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Casa Feltrinelli

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Milano casa Feltrinelli 02
Milano casa Feltrinelli 02

La Casa Feltrinelli è un edificio residenziale multipiano di Milano, sito in via Daniele Manin al civico 37, all'angolo con viale Città di Fiume, a breve distanza da piazza della Repubblica. Costruita dal 1934 al 1935 su progetto degli architetti Alberico e Lodovico Barbiano di Belgiojoso, costituisce un importante esempio di architettura razionalista. Nei primi anni trenta del XX secolo, in seguito alla demolizione della vecchia stazione centrale e al conseguente ridisegno di piazza della Repubblica, si resero disponibili per l'edificazione alcune aree poste lungo il limite dei giardini pubblici. Uno dei lotti disponibili venne acquistato da Antonio Feltrinelli, che affidò agli architetti Alberico e Lodovico Barbiano di Belgiojoso la costruzione di un edificio residenziale pluripiano. I lavori iniziarono nel 1934 e si conclusero l'anno successivo. L'edificio è posto sull'angolo nord-occidentale dell'isolato, con la facciata principale rivolta ad est, verso via Daniele Manin e i giardini pubblici; la facciata nord si affaccia invece sul viale Città di Fiume. L'edificio è costruito sul filo stradale e racchiude un cortile interno. La casa occupa una superficie di 470 m² ed ha una volumetria di circa 18.000 m³. Si contano 10 piani, di cui il terreno e il seminterrato adibiti a uffici, e i restanti ad appartamenti; il piano tipo è suddiviso in due appartamenti di 8 locali, mentre il quarto piano e il decimo (attico) ospitano ciascuno un solo grande appartamento. La copertura è sistemata a giardino, accessibile dall'ultimo piano attraverso una scala. La struttura portante, inizialmente prevista in calcestruzzo armato, fu invece realizzata in acciaio dalla Badoni di Lecco, consentendo un interasse più ampio dei pilastri e quindi una maggiore luminosità degli ambienti interni. Le facciate sono caratterizzate da un ricorrente disegno orizzontale che inquadra le ampie finestre; la facciata est ha al centro una grande veranda panoramica aperta sui giardini. Entrambe le facciate sono rivestite in pietra di Mazzano, fatta eccezione per il piano terreno rivestito in granito rosa di Baveno. Carattere di un nuovo edificio d’abitazione in costruzione a Milano, in Domus, anno VIII, n. 90, Milano, Editoriale Domus, giugno 1935, pp. 8-11, ISSN 0012-5377. Gian Luigi Banfi, Una casa a Milano, in Quadrante, n. 21, gennaio 1935, pp. 24-25. Piero Bottoni, Antologia di edifici moderni in Milano, Milano, Editoriale Domus, 1990 [1954], pp. 94-96, ISBN non esistente, SBN IT\ICCU\RMS\0160517. F. Fariello, Casa Feltrinelli in Via Manin a Milano. Architetti Alberigo e Lodovico Belgiojoso, in Architettura, annata XVI, fascicolo V, Milano, Fratelli Treves, maggio 1937, pp. 265-270. URL consultato il 2 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2016). Ville e palazzi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su casa Feltrinelli Casa Feltrinelli, su lombardiabeniculturali.it.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Casa Feltrinelli (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Casa Feltrinelli
Via Daniele Manin, Milano Brera

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Via Daniele Manin 37
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Lombardia, Italia
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Milano casa Feltrinelli 02
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Luoghi vicini

Repubblica (metropolitana di Milano)
Repubblica (metropolitana di Milano)

