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Via Garibaldi (Torino)

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Torino ViaGaribaldi
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Via Garibaldi è una via pedonale, tra le principali del centro storico di Torino, che collega piazza Castello con piazza Statuto e rappresenta una delle più antiche vie cittadine, nonché uno degli assi principali della Iulia Augusta Taurinorum, sino a via della Consolata. Sotto Vittorio Amedeo II venne prolungata all'attuale corso Valdocco e nell'Ottocento venne infine collegata a piazza Statuto mediante l'ultimo tratto provvisto di edifici con portici. Da sempre via principale della città, per la sua lunghezza, fino al 1882 era nota ai torinesi come Contrà Dòira Gròssa (in italiano "Contrada di Dora Grossa"). Circondata da palazzi del Settecento, è considerata, con i suoi 963 metri di sviluppo e nota come "decumanus maximus", la seconda via europea pedonale più lunga, dopo rue Sainte-Catherine a Bordeaux. La via fa da "spartiacque" ideale tra le vie che la attraversano, per cui vie sullo stesso asse hanno nomi diversi nel tratto lato nord rispetto a quello lato sud e le rispettive numerazioni civiche iniziano dall'intersezione con via Garibaldi.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Via Garibaldi (Torino) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Via Garibaldi (Torino)
Via Giuseppe Garibaldi, Torino Circoscrizione 1

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.072047 ° E 7.682624 °
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Indirizzo

Via Giuseppe Garibaldi 9 bis/F
10122 Torino, Circoscrizione 1
Piemonte, Italia
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Luoghi vicini

Palazzo Bellia
Palazzo Bellia

Palazzo Bellia è un caratteristico edificio storico del Centro di Torino, prossimo a Piazza Castello. Rappresenta l'emblema di una prima sperimentazione che, da un'impostazione ancora evidentemente eclettica, lascia trasparire primi stilemi Liberty e, insieme ad opere successive (Villa Scott, Casa Fenoglio-La Fleur, Villino Raby), rappresenta uno dei massimi esempi torinesi di questo periodo. L'area urbana su cui sorge l'edificio fu inserita nel piano regolatore che, tra il 1885 e il 1915, nel contesto di riqualificazione dell'"Isolato San Lazzaro", portò a demolire parte della vecchia e malsana "Contrada delle Quattro Pietre", tradizionalmente correlata al degrado delle aree intorno a via Barbaroux. L'edificio fu terminato nel 1898, dopo sei anni di lavori e prese il nome dall'impresa edile Bellia che lo realizzò. Realizzato su progetto di Carlo Ceppi a seguito dello sventramento di fine Ottocento, il "Palazzo Bellia" sorse in asse con la nuova «via Diagonale», che in seguito venne rinominata via Pietro Micca. Tecnicamente all'avanguardia, fu il primo edificio civile torinese ad applicare il Systéme Hennebique per l'utilizzo del calcestruzzo armato per i solai realizzati a cura dell'impresa di G. A. Porcheddu e, stilisticamente, anticipò i temi fitomorfi e le sinuosità dello stile liberty che stava nascendo in Europa, ma che si affermò pienamente a Torino soltanto un lustro più tardi. L'edificio presenta un largo uso di decorazioni in litocemento e si inserisce armonicamente nel contesto urbano della nuova arteria centrale di via Pietro Micca, garantendo anch'esso la continuità dei portici analogamente agli edifici attigui. L'ampio portico sottostante presenta archi trilobati sostenuti da colonne con capitelli antropomorfi. Il piano stradale ospita locali commerciali sormontati dal mezzanino e il prospetto principale affacciato su via Pietro Micca presenta decori floreali, finestre ad arco e bow-windows inseriti in quattro slanciate torrette, due di cui angolari, dettaglio che ne fa uno degli edifici più caratteristici di via Pietro Micca. Il soffitto ligneo del portico presenta una fitta decorazione fitomorfa che contrasta con la pavimentazione di piastrelle quadrangolari in litocemento decorato e con il rivestimento in pietra bianca e nera dei passi carrabili. G.A. Porcheddu, Elenco dei lavori eseguiti in calcestruzzo armato, sistema Hennebique, dal 1895 a tutto il 1909, Torino, Società Porcheddu ing. G.A., 1909, ISBN non esistente. Vera Comoli Mandracci, collana Le città nella storia d'Italia, Laterza, Roma-Bari, 1983, ISBN non esistente. Paolo Scarzella (a cura di), Torino nell'Ottocento e nel Novecento. Ampliamenti e trasformazioni entro la cerchia dei corsi napoleonici, Celid, Torino, 1995, ISBN non esistente. Ville e palazzi di Torino Liberty Liberty a Torino Palazzo Priotti Casa Fenoglio-Lafleur Villa Scott Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Bellia

Chiesa di San Tommaso (Torino)
Chiesa di San Tommaso (Torino)

