place

Selvanesco

Cascine di MilanoComuni della Lombardia soppressiPagine con mappeQuartieri di Milano
Location map Italy Milan
Location map Italy Milan

Selvanesco (Selvanesch in dialetto milanese) è una località rurale, appartenente al Municipio 5 di Milano. La località prende il nome dall'omonima cascina, che sorge lungo la Via Selvanesco. Fu parte delle vicende meneghine fin dal 1400: Venne infatti infeudata a Balzarino Pusterla, affine dei Visconti, e, alla sua morte nel 1408, i beni vennero concessi a Anglesia Visconti, in difficoltà economica, finché nel 1412 Filippo Maria Visconti pretese la restituzione ai monaci della Certosa di Pavia, a cui Balzarino voleva destinarli in origine. È stato comune autonomo fino al 1757, anno in cui, con la promulgazione dell’editto teresiano relativo alla divisione territoriale della Lombardia, al comune di Quintosole veniva aggregato quello di Salvanesco. Da allora, ne ha seguito le sorti, fino a diventare parte del comune di Milano. All'interno di Selvanesco, oltre all'omonima cascina (la più grande, che ha dato il nome al quartiere), si trovano altre cascine: Cascina Brandezzata, Cascina Gaggioli, Cascina Giugno e Le Cassinette. L'unica area urbanizzata che ricade nel territorio storico di Selvanesco è l'area compresa tra Via Giuseppe Ripamonti e Via Virgilio Ferrari. La località di Selvanesco è lambita a est dalla Via Ripamonti e dalla Via Ferrari, che costituiscono la parte iniziale della SP ex SS 412 della Val Tidone che collega Milano al confine pavese, presso Landriano (ufficialmente la denominazione di strada provinciale comincia presso il confine con il comune di Opera). Data la natura rurale e la bassa urbanizzazione dell'area, Selvanesco non è servito da linee metropolitane o ferroviarie. Alcune linee di autobus, gestite da ATM, collegano Selvanesco ai quartieri e ai comuni limitrofi. Inoltre, lungo la Via Ripamonti, lungo cui corre il confine tra Selvanesco e il Vigentino, transita una linea di tram che collega al centro di Milano. Quintosole

Estratto dall'articolo di Wikipedia Selvanesco (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Selvanesco
Via Selvanesco, Milano Municipio 5

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: SelvanescoContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.41929 ° E 9.194906 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Via Selvanesco
20141 Milano, Municipio 5
Lombardia, Italia
mapAprire su Google Maps

Location map Italy Milan
Location map Italy Milan
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Municipio 5 di Milano
Municipio 5 di Milano

Il municipio 5 (Porta Ticinese, Porta Lodovica, Vigentino, Chiaravalle, Gratosoglio) è una delle nove circoscrizioni comunali di Milano. La sede del Consiglio si trova in viale Tibaldi, 41. Il municipio 5 si estende verso sud dal centro cittadino. È un'area mista, composta da quartieri di differente estrazione sociale e cultura, comprendendo zone storicamente centrali e nuove aree periferiche. La circoscrizione è composta da numerosi Corpi Santi di Milano e da alcuni quartieri storici della vecchia milano come il "Burg dè furmagiatt" situato nella zona di corso San Gottardo. All'interno del municipio vi sono alcuni monumenti dal valore storico architettonico protetti da vincolo, come ad esempio Porta Ticinese ed uno dei primi esempi di architettura gotica in Italia, l'abbazia di Chiaravalle. La torre nolare dell'abbazia, detta "Ciribiciaccola" nel dialetto milanese, soggetto anche di un'antica filastrocca meneghina, è il simbolo del municipio ed è presente nell'emblema ufficiale dell'Istituzione. Sul territorio del municipio 5 insistono numerosi parchi ed aree verdi, uno fra tutti il parco agricolo Sud Milano, che è un parco regionale ed è il parco periurbano più grande d'Europa. L'intera area di 46300 ha è sottoposta a vincolo ambientale. Il municipio 5 comprende i seguenti quartieri: Porta Vigentina-Porta Lodovica, Scalo Romana, Chiaravalle, Morivione, Vigentino, Fatima, Quintosole, Ronchetto delle Rane, Gratosoglio, Missaglia-Terrazze, Quartiere Stadera, Quartiere Chiesa Rossa-Torretta, Conca Fallata, Tibaldi, Parco delle Abbazie, Parco dei Navigli e Cantalupa. Secondo il Comune di Milano, gli stranieri residenti nel municipio 5 sono 21.490, il 17,41% del totale. Il Consiglio è composto da 30 consiglieri eletti a suffragio diretto dai cittadini residenti aventi diritto al voto, contestualmente al consiglio comunale ed è retto da un Presidente di Municipio eletto con la medesima "legge dei Sindaci". La maggioranza, dal 5 ottobre 2021 è di centrosinistra. Il Presidente di Municipio è Natale Carapellese. Sono finalizzati all'aggregazione, alla partecipazione sociale e allo svolgimento di attività ricreative, culturali, formative e sportive accessibili a tutte le fasce di età. Offrono ai cittadini la possibilità di vivere con maggior fiducia il proprio territorio, organizzando iniziative che stimolino a uscire dalla propria abitazione e anche dalla propria solitudine personale. C.A.M. "Verro" C.A.M. "Gratosoglio" C.A.M. "Stadera" C.A.M. "Tibaldi" C.A.M. "Boifava" C.A.G. "Lo Scrigno" Abbazia di Chiaravalle Università commerciale Luigi Bocconi Parco Alessandrina Ravizza Parco agricolo del Ticinello Parco ex OM Parco della Resistenza (ex Parco Baravalle) Giardino delle vie Aicardo, Boeri, Giovanni da Cermenate e piazza Caduti del Lavoro Parco agricolo Sud Milano Stazioni della metropolitana di Milano: Abbiategrasso Lodi T.I.B.B., Porta Romana Rfi Porta Romana [S] Tibaldi [S] Giuseppe Deiana, Là dove c'erano le fabbriche. La zona 5 di Milano, Milano, Edizioni Unicopli, 2015. Pieve di San Donato Milanese Abbazia di Chiaravalle Quartieri di Milano Vecchia suddivisione delle zone di Milano Municipi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Municipio 5 di Milano Sito del Consiglio del municipio 5, su web.comune.milano.it. URL consultato il 30 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2019).

