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Tiburtino

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Porta Tiburtina front
Porta Tiburtina front

Tiburtino è il sesto quartiere di Roma, indicato con Q. VI. Prende il nome dalla via Tiburtina che qui inizia e che, a sua volta, deriva da "Tibur", antico nome di Tivoli. Si trova nell'area est della città, a ridosso delle Mura aureliane. Il quartiere confina: a nord con i quartieri Q. V Nomentano e Q.XXI Pietralata a est con il quartiere Q. XXII Collatino a sud con il quartiere Q. VII Prenestino-Labicano a ovest con i rioni R. XV Esquilino e R. XVIII Castro Pretorio Nel Tiburtino hanno sede la Città universitaria, il cimitero del Verano e diverse altre strutture. Il nucleo centrale del quartiere è costituito dalla zona di "San Lorenzo", duramente bombardata (più di 1600 morti accertati) dai B-17 americani il 19 luglio 1943. Il Tiburtino è fra i primi 15 quartieri nati nel 1911, ufficialmente istituiti nel 1921. Inizialmente comprendeva solo la zona di San Lorenzo, che era già una realtà territoriale a sé stante, successivamente, nel 1931, il quartiere si estese verso la via Prenestina e, l'anno successivo, accorpò parte del suburbio Tiburtino (l'attuale Casal Bertone) fino a via di Portonaccio, un'area che fino a pochi decenni prima era unita all'altra attraverso una strada chiamata via di Malabarba. Negli anni dal 1950 a 1954 fu costruito il quartiere dell'INA-Casa che prese l'omonimo nome di Tiburtino, tra la via Tiburtina km 7, via Diego Angeli, via Edoardo Arbib, via Luigi Cesana, via dei Crispolti e via Luigi Lucatelli (attualmente facenti parte del quartiere Collatino). Quest'opera fu realizzata su progetto di un gruppo di architetti i cui capigruppo furono Mario Ridolfi e Ludovico Quaroni ed è considerata uno degli interventi più significativi del Neorealismo architettonico, una delle diverse espressioni del Movimento Moderno in Italia. Di rosso al monte d'oro caricato di un palo ondoso (cascata dell'Aniene) d'azzurro uscente da un traforo. Sede dell'Istituto superiore di sanità, su viale Regina Elena. Edificio del XX secolo (1931-34). 41.904266°N 12.518224°E41°54′15.36″N, 12°31′05.61″E Progetto dell'architetto Giuseppe Amendola. Palazzo dell'Aeronautica, su viale Pretoriano. Progetto dell'architetto Roberto Marino, sede del Ministero dell'aeronautica (1931-1947) e poi dello Stato maggiore dell'Aeronautica Militare (dal 1947 in poi). Basilica di San Lorenzo fuori le mura, sul piazzale del Verano. Chiesa del IV secolo e basilica papale. Chiesa di Santa Maria Immacolata e San Giovanni Berchmans, su piazza dell'Immacolata. Chiesa di Santa Maria Consolatrice, su piazza Santa Maria Consolatrice. Chiesa di San Tommaso Moro, su via dei Marrucini. Chiesa della Divina Sapienza, da piazzale Aldo Moro, all'interno della Città universitaria di Roma. Torrione prenestino, al II miglio di via Prenestina. Mausoleo del I secolo a.C. Porta Tiburtina o San Lorenzo, all'inizio di via Tiburtina. Arco del I secolo a.C. Sepolcro di largo Talamo, sul largo Eduardo Talamo. Mausoleo del I secolo. 41.894717°N 12.516962°E41°53′40.98″N, 12°31′01.06″E Ex fabbrica SNIA Viscosa, su via Prenestina. Complesso industriale del XX secolo (1922-23). Fabbrica di rayon che nasce come CISA Viscosa nel 1923, attiva fino al 1954. Nel 1969 la CISA viene assorbita dalla SNIA Viscosa. Cimitero del Verano, su via Tiburtina. Cimitero monumentale del XIX secolo (1809-12). Città universitaria. Edifici in stile razionalista del XX secolo (1935). Scalo San Lorenzo, sul viale omonimo. 41.895628°N 12.523156°E41°53′44.26″N, 12°31′23.36″E Villa Gordiani, settore nord, lato sinistro di via Prenestina. Villa Mercede, su via Tiburtina. Villa del XX secolo. 41.898991°N 12.514049°E41°53′56.37″N, 12°30′50.58″E Parco dei Caduti del 19 luglio 1943. Monumento commemorativo per i caduti del bombardamento di San Lorenzo. 