place

Villa Tesio

Architetture di DormellettoPagine con mappeVille della provincia di Novara
Villa Tesio
Villa Tesio

Villa Tesio è una villa storica situata nel comune di Dormelletto, presso la storica località "Dormello", sulle rive del Lago Maggiore (in Piemonte) all'interno della Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto. Grazie alla passione e agli studi di Federico Tesio e di sua moglie Lydia Fiori, Villa Tesio e le sue scuderie sono diventate celebri per aver fatto nascere il più grande allevamento di cavalli del mondo e, altresì, una nuova razza di cavalli da corsa molto famosa, conosciuta con il nome di Dormello-Olgiata. Prima del novecento e dell'insediamento di Federico Tesio, le terre di Dormello – situate nel comune di Dormelletto - avevano conosciuto l'allevamento del bestiame solo in funzione della produzione agricola. La località, inoltre, era sede di rinomata villeggiatura d'élite. Nel 1898 Federico Tesio decise, insieme a sua moglie Lydia Fiori, di stabilire le proprie scuderie su queste terre, poiché erano caratterizzate da un ambiente considerato adatto per l'allevamento dei cavalli: vista la prossimità del Lago Maggiore il clima era temperato ma con un alto tasso di umidità; il terreno, molto sabbioso, invece risultava essere asciutto. Dalla ex-Villa Conelli nacque Villa Tesio, sul cui muro esterno venne dipinta la croce di Sant'Andrea, emblema dell’omonima scuderia; notevoli furono i lavori per drenare il terreno, curare i prati, le stalle e i maneggi. Ben presto, intorno a Villa Tesio e all’omonima scuderia cominciarono a “ruotare” diverse cascine presenti sul territorio comunale, rilevate dallo stesso Federico Tesio e adibite a scuderie: "Surga", "Montaccio", "Rotta", "Moretta”, "Cucchetta", "Torbera" e "Motta". Si venne così creare il complesso di scuderie più grande d'Italia. Proprio da qui, vennero lanciati sulla scena dell'ippica internazionale esemplari che lasciarono un segno indelebile nel tempo: Nearco, Bellini, Donatello II e Ribot. Nei primi sessant’anni del novecento il registro degli ospiti di Villa Tesio annovera nomi quali quelli del duca d'Aosta, della duchessa Elena, del conte di Parigi, dell'Aga Khan. Il complesso di Villa Tesio è annunciato da un cancello bianco che si distingue per la presenza di due “scudi” circolari ove sono riprodotti le croci di Sant’Andrea (emblema delle scuderie di Federico Tesio). Il viale che porta dal cancello alla struttura è costeggiato da un doppio filare di cipressi; il tutto è circondato da ampi prati con le caratteristiche staccionate di legno che delimitano l’area dedicata cavalli. La facciata di Villa Tesio è posizionata di fronte al Lago Maggiore mentre gli altri lati lambiscono l'esteso parco-prateria. La costruzione ha linee semplici ed è disposta su tre piani. Interessante e originale la lunga balconata di legno, con motivi romboidali, sorretta da mensole in serizzo, collocata al primo piano della parte frontale. Oggi, senza Federico Tesio e il marchese Incisa, le scuderie di Villa Tesio e suoi prati sono solcati da qualche fattrice e puledro da corsa. I neonati puledri vengono qui allevati per sei mesi e successivamente vengono venduti alle aste pubbliche (Inghilterra o Italia), oppure vengono portati nei luoghi di allenamento per la corsa a Milano, Roma e Varese. Anche molte di quelle cascine un tempo rilevate da Federico Tesio hanno mantenuto la tradizione di allevamento ippico, come negli attuali allevamenti della cascina "Cucchetta", "Moretta", della "Surga" e del "Montaccio”. Dormelletto Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto Federico Tesio Ippica Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa Tesio

Estratto dall'articolo di Wikipedia Villa Tesio (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Villa Tesio
Via Enrico Fermi,

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Villa TesioContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.74015 ° E 8.57364 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Via Enrico Fermi

Via Enrico Fermi
28041
Piemonte, Italia
mapAprire su Google Maps

Villa Tesio
Villa Tesio
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto
Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto

La riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto, nota anche con il nome di Canneti di Dormelletto, è un'area naturale protetta posizionata sul versante occidentale del Lago Maggiore nel comune di Dormelletto, in Piemonte. Tale area litoranea è stata istituita dalla Regione Piemonte, in accordo con il comune e l'Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, con lo scopo di preservare un habitat umido raro. La riserva naturale è facilmente raggiungibile. Gli accessi principali si raggiungono uscendo dalla diramazione Gallarate-Gattico A8-A26 presso il casello di Castelletto sopra Ticino, oppure uscendo dalla A26 al casello di Arona. Entrati nel territorio comunale di Dormelletto, lungo la strada statale 33 del Sempione, l'area si raggiunge svoltando in direzione del lago e seguendo le indicazioni della viabilità comunale (via Leonardo da Vinci, via Pisa e via Riviera. L'area si trova a poca distanza dalla stazione di Dormelletto Paese lungo la ferrovia Arona-Novara. La riserva si estende per una lunghezza di 4 km e una superficie di 157 ha lungo la riva piemontese del Lago Maggiore. Insieme a quelli di Fondotoce, i canneti di Dormelletto rappresentano uno degli ultimi esempi del novarese di zona di transizione tra terra e acqua a prevalente vegetazione spontanea, costituita da canneti. Il territorio è gestito dall'Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore ed è protetto insieme ad altre riserve del Piemonte orientale. All'interno dei confini dell'area naturale è presente Villa Tesio, edificio di rilevante interesse storico per l'allevamento dei cavalli, tra i quali il celebre Ribot. Il paesaggio della zona è caratterizzato da un forte contrasto tra un ambiente molto antropizzato, un complesso agricolo di pregio (Villa Tesio) e la residua vegetazione lacustre. A conferma di ciò, e nonostante l'area sia tutelata dal punto di vista naturalistico, sono presenti numerose strutture ricettive e attrezzature balneari, concentrate soprattutto nella spiaggia libera chiamata Pirolino. La copertura vegetale della riserva è costituita da cenosi arboree frammentarie ed alto-erbacee continue lungo il litorale, con notevoli superfici a fragmiteto. La specie vegetale più presente nella riserva naturale è la cannuccia di palude (Phragmites australis), una pianta alta tra i 3 e i 4 metri costituita da un fusto rigido ricoperto di foglioline e culminante con un'inflorescenza denominata pannocchia; tale tipo di pianta lacustre svolge un'importante funzione di filtro delle acque del lago. L'ambiente umido del canneto e la limitrofa zona boscata creano un habitat specifico per le specie ittiche nonché per la nidificazione e lo svernamento di numerose specie ornitologiche. Nel territorio della riserva, in Via Riviera, vicino al confine con il comune di Arona, è presente un Salice bianco (Salix alba) che, a inizio 2018, è stato incluso dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nell'elenco nazionale degli alberi monumentali. Tra la fauna ittica che popola le acque della riserva i più numerosi sono il luccio (Esox lucius) e la carpa (Cyprinus carpio), che depongono le loro uova sulla parte immersa delle canne che poi, in futuro, rappresenterà un luogo di rifugio, di protezione e di nutrimento per i nascituri. 15 delle 25 specie di pesci presenti nel Lago Maggiore sono legate in vario modo al canneto. Tra gil uccelli nidificanti in Italia, alcuni vengono in questa area per nidificare, altri sostano durante la migrazione mentre altri ancora vi stazionano tutto l'anno. Sono state censite più di 120 specie differenti, tra i quali svassi, cigni, folaghe e rondini. Parco naturale dei Lagoni di Mercurago Phragmites australis Villa Tesio Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto, su Parks.it. (EN) Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto, su Sistema informativo europeo della natura - Common Database on Designated Areas, EEA.