Repubblica è una stazione della linea M3 della metropolitana di Milano. La stazione fu costruita come parte della prima tratta, da Centrale FS a Duomo, della linea M3 della metropolitana, entrata in servizio il 3 maggio 1990. A partire dal 1997, con l'apertura della stazione di Milano Repubblica, è divenuta un nodo di interscambio con il passante ferroviario. Repubblica, come tutte le altre stazioni della linea M3, è accessibile ai disabili. Sorge sotto l'omonima piazza e presenta uscite, comuni a quelle dell'omonima stazione del passante, oltre che in piazza della Repubblica anche in via Vittor Pisani. Dalla stazione di Repubblica si diparte un binario di raccordo, lungo circa un chilometro, con la stazione di Caiazzo sulla linea M2. La stazione dista 713 metri da Centrale FS e 613 metri da Turati. La fermata costituisce un importante interscambio con la stazione di Milano Repubblica. Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata alcune linee urbane di superficie, tranviarie ed automobilistiche, gestite da ATM. Stazione ferroviaria (Milano Repubblica) Fermata tram (Repubblica M3, linee 1, 9, e 33) Fermata autobus La stazione dispone di: Accessibilità per portatori di handicap Ascensori Scale mobili Emettitrice automatica biglietti Servizi igienici Stazione video sorvegliata Pietro Ferrari, Milano ha la linea 3, in I Treni Oggi, anno XI, n. 106, Salò, Editrice Trasporti su Rotaie, luglio-agosto 1990, pp. 16-22, ISSN 0392-4602. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Repubblica

Barriera Principe Umberto
Barriera Principe Umberto

Barriera Principe Umberto è stata una delle cinque porte più recenti di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti, per consentire un'agevole comunicazione diretta fra la città e la nuova Stazione Centrale, inaugurata nel 1864. Posta a nord-est della città, sorgeva al centro dell'attuale piazza della Repubblica, allo sbocco dell'attuale via Turati. Caso unico fra le porte di Milano, la barriera Principe Umberto consisteva in un sottovia scavato sotto il bastione che creava un incrocio a livelli sfalsati. La proposta di attraversamento dei bastioni a livelli sfalsati era già stata avanzata dall'ingegner Miani un paio di anni prima, per dare analogo collegamento alla Stazione Ferdinandea, fuori Porta Tosa. Collocatasi la Stazione Centrale lontano da qualunque asse radiale in uscita dalla città, fu necessario tracciarne appositamente uno che fosse in grado di servirla. Venne così a crearsi la via Principe Umberto, tracciata su due terreni rispettivamente acquistati dalla proprietà Kramer e ceduti gratuitamente dal Duca Melzi d'Eril; la nuova via, divisa in due tronchi, si congiungeva alla città presso la Porta Nuova medievale, si dirigeva verso nord, per poi piegare bruscamente verso nord-est, intercettando perpendicolarmente il bastione, ma non la stazione che risultava in posizione leggermente obliqua, in quanto non allineata con questo. Secondo alcune fonti, tale tracciato sghembo era dovuto a difficoltà di esproprio da parte dell'amministrazione comunale, che preferì così dare soluzione al problema, rinunciando a condurre più internamente alla città la nuova arteria. Il traforo nei bastioni fu opera del Balzaretto, già impegnato nella sistemazione dei vicini Giardini Pubblici. Per la sua costruzione vennero fatte arrivare da Bruxelles le colonne in ghisa – realizzate in stile Secondo Impero – a sostegno del sovrastante cavalcavia. La barriera venne abbattuta insieme a tutto il bastione in direzione di Porta Nuova negli anni trenta del Novecento, quando l'apertura della nuova stazione centrale nel 1931 rese possibile il ridisegno della piazza della vecchia stazione, fortemente ampliata e trasformato in un importante snodo per il traffico automobilistico e tranviario, perdendo tuttavia il pregio dell'attraversamento su piani sfalsati del versante meridionale del piazzale. Francesco Zanetti, Il sottopassaggio, in Il nuovo giardino di Milano, Milano, Tip. Zanetti, 1869, pp. 59-61. Giuseppe De Finetti, Milano: costruzione di una città, Hoepli, 2002 (riedizione)

Torre Turati (Muzio)
Torre Turati (Muzio)