41.897994°N 12.512697°E41°53′52.78″N, 12°30′45.71″E Parco delle Energie (area dell'ex fabbrica SNIA Viscosa), su via Prenestina angolo via di Portonaccio. Parco del Torrione Prenestino, al II miglio di via Prenestina. I dati statistici rivelano, rispetto ad altri quartieri della capitale, un alto indice di vecchiaia e un'elevata presenza di immigrati provenienti dai paesi extracomunitari. Inoltre, data l'alta concentrazione di poli per il lavoro terziario e la sua ubicazione, si registrano nel quartiere volumi di traffico e di inquinamento superiori alla media del comune, che costringono, tra l'altro, a frequenti interventi per la viabilità e la riparazione del manto stradale. Istituto superiore di sanità, su viale Regina Elena. Consiglio Nazionale delle Ricerche, su piazzale Aldo Moro. Università degli Studi di Roma "La Sapienza" Nel territorio del Tiburtino si estendono le zone urbanistiche 3B San Lorenzo (intera), 3X Università, 3Y Verano (intera) e 5A Casal Bertone. Le principali arterie sono via Tiburtina, che ha inizio dal piazzale Tiburtino, situato all'interno dei confini del quartiere, la circonvallazione Tiburtina, porzione della Tangenziale Est, viale dello Scalo di San Lorenzo, che collega quest'ultima a piazzale Labicano. Altre strade di grande importanza sono: Via di Casal Bertone Via Cesare De Lollis Via dei Ramni Viale Regina Elena Viale delle Scienze Le piazze principali del quartiere sono: Piazza dell'Immacolata Piazzale Aldo Moro (già piazzale delle Scienze) Largo degli Osci Piazza dei Sanniti Piazza di Santa Maria Consolatrice Piazzale del Verano Gli altri odonimi del quartiere Tiburtino possono raggrupparsi nelle seguenti categorie: Antichi popoli italici, nell'area circostante l'inizio della via Tiburtina, corrispondente alla zona di San Lorenzo. Condottieri, lungo la via Prenestina. Generali e militari italiani, nell'area di Casal Bertone. Vis Nova Basket che, nel campionato 2019-2020, milita nel campionato maschile di Serie C Silver. Giorgio Carpaneto e altri, I quartieri di Roma, Roma, Newton Compton Editori, 1997, ISBN 978-88-8183-639-0. Carlo Pietrangeli, Insegne e stemmi dei rioni di Roma (PDF), in Capitolium. Rassegna di attività municipali, anno XXVIII, n. 6, Roma, Tumminelli - Istituto Romano di Arti Grafiche, 1953. Mauro Quercioli, QUARTIERE VI. TIBURTINO, in I Rioni e i Quartieri di Roma, vol. 6, Roma, Newton Compton Editori, 1991. Claudio Rendina e Donatella Paradisi, Le strade di Roma, vol. 1, Roma, Newton Compton Editori, 2004, ISBN 88-541-0208-3. Claudio Rendina, I quartieri di Roma, vol. 1, Roma, Newton Compton Editori, 2006, ISBN 978-88-541-0594-2. Casabella Continuità, n. 215, Rozzano, Editoriale Domus, aprile-maggio 1957. Controspazio, n. 3, Bari, Edizioni Dedalo, novembre 1974. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tiburtino Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Tiburtino

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Tiburtino
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Porta Tiburtina front
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Stazione di San Lorenzo (SFV)
Stazione di San Lorenzo (SFV)

La stazione di San Lorenzo era uno scalo merci ferroviario posto sul breve raccordo proveniente dalla fermata di Porta Maggiore della ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone. Era ubicata nel quartiere storico di San Lorenzo di Roma, nella zona dello scavalco stradale del cimitero del Verano e nelle immediate vicinanze dello scalo FS cittadino. Lo scalo nacque dalla necessità di adempiere a uno dei requisiti all'epoca previsti per le ferrovie in concessione di nuova costruzione, cioè che linea doveva essere raccordata a impianti della rete ferroviaria statale. Per tale motivo nei progetti originari della linea si prevedeva di realizzare una stazione atta al servizio merci e viaggiatori nella zona di Porta Maggiore, dove era presente anche la stazione di Roma Porta Maggiore delle FS e di realizzare anche un prolungamento alla stazione di Roma Termini a binario unico. Tuttavia nel contempo, nel 1907, le FS iniziano a costruire il nuovo scalo di San Lorenzo, più discostato rispetto all'originario scalo di Porta Maggiore, e la rimessa Vallone; i lavori si concludono nel 1911 con l'inaugurazione del nuovo scalo e con la soppressione della stazione di Porta Maggiore. Per quindi realizzare questo punto del contratto, la SFV dovette modificare i progetti e cercare un'area idonea dove poter costruire la stazione e fu obbligata anche a