Chiesa della Madonna di Fatima (Milano)

La chiesa della Madonna di Fatima è un luogo di culto cattolico di Vigentino, quartiere di Milano, in città metropolitana ed arcidiocesi di Milano; fa parte del decanato di Vigentino. In Vigentino, che era stato fino all'aggregazione del 1923 un tranquillo comune della cintura, a prevalente vocazione agricola, si erano insediate negli anni, grazie anche alla presenza della ferrovia e dello Scalo Romana, varie attività industriali e artigiane. Arrivò poi la guerra, e quando finì circa il 25% del patrimonio edilizio della città era distrutto o gravemente danneggiato. La ricostruzione postbellica e l'incremento di popolazione che ne seguì (nel 1961 la città, che contava nel 1934 1,11 milioni di abitanti, arrivò a 1,58 milioni) provocarono anche a Milano una urbanizzazione intensiva e disordinata, particolarmente intensa nel quadrante sud-est della città. Quando la chiesa dell'Assunta, che era stata il polo religioso storico del paese originario e poi del quartiere, venne giudicata insufficiente a gestire le esigenze dell'aumentata popolazione, fu costruita tra il 1955 e il '58, al servizio del nuovo quartiere di nord-ovest, la chiesa di Santa Maria Liberatrice. Ma siccome si continuava a costruire verso sud (25.000 nuovi residenti previsti entro il 1963), e permanevano comunque nella zona cascine ancora attive e nuclei abitativi dispersi, l'amministrazione ecclesiastica stimò opportuno avviare la costruzione di una ulteriore nuova parrocchia. Fu così individuata l'area da edificare, nel nuovo quartiere Fatima in costruzione verso la fine di via Ripamonti oltre la chiesa dell'Assunta, al confine del Parco Agricolo Sud, e il 1º aprile 1961 fu posta la prima pietra della nuova chiesa intitolata alla Madonna di Fatima, consacrata dal cardinale arcivescovo Montini il 7 ottobre 1962. La chiesa e le sue pertinenze sono un raro esempio di edilizia ecclesiastica programmata insieme all'urbanizzazione del quartiere, e anzi realizzata addirittura prima degli immobili residenziali. Il progetto iniziale era assai ampio e prevedeva, su un'area molto più vasta dell'attuale, oltre alla chiesa con i suoi uffici e annessi, un oratorio con campi gioco, salone cinema/teatro, palestra, piscina, una scuola e una casa di riposo per gli anziani. Radicalmente ridimensionato per problemi economici è attualmente ridotto alla sola chiesa con i principali ambienti di servizio. Come S. Maria Liberatrice, anche la chiesa dell'Assunta fu realizzata nell'ambito del piano urbanistico ideato dall'architetto Ezio Cerutti, tecnico progettista l'ingegnere Enrico Lenti. La disponibilità di spazio consentì la costruzione secondo il tradizionale orientamento equinoziale. Struttura in cemento armato su 12 pilastri a rappresentare i 12 apostoli, murature in mattone e pietra, superfici in cotto a vista. La chiesa non ha campanile, e il suono delle campane è elettronico, diffuso da altoparlanti sul tetto. La facciata preceduta da un portico è completamente vetrata e rende molto luminoso l'interno a navata unica, che per le caratteristiche costruttive e i materiali impiegati risulta anche particolarmente efficace per la sua acustica architettonica. Sulla cuspide in facciata si erge una scultura di Angelo Biancini che rappresenta la Madonna di Fatima con due angeli ai lati. Il battistero è esterno, come nelle chiese primitive. La parete absidale è interamente occupata da un grande mosaico di Augusto Ranocchi che ha come tema centrale il Crocifisso e la Madonna alla sua destra Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa della Madonna di Fatima in Vigentino Storia della parrocchia Madonna di Fatima

