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Chiesa di Santa Maria Consolatrice (Roma)

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Roma, chiesa di Santa Maria Consolatrice Facciata
Roma, chiesa di Santa Maria Consolatrice Facciata

La chiesa di Santa Maria Consolatrice è un luogo di culto cattolico di Roma, situato nella piazza omonima del popolare quartiere di Casal Bertone (Municipio IV).

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di Santa Maria Consolatrice (Roma) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di Santa Maria Consolatrice (Roma)
Via Nicola Marselli, Roma Municipio Roma IV

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Chiesa di Santa Maria Consolatrice

Via Nicola Marselli
00159 Roma, Municipio Roma IV
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Roma, chiesa di Santa Maria Consolatrice Facciata
Roma, chiesa di Santa Maria Consolatrice Facciata
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Luoghi vicini

Lago ex SNIA - Viscosa
Lago ex SNIA - Viscosa

Il lago Ex SNIA - Viscosa, più brevemente lago Ex SNIA o lago Bullicante, è uno specchio d'acqua di Roma, alimentato dalle acque sorgive dell'antico fosso della Marranella. È ubicato nel V Municipio capitolino, nella parte orientale della città. La sua genesi, del tutto accidentale, risale agli anni novanta del Novecento e si deve agli avventati lavori di sbancamento in un cantiere per la costruzione di un parcheggio sotterraneo. È uno dei pochissimi casi conosciuti di rinaturazione spontanea avvenuti in Europa; lo specchio d'acqua e il territorio immediatamente circostante, nonostante siano situati al centro di una zona di Roma ampiamente popolata e antropizzata, danno asilo a 358 specie vegetali spontanee e 133 specie coltivate, e a quasi novanta specie di avifauna, incluse nove di interesse comunitario, tra cui l'airone rosso, il martin pescatore, la sgarza ciuffetto e il falco pellegrino. Il peculiare fenomeno ha destato l'interesse scientifico di ricercatori e università europee che hanno condotto studi e indagini sul luogo. Situato in una posizione incuneata fra il quartiere Pigneto, via Prenestina, via di Portonaccio e il quartiere di Casal Bertone, il lago Ex SNIA sorge su un'area industriale dismessa che aveva ospitato l'opificio della CISA Viscosa, il cui stabilimento fu chiuso nel 1954. I terreni del complesso industriale confluirono nel patrimonio della SNIA Viscosa nel 1969, che aveva incorporato per fusione la CISA. Nel 1982 la proprietà cedette terreni e immobili alla Società Immobiliare Snia S.r.l. che li rivendette nel marzo 1990 a un'immobiliare, la Società Pinciana 188 S.r.l. Nell'aprile dello stesso anno, la proprietà ottiene la concessione edilizia per la costruzione di un immobile con destinazione produttiva. Nel novembre 1990 la società immobiliare viene acquisita dalla Ponente 1978 S.r.l., società di proprietà dell'imprenditore edile Antonio Pulcini. Nel 1992 una ditta riconducibile allo stesso imprenditore Antonio Pulcini, durante gli scavi per la costruzione di un parcheggio, annesso a quello che sarebbe dovuto diventare un grande centro commerciale, intercettò una falda acquifera a soli dieci metri sotto il piano, causando l'allagamento del cantiere. Evidentemente si era fatta poca attenzione alla storia della località, chiamata Acqua Bullicante (una delle vie principali del quartiere a poche decine di metri dal sito, porta infatti tale nome) e non si sapeva che lì sotto scorreva il fosso della Marranella, mentre ancora più in profondità, a soli 5 metri dal piano di campagna, si trovava una falda acquifera di acqua minerale proveniente dai depositi del vulcano dei Colli Albani. Durante gli scavi fu intercettata la falda che cominciò a sgorgare e a riempire l'invaso artificiale creatosi con i lavori. All'inizio, nel tentativo di scongiurare il prevedibile blocco dei lavori, la società di costruzioni mise in atto l'espediente di deviare il flusso d'acqua convogliandolo nelle fognature. Il rimedio si rivelò maldestro e determinò il sovraccarico delle fogne e l'esplosione delle condotte, con conseguente allagamento di largo Preneste. L'acqua finì con l'invadere l'invaso artificiale rendendo l'area impraticabile a ulteriori lavori di sbancamento e costruzione, determinando, così, la creazione di un laghetto che la vena continua ad alimentare garantendone l'equilibrio idrico. L'evento mosse comitati cittadini a interrogarsi sulla bontà del progetto e a presentare un esposto alla Procura di Roma sulla liceità della concessione edilizia. Successive indagini e il conseguente giudizio penale avrebbero attestato la falsificazione della planimetria e quindi l'irregolarità delle opere effettuate. Nel 1993 con ordinanza n.155 della VI Circoscrizione del Comune di Roma fu ordinata la demolizione delle opere eseguite. Il costruttore presentò ricorso avverso l'ordinanza