costruire un'adeguata stazione a Termini per il maggiore flusso passeggeri dato che in precedenza i principali treni d'interscambio FS venivano inoltrati a Porta Maggiore. L'area scelta fu alla fine tra il viale San Lorenzo e il vicolo della Ranocchia, di 16000 m², nei pressi del capolinea della linea tranviaria 28, nell'area dove dal 1975 è presente la sopraelevata della Tangenziale Est di Roma. La stazione venne inaugurata il 10 settembre 1917 sulla base di un progetto approvato a settembre 1916. Lo scalo merci venne raccordato inizialmente lato Roma all'altezza di Porta Maggiore mediante un binario lungo quasi un chilometro; solo nel 1931 l'allaccio venne modificato e messo lato Frosinone per evitare il regresso dei treni fino a Roma Laziali. Lo scalo, negli ultimi anni abilitato solo al servizio merci, venne sempre meno utilizzato e rimase in servizio effettivo fino al 1955, quanto venne tagliato il deviatoio d'immissione a Porta Maggiore in occasione dei lavori di sistemazione del piazzale della fermata. Venne ufficialmente soppresso il 1º gennaio 1956 con Ordine di Servizio del gestore dell'infrastruttura. Il complesso rimane a lungo abbandonato fino al 1973 quando, in occasione dell'inizio dei lavori di costruzione dello scavalco di San Lorenzo della Tangenziale Est di Roma, tutti i fabbricati di stazione verranno demoliti e i binari asportati. L'impianto, posto alla progressiva chilometrica 0+868.00 da Porta Maggiore, disponeva di un fabbricato viaggiatori di architettura simile agli altri sulla linea principale, uno scalo merci composto da un magazzino merci di superficie 300 m², un piano caricatore a denti di sega e 12 binari di cui uno raccordato direttamente con lo scalo FS, con delle attività private dell'Ingegnere Antonio Clementi, progettista ed azionista della ferrovia e con la Regia Dogana. La stazione ha effettuato sin dalla sua apertura sia il servizio viaggiatori sia merci, ma negli ultimi anni di esercizio, a causa della progressiva diminuzione d'importanza dell'impianto, esercitò solo il traffico merci, perdendo quello passeggeri, fino alla sua soppressione. La stazione disponeva di: Biglietteria a sportello Sala d'attesa La stazione permetteva i seguenti interscambi: Scalo ferroviario (Roma San Lorenzo) Nei primi anni di esercizio lo scalo ha avuto anche come interscambio la fermata tranviaria di San Lorenzo dove effettuava fermata la linea 28 della rete tranviaria di Roma. Fondazione Ferrovia Museo Stazione di Colonna, Collana di quaderni Roma-Fiuggi-Frosinone, storia di una ferrovia: Descrizione della linea parte prima, da Roma a Genazzano, Cortona, Carocci, 2011, ISBN 978-88-7785-265-6. Società per Ferrovie Vicinali, Planimetria del raccordo da Porta Maggiore allo scalo merci di San Lorenzo, 1931. Società per Ferrovie Vicinali, Ordine di Servizio: soppressione impianto di San Lorenzo e relativo raccordo, 1956. Ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone Stazione di Roma San Lorenzo San Lorenzo (Roma) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di San Lorenzo (SFV)

Catacomba di Sant'Ippolito
Catacomba di Sant'Ippolito

La catacomba di Sant'Ippolito è una catacomba di Roma, posta lungo la via Tiburtina, la cui entrata oggi è in via dei Canneti, nel moderno quartiere Nomentano. Il nome del cimitero deriva dal santo più conosciuto che vi è sepolto, Ippolito, personalità della chiesa romana degli inizi del III secolo, ricordato dalle fonti antiche come presbitero, vescovo, militare, scrittore antieretico, antipapa, martire. Egli fu esiliato nel 235 in Sardegna con papa Ponziano; entrambi morirono nel duro lavoro delle miniere. La Depositio martyrum ricorda, il 13 agosto, la loro deposizione nei cimiteri di Roma: Ippolito nella catacomba sulla via Tiburtina, e Ponziano nella catacomba di San Callisto sulla via Appia. La figura di Ippolito è ricordata nel carme che papa Damaso I fece incidere da Furio Dionisio Filocalo, di cui diversi frammenti sono stati scoperti nella pavimentazione della basilica di San Giovanni in Laterano. Importanti notizie sul martire e sul suo cimitero ci vengono forniti dallo scrittore e poeta cristiano Prudenzio, che visitò il cimitero agli inizi del V secolo