzo è stato sottoposto ad un meticoloso intervento di restauro volto a frenare l'azione degli agenti atmosferici e le conseguenti alterazioni chimico-fisiche del materiale. Giulio Carcano, Per l'inaugurazione della statua colossale di Napoleone I., opera di Canova, in Milano, il giorno XIV Agosto MDCCCLIX, Milano, coi tipi di Luigi di Giacomo Pirola, 1859. Palazzo di Brera Neoclassicismo a Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore

Monumento a Pietro Verri
Monumento a Pietro Verri

Il monumento a Pietro Verri è un'opera scultorea realizzata da Innocenzo Fraccaroli (1805-1882) posta nel cortile d'onore del palazzo di Brera a Milano. L'idea di dedicare una statua a Pietro Verri, celebre filosofo, economista e storico milanese, venne nel 1843 in contemporanea a quella per il monumento a Bonaventura Cavalieri che doveva essere realizzato in occasione della sesta riunione degli scienziati italiani che si sarebbe tenuta a Milano proprio nel palazzo di Brera, sede dell'Istituto Lombardo di scienze, lettere e arti. Le due statue avrebbero occupato così posizioni contrapposte nel cortile. La sottoscrizione venne aperta dal 2 luglio 1843 e fu incaricato della realizzazione Innocenzo Fraccaroli. Il monumento fu inaugurato il 12 settembre 1844 (giorno successivo all'inaugurazione del monumento a Bonaventura Cavalieri). In occasione dell'inaugurazione venne anche coniata una medaglia con effigie di Pietro Verri. Dritto: CONTE PIETRO VERRI MILANESE Busto a sinistra.Esergo: F. PUTINATI Rovescio: Nel campo in dodici righe sormontate da corona di alloro: FILOSOFO ISTORIOGRAFO | CERCÒ E SCRISSE IL VERO GIOVEVOLE A TUTTI | MAGISTRATO DI RETTITUDINE E DI ZELO | CON SAPIENZA OPEROSA E CONSIGLIO MAGNANIMO | PROSPERÒ LA PATRIA E LO STATO | ITALIANI E STRANIERI | ALL'UOMO BENEMERENTE DEGLI UOMINI | ERESSERO IN MILANO PUBBLICA STATUA | L'ANNO MDCCCXLIV | PRESENTE PLAUDENTE | IL VI CONGRESSO SCIENTIFICO | DELL'ITALIA Venne inoltre realizzata un'edizione speciale delle Opere filosofiche ed economiche di Pietro Verri con inserite le riproduzioni del monumento e della medaglia. Palazzo di Brera Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su monumento a Pietro Verri

