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Maciachini (metropolitana di Milano)

Linea M3 (metropolitana di Milano)Pagine con mappeStazioni della metropolitana di MilanoStazioni ferroviarie attivate nel 2003
Milano staz Maciachini M3
Milano staz Maciachini M3

Maciachini è una stazione della linea M3 della metropolitana di Milano. La stazione venne attivata l'8 dicembre 2003 come capolinea della tratta proveniente da Zara. Rimase capolinea fino al 26 marzo 2011, quando venne attivato il prolungamento per Comasina. Maciachini, come tutte le altre stazioni della linea M3, è accessibile ai disabili. Rientra inoltre dall'area urbana della metropolitana milanese. La stazione possiede uscite in piazzale Maciachini e in via Carlo Imbonati. Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata alcune linee urbane, tranviarie ed automobilistiche, gestite da ATM. Fermata tram (linea 4) Fermata autobus La stazione dispone di: Accessibilità per portatori di handicap Ascensori Scale mobili Emettitrice automatica biglietti Servizi igienici Stazione video sorvegliata Parcheggio di scambio con 426 posti Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Maciachini

Estratto dall'articolo di Wikipedia Maciachini (metropolitana di Milano) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Maciachini (metropolitana di Milano)
Piazzale Carlo Maciachini, Milano Municipio 9

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Piazzale Carlo Maciachini

Piazzale Carlo Maciachini
20159 Milano, Municipio 9
Lombardia, Italia
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Milano staz Maciachini M3
Milano staz Maciachini M3
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Luoghi vicini

