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Chiesa di San Giuseppe Artigiano (Roma)

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La chiesa di San Giuseppe artigiano è una chiesa di Roma, nel quartiere Collatino, in largo San Giuseppe Artigiano.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di San Giuseppe Artigiano (Roma) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Chiesa di San Giuseppe Artigiano (Roma)
Largo San Giuseppe Artigiano, Roma Municipio Roma IV

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Chiesa di San Giuseppe Artigiano (Roma)

Largo San Giuseppe Artigiano
00159 Roma, Municipio Roma IV
Lazio, Italia
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Luoghi vicini

Lago ex SNIA - Viscosa
Lago ex SNIA - Viscosa

Il lago Ex SNIA - Viscosa, più brevemente lago Ex SNIA o lago Bullicante, è uno specchio d'acqua di Roma, alimentato dalle acque sorgive dell'antico fosso della Marranella. È ubicato nel V Municipio capitolino, nella parte orientale della città. La sua genesi, del tutto accidentale, risale agli anni novanta del Novecento e si deve agli avventati lavori di sbancamento in un cantiere per la costruzione di un parcheggio sotterraneo. È uno dei pochissimi casi conosciuti di rinaturazione spontanea avvenuti in Europa; lo specchio d'acqua e il territorio immediatamente circostante, nonostante siano situati al centro di una zona di Roma ampiamente popolata e antropizzata, danno asilo a 358 specie vegetali spontanee e 133 specie coltivate, e a quasi novanta specie di avifauna, incluse nove di interesse comunitario, tra cui l'airone rosso, il martin pescatore, la sgarza ciuffetto e il falco pellegrino. Il peculiare fenomeno ha destato l'interesse scientifico di ricercatori e università europee che hanno condotto studi e indagini sul luogo. Situato in una posizione incuneata fra il quartiere Pigneto, via Prenestina, via di Portonaccio e il quartiere di Casal Bertone, il lago Ex SNIA sorge su un'area industriale dismessa che aveva ospitato l'opificio della CISA Viscosa, il cui stabilimento fu chiuso nel 1954. I terreni del complesso industriale confluirono nel patrimonio della SNIA Viscosa nel 1969, che aveva incorporato per fusione la CISA. Nel 1982 la proprietà cedette terreni e immobili alla Società Immobiliare Snia S.r.l. che li rivendette nel marzo 1990 a un'immobiliare, la Società Pinciana 188 S.r.l. Nell'aprile dello stesso anno, la proprietà ottiene la concessione edilizia per la costruzione di un immobile con destinazione produttiva. Nel novembre 1990 la società immobiliare viene acquisita dalla Ponente 1978 S.r.l., società di proprietà dell'imprenditore edile Antonio Pulcini. Nel 1992 una ditta riconducibile allo stesso imprenditore Antonio Pulcini, durante gli scavi per la costruzione di un parcheggio, annesso a quello che sarebbe dovuto diventare un grande centro commerciale, intercettò una falda acquifera a soli dieci metri sotto il piano, causando l'allagamento del cantiere. Evidentemente si era fatta poca attenzione alla storia della località, chiamata Acqua Bullicante (una delle vie principali del quartiere a poche decine di metri dal sito, porta infatti tale nome) e non si sapeva che lì sotto scorreva il fosso della Marranella, mentre ancora più in profondità, a soli 5 metri dal piano di campagna, si trovava una falda acquifera di acqua minerale proveniente dai depositi del vulcano dei Colli Albani. Durante gli scavi fu intercettata la falda che cominciò a sgorgare e a riempire l'invaso artificiale creatosi con i lavori. All'inizio, nel tentativo di scongiurare il prevedibile blocco dei lavori, la società di costruzioni mise in atto l'espediente di deviare il flusso d'acqua convogliandolo nelle fognature. Il rimedio si rivelò maldestro e determinò il sovraccarico delle fogne e l'esplosione delle condotte, con conseguente allagamento di largo Preneste. L'acqua finì con l'invadere l'invaso artificiale rendendo l'area impraticabile a ulteriori lavori di sbancamento e costruzione, determinando, così, la creazione di un laghetto che la vena continua ad alimentare garantendone l'equilibrio idrico. L'evento mosse comitati cittadini a interrogarsi sulla bontà del progetto e a presentare un esposto alla Procura di Roma sulla liceità della concessione edilizia. Successive indagini e il conseguente giudizio penale avrebbero attestato la falsificazione della planimetria e quindi l'irregolarità delle opere effettuate. Nel 1993 con ordinanza n.155 della VI Circoscrizione del Comune di Roma fu ordinata la demolizione delle opere eseguite. Il costruttore presentò ricorso avverso l'ordinanza di demolizione; il ricorso fu parzialmente accolto nel 2010 a causa dell'inerzia del Comune a difendersi. Il 30 giugno del 2020, con