Palazzo di Brera
Palazzo di Brera

Il palazzo di Brera è un edificio storico di Milano situato in via Brera n. 28. Il palazzo, costruito nel XVII secolo per ospitare il collegio della compagnia di Gesù, ospita oggi vari istituzioni, tra le quali la pinacoteca di Brera, la Biblioteca Nazionale Braidense e l'accademia di belle arti. Il termine brera deriva dal longobardo braida e rimase nel latino medievale per indicare un "campo o un terreno in prossimità dell'abitato" o come "terra chiusa". In alcuni dialetti lombardi il termine breda indicava un possedimento costituito da più campi con una casa colonica. Nel 1173 la zona era indicata come borgo nella brera del Guercio. In un atto del 7 novembre 1178 è indicato che un terreno di 12 pertiche e otto tavole, posto nella braida detta del Guercio di Baggio (braida que fuit de Guertio de Badagio), venne acquistato per alcuni religiosi che intendevano viverci. Nel 1198 Suzo, "prelato della congregazione dei frati della braida del fu Guercio da Baggio", acquistò altri terreni confinanti. Questi frati erano Umiliati, ordine religioso riconosciuto ufficialmente da papa Innocenzo III solo nel 1201; dediti principalmente alla lavorazione della lana, divennero una potente associazioni religiosa ed economica del tardo Medioevo milanese. Il monastero di Brera costituiva la casa madre dell'ordine ed era affiancato dalla chiesa di Santa Maria in Brera. L'ordine religioso fu abolito nel 1571 con bolla pontificia di papa Pio V e il convento di Brera fu ceduto ai Gesuiti per la realizzazione di un'istituzione a scopo d'istruzione. Si impose la necessità di costruire un nuovo e più ampio edificio. I primi progetti furono realizzati da Martino Bassi e prevedevano soluzioni diverse: un cortile quadrato o rettangolare oppure tre diversi cortili. I lavori iniziarono nel 1591, ma la morte di Bassi nello stesso anno, rallentò molto la realizzazione. Nel 1615 Francesco Maria Richini, importante architetto dell'epoca in Lombardia, fu incaricato della direzione dei lavori e presentò nuovi progetti. Anche a causa della pestilenza però, il progetto venne approvato solo nel 1651. Alla morte del Richini, la direzione dei lavori passò al figlio Giandomenico e successivamente fu assegnata a Gerolamo Quadrio e a Pietro Giorgio Rossone, che mantennero il progetto del Richini. Già nel 1760 all'interno del collegio era attivo un osservatorio e attorno al 1764-1765 fu realizzata la specola astronomica che fu potenziata negli anni successivi e fu diretta da importanti astronomi dell'epoca come Ruggero Giuseppe Boscovich. Soppressa la Compagnia di Gesù nel 1773, l'edificio era ancora incompiuto e privo della facciata. Il governo austriaco affidò il completamento a Giuseppe Piermarini che lo portò a termine tra il 1778 e il 1795. Divenuto Reale Palazzo, Maria Teresa d'Austria lo adibì a sede delle Scuole Palatine (un appartamento del Palazzo fu peraltro abitato, fino alla sua morte, da Giuseppe Parini, che a partire dal 1769 tenne la cattedra di Belle Lettere) e, oltre alle già esistente scuole aperte dai Gesuiti, vi trovarono sede nuove istituzioni. La biblioteca di Brera venne fondata grazie all'unione delle biblioteche di Brera e di San Fedele, lasciate dai Gesuiti. Si aggiunsero varie donazioni di biblioteche private come quelle di Carlo Pertusati e di Albrecht von Haller. L'orto, già dei Gesuiti, dal 1774 fu trasformato in orto botanico, diretto dal padre vallombrosano Fulgenzio Witman e destinato agli studenti di botanica officinale a Brera. Nel 1817 venne affidato al collegio di Sant'Alessandro. Nel 1863 passò all'Istituto tecnico superiore di Milano e ne fu direttore Théodore Caruel. L'Accademia di belle arti venne fondata nel 1776, dotandola di un contributo annuo di 10.000 lire provenienti dai soppressi beni ecclesiastici. Nel 1786 venne realizzato un orologio pubblico che doveva servire di riferimento agli altri orologi milanesi. All'inizio dell'Ottocento si aggiunsero nuove istituzioni. L'Istituto nazionale, fondato nel 1802 a Bologna, venne trasferito a Milano nel 1810 nel palazzo di Brera con il nome di Istituto di scienze, lettere ed arti. Nel 1838 venne suddiviso in Imperial Regio Istituto Lombardo di Scienze, Lettere ed Arti e Istituto veneto. In concomitanza con le spoliazioni napoleoniche dei beni artistici italiani, parte dei dipinti sottratti alle chiese vennero fatti confluire nei centri principali per la creazione di pinacoteche a scopo didattico. A Milano nel primo decennio dell'Ottocento iniziò la creazione delle gallerie come parte dell'Accademia di belle arti; solo dal 1882 la pinacoteca di Brera si separò come istituzione autonoma ed ebbe come primo direttore Giuseppe Bertini. Dal 2013 la Società storica lombarda ha sede presso la Biblioteca Nazionale Braidense. L'edificio attuale rispetta il progetto del Richini con un esterno in mattoni di colore rosso scuro con rinforzi agli angoli. Presenta regolari paraste a bugnato e cornici sporgenti marcapiano. Le finestre hanno frontoni in pietra. Il palazzo si apre sul cortile d'onore circondato da un elegante porticato su due piani: gli archi al piano terreno sono alla serliana con colonne di ordine dorico, al primo piano gli archi alla serliana si ripetono ma con colonne di ordine jonico, mentre al centro è situato il Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore, copia in bronzo di un marmo di Antonio Canova. Durante la prima guerra mondiale le sale del palazzo di Brera furono chiuse. Dopo la sconfitta di Caporetto, i quadri della pinacoteca furono temporaneamente trasferiti a Roma. Con l'inizio della seconda guerra mondiale i quadri furono immediatamente trasferiti. Il palazzo fu colpito dai bombardamenti tra 7 e 8 agosto 1943. Dopo il conflitto fu però rapidamente ricostruito e le sale riaprirono nel 1950. G. Tiraboschi, Vetera humiliatorum monumenta, vol. 2, Milano, 1767. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo di Brera Palazzo di Brera, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.

