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Villazzano

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Villa de mersi
Villa de mersi

Villazzano è una frazione oltre a essere anche la circoscrizione amministrativa numero 9 di Trento. È stato comune autonomo fino al 1926. Il borgo, di evidente origine medioevale e abbellito con numerose ville aristocratiche nei secoli XVII-XVIII, è raccolto intorno alla Piazza Nicolini, a circa 340 m di quota. Appena a nord si sviluppa il minuto centro storico lungo la Strada Stretta, a sud invece si apre Via Della Villa, lungo la quale si trovano i principali servizi, oltre a palazzine residenziali. A est della piazza, (lato monte), si apre il bel giardino di Villa De Carli, oggi centro di ricerca materiali, mentre a pochi passi verso ovest la Villa De Mersi offre uno dei parchi pubblici più vasti del comune di Trento, tra l'altro raro esempio in Italia di giardino in pendenza ripida, con aiuole di lavanda, fontana circondata da cipressi e prato contornato da viburni e meli, attraversato da vialetti contornati di rose rosse. Il clima di Villazzano è moderatamente continentale, con estati calde ma ventilate e inverni freddi, le stagioni intermedie sono spesso umide ma caratterizzate da elevata variabilità. L'estate è molto soleggiata e calda ma con bassi livelli di umidità. Tra la metà di giugno e i primi di agosto le massime raggiungono e superano i 32 °C, sebbene il caldo sia alleviato da costanti brezze. Temperature di 35 °C o più sono rare. Le minime sono gradevoli rispetto al fondovalle, aggirandosi sui 16-20 °C. Temporali occasionali anche di forte intensità possono svilupparsi nel pomeriggio in periodi di attività convettiva, facendo bruscamente calare le temperature anche di 10 °C in un'ora. In settembre il clima è gradevole, da metà ottobre a inizio novembre si può ammirare il foliage di aceri e viti in modo particolare. L'autunno è la stagione più piovosa, con temperature in deciso calo e nuvolosità diffusa. Le gelate notturne sono comuni da metà novembre a metà marzo, talvolta persino in aprile. Nel cuore dell'inverno può nevicare abbondantemente, soprattutto tra dicembre e gennaio, dato che febbraio e marzo sono mesi tendenzialmente più secchi. Una coltre di brina può formarsi al suolo in questo periodo quando i giorni sono limpidi e tersi. La primavera vede un tempo variabile, con giornate calde fino a superare i 20 °C già a marzo alternate da giornate fredde e piovose. La parrocchia di Villazzano è dedicata a Santo Stefano protomartire Chiesa di Santo Stefano, chiesa sussidiaria. Il santuario dedicato alla Madonna di Loreto Villa de Mersi Teatro di Villazzano Villazzano è gemellata con Znojmo, dal 1996. Nella frazione c'è una stazione della Ferrovia Trento-Venezia (o ferrovia della Valsugana). La linea 6 del servizio urbano di autobus di Trento fornisce il più rapido collegamento col centro cittadino (ca. 10-15 minuti), con corse ogni 20 minuti i giorni feriali e ogni ora in quelli festivi. La linea 13 invece consente un diretto collegamento con l'area industrial-commerciale di Trento Sud. Durante il periodo festivo il 6 viene sostituito dal 1/ Comuni d'Italia soppressi Modifiche territoriali e amministrative dei comuni del Trentino-Alto Adige Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villazzano Comune di Trento: Circoscrizione 9 Villazzano, su comune.trento.it. Scuola primaria di secondo grado G. Tomasi, su ictrento1.it.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Villazzano (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

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Villa de mersi
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Luoghi vicini

Chiesa di San Rocco (Trento)
Chiesa di San Rocco (Trento)