e ne parla nell'XI carme del suo Peristephanon: egli descrive la cripta ipogea dove era sepolto il martire, l'affresco che lo ritraeva, gli ornamenti che arricchivano il suo sepolcro, e parla di una basilica a tre navate nel sopraterra, di cui oggi non restano più tracce sicure. Il Martirologio geronimiano, del V secolo, parla di altri santi sepolti nella nostra catacomba, i martiri Concordia (22 febbraio) e Genesio (24 agosto). Infine la Notitia ecclesiarum urbis Romae (itinerario per pellegrini del VII secolo) include altri due martiri, Trifonia e Cirilla. Di questi martiri non sono ancora state trovate tracce monumentali nel cimitero sulla via Tiburtina. Il primo ad esplorare la catacomba di sant'Ippolito fu Antonio Bosio verso la fine del XVI secolo, ma pensò di essere penetrato nella vicina catacomba di San Lorenzo. Fu Marcantonio Boldetti, agli inizi del Settecento, a riconoscere nel cimitero sulla via Tiburtina la catacomba di sant'Ippolito, in base anche ad antichi documenti notarili del XII-XIII secolo, che chiamavano il monticello in cui era scavato il cimitero mons sancti Ypoliti. Le prime indagini scientifiche sono effettuate da Giovanni Battista de Rossi nell'Ottocento, coadiuvato da Fabio Gori: essi scoprirono nel sopraterra un mausoleo triabsidato (oggi andato distrutto), e nel sottoterra la basilica ipogea costruita da papa Vigilio (VI secolo) sulla tomba di Ippolito; inoltre, attraverso lo studio di un codice antico conservato a San Pietroburgo e messogli a disposizione dallo stesso zar russo, il De Rossi riuscì a ricostruire per intero il carme damasiano. Collaborò col De Rossi il barnabita Luigi Bruzza, il quale, durante una visita alla cripta cadde in un fosso. Il cimitero, studiato ancora agli inizi del Novecento, subì notevoli danni durante l'ultima guerra, poiché utilizzato come rifugio antiaereo. Nel dopoguerra la catacomba è stata studiata dall'americano Gabriel Bertonière e dal sacerdote Umberto Maria Fasola. Infine recenti indagini effettuate agli inizi degli anni novanta del secolo scorso hanno evidenziato, nella regione analizzata, una scarsità di reperti epigrafici, dovuta a sostanziosi spoliamenti databili all'inizio dell'Ottocento. La catacomba di sant'Ippolito si sviluppa su cinque livelli, di cui l'unico accessibile è quello mediano. La parte più antica è quella che si è sviluppata attorno alla basilica ipogea, fatta costruire da papa Vigilio attorno alla tomba del martire Ippolito. Già in precedenza esisteva una cripta, monumentalizzata da papa Damaso nella seconda metà del IV secolo. La costruzione della basilica e di un vasto iter per i pellegrini ha modificato irrimediabilmente la topografia del nucleo antico del cimitero. La scoperta più discussa effettuata nella nostra catacomba è quella della statua di sant'Ippolito, ritrovata dall'artista Pirro Ligorio nel 1553, oggi conservata nell'atrio d'ingresso della Biblioteca apostolica vaticana. Essa ritrae un personaggio maschile, barbuto, seduto su un trono, abbigliato come un filosofo: sui fianchi dello sgabello sono scolpiti i titoli in greco delle opere scritte dal nostro martire Ippolito. Da qui l'identificazione del personaggio con quello del martire sepolto nel cimitero sulla via Tiburtina. In realtà l'epigrafista Margherita Guarducci ha dimostrato che questa statua non è nient'altro che una rielaborazione di uno o più tronconi di statue antiche del II secolo, riutilizzate nel III secolo (epoca in cui venne scolpito l'elenco delle opere di Ippolito): sarebbe opera dello stesso Ligorio l'aver completato i tronconi con le parti mancanti, ossia la parte superiore del busto, le braccia e le testa. De Santis L. - Biamonte G., Le catacombe di Roma, Newton & Compton Editori, Roma 1997, pp. 234-242 Berthonière G., The cult center of the martyr Hippolytus on the via Tiburtina, Oxford 1985 De Rossi G. B., Il cimitero di S. Ippolito presso la via Tiburtina e la sua principale cripta storica oggi dissepolta, in Bullettino di Archeologia Cristiana, Serie IV, 1 (1882) 9-76 Guarducci M., San Pietro e Sant'Ippolito: storia di statue famose in Vaticano, Roma 1991 Ambrogio M. Piazzano "Storia delle elezioni pontificie", EDIZIONI PIEMME, Casale M. 2003.