Cascina Boscaiola
Cascina Boscaiola

La Cascina Boscaiola è una cascina situata a Milano, tra viale Jenner e via Edoardo Porro. Si tratta di un complesso storico costruito principalmente nel XV secolo come tenuta di caccia della Signoria di Milano, prima i Visconti e poi gli Sforza. Questa cascina è oggi conosciuta come "Cascina Boscaiola", "Cascina della Boscaiola", o anche "Cascina Boscarola". Ha come indirizzo via Edoardo Porro 14 e via Edoardo Porro 8 cortile interno. L'edificio, di origine quattrocentesca, sembra essere stato casino di caccia o residenza di campagna della Signoria di Milano (prima i Visconti e poi gli Sforza). È stata restaurata in più riprese, e sulle facciate già restaurate si intravedono frammenti di affreschi ed elementi architettonici (finestre ogivali) che confermano la sua origine signorile. Attualmente è un'abitazione privata. La struttura architettonica di alcune porzioni e alcuni elementi in facciata tradiscono un primo blocco costruttivo trecentesco. Nel XIV secolo viene edificata una dimora gentilizia, di carattere monumentale, parte probabilmente di un complesso maggiore e munito anche di una cappella. Si tratta di una di quelle residenze di campagna, destinate agli intrattenimenti legati alla caccia, poiché situata in una zona boscosa, come il toponimo "Boscaiola" farebbe intuire. Probabilmente si tratta di numerose cascine; nel settecento se ne contavano ancora cinque, di cui tuttora ne è rimasta solo una. L'impostazione architettonica, la disposizione interna dei locali e i caratteri decorativi farebbe pensare ad un'opera di maestranze presenti nei cantieri di committenza viscontea e poi sforzesca. Il collegamento con la città era garantito da una strada che da S. Maria alla Fontana si spingeva fino al Derganino, attraverso la strada che si apriva tra la fitta vegetazione e che ancora oggi porta il nome "della Boscaiola". Da uno studio condotto nella seconda metà del 2018 dalla soprintendenza del Castello Sforzesco, guidato da Claudio Salsi, è risultato che due affreschi presenti e ripetuti a scacchiera sul muro esterno della facciata indicano che la storia della Cascina è legata alla famiglia degli Aicardi, molto vicina agli Sforza; Si tratta di "un alveare e un giglio inseriti in riquadri che simulano delle nicchie a trompe l’oeil", che mostrano un "favo posato su un tavolo e circondato da frasche per difenderlo dai predatori, accompagnato dal motto “Per meo merito”", che è stato ritrovato nel Codice Trivulziano e in un stemmario redatto nel 1673 da Marco Cremosano, ed inoltre in due lettere ritrovate nell'archivio storico museale. l significato di tale rarissima decorazione sarebbe dunque una forma di propaganda sui legami fra gli Aicardi e gli Sforza. Nel XV secolo viene innalzato un corpo più alto e massiccio (ad anglo con l'attuale via Eduardo Porro), caratterizzato da grandi finestre a tutto sesto con elaborate cornici in cotto, quasi una torre da maniero. Sulle mappe catastali di Carlo VI risulta che questo edificio faceva parte di un complesso di cascine, chiamate "della Boscaiola", e comprese nel territorio milanese detto "Dei Corpi Santi" di Porta Comasina (1718 -1749; Catasto di Carlo VI). Il nome completo di questo edificio era "Cascina della Boscajola Prima", "Cascina Boscajola Morona", o "Cascina della Boscajola Morona" (denominazione derivata del fatto che l'edificio era circondata da coltivazioni di moroni, i gelsi). Nel XVI secolo viene demolita la cappella. Il sito, sopravvissuto con una trasformazione in cascina a supporto delle attività agricole della zona, fu nel corso dei secoli parecchio rimaneggiato, con aggiunte e rimaneggiamenti sia interni che esterni, condotti a più riprese. Soprattutto la parte retrostante della corte, a carattere prettamente rustico, è frutto di questi interventi, tanto da snaturare e, in alcuni casi, sostituire le più nobili strutture. È il caso, come testimonia il Nebbia nel suo testo Milano che sfugge, della cappella gentilizia con affreschi, che fu sostituita da una costruzione di carattere agricolo (fienile). L'intero complesso, a carattere agricolo, è stato rimaneggiato a più riprese, nel corso del XX secolo, anche in funzione delle mutate esigenze produttive. Dagli anni settanta del XX secolo, la Cascina è stata soggetta di restauro. Tali interventi di restauro sono stati effettuati in quattro periodi, il primo e secondo, che hanno riguardato i corpi laterali a est e ovest sono stati compiuti all'inizio degli anni settanta dall'architetto V. Lattuada; il terzo nella parte centrale è stato completato nel 2001 dall'architetto G. Fieramonti, mentre l'ultimo intervento, sempre nella parte centrale, è stato completato tra il 2006 e il 2007 dall'architetto P. Femia. Nel corso del secondo dopoguerra la zona è stata interessata, come d'altronde tutta la fascia a ridosso del rilevato ferroviario a nord (scalo Farini), da un forte incremento del tessuto produttivo di tipo artigianale e industriale, con un'alta presenza di capannoni prefabbricati. Uno di questi, occupato dal dopolavoro della fabbrica di liquori Branca, nelle vicinanze, oscurava la facciata del fronte principale su viale Jenner. Da qualche anno (2007-2010), grazie ad una bonifica urbanistica del quartiere, derivata dalla crisi economica e dagli elevati costi di produzione in città, il manufatto è stato rimosso, sostituendolo con un giardinetto pubblico che ha restituito la quinta scenografica ad una più ampia prospettiva. La descrizione architettonica della Cascina Boscaiola è definita come segue da Lombardia Beni Culturali: si tratta di un «complesso edilizio a corte chiusa, composto da un fronte con brevi risvolti di origine antica e di tipo gentilizio, e da ali retrostanti a carattere prettamente agricolo. Le parti nobili sono caratterizzate da elementi strutturali e decorativi tipici della tradizione architettonica rinascimentale, con finestrature a tutto sesto, con ghiere in cotto e incorniciatura intonacata in bianco, in facciata, e con interni caratterizzati da cotto a pavimento e travature lignee a solaio, in alcuni casi impreziosite da decori pittorici». Da una planimetria del piano terreno che risale al 1800, si deduce l'impianto originario della cascina con i corpi attuali a nord-ovest ed est, mentre a sud sono indicati i fienili. La planimetria della "Boscaiola" si sviluppa a forma di U, con tre corpi (nord-est-ovest) larghi circa sette metri, i solai originari sono sostenuti da grosse travi in legno di quercia (sezione 26x40) a campata unica, distanti una dall'altra circa due metri, su queste poggia l'orditura secondaria che è realizzata a cassettoni (con travetti 9x16). I piani del corpo centrale erano originariamente due oltre alla soffitta. Le murature sono in mattoni pieni con uno spessore di 50 cm al piano terra e 45 cm al piano superiore; l'altezza dei piani era all'origine di circa 5,10 m all'intradosso dei travetti. La Cascina della Boscaiola oggi risulta quasi completamente ristrutturata per adattarla a condizioni d'uso abitative. I primi interventi, nella parte più propriamente padronale e ancora caratterizzata da caratteri di antichità, sono state effettuate dall'architetto V. Lattuada, l'allora proprietario, a due riprese all'inizio degli anni settanta, e hanno riguardato i corpi laterali a est e ovest. Il terzo intervento, nella parte centrale della Cascina, è stato completato nel 2001 dall'architetto G. Fieramonti. L'ultimo intervento, sempre nella parte centrale, è stato effettuato tra il 2006 e il 2007 dall'architetto P. Femia. Il recupero delle facciate ha svelato la bellezza delle finestre primitive, occluse o deturpate, con le decorazioni "a fresco" esterne. L'interno è stata adattata a condizioni d'uso abitative con uno sfruttamento delle volumetrie interne, con interpiani, tramezzature e utilizzo disinvolto degli alti saloni. Ma ciò non toglie che siano stati strappati all'incuria gli ambienti che conservavano lembi di affresco e soffitti lignei. S. Langè, Ville della provincia di Milano. Catalogo delle ville, A cura di F. Suss e M. Lodolo, Milano, 1972, 413 pp. F. Suss, Le ville del territorio milanese, testi di M. T. Binaghi Olivari, F. Suss e P. F. Bagatti Valsecchi, Cinisello Balsamo, V. I, 1989, pp. 28, 32; V. II, 135. pp. C. Salsi, La Cascina Boscaiola Prima. Illusionismo decorativo e simbologia inedita nella Milano della prima metà del Quattrocento, in Rassegna di Studi e di Notizie. Punti di vista sulla Sala delle Asse. Ricerche particolari e studi di contesto, a cura di C. Salsi, vol. XL, a. XLIV, 2018-2019, pp. 199-239 C. Salsi, La Cascina Boscaiola Prima. Nuovi contributi, in Rassegna di Studi e di Notizie - supplemento monografico, vol. XL, a. XLIV, 2018-2019, pp. 11-62 Giardino di via Porro e viale Jenner Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cascina Boscaiola Comune di Milano, su google.com. Milano Nascosta, su google.com. Europaconcorsi Progetto di Studio della Cascina Boscaiola, su ec2.it. URL consultato il 3 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013). Catalogazione Beni Culturali Lombardia, su lombardiabeniculturali.it. Milano da vedere; Cascina Boscaiola in Youtube, su youtube.com. Cascina Boscaiola in FZMilano, su ezmilano.it. URL consultato il 30 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

