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Trento

Estratto dall'articolo di Wikipedia Trento (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Trento
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38122 Trento, Bolghera
Trentino-Alto Adige, Italia
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Trentino-Alto Adige
Trentino-Alto Adige

Il Trentino-Alto Adige (AFI: /trenˈtino ˈalto ˈadiʤe/; Trentino-Südtirol in tedesco, Trentin-Südtirol in ladino) è una regione italiana a statuto speciale dell'Italia Nord-orientale di 1 082 635 abitanti, con capoluogo Trento. Il territorio della regione fu assegnato all'Italia nel 1919 in seguito al trattato di Saint Germain per la vittoria del Regno d'Italia (al fianco dell'Intesa) sull'Austria-Ungheria al termine della Prima guerra mondiale, compiendo così, secondo l'ideologia risorgimentale, l'unificazione d'Italia. A seguito all'entrata in vigore del nuovo statuto di autonomia nel 1972, la regione è stata ampiamente esautorata e gran parte delle competenze trasferite direttamente alla Provincia autonoma di Trento e alla Provincia autonoma di Bolzano. Questo assetto istituzionale è riconducibile alla diversa composizione linguistica della popolazione, quasi completamente di lingua italiana in Trentino e in maggioranza di lingua tedesca in Alto Adige con l'eccezione di cinque comuni (Bolzano, Bronzolo, Laives, Salorno e Vadena) dove la maggioranza linguistica è quella italiana, e otto comuni (La Valle, Badia, Corvara in Badia, Marebbe, San Martino in Badia, Santa Cristina Valgardena, Selva di Val Gardena, Ortisei) dove la maggioranza linguistica è quella ladina. Insieme al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia appartiene alla macroarea geografica del Triveneto, mentre insieme allo stato federato del Tirolo, fa parte di un'associazione di cooperazione transfrontaliera istituita nell'ambito dell'Unione europea, l'euroregione Tirolo-Alto Adige-Trentino, che accorpa i territori dell'antica contea del Tirolo.

Provincia autonoma di Trento
Provincia autonoma di Trento

La provincia autonoma di Trento (in dialetto trentino Provincia de Trent, in cimbro Sèlbstendig Provintz vo Tria, in mocheno Autonome Provinz va Trea't, in ladino Provinzia Autonoma de Trent, in tedesco Autonome Provinz Trient), comunemente nota come Trentino (in tedesco Welschtirol) è una provincia italiana del Trentino-Alto Adige di 545 183 abitanti, con capoluogo Trento, essa confina a nord con la provincia autonoma di Bolzano (Alto Adige), a est e a sud con le province venete di Belluno, Vicenza e Verona, e a ovest con le province lombarde di Brescia e Sondrio. Insieme allo stato federato austriaco del Tirolo e all'Alto Adige/Südtirol costituisce l'Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino: un progetto di collaborazione transfrontaliera ed Ente di diritto comunitario che interessa il territorio della regione storica del Tirolo. Come parte del Trentino-Alto Adige, insieme al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia, viene incluso nelle cosiddette Tre Venezie (o Triveneto), la cui denominazione, caldeggiata in particolare nel periodo successivo all'annessione del territorio all'Italia, traeva ispirazione dalla Regio X Venetia et Histria di età imperiale romana. La regione storico-geografica trentina fu già municipium romano, ducato longobardo e contea carolingia, quindi parte del principato vescovile di Trento in seno al Sacro Romano Impero (secoli XI-XIX), infine per circa un secolo (1815-1918) parte meridionale, linguisticamente romanza, del Tirolo, prima austriaco, poi austro-ungarico. Il territorio annesso al Regno d'Italia nel 1919, secondo quanto stabilito dal trattato di Saint-Germain-en-Laye stipulato in seguito al primo conflitto mondiale, andò a formare la regione denominata Venezia Tridentina. In Trentino si parla soprattutto l'italiano, ma è diffuso il dialetto trentino, parlato nei centri principali e nelle valli (dove si possono riscontrare varianti dalle differenze anche piuttosto marcate). Nel territorio sono presenti minoranze linguistiche germanofone (lingua mochena nella valle dei Mocheni e lingua cimbra nel comune di Luserna negli altipiani cimbri) e ladine (Val di Fassa) ufficialmente riconosciute. Al censimento linguistico del 2011 più di settemila abitanti della Val di Non e della Val di Sole si sono anch'essi dichiarati di lingua ladina, ma senza alcun riconoscimento giuridico.

