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Riserva naturale orientata di Bosco Solivo

Aree naturali protette della provincia di NovaraBorgo TicinoPagine con mappe

La Riserva naturale orientata di Bosco Solivo, nota anche con il nome di Bosco Solivo, sorge nel basso Vergante ed è posizionata a sud-ovest del Lago Maggiore, nella parte in cui questo comincia a defluire nel fiume Ticino. L’area si sviluppa in Piemonte nel comune di Borgo Ticino e, per mezzo della legge regionale del 2006, è diventata una riserva naturale orientata. Il parco è costituito da una serie eterogenea di ecosistemi che comprendono una fitta area facoltosa di boschi e brughiere e una più residuale zona umida rappresentata da piccoli stagni e modesti corsi d’acqua.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Riserva naturale orientata di Bosco Solivo (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Riserva naturale orientata di Bosco Solivo
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N 45.6957 ° E 8.5859 °
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Riserva naturale orientata del Bosco Solivo

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28053
Piemonte, Italia
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Luoghi vicini

Chiesa di Santa Maria Assunta (Borgo Ticino)
Chiesa di Santa Maria Assunta (Borgo Ticino)

La chiesa di Santa Maria Assunta, nota anche come chiesa di Maria Vergine Assunta, è la parrocchiale di Borgo Ticino, in provincia e diocesi di Novara; fa parte dell'unità pastorale del Ticino. L'originaria chiesa borgoticinese, costituita da tre navate e dotata di cappelle laterali, sorse nel XII secolo; grazie alle Consignationes del 1347 si conosce che in paese sorgevano anche le cappelle di Santa Maria di Lupiate, di San Zenone e di San Michele, che dipendevano dalla parrocchiale di Santa Maria. All'inizio del XVII secolo il vescovo Carlo Bascapè, compiendo la sua visita pastorale, trovò che a Borgo Ticino vi erano due parrocchie. La chiesa di Santa Maria Assunta fu interessata nel XIX secolo da un intervento di ricostruzione, condotto su disegno del novarese Luigi Orelli. La facciata a salienti della chiesa, rivolta a sudovest, è suddivisa da una cornice marcapiano da una cornice marcapiano aggettante e modanata in due registri, entrambi scanditi da lesene e semicolonne; quello inferiore presenta al centro il portale maggiore lunettato e ai lati i due ingressi laterali e altrettante finestre, mentre quello superiore è affiancato da due volute, caratterizzato da una finestra semicircolare oppilata e coronato dal timpano triangolare, sopra cui è collocata una croce metallica. Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, la cui cella presenta una monofora su ogni lato ed è coronata dalla guglia piramidale. L'interno dell'edificio si compone di tre navate; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, a sua volta chiuso dall'abside di forma semicircolare. Parrocchie della diocesi di Novara Diocesi di Novara Borgo Ticino Regione ecclesiastica Piemonte Parrocchia di MARIA VERGINE ASSUNTA, su parrocchiemap.it. URL consultato il 9 ottobre 2021. Parrocchia di Maria Vergine Assunta, su comune.borgoticino.no.it. URL consultato il 9 ottobre 2021.

