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Chiesa di Sant'Apollinare (Trento)

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Sant'Apollinare1
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La chiesa di Sant'Apollinare è situata nel quartiere di Piedicastello della città di Trento.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di Sant'Apollinare (Trento) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di Sant'Apollinare (Trento)
Lungadige Marco Apuleio, Trento Bolghera

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N 46.071231 ° E 11.114708 °
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Indirizzo

chiesa di Sant'Apollinare

Lungadige Marco Apuleio
38122 Trento, Bolghera
Trentino-Alto Adige, Italia
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Luoghi vicini

Gallerie di Piedicastello
Gallerie di Piedicastello

Le Gallerie di Piedicastello sono uno spazio museale a Trento, gestito dalla Museo storico del Trentino. Le Gallerie facevano parte della tangenziale ovest fino all'ottobre del 2007, ma in seguito alla costruzione di altre due nuove gallerie, queste sono state convertite nell'agosto 2008, su progetto grafico di Gruppe Gut di Bolzano, in uno spazio museale dedicato principalmente alla storia e alla memoria. Entrambe le gallerie offrono una superficie complessiva di oltre 6000 metri², così suddivise: galleria nera: è quella posta a est ed è dedicata alle suggestioni, 300 metri ininterrotti di grandi installazioni, di storia e di racconti di grande forza emotiva galleria bianca: è quella posta a ovest ed è quella che oltre a spazi espositivi, offre anche spazi per eventi, incontri, congressi e alle esibizioni temporanee. La Grande Guerra sul Grande Schermo, 28/07/2014 al 14/06/2015 35-45: guerre e totalitarismi in una regione di confine, 15/11/2015 - 25/09/2016 Sottoterra: il lavoro dei minatori trentini in Belgio e l'opera di Calisto Peretti, 12/03/2016 - 25/09/2016 Novembre 1966: storia della difesa del territorio in Trentino, 04/11/2016 - 17/09/2017 L'ultimo anno: 1917-1918, 01/12/2017 - 02/12/2018 I Trentini nella guerra europea 1914-1920, 28/06/2014 - 30/12/2018 Doss Trento Museo nazionale storico degli Alpini Piedicastello Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gallerie di Piedicastello Sito ufficiale della fondazione museo storico, su fondazione.museostorico.it.