La torre Turati è un grattacielo di Milano, alto 75 metri, che conta 19 piani. Prospetta sul lato meridionale dell'ampia piazza della Repubblica, fornendo accesso su via Turati al civico 40. La torre venne progettata sulla base delle prescrizioni di un piano particolareggiato di esecuzione del piano regolatore del 1953; tale piano prevedeva l'erezione di due edifici a torre, simmetrici rispetto all'imbocco di via Turati. I progettisti, gli architetti Giovanni e Lorenzo Muzio, si adattarono con riluttanza a tali prescrizioni, proponendo inizialmente una diversa sistemazione dei volumi, che tuttavia non venne accettata dalla commissione edilizia. L'edificio venne così realizzato in stile moderno seguendo le indicazioni di massima del piano particolareggiato, prevedente una torre di 19 piani poggiante su una piastra, e un corpo basso di 5 piani all'attacco di via Turati. Il complesso venne costruito dal 1963 al 1967 e completato nel 1968. La struttura portante, inizialmente prevista in calcestruzzo armato, venne poi realizzata in ferro, lasciato in parte a vista lungo le facciate principali. Le facciate laterali sono rifinite con pannelli di tamponamento prefabbricati in calcestruzzo armato e graniglia di marmo. Il profilo della torre si allarga progressivamente salendo verso l'alto, fino a raggiungere la dimensione massima nei piani adibiti ad appartamenti, dal 12º piano in su; i piani inferiori sono invece adibiti a uffici. L'altezza totale è di 75 metri. La piastra conta un piano oltre al terreno, ed ha una struttura in calcestruzzo armato che comprende anche due piani sotterranei. La finitura esterna è a curtain wall, con serramenti in bronzo selve. Gli spazi furono predisposti per l'insediamento di una banca. Il corpo all'angolo con via Turati, anch'esso adibito a uffici, conta 5 piani oltre al terreno, costruiti con struttura in calcestruzzo armato e tamponamenti prefabbricati. Il volume, allineato alle altre costruzioni della via, fu costruito seguendo le indicazioni del piano particolareggiato. All'angolo sud-est del lotto è posto un cortile carrabile, accessibile da piazza della Repubblica; sotto di esso sono sistemati 66 box per automobili, posti su tre piani interrati, e accessibili mediante una rampa circolare. La torre Turati a Milano, in Casabella, anno XXXIII, n. 342, novembre 1969, pp. 22-27, ISSN 0008-7181. Torre Turati (Mattioni)

Torre Turati (Mattioni)

La torre Turati è un grattacielo di Milano, alto 75 metri, che conta 23 piani. Prospetta sul lato meridionale dell'ampia piazza della Repubblica, fornendo accesso su via Turati al civico 30. La torre nasce in seguito al piano di rinnovamento dell'area di piazza della Repubblica, a partire dagli anni Trenta, dopo la costruzione della nuova stazione ferroviaria di Milano Centrale. L'edificio fa parte di un lotto occupato in precedenza da due palazzine di fine '800 ed è incluso in un più ampio progetto proposto al Comune da Mattioni, che proponeva la costruzione di due torri gemelle poggiate su una piastra a destinazione commerciale, raccordata alle dimensioni del tessuto circostante. Questa proposta, però, è stata attuata solo in parte, molti dei serramenti originali sono stati sostituiti e sulle facciate sono stati applicati numerosi macchinari per il condizionamento dell'aria. La Torre Turati è multifunzionale, destinata ad usi commerciali, residenziali e ad uffici. Ha una pianta rettangolare rastremata ai lati, similmente al MetLife Building di New York. Sulla facciata in stile moderno degli elementi prefabbricati rivestiti in marmo disegnano le colonne angolari e a completare vi è l'intelaiatura metallica, alternata alle finestre. La struttura è retta da una maglia di pilastri in cemento armato, disposti lungo il perimetro e intorno al corpo centrale, nel quale si trovano ascensori, scale e impianti di servizio, garantendo massima flessibilità in distribuzione. Non vi è infatti una distribuzione preordinata, ma punta alla massima adattabilità. Torre Turati (Muzio) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su torre Turati (EN) Torre Turati, su Structurae.

Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente
Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente

La Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, ai più nota come La Permanente, è un ente morale, sodalizio artistico e culturale di Milano. La società nasce in seguita alla fusione e fondazione in ente morale, nell'anno 1883, di due enti culturali: la Società per le belle arti (che era stata fondata a Milano nel 1844) e l’Esposizione permanente di belle arti (costituita più tardi, sempre a Milano, nel 1870). Il nuovo Ente assunse quindi la denominazione, tuttora vigente, di Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente. Il suo carattere culturale, senza scopo di lucro e dedicato all'incremento delle belle arti, venne sancito dal re Umberto I nel 1884. Dal XIX secolo dunque, La Permanente, come comunemente viene chiamata a Milano, svolge in modo autonomo il proprio compito di diffusione culturale, non solo nell'ambito milanese, ma anche in quello nazionale e internazionale. Il sodalizio opera sia con mostre tematiche che con esposizioni dei soci artisti. Tipica manifestazione fu in passato anche il sorteggio di opere d'arte fra i soci. Si può dire che la storia del sodalizio verta su alcuni punti focali: la rassegna inaugurale del 1886; la mostra del 1900 dedicata a La pittura lombarda del secolo XIX; la mostra dedicata al Novecento Italiano a sancire la ricostruzione postbellica del palazzo venne poi la mostra del 1953 La donna nell'arte da Hayez a Modigliani; infine Milano di ieri e di oggi attraverso l'arte (1957), mostra intesa a chiarire le relazioni tra l'istituzione e la città. Il Palazzo della Permanente ha anche ospitato le manifestazioni della Biennale di Brera, iniziata nel 1908, che con il nuovo inizio nel dopoguerra ha preso il nome di Biennale nazionale di Milano. Con il tempo è andato formandosi l'annesso Museo della Permanente (1992) il cui corpus è costituito dai premi acquisto della Biennale della Città di Milano, dalle opere sorteggiate e da donazioni da parte di privati e dagli stessi artisti soci, così da costituire una panoramica della realtà artistica degli ultimi secoli. Importantissimo è l'archivio della Permanente, tuttora ricco di documenti, nonostante i gravi danni provocati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Altrettanto ricca è l'attività editoriale e di catalogazione pubblicata via via nel tempo dalla Permanente in relazione alle sue iniziative espositive. Assoluti protagonisti della storia culturale ed artistica hanno fatto parte del sodalizio. Basti ricordare, via via nel tempo, Francesco Hayez, Antonio Rotta, Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni, Gaetano Previati, Emilio Longoni, Mosè Bianchi, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli, Gerolamo Induno, Lorenzo Vela, Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni, Mario Sironi, Leone Lodi, Achille Funi, Carlo Carrà, Francesco Messina, Attilio Rossi, Trento Longaretti, Giuseppe Ajmone. 