Archivio storico Ricordi
Archivio storico Ricordi

L'Archivio Storico Ricordi raccoglie i documenti dell'editore musicale Ricordi dalla fondazione nel 1808 fino al 1994 e costituisce una delle più importanti raccolte musicali private del mondo. Nel 1994 l'Archivio è acquisito dal gruppo dei media Bertelsmann che da allora ne garantisce la conservazione e lo sviluppo culturale. Dal 2003 è ospitato all'interno della Biblioteca Nazionale Braidense nel Palazzo di Brera a Milano. L'Archivio conserva le partiture autografe di 23 delle 28 opere di Giuseppe Verdi, di tutte le opere di Giacomo Puccini (con la sola eccezione de La rondine), nonché di opere di Vincenzo Bellini, Gioachino Rossini e Gaetano Donizetti, fino ai contemporanei come Luigi Nono, Salvatore Sciarrino e Sylvano Bussotti. L'Archivio custodisce inoltre un ricco patrimonio iconografico legato alle prime rappresentazioni operistiche, composto da bozzetti scenici, figurini dei costumi, schizzi e piante sceniche, il fondo fotografico e quello epistolare oltre a una documentazione aziendale che permette di ricostruire la genesi dei grandi capolavori operistici. La sezione iconografica dell'Archivio dà la possibilità di conoscere un patrimonio che non è solo legato all'attività strettamente musicale, ma si estende a quello pittorico, scenografico, e delle arti minori (come ad esempio la storia del costume, i gioielli, i diversi manufatti), aziendale (ricostruendo i rapporti che intercorrevano fra editore e artista, fosse musicista, poeta o grafico), e al mondo del teatro (dall'impresario ai cantanti ai direttori d'orchestra). La collezione permette di ripercorrere la vita umana e professionale dei compositori, partendo dalle loro primissime opere, ad esempio Oberto, Conte di San Bonifacio di Giuseppe Verdi e Le Villi di Giacomo Puccini, fino ad arrivare ai loro ultimi capolavori, come il verdiano Falstaff e l'incompiuta Turandot di Puccini.

Cortile d'onore del palazzo di Brera
Cortile d'onore del palazzo di Brera

Il cortile d'onore del palazzo di Brera è il cortile principale del palazzo di Brera, sede dell'omonima pinacoteca e accademia. Il cortile, così come tutto il palazzo, risale alla prima metà del '600 e nasce in origine come chiostro per il monastero di Santa Maria di Brera, retto dall'ordine dei Gesuiti, fino a quando l'istituto religioso fu soppresso e reso di proprietà dello Stato, che trasformò il palazzo nella sede della nuova accademia di belle arti e pinacoteca. I lavori per il palazzo dell'ordine furono assegnati a Francesco Maria Richini, maggiore architetto del primo barocco lombardo: questi progettò il chiostro di pianta rettangolare (30x40 m) con un doppio ordine di colonne a reggere archi a tutto sesto. Al pian terreno le colonne tuscaniche poggiano su semplici basi, mentre al piano superiore le colonne di ordine ionico poggiano su piedistalli che fungono da intermezzi per la balaustrata: la loggia a doppio ordine sovrapposto è un chiaro omaggio al cortile del collegio Borromeo di Pavia di Pellegrino Tibaldi e rappresenta uno dei capolavori del Richini, nonché il prototipo barocco dei cortili di area lombarda. Il porticato, originariamente disadorno, fu arricchito, a partire dal XIX secolo, con numerose statue, busti e lapidi dedicati alle maggiori personalità scientifiche ed artistiche della Lombardia. Nel vano del portale di ingresso del cortile sono presenti due monumenti. A sinistra il Monumento a Ranieri Girotti (1833) di Gaetano Motelli A destra il Monumento a Luigi Canonica (1847) di Raffaele Monti Nel vano delle arcate del cortile sono presenti sei statue (elencate qui partendo da sinistra dell'ingresso). Monumento a Tommaso Grossi (1858) di Vincenzo Vela Monumento a Bonaventura Cavalieri (1844) di Giovanni Antonio Labus Monumento a Carlo Ottavio Castiglioni (1855) di Antonio Galli Monumento a Luigi Cagnola (1849) di Benedetto Cacciatori Monumento a Pietro Verri (1844) di Innocenzo Fraccaroli Monumento a Gabrio Piola (1857) di Vincenzo Vela Le prime due statue nel cortile vennero inaugurate nel 1844 in occasione della VI Riunione degli scienziati italiani. Sullo scalone richiniano furono poste due statue. Monumento a Cesare Beccaria (1837) di Pompeo Marchesi Monumento a Giuseppe Parini (1838) di Gaetano Monti Nel 1859 al centro del cortile fu posta la riproduzione bronzea di un'opera di Antonio Canova. Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore Sono inoltre presenti decine di busti, cippi, statue minori dedicate ad altre personalità reputate meno illustri ma degne di menzione. Paolo Mezzanotte, Giacomo Bascapè, Milano nell'arte e nella storia, Milano, Bestetti, 1968, ISBN non esistente. Palazzo di Brera Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cortile d'onore del palazzo di Brera