di demolizione; il ricorso fu parzialmente accolto nel 2010 a causa dell'inerzia del Comune a difendersi. Il 30 giugno del 2020, con decreto del Presidente della Regione Lazio nº T00108 è stato istituito il monumento naturale denominato Lago Ex SNIA - Viscosa, ma nulla è stato fatto per rimuovere dall'area i manufatti risalenti al cantiere degli anni 1990. Nonostante parte dell'area sia stata dichiarata monumento naturale, progetti edilizi di costruzione intensiva nelle aree non espropriate e limitrofe al lago, fanno temere per la salute dell'ecosistema, simbolo dell'autorigenerazione naturalistica. Nel novembre del 2023 i comitati cittadini si sono rivolti nuovamente all'amministrazione comunale affinché si adoperi per la tutela del sito, continuando l'esproprio di tutta l'area. Il lago Bullicante è gemellato con il lago antropogenico sorto nel Marais Wiels, che si trova nel comune di Forest nella Regione di Bruxelles-Capitale. A settembre 2022, a Roma, si è celebrato il rito del gemellaggio per riconoscere le comuni vicende e iniziare un percorso di valorizzazione comune. Il lago è all'interno del parco pubblico detto "delle Energie", in una zona sottoposta a vincoli paesaggistici e archeologici. Le sue acque sono pulite e potenzialmente balneabili ed è possibile attraversarlo in canoa. Per estensione della superficie supera il laghetto di Villa Borghese e per questo è il più grande all'interno dell'anello ferroviario che cinge la capitale. La posizione del sito contribuisce alla rilevante biodiversità faunistica presente: il lago si colloca in prossimità delle direttrici di spostamento dell'avifauna, non lontano da altre zone umide quali l'Aniene e il parco della Cervelletta, costituendo uno dei pochissimi ambienti naturali dell'area, scelto come punto di sosta e di riposo da numerose specie all'interno di una zona ad altissima urbanizzazione. Il lago presenta una ricca biodiversità, favorita, secondo uno studio dell'ISPRA del 2022, dall'habitat lacustre che presenta ambienti di rilevante interesse naturalistico, importanti per la ricolonizzazione di specie sia vegetali sia animali. La vegetazione rilevata nell'area comprende 358 specie spontanee e 133 specie coltivate. La flora catalogata appartenente a undici comunità vegetali e, anche se in alcune di esse sono preponderanti specie esotiche, nel complesso l'habitat può essere considerato naturale o seminaturale. I ruderi presenti aiutano l'insediamento di piante come il pino d'Aleppo e l'alaterno. Sono presenti anche il trifoglio scabro e la costolina annuale, diffuse nell'ambiente rurale laziale, ma difficilmente presenti nell'ambiente urbano. Sui bordi del lago sono cresciute spontaneamente la cannuccia palustre, il salice bianco, il pioppo bianco e il pioppo nero. Sono state censite nell'area quasi novanta specie di uccelli comprese nove di interesse comunitario, il mignattaio, il tarabusino, la nitticora, la sgarza ciuffetto, l'airone rosso, la garzetta, il falco di palude, il martin pescatore e il falco pellegrino. Sono state catalogate trenta specie di libellule, quasi un terzo di tutte le quelle censite in Italia. Nei prati circostanti, nidificano i fagiani. Tra i ruderi della fabbrica dismessa, oltre al falco pellegrino, è stata avvistata la civetta. Sono state osservate regolarmente quattro specie di chirotteri: il pipistrello pigmeo, il pipistrello di Savi, il pipistrello albolimbato e il pipistrello nano. Sporadicamente sono state avvistate delle volpi. Per accedere al lago è possibile entrare nel Parco delle Energie accedendo dal civico n.230 di via di Portonaccio. Al lago, nel 2014, è stata dedicata la canzone Il lago che combatte del gruppo Assalti Frontali in collaborazione con il gruppo Il Muro del Canto. Il fumettista Zerocalcare ha dedicato un calendario al lago nel 2017. Paolo Boccacci, I giorni degli squali: mattoni, microfoni, mappe false e altre storie prima di Tangentopoli (PDF), Roma, Cromografia, 2010, SBN IT\ICCU\BVE\0741519. Michele Boato, Quelli delle cause vinte: manuale di difesa dei beni comuni, prefazione di Marinella Correggia, Mestre, Libri di Gaia, 2017, ISBN 978-88-95829-16-6, SBN IT\ICCU\TO0\1992782. Ex fabbrica SNIA Viscosa Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su lago Ex SNIA Ede Martino, Articolo de "La Stampa.it": osservazioni e inesattezze..., su Lago eXSnia. URL consultato il 5 gennaio 2024. Giorgia Colucci e Martino Iannone, Rischia di morire il Lago Bullicante, miracolo di Roma, su Ansa Magazine, n. 149. URL consultato il 5 gennaio 2024. Martino Iannone, Roma, è nato un lago e (r)esiste, su Ansa Magazine, n. 73, 2 maggio 2016. URL consultato il 5 gennaio 2024. Letizia Palmisano, Una Roma che non ti aspetti: aironi, volpi, martin pescatori, picchi e falchi nel cuore della Capitale, su Econews, green economy & sustainable development, 18 febbraio 2015. URL consultato il 5 gennaio 2024.