La chiesa di San Rocco è una chiesa sussidiaria a Gabbiolo, frazione di Trento. Risale al XVI secolo e fa parte della zona pastorale di Trento. Si trova in via Gabbiolo, al bivio con via ai Casoti di Povo e via alla Cros. La prima menzione della chiesa, che venne probabilmente eretta dopo l'epidemia di peste che colpì il Trentino nel 1523-25, risale al 1579, data di una visita pastorale di Lodovico Madruzzo; in quell'occasione venne trovata "in condizioni pietose", strutturalmente instabile, con il tetto sfondato e adoperata da riparo anche dagli animali. Fu poi rimaneggiata nel 1836, anno che è inciso sulla soglia, sul gradino più alto della scalinata che porta ai piedi del portale di ingresso. È stata ulteriormente restaurata nel 1882,, e poi di nuovo negli anni 1980. La chiesetta, orientata a est, presenta una pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale. Il tetto a due falde è coperto da tegole in laterizio, ed è dotato di campanile a vela. Sulla facciata a due spioventi si apre un portale architravato posto su una doppia scalinata; ai suoi lati vi sono due finestrelle quadrate, ed è sovrastato da un'apertura quadrilobata. L'interno è pavimentato con quadrotte di pietra calcarea bianca e rossa, disposte in corsi diagonali, e le rifiniture delle pareti sono a intonaco. È presente un'unica navata voltata a botte; il presbiterio, preceduto da un arco santo, è rialzato su una pedana in legno ed è coperto da volta a crociera. L'altare maggiore ospita una pala raffigurante la Madonna con Bambino e i santi Sebastiano e Rocco, di ambito trentino, realizzata nel 1836. Aldo Gorfer, Trento - Città del concilio, 2ª ed., Gardolo, Edizioni Arca, 1995 [1963]. Gabbiolo Arcidiocesi di Trento Regione ecclesiastica Triveneto Chiese di Trento Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Rocco Chiesa di San Rocco , su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 3 aprile 2022.

Chiesa di San Francesco d'Assisi (Trento)
Chiesa di San Francesco d'Assisi (Trento)

La chiesa di San Francesco d'Assisi è una chiesa di Gabbiolo, frazione di Trento. Edificata nel XVII secolo, è sussidiaria della parrocchia dei Santi Pietro e Andrea di Povo nell'arcidiocesi di Trento. La chiesa fu eretta tra il 1738 e il 1748 dai Salvadori, famiglia trentina di mercanti-imprenditori, che fece le veci di Francesco Moser, mercante bolzanino, padre di Maria Elena (sposa di Valentino Salvadori). Il 18 agosto 1748 fu benedetta dal canonico della Cattedrale di San Vigilio Pantaleone Borzi. L'edificio è opera del muratore Giorgio Putzer, che eseguì i lavori su progetti attribuibili a Francesco Oradini. Nel 1970 la chiesa fu donata dal barone Valentino Salvadori alla parrocchia di Povo. La facciata a capanna è aperta al centro dal portale d'ingresso architravato. Ai lati del portale sono presenti due piccole finestre rettangolari. L'interno, pavimentato a quadrotte di pietra calcarea bianca e rossa, è composto da un'unica navata suddivisa in due campate con presbiterio rialzato. Le pareti sono ornate da pitture di Pietro Antonio Bianchi. La pala d'altare dai toni pastello raffigurante San Francesco d'Assisi stigmatizzato, attribuita da Nicolò Rasmo a Karl Henrici, fu realizzata negli anni Sessanta del 1700. Alessandra Campestrini, Il complesso residenziale di Gabbiolo: i Salvadori e la loro villa suburbana, in Studi Trentini. Arte, n. 1, 2020, pp. 106-143. Ezio Chini, Elvio Mich e Paola Pizzamano (a cura di), L'arte riscoperta : opere delle collezioni civiche di Rovereto e dell'Accademia Roveretana degli Agiati dal Rinascimento al Novecento, 2000, pp. 197-198. Il sacro a Povo (PDF), in I.R. di Tuttapovo, n. 2, giugno 2012, p. 29. Gabbiolo Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Francesco Chiesa di San Francesco d'Assisi, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Villa O' Santissima
Villa O' Santissima

