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Zara (metropolitana di Milano)

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Milano staz metropolitana Zara
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Zara è una stazione delle linee M3 ed M5 della metropolitana di Milano.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Zara (metropolitana di Milano) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Zara (metropolitana di Milano)
Zara M3 M5, Milano Municipio 9

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.492389 ° E 9.1925 °
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Zara M3 M5
20159 Milano, Municipio 9
Lombardia, Italia
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Milano staz metropolitana Zara
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Luoghi vicini

Casa Ghiringhelli
Casa Ghiringhelli

La Casa Ghiringhelli è un edificio residenziale multipiano di Milano, progettato dagli architetti Lingeri e Terragni in stile razionalista, che è situato in piazzale Lagosta al civico 2. L'edificio si trova in una posizione urbanisticamente rilevante, nel quartiere dell'Isola: si affaccia su piazzale Lagosta e costituisce il fondale prospettico dell'asse dei viali Zara e Fulvio Testi. La costruzione dell'edificio venne commissionata nel 1932 a Pietro Lingeri dai fratelli Gino e Livio Ghiringhelli, artisti, per conto dei quali l'architetto aveva già allestito la galleria d'arte “Il Milione”. Alla progettazione della casa collaborò anche Giuseppe Terragni, che in quegli anni aveva instaurato un prolifico sodalizio professionale con Lingeri, acquisendo diverse commesse per la costruzione di case ad appartamenti a Milano. Il progetto venne presentato agli uffici comunali in una prima versione nel dicembre 1933, e nella versione definitiva nel mese seguente. I lavori iniziarono nel febbraio 1934 e si conclusero nel 1935. Nel 1949, per ottenere un migliore sfruttamento degli spazi, la proprietà fece chiudere una delle due terrazze dell’ultimo piano. L’edificio occupa un lotto a forma di trapezio irregolare, compreso fra piazzale Lagosta e le vie Garigliano e Volturno; esso è costruito in cortina lungo il filo stradale, e pertanto delimita un cortile interno. Le due vie laterali divergono dal piazzale con inclinazioni diverse, determinando perciò una notevole asimmetria nella composizione complessiva; per mascherare questa irregolarità, i progettisti disegnarono le facciate inserendo un basamento rivestito in pietra serpentina nera, e un fronte superiore a sbalzo con risvolti laterali ad angolo retto, separati dalle facciate laterali da due fenditure da cui fuoriescono i balconi. La facciata principale su piazzale Lagosta è movimentata da un gioco complesso di arretramenti e avanzamenti, conclusi lateralmente e superiormente da una motivo a cornice, utilizzato dagli autori anche nelle case Rustici e Toninello progettate negli stessi anni. La struttura portante è in calcestruzzo armato con muri di riempimento in Italpomice; le facciate esterne sono intonacate. Internamente la casa, che conta sette piani più il terreno, è adibita ad appartamenti di varia metratura. All'ultimo piano vennero posti gli appartamenti padronali della famiglia Ghiringhelli, con spazi adibiti all'attività artistica e terrazze; al piano terreno vi sono negozi. Quattro case in Milano degli architetti Lingeri e Terragni, in Casabella, n. 85, gennaio 1935, pp. 14-15, ISSN 0008-7181. Chiara Baglione ed Elisabetta Susani (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, Milano, Electa, 2004, ISBN 88-435-7989-4. Ville e palazzi di Milano Casa Ghiringhelli, su lombardiabeniculturali.it.