Parco agricolo del Ticinello
Parco agricolo del Ticinello

Il parco agricolo del Ticinello è un parco della città di Milano, situato a est di via dei Missaglia e della fascia urbanizzata che lo accompagna da piazzale Abbiategrasso, di fronte al quartiere milanese del Gratosoglio. Il nome gli deriva dal Cavo Ticinello che, dopo un lungo percorso tombinato, riemerge e ne attraversa a cielo aperto il territorio. Il cuore del parco è la Cascina Campazzo, con i suoi seminativi a cereali, i prati perenni e l'allevamento con centotrenta bovine da latte. Il comune di Milano inserisce il parco del Ticinello nelle previsioni urbanistiche nel 1982 definendone l'area e le funzioni, recependo le indicazioni di un comitato di cittadini e associazioni che se ne era fatto promotore. Il punto di forza del progetto è la coesistenza delle attività agricole dell'azienda insediata nella cascina con le strutture, e la relativa fruizione, di un esteso parco urbano. Nei quasi trent'anni passati, nonostante il parco esista oramai di fatto, l'iniziativa non è stata mai completamente perfezionata a causa della mancata definizione della proprietà delle aree interessate, in parte ancora in mano a privati. Nel 2010 la situazione, dopo vertenze e azioni di sfratto nei confronti dei conduttori della cascina, la situazione ripropone in sostanza quella degli anni precedenti, con il comune proprietario di circa la metà dei terreni, in possesso di tutti gli strumenti urbanistici necessari, ma impegnato in una defatigante trattativa privata con l'immobiliare proprietaria delle altre porzioni. Il progetto per l'intero parco prevede, come in ogni situazione consimile, l'esproprio di tutta l'area e la sua proprietà pubblica. La seconda struttura storica presente nel parco, la cascina Campazzino, è abbandonata e in rovina: se ne è parlato come di un possibile centro di ricovero per i rom variamente accampati alla periferia meridionale della città, ma il progetto è stato accantonato. Con i suoi 880.000 metri quadrati, il parco è il quarto per estensione a Milano, dopo il Forlanini, quello delle Cave e Parco Lambro. Nella suddivisione per attività il 30% della sua superficie è riservata alla parte urbana, mentre il 70% è dedicato alle colture, anche con funzione didattica, e non è previsto nessun tipo di recinzione. Gli accessi sono localizzati in via Dudovich e in via Selvanesco, lato sud, Cascina Campazzo e Cascina Campazzino. La progettazione del parco, curata dagli Uffici tecnici comunali, ha dedicato la massima cura per la realizzazione di strutture semplici che non alterassero il paesaggio agricolo come ci è stato tramandato: sono state individuate aree di sosta, due aree boscate, un'area di riconoscimento alberi, il percorso principale del parco lungo il corso del Ticinello e un'area orti. In particolare saranno realizzate diverse aree picnic con tavoli e panche in prati alberati, un'area ritrovo con due porticati attrezzati per feste nei pressi della Cascina Campazzino, alcune aree riposo nei prati attrezzate con panchine, un'area a frutteto con tavoli nei pressi di numerosi alberi da frutto e un'area riconoscimento alberi dove verrà messo a dimora un esemplare di ciascun albero e arbusto con cartellini di riconoscimento. A parte questo "catalogo vivente", nella piantumazione non ci si discosterà dalle specie originarie tipiche delle aree umide della pianura Padana, con querce e carpini, pioppeti e saliceti. Verranno realizzate anche strutture ad hoc per l'osservazione della fauna. Lungo l'intero corso del Ticinello sarà realizzata una pavimentazione in listoni di legno e tutto il percorso sarà accompagnato da alberi e arbusti autoctoni, tra le specie arboree segnaliamo: querce, carpini, frassini, aceri, tigli, salici, ontani e pioppi. È prevista anche la realizzazione di ottanta orti, al limite dell'ampio parcheggio, con spazi comuni attrezzati di bagni e lavandini; sotto i porticati, disponibili barbecue e tavoli al riparo dei pergolati. È un vecchio proverbio milanese (traduzione: per sant'Antonio un'ora buona) che sta a indicare come il 17 di gennaio le giornate si siano allungate di un'ora al tramonto e nel calendario contadino la giornata veniva solennizzata con un grande falò di stoppie e sarmenti e festa sull'aia: è una tradizione che si rinnovava annualmente a Cascina Campazzo, ma non nel 2011: assieme allo sfratto è scattato il divieto per manifestazioni pubbliche all'interno della proprietà. Continuano invece, fitte, le visite di scolaresche e di curiosi, a gruppi o isolati, sorpresi dalla realtà che scoprono nella corte del Campazzo. I cortesi proprietari accolgono tutti e mostrano l'Oratorio del XVII-XVIII o il restaurato forno ellittico a legna settecentesco, in funzione quotidiana, le stalle, i fienili e la sala di mungitura. Da questa, ogni giorno dalle 7 alle 21.30, un po' di latte passa ad un distributore automatico, fresco e naturale, da consumarsi crudo. Comune di Milano - Arredo, Decoro Urbano e Verde - Settore Tecnico Arredo Urbano e Verde, 50+ parchi giardini, Comune di Milano / Paysage. ed. 2010/2011 AA. VV., Cascine a Milano, a cura dell'Ufficio editoriale del Comune di Milano, 1987 Cavo Ticinello Parchi di Milano Naviglio Grande Idrografia di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su parco agricolo del Ticinello Sito ufficiale, su parcoticinello.it, Parco agricolo del Ticinello. URL consultato il 16 febbraio 2022. Parco Agricolo del Ticinello, su comune.milano.it, comune di Milano. URL consultato il 13 gennaio 2011.