Stazione di Comignago
Stazione di Comignago

La stazione di Comignago è una stazione ferroviaria della linea Santhià-Arona, al servizio dell'omonimo comune, priva di traffico dal 2012. La stazione entrò in funzione il 4 gennaio 1906, con l'apertura del secondo tratto fra Borgomanero e Arona della linea Santhià-Arona. In origine era dotata di tre binari. Il movimento era svolto in regime di giunto telefonico mediante il quale il Dirigente Unico coordinava il personale addetto al movimento della stazione nell'effettuazione di incroci e precedenze. Nel 1987, con l'introduzione sulla linea ferroviaria del sistema di Controllo centralizzato del traffico, la stazione venne dotata di apparato ACEI, che sostituì i precedenti impianti per la manovra degli enti del piazzale comandati manualmente dal personale. Tale sistema ha permesso il controllo a distanza, mediante Dirigente Centrale Operativo. La gestione degli impianti, in origine affidata alle Ferrovie dello Stato, nel 2000 passò alla neocostituita Rete Ferroviaria Italiana. La stazione risulta senza traffico dal 17 giugno 2012, per effetto della sospensione del servizio sulla linea. La stazione è dotata di due binari passanti, di cui il secondo di corretto tracciato e il primo per gli incroci e precedenze con i deviatoi percorribili a 30 km/h. L'impianto era telecomandato a distanza con il sistema CTC, mediante il Dirigente Centrale Operativo con sede a Torino Lingotto. In direzione Santhià è posto il binario di scalo per i treni merci inutilizzato, dotato di un magazzino merci in stato di abbandono. Il fabbricato viaggiatori, a due piani, fu chiuso all'utenza in occasione dell'automatizzazione degli impianti. La stazione era in ultimo servita da treni regionali di Trenitalia fino al 17 giugno 2012, giorno in cui l'esercizio ferroviario è sospeso per decisione della Regione Piemonte e sostituito da autocorse. Mario Matto, Santhià e la ferrovia, una storia che dura da 150 anni, Editrice Grafica Santhiatese, Santhià 2006. ISBN 88-87374-95-3. Comignago Ferrovia Santhià-Arona Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Comignago

Comignago
Comignago

Comignago (Cumiagh in piemontese e in lombardo) è un comune italiano di 1 218 abitanti della provincia di Novara in Piemonte. Comignago è un paese della Provincia di Novara situato nei pressi del Vergante, vicino alla parte meridionale piemontese del Lago Maggiore. Il centro sorge in un'area collinare facilmente coltivabile, ricca di acque e, per questo, in passato popolata da diversi mulini. Nel corso dei secoli il territorio è stato un'importante zona di transito tra il Lago Maggiore e il Lago d’Orta. Il toponimo Comignago deriva da “Cominia”, una famiglia romana conosciuta a Roma all'epoca dei Tarquini che – nel periodo della colonizzazione della zona gallo-ligure – si insediò a Comignago facendo costruire nel centro del paese una residenza che, in seguito, diventerà l'abbazia di Santo Spirito. Molte sepolture sono riconducibili a un periodo che va dal I secolo a.C. al IV secolo d. C. e, quindi, testimoniano anche un primo stanziamento pre-romano di tipo gallo-ligure. In seguito alla caduta dell'Impero Romano la zona passò sotto la giurisdizione dei monaci. In questi anni del Medioevo la prima pergamena che parla di Comignago è datata 1046. Nel 1413 Comignago viene aggregato al feudo di Borgo Ticino assegnato ai Visconti. In seguito, nel 1447 il duca Filippo Maria Visconti consegna il feudo a Vitaliano Borromeo. A Comignago ebbe per secoli residenza la nobile famiglia Zaffira, che possedeva un palazzo detto Castello su un poggio a dirimpetto della Chiesa di S. Giovanni Battista. Lo stemma adottato dal comune è partito semitroncato: il primo d'argento, alla torre di rosso, cimata da una banderuola bifida di nero e fondata sulla pianura di verde; nel secondo d'azzurro, all'agnello d'argento che riposa sulla pianura di verde, con in bocca una lista d'argento recante il motto in lettere maiuscole di nero: VINCIT OMNIA HUMILITAS; il terzo di rosso, al liocorno d'argento, inalberato, accompagnato da venticinque fiammelle sparse, d'oro. Il gonfalone è un drappo rettangolare partito di azzurro e di bianco. La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista venne costruita nel XVII secolo sulla base di una precedente cappella di origine medievale. Sulla base di quanto riportato nei manoscritti medievali, nel 1282 i frati dell'Ordine degli Umiliati – che abitavano l'Abbazia – fecero costruire la torre del complesso, che fungeva da campanile. Da quando l'Ordine degli Umiliati fu soppresso nel 1571, fino alla fine del 1700 l'Abbazia appartenne: al Cardinale Scipione Borghese, ad Agostino Cusani e Carlo Francesco Durini ad Aloisio Omodei e a Lorenzo Raggi. Nel 1798 i beni e il complesso monasteriale furono venduti alla famiglia degli attuali proprietari. L'abitato di Comignago, specie nella parte a nord, è ricco di acque che di tanto in tanto riaffiorano a livello del suolo con fontanili o piccoli torrenti. Tali condizioni hanno permesso la costruzione, in passato, di almeno quattro mulini: Molino Vaglio, Molino del Croso, il Mulinetto e il Mulinazzo. I mulini, sono ora adibiti ad abitazioni private. Belen Rodriguez e il marito Stefano De Martino scelsero Comignago e l'Abbazia di Santo Spirito per celebrare il loro matrimonio. Abitanti censiti Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. La Stazione di Comignago, posta lungo la ferrovia Santhià-Arona, fu attivata il 16 gennaio 1905 e dal 2012 risulta senza traffico per effetto della sospensione del servizio sulla linea imposta dalla Regione Piemonte. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Comignago Sito ufficiale, su comune.comignago.no.it. Comignago, su sapere.it, De Agostini.