decreto del Presidente della Regione Lazio nº T00108 è stato istituito il monumento naturale denominato Lago Ex SNIA - Viscosa, ma nulla è stato fatto per rimuovere dall'area i manufatti risalenti al cantiere degli anni 1990. Nonostante parte dell'area sia stata dichiarata monumento naturale, progetti edilizi di costruzione intensiva nelle aree non espropriate e limitrofe al lago, fanno temere per la salute dell'ecosistema, simbolo dell'autorigenerazione naturalistica. Nel novembre del 2023 i comitati cittadini si sono rivolti nuovamente all'amministrazione comunale affinché si adoperi per la tutela del sito, continuando l'esproprio di tutta l'area. Il lago Bullicante è gemellato con il lago antropogenico sorto nel Marais Wiels, che si trova nel comune di Forest nella Regione di Bruxelles-Capitale. A settembre 2022, a Roma, si è celebrato il rito del gemellaggio per riconoscere le comuni vicende e iniziare un percorso di valorizzazione comune. Il lago è all'interno del parco pubblico detto "delle Energie", in una zona sottoposta a vincoli paesaggistici e archeologici. Le sue acque sono pulite e potenzialmente balneabili ed è possibile attraversarlo in canoa. Per estensione della superficie supera il laghetto di Villa Borghese e per questo è il più grande all'interno dell'anello ferroviario che cinge la capitale. La posizione del sito contribuisce alla rilevante biodiversità faunistica presente: il lago si colloca in prossimità delle direttrici di spostamento dell'avifauna, non lontano da altre zone umide quali l'Aniene e il parco della Cervelletta, costituendo uno dei pochissimi ambienti naturali dell'area, scelto come punto di sosta e di riposo da numerose specie all'interno di una zona ad altissima urbanizzazione. Il lago presenta una ricca biodiversità, favorita, secondo uno studio dell'ISPRA del 2022, dall'habitat lacustre che presenta ambienti di rilevante interesse naturalistico, importanti per la ricolonizzazione di specie sia vegetali sia animali. La vegetazione rilevata nell'area comprende 358 specie spontanee e 133 specie coltivate. La flora catalogata appartenente a undici comunità vegetali e, anche se in alcune di esse sono preponderanti specie esotiche, nel complesso l'habitat può essere considerato naturale o seminaturale. I ruderi presenti aiutano l'insediamento di piante come il pino d'Aleppo e l'alaterno. Sono presenti anche il trifoglio scabro e la costolina annuale, diffuse nell'ambiente rurale laziale, ma difficilmente presenti nell'ambiente urbano. Sui bordi del lago sono cresciute spontaneamente la cannuccia palustre, il salice bianco, il pioppo bianco e il pioppo nero. Sono state censite nell'area quasi novanta specie di uccelli comprese nove di interesse comunitario, il mignattaio, il tarabusino, la nitticora, la sgarza ciuffetto, l'airone rosso, la garzetta, il falco di palude, il martin pescatore e il falco pellegrino. Sono state catalogate trenta specie di libellule, quasi un terzo di tutte le quelle censite in Italia. Nei prati circostanti, nidificano i fagiani. Tra i ruderi della fabbrica dismessa, oltre al falco pellegrino, è stata avvistata la civetta. Sono state osservate regolarmente quattro specie di chirotteri: il pipistrello pigmeo, il pipistrello di Savi, il pipistrello albolimbato e il pipistrello nano. Sporadicamente sono state avvistate delle volpi. Per accedere al lago è possibile entrare nel Parco delle Energie accedendo dal civico n.230 di via di Portonaccio. Al lago, nel 2014, è stata dedicata la canzone Il lago che combatte del gruppo Assalti Frontali in collaborazione con il gruppo Il Muro del Canto. Il fumettista Zerocalcare ha dedicato un calendario al lago nel 2017. Paolo Boccacci, I giorni degli squali: mattoni, microfoni, mappe false e altre storie prima di Tangentopoli (PDF), Roma, Cromografia, 2010, SBN IT\ICCU\BVE\0741519. Michele Boato, Quelli delle cause vinte: manuale di difesa dei beni comuni, prefazione di Marinella Correggia, Mestre, Libri di Gaia, 2017, ISBN 978-88-95829-16-6, SBN IT\ICCU\TO0\1992782. Ex fabbrica SNIA Viscosa Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su lago Ex SNIA Ede Martino, Articolo de "La Stampa.it": osservazioni e inesattezze..., su Lago eXSnia. URL consultato il 5 gennaio 2024. Giorgia Colucci e Martino Iannone, Rischia di morire il Lago Bullicante, miracolo di Roma, su Ansa Magazine, n. 149. URL consultato il 5 gennaio 2024. Martino Iannone, Roma, è nato un lago e (r)esiste, su Ansa Magazine, n. 73, 2 maggio 2016. URL consultato il 5 gennaio 2024. Letizia Palmisano, Una Roma che non ti aspetti: aironi, volpi, martin pescatori, picchi e falchi nel cuore della Capitale, su Econews, green economy & sustainable development, 18 febbraio 2015. URL consultato il 5 gennaio 2024.