Piedicastello
Piedicastello

Piedicastello è un quartiere dei più antichi e assieme al centro storico, è parte della circoscrizione amministrativa numero 12 della città di Trento. Esso si trova circondato dalla sponda destra del fiume Adige e ai piedi del Doss Trento. Assieme a Cristo Re, San Martino, Solteri - Centochiavi, Spalliera e Vela forma la circoscrizione amministrativa numero 12 del comune di Trento. Il suo nome deriva presumibilmente dalla sua posizione ai piedi del Verruca castellum, antico nome attribuito al Doss Trento. Piedicastello sorge sull'antica via per le valli Giudicarie e per Brescia. È stata abitata da una popolazione composta per lo più da barcaioli, pescatori, osti, lavandaie e carrettai. Il quartiere storico subì delle cesure di notevole impatto a seguito della realizzazione della linea ferroviaria, la rettifica dell’Adige, l'insediamento di un noto cementificio, ed infine per la costruzione di circonvallazione e autostrada. Per accedere al quartiere, dalla Torre Vanga si prosegue oltre il ponte di San Lorenzo sul fiume Adige. Tale ponte fu distrutto in un bombardamento aereo nel 1943 e ricostruito nel 1948 ad opera dell'architetto Maroni. Dai numerosi manufatti rinvenuti nella zona si stima che i primi insediamenti siano risalenti nel periodo neolitico. Con l'arrivo dei Galli Cenomani, l'insediamento conobbe una prima forte espansione urbana, tanto da essere considerati i fondatori della città. Con l'avanzata dei romani ebbero origine le fortificazioni sulle rive destra e sinistra dell'Adige al fine di contrastare le orde barbariche. La lapide di Marco Appuleio, risalente al 23 a.C. e murata nella lesena esterna della chiesa di Sant'Apollinare, fornisce una prima datazione storica della presenza romana. In epoca medioevale, con il successivo sviluppo della città sul lato sinistro dell'Adige, il quartiere rimase fuori dalle mura e più soggetto ad incendi e saccheggi. Significativo l'incendio del 1703, a seguito dell'invasione del Trentino del generale Luigi Giuseppe di Borbone-Vendôme nel corso della guerra di successione spagnola. Nel 1845 con l'apertura della nuova strada verso le valli Giudicarie attraverso il "Bus de Vela" il quartiere conobbe un nuovo impulso commerciale. Caratteristica è la fontana al centro della piazza usata per abbeverare gli armenti usati dai commercianti di passaggio. Nel quartiere, in particolare in via Verruca e via Papiria, sorgono le case operaie la cui costruzione risale alla fine del XIX secolo ad opera dell'imprenditore e politico Paolo Oss Mazzurana, ispirandosi al Nuovo quartiere operaio di Schio voluto da Alessandro Rossi. Mancano però investimenti privati, e anche il consiglio comunale si mostra contrario ad un finanziamento diretto: è quindi Paolo Oss Mazzurana stesso a finanziare personalmente la costruzione di 10 case (provocando qualche dubbio sulla legittimità dell'operazione), che verranno poi vendute a basso prezzo alla Società di Mutuo Soccorso dai suoi figli dopo la sua morte. Nel 1900 era stata prospettata all'amministrazione comunale la costruzione di ulteriori alloggi contestualmente alla costruzione del cementificio. Progetto che non trovò piena realizzazione anche a causa delle influenze politiche delle quali godeva l'industriale Frizzera. Ad oggi le case sono ancora utilizzate ad uso abitativo. Un edificio abbandonato è stato invece assegnato dal comune al centro sociale Bruno, in quale si è occupato di riqualificarlo per svolgere attività culturali e sociali. Il cementificio oggi conosciuto come "ex-italcementi" e denominato all'epoca "Prima fabbrica trentina di Cemento Portland Domenico Frizzera" sorge all'inizio del 1900 ad opera dell'industriale Domenico Frizzera. Egli avvia la costruzione di un complesso industriale per la produzione di laterizi e cemento Portland. Data la forte crescita edilizia di inizio secolo e la carenza di una produzione locale di cemento, il progetto incontra da subito il favore dell'amministrazione cittadina. Il cementificio, grazie al successo dell'industria trentina dal 1906, si rivela essere già prima di entrare a regime nel 1910 un'opera di sicuro successo. Allo scoppio della prima guerra mondiale la produzione si trova bruscamente interrotta e con la morte dell'industriale nel 1919 l'azienda viene posta in liquidazione. Viene successivamente acquistata dalla "Società italiana e società anonima calci e cementi" di Bergamo (dal 1927 Italcementi). A seguito della chiusura dell'impianto, nel 2013 l'area viene demolita e parzialmente bonificata. La bonifica viene completata nel 2018. Oggigiorno rimangono solamente le due ciminiere. Negli anni '70 il quartiere viene pesantemente impattato dalla costruzione della tangenziale e dei tunnel sotto il doss Trento. Fin dall'inizio dei lavori e per tutta la sua esistenza l'opera incontra forti proteste da parte degli abitanti. Nel 2007 la tangenziale viene deviata, liberando il quartiere dal traffico. Le gallerie originarie vengono mantenute ed oggi ospitano l'area espositiva delle gallerie di Piedicastello. Infine nell'aprile 2017 iniziano i lavori per il ripristino dell'area urbana del quartiere. L'11 novembre 2018 si celebra la fine dei lavori con l'inaugurazione dell'attuale piazza. Chiesa di Sant'Apollinare - eretta nel XIII secolo è dedicata al vescovo di Ravenna del V secolo e ciò fa presupporre origini molto più antiche. Si presenta estremamente slanciata verso l'alto, con un tetto spiovente di gusto tipicamente nordico con copertura a scandole (piccole assi in legno). Nel 1183 il pontefice Lucio III decise che la vicina chiesa di San Lorenzo prendesse in custodia questa chiesa: ecclesiam sancti Apollinaris cum capellis suis et pertinentiis. La canonica posta a fianco della chiesa fu per anni luogo di residenza per gli abati benedettini locali e non. Essa rappresenta un raro esempio di edificio del XIII secolo. Al suo interno sono conservati alcuni dipinti pregiati, come ad esempio, un'opera di Paolo Naurizio dove sono raffigurati i santi Giacomo, Sebastiano, Rocco e Antonio abate e un'altra ad opera di Giacomo Micheli dove è ritratta la Sacra Famiglia. Il raccolto e piccolo cimitero che si trova sul sagrato della chiesa contiene al suo interno alcune lapidi ottocentesche di cui una in posizione elevata, eretta dello scultore Werner, dove è custodito il pittore Giacomo Micheli. A nord del quartiere si trova il Doss Trento, una piccola collina boschiva soggetta fin dai tempi romani a varie costruzioni a difesa della città di Trento. Su di essa oggi è visibile il mausoleo di Cesare Battisti. Nei pressi dell'Adige si colloca il muro romano di villa Graffer (che poi diventò di Zadra). Tale opera venne edificata al di sopra di un muro di epoca tardo-romana con lo scopo preciso di connettere il Doss Trento al fiume Adige. Fu in seguito alzato ai tempi delle invasioni barbariche, ed infine semi-distrutto agli inizi del XIV secolo per attingere materiale per la ricostruzione della chiesa. Alla base del Doss di Trento sorge villa Graffer e il suo annesso giardino, da dove sono visibiili alcuni resti storici risalenti alla prima guerra mondiale e piante provenienti dal mar Mediterraneo. Centro nevralgico è indubbiamente la piccola piazza che coinvolge le più antiche abitazioni del quartiere. Al centro di essa si trova una fontana risalente all'XVIII secolo. Le gallerie di Piedicastello erano attraversate dalla strada tangenziale cittadina; dopo la modifica del tracciato, dal 2009 sono diventate uno spazio espositivo facente parte del Museo storico del Trentino. Le due gallerie sono denominate l'una bianca e l'altra nera. Il museo nazionale storico degli Alpini nato con il principale scopo di raccogliere la maggior parte della storia del corpo militare degli Alpini. Il mausoleo di Cesare Battisti, progettato dall'architetto Ettore Fagiuoli nel 1935 ed inaugurato il 26 maggio di quell'anno alla presenza di Vittorio Emanuele III e di Achille Starace, con la traslazione del Caduto dal cimitero di Trento. Il teatro Portland Il Centro sociale Bruno Aldo Gorfer, Piedicastello e la città, da “Terra mia”, 1981. Antonio Zieger, Impressioni di Trento - La culla della città, 1964. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Piedicastello