Teatro Fontana

Il Teatro Fontana è un teatro di Milano, sede della compagnia di produzione Elsinor. Il Teatro Fontata è stato costruito all'interno del Santuario di Santa Maria alla Fontana, nei cui chiostri vengono allestite performances. Il Teatro Fontata è gestito da Elsinor, centro di produzione teatrale riconosciuto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Oltre la sede di Milano gestisce anche il Teatro Cantiere Florida di Firenze e il Teatro Giovanni Testori a Forlì. Presidente del Centro Elsinor è Gianluca Balestra che si occupa anche della direzione artistica del Teatro Cantiere Florida di Firenze. Dal 2000 è sede di Elsinor Teatro Stabile d’Innovazione che ne ha assunto la direzione, avviando un progetto di rinnovamento e qualificazione artistica, dando spazio ai talenti emergenti nel panorama teatrale italiano. Al centro della programmazione vi è l’attenzione al teatro dello spirito e ai linguaggi della drammaturgia contemporanea, il confronto con la tradizione e le nuove prospettive di lettura dei testi classici, nonché la programmazione di spettacoli per bambini. Ne è sintomo la rassegna SEGNALI, Festival di teatro per le nuove generazioni, giunto alla XXXIV Nel corso degli anni, il Teatro Fontana è diventato punto di riferimento per il quartiere e la città. La programmazione proposta spazia da appuntamenti serali, a matinée dedicate alle scolaresche, fine settimana dedicati a spettacoli per le famiglie e un festival jazz. Le linee guida del teatro mirano a tutelare il classico e a valorizzare il contemporaneo, tradizione e innovazione, scrittura e riscrittura, drammaturgie originali e testi appartenenti al patrimonio culturale comune:. Tante e differenziate sono le proposte artistiche: la prosa serale, gli spettacoli in matinée per le scuole, i weekend dedicati alle famiglie, il festival Jazz e le rassegne di danza contemporanea sono attività che nel corso della stagione attraggono un pubblico eterogeneo e variegato. Oltre ad un solido progetto educativo offriamo intrattenimento culturale di alta qualità grazie ad un’attenta scelta degli spettacoli ospiti e al grande sforzo produttivo compiuto annualmente per offrire alla città sempre nuove visioni. Il lavoro sul territorio si affianca a quello compiuto a livello nazionale dalle tournée firmate Elsinor che toccano i principali teatri italiani. Le linee guida del teatro mirano a tutelare i classici lasciando spazio alla drammaturgia contemporanea, combinando tradizione e innovazione, scrittura e riscrittura e inserendo in cartellone drammaturgie originali e testi appartenenti al patrimonio culturale comune. Negli anni è stata incrementa in qualità e quantità la progettualità, offrendo alla città nuove ed interessanti occasioni di spettacolo e dando spazio ai talenti emergenti nel panorama teatrale italiano. Tante le proposte fra produzioni di teatro di prosa, teatro per i ragazzi, ospitalità, formazione, residenze artistiche e progetti internazionali che creano un itinerario nella tradizione aprendo però dei varchi sulla drammaturgia contemporanea. È da segnalare la rassegna di nuova drammaturgia ITACA. Dal 2012 la direttrice artistica del Teatro Fontana è Rossella Lepore. La direzione artistica si prefigge come obiettivo tutelare il classico e la tradizione, i testi appartenenti al patrimonio culturale comune, promuovendo al tempo stesso l'innovazione e dando voce alle drammaturgie originali o alle riscritture. Antonio Latella Sito ufficiale, su teatrofontana.it. Teatro Fontana, su distrettoisola.it. Teatro Fontana, su milanoinscena.it.