1886-1891 Federico Mylius 1892-1907 Carlo Bassi 1907-1935 Giorgio Mylius 1935-1945 Giovanni Treccani degli Alfieri 1945-1952 Carlo Ernesto Accetti 1952-1952 Giuseppe Caprotti 1952-1953 Giovanni Falck 1953-1957 Paolo Stramezzi 1957-1958 Giovanni Falck 1958-1961 Paolo Stramezzi 1961-1964 Franco Marinotti 1964-1972 Eugenio Radice Fossati 1972-1976 Angiola Maria Barbizzoli Migliavacca Campari 1976-1984 Alfredo Spagnolo 1984-2000 Giampiero Cantoni 2000-2003 Alberto Ghinzani 2003-2006 Rosellina Archinto 2006-2007 Giuseppe Melzi 2007-2013 Guido Podestà 2013-2016 Giulio Gallera 2016 Emanuele Fiano Il Palazzo della Permanente, su progetto dell'architetto Luca Beltrami sito in via Turati (all'epoca via Principe Umberto), fu edificato per ospitare manifestazioni d'arte. Un'apposita esposizione lo inaugurò il 25 aprile 1886, mentre la prima mostra dei soci ebbe luogo nel 1892. L'edificio del Beltrami fu in parte gravemente danneggiato dai bombardamenti del 1943; al termine del conflitto il palazzo fu ricostruito ad opera degli architetti Pier Giacomo e Achille Castiglioni negli anni 1952-1953. 1886 Mostra inaugurale 1892 Prima mostra dei soci 1900 La pittura lombarda del XIX secolo 1912 Mostra postuma di Tranquillo Cremona 1915 Mostra dell'Incisione italiana 1916 Biennale di Brera 1926 I mostra del Novecento Italiano 1929 II mostra del Novecento Italiano 1953 La donna nell'arte tra Hayez e Modigliani 1953 XVIII Biennale nazionale di Milano 1955 XIX Biennale nazionale di Milano 1957 XX Biennale nazionale di Milano 1957 Milano di ieri e di oggi attraverso l'arte 1959 50 anni d'arte a Milano. Dal divisionismo ad oggi 1966 La Scapigliatura: pittura, scultura, letteratura, musica, architettura 1979 Mostra di Medardo Rosso 1983 Il Novecento italiano 1984 Oskar Kokoschka, 1906/1924, disegni e acquarelli 1990 Bildhauerei in Mailand, 1945-1990 2001 Esposizione straordinaria dei Soci della Permanente 2003 Nella materia: dal futurismo a Kiefer, da Burri a Kounellis 2004 Salone 2004 2006 Ventipiucento, mostra celebrativa dei centoventi anni dell'Ente 2006 Mostra di Arturo Martini 2007 Il Carnevale, mostra di Gianfilippo Usellini 2013 Dürer. L'opera incisa dalla collezione di Novara 2018 Chagall. Sogno di una notte d'estate 2018 Urbanart colore/materia/luce 2018 Caravaggio. Oltre la tela 2018 Tex Willer. 70 anni di un mito 2019 Io e Leonardo, artisti della Permanente e l'eredità di Leonardo 2022 SOStenibile, gli artisti della Permanente per l'Ambiente e la Sostenibilità 2023 #lèggerelineeleggère, la visione artistica oltre la realtá dell'oggi Ermenegildo Agazzi, Giuseppe Ajmone, Achille Alberti, Ambrogio Alciati, Italo Antico, Bruna Aprea, Rodolfo Aricò, Carlo Balestrini, Giuseppe Banchieri, Orazio Barbagallo, Amerigo Bartoli, Aldo Bergolli, Giorgio Berlini, Nino Bertocchi, Angelo Bertoglio, Cesare Bertolotti, Giovanni Blandino, Floriano Bodini, Agostino Bonalumi, Renzo Bongiovanni Radice, Renato Borsato, Luigi Bracchi, Sandro Bracchitta, Giovanni Brancaccio, Gastone Breddo, Otello Brocca, Anselmo Bucci, Carlo Bugada, Luca Caccioni, Giovanni Campus, Biagio Canevari, Michele Cannaò, Nado Canuti, Giovanni Cappelli, Aldo Carpi, Carlo Carrà, Pietro Cascella, Felice Casorati, Nino Cassani, Bruno Cassinari, Rodolfo Castagnino, Carlo Cattaneo, Alik Cavaliere, Mino Ceretti, Giovanni Cerri, Marco Chiesa, Alfredo Chighine, Galileo Chini, Beppe Ciardi, Guido Cinotti, Pietro Coletta, Giancarlo