Chiesa di San Giovanni Battista (Comignago)
Chiesa di San Giovanni Battista (Comignago)

La chiesa di San Giovanni Battista è la parrocchiale di Comignago, in provincia e diocesi di Novara; fa parte dell'unità pastorale di Gattico. Anticamente sulla collina che domina l'abitato di Comignago sorgevano un castello e una cappella, quest'ultima risalente al XII secolo. Nel Trecento il castello fu definitivamente distrutto, lasciando così spazio per l'ampliamento del luogo di culto. La nuova parrocchiale venne edificata nel Seicento e il campanile fu realizzato inglobando un'antica torre del fortilizio; nel secolo successivo si provvide a costruire la scalinata d'accesso alla chiesa, voluta dall'allora parroco don De Giorgi. La facciata a capanna, rivolta a occidente, è suddivisa da una cornice marcapiano aggettante in due registri, entrambi tripartiti da quattro lesene; quello inferiore è caratterizzato dal portale d'ingresso, protetto dal protiro le cui colonnine sorreggono degli archi a tutto sesto, mentre quello superiore, coronato dal timpano triangolare, presenta al centro un'ampia specchiatura e ai lati due nicchie. Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora a tutto sesto ed è coronata dalla cupoletta poggiante sul tamburo. L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, sulla quale si affacciano le cappelle laterali introdotte da archi a tutto sesto e le cui pareti sono scandite da lesene con capitelli composite sorreggenti la cornice modanata e aggettante sopra la quale si imposta la volta; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di alcuni gradini, ospitante l'altare maggiore e chiuso dalla parete di fondo piatta. Comignago Parrocchie della diocesi di Novara Regione ecclesiastica Piemonte Diocesi di Novara Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Giovanni Battista Parrocchia di S. GIOVANNI BATTISTA, su parrocchiemap.it. URL consultato il 13 dicembre 2022.