Villa romana di Orfeo
Villa romana di Orfeo

La villa romana di Orfeo è un sito archeologico di Trento risalente al I secolo d.C. e facente parte della Tridentum romana. Si tratta di una ricca residenza romana originariamente situata al di fuori delle mura cittadine. Il sito è stato rinvenuto nel 1954 a seguito di scavi per la costruzione di un nuovo liceo e un museo che includeva la villa, che venne inizialmente inaugurato nel 1966. La conseguente alluvione del 4 novembre 1966 causò gravi danni che portarono alla chiusura fino al 1982. Acquisita dalla provincia nel 1998, la villa è stata quindi sottoposta ad ulteriori interventi di restauro ed è tornata visitabile a partire dal 21 giugno 2023. La villa è composta da diverse strutture, tra cui una parte residenziale e un'ampia area agricola. La zona residenziale è composta da numerosi vani, era dotata di un impianto termale e disponeva di un giardino. Di particolare interesse è la sala di rappresentanza, la quale conserva un mosaico di pregio raffigurante il dio Orfeo, da cui la villa prende il nome. L'area agricola è caratterizzata da ampi appezzamenti di terreno dedicati all'agricoltura e alla produzione di cibo. Sono state rinvenute anche diverse vasche e canali, che probabilmente venivano utilizzati per la coltivazione di pesci o come fonte d'acqua per l'irrigazione. All'interno della villa sono state scoperte anche numerose opere d'arte, come mosaici e affreschi, che mostrano scene mitologiche e scene di vita quotidiana. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa romana di Orfeo Sito ufficiale, su cultura.trentino.it.