Villa O' Santissima (già Villa Garbari, villa Zelgher e villa Taxis) è un complesso di edifici situato a Man Sant'Antonio, sobborgo di Trento nella circoscrizione di Oltrefersina. Appena ad est si elevano i condomini detti "torri di Madonna Bianca", mentre a nord si trova la moderna chiesa parrocchiale di San Rocco. Accanto alla villa si trova anche una sequoia piantata nel 1870, alta oltre trenta metri. Le origini dell'edificio si collocano nel XVII secolo, quando è documentata una struttura in quel luogo, chiamata "Maso Magor" (o "Malgor"), di proprietà di un tal Ottaviano Rovereti; nella seconda metà del secolo venne costruita la chiesetta dedicata alla Visitazione di Maria, attestata con certezza dal 1676. Il maso, ingranditosi nel corso degli anni e trasformato in una residenza nobiliare dalla famiglia Rovereti (o Roveretti), venne ipotecato nel 1855 per costituire la "fondazione pia Rovereti", voluta per disposizione testamentaria da Giacomo Rovereti de Freiberg (sommo scolastico del Capitolo della cattedrale di Trento morto nel 1698); gli obblighi posti dal fondatore prevedevano anche il mantenimento in buono stato della cappella, che venne in effetti restaurata nel 1857. Nel 1859 l'edificio fu acquistato da Giuseppe Rossi; nel 1894 alcune particelle di terreno vennero espropriate per la costruzione della ferrovia della Valsugana, e l'anno seguente la villa passò a Giuseppe Garbari, commerciante appassionato di botanica, che allestì nel terreno adiacente un grande parco romantico con oltre novanta specie di piante esotiche. Nel 1913 la proprietà passò ai conti Gustavo ed Elena Sizzo de Noris, quindi nel 1920 a Giovanni Zelgher o Zelger, poi dal 1939 a Teresa Cristina di Sassonia-Coburgo-Koháry e a suo marito Lamoral dei conti Taxis di Bordogna e Valnigra, il cui stemma appare sulla chiave di volta del portale di accesso. Nel 1954 (o 1958) entrarono nella villa le suore Figlie della Chiesa, che la ribattezzarono "villa O' Santissima" e la fecero ampliare, aggiungendo due grandi fabbricati ai lati con ambienti di varia natura, inclusa una nuova chiesa intitolata a Maria Regina Ecclesiae. Dal 1980 alcuni locali della villa ospitarono le funzioni della neo-istituita parrocchia di San Rocco, fino alla costruzione della vicina chiesa parrocchiale, terminata nel 2001: l'ex serra e l'ex aula mensa per le messe festive, e la cappella seicentesca per quelle feriali. Le suore lasciarono la struttura nel 1982; la maggior parte del parco adiacente venne ceduta al comune di Trento, permettendone l'apertura al pubblico (come "Giardino storico Garbari"), e nel 1984 la villa divenne proprietà della "Fondazione Diocesana o'Santissima" che, dopo alcuni interventi, avrebbe dovuto adibirla a centro di attività pastorali e spirituali, cosa che però non avvenne. Dal 2000 al 2006 la villa ospitò i pazienti dell'erigenda RSA di Povo, dopodiché venne sigillata, portando ad un periodo di abbandono e degrado. Nel 2015 la "cooperativa SAD" acquistò la villa dall'arcidiocesi di Trento, con lo scopo di trasformarla in un centro di servizi sociali, culturali e assistenziali di varia natura; il cantiere è partito nel 2021 e i lavori prevedono, oltre al restauro della villa storica e di alcune delle sue pertinenze, l'abbattimento di due fabbricati di metà Novecento e la loro sostituzione con una struttura più moderna. Armando Costa (a cura di), La Chiesa di Dio che vive in Trento, Edizioni diocesane, 1986. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa O' Santissima

Chiesa di San Bartolomeo (Trento)
Chiesa di San Bartolomeo (Trento)

La chiesa di San Bartolomeo è una chiesa adibita al culto cattolico situata nel comune di Trento. Fa parte dello stesso quartiere di San Bartolomeo anche la chiesa del Sacro Cuore di Gesù. La chiesa di San Bartolomeo, circondata dal cimitero, una delle più antiche di Trento, è orientata verso oriente e si arrocca sul colle omonimo in posizione privilegiata sulla città. L'edificio religioso, risalente al periodo romanico (1100-1200), era già documentato nel 1183 come appartenente al capitolo del duomo e, dopo duecento anni divenne curazia di Villazzano, ovvero un territorio parrocchiale parzialmente sottratto al suo parroco e dato in cura ad un curato. Attualmente la chiesa è officiata saltuariamente, ad esempio come ultima stazione della Via Crucis che sale il colle, o per la commemorazione dei fedeli defunti. La struttura medievale è ancora ben visibile osservando: alcune strutture esterne; la facciata a due spioventi; l'abside poligonale; il campanile a tetto piramidale. Risalgono a una trasformazione seicentesca l'arco santo, la sopraelevazione della navata, l'apertura di finestre a lunetta e l'ampliamento lungo il fianco sinistro con una cappella a pianta rettangolare. Il giorno 26 giugno 1974, su ordine dell'arcivescovo Alessandro Maria Gottardi, l'area dal rio Salè e dalla ferrovia della Valsugana, venne distaccata dalla parrocchia di Villazzano e venne unita alla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù. Da quando nel 1963 vi fu la registrazione da parte della Soprintendenza alle Belle Arti come "edificio di notevole pregio storico-artistico", fu possibile nel 1991 effettuare un restauro quasi completo: le strutture interne, dove sono stati ripristinati gli intonaci originali; le strutture esterne, in cui si comprende anche il tetto. Nel 1995 fu ritrovata nella chiesa cimiteriale una piccola scultura raffigurante la Madonna con Bambino, un'opera in legno di cirmolo il cui autore, ignoto, appartiene alla cultura gotica d'Oltralpe del XIII - XIV secolo. Ad oggi è possibile vederla all'interno della chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Risalgono al 2023 i lavori di restauro dell'altare ligneo sito nella cappella laterale sinistra dedicata alla Vergine del Rosario. Arcidiocesi di Trento Chiesa del Sacro Cuore di Gesù Chiese di Trento Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Bartolomeo Chiesa di San Bartolomeo, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Villazzano Tre
Villazzano Tre