Idroscalo Sant'Anna
Idroscalo Sant'Anna

L'idroscalo Sant'Anna è una proprietà del comune di Sesto Calende, nella località di Sant'Anna, interamente compresa nel Parco naturale lombardo della Valle del Ticino. L'idroscalo tra gli anni '20 e gli anni '30 divenne rampa di lancio per gli idrovolanti, il più famoso dei quali fu il Savoia-Marchetti S.55 pilotato da Italo Balbo nelle trasvolate atlantiche del 1930, 1931 e del 1933. A 50 anni dalla fine della guerra, dopo aver disinnescato le diverse bombe inesplose e aver spianato i crateri delle esplosioni una parte dell'area è stata resa accessibile ed adibita a parco pubblico, chiamato Parco Europa. Alcune tra le strutture superstiti sono state restaurate. La frazione di Sant'Anna è diventata celebre per l'installazione dell'idroscalo della Savoia-Marchetti, Società Idrovolanti Alta Italia, fondata nel 1915 a Sesto Calende. Partendo da questo idroscalo, nel settembre 1920, Umberto Maddalena conquistò il primato per il più lungo Raid compiuto da idrovolanti volando da Sant'Anna ad Helsinki su di un idrovolante Savoia-Marchetti S.16. Nel 1925 Francesco De Pinedo e il motorista Ernesto Campanelli volarono per 370 ore percorrendo, con l'idrovolante Savoia-Marchetti S.16 detto Gennariello, 55.000 chilometri da Sant'Anna verso Melbourne, Tokio per giungere poi a Roma. Negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, dopo la firma dell'armistizio, l'idroscalo di S. Anna fu occupato dalla Xª Flottiglia, fedele alla Repubblica Sociale Italiana, che istituì una scuola di addestramento dove erano effettuate le prove delle motosiluranti per attacco veloce, prodotte negli stabilimenti della Savoia-Marchetti di Sesto Calende e Vergiate. La scuola, intitolata al comandante Salvatore Todaro, era nota all'aviazione anglo-americana che, insieme al ponte di ferro sul Ticino, la bombardò più volte. La frazione di Sant'Anna è un piccolo agglomerato urbano tra Sesto Calende e Lisanza, immerso in zone che un tempo erano agricole ed oggi sono residenziali. Nel nucleo centrale dell'insediamento permane il vecchio villaggio industriale, sorto due secoli fa, in funzione della prima vetreria fondata dall'imprenditore milanese G. Rossini. L'insediamento comprende: la villa del proprietario, gli uffici, le case per gli operai, l'osteria e un oratorio privato, donato in seguito alla comunità. Il progetto nacque per volontà dell'imprenditore, oggi permangono alcuni fabbricati che mantengono i caratteri architettonici ottocenteschi. La chiesa è stata successivamente ampliata e dotata di un campanile intorno al 1860, inoltre un intervento di restauro è stato eseguito nel 1997. L'edificio ha un'unica navata con volta a botte, abside semicircolare, e due cappelle laterali. Intorno alla prima metà del secolo scorso nella zona entrò in funzione una grande acciaieria che utilizzava ferro di recupero. Quest'ulteriore attività ha lasciato traccia nella toponomastica: la via che conduce alla vetreria si chiama infatti Via Ferriera. Nei capannoni dell'acciaieria è stato successivamente aperto poi un grande cantiere nautico e di rimessaggio, che tuttora svolge la sua attività. Sono poi stati aperti nelle immediate vicinanze un secondo cantiere ed un ampio campeggio. Il Parco Europa rappresenta un importante luogo della memoria collettiva, segno di un momento storico in cui Sesto Calende fu al centro dello sviluppo aeronautico italiano e mondiale. L'arco d'ingresso esibisce un'aquila della regia Aeronautica restaurata, l'arco è affiancato da una delle due garitte che si salvò dalla dispersione. A pochi metri di distanza vi è il bunker antiaereo. Delle strutture superstiti dai bombardamenti alleati, uno dei due hangar è stato restaurato e oggi ospita mostre e convegni. Il secondo capannone superstite versa in pessime condizioni. All'interno degli hangar venivano assemblati gli idrovolanti e poi i barchini esplosivi. Dietro i due capannoni, la torre dell'acquedotto è attualmente coperta da rampicanti e ormai poco visibile. Superando i due capannoni, si incontra quella che era la palazzina degli ufficiali: l'edificio, più volte e in più progetti destinato al recupero e al riutilizzo per fini museali, purtroppo ad oggi versa in cattive condizioni. Più avanti lungo la sponda, ma poco visibile si trova il pontile che servì per l'approdo degli idrovolanti. Il Parco Europa venne inaugurato e aperto al pubblico nel 2002. Nel fabbricato ristrutturato è stato realizzato un salone polivalente e dal 2007 al 2017 è stato sede degli uffici e delle aule della storica scuola di volo Air Vergiate.. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su ex Idroscalo Sant'Anna

Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto
Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto

La riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto, nota anche con il nome di Canneti di Dormelletto, è un'area naturale protetta posizionata sul versante occidentale del Lago Maggiore nel comune di Dormelletto, in Piemonte. Tale area litoranea è stata istituita dalla Regione Piemonte, in accordo con il comune e l'Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, con lo scopo di preservare un habitat umido raro. La riserva naturale è facilmente raggiungibile. Gli accessi principali si raggiungono uscendo dalla diramazione Gallarate-Gattico A8-A26 presso il casello di Castelletto sopra Ticino, oppure uscendo dalla A26 al casello di Arona. Entrati nel territorio comunale di Dormelletto, lungo la strada statale 33 del Sempione, l'area si raggiunge svoltando in direzione del lago e seguendo le indicazioni della viabilità comunale (via Leonardo da Vinci, via Pisa e via Riviera. L'area si trova a poca distanza dalla stazione di Dormelletto Paese lungo la ferrovia Arona-Novara. La riserva si estende per una lunghezza di 4 km e una superficie di 157 ha lungo la riva piemontese del Lago Maggiore. Insieme a quelli di Fondotoce, i canneti di Dormelletto rappresentano uno degli ultimi esempi del novarese di zona di transizione tra terra e acqua a prevalente vegetazione spontanea, costituita da canneti. Il territorio è gestito dall'Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore ed è protetto insieme ad altre riserve del Piemonte orientale. All'interno dei confini dell'area naturale è presente Villa Tesio, edificio di rilevante interesse storico per l'allevamento dei cavalli, tra i quali il celebre Ribot. Il paesaggio della zona è caratterizzato da un forte contrasto tra un ambiente molto antropizzato, un complesso agricolo di pregio (Villa Tesio) e la residua vegetazione lacustre. A conferma di ciò, e nonostante l'area sia tutelata dal punto di vista naturalistico, sono presenti numerose strutture ricettive e attrezzature balneari, concentrate soprattutto nella spiaggia libera chiamata Pirolino. La copertura vegetale della riserva è costituita da cenosi arboree frammentarie ed alto-erbacee continue lungo il litorale, con notevoli superfici a fragmiteto. La specie vegetale più presente nella riserva naturale è la cannuccia di palude (Phragmites australis), una pianta alta tra i 3 e i 4 metri costituita da un fusto rigido ricoperto di foglioline e culminante con un'inflorescenza denominata pannocchia; tale tipo di pianta lacustre svolge un'importante funzione di filtro delle acque del lago. L'ambiente umido del canneto e la limitrofa zona boscata creano un habitat specifico per le specie ittiche nonché per la nidificazione e lo svernamento di numerose specie ornitologiche. Nel territorio della riserva, in Via Riviera, vicino al confine con il comune di Arona, è presente un Salice bianco (Salix alba) che, a inizio 2018, è stato incluso dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nell'elenco nazionale degli alberi monumentali. Tra la fauna ittica che popola le acque della riserva i più numerosi sono il luccio (Esox lucius) e la carpa (Cyprinus carpio), che depongono le loro uova sulla parte immersa delle canne che poi, in futuro, rappresenterà un luogo di rifugio, di protezione e di nutrimento per i nascituri. 15 delle 25 specie di pesci presenti nel Lago Maggiore sono legate in vario modo al canneto. Tra gil uccelli nidificanti in Italia, alcuni vengono in questa area per nidificare, altri sostano durante la migrazione mentre altri ancora vi stazionano tutto l'anno. Sono state censite più di 120 specie differenti, tra i quali svassi, cigni, folaghe e rondini. Parco naturale dei Lagoni di Mercurago Phragmites australis Villa Tesio Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto, su Parks.it. (EN) Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto, su Sistema informativo europeo della natura - Common Database on Designated Areas, EEA.

