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Funicolare vesuviana

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Knackstedt & Näther Stereoskopie 1355 Italien. Drahtseilbahn auf den Vesuv. Bildseite
Knackstedt & Näther Stereoskopie 1355 Italien. Drahtseilbahn auf den Vesuv. Bildseite

La Funicolare Vesuviana era, sul finire dell'Ottocento, l'unico impianto di risalita al mondo operante su di un vulcano attivo.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Funicolare vesuviana (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Funicolare vesuviana
SP115,

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 40.818226 ° E 14.415579 °
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Indirizzo

SP115
80040
Campania, Italia
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Knackstedt & Näther Stereoskopie 1355 Italien. Drahtseilbahn auf den Vesuv. Bildseite
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Luoghi vicini

Museo vulcanologico dell'Osservatorio Vesuviano
Museo vulcanologico dell'Osservatorio Vesuviano

Il Museo vulcanologico dell'Osservatorio Vesuviano è un museo di tipo vulcanologico della città di Ercolano, ubicato nella sede storica dell'Osservatorio Vesuviano sulle pendici del Vesuvio alla quota di 608 metri, all'interno del Parco Nazionale. Meta dei visitatori fin dalla fondazione, con il trasferimento a Napoli dei laboratori e del centro di sorveglianza nel 1970, la sede storica del Real Osservatorio Vesuviano fu a completa disposizione della sezione museale e della biblioteca. Il Museo è un edificio ottocentesco in stile neoclassico strutturato su tre piani accessibili da due ingressi. La facciata è strutturata su due livelli con ingressi autonomi, di cui uno, al piano nobile, rappresenta l'ingresso monumentale con un pronao delimitato da un colonnato. Dotata di panoramiche terrazze, da cui è possibile osservare il cratere e la colata dell'eruzione del 1944, al primo piano troviamo la Sala Ottagona, mentre al secondo piano c'è la Gran Sala oggi Salone Palmieri, in cui ci sono sei edicole inquadrate da lesene con capitelli e timpani decorati con cornici e iscrizioni in gesso. Il soffitto, decorato da Gennaro Maldarelli, è stato restaurato per salvare i cinque dipinti rimasti dei nove originali. Il percorso espositivo del museo è dislocato su due piani, in cui si articolano nove sale: L'ingresso inferiore porta al primo piano dove sono conservati gli strumenti storici, tra cui i sismoscopi, esposti nelle Sale Mercalli e Wiechert, mentre l'ingresso principale porta al secondo piano. Qui sono stati allestiti l'ufficio del Direttore con telefono e radio d'epoca, la biblioteca, la sala dei minerali vesuviani, la sala degli strumenti meteorologici e la Sala Ottagonale in cui sono esposti il medagliere vesuviano e le ceneri delle varie eruzioni, i due sismografi elettromagnetici di Luigi Palmieri e la sala dei minerali vesuviani. Un ulteriore spazio espositivo, è ubicato all'aperto nei pressi dell'ingresso principale, dove è possibile osservare alcune bombe vesuviane e rocce a corda. Il Museo è sede di una mostra permanente sulla storia della vulcanologia e della sorveglianza dei vulcani. Attraverso la proiezione di filmati, illustrazioni, le collezioni di rocce e minerali, strumenti storici, libri e dipinti, è possibile conoscere i tipi di eruzione, la loro pericolosità, la storia dell'Osservatorio Vesuviano e degli scienziati che lo hanno diretto o vi hanno lavorato. Tra i filmati della collezione è compreso quello dei Fratelli Lumière (1898), il primo ed il più antico del mondo riguardante un'eruzione vulcanica, il documentario Eruzione del Vesuvio di Roberto Troncone del 1906 ed i filmati dell'eruzione del 1944 girati dagli alleati della V armata. È possibile osservare in tempo reale i dati sismici e geochimici registrati dalla rete di sorveglianza dell’Osservatorio Vesuviano. Completano la collezione degli strumenti scientifici, quelli meteorologici di Matteo Tondi, ed ulteriori attrezzature magnetiche, geodetiche e geochimiche, usate per lo studio e la sorveglianza del Vesuvio dall'istituzione dell'Osservatorio. La raccolta di minerali più antica, andata parzialmente dispersa, risale al 1852, quando Arcangelo Scacchi la acquistò da Teodoro Monticelli per creare appunto una sezione mineralogica. Nel 2011 la sezione si è arricchita grazie alla Donazione Mariano Carati costituita da oltre 440 pezzi, di cui 170 esposti, comprendente 130 delle 270 specie mineralogiche conosciute del Vesuvio, catalogata secondo la Classificazione Strunz. Ulteriori donazioni sono state ricevute dal Gruppo Mineralogico Geologico Napoletano. Si conservano inoltre ceneri di varie eruzioni, di cui le più antiche sono del 1822, esemplari dell'eruzione del 1944 raccolti da Antonio Parascandola e minerali unici al mondo trovati sul vulcano. La sezione mineralogica fu istituita nel 2012. Tra i materiali conservati si notano aftitalite, alite, avogadrite, cotunnite, dolerofanite, eritrosiderite, galena, rinneite, silvite e tenorite. Alcuni minerali sono stati rilevati solo per brevi periodi e non si sono più osservati, come capitato per la litidionite nel 1873 e per la phillipsite-K, quest'ultima assunta come simbolo della sezione mineralogica. La biblioteca del museo custodisce circa 15 000 volumi, 2 000 documenti e 200 immagini, generalmente a tema vulcanologico. Le opere più antiche sono nove cinquecentine, una decina di volumi del seicento riguardano argomenti dell'eruzione del Vesuvio del 1631. Comprende le collezioni di Teodoro Monticelli (XVII secolo-1860), di Luigi Palmieri (1860-1950) e di Giuseppe Imbò. Completano la raccolta un centinaio di libri del settecento e dell'ottocento i cui autori sono William John Hamilton, Francesco Serao, Ignazio Sorrentino, Giuseppe Mecatti, Gaetano De Bottis e Ascanio Filomarino. Il libro più prezioso risale al 1668 ed è Mundus subterraneus, quo universae denique naturae divitiae del gesuita Athanasius Kircher. La collezione comprende 15 gouaches realizzati tra il 1819 ed il 1834, tra cui tre di Odoardo Fischetti. Daniele Respino, Alla scoperta dei minerali d'Italia (vol. 1), Torino, Giove editrice, settembre 2022. Vesuvio Sito ufficiale, su ov.ingv.it. Museo vulcanologico dell'Osservatorio Vesuviano, su beniculturali.it, Ministero della cultura.