Parco naturale dei Lagoni di Mercurago
Parco naturale dei Lagoni di Mercurago

Il parco naturale dei Lagoni di Mercurago, noto anche semplicemente con il nome di Parco dei Lagoni, è un'area naturale protetta situata sul versante occidentale del Lago Maggiore in una zona collinare del Piemonte, tra i comuni di Arona, Dormelletto, Comignago e Oleggio Castello. Dal 1980 il parco è un'area naturale protetta e nel 2011 è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, rientrando tra i 111 siti palafitticoli preistorici localizzati attorno alle Alpi. Il Parco comprende una serie eterogenea di ecosistemi: la zona umida, ricca di stagni, torbiere e paludi, rappresenta il vero cuore pulsante del parco; nei prati e nei pascoli si coltiva e si pratica l'allevamento di cavalli da corsa, il tutto in un contesto poco urbanizzato e ricco di boschi e brughiere. Il Parco naturale si estende su di una superficie di circa 473 ettari circa, sulle ampie colline moreniche - vecchie di oltre diecimila anni - che circondano la parte piemontese del Lago Maggiore. Tale area naturale, che si sviluppa su più comuni del novarese, è poco lontana dal centro di Arona e ha come accesso principale Mercurago (frazione di Arona). La natura, che domina incontrastata nel Parco, non è stata scalfita da quelle attività umane residuali esistenti che, pertanto, si sono integrate in maniera esemplare. L'accesso principale al Parco dei Lagoni è quello della sede e del centro visite, in via Gattico 6 a Mercurago, frazione di Arona. L'area è annunciata da una serie di cartelli segnaletici (marroni con scritta bianca) e da stemmi con il martin pescatore. Con l'istituzione dell'area naturale protetta, nel 1980, si è riusciti a preservare una flora che tutt'oggi è ancora ricca di specie vegetali più o meno rare, tipiche di alcune zone umide. Tra queste, infatti, si possono annoverare la castagna d'acqua, le tife, mazzasorda, la cannuccia di palude, le ninfee, i carici e i mughetti. Il tutto in un contesto, quello del Parco dei Lagoni, ricco di boschi caratterizzati dalla presenza di querce, castagni, betulle, frassini, e di conifere. Molti sono anche i funghi presenti nel sottobosco. Importante nota è in ultimo costituita dal fatto che è stata rinvenuta una particolare specie di fungo: il Crepidotus roseornatus, unico esemplare presente in Italia. Nel corso degli anni il Parco dei Lagoni, protetto dalle politiche di edificazione e urbanizzazione, è riuscito a dare asilo a diverse specie di animali, tra i quali: mustelidi, rapaci, roditori, anfibie (rana rossa, rana verde, raganella e rospi) e oltre 113 specie di uccelli migratori e stanziali. Accanto a questa fauna di tipo "spontaneo" sono collocati i pascoli e i maneggi allestiti, alcuni decenni fa, da Federico Tesio come centri per l'allevamento di cavalli. Il Parco dei Lagoni, inoltre, rappresenta un interessante insediamento preistorico e archeologico. Nel corso degli anni, infatti, sono stati rinvenuti diversi insediamenti, risalenti all'età del bronzo e alcune domus romane. Nel 1860, nella torbiera del Lagone, sono stati rinvenuti - per la prima volta in Italia - i resti di alcune palafitte (impalcati di legno e pali sprofondati nel limo e nella torba). Oltre alle palafitte, nel tempo, sono stati recuperati una piroga scavata in un tronco, vasi di ceramica, resti di ruote di carri agricoli e di un carro da combattimento, spilloni per capelli, pugnali, una spada e una punta di lancia in bronzo. Il territorio è gestito dall'Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore ed è protetto insieme al Parco naturale della Valle del Ticino, alla Riserva naturale speciale Fondo Toce, alla Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto e, infine, alla Riserva naturale orientata di Bosco Solivo. Nella zona è stato istituito il Sito di interesse comunitario SIC Lagoni di Mercurago (IT1150002). Aree naturali protette del Piemonte Elenco delle riserve naturali regionali italiane Siti di interesse comunitario del Piemonte Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto Riserva naturale speciale Fondo Toce Siti palafitticoli preistorici attorno alle Alpi Villaggio delle Macine Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su parco naturale dei Lagoni di Mercurago Sito ufficiale, su parcoticinolagomaggiore.it. URL consultato il 15 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2015). Parco naturale dei Lagoni di Mercurago su www.parks.it, portale dei parchi italiani