Villa Tesio
Villa Tesio

Villa Tesio è una villa storica situata nel comune di Dormelletto, presso la storica località "Dormello", sulle rive del Lago Maggiore (in Piemonte) all'interno della Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto. Grazie alla passione e agli studi di Federico Tesio e di sua moglie Lydia Fiori, Villa Tesio e le sue scuderie sono diventate celebri per aver fatto nascere il più grande allevamento di cavalli del mondo e, altresì, una nuova razza di cavalli da corsa molto famosa, conosciuta con il nome di Dormello-Olgiata. Prima del novecento e dell'insediamento di Federico Tesio, le terre di Dormello – situate nel comune di Dormelletto - avevano conosciuto l'allevamento del bestiame solo in funzione della produzione agricola. La località, inoltre, era sede di rinomata villeggiatura d'élite. Nel 1898 Federico Tesio decise, insieme a sua moglie Lydia Fiori, di stabilire le proprie scuderie su queste terre, poiché erano caratterizzate da un ambiente considerato adatto per l'allevamento dei cavalli: vista la prossimità del Lago Maggiore il clima era temperato ma con un alto tasso di umidità; il terreno, molto sabbioso, invece risultava essere asciutto. Dalla ex-Villa Conelli nacque Villa Tesio, sul cui muro esterno venne dipinta la croce di Sant'Andrea, emblema dell’omonima scuderia; notevoli furono i lavori per drenare il terreno, curare i prati, le stalle e i maneggi. Ben presto, intorno a Villa Tesio e all’omonima scuderia cominciarono a “ruotare” diverse cascine presenti sul territorio comunale, rilevate dallo stesso Federico Tesio e adibite a scuderie: "Surga", "Montaccio", "Rotta", "Moretta”, "Cucchetta", "Torbera" e "Motta". Si venne così creare il complesso di scuderie più grande d'Italia. Proprio da qui, vennero lanciati sulla scena dell'ippica internazionale esemplari che lasciarono un segno indelebile nel tempo: Nearco, Bellini, Donatello II e Ribot. Nei primi sessant’anni del novecento il registro degli ospiti di Villa Tesio annovera nomi quali quelli del duca d'Aosta, della duchessa Elena, del conte di Parigi, dell'Aga Khan. Il complesso di Villa Tesio è annunciato da un cancello bianco che si distingue per la presenza di due “scudi” circolari ove sono riprodotti le croci di Sant’Andrea (emblema delle scuderie di Federico Tesio). Il viale che porta dal cancello alla struttura è costeggiato da un doppio filare di cipressi; il tutto è circondato da ampi prati con le caratteristiche staccionate di legno che delimitano l’area dedicata cavalli. La facciata di Villa Tesio è posizionata di fronte al Lago Maggiore mentre gli altri lati lambiscono l'esteso parco-prateria. La costruzione ha linee semplici ed è disposta su tre piani. Interessante e originale la lunga balconata di legno, con motivi romboidali, sorretta da mensole in serizzo, collocata al primo piano della parte frontale. Oggi, senza Federico Tesio e il marchese Incisa, le scuderie di Villa Tesio e suoi prati sono solcati da qualche fattrice e puledro da corsa. I neonati puledri vengono qui allevati per sei mesi e successivamente vengono venduti alle aste pubbliche (Inghilterra o Italia), oppure vengono portati nei luoghi di allenamento per la corsa a Milano, Roma e Varese. Anche molte di quelle cascine un tempo rilevate da Federico Tesio hanno mantenuto la tradizione di allevamento ippico, come negli attuali allevamenti della cascina "Cucchetta", "Moretta", della "Surga" e del "Montaccio”. Dormelletto Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto Federico Tesio Ippica Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa Tesio