Stazione di San Lorenzo (SFV)
Stazione di San Lorenzo (SFV)

La stazione di San Lorenzo era uno scalo merci ferroviario posto sul breve raccordo proveniente dalla fermata di Porta Maggiore della ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone. Era ubicata nel quartiere storico di San Lorenzo di Roma, nella zona dello scavalco stradale del cimitero del Verano e nelle immediate vicinanze dello scalo FS cittadino. Lo scalo nacque dalla necessità di adempiere a uno dei requisiti all'epoca previsti per le ferrovie in concessione di nuova costruzione, cioè che linea doveva essere raccordata a impianti della rete ferroviaria statale. Per tale motivo nei progetti originari della linea si prevedeva di realizzare una stazione atta al servizio merci e viaggiatori nella zona di Porta Maggiore, dove era presente anche la stazione di Roma Porta Maggiore delle FS e di realizzare anche un prolungamento alla stazione di Roma Termini a binario unico. Tuttavia nel contempo, nel 1907, le FS iniziano a costruire il nuovo scalo di San Lorenzo, più discostato rispetto all'originario scalo di Porta Maggiore, e la rimessa Vallone; i lavori si concludono nel 1911 con l'inaugurazione del nuovo scalo e con la soppressione della stazione di Porta Maggiore. Per quindi realizzare questo punto del contratto, la SFV dovette modificare i progetti e cercare un'area idonea dove poter costruire la stazione e fu obbligata anche a costruire un'adeguata stazione a Termini per il maggiore flusso passeggeri dato che in precedenza i principali treni d'interscambio FS venivano inoltrati a Porta Maggiore. L'area scelta fu alla fine tra il viale San Lorenzo e il vicolo della Ranocchia, di 16000 m², nei pressi del capolinea della linea tranviaria 28, nell'area dove dal 1975 è presente la sopraelevata della Tangenziale Est di Roma. La stazione venne inaugurata il 10 settembre 1917 sulla base di un progetto approvato a settembre 1916. Lo scalo merci venne raccordato inizialmente lato Roma all'altezza di Porta Maggiore mediante un binario lungo quasi un chilometro; solo nel 1931 l'allaccio venne modificato e messo lato Frosinone per evitare il regresso dei treni fino a Roma Laziali. Lo scalo, negli ultimi anni abilitato solo al servizio merci, venne sempre meno utilizzato e rimase in servizio effettivo fino al 1955, quanto venne tagliato il deviatoio d'immissione a Porta Maggiore in occasione dei lavori di sistemazione del piazzale della fermata. Venne ufficialmente soppresso il 1º gennaio 1956 con Ordine di Servizio del gestore dell'infrastruttura. Il complesso rimane a lungo abbandonato fino al 1973 quando, in occasione dell'inizio dei lavori di costruzione dello scavalco di San Lorenzo della Tangenziale Est di Roma, tutti i fabbricati di stazione verranno demoliti e i binari asportati. L'impianto, posto alla progressiva chilometrica 0+868.00 da Porta Maggiore, disponeva di un fabbricato viaggiatori di architettura simile agli altri sulla linea principale, uno scalo merci composto da un magazzino merci di superficie 300 m², un piano caricatore a denti di sega e 12 binari di cui uno raccordato direttamente con lo scalo FS, con delle attività private dell'Ingegnere Antonio Clementi, progettista ed azionista della ferrovia e con la Regia Dogana. La stazione ha effettuato sin dalla sua apertura sia il servizio viaggiatori sia merci, ma negli ultimi anni di esercizio, a causa della progressiva diminuzione d'importanza dell'impianto, esercitò solo il traffico merci, perdendo quello passeggeri, fino alla sua soppressione. La stazione disponeva di: Biglietteria a sportello Sala d'attesa La stazione permetteva i seguenti interscambi: Scalo ferroviario (Roma San Lorenzo) Nei primi anni di esercizio lo scalo ha avuto anche come interscambio la fermata tranviaria di San Lorenzo dove effettuava fermata la linea 28 della rete tranviaria di Roma. Fondazione Ferrovia Museo Stazione di Colonna, Collana di quaderni Roma-Fiuggi-Frosinone, storia di una ferrovia: Descrizione della linea parte prima, da Roma a Genazzano, Cortona, Carocci, 2011, ISBN 978-88-7785-265-6. Società per Ferrovie Vicinali, Planimetria del raccordo da Porta Maggiore allo scalo merci di San Lorenzo, 1931. Società per Ferrovie Vicinali, Ordine di Servizio: soppressione impianto di San Lorenzo e relativo raccordo, 1956. Ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone Stazione di Roma San Lorenzo San Lorenzo (Roma) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di San Lorenzo (SFV)