Asilo Bottelli
Asilo Bottelli

L'Asilo Bottelli è un edificio storico di Arona (NO) inaugurato nel 1854, un tempo adibito ad asilo infantile e scuola femminile. Dal 1995 non è più utilizzato come scuola dell'infanzia, vincolato perpetuamente a finalità educative ospita ora un centro diurno per diversamente abili e parte dei corsi della sezione locale di Unitre - Università della Terza Età. La necessità di dotare la città di Arona di un asilo infantile era da tempo sentita e venne espressa pubblicamente nel maggio del 1844 in occasione dell'inaugurazione del piroscafo Verbano II in un discorso tenuto dall'abate Botero, insegnante nelle scuole locali. Nel 1848 il canonico Luigi Boniforti rinnovò l'esortazione nel suo testo Carità verso la patria. L'impulso alla costruzione arrivò dal Cavalier Luigi Bottelli, già sindaco di Arona nei periodi 1832-1835 e 1839-1849, che nel 1850 decise di erigere un edificio destinandolo ad asilo infantile e scuola per fanciulle incaricando del progetto l'architetto Antonio Polli originario dell'Isola Bella. Luigi Bottelli era cugino per parte di madre ed esecutore testamentario delle sorelle Berrini che lasciarono un ingente patrimonio destinandolo all'educazione delle povere figlie d'Arona, già nel 1840 era stata fondata in quella che un tempo era la loro abitazione una scuola femminile che nel 1854 verrà trasferita nel piano superiore del nuovo fabbricato dell'Asilo. L'atto di approvazione dell'asilo risale al 19 febbraio 1854 mentre l'inaugurazione avvenne con celebrazioni solenni il 31 maggio 1854, in quella occasione tenne un discorso il politico e letterato Achille Mauri, ottimo amico del Bottelli fin da quando fu suo ospite dopo la fuga da Milano a causa dell'Armistizio Salasco e più volte Deputato del Regno di Sardegna per il collegio di Arona. Il ruolo di direttrice e maestra fu assegnato a due sorelle di Mondovì, Angela e Felicita Carlevaris, consigliate al presidente dell'asilo da Ferrante Aporti, all'epoca ispettore generale degli asili di Torino. Bottelli aveva mantenuto la proprietà di un locale e di due spazi nel seminterrato, nel tempo, con i vari passaggi di eredità vennero progressivamente ceduto prima la nuda proprietà e poi anche l'usufrutto dei locali, nel 1880, in occasione di una di queste cessioni venne aggiunto al nome "Asilo Infantile" il predicato "Bottelli". Il passaggio definitivo dell'intera proprietà all'istituzione avvenne nel 1893. La costruzione si affaccia su quella che un tempo era chiamata "strada regia del Sempione", le fondamenta sono situate nell'antico fossato delle mura borromee risalenti al XV secolo, le mura lambivano lo spigolo nord-est dell'edificio. Le caratteristiche del progetto originario si evincono dai "Testimoniali di Stato del Caseggiato" redatti dall'ingegner Merzagora. La facciata era delimitata da due cancellate, quella settentrionale portava ad un cortiletto e alle cantine quella più a sud portava nel cortile retrostante l'edificio, in epoca attuale vi si trova lo spazio che separa l'edificio dell'asilo dall'edificio che lo affianca che ospita un salone comunale polifunzionale. La pianta è sostanzialmente quadrata, la facciata riprende le caratteristiche del neoclassicismo francese introdotto da Leopoldo Pollack, un evidente marcapiano ne caratterizza le linee orizzontali mentre otto lesene doricheggianti costituiscono le linee verticali della facciata. Gli stessi caratteri architettonici si ritrovano in ville sul lago della medesima epoca e nei progetti novaresi di Alessandro Antonelli. Al piano inferiore due corridoi si incrociavano delimitando i locali, i due più grandi erano adibiti ad aula scolastica e refettorio. Al piano superiore si trovavano l'abitazione della direzione e le scuole femminili. Nell'agosto del 1895 venne avviata la costruzione del nuovo refettorio chiamato salone Merzagora in onore di Paolo Merzagora, ingegnere ed ex-sindaco che aveva avviato il primo piano urbanistico di ampliamento e ammodernamento della città. Il primo anno di funzionamento l'asilo registra 135 bambini frequentanti, la maggioranza di questi non pagano la retta perché provenienti da famiglie povere. Nel tempo il numero di bambini cresce fino a 190 nel 1859. Il costo per bambino è pari a 5 centesimi al giorno per vitto combustibile e istruzione, i costi sono coperti dagli azionisti dell'ente, da rendite e donazioni e dalle rette (esigue) dei bambini paganti. Nel 1864 i bambini sono 226. Nel 1873 l'Asilo Bottelli diventa Opera Pia, tra i frequentanti tra il 1879 e il 1881 c'è anche Maurilio Fossati che diverrà arcivescovo di Torino e cardinale. Nei primi anni del XX secolo le spese cominciano a superare le entrate. Nel 1925 in seguito ad alcuni illeciti amministrativi viene licenziato tutto il personale e la gestione viene affidata alle suore della carità di Vercelli. Nel 1943 il nome Asilo Infantile viene sostituito da Scuola Materna. Nel 1973 la scuola diviene statale e alle suore si affiancano insegnanti laiche. In seguito all'edificazione di strutture scolastiche più moderne le classi vengono trasferite e l'Asilo Bottelli cessa la sua funzione di scuola dell'infanzia nel 1995. Paolo Perucchetti, Arona, cenni storici con illustrazioni, Arona, Tipografia economica Fossati, 1894. Ivana Teruggi, L'asilo Bottelli e l'architettura scolastica in Arona a metà dell'800, in Giuseppe e Luigi Bottelli benefattori aronesi (1763-1863), collana Antiquarium, Arona, GASMA, 2006. Alberto Fornara, 140 anni di vita dell'asilo Bottelli, in Giuseppe e Luigi Bottelli benefattori aronesi (1763-1863), collana Antiquarium, Arona, GASMA, 2006. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Asilo Bottelli