Stazione di San Lorenzo (SFV)
Stazione di San Lorenzo (SFV)

La stazione di San Lorenzo era uno scalo merci ferroviario posto sul breve raccordo proveniente dalla fermata di Porta Maggiore della ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone. Era ubicata nel quartiere storico di San Lorenzo di Roma, nella zona dello scavalco stradale del cimitero del Verano e nelle immediate vicinanze dello scalo FS cittadino. Lo scalo nacque dalla necessità di adempiere a uno dei requisiti all'epoca previsti per le ferrovie in concessione di nuova costruzione, cioè che linea doveva essere raccordata a impianti della rete ferroviaria statale. Per tale motivo nei progetti originari della linea si prevedeva di realizzare una stazione atta al servizio merci e viaggiatori nella zona di Porta Maggiore, dove era presente anche la stazione di Roma Porta Maggiore delle FS e di realizzare anche un prolungamento alla stazione di Roma Termini a binario unico. Tuttavia nel contempo, nel 1907, le FS iniziano a costruire il nuovo scalo di San Lorenzo, più discostato rispetto all'originario scalo di Porta Maggiore, e la rimessa Vallone; i lavori si concludono nel 1911 con l'inaugurazione del nuovo scalo e con la soppressione della stazione di Porta Maggiore. Per quindi realizzare questo punto del contratto, la SFV dovette modificare i progetti e cercare un'area idonea dove poter costruire la stazione e fu obbligata anche a costruire un'adeguata stazione a Termini per il maggiore flusso passeggeri dato che in precedenza i principali treni d'interscambio FS venivano inoltrati a Porta Maggiore. L'area scelta fu alla fine tra il viale San Lorenzo e il vicolo della Ranocchia, di 16000 m², nei pressi del capolinea della linea tranviaria 28, nell'area dove dal 1975 è presente la sopraelevata della Tangenziale Est di Roma. La stazione venne inaugurata il 10 settembre 1917 sulla base di un progetto approvato a settembre 1916. Lo scalo merci venne raccordato inizialmente lato Roma all'altezza di Porta Maggiore mediante un binario lungo quasi un chilometro; solo nel 1931 l'allaccio venne modificato e messo lato Frosinone per evitare il regresso dei treni fino a Roma Laziali. Lo scalo, negli ultimi anni abilitato solo al servizio merci, venne sempre meno utilizzato e rimase in servizio effettivo fino al 1955, quanto venne tagliato il deviatoio d'immissione a Porta Maggiore in occasione dei lavori di sistemazione del piazzale della fermata. Venne ufficialmente soppresso il 1º gennaio 1956 con Ordine di Servizio del gestore dell'infrastruttura. Il complesso rimane a lungo abbandonato fino al 1973 quando, in occasione dell'inizio dei lavori di costruzione dello scavalco di San Lorenzo della Tangenziale Est di Roma, tutti i fabbricati di stazione verranno demoliti e i binari asportati. L'impianto, posto alla progressiva chilometrica 0+868.00 da Porta Maggiore, disponeva di un fabbricato viaggiatori di architettura simile agli altri sulla linea principale, uno scalo merci composto da un magazzino merci di superficie 300 m², un piano caricatore a denti di sega e 12 binari di cui uno raccordato direttamente con lo scalo FS, con delle attività private dell'Ingegnere Antonio Clementi, progettista ed azionista della ferrovia e con la Regia Dogana. La stazione ha effettuato sin dalla sua apertura sia il servizio viaggiatori sia merci, ma negli ultimi anni di esercizio, a causa della progressiva diminuzione d'importanza dell'impianto, esercitò solo il traffico merci, perdendo quello passeggeri, fino alla sua soppressione. La stazione disponeva di: Biglietteria a sportello Sala d'attesa La stazione permetteva i seguenti interscambi: Scalo ferroviario (Roma San Lorenzo) Nei primi anni di esercizio lo scalo ha avuto anche come interscambio la fermata tranviaria di San Lorenzo dove effettuava fermata la linea 28 della rete tranviaria di Roma. Fondazione Ferrovia Museo Stazione di Colonna, Collana di quaderni Roma-Fiuggi-Frosinone, storia di una ferrovia: Descrizione della linea parte prima, da Roma a Genazzano, Cortona, Carocci, 2011, ISBN 978-88-7785-265-6. Società per Ferrovie Vicinali, Planimetria del raccordo da Porta Maggiore allo scalo merci di San Lorenzo, 1931. Società per Ferrovie Vicinali, Ordine di Servizio: soppressione impianto di San Lorenzo e relativo raccordo, 1956. Ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone Stazione di Roma San Lorenzo San Lorenzo (Roma) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di San Lorenzo (SFV)

