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Batteria Le Finestrelle

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Forte Le Finestrelle 02
Forte Le Finestrelle 02

La batteria Le Finestrelle (anche noto come "forte in caverna") è una delle fortezze austro-ungarici facente parte della linea difensiva "Chegul-Marzola-Maranza" della Fortezza di Trento (Festung Trient). Il forte appartiene al grande sistema di fortificazioni austriache al confine italiano.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Batteria Le Finestrelle (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Batteria Le Finestrelle
Via alle Fontanelle, Altopiano della Vigolana

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 46.01371 ° E 11.17752 °
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Indirizzo

Ingresso Stol dele 7 finestre

Via alle Fontanelle
38049 Altopiano della Vigolana
Trentino-Alto Adige, Italia
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Forte Le Finestrelle 02
Forte Le Finestrelle 02
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Luoghi vicini

Batteria Doss Fornas
Batteria Doss Fornas

La batteria Doss Fornas è una delle fortezza austro-ungarici facente parte della Fortezza di Trento (Festung Trient). Essa appartiene al grande sistema di fortificazioni austriache al confine italiano. La batteria si trova opposta alla batteria Brusafer, ovvero sul versano opposto della Valsorda, sulle pendici della Vigolana. Fu eretto tra il 1878 e il 1880. Con il forte Brusafer, avevano il compito di impedire al nemico di entrare nel territorio di Trento passando per Vigolo Vattaro. Il Doss Fornas era uno dei due capisaldi finali della fortezza di Trento (l'altro era il forte Casara). Costruito su di un piano, in pietra calcarea, presenta una pianta ad arco, e si articola su tre corpi: ad un primo, ad ovest, si accede tramite un portane ad arco, ed è difesa da sette feritoie per fucile; al corpo principale del forte, che presenta un'altezza di circa 5 metri ed ha una struttura lineare che si articola in direzione nord-est; un ultimo corpo, con diverse feritoie per fucili e mitragliatori, lungo circa 10 metri. Negli anni a seguire, fu costruita sopra la sua copertura una torretta osservatorio girevole, con un diametro di 110 cm. Il forte era contornato da un apposito fossato. Come il Brusafer, anche questa batteria fu radiata dal Demanio militare mediante il Regio Decreto n. 1022, del 7 marzo 1929. Ad oggi la batteria è di proprietà privata. Nei piani originali erano previsti 4 cannoni da 12 cm M61 K. Ma infine fu dotato di 8 cannoni da 15 cm M78 che potevano sparare in direzione di Vigolo Vattaro. Oltre ai cannoni, il forte era armato di diverse postazioni per fucili e mitragliatrici. Per accedere al forte, da Trento ci si dirige verso Valsorda; passata questa località si arriva al maso Molini, da lì si arriva mediante un apposito sentiero, al forte. Fortezza di Trento Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su batteria Doss Fornas

Altopiano della Vigolana
Altopiano della Vigolana

Altopiano della Vigolana (Altopiàn dela Vigolana in dialetto trentino) è un comune italiano sparso di 5 106 abitanti della provincia autonoma di Trento nel Trentino-Alto Adige. La sede municipale si trova a Vigolo Vattaro. Fa parte della Comunità Alta Valsugana e Bersntol. È situato sull'omonimo altopiano, a pochi chilometri da Trento e dal lago di Caldonazzo. Il comune conobbe un certo stato di unità come quello odierno nel periodo intercorso tra il 1928 e il 1947 quando, a seguito della campagna di fusioni intrapresa dal regime fascista, le frazioni vennero a trovarsi sotto un unico amministratore, l'allora podestà. Il comune è nato in seguito al referendum popolare del 7 giugno 2015 fra gli elettori degli ex comuni di Bosentino, Centa San Nicolò, Vattaro e Vigolo Vattaro. I paesi dell'Altopiano sono insediamenti umani antichi, posti sulla strada romana che collega la Valsugana con la Valle dell'Adige. Per questo nel Medioevo i paesi soffrirono più volte per il passaggio di eserciti, a causa dei quali Vigolo Vattaro subì il sacco dei rivoltosi trentini. I paesi furono, dal 1020 al 1801, sotto l'influenza del principato vescovile di Trento, durante il quale, circa nel periodo medievale, numerosi coloni tedeschi si insediarono nell'area (come a Centa) e tutt'oggi molti cognomi locali evidenziano ancora la presenza dei discendenti di queste popolazioni germaniche. Nell'ambito della prima guerra mondiale, durante l'offensiva del maggio 1916, la località fu sede del comando d'armata austro-ungarico. Alla fine della seconda guerra mondiale invece, e precisamente il 4 maggio 1945 i soldati tedeschi in ritirata uccisero 7 partigiani. L'eccidio di Vattaro è ricordato da una lapide posta a Vattaro. Stemma In attesa della concessione di un emblema ufficiale il comune utilizza uno stemma «composto dai quattro stemmi dei comuni originari (Bosentino, Centa San Nicolò, Vattaro e Vigolo Vattaro) inseriti in ordine alfabetico a partire dall’alto a sinistra in uno scudo sormontato all’esterno da una corona: "murale di comune" e ornato "a destra una fronda d'alloro fogliata al naturale fruttifera di rosso e a sinistra da una fronda di quercia fogliata e fruttifera al naturale legata da un nodo d'oro".» Gonfalone Chiesa di San Nicolò, nella frazione di Centa San Nicolò Parrocchiale di Vigolo Vattaro, intitolata a San Giorgio, caratterizzata dal bassorilievo paleocristiano, forse anteriore al VII secolo, raffigurante un albero d'ulivo con uccelli. Tra il 1538 e il 1558 l'edificio venne ricostruito e, eccezion fatta per l'aggiunta di una navata laterale nel 1852, conserva ancora oggi l'aspetto originale. Al fianco dell'altare maggiore, risalente al 1750, è inoltre murata un'epigrafe barocca con lo stemma dei Tabarelli de Fatis, signori del castello che avevano il diritto di patronato della chiesa. Santuario della Beata Maria Vergine del Feles di Bosentino, dove si narra apparve, all'inizio del XVII secolo, la Vergine Maria. Chiesa del Redentore, chiesa sconsacrata a Vigolo Vattaro. Chiesa di San Rocco a Vigolo Vattaro Chiesa di San Rocco a Vattaro Castello di Vigolo, recentemente restaurato, ha perso il suo carattere medievale a causa della ricostruzione seicentesca: dell'antica cinta muraria rimane solamente una torricella quadrangolare, mentre la struttura è adornata da bifore e monofore cinquecentesche. La struttura sorge in vetta alla panoramica collina e funge da guardia dell'antica strada che collega Vigolo a Bosentino. Abitanti censiti Altopiano della Vigolana (territorio) Vigolana Provincia autonoma di Trento Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'Altopiano della Vigolana Sito ufficiale, su comune.vigolana.tn.it.