Colli, Giuliano Collina, Silvio Consadori, Carlo Conte, Romano Conversano, Alex Corno, Roberto Crippa, Giulio Crisanti, Franco Daleffe, Sergio Dangelo, Carola de Agostini, Cristoforo De Amicis, Raffaele De Grada, Francesco De Rocchi, Maria Luisa De Romans, Lucio Del Pezzo, Enrico Della Torre, Bruno Di Bello, Guido Di Fidio, Vittorio Di Muzio, Nino Di Salvatore, Adriano Di Spilimbergo, Gian Paolo Dulbecco, Enzo Esposito, Agenore Fabbri, Berto Ferrari, Renzo Ferrari, Libero Ferretti, Davide Ferro, Michele Festa, Tullio Figini, Luigi Filocamo, Salvatore Fiume, Ugo Flumiani, Luciano Folloni, Lucio Fontana, Attilio Forgioli, Franco Francese, Donato Frisia, Luigi Fulvi, Giovanni Fumagalli, Renato Galbusera, Oscar Gallo, Alessandro Gallotti, Pietro Gaudenzi, Alberto Ghinzani, Franca Ghitti, Alberto Gianquinto, Piero Giunni, Emilio Gola, Giuseppe Grandi, Giulio Greco, Giorgio Griffa, Costantino Guenzi, Giuseppe Guerreschi, Carlo Gusmeroli, Achille Guzzardella, Carlo Hollesch, Paolo Iacchetti, Emma Jeker, Savino Labò, Piero Leddi, Trento Longaretti, Emilio Longoni, Ubaldo Magnavacca, Gianfranco Manara, Ferdinando Mandelli, Luigi Mantovani, Giancarlo Marchese, Ada Marchetti, Sandro Martini, Giuseppe Martinelli, Piero Marussig, Lino Marzulli, Giacomo Maselli, Vittorio Matino, Giovanni Mattio, Alfredo Mazzotta, Vittorio Melchiori, Gino Meloni, Fausto Melotti, Francesco Messina, Elena Mezzadra, Umberto Milani, Giuseppe Montanari, Sara Montani, Enzo Morelli, Mario Moretti Foggia, Gino Moro, Giuseppe Motti, Giuseppe Novello, Eugenio Olivari, Claudio Olivieri, Gottardo Ortelli, Giancarlo Ossola, Goliardo Padova, Guido Pajetta, Mimmo Paladino, Bernardino Palazzi, Aldo Pancheri, Gianfranco Pardi, Lucio Pascalino, Franco Pedrina, Eros Pellini, Eugenio Pellini, Siro Penagini, Cesare Peverelli, Francesco Pezzoli, Gianriccardo Piccoli, Lorenzo Piemonti, Barbara Pietrasanta, Orazio Pigato, Fausto Pirandello, Stefano Pizzi, Alfredo Pizzo Greco, Cristiano Plicato, Bruno Polver, Pino Ponti, Emilio Quadrelli, Ernesto Quarti Marchiò, Mario Raciti, Amilcare Rambelli, Mauro Reggiani, Regina, Arturo Rietti, Egidio Riva, Gualberto Rocchi, Franco Rognoni, Bepi Romagnoni, Massimo Romani, Ottone Rosai, Attilio Rossi, Antonio Rotta, Erminio Rossi, Alberto Salietti, Giancarlo Sangregorio, Anna Santinello, Giuseppe Scalvini, Emilio Scanavino, Giorgio Scano, Giulio Scapaticci, Paolo Scheggi, Alberto Schiavi, Mario Schifano, Salvatore Sebaste, Luigi Secchi, Giovanni Setti, Lydia Silvestri, Mario Sironi, Ivo Soli, Nino Springolo, Mauro Staccioli, Attilio Steffanoni, Ottavio Steffenini, Luigi Stradella, Daniele de Strobel, Luiso Sturla, Remo Taccani, Emilio Tadini, Guido Tallone, Dino Tega, Togo (Enzo Migneco), Caterina Tosoni, Mario Tozzi, Ernesto Treccani, Valeriano Trubbiani, Giulio Turcato, Tino Vaglieri, Valentino Vago, Nanni Valentini, Walter Valentini, Romolo Valori, Giuliano Vangi, Grazia Varisco, Franco Vasconi, Mario Vellani Marchi, Mario Venturelli, Giulio Vercelli, Renato Vernizzi, Luigi Veronesi, Cesare Vianello, Enzo Vicentini, Umberto Vittorini, Agostino Viani, Raul Viviani, Carlotta Zanetti, Alberto Zardo, Franco Zazzeri, Alessandro Zenatello, Carlo Zocchi. Sito ufficiale, su lapermanente.it.