Chiesa di Santa Maria Assunta al Vigentino
Chiesa di Santa Maria Assunta al Vigentino

La chiesa di Santa Maria Assunta al Vigentino è una chiesa di Milano situata nei pressi di via Giuseppe Ripamonti nel quartiere del Vigentino, nella zona sud della città, lungo l'antica via Vigentina. La sua storia è legata in una prima fase ai quartieri suburbani nati dall'esodo forzato dei Milanesi dopo la distruzione della città ad opera del Barbarossa nel 1162. Nel Quattrocento faceva parte di un importante complesso monacale, il Castellazzo, dell'ordine dei Gerolimini. Ricostruita tra XV e XVII secolo, contiene la Cappella del Rosario, con interessanti opere del Cerano e della sua bottega, oltre a un ciclo pittorico nel presbiterio che può ricondursi all'influenza di Ambrogio Figino. Gli altari laterali e le decorazioni in stucco dell'interno risalgono al XVII secolo, mentre l'altare maggiore e la decorazione pittorica del battistero furono realizzati nel secolo successivo. È stata oggetto di un importante restauro terminato nel 2016. La data di costruzione della chiesa originaria non è nota con esattezza anche se alcuni elementi hanno fatto supporre un primo insediamento in epoca carolingia. All'epoca la zona era prettamente rurale (si trova circa 4 km a sud di Piazza del Duomo, ben fuori dalle cinte murarie milanesi); faceva parte però di una cintura che già nella Milano tardoantica conteneva necropoli pagane e cimiteri cristiani, oltre ad alcune grandi basiliche extraurbane che spesso si trovavano accanto alle grandi vie di collegamento di Milano con le grandi città imperiali. Santa Maria assunta è a poche decine di metri dalla strada verso Pavia. Spesso gli edifici di culto di questi aggregati extraurbani contenevano reliquie che costituivano anche motivo di "attrazione" per i cimiteri: era infatti diffusa la volontà di essere sepolti in prossimità di un sito contenente reliquie di santi o martiri. Probabilmente da questa circostanza deriva la dizione di Corpi santi, che ha definito queste zone sino alla loro incorporazione nel comune di Milano nel 1808. All'epoca della distruzione di Milano ad opera del Barbarossa, la popolazione fu costretta a lasciare la città e ad insediarsi fuori dalle mura: i borghi della cintura extraurbana, tra i quali il Vigentino, conobbero dunque una improvvisa esplosione demografica che, pur se rapidamente riassorbita negli anni successivi, lasciò molte tracce. Tra queste spicca il Castellazzo, un palazzo/fortezza eretto a difesa della zona. Al secolo successivo risale la prima citazione, nel Liber Notitiæ Sanctorum Mediolani, dell'esistenza della chiesa di Santa Maria. Il palazzo del Castellazzo (del quale non rimane oggi alcuna traccia) fu donato nel 1401 da duca Gian Galeazzo Visconti alla congregazione di San Gerolamo o dei Girolimini che diede vita ad un complesso monastico importante e ricco grazie ai possedimenti fondiari circostanti. La chiesa di Santa Maria Assunta faceva parte del complesso, come edificio esterno al monastero vero e proprio ed aperto al culto per gli abitanti del borgo e del contado circostante. Un documento del 1562 rileva lo stato di degrado della chiesa e ne propone il restauro in modo da poterla nuovamente utilizzare per la messa. La pianta allegata alle relazioni di visita di fine 500 effettuate nell'ambito della campagna di ricognizione promossa da San Carlo Borromeo mostra un edificio più piccolo dell'attuale e poveramente arredato. I lavori di ricostruzione iniziano nel 1597 e seguono i canoni (Instructiones) fissati dal Borromeo nel 1577. Purtroppo la documentazione dei lavori è andata perduta, ma essi erano certamente terminati nel 1621. Il presbiterio è decorato da tre grandi tele con gli episodi finali della Vita Virginis: la Dormitio, la Assunzione e l'Incoronazione. Le tele sono datate 1606 e furono commissionate dall'allora parroco don Bernardo Borroni, che vi è ritratto. Le tele opere di Girolamo Ciocca risentono dei modelli di Ambrogio Figino, esponente del michelangiolismo allora molto diffuso nella pittura lombarda. L'opera più rilevante nella chiesa è la Cappella del Rosario, oggetto di un accurato recente restauro, non datata ma che può farsi risalire al periodo 1619-21. Essa contiene una grande macchina d'altare in legno dorato con statue di angeli e profeti, che segue modalità della tradizione quattrocentesca lombarda. Il paliotto nella parte inferiore è un rifacimento ottocentesco, e la statua della Madonna nella nicchia centrale è un'opera moderna che ha sostituito una antica “Madonna vestita” andata perduta. Le due belle tavole a fianco della statua rappresentano San Carlo Borromeo e San Domenico, che porta in mano il modello della chiesa. Sopra la statua una Colomba dello Spirito Santo è sormontata da un timpano con l'immagine di Dio Padre. Sopra questa il fregio con il Nomen Mariae è affiancato dalle immagini di Santa Maria Maddalena e Santa Marta. Alla sommità una cornice di legno dorato contiene l'Affresco della Pietà, risalente probabilmente alla chiesa cinquecentesca e recuperato nella ristrutturazione. Le pareti della cappella e la volta sono decorate da pregevoli dipinti su tavola, di forma ottagonale, che rappresentano i quindici Misteri del Rosario ("misteri gaudiosi", "misteri dolorosi" e "misteri gloriosi"). Da notare nell'episodio della flagellazione la presenza di un carnefice in costume ottomano affiancato da un altro aguzzino in vesti che suggeriscono un'origine protestante. Altri dettagli testimoniano una grande attenzione a questioni teologiche di attualità. La ricca decorazione della cappella è completata, sui fianchi e nella volta dell'arco di ingresso, da busti di santi affrescati. L'attribuzione dei singoli elementi non è possibile con sicurezza, ma certamente si tratta di opere eseguite dal Cerano e dalla sua bottega. La chiesa è stata scelta come location del film Papà dice messa. Andrea Spiriti, Laura Facchin, Santa Maria Assunta al Vigentino, Milano, SilvanaEditoriale, 2012, ISBN 978-88-366-23853. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa dell'Assunta