Villa romana di Orfeo
Villa romana di Orfeo

La villa romana di Orfeo è un sito archeologico di Trento risalente al I secolo d.C. e facente parte della Tridentum romana. Si tratta di una ricca residenza romana originariamente situata al di fuori delle mura cittadine. Il sito è stato rinvenuto nel 1954 a seguito di scavi per la costruzione di un nuovo liceo e un museo che includeva la villa, che venne inizialmente inaugurato nel 1966. La conseguente alluvione del 4 novembre 1966 causò gravi danni che portarono alla chiusura fino al 1982. Acquisita dalla provincia nel 1998, la villa è stata quindi sottoposta ad ulteriori interventi di restauro ed è tornata visitabile a partire dal 21 giugno 2023. La villa è composta da diverse strutture, tra cui una parte residenziale e un'ampia area agricola. La zona residenziale è composta da numerosi vani, era dotata di un impianto termale e disponeva di un giardino. Di particolare interesse è la sala di rappresentanza, la quale conserva un mosaico di pregio raffigurante il dio Orfeo, da cui la villa prende il nome. L'area agricola è caratterizzata da ampi appezzamenti di terreno dedicati all'agricoltura e alla produzione di cibo. Sono state rinvenute anche diverse vasche e canali, che probabilmente venivano utilizzati per la coltivazione di pesci o come fonte d'acqua per l'irrigazione. All'interno della villa sono state scoperte anche numerose opere d'arte, come mosaici e affreschi, che mostrano scene mitologiche e scene di vita quotidiana. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa romana di Orfeo Sito ufficiale, su cultura.trentino.it.