Palazzo della Permanente
Palazzo della Permanente

Il Palazzo della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, conosciuto anche semplicemente come Palazzo della Permanente, è un palazzo storico di Milano situato in via Filippo Turati al civico 34, dal 1881 sede della storica e omonima istituzione culturale. Progettato nel 1881 da Luca Beltrami in stile revival neoclassico, l'edificio è stato parzialmente restaurato dagli architetti Giulio Richard e Paolo Mezzanotte tra il 1920 e il 1922. Gravemente danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, il Palazzo è stato completamente ricostruito, ad eccezione della facciata superstite e di poche altre preesistenze, dagli architetti e designer Pier Giacomo e Achille Castiglioni secondo i criteri del funzionalismo. Il complesso è composto da un edificio orizzontale di sale destinate alle esposizioni organizzate dalla Società e una torre verticale per uffici. Nel 1881 l'istituzione culturale della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente acquista un terreno in via Turati (all'epoca denominata via Principe Umberto) per edificarvi la propria sede. Il progetto viene affidato all'architetto Luca Beltrami (Milano 1854 – Roma 1933), docente di Architettura all'Accademia di Brera e al Politecnico di Milano e impegnato in quegli anni in importanti interventi di architettura e restauro nella città: il Castello Sforzesco e la ricostruzione della Torre del Filarete (1893-1911), la Sinagoga (1892), il Palazzo delle Assicurazioni Generali in Piazza Cordusio (1901). Beltrami concepisce il palazzo della Permanente secondo uno stile neoclassico, suddividendo in modo schematico gli ambienti. La simmetrica facciata su via Turati, in pietra rossa di Verona, presenta al piano terra un ingresso a triplice apertura scandito da pilastri e due finestre rettangolari; la tripartizione è ripetuta al piano superiore nella loggia ad archi intervallata da colonne e affiancata da due finestre rettangolari con timpano triangolare. Sul fregio in facciata corre l'intitolazione del palazzo: Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente. All'interno la scansione degli spazi si articola nel 1886, data dell'apertura al pubblico, in quattro sale illuminate da lucernari al piano terra, un cortile coperto e una galleria per l'esposizione di sculture conclusa da un giardino con caffetteria. Al piano superiore si accede attraverso una monumentale scala doppia in marmo. Al primo piano un grande salone è destinato ad eventi, conferenze e riunioni ed affiancato sui due lati da due ambienti per l'esposizione di oggetti. Il palazzo viene restaurato tra il 1920 e il 1922 dagli architetti Giulio F. Richard e Paolo Mezzanotte: vengono eliminate le decorazioni pittoriche di Giovanni Battista Todeschini e di Giuseppe Mentessi, assistente di Beltrami all'Accademia di Brera, mentre rimane immutata l'architettura di Beltrami. L'edificio viene pesantemente colpito dai bombardamenti del 1943, lasciando intatta soltanto la facciata su via Turati, tuttora esistente e tutelata come monumento nazionale. Dopo l'esame di 17 proposte, nel 1949 il Sodalizio artistico sceglie per la ricostruzione della propria sede il progetto degli architetti e designer Pier Giacomo Castiglioni, Achille Castiglioni, con Luigi Fratino. I lavori prendono avvio l'anno successivo e si concludono nel 1953, quando la nuova sede viene aperta al pubblico completamente rinnovata. Il complesso della Permanente è composto da un corpo sviluppato orizzontalmente, che contiene grandi spazi destinati all'allestimento delle mostre, sul quale si innesta una alta torre per uffici, con una netta distinzione tra i due elementi. La facciata del palazzetto di Beltrami viene inclusa nel progetto come preesistenza originale e accoglie tre distinti ingressi: al centro, dal portico, alle sale espositive; a sinistra ai magazzini delle opere; a destra, dalla galleria, agli uffici della torre. Pur conservando alcune preesistenze, i