Chiesa di Santa Maria Liberatrice (Milano)

La Chiesa di Santa Maria Liberatrice è un edificio sacro di Milano. In occasione del Natale 1943, all'indomani della caduta del fascismo, l'allora arcivescovo di Milano Ildefonso Schuster aveva formulato il voto di intitolare a Maria una delle nuove chiese parrocchiali da costruire in città a guerra finita. La resa dei tedeschi e dei repubblichini dopo la ferocia degli anni di guerra e le minacce di distruzione finale di Milano fu attribuita all'intercessione della Madonna dall'Arcivescovo, il quale l'anno seguente proclamò la domenica successiva al 25 aprile festa liturgica di Santa Maria Liberatrice. Con il dopoguerra l'area sud della città conobbe un forte sviluppo edilizio, e la zona Vigentino-Morivione rimaneva servita dall'unica antica piccola chiesa dell'Assunta. Qui appunto si costituì un'associazione devozionale intitolata a Santa Maria Liberatrice, che nel 1952 si propose ufficialmente la costruzione di una nuova chiesa dedicata. Nel 1956 il nuovo arcivescovo Giovanni Battista Montini, poi Papa Paolo VI, pose la prima pietra, e due anni dopo, il 26 ottobre 1958, la chiesa venne consacrata. L'edificio fu progettato dall'architetto Ezio Cerutti. L'esterno è caratterizzato da una struttura porticata che vela l'intera facciata in una sorta di griglia ad ampi riquadri. Le sezioni sono parte in mattoni facciavista a nido d'ape, e parte decorate a mosaico, opera del pittore Carlo Varese. Nei mosaici è rappresentata centralmente la Madonna in trono col bambino, ai lati le pene del popolo ferito dalla guerra, al primo livello il cardinale che dedica la chiesa insieme al comitato promotore e al popolo con il Duomo sullo sfondo, e sulla destra il popolo benedetto dalla pace. L'interno è a pianta centrale esagonale e unica navata, struttura di pilastri in cemento armato, copertura a volta costituita da vele che si raccordano sotto il tiburio. Le pareti sono in mattoni a vista. Data la pianta non esiste abside propriamente detta, l'altare e il presbiterio sono però collocati su una leggera sopraelevazione. La parete absidale è interamente occupata, nella parte superiore, da un affresco realizzato dal pittore Ferdinando Monzio Compagnoni. Vi sono rappresentati, da sinistra: le devastazioni della guerra e un angelo con la spada che scaccia il nemico terrorizzato, il popolo benedicente al seguito di Pio XII e del cardinale Schuster, il Cristo trionfante in trono, la Madonna benedicente nel gesto di protezione, e per finire santi e beati milanesi, angeli con le ali colorate e il profilo della basilica di Sant'Ambrogio (a riscontro dell'evocazione del Duomo in facciata). Chiese di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria Liberatrice