Ex fabbrica SNIA Viscosa

L'ex fabbrica SNIA Viscosa, già CISA Viscosa, è stato un complesso industriale di Roma, situato nel quartiere Tiburtino su via Prenestina, all'altezza di largo Preneste, nell'attuale parco delle Energie. Il 2 maggio 1922, in località Acqua Bulicante, fuori Porta Maggiore, venne iniziata la costruzione di uno dei più grandi opifici d'Italia, e il 5 settembre 1923, iniziò la produzione della Società generale Italiana della Viscosa (American Chatillon Corporation) di seta artificiale. Nel 1929, avendo legami commerciali internazionali ed essendo dotata di capitali statunitensi, l'opificio risentì molto della grande depressione, che sconvolse l'intera economia mondiale. Dal 1930 al 1932 gli operai scesero da 2383 a 1339 in seguito a più di mille licenziamenti. Lo stato fascista venne in aiuto alla fabbrica, legandola sempre più, negli anni a seguire, alla politica economica del governo. Prima durante la guerra d'Etiopia poi durante la seconda guerra mondiale, la Viscosa viene indirizzata dal regime a produrre uniformi e altre forniture militari, rinvigorendone le attività. Nel marzo del 1944 lo stabilimento subisce uno dei bombardamenti che gli Alleati effettuarono su Roma e, una volta terminata la guerra, per la fabbrica comincia il declino, portando il numero di operai da 1660 nel 1949 ad appena 120 nel 1953. Nel 1954 l'opificio chiude definitivamente, lasciando lo stabilimento in stato di abbandono. Nel 1969 la CISA Viscosa viene assorbita dalla SNIA Viscosa che, nel 1982, cederà tutte le sue proprietà immobiliari alla Società Immobiliare Snia. Nel 1990 il complesso di via Prenestina viene ceduto alla società immobiliare Pinciana 188 che presenta subito la richiesta di concessione per la costruzione di un edificio per attività produttive prima al Comune di Roma, quindi alla Regione Lazio, che rilascia la concessione. Successivamente la società del costruttore Antonio Pulcini, Ponente 1978, assorbe la Pinciana 188. Il cantiere apre nel 1992 ma uno sbancamento di terreno comporta lo sfondamento della falda acquifera del fosso della Marranella che riempie subito lo scavo effettuato. Per liberarsi dell'acqua, il costruttore fa deviare il flusso verso il collettore fognario che, però, essendo la sua portata insufficiente per la quantità d'acqua convogliata, comporta l'allagamento del sito e dell'adiacente largo Preneste. Scoperto il danno e accertata anche la falsificazione della planimetria presentata sul progetto, la concessione edilizia viene annullata. Successivi ricorsi del costruttore verranno respinti. L'acqua che fuoriesce dal fosso sotterraneo va a formare un piccolo laghetto, ora chiamato lago ex SNIA - Viscosa. Gino Nerbini, Industrie romane. L'industria della seta artificiale (PDF), in Capitolium. Rassegna di attività municipali, anno I, n. 3, Roma, Tumminelli - Istituto Romano di Arti Grafiche, 1925. Carmelo G. Severino, ROMA MOSAICO URBANO. Il Pigneto fuori Porta Maggiore, Roma, Gangemi, 2005, ISBN 978-88-492-0926-6. Pigneto SNIA Viscosa Lago ex SNIA - Viscosa La fabbrica Cisa Viscosa (dal 1939 Snia Viscosa), su Archivio Storico Viscosa - Centro Documentazione Territoriale Maria Baccante. Ex SNIA: il giardino tra relitti di cemento, su Giulia Merlo. Martino Iannone, Roma, è nato un lago e (r)esiste, su Ansa Magazine #73, 2 maggio 2016. Alice Sotgia, Sul filo della pazzia: produzione e malattie del lavoro alla Viscosa di Roma negli anni Venti e Trenta, su Dipartimento di Storia, Culture, Religioni La Sapienza. URL consultato il 15 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2017).