La chiesa di San Tommaso apostolo è un luogo di culto cattolico di Torino, situato nel cuore del suo centro storico, all'incrocio tra Via Pietro Micca, Via San Tommaso e Via Monte di Pietà. La chiesa è uno degli edifici di culto più antichi della città. Eretta probabilmente nell'XI secolo, viene menzionata per la prima volta in documenti del 1115, e nel 1351 il rettore era Pietro Della Rovere. Attorniata da tre piccoli cimiteri, si trovava tra quelle che erano al tempo la 'via dei due boui' e la 'via della barra di ferro'. Crollò e venne ricostruita una prima volta nel 1447, poi a partire dal 1584, poiché da quasi cent'anni risultava inagibile. I Frati Minori Osservanti, che avevano perso la parrocchia di Santa Maria degli Angeli nel 1536 e si erano sistemati a San Tommaso nel 1542, rilevarono la cura della parrocchia nel 1575. Il 9 Luglio 1545 papa Papa Paolo III aveva emesso una bolla che definiva la convenzione tra i Frati ed il canonico Buschetti. I Frati presero ufficialmente possesso della parrocchia il 18 Agosto 1576. Nel 1584 avviarono la ricostruzione del nuovo edificio e la prima pietra fu posato il 19 giugno da Carlo Emanuele I di Savoia. L'edificio venne consacrato l'8 maggio 1621, ma nel 1698 fu danneggiato da uno scoppio in una vicina polveriera. Nel 1703 il cantiere fu affidato ad Agostino Rama, che iniziò la costruzione della cupola, rivestita in piombo nel 1831. Il convento fu soppresso nel 1801 dal governo napoleonico e poi dopo il ritorno dei Savoia, restaurato ed ingrandito fino ad occupare un intero isolato ed ospitare circa cento frati. Il convento fu poi soppresso definitivamente con la Legge Rattazzi Alla fine dell'Ottocento, dovendo costruire la nuova diagonale di Via Pietro Micca, il comune di Torino decretò la soppressione della chiesa e la sua distruzione, poiché situata al centro del tracciato della strada. L'edificio si salvò per volere dell'architetto Carlo Ceppi, che stava progettando il tracciato della nuova arteria: nel 1895 la navata venne demolita e, su modello della Basilica di Santa Maria della Salute di Venezia, costruito il nuovo avancorpo. La pianta passò così da croce latina a croce greca, e sulla nuova facciata ricurva furono collocate le statue di San Francesco e Sant'Antonio, rimosse dalla facciata precedente. I lavori terminarono nel 1897. Dell'antica chiesa, dopo la ricostruzione, rimangono l'abside, il transetto, il campanile e l'altare. Chiesa molto amata dai torinesi, venne visitata assiduamente dai grandi santi sociali di Torino, come San Giuseppe Benedetto Cottolengo e San Giuseppe Cafasso. Parrocchiani furono i servi di Dio fra Leopoldo Musso e Angela Catterina Lucia Bocchino e Paolo Pio Perazzo, le cui spoglie riposano nella chiesa. Nel 2013 la parrocchia fu soppressa e la chiesa annessa al Duomo di Torino. L'avancorpo della chiesa, costruito nel 1895 su progetto dell'architetto torinese Carlo Ceppi in sostituzione della demolita navata, è semicircolare con deambulatorio. All'esterno, è caratterizzato, nella parte inferiore, dal portale, situato al centro, con ricca cornice e frontone in marmo e, in quella superiore, da tre finestre ellittiche intervallate da volute sormontate da guglie barocche. La cupola, posta immediatamente oltre l'avancorpo, possiede sia il tamburo, con finestre circolari, sia la lanterna, sormontata da una croce in ferro. Alla sua destra, il campanile. L'interno della chiesa, interamente affrescato, è costituito dalla crociera coperta dalla cupola, intorno alla quale vi sono i due bracci del transetto, ognuno costituito da una campata a pianta quadrata coperta con volta a botte lunettata, dall'abside semicircolare e dall'avancorpo, anch'esso semicircolare, intorno al quale corre il deambulatorio. Le cappelle ai lati dell'altar maggiore sono opera dell'architetto messinese Francesco Martinez, pronipote di Filippo Juvarra. L'altare maggiore fu rinnovato nel 1838 utilizzando i marmi del precedente altare seicentesco. Il pulpito fu realizzato in legno di noce dall'ebanista Carlo Maria Ugliengo nel 1724. Sulla cantoria in controfacciata, si trova l'organo a canne, costruito nel 1889 da Carlo Vegezzi-Bossi riutilizzando la cassa e parte del materiale fonico del precedente organo Serassi. Lo strumento, racchiuso entro una cassa sobriamente decorata con dorature, con mostra composta da 33 canne di principale disposte in cuspide unica, possiede due consolle, entrambe con due tastiere di 58 note ciascuna e pedaliera di 30 note: una in cantoria, a trasmissione pneumatica, con pedaliera dritta; una nei pressi del presbiterio, a trasmissione elettrica, con pedaliera concava. Ferrero Giuseppe, Sotto il campanile di san Tommaso Apostolo in Torino, 2000, Torino. Arcidiocesi di Torino San Tommaso apostolo Barocco piemontese Via Pietro Micca Edifici di culto in Torino Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Tommaso Scheda della chiesa sul sito visitatorino.com, su visitatorino.com. URL consultato il 15 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2012). L'organo a canne (PDF), su vegezzi-bossi.com. URL consultato il 15 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).