Piazza Abbiategrasso
Piazza Abbiategrasso

Piazza Abbiategrasso è una stazione della linea M2 della metropolitana di Milano. La stazione venne attivata il 17 marzo 2005 come capolinea del prolungamento proveniente da Famagosta. Costituì l'unico capolinea meridionale fino al 2011, quando venne attivata la diramazione per Assago Milanofiori Forum. Secondo i progetti stilati negli anni '90 la stazione avrebbe dovuto essere costruita al di sotto di via Montegani, orientata da nord a sud, e con il nome di Chiesa Rossa; ad essa sarebbero seguite altre due stazioni: Missaglia e Gratosoglio, quest'ultima posta presso l'omonimo capolinea tranviario. La posizione dell'impianto di Famagosta, parallelo a via Montegani, e la garanzia del servizio da parte della rete tranviaria portarono al ridimensionamento del progetto, con la costruzione di Piazza Abbiategrasso secondo il modello attuale. Si tratta di una stazione sotterranea, posta all'interno dell'area urbana della metropolitana milanese. Le due banchine della stazione, di 106 metri come per tutte le stazioni delle linee M1, M2 ed M3, sono poste sul lato destro di ciascun binario secondo il senso di marcia. A est della stazione i binari aumentano da due a tre e proseguono per quasi 200 metri: in questo modo i treni in arrivo al capolinea possono procedere oltre le banchine, spostarsi lungo il binario corrispondente e ripartire. Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata alcune linee urbane, tranviarie ed automobilistiche, gestite da ATM. Dalla stazione parte la navetta gratuita, attiva dal lunedì al venerdì, che la collega all'Istituto Europeo di Oncologia in 15/20 minuti, con fermate intermedie al Quark Hotel ed in passato al capolinea del tram 24 (attualmente non attiva). Fermata tram (P.za Abbiategrasso M2, linee 3 e 15) Fermata autobus La stazione dispone di: Accessibilità per portatori di handicap Ascensori Scale mobili Emettitrice automatica biglietti Servizi igienici Stazione video sorvegliata Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Piazza Abbiategrasso

Quartiere Missaglia
Quartiere Missaglia

Il quartiere Missaglia è un complesso di edilizia residenziale pubblica di Milano, posto alla periferia meridionale della città, nel quartiere del Gratosoglio. Prende il nome dalla via dei Missaglia, un grande asse di penetrazione urbana che lo delimita sul lato orientale. Il quartiere Missaglia, progettato dallo studio Nizzoli Associati, venne costruito dallo IACP di Milano dal 1966 al 1971 o, secondo un'altra fonte, dal 1968 al 1972. Esso venne costruito in un'area compresa fra i quartieri Chiesa Rossa e Gratosoglio, consolidando così la presenza dell'edilizia pubblica lungo la direttrice di via dei Missaglia. Il quartiere è composto da lunghi fabbricati in linea, costituiti dalla ripetizione di un unico modulo base, comprendente appartamenti di tre o quattro locali. I fabbricati sono disposti parallelamente fra loro, delimitando degli spazi centrali privati, sistemati a giardino, sotto i quali sono siti i posti auto interrati. Sul lato esterno, gli edifici sono serviti da una rete di strade pedonali. Per la costruzione venne adottato un sistema di prefabbricazione, prodotto dalla Fintech Italcamus, a cui si deve la schematicità dei prospetti, peraltro coscientemente esibita dai progettisti. I servizi pubblici, posizionati ai margini dell'insediamento, comprendono due aree commerciali, due aree a verde pubblico, un grande complesso scolastico e alcuni edifici scolastici minori. Il quartiere comprende complessivamente 1200 unità abitative, assegnate a riscatto, secondo la legge 1179 del 1965. Maurizio Grandi e Attilio Pracchi, Milano. Guida all'architettura moderna, Bologna, Zanichelli, 1998 [1980], ISBN 88-08-05210-9. Giuliana Gramigna e Sergio Mazza, Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Milano, Hoepli, 2001, ISBN 88-203-2913-1. Raffaele Pugliese (a cura di), La casa popolare in Lombardia. 1903-2003, Milano, Unicopli, 2005, pp. 272-273, ISBN 88-400-1068-8. Milano. Il nuovo quartiere Missaglia per 1200 alloggi con assegnazione a riscatto, in Edilizia Popolare, n. 96, settembre 1970, p. 60, ISSN 0422-5619. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul quartiere Missaglia Mappa del quartiere Missaglia, su openstreetmap.org.

Chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa
Chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa

La chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa è una chiesa parrocchiale di Milano, che sorge in via Neera 24 e si affaccia su via Montegani. Il nome Chiesa Rossa deriva dall'antica chiesa di Santa Maria la Rossa presso la Conca Fallata, che fu prima sede parrocchiale, nota anche come chiesa Rossa e anticamente come Santa Maria ad Fonticulum o Santa Maria di Fonteggio. La costruzione della chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa iniziò a cura dell'ingegnere Franco Della Porta in stile neoromanico, e fu terminata nel 1932 dall'architetto Giovanni Muzio, che ne influenzò profondamente l'aspetto. Il pronao venne completato solo nel 1960. Una targa commemorativa posta all'ingresso della chiesa (sul lato sinistro) ricorda che fu consacrata dal cardinale Ildefonso Schuster il 21 dicembre 1932. Le fondamenta, delle quali ci rimane la cripta, erano state già gettate dall'ingegner Franco Della Porta su uno stile neo-romanico a impianto basilicale a tre navate con altrettante absidi. Muzio sviluppò la chiesa a croce latina, con la navata centrale coperta da una volta a botte, visibile in esterno, che termina nell'unica abside. Il transetto presenta un soffitto in legno con capriate a vista. L'edificio si presenta con un aspetto monumentale e sacro privo di qualsiasi elemento superfluo: pareti spoglie e prive di decorazioni. L'altare maggiore, situato nell'abside, è sormontato da un ciborio marmoreo poggiante su quattro colonne. Il pavimento di piastrelle gresificate a fasce con contorno di marmo nuvolato realizzato su disegno di Giovanni Muzio. Sul fianco sinistro abbiamo il fonte, inserito in una cappella ottagonale, che rimanda ai battisteri medievali, sopra il fonte battesimale è possibile osservare lo splendido San Giovannino, scultura giovanile di Giacomo Manzù. Dal 17 gennaio 2010 è conservata nel transetto, sotto il quadro di Santa Rita, una reliquia del Beato Carlo Gnocchi e dal 12 ottobre 2023 una reliquia del Beato Carlo Acutis. Dal 1997 ospita permanentemente Untitled, l'ultima opera dell'artista minimalista Dan Flavin, la cui progettazione, stimolata da una lettera dell'allora parroco don Giulio Greco all'artista, fu completata a distanza due giorni prima della morte dell'autore, avvenuta il 29 novembre 1996. L'opera fu realizzata ed installata solo l'anno successivo grazie all'interessamento del Dia Art Foundation di New York e della Fondazione Prada. L'installazione permanente è costituita da tubi al neon blu e verdi per la navata centrale, rossi per il transetto, oro per l'abside, nel transetto e nell'abside sono anche presenti delle file di neon a luce di Wood. L'architettura della chiesa e la disposizione dei neon rendono ben separate le varie zone di luce, di sera ben visibili anche dall'esterno. La variazione dei colori rimanda alla luce come trascorrere del giorno, dall'alba al tramonto, con l'oro posto nell'altare al centro della chiesa come nei mosaici delle antiche chiese bizantine. Dal 2008 è sospeso sopra l'altare un grande disco (233 cm) in legno di pioppo "Luce", scultura del maestro Pino Pedano che ha realizzato anche la fusione in esterno rappresentante San Pio da Pietrelcina. All'interno della chiesa sono da segnalare: la cappella mariana con la statua della Madonna opera di Giacomo Munster di Ortisei, il bassorilievo con l'Annunciazione dell'altare, opera della ditta Telli Comana di Seriate, ed è presente il tracciato d'acciaio di un labirinto circolare, il cui diametro è grande circa quanto la navata (8,215 metri). Il primo organo a canne della chiesa venne costruito dalla ditta Costamagna nel 1967. Lo strumento è trasmissione elettro-pneumatica e si articola in tre corpi, due gemelli nei due bracci del transetto, ciascuno su una cantoria propria, ed uno a pavimento nell'abside, dietro il ciborio. Dispone di 33 registri su due manuali e pedale, con corpo corale assegnabile. Dopo essere stato smontato, è stato venduto alla parrocchia San Giovanni in Laterano di Milano e inaugurato nel 2017. A metà della navata laterale di destra, a pavimento, si trova l'organo a canne Mascioni opus 1178, costruito nel 2007. Per la sua costruzione, sono stati presi ad esempio gli organi barocchi tedeschi. Lo strumento ha la trasmissione integralmente meccanica e due tastiere di 50 note ciascuna ed una pedaliera dritta di 29 note. Brochure del FAI (PDF), su fondoambiente.it. URL consultato il 20 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011). Pierluigi Lia (a cura di), La Chiesa Rossa. Sessant'anni di storia, Milano, Colombo Edizioni, 1993. Anna Ceresa Mori, Fabio Pistan, Chiesa di Santa Maria alla Fonte. "Chiesa Rossa", in Notiziario della Soprintendenza archeologica della Lombardia, Milano, NSAL, 2001-02, pp. 186–191. Arcidiocesi di Milano Giacomo Manzù Dan Flavin Wikibooks contiene testi o manuali sulle disposizioni foniche degli organi a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa Sito ufficiale, su parrocchiachiesarossa.net. Vista a 360°, su milan.arounder.com. L'organo a canne, su mascioni-organs.com. URL consultato il 4 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2012). La Chiesa Rossa di Dan Flavin, su scribacchina.it