Tiburtino
Tiburtino

Tiburtino è il sesto quartiere di Roma, indicato con Q. VI. Prende il nome dalla via Tiburtina che qui inizia e che, a sua volta, deriva da "Tibur", antico nome di Tivoli. Si trova nell'area est della città, a ridosso delle Mura aureliane. Il quartiere confina: a nord con i quartieri Q. V Nomentano e Q.XXI Pietralata a est con il quartiere Q. XXII Collatino a sud con il quartiere Q. VII Prenestino-Labicano a ovest con i rioni R. XV Esquilino e R. XVIII Castro Pretorio Nel Tiburtino hanno sede la Città universitaria, il cimitero del Verano e diverse altre strutture. Il nucleo centrale del quartiere è costituito dalla zona di "San Lorenzo", duramente bombardata (più di 1600 morti accertati) dai B-17 americani il 19 luglio 1943. Il Tiburtino è fra i primi 15 quartieri nati nel 1911, ufficialmente istituiti nel 1921. Inizialmente comprendeva solo la zona di San Lorenzo, che era già una realtà territoriale a sé stante, successivamente, nel 1931, il quartiere si estese verso la via Prenestina e, l'anno successivo, accorpò parte del suburbio Tiburtino (l'attuale Casal Bertone) fino a via di Portonaccio, un'area che fino a pochi decenni prima era unita all'altra attraverso una strada chiamata via di Malabarba. Negli anni dal 1950 a 1954 fu costruito il quartiere dell'INA-Casa che prese l'omonimo nome di Tiburtino, tra la via Tiburtina km 7, via Diego Angeli, via Edoardo Arbib, via Luigi Cesana, via dei Crispolti e via Luigi Lucatelli (attualmente facenti parte del quartiere Collatino). Quest'opera fu realizzata su progetto di un gruppo di architetti i cui capigruppo furono Mario Ridolfi e Ludovico Quaroni ed è considerata uno degli interventi più significativi del Neorealismo architettonico, una delle diverse espressioni del Movimento Moderno in Italia. Di rosso al monte d'oro caricato di un palo ondoso (cascata dell'Aniene) d'azzurro uscente da un traforo. Sede dell'Istituto superiore di sanità, su viale Regina Elena. Edificio del XX secolo (1931-34). 41.904266°N 12.518224°E41°54′15.36″N, 12°31′05.61″E Progetto dell'architetto Giuseppe Amendola. Palazzo dell'Aeronautica, su viale Pretoriano. Progetto dell'architetto Roberto Marino, sede del Ministero dell'aeronautica (1931-1947) e poi dello Stato maggiore dell'Aeronautica Militare (dal 1947 in poi). Basilica di San Lorenzo fuori le mura, sul piazzale del Verano. Chiesa del IV secolo e basilica papale. Chiesa di Santa Maria Immacolata e San Giovanni Berchmans, su piazza dell'Immacolata. Chiesa di Santa Maria Consolatrice, su piazza Santa Maria Consolatrice. Chiesa di San Tommaso Moro, su via dei Marrucini. Chiesa della Divina Sapienza, da piazzale Aldo Moro, all'interno della Città universitaria di Roma. Torrione prenestino, al II miglio di via Prenestina. Mausoleo del I secolo a.C. Porta Tiburtina o San Lorenzo, all'inizio di via Tiburtina. Arco del I secolo a.C. Sepolcro di largo Talamo, sul largo Eduardo Talamo. Mausoleo del I secolo. 41.894717°N 12.516962°E41°53′40.98″N, 12°31′01.06″E Ex fabbrica SNIA Viscosa, su via Prenestina. Complesso industriale del XX secolo (1922-23). Fabbrica di rayon che nasce come CISA Viscosa nel 1923, attiva fino al 1954. Nel 1969 la CISA viene assorbita dalla SNIA Viscosa. Cimitero del Verano, su via Tiburtina. Cimitero monumentale del XIX secolo (1809-12). Città universitaria. Edifici in stile razionalista del XX secolo (1935). Scalo San Lorenzo, sul viale omonimo. 