Villazzano Tre è un quartiere che si trova nella zona sud della città di Trento. Assieme a Bolghera, Casteller, Clarina, Man, San Bartolomeo e Madonna Bianca forma la circoscrizione amministrativa numero 10 di Oltrefersina del comune di Trento. Il quartiere, nato nel 1976, è un'estensione urbanistica del quartiere di Madonna Bianca, poco più a valle, di cui riprende pari pari l'architettura delle torri e delle case a schiera. Questa caratterizzazione rende il quartiere studiato dal punto di vista dell'architettura urbanistica, in quanto interessante esempio di addizione urbana . Villazzano 3 è disgiunto dal quartiere di Madonna Bianca dalla cesura dovuta alla Ferrovia della Valsugana, dalla quale, considerando il tracciato tortuoso di questo tratto, è praticamente racchiuso. Il quartiere è stato oggetto di studio per l'adeguamento ai cambi generazionali in alcune tesi di laurea e in studi di settore. Del quartiere fa parte anche la zona denominata Man-Sant'Antonio composta principalmente da abitazioni di tipo mono o bi-familiare, alcune delle quali organizzate a schiera. Nel quartiere si trovano, oltre alle abitazioni civili, la moderna chiesa di San Rocco sita accanto alla storica residenza nobiliare Villa O' Santissima, ristrutturata nel 2023, un asilo nido, una scuola materna, la scuola paritaria di primo grado Rudolf Steiner e la scuola di formazione professionale ENAIP Trentino. Nel quartiere è cresciuta l'attrice Paola Calliari. All'altezza del sottopasso della ferrovia che collega i due quartieri si diparte un piccolo parco cittadino intitolato al giornalista Ottone Cestari, con fontanelle e giochi per bambini, con un percorso pedonale che conduce all'ingresso del Giardino Garbari, un parco giardino storico, di tipo romantico, ricco di rare specie arboree ed arbustive, alcune delle quali esotiche, portate dall'imprenditore Giuseppe Garbari tra il 1895 ed il 1913, e contenente esemplari riconducibili all'impianto de'Roveretti (XVI-XVII sec.). Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villazzano Tre

Stazione di Trento San Bartolameo
Stazione di Trento San Bartolameo

La stazione di Trento San Bartolameo (prima del 14 dicembre 2008, stazione di San Bartolameo) è una fermata ferroviaria della ferrovia della Valsugana, posta tra la fermata di Trento Santa Chiara e la stazione di Villazzano. È una delle undici stazioni situate all'interno del territorio comunale di Trento. La fermata fu istituita il 9 dicembre 2007 con l'introduzione del cambio d'orario per il 2008. La denominazione originaria dell'impianto, San Bartolameo, riprende quella del quartiere San Bartolomeo. È collocata nei pressi dell'omonimo studentato universitario: un villaggio adibito all'alloggio degli studenti dell'Università degli Studi di Trento. Il 14 dicembre 2008, Rete Ferroviaria Italiana (RFI) cambiò il nome dell'impianto in Trento San Bartolameo. La fermata si trova in posizione sopraelevata rispetto agli appartamenti universitari, lungo il versante est di quello che è conosciuto come "colle di Villazzano". L'architettura ricalca lo stile impiegato per la vicina stazione di Santa Chiara. Il marciapiede è lungo 150 m. L'accesso al binario passante è permesso tramite rampe di scale. L'impianto ferroviario è servito dai treni regionali che hanno come destinazioni Trento, Borgo Valsugana Est, Bassano del Grappa, Venezia e Padova. Trovandosi all'interno del comune di Trento, è raggiungibile dal centro cittadino utilizzando i biglietti e le tariffazioni del trasporto urbano. Trento Valsugana Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Trento San Bartolameo