Stadio Briamasco
Stadio Briamasco

Lo stadio Briamasco è la principale arena scoperta della città italiana di Trento. Inaugurato nel settembre 1922 con la denominazione di Stadium, ha presto mutuato il nome della località cittadina ove sorge. Ospita le gare interne delle maggiori società calcistiche cittadine maschile e femminile, ossia Trento e ACF Trento. Ha inoltre accolto transitoriamente altre squadre trentine (Mezzocorona e Dro) laddove i rispettivi impianti non erano adeguati alle categorie di militanza. La struttura è di proprietà dell'amministrazione comunale di Trento, che lo conduce tramite l'Azienda Speciale per la gestione degli Impianti Sportivi (ASIS). Nei primi anni 1920 un gruppo di facoltosi trentini (Antonio Cembran, Riccardo Mayer, Mario Pilati e Giuseppe Suster), giudicando indecoroso il fatto che la squadra calcistica cittadina dovesse giocare sul campo non permanente di piazza Venezia, caratterizzato da un fondo sconnesso e disagevole (i suddetti lo definirono “orrenda pietraia”), decisero di riunirsi in società per dotare la città di un vero campo sportivo regolamentare. Il barone Tito Ciani Bassetti mise a disposizione dei contraenti un terreno in zona Briamasco, tra il letto dell'Adige e il cimitero cittadino, affittandolo per 25 anni allo scopo di edificare l'arena; i lavori (su progetto stilato dal socio Pilati, che era ingegnere) partirono nel 1921 e il 3 settembre 1922, in concomitanza con l’adunata nazionale degli alpini, lo Stadium venne inaugurato con la disputa di un festival atletico. La struttura ebbe infatti fin da subito vocazione polisportiva: attorno al campo si sviluppava la pista di atletica leggera (all'epoca la seconda per dimensioni in Italia), mentre per ospitare il calcio si dovette praticare un ulteriore consolidamento del terreno erboso, che inizialmente ospitò manifestazioni ippiche. La prima partita di pallone si giocò il 24 settembre, con la Pro Trento che si impose per 4-1 sullo Schio. Per il pubblico venne edificata un'elegante tribuna lignea in stile liberty sul lato sud, mentre attorno al resto del perimetro venne elevato un terrapieno. La gestione privata dello stadio (che era frattanto divenuto comunemente noto come "Briamasco", in assenza di altre intitolazioni ufficiali) si trovò presto a corto di fondi: il contratto d'affitto stipulato nel 1925 con l'Unione Ginnastica Trento non risolse il problema, sicché nel settembre 1931 l'amministrazione comunale rilevò la proprietà per circa 240.000 lire. In questo frangente venne aggiunta anche una seconda tribuna sul lato nord. Nel 1951-1952 le tribune originarie vennero demolite e riedificate in cemento armato; frattanto lo stadio, eretto in una zona al tempo periferica, finì per essere inglobato dallo sviluppo urbano di Trento. Ciò, unito allo scarso livello della pratica calcistica cittadina dal secondo dopoguerra in poi, rese la struttura difficilmente ampliabile, nonché cronicamente carente ed obsoleta: la manutenzione si fece episodica e l'unico intervento di potenziamento consistette nella costruzione di un "curvino" sul lato est (cosiddetta "curva funivia", smantellata dopo pochi anni) e del prolungamento alla tribuna sud, ambedue in tubolari metallici. Si procedette altresì alla recinzione di un settore della tribuna nord (circa 400 posti) per le tifoserie ospiti. Al contempo la pista di atletica, ormai logora, venne rimossa e asfaltata, senza che però se ne trovasse una nuova destinazione d'uso. Ai primi del terzo millennio, complice la concomitante riqualificazione della zona circostante (includente l'apertura del MuSe all'interno del palazzo delle Albere), si ventilò la possibilità di demolire il Briamasco e costruire un nuovo stadio in zona Mattarello oppure accanto al PalaTrento, ma il tutto rimase a livello teorico. Nell'estate del 2014, a seguito del quarto fallimento del Trento Calcio, lo stadio venne rinvenuto in condizioni di grave degrado: le utenze elettriche erano state interrotte per morosità, i locali erano pieni di rifiuti e articoli d'ufficio inservibili, i muri scalcinati e invasi dalla muffa, gli arredi asportati o gravemente danneggiati; in aggiunta il manto erboso era stato invaso dai conigli, che avevano scavato buche, divorato l'erba e lasciato escrementi. L'infestazione venne combattuta con gabbie e reti fornite dal comune di Trento, mentre il rifondato club si occupò di rinnovare le panchine, sostituire l'impianto di diffusione sonora e ristrutturare i locali interni. Nel 2018 le due tribune principali dello stadio sono state intitolate rispettivamente a Giorgio Grigolli (presidente della provincia di Trento negli anni 1970) e Ito Del Favero (imprenditore e longevo presidente del Trento). Nel 2021, a seguito del ritorno del Trento in Serie C, il Briamasco è stato oggetto di un intervento finalizzato a farlo collimare nuovamente coi canoni strutturali del calcio professionistico. Le tribune sono state ripulite, migliorate nei servizi e dotate in buona parte di sedute individuali numerati, è stato potenziato l'impianto di illuminazione, si è proceduto a demolire la tribuna sud "provvisoria" in tubolari (riadattando la sezione "stabile" a settore ospiti), ad aggiungere due "curve" sempre in prefabbricato metallico sul lato ovest (per la tifoseria organizzata casalinga) e sul lato est, a riasfaltare l'ex pista di atletica per trasformarla in ciclodromo, a posare schermi led per le inserzioni pubblicitarie, a riallestire e risanare i locali tecnici. Durante i lavori (condotti con criteri d'urgenza dall'ASIS e dalla Protezione Civile trentina, per un costo netto superiore al milione di euro, coperti in massima parte dal municipio e integrati dall'amministrazione provinciale) si è altresì reso necessario trasferire momentaneamente il Trento su un campo neutro (lo stadio Lino Turina di Salò); la prima gara ufficiale professionistica giocata al Briamasco è stata quella contro la Giana Erminio del 19 settembre, vinta dai gialloblù per 1-0. Il campo da gioco è in erba e misura 105×65 metri; intorno ad esso fino al 2021 si sviluppava la pista di atletica a sei corsie, poi rimossa, asfaltata e trasformata in ciclodromo per una lunghezza di 400 m. Gli spalti (capaci, dopo i lavori del 2021, di circa 3000 posti) si dividono in quattro settori: tribuna sud "Ito Del Favero" (settore ospiti), tribuna nord "Giorgio Grigolli", curva est "Gunther Mair" (alla memoria dell'ex portiere del Trento tra gli anni 1980 e 1990, già "curva Funivia") e curva ovest. Il Briamasco ha accolto in due occasioni la nazionale italiana under 21: il 27 aprile 2004 si è giocata l'amichevole tra Italia e Svezia, finita col risultato di 4-0, con due reti di Gilardino ed una per Caracciolo e Sculli. il 7 settembre 2007 vi si è disputato l'incontro Italia-Isole Fær Øer, valevole per la qualificazione all'europeo Under 21 del 2009 e vinto per 2-1 dall'Italia, con reti di Russotto e di Cigarini. Fintanto che è stato provvisto di pista, il Briamasco ha accolto con regolarità competizioni locali, nazionali e internazionali di atletica leggera, quale il meeting femminile Donna Sprint. In speciali occasioni lo stadio ha ospitato concerti musicali, tra i più importanti quelli di Ray Charles nel 1981, Zucchero Fornaciari nel 1993, Carlos Santana nel 1996, B.B. King nel 2004 e Deep Purple nel 2006. AC Trento ACF Trento Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stadio Briamasco Stadio Briamasco - comune.trento.it Stadio Briamasco - actrento.com