Chiesa di Santa Maria in Brera
Chiesa di Santa Maria in Brera

La chiesa di Santa Maria in Brera era una chiesa di Milano, parzialmente demolita e stravolta fra il 1808 e il 1809 per ricavare nuove stanze della Pinacoteca, venendo di fatto inglobata nel palazzo di Brera. La chiesa di Santa Maria in Brera faceva parte del convento degli Umiliati, citata per la prima volta nella bolla con cui papa Innocenzo III nel 1201 approvava la regola del movimento. Nel 1346 venne chiamato Giovanni di Balduccio da Pisa per il rifacimento della facciata. Nel 1485 è realizzata qui la Madonna del tappeto, di Vincenzo Foppa. Nel periodo della Controriforma subentrano agli Umiliati i Gesuiti; nel 1572, anno di realizzazione del palazzo di Brera, venne ristrutturata dal Richini. La chiesa venne sconsacrata nel 1806. Nel 1808 si decise di tramezzare la chiesa, così da poter ricavare nuove sale - i cosiddetti Saloni Napoleonici - per ospitare la Pinacoteca di Brera, che stava prendendo forma proprio in quegli anni. I lavori, affidati all'architetto Pietro Gilardoni si protrassero fino all'anno successivo: il 15 agosto 1809 - in onore del compimento del quarantesimo anno di vita di Napoleone - vennero inaugurate le tre nuove sale, dominate dal grande gesso di Napoleone come Marte pacificatore, realizzato da Antonio Canova, mentre al piano terra trovava sede il nascente Museo archeologico. L'evento fu solo temporaneo; l'effettiva apertura della galleria delle statue e delle pitture avrebbe avuto luogo soltanto il 20 aprile 1810. Dopo la demolizione i bassorilievi e le sculture della facciata e frammenti del portale della chiesa di Santa Maria in Brera vengono trasferiti al Museo d'arte antica del Castello Sforzesco di Milano (dove ancora oggi sono visibili). Altre vennero reimpiegate dal Canonica per la realizzazione della facciata della cascina San Fedele, al parco di Monza. Altri frammenti si trovano nella villa Antona-Traversi di Desio. Le opere pittoriche (tele ed affreschi poi staccati) che ornavano l'interno della chiesa, di Bernardino Luini, Bernardino Zenale, Bartolomeo Suardi detto il Bramantino e Vincenzo Foppa, sono oggi conservati nella Pinacoteca di Brera e nel Museo della scienza e della tecnologia di Milano. Altre parti di affresco attribuite a Giusto dei Menabuoi, frammenti di vele, basamenti di colonne, capitelli e decorazioni murali sono ancora visibili negli spazi (esterni ed interni) adibiti alle aule di scenografia dall'attuale Dipartimento di progettazione e arti applicate dell'Accademia. Ad oggi, per quanto sia stata del tutto inglobata all'interno del palazzo di Brera, si possono ancora individuare le strutture originarie della chiesa: sono ancora visibili alcune campate di fondo, parte del presbiterio e la base del campanile. Lo spazio antistante la chiesa è conosciuto come "piazzetta di Brera", ed è dominato dalla statua di Francesco Hayez, realizzata nel 1890 da Francesco Barzaghi. Nei vecchi ambienti della chiesa è oggi ospitata l'aula di scenografia dell'Accademia di Brera. L'unica raffigurazione finora nota che raffigura la vecchia chiesa è un'incisione settecentesca di Giorgio Giulini. La chiesa si sviluppava su una pianta rettangolare, priva di transetto e terminante in tre vani absidali quadrati; gli interni erano suddivisi in tre navate, intervallate da eleganti colonne in serizzo, con basi modulate ad anelli e capitelli ascrivibili per il repertorio figurativo a decorazioni zoomorfe alla scultura lombarda del tardo Duecento. Le navate laterali contavano undici campate ciascuna; al di sopra dell'ultima campata orientale si innalzava la torre campanaria. Gli elementi strutturali e decorativi presentano una notevole affinità con San Pietro a Viboldone, appartenente anch'essa all'ordine degli Umiliati. La facciata della chiesa, particolarmente ricca e composita, risalirebbe secondo l'iscrizione posta al tempo sull'architrave del portale, al 1347 e sarebbe attribuibile a Giovanni di Balduccio da Pisa. Presentava un profilo a capanna e si caratterizzava per il grande portale a tutto sesto con profonde strombature, realizzato in marmo chiaro, coronato da un'alta ghimberga con un piccolo rosone cieco e una piccola edicola finale. La chiesa appariva fortemente slanciata verso l'alto, oltre che per il particolare portale, anche per la rapida successione dei quattro sottili contrafforti, che caratterizzavano gli interni. La facciata, interamente rivestita in lastre marmoree a bande orizzontali, si alternava con tonalità bianche e grigie, di cui è rimasto un frammento nell'esterno sud-ovest del Palazzo di Brera. Le aperture erano organizzate in tre ordini orizzontali: bifore in quello inferiore e centrale, trifore in quello superiore. Chiese di Milano Chiese scomparse di Milano Palazzo di Brera Cascina San Fedele Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria in Brera LombardiaBeniCulturali - Chiesa di Santa Maria in Brera, Milano, su lombardiabeniculturali.it.