Teatro Fontana

Il Teatro Fontana è un teatro di Milano, sede della compagnia di produzione Elsinor. Il Teatro Fontata è stato costruito all'interno del Santuario di Santa Maria alla Fontana, nei cui chiostri vengono allestite performances. Il Teatro Fontata è gestito da Elsinor, centro di produzione teatrale riconosciuto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Oltre la sede di Milano gestisce anche il Teatro Cantiere Florida di Firenze e il Teatro Giovanni Testori a Forlì. Presidente del Centro Elsinor è Gianluca Balestra che si occupa anche della direzione artistica del Teatro Cantiere Florida di Firenze. Dal 2000 è sede di Elsinor Teatro Stabile d’Innovazione che ne ha assunto la direzione, avviando un progetto di rinnovamento e qualificazione artistica, dando spazio ai talenti emergenti nel panorama teatrale italiano. Al centro della programmazione vi è l’attenzione al teatro dello spirito e ai linguaggi della drammaturgia contemporanea, il confronto con la tradizione e le nuove prospettive di lettura dei testi classici, nonché la programmazione di spettacoli per bambini. Ne è sintomo la rassegna SEGNALI, Festival di teatro per le nuove generazioni, giunto alla XXXIV Nel corso degli anni, il Teatro Fontana è diventato punto di riferimento per il quartiere e la città. La programmazione proposta spazia da appuntamenti serali, a matinée dedicate alle scolaresche, fine settimana dedicati a spettacoli per le famiglie e un festival jazz. Le linee guida del teatro mirano a tutelare il classico e a valorizzare il contemporaneo, tradizione e innovazione, scrittura e riscrittura, drammaturgie originali e testi appartenenti al patrimonio culturale comune:. Tante e differenziate sono le proposte artistiche: la prosa serale, gli spettacoli in matinée per le scuole, i weekend dedicati alle famiglie, il festival Jazz e le rassegne di danza contemporanea sono attività che nel corso della stagione attraggono un pubblico eterogeneo e variegato. Oltre ad un solido progetto educativo offriamo intrattenimento culturale di alta qualità grazie ad un’attenta scelta degli spettacoli ospiti e al grande sforzo produttivo compiuto annualmente per offrire alla città sempre nuove visioni. Il lavoro sul territorio si affianca a quello compiuto a livello nazionale dalle tournée firmate Elsinor che toccano i principali teatri italiani. Le linee guida del teatro mirano a tutelare i classici lasciando spazio alla drammaturgia contemporanea, combinando tradizione e innovazione, scrittura e riscrittura e inserendo in cartellone drammaturgie originali e testi appartenenti al patrimonio culturale comune. Negli anni è stata incrementa in qualità e quantità la progettualità, offrendo alla città nuove ed interessanti occasioni di spettacolo e dando spazio ai talenti emergenti nel panorama teatrale italiano. Tante le proposte fra produzioni di teatro di prosa, teatro per i ragazzi, ospitalità, formazione, residenze artistiche e progetti internazionali che creano un itinerario nella tradizione aprendo però dei varchi sulla drammaturgia contemporanea. È da segnalare la rassegna di nuova drammaturgia ITACA. Dal 2012 la direttrice artistica del Teatro Fontana è Rossella Lepore. La direzione artistica si prefigge come obiettivo tutelare il classico e la tradizione, i testi appartenenti al patrimonio culturale comune, promuovendo al tempo stesso l'innovazione e dando voce alle drammaturgie originali o alle riscritture. Antonio Latella Sito ufficiale, su teatrofontana.it. Teatro Fontana, su distrettoisola.it. Teatro Fontana, su milanoinscena.it.