41.895628°N 12.523156°E41°53′44.26″N, 12°31′23.36″E Villa Gordiani, settore nord, lato sinistro di via Prenestina. Villa Mercede, su via Tiburtina. Villa del XX secolo. 41.898991°N 12.514049°E41°53′56.37″N, 12°30′50.58″E Parco dei Caduti del 19 luglio 1943. Monumento commemorativo per i caduti del bombardamento di San Lorenzo. 41.897994°N 12.512697°E41°53′52.78″N, 12°30′45.71″E Parco delle Energie (area dell'ex fabbrica SNIA Viscosa), su via Prenestina angolo via di Portonaccio. Parco del Torrione Prenestino, al II miglio di via Prenestina. I dati statistici rivelano, rispetto ad altri quartieri della capitale, un alto indice di vecchiaia e un'elevata presenza di immigrati provenienti dai paesi extracomunitari. Inoltre, data l'alta concentrazione di poli per il lavoro terziario e la sua ubicazione, si registrano nel quartiere volumi di traffico e di inquinamento superiori alla media del comune, che costringono, tra l'altro, a frequenti interventi per la viabilità e la riparazione del manto stradale. Istituto superiore di sanità, su viale Regina Elena. Consiglio Nazionale delle Ricerche, su piazzale Aldo Moro. Università degli Studi di Roma "La Sapienza" Nel territorio del Tiburtino si estendono le zone urbanistiche 3B San Lorenzo (intera), 3X Università, 3Y Verano (intera) e 5A Casal Bertone. Le principali arterie sono via Tiburtina, che ha inizio dal piazzale Tiburtino, situato all'interno dei confini del quartiere, la circonvallazione Tiburtina, porzione della Tangenziale Est, viale dello Scalo di San Lorenzo, che collega quest'ultima a piazzale Labicano. Altre strade di grande importanza sono: Via di Casal Bertone Via Cesare De Lollis Via dei Ramni Viale Regina Elena Viale delle Scienze Le piazze principali del quartiere sono: Piazza dell'Immacolata Piazzale Aldo Moro (già piazzale delle Scienze) Largo degli Osci Piazza dei Sanniti Piazza di Santa Maria Consolatrice Piazzale del Verano Gli altri odonimi del quartiere Tiburtino possono raggrupparsi nelle seguenti categorie: Antichi popoli italici, nell'area circostante l'inizio della via Tiburtina, corrispondente alla zona di San Lorenzo. Condottieri, lungo la via Prenestina. Generali e militari italiani, nell'area di Casal Bertone. Vis Nova Basket che, nel campionato 2019-2020, milita nel campionato maschile di Serie C Silver. Giorgio Carpaneto e altri, I quartieri di Roma, Roma, Newton Compton Editori, 1997, ISBN 978-88-8183-639-0. Carlo Pietrangeli, Insegne e stemmi dei rioni di Roma (PDF), in Capitolium. Rassegna di attività municipali, anno XXVIII, n. 6, Roma, Tumminelli - Istituto Romano di Arti Grafiche, 1953. Mauro Quercioli, QUARTIERE VI. TIBURTINO, in I Rioni e i Quartieri di Roma, vol. 6, Roma, Newton Compton Editori, 1991. Claudio Rendina e Donatella Paradisi, Le strade di Roma, vol. 1, Roma, Newton Compton Editori, 2004, ISBN 88-541-0208-3. Claudio Rendina, I quartieri di Roma, vol. 1, Roma, Newton Compton Editori, 2006, ISBN 978-88-541-0594-2. Casabella Continuità, n. 215, Rozzano, Editoriale Domus, aprile-maggio 1957. Controspazio, n. 3, Bari, Edizioni Dedalo, novembre 1974. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tiburtino Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Tiburtino