Monumento a Francesco Hayez
Monumento a Francesco Hayez

Il monumento a Francesco Hayez è una scultura in bronzo collocata a Milano in piazzetta Brera e inaugurata il 10 febbraio 1890 a memoria del celebre pittore veneziano. Nel 1884, due anni dopo la morte di Francesco Hayez (1791-1882), fu aperta una sottoscrizione per un monumento in sua memoria. Per la realizzazione fu incaricato lo scultore Francesco Barzaghi. Il monumento riporta sul fronte l'epigrafe «FRANCESCO HAYEZ / MDCCCXC». Ai lati sono riportati due bassorilievi in bronzo con copie di due opere del pittore veneziano, Il bacio e Le veneziane (o La vendetta d'una rivale). Hayez è raffigurato a grandezza maggiore del vero all'impiedi e abbigliato con veste e copricapo da pittore; il capo è rivolto leggermente verso sinistra, come a guardare idealmente una tela che l'aratista stia dipingendo; nella mano sinistra porta tavolozza e pennelli, nella mano destra un unico pennello. La statua venne scoperta domenica 10 febbraio 1890, settimo anniversario della morte di Hayez, con una cerimonia di onoranze in cui furono ricordati contemporaneamente Hayez, i pittori Tranquillo Cremona e Luigi Bisi e il conte Francesco Sebregondi, segretario dell'Accademia di Belle Arti. Alla cerimonia partecipò anche la vedova di Hayez, Angiolina Rossi. Atti della R. Accademia di Belle Arti in Milano anno MDCCCLXXXIX, Milano, Tipografia Pietro Faverio, 1890, pp. 43-46. Francesco Hayez Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su statua a Francesco Hayez