Massa di Somma
Massa di Somma

Massa di Somma è un comune italiano di 4 955 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania. È posizionato a nord-ovest del Vesuvio, alle falde del Monte Somma. Il suo territorio fa parte del Parco Nazionale del Vesuvio. Le prime notizie dell'insediamento risalgono al 1028, quando i casali presenti finirono sotto il controllo dei Longobardi. In epoche successive prevalse il dominio normanno e svevo. Nel 1944 il villaggio fu quasi completamente distrutto dall'eruzione del Vesuvio, e oggi si presenta con un aspetto quasi completamente moderno. La vecchia chiesa dell'Assunta è molto antica, ma ristrutturata. Il centro è ricco di masserie vesuviane ben conservate, tra cui una delle più importanti è "Masseria Rendita". Abitanti censiti Con la riforma murattiana, i casali di Massa, Pollena e Trocchia andarono a formare un solo comune, donde il detto, ancora diffuso tra la popolazione locale, «Massa, Pollena e Trocchia: tre paesi e una sola parrocchia». Successivamente venne istituito il comune di Massa di Somma, comprendente Massa di Somma (capoluogo e le frazioni di Caravita e Cercola). All'epoca del Fascismo la sede comunale fu spostata a Cercola e il comune assunse la denominazione del nuovo capoluogo. Nel 1988 Massa di Somma fu ricostituito comune autonomo, comprendente il solo centro abitato omonimo. Sono presenti frutteti e coltivazioni di uva e frutta. L'industria è attiva nell'edilizia, nell'alimentazione e nell'abbigliamento. La presenza del Parco Nazionale del Vesuvio attrae il turismo: dal centro abitato è possibile ascendere sulla montagna vulcanica. Cercola Monte Somma Parco Nazionale del Vesuvio Vesuvio Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Massa di Somma Sito ufficiale, su comune.massadisomma.na.it. Massa di Somma, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Massa di Somma, su sapere.it, De Agostini.