Trentino-Alto Adige
Trentino-Alto Adige

Il Trentino-Alto Adige (AFI: /trenˈtino ˈalto ˈadiʤe/; Trentino-Südtirol in tedesco, Trentin-Südtirol in ladino) è una regione italiana a statuto speciale dell'Italia Nord-orientale di 1 082 635 abitanti, con capoluogo Trento. Il territorio della regione fu assegnato all'Italia nel 1919 in seguito al trattato di Saint Germain per la vittoria del Regno d'Italia (al fianco dell'Intesa) sull'Austria-Ungheria al termine della Prima guerra mondiale, compiendo così, secondo l'ideologia risorgimentale, l'unificazione d'Italia. A seguito all'entrata in vigore del nuovo statuto di autonomia nel 1972, la regione è stata ampiamente esautorata e gran parte delle competenze trasferite direttamente alla Provincia autonoma di Trento e alla Provincia autonoma di Bolzano. Questo assetto istituzionale è riconducibile alla diversa composizione linguistica della popolazione, quasi completamente di lingua italiana in Trentino e in maggioranza di lingua tedesca in Alto Adige con l'eccezione di cinque comuni (Bolzano, Bronzolo, Laives, Salorno e Vadena) dove la maggioranza linguistica è quella italiana, e otto comuni (La Valle, Badia, Corvara in Badia, Marebbe, San Martino in Badia, Santa Cristina Valgardena, Selva di Val Gardena, Ortisei) dove la maggioranza linguistica è quella ladina. Insieme al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia appartiene alla macroarea geografica del Triveneto, mentre insieme allo stato federato del Tirolo, fa parte di un'associazione di cooperazione transfrontaliera istituita nell'ambito dell'Unione europea, l'euroregione Tirolo-Alto Adige-Trentino, che accorpa i territori dell'antica contea del Tirolo.

Provincia autonoma di Trento
Provincia autonoma di Trento

La provincia autonoma di Trento (in dialetto trentino Provincia de Trent, in cimbro Sèlbstendig Provintz vo Tria, in mocheno Autonome Provinz va Trea't, in ladino Provinzia Autonoma de Trent, in tedesco Autonome Provinz Trient), comunemente nota come Trentino (in tedesco Welschtirol) è una provincia italiana del Trentino-Alto Adige di 545 183 abitanti, con capoluogo Trento, essa confina a nord con la provincia autonoma di Bolzano (Alto Adige), a est e a sud con le province venete di Belluno, Vicenza e Verona, e a ovest con le province lombarde di Brescia e Sondrio. Insieme allo stato federato austriaco del Tirolo e all'Alto Adige/Südtirol costituisce l'Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino: un progetto di collaborazione transfrontaliera ed Ente di diritto comunitario che interessa il territorio della regione storica del Tirolo. Come parte del Trentino-Alto Adige, insieme al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia, viene incluso nelle cosiddette Tre Venezie (o Triveneto), la cui denominazione, caldeggiata in particolare nel periodo successivo all'annessione del territorio all'Italia, traeva ispirazione dalla Regio X Venetia et Histria di età imperiale romana. La regione storico-geografica trentina fu già municipium romano, ducato longobardo e contea carolingia, quindi parte del principato vescovile di Trento in seno al Sacro Romano Impero (secoli XI-XIX), infine per circa un secolo (1815-1918) parte meridionale, linguisticamente romanza, del Tirolo, prima austriaco, poi austro-ungarico. Il territorio annesso al Regno d'Italia nel 1919, secondo quanto stabilito dal trattato di Saint-Germain-en-Laye stipulato in seguito al primo conflitto mondiale, andò a formare la regione denominata Venezia Tridentina. In Trentino si parla soprattutto l'italiano, ma è diffuso il dialetto trentino, parlato nei centri principali e nelle valli (dove si possono riscontrare varianti dalle differenze anche piuttosto marcate). Nel territorio sono presenti minoranze linguistiche germanofone (lingua mochena nella valle dei Mocheni e lingua cimbra nel comune di Luserna negli altipiani cimbri) e ladine (Val di Fassa) ufficialmente riconosciute. Al censimento linguistico del 2011 più di settemila abitanti della Val di Non e della Val di Sole si sono anch'essi dichiarati di lingua ladina, ma senza alcun riconoscimento giuridico.