Castiglioni ricostruiscono le sale secondo una nuova distribuzione e una nuova struttura di copertura. Il progetto dei Castiglioni rende l'allestimento delle sale per l'esposizione il più possibile flessibile grazie alla suddivisione in sale molto spaziose, da poter suddividere in spazi più piccoli mediante pareti mobili, pannelli con telaio in legno rivestito di tela, sostenute da tiranti in metallo, che scorrono grazie a una guida inserita nei muri perimetrali di ogni sala. La stessa guida può essere utilizzata per modulare l'impianto di illuminazione e per l'apprensione dei dipinti. L'impianto di illuminazione prevede un'alternanza di lucernari in vetrocemento di forma cilindrica, dimensionati in modo da evitare l'abbagliamento, e riflettori incassati, dotati di lampade fluorescenti schermate: il risultato è un piano illuminante astratto, visivamente intervallato da punti e tratti di luce, con un'illuminazione diffusa. La copertura ospita anche gli aspiratori per il ricambio d'aria. Il pavimento delle sale, che contiene i pannelli radianti per il riscaldamento, è in mosaico alla veneziana, a grana piccola (marmo di Candoglia e Bardiglio). La galleria per l'esposizione delle sculture si affaccia su un cortile interno. Il gioco di illuminazione radente e lo studio delle texture delle superfici delle pareti verticali rivestite di marmo, del pavimento a mosaico e del soffitto a stucco permettono l'illusione visiva di distacco delle pareti dal suolo. Destinata ad ospitare uffici, la torre a tredici piani progettata dai fratelli Castiglioni è alta 53 metri e ne dista quasi 20 dal rettifilo di via Turati: concepita per una visione dal basso, come edificio infinito, è strutturata come “edificio interrotto”, senza una copertura dal forte impatto visivo. La facciata sfrutta come decorativi gli elementi strutturali: le travi perimetrali dei solai in cemento armato sono lasciate a vista costruendo un motivo a fasce orizzontali e le pareti rivestite in litoceramica sono regolarmente intervallate da aperture. Le finestre a tutta altezza in profilato metallico hanno tre diversi telai che consentono differenti aperture: uno inferiore fisso, i due superiori a saliscendi autobilanciati; il davanzale è una lastra di marmo bianco, la tenda veneziana in alluminio anodizzato. I pavimenti alternano mosaico di vetro nella galleria d'ingresso, travertino nell'atrio, palladiana nei disimpegni e linoleum negli uffici. I serramenti interni sono in profilato di alluminio, mentre le porte a battente con struttura di abete a nido d'ape, rivestite in alluminio anodizzato. I Castiglioni integrano nell'edificio alcuni sistemi tecnologici: un servizio di posta pneumatica per la comunicazione tra gli atri e l'ufficio del custode, e i pannelli radianti con raffrescamento estivo. Renzo Modesti e Remo Taccani (a cura di), La Permanente, Società per le belle arti ed esposizione Permanente a Milano, numero unico per la ricostruzione del palazzo sociale 1883 marzo dicembre 1950, Edizione Soc. delle B.A. ed E.P., Milano Réalisationd Architecturales en Italie, in “Cahiers du Centre Scientifique et Techinique du batiment”, 1952, 16, p. XIII Red., Osservazioni su un'architettura. La torre della Permanente a Milano, in “Domus”, 1953, 285, agosto, pp 7-12 Red., La Torre della Permanente a Milano, in “Vitrum”, 1954, 52-53, febbraio-marzo, pp. 34-39; R. Angeli, La scala, in “Casa e Turismo”, 1956, 8, gennaio-febbraio, p.17 AA.VV., Milano oggi 1959-1960, Edizioni Milano Moderna, Milano 1959, pp 90-104 Anty Pansera, Milano, la Permanente sotto la Torre, in “Il moderno”, 16 febbraio 1990* Sergio Polano, Achille Castiglioni. Tutte le opere 1938 - 2000, 2001, Electa, Milano Silvia Cattiodoro, 1913-2013. Pier Giacomo, 100 volte Castiglioni, In edibus, 2013 ISBN 8897221173, 9788897221173 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo della Permanente Sito ufficiale, su lapermanente.it. Palazzo della Permanente, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.