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Azienda ospedaliera G. Brotzu

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Vista del Brotzu da Su Planu
Vista del Brotzu da Su Planu

L'Azienda ospedaliera autonoma "G. Brotzu" è un'azienda sanitaria pubblica di Cagliari intitolata al noto medico sardo Giuseppe Brotzu, al quale si deve l'importante scoperta delle cefalosporine. Situata nel quartiere di San Michele, rappresenta il più grande ed importante complesso ospedaliero di tutta la Sardegna; comprende tre presidii: l'ospedale di alta specializzazione e di rilievo nazionale "San Michele" l’ospedale oncologico "Armando Businco" l'ospedale pediatrico microcitemico "Antonio Cao"

Estratto dall'articolo di Wikipedia Azienda ospedaliera G. Brotzu (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Azienda ospedaliera G. Brotzu
Piazzale Alessandro Ricchi,

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 39.248389 ° E 9.108583 °
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Indirizzo

Ospedale San Michele (Azienda Ospedaliera Giuseppe Brotzu)

Piazzale Alessandro Ricchi 1
09121
Sardegna, Italia
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Vista del Brotzu da Su Planu
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Luoghi vicini

Cimitero di San Michele (Cagliari)

Il cimitero di San Michele si trova a Cagliari, in piazza dei Castellani, nel quartiere San Michele. Il cimitero, ideato negli anni 30 del XX secolo, nacque per integrare il camposanto ottocentesco di Bonaria, che fra l'altro sorgeva in una zona ormai densamente urbanizzata. Il progetto del San Michele, al quale collaborò l'architetto Cesare Valle, si deve all'Ufficio tecnico comunale. La prima versione del progetto risale al 1933 e la definitiva, dell'anno successivo, venne poi realizzata in maniera non del tutto fedele. Il cimitero venne inaugurato nel 1940. Tra i primi defunti ad esservi tumulati vi furono i diversi caduti, sia civili che militari, della seconda guerra mondiale. Il cimitero si sviluppa su una vasta area quadrangolare. Su piazza dei Castellani si affaccia il famedio, un'alta struttura coperta da cupola semisferica bizantineggiante, raccordato ai due avancorpi laterali (che ospitano gli uffici e camere mortuarie) tramite porticati retti da pilastri di travertino. In travertino è anche lo zoccolo del famedio e degli avancorpi, mentre i prospetti sono in trachite di Serrenti. All'interno del cimitero, in asse col famedio, si trova il viale centrale, in lieve salita e intervallato a tratti da scalinate, che conduce alla cappella. Quest'ultima, in stile razionalista, ospita all'interno una grande tela raffigurante la Resurrezione di Cristo (1990), opera di Gigi Camedda. Nel cimitero si trova il sacrario dedicato alla memoria dei soldati caduti durante la seconda guerra mondiale, caratterizzato da una struttura tronco conica con paramento in pietra a vista, simile a un nuraghe. Inoltre, attorno al sacrario, trovano posto le aree in cui sono ospitate sepolture di soldati inglesi e tedeschi. I caduti civili dei bombardamenti su Cagliari del 1943 sono invece commemorate da un moderno monumento detto Albero della vita. Tra le personalità sepolte a San Michele si ricordano: Giuseppe Brotzu, Francesco Cocco Ortu, Enrico Endrich, Paolo De Magistris, Giovanni Battista Melis, Salvatore Ferrara, Antonio Follese, Giuseppe Asquer, Gavino Dessì Deliperi, Mario Palomba, Giuseppe Peretti, Sergio Atzeni, Bachisio Scarpa, Andrea Arrica, Ghigo Solinas, Mario Mameli , Giusy Devinu, Mariano Delogu, Agostino Castelli, Emanuele Sanna, Tito Stagno, Nenè e Mario Martiradonna.

Chiesa di Sant'Avendrace

La chiesa di Sant'Avendrace è un luogo di culto cattolico di Cagliari, sede dell'omonima parrocchia, nell'omonimo quartiere, in viale Sant'Avendrace. I registri parrocchiali attestano l'esistenza del tempio dal XVII secolo (al '600 risale anche un disegno della chiesa, custodito nella Biblioteca Universitaria), tuttavia non si conosce la data della sua fondazione, che secondo la tradizione fu posta in essere sul luogo della morte di sant'Avendrace, vescovo di Cagliari nel I secolo. Di fatto la chiesa sorse sopra un piccolo ambiente ipogeo, che oggi ne costituisce la cripta, tradizionalmente considerato il luogo dove il vescovo si rifugiò nel tentativo di sfuggire alle persecuzioni e dove, dopo la morte, sarebbe stato sepolto il suo corpo. Nella stessa cripta si trova anche una sorgente d'acqua ritenuta miracolosa. La chiesa attuale risente dei numerosi restauri e rifacimenti che l'hanno interessata nel corso dei secoli e che portarono persino all'inversione dell'asse liturgico. L'edificio si presenta semplice e di scarso interesse artistico. La facciata, preceduta da un cortile a cui si accede dal viale Sant'Avendrace, è a terminale piatto, con un campanile a vela al centro, semplice portale e una soprastante finestra quadrangolare. L'interno è a pianta rettangolare, scandito da archi diaframma ogivali tra i quali si situano le cappelle laterali. L'abside è semicircolare. L'accesso all'antica cripta, anch'essa non risparmiata da manomissioni nel XX secolo, si trova vicino all'ingresso, dove era collocato il presbiterio in origine.