Quartiere Chiesa Rossa
Quartiere Chiesa Rossa

Il quartiere Chiesa Rossa è un quartiere di edilizia residenziale pubblica di Milano, posto alla periferia meridionale della città e appartenente al municipio 5. Prende il nome dalla cosiddetta "Chiesa Rossa", un piccolo edificio religioso posto lungo la strada per Pavia. Il quartiere venne costruito dallo IACP di Milano, con finanziamenti provenienti dal secondo settennio di validità della legge Fanfani. Il progetto del quartiere venne definito in seguito a un concorso di progettazione, e la costruzione si protrasse dal 1960 al 1966. Alla progettazione contribuirono gli architetti Cesare Blasi, Vittorio Borachia, Luigi Fratino, Carlo Santi, Vittorio Gandolfi, Mario Morini, Mauro Ravegnani, Antonello Vincenti e Aldo Putelli. Il quartiere si estende su un'area di 248345 m² e ha una cubatura totale di 620400 m³. Si riconoscono tre grandi isolati, separati dalle due strade principali, e serviti al loro interno dalla viabilità locale. I tipi edilizi, variamente disposti, sono due: le case in linea, di cinque piani, e gli edifici isolati a torre, di nove piani. L'elemento qualificante del quartiere è il centro civico, comprendente attrezzature pubbliche, commerciali, culturali e religiose, e caratterizzato da una piazza pedonale sopraelevata. La dotazione di servizi è completata da svariati edifici scolastici e da una piscina. Il quartiere è stato raggiunto dalla metropolitana di Milano (linea M2) con la fermata Abbiategrasso Chiesa Rossa, capolinea sud-est della linea inaugurato nel 2004. È raggiunto anche dalle linee tramviarie di competenza ATM. Maurizio Grandi e Attilio Pracchi, Milano. Guida all'architettura moderna, Bologna, Zanichelli, 1998 [1980], ISBN 88-08-05210-9. Raffaele Pugliese (a cura di), La casa popolare in Lombardia. 1903-2003, Milano, Unicopli, 2005, ISBN 88-400-1068-8. A. Erba, Il Quartiere Chiesa Rossa di Milano, in Edilizia Popolare, n. 52, maggio-giugno 1963, pp. 46-49, ISSN 0422-5619. Antonio Iosa, I quartieri di Milano, Milano, Circolo Perini, 1970, pp. 255-256, ISBN non esistente, SBN IT\ICCU\SBL\0433130. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su quartiere Chiesa Rossa Mappa del quartiere Chiesa Rossa, su openstreetmap.org.

Chiesa di Sant'Antonio Maria Zaccaria (Milano)
Chiesa di Sant'Antonio Maria Zaccaria (Milano)

La chiesa di Sant'Antonio Maria Zaccaria è una chiesa di Milano, posta nel centro del quartiere Chiesa Rossa. La chiesa venne ideata negli anni sessanta del XX secolo come parte integrante del nuovo quartiere Chiesa Rossa, e costruita dal 1966 al 1968 su progetto di Vittorio Gandolfi. Si tratta di una chiesa a pianta rettangolare, con struttura portante in calcestruzzo armato. L'esterno si presenta in forme semplici e quasi dimesse, ma vivacizzate dall'ampia tettoia a sbalzo posta in facciata e dall'alto tiburio a base esagonale, alla cui sommità è posta una croce metallica. L'interno, a tre navate separate da pilastri, è rivestito in mattoni a vista; il presbiterio è particolarmente illuminato, per la presenza del tiburio soprastante. La chiesa è posta in posizione elevata, su un terrapieno, ed è raggiungibile attraverso una strada in salita o una scalinata; è direttamente collegata con la piazza del centro civico, anch'essa sopraelevata. Sotto la chiesa, al livello della strada, vi sono alcuni spazi parrocchiali; a nord dell'edificio è posto l'oratorio. Cecilia de Carli (a cura di), Le nuove chiese della diocesi di Milano 1945-1993, Edizioni Vita e Pensiero, Milano 1994, p. 196, ISBN 88-343-3666-6. Chiese di Milano Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Sant’Antonio Maria Zaccaria Sito ufficiale della parrocchia di Sant’Antonio Maria Zaccaria, su parrocchiasamz.it. URL consultato il 31 gennaio 2023. Parrocchia di Sant’Antonio Maria Zaccaria, su lombardiabeniculturali.it.