Comignago
Comignago

Comignago (Cumiagh in piemontese e in lombardo) è un comune italiano di 1 218 abitanti della provincia di Novara in Piemonte. Comignago è un paese della Provincia di Novara situato nei pressi del Vergante, vicino alla parte meridionale piemontese del Lago Maggiore. Il centro sorge in un'area collinare facilmente coltivabile, ricca di acque e, per questo, in passato popolata da diversi mulini. Nel corso dei secoli il territorio è stato un'importante zona di transito tra il Lago Maggiore e il Lago d’Orta. Il toponimo Comignago deriva da “Cominia”, una famiglia romana conosciuta a Roma all'epoca dei Tarquini che – nel periodo della colonizzazione della zona gallo-ligure – si insediò a Comignago facendo costruire nel centro del paese una residenza che, in seguito, diventerà l'abbazia di Santo Spirito. Molte sepolture sono riconducibili a un periodo che va dal I secolo a.C. al IV secolo d. C. e, quindi, testimoniano anche un primo stanziamento pre-romano di tipo gallo-ligure. In seguito alla caduta dell'Impero Romano la zona passò sotto la giurisdizione dei monaci. In questi anni del Medioevo la prima pergamena che parla di Comignago è datata 1046. Nel 1413 Comignago viene aggregato al feudo di Borgo Ticino assegnato ai Visconti. In seguito, nel 1447 il duca Filippo Maria Visconti consegna il feudo a Vitaliano Borromeo. A Comignago ebbe per secoli residenza la nobile famiglia Zaffira, che possedeva un palazzo detto Castello su un poggio a dirimpetto della Chiesa di S. Giovanni Battista. Lo stemma adottato dal comune è partito semitroncato: il primo d'argento, alla torre di rosso, cimata da una banderuola bifida di nero e fondata sulla pianura di verde; nel secondo d'azzurro, all'agnello d'argento che riposa sulla pianura di verde, con in bocca una lista d'argento recante il motto in lettere maiuscole di nero: VINCIT OMNIA HUMILITAS; il terzo di rosso, al liocorno d'argento, inalberato, accompagnato da venticinque fiammelle sparse, d'oro. Il gonfalone è un drappo rettangolare partito di azzurro e di bianco. La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista venne costruita nel XVII secolo sulla base di una precedente cappella di origine medievale. Sulla base di quanto riportato nei manoscritti medievali, nel 1282 i frati dell'Ordine degli Umiliati – che abitavano l'Abbazia – fecero costruire la torre del complesso, che fungeva da campanile. Da quando l'Ordine degli Umiliati fu soppresso nel 1571, fino alla fine del 1700 l'Abbazia appartenne: al Cardinale Scipione Borghese, ad Agostino Cusani e Carlo Francesco Durini ad Aloisio Omodei e a Lorenzo Raggi. Nel 1798 i beni e il complesso monasteriale furono venduti alla famiglia degli attuali proprietari. L'abitato di Comignago, specie nella parte a nord, è ricco di acque che di tanto in tanto riaffiorano a livello del suolo con fontanili o piccoli torrenti. Tali condizioni hanno permesso la costruzione, in passato, di almeno quattro mulini: Molino Vaglio, Molino del Croso, il Mulinetto e il Mulinazzo. I mulini, sono ora adibiti ad abitazioni private. Belen Rodriguez e il marito Stefano De Martino scelsero Comignago e l'Abbazia di Santo Spirito per celebrare il loro matrimonio. Abitanti censiti Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. La Stazione di Comignago, posta lungo la ferrovia Santhià-Arona, fu attivata il 16 gennaio 1905 e dal 2012 risulta senza traffico per effetto della sospensione del servizio sulla linea imposta dalla Regione Piemonte. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Comignago Sito ufficiale, su comune.comignago.no.it. Comignago, su sapere.it, De Agostini.