Chiesa di San Luca Evangelista (Roma)
Chiesa di San Luca Evangelista (Roma)

La chiesa di San Luca evangelista è una chiesa di Roma, nel quartiere Prenestino-Labicano, in largo San Luca Evangelista (via Roberto Malatesta). È stata costruita tra il 1955 ed il 1958 su progetto degli architetti Lucio e Vincenzo Passarelli, ed inaugurata solennemente da monsignor Luigi Traglia il 20 giugno 1957. La chiesa è sede parrocchiale, eretta il 2 gennaio 1956 con il decreto del cardinale vicario Clemente Micara Neminem sane latet. È anche sede del titolo cardinalizio di “San Luca a Via Prenestina”, istituito da papa Paolo VI il 29 aprile 1969. La chiesa è stata visitata da Giovanni Paolo II il 4 novembre 1979. A partire dal 1996 ha subito dei grandi lavori di ristrutturazione che ne hanno alterato molto l'aspetto. Infatti, originariamente il corpo del sacro edificio non era suddiviso, come appare oggi, da un solaio orizzontale per ricavare un salone inferiore, alterando completamente i rapporti spaziali. La facciata è suddivisa in tre parti: la parte centrale è a mattoni rossi, in cui spicca un protiro moderno, con un altorilievo realizzato in argilla smaltata e cemento, opera di Angelo Biancini, ove sono rappresentati episodi e figure bibliche e storiche tra le quali, sulla destra, san Luca; e due parti laterali, speculari tra loro, composte da una grande vetrata a tutta altezza. La chiesa è affiancata da un'alta struttura campanaria. Il basso portale d'ingresso introduce in un atrio da cui si accede direttamente alla cripta, e, tramite una rampa di scale, alla chiesa sovrastante. Cripta e chiesa hanno il piano leggermente in discesa verso i rispettivi altari. L'interno della chiesa è a pianta rettangolare, a tre navate, suddivise da pilastri in cemento, collocati molto vicino alle pareti, così da ridurre ai minimi termini le due navatelle laterali e dare ampio spazio alla navata centrale. I pilastri sorreggono le travi di cemento del soffitto, le cui strutture ondulate creano un plastico effetto di movimento e di chiaroscuri. Il presbiterio e la parete di fondo sono interamente ricoperti di mosaici. Nella parete di fondo, sono raffigurati, in alto lo Spirito Santo e Dio Padre; al centro una grande croce da cui emerge un Cristo bronzeo; e ai suoi lati le figure di Maria e di Giovanni. Alle spalle della sede, vi è un mosaico con un Cristo pantocratore benedicente, affiancato da rappresentazioni di architetture e di paesaggi di stile leonardesco. Ai lati di questi, sono posti, alla destra una icona raffigurante la Vergine col bambino; alla sinistra il tabernacolo, nella cui porta, anch'essa in mosaico, sono raffigurati i simboli dei pani e dei pesci. A destra dell'altare maggiore è posto il fonte battesimale, composto da una vasca circolare percorsa da un mosaico con motivi acquatici; alla sinistra, è l'ambone con la raffigurazione, in mosaico, dei simboli dei quattro evangelisti. Alle spalle del fonte battesimale e dell'ambone, in due mosaici distinti sono raffigurati gli apostoli. Alle pareti laterali, sono appesi quadri con figure di santi; nella navata di destra è posta una grande statua lignea di san Luca, mentre in quella di sinistra statue devozionali. Sui pilastri delle navate si possono notare i pannelli della Via Crucis in ceramica smaltata, e nella navata di destra un trittico, anch'esso in ceramica, raffigurante l’Annunciazione; entrambe le opere sono di Angelo Biancini. C. Rendina, Le Chiese di Roma, Milano, Newton & Compton Editori, 2000, p. 181. G. Carpaneto, Quartiere VII. Prenestino-Labicano inː AAVV, I quartieri di Roma, Roma, Newton & Compton Editori, 2006. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Luca Evangelista Parrocchia diocesana – S. Luca Evangelista, su diocesidiroma.it. gio-gio, Chiesa di San Luca Evangelista., su ArchiDiAP, 20 febbraio 2017. Chiesa di San Luca in via Gattamelata, su studiopassarelli.it.