Cimitero della Mojazza
Cimitero della Mojazza

Il cimitero della Mojazza (o della Moiazza), storicamente chiamato cimitero di Porta Comasina, poi di Porta Garibaldi, era uno dei cinque cimiteri cittadini, collocati fuori dalle porte di Milano, soppressi negli anni successivi all'apertura del monumentale e del Cimitero Maggiore. Sorto nel 1685 presso la cascina Mojazza, fuori da porta Comasina, in un'area individuabile oggi fra le vie Jacopo Dal Verme, Cola Montano, Angelo della Pergola e piazza Archinto, venne in seguito trasferito nel 1786 in un'area corrispondente all'attuale piazzale Lagosta. L'intera area cimiteriale faceva capo alla vicina Chiesa di Santa Maria alla Fontana, mentre l'ingresso era vicino alla via Perasto, allora conosciuta come strada della Magna, da cui prese il suo nome l'ampia area incolta a est dell'Isola. Nel cimitero trovarono sepoltura, nel corso dei secoli, personaggi illustri fra i quali Cesare Beccaria, Giuseppe Parini, Melchiorre Gioia e Francesco Melzi d'Eril. La tradizione vuole che qui venissero sepolti i resti ancora sanguinolenti dello sventurato Ministro delle finanze del Regno Italico Giuseppe Prina, assassinato dalla folla nei pressi della sua abitazione il 20 aprile 1814. Nei giorni successivi l'assassinio sarebbero apparsi all'ingresso del cimitero i seguenti versi: «PER L'OCCULTA PIETÀ DI UOMINI ONESTI / GIACCIONO QUI DEL PIÙ FEDEL MINISTRO / I MASSACRATI MISERANDI RESTI» L'appellativo mojazza, che identificava sia il cimitero che la vicina cascina Mojazza, derivava dalla peculiarità del terreno dell'area, fortemente imbevuto d'acqua piovana ristagnante e che filtrava dai vicini corsi d'acqua; il verbo mojà, in dialetto milanese, significa infatti inzuppare, ammollare o intingere in un liquido, da cui il sostantivo mojàscia che sta per poltiglia, melma, fanghiglia. La particolarità acquitrinosa del terreno determinò poi l'inservibilità del primo cimitero e ne impose la chiusura nel 1786. Nella sua esistenza precedente il 1685 il cimitero della Mojazza era un semplice foppone o fossa, con una cappella e circondato da una siepe, utilizzato per inumarvi alla rinfusa i morti provenienti dalle terre vicine. Più tardi abbandonato, il primo vero cimitero fu aperto nel 1685 a cura dei deputati della Congregazione della veneranda fabbrica della S. Croce (già custodi del precedente foppone), insieme con l'architetto Andrea Biffi, poi sepolto nella chiesa di Sant'Antonio Abate. Il cimitero sorse per sopperire alla mancanza di spazio all'interno dei cimiteri cittadini che sorgevano nei pressi delle chiese. Vi vennero pertanto deposti i resti riesumati da quelli. Dopo che l'imperatore d'Austria Giuseppe II nel 1782 aveva abolito la sepoltura dei morti all'interno delle mura cittadine, mentre gli altri cimiteri extraurbani si andarono ad ingrandire per consentire un maggior numero di sepolture, il cimitero della Mojazza - giudicato inservibile dai fisici collegiati conservatori del Tribunale della sanità - rimase pressoché immutato. L'inservibilità del cimitero era già emersa col trasferimento della salma di santa Purissima dall'oratorio di San Giuseppe (interno al cimitero) alla chiesa della Santissima Trinità. Il 28 gennaio 1788 la corporazione ecclesiastica - proprietaria dei fopponi extramurali - ne faceva formalmente dono alla città. Tuttavia, fra questi non era annoverato il vecchio cimitero della Mojazza, alienato due anni prima dalla Confraternita di San Giuseppe, per pagare i debiti. Sull'area sconsacrata andarono a sorgere ben presto diverse abitazioni private; all'interno della vecchia chiesetta della Congregazione si insediò invece l'Osteria del Buongiorno, ancora nota ai più vecchi abitanti del quartiere Isola. L'assoluta necessità di un cimitero in zona, tuttavia, portò il Comune ad acquistare 16 pertiche di terreno dei padri minimi di San Francesco da Paola (della vicina chiesa di Santa Maria alla Fontana) il 17 febbraio 1786 per disporvi il nuovo cimitero che andava così a soppiantare il precedente. Il nuovo cimitero si estendeva principalmente sull'odierna area che copre il piazzale Lagosta, più porzioni delle attuali: viale Zara, via Pola, via Volturno e via Traù; l'entrata sorgeva ad ovest, ovvero consisteva in un vialetto (strada della Magna) accessibile da via Pietro Borsieri. Nel 1793 venne realizzata la cappelletta del cimitero, con un altare con palio di legno, sul quale era stata dipinta una raffigurazione di anime del Purgatorio, liberate dalle loro pene. Il campo cimiteriale, non troppo vasto, era caratterizzato da due viali che si incrociavano nel centro, laddove s'ergeva una colonna votiva. I morti venivano di volta in volta sotterrati senza una precisa regola, se non a discrezione del capo-sepoltore o delle famiglie dei defunti. Le persone di censo più elevato, invece, avevano il privilegio di poter essere