Parco Nicolò Savarino
Parco Nicolò Savarino

Il parco Nicolò Savarino, precedentemente denominato parco Agostino Bassi, è un parco della città di Milano intitolato all'agente della polizia locale che il 12 gennaio 2012 fu investito e ucciso da un'automobile durante un controllo; alla guida della vettura un minorenne rom, fuggito dopo l'investimento e successivamente arrestato insieme a un complice. Occupa l'area del giardino dell'ospedale Bassi che fu utilizzato come luogo di ricovero e cura fino attorno al 1970. Costruito dopo l'epidemia di vaiolo del 1833 era l'"ospedale degli infettivi" di Milano, noto anche come "ospedale di Dergano" . La recinzione in mattoni rossi che lo circonda è quella del vecchio nosocomio, così come l'impianto dei viali e degli alberi, naturalmente non tutti originali ma spesso maestosi. Il perimetro del parco, a nord del tratto settentrionale della circonvallazione esterna è dato dal viale Jenner e dalle vie Livigno, Collegno e Guerzoni. Fino al 2013 il parco prendeva il nome del naturalista e botanico Agostino Bassi. Dopo circa vent'anni dal trasferimento dell'ospedale, di cui vennero tenute attive alcune strutture perimetrali, soprattutto attigue al vecchio ingresso, il Comune decise per il riutilizzo del giardino, affidandone il riordino al proprio Ufficio tecnico. Fatto salvo l'impianto del 1898, fu realizzato un campo da calcio, un piccolo anfiteatro con gradoni in terra ed erba e costruiti due piccoli dossi adiacenti collegati da una mini teleferica per i giochi dei più grandi e approntata l'area per i più piccoli, predisposta la rete dei sentieri di collegamento, con un circuito per la corsa di circa settecento metri, e cintati i due spazi riservati ai cani. Tra le principali specie arboree si annoverano: l'acero americano, l'acero di monte e riccio, l'albero dei tulipani, il carpino bianco, il bagolaro, il cedro dell'Atlante e quello dell'Himalaya, il fico comune, l'olmo, la coccinea e rossa, il platano, il sorbo degli uccellatori, il tiglio selvatico, il liquidambar, la magnolia e la paulownia. Spiccano, per la loro maestosità, due bagolari vicini all'area giochi. Nella parte nord del parco, la meno frequentata e forse anche per la presenza di edifici col tetto a coppi e gronde, si è costituita una piccola "oasi" per uccelli altrimenti rari, ma non assenti, nel resto della città: rapaci notturni come la civetta; corvi e cornacchie, rondini, codirossi, pigliamosche e cinciallegre. La maggior parte dei vecchi edifici (come abbiamo detto perimetrali) è in disuso, altri ospitano alcuni ambulatori, la sede della Croce Viola Milano con annesso autoparco ambulanze e un distaccamento della polizia locale. Fuori dal recinto, separata dal parco dalla via Collegno e con un suo giardino circostante, l'ottocentesca villa Hanau, un tempo direzione dell'ospedale, ora restaurata sede del Consiglio di zona 9. Proprio di fronte alla via Livigno, a sud del recinto oltre viale Jenner, la quattrocentesca cascina Boscaiola: era una dimora di caccia dei Visconti, oggi è una residenza privata. AA. VV., Enciclopedia di Milano, Milano, Franco Maria Ricci Editore, 1997. Comune di Milano - Arredo, Decoro Urbano e Verde - Settore Tecnico Arredo Urbano e Verde, 50+ parchi giardini, Comune di Milano / Paysage. ed. 2010/2011 Liliana Casieri, Lina Lepera, Anna Sanchioni, Itinerari nel verde a Milano, Comune di Milano, settore ecologia, GAV, 1989. Alma Lanzani Abbà, Pia Meda, Alberi a Milano, Milano, CLESAV, giugno 1985, ISBN 978-88-7064-118-9. Parchi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su parco Nicolò Savarino Scheda del Parco Bassi, su comune.milano.it, Comune di Milano. URL consultato il 13 gennaio 2011.