Vigolo Vattaro
Vigolo Vattaro

Vigolo Vattaro (Vìgol in dialetto trentino, Vigl in cimbro) è una frazione di 2 289 abitanti del comune italiano dell'Altopiano della Vigolana, nella provincia autonoma di Trento, comune autonomo fino al 31 dicembre 2015. È situato sull'Altopiano della Vigolana, a pochi chilometri da Trento e dal lago di Caldonazzo. La parte alta (736 m) è detta Sovich secondo la denominazione trentina. L'estremo agglomerato nella valle è chiamato Mala ed era il luogo delle officine e dei mulini. La parte bassa del paese (705 m) è detta Marzon ed è caratterizzata da edifici rustico-signorili. Vigolo Vattaro è un insediamento umano antico, posto sulla strada romana che collega la Valsugana con la Valle dell'Adige. Fu crocevia di importanti vie commerciali nel periodo caratterizzato dalla colonizzazione cimbra dell'area di Centa San Nicolò, Folgaria, Lavarone e Luserna ma non fu mai interessata da tale fenomeno. Il termine Vattaro pare derivi dai termini longobardo Wahtari col significato di "vedetta", poi latinizzato in Vactarius. Interessanti furono le scoperte archeologiche romane, tra cui una strada selciata. Nel Medioevo Vigolo Vattaro era difeso dal Castello di Vigolo e dalla Torre di Mattarello, ma nonostante ciò il paese soffrì più volte per il passaggio di eserciti e subì il sacco dei rivoltosi trentini. Durante l'offensiva del maggio 1916 il paese fu sede del comando d'armata austro-ungarico. Stemma Lo stemma era stato approvato con D.P.G.P. di Trento n. 4326 del 29 aprile 1988. Gonfalone Di particolare interesse è la chiesa di San Giorgio, caratterizzata dal bassorilievo paleocristiano raffigurante un albero d'ulivo con uccelli. Secondo alcuni studiosi quest'opera è anteriore al VII secolo. La chiesa è nominata per la prima volta nel XIII secolo. Tra il 1538 e il 1558 avvenne la ricostruzione della chiesa, testimoniata dall'attuale abside gotica con la volta a costoloni. Un'ulteriore modifica avvenne nel 1852 con l'ampliamento attraverso la creazione di una nuova navata a ritmo classico. L'altare maggiore marmoreo risale al 1750 e al suo fianco è murata un'epigrafe barocca con lo stemma dei Tabarelli de Fatis, signori del castello che avevano il diritto di patronato della chiesa. Sulla sponda sinistra del torrente Rombonos si trova la chiesa del Redentore, sconsacrata nel 1885, mentre in centro al paese si trova l'antica chiesa di San Rocco all'Ospitale. Il castello di Vigolo ha perduto il suo carattere medievale a causa della ricostruzione seicentesca: dell'antica cinta muraria rimane solamente una torricella quadrangolare, mentre la struttura è adornata da bifore e monofore cinquecentesche. La struttura sorge in vetta alla panoramica collina e funge da guardia dell'antica strada che collega Vigolo a Bosentino. Fu espugnato e dato alle fiamme nel 1256 da Ezzelino III da Romano, ma fu presto ricostruito per la sua importanza. È stato recentemente restaurato. Il Bersaglio è una vasta zona boscosa e prativa che si estende ai piedi della Vigolana. Nel secondo dopoguerra sono sorte delle residenze. Abitanti censiti Nel settore dell'artigianato è ancora diffusa e rinomata l'antica lavorazione del legno finalizzata alla realizzazione di mobili e arredamenti. La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1928 aggregazione di territori dei soppressi comuni di Bosentino e Vattaro. Nel 1947 distacco di territori per la ricostituzione dei comuni di Bosentino (Censimento 1936: pop. res. 620) e Vattaro (Censimento 1936: pop. res. 553). Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Vigolo Vattaro Vìgolo Vattaro, su sapere.it, De Agostini.