sepolte lungo il muro di cinta, che andò via via coprendosi di numerose lapidi che ricordavano patrioti, scienziati, legislatori, letterati e artisti. Un ultimo ampliamento del cimitero fu eseguito nel 1817, con l'aggiunta di una zona incolta sul lato orientale, che andò ad aumentarne la capienza. Venne soppresso il 22 ottobre 1895. Ripulito dai resti delle sepolture, fatte poi trasferire al Maggiore, il vecchio cimitero della Mojazza venne ceduto come campo sportivo all'Unione Sportiva Milanese. A partire dagli anni venti si procedette all'edificazione dell'area con il grosso caseggiato realizzato dall'Istituto anonimo case popolari, architetto Enrico Agostino Griffini, sorto come civico 1 di piazzale Lagosta. Una parte del muro di cinta del vecchio cimitero sopravvisse e chiude ancora oggi il secondo cortiletto dell'edificio realizzato nel 1925, dove ancora oggi si trova affissa al muro una copia della lapide dedicata a Giuseppe Parini. La restante parte di terreno, non rientrando nella lottizzazione dell'isolato, andò a confluire nel vasto piazzale Lagosta, da cui aveva origine il nuovo viale per Monza. Sono anche visibili due colonne in pietra situate all'angolo di via Lario e via Francesco Arese che delimitavano uno degli ingressi del cimitero. Dell'esistenza, sotto il tessuto edilizio del quartiere Isola, di questi due vecchi cimiteri al giorno d'oggi s'è quasi completamente persa la memoria. Questa sembra sopravvivere soltanto all'interno del quartiere, dove qualcuno fra gli storici residenti nato e cresciuto fra la via Jacopo Dal Verme, via Angelo Della Pergola, via Cola Montano e piazzale Archinto (praticamente l'area occupata dal primo cimitero) sostiene di aver visto o sentito in passato dei fantasmi. Tragico e curioso addirittura l'aneddoto spesso riportato secondo cui al suono delle sirene, quando si fuggiva nei rifugi per salvarsi dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale, capitava di vedere proiettate sulle pareti ombre terrorizzate, che sparivano poi al cessato allarme. Diverse erano state nel corso degli anni le varie sepolture illustri che qui trovarono spazio. Dopo la sua soppressione vennero prescritte le esumazioni dei resti di diversi personaggi; tuttavia il disordinato sistema di sepoltura e una più generale approssimazione portarono alla dispersione di resti illustri o addirittura alla confusione con altre ossa anonime, conservate negli ossari comuni. Fra queste, le sepolture di Cesare Beccaria e quella di Giuseppe Parini, caratterizzata quest'ultima da una croce sulla quale la X del Monogramma di Cristo era formata da due J incrociate, in modo da significare con la lettera P «Joseph Parini Jacet». Nel giugno del 1922 la lapide sepolcrale del Parini venne ritirata dal deposito del Cimitero Monumentale da Giuseppe Trapani, economo bibliotecario della Braidense, e da lui depositata presso Brera ove sarebbe stata collocata in cima alla scala della Biblioteca. Si ritiene che tale lapide sia quella originale, un tempo collocata nel vecchio cimitero della Mojazza e portata poi nei depositi del Monumentale. Ecco un breve prospetto cronologico in cui si ripercorrono le più illustri sepolture che vennero ospitate alla Mojazza. Cesare Beccaria (1738-1794), giurista ed economista milanese Giuseppe Parini (1729-1799), poeta e letterato milanese; la lapide è stata murata all'ingresso della Biblioteca di Brera il 15 luglio 1922 Martin Knoller (1725-1804), celebre pittore tirolese, insegnante all'Accademia di Brera Giuseppe Prina (1766-1814), sventurato ministro delle Finanze del Regno d'Italia Francesco Melzi d'Eril (1753-1816), nobile milanese, vicepresidente della Repubblica Italiana Scipione Breislack (1750-1826), geologo e naturalista italiano, di origini svedesi Melchiorre Gioia (1767-1829), noto economista e intellettuale milanese. Il nome è però indicato, probabilmente erroneamente, anche al Fopponino di Porta Vercellina Angelo Cesaris (1749-1832), abate e astronomo, direttore dell'Osservatorio astronomico di Brera Barnaba Oriani (1752-1832), matematico e astronomo milanese; la lapide è stata trasportata nell'atrio della Certosa di Garegnano. Il nome è però indicato, probabilmente erroneamente, anche al Fopponino di Porta Vercellina Pietro Pestagalli (1776-1853), architetto milanese Camillo Pacetti (1758 - 1826), scultore italiano; suoi lavori sono visibili sulla facciata del Duomo di Milano e all'arco della Pace Carlo Mozart (1784-1858), funzionario municipale alla contabilità, figlio di Wolfgang Amadeus Mozart Carlo Tedeschi, Origini e vicende dei cimiteri di Milano e del servizio mortuario, Milano, Giacomo Agnelli, 1899 Gaetano Crespi, La Mojazza, frammento della Milano vecchia, Milano, 1911 Almanacco della famiglia meneghina, Milano